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INDICAZIONI DELLA GENESI
Per comodità del lettore riporto la descrizione contenuta negli accennati versetti Gen. 2,8-14 secondo la traduzione della CEI:
"Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.
Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi da li si divideva e formava quattro corsi.
Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avila, dove c'è l'oro e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'onice.
Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia.
Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur.
Il quarto fiume è l'Eufrate."
Da tale descrizione gli elementi che vengono forniti per tentare l'individuazione sono:
- il nome "Eden",
- la direzione generica "a Oriente",
- la presenza di un fiume;
- il nome di quattro corsi d'acqua.
Procediamo ora a verificare i dati disponibili provenienti dalla descrizione:
1) Il nome Eden, come nominativo di un luogo specifico, non ha aiutato e non ci aiuta.
C'è solo una località ricordata nella Bibbia con questo nome, una regione del medio Eufrate conquistata dagli Assiri (2Re. 19,12; Is. 37,12/51,3; Ez. 27,13).
Tuttavia il radicale ebraico
('dn) indica concretamente "delizie", quindi il giardino era un giardino di delizie.
Tale interpretazione potrebbe però essere tarda e quindi un traslato, un uso generalizzato entrato nella lingua corrente proprio a seguito di questa descrizione del giardino.
C'è chi sostiene che originariamente volesse indicare "steppa".
Cioè, Dio piantò un giardino nella steppa, ossia in una zona particolarmente arida, il che sarebbe in linea con i versetti precedenti a quelli della descrizione del giardino:
"nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo" (Gen. 2,5-6).
In questo giardino però scorreva un fiume che era portatore dell’energia vitale dell’Eterno, tant’è da esso prendeva linfa l’albero della vita; quindi nell’acqua scorreva l’energia dell’Eterno.
Col metodo dei segni di cui al mio studio "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche",
si può spezzare in
ed
e si può leggere il luogo ove c’è dell’Eterno
l’energia
.
2) Questo giardino era ad oriente
.
Ma a Oriente di chi?
Di chi scriveva il libro del Genesi, o almeno ad oriente di chi era destinato questo libro, o in definitiva ad oriente di dove il lettore deve spiritualmente situarsi.
Senza addentrarci in descrizioni complesse ricordiamo solo che il Genesi è il succo spirituale del Pentateuco, cioè dei libri - Esodo, Numeri, Levitico, Deuteronomio - che la tradizione fa risalire a Mosè.
Il Genesi però sarebbe stato scritto molto dopo, raccogliendo e ordinando le varie tradizioni orali e scritte in precedenza, quando il popolo si era già costituito in regno e quindi a Gerusalemme, dove c'erano il tempio e i sacerdoti.
"Oriente" individuerebbe perciò una località a Est di Gerusalemme, la capitale spirituale dell'ebraismo.
La parola oriente
si può poi spezzare in vertice
della
.
3) "Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi" (Gen. 2,10).
Cioè il territorio è una valle in cui scorre un fiume; all'uscita di questo giardino il fiume si divide e forma quattro, in ebraico, "ràòsim".
In definitiva da questa descrizione si ricava che si tratta di una valle fluviale.
Ma c'è un altro elemento, i quattro "ràòsim" sono quattro capi, quattro rami o cime, quattro elementi.
4) Il nome di questi capi o cime, come di funi, per due di essi hanno fatto individuare, con sufficiente certezza, i fiumi Tigri (letteralmente "che fa rumore") ed Eufrate (letteralmente "che fa fruttificare"), e gli altri due, il Pison e il Ghicon, di più difficile individuazione.
In base a quanto detto fino a questo punto l'area di cui si parla è una valle fluviale deliziosa, in mezzo ad una steppa, a oriente di Gerusalemme, la cui acqua è, o era, in comunicazione idrica con il Tigri, l'Eufrate e con due elementi non meglio identificati.
Degli altri due "capi", il primo, il Pison viene descritto come un corso d'acqua che "scorre intorno a tutto il paese d'Avila, dove c'è l'oro e l'oro di questa terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa molto probabilmente l’incenso e la pietra d'onice" il che fa individuare il ramo del Mar Rosso a destra della penisola del Sinai e l’altro lambisce la terra d’Etiopia non è che il ramo sempre del Mar Rosso che si protende poi alla sinistra della stessa penisola del Sinai.
Questa idea viene rafforzata dall’indicazione della terra di "Avila", in ebraico "havilah".
Questo nome lo ritroviamo nel:
- Gen. 10,7 "I figli di Etiopia(primogenito di Cam): Seba, Avila, Sabta, Raama, Sabteca."
- Gen. 10,29 "Ofir, Avila e Iobab. Tutti questi furono i figli di Iokten."
- Gen. 25,2 "Egli (Ismaele) abitò da Avila fino a Sur che è lungo il confine dell'Egitto in direzione di Assur."
Da queste indicazioni, in cui nelle prime due è da vedere questi nomi di uomini come di capostipiti di popolazioni e quindi indicazioni di territori e, soprattutto, dalla terza si può individuare la terra di Avila nella parte occidentale della penisola Arabica e nella Sinaitica, che appunto stanno davanti all'Egitto e confinano ad Est con la terra di Assur, città sul Tigri.
Pison
,
in ebraico può ricavarsi da:
- Pe
(bocca)+(radicale)
snh = ripetere, da cui viene due, doppio ecc.; per cui "bocca doppia" o "due bocche".
- Pe
(bocca)+(radicale jsn)
dormire, invecchiare; per cui "bocca che dorme", "bocca addormentata" o "bocca vecchia".
In effetti questi nomi, guardando la carta geografica della zona, sembrano indicare proprio il fatto che il Mare Rosso ha due corna che avvolgono la penisola Sinaitica e bagnano quella Arabica, un corno è il golfo d'Aqaba e l'altro è il corno del Mar Rosso, che era allora in comunicazione con il Mar Mediterraneo attraverso il mare dei "giunchi" (Esodo).
Il Ghicon "scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia...", il paese di Kus; qui l'indicazione è chiara perché la terra d'Etiopia è nota.
Questi "capi", pertanto, sono l'acqua che bagna la terra d'Arabia dalla parte dell'Egitto; cioè non sono un fiume, ma un mare, il Mar Rosso, che lassù si divide in due rami e che si infila tra l'Egitto e la penisola Sinaitica e lambisce la terra d'Etiopia che era limitata a sinistra dalle acque dal Nilo che nasceva si credeva da cateratte, cioè scaturiva.
(In effetti in ebraico Ghicon si può ricavare dal radicale GICh
= scaturire, prorompere, erompere, sbucare cioè "che scaturisce" infatti c'è pure una sorgente, la sorgente Ghicon, nella valle del Cedron ai piedi del Monte degli Ulivi, nei pressi di Gerusalemme, che anche al tempo di Gesù aveva questo nome.)