NUMERI NEI VANGELI E NELL'APOCALISSE
ANNUNCI DEL MESSIA
di Alessandro Conti Puorger
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IL 666 DELL'APOCALISSE
Giovanni, come ho fatto notare, aveva citato tre volte il titolo di Cesare; con ciò indicava una presenza demoniaca, un re incompleto, non avendo la pienezza regolare del titolo che comporta il numero 4.
19,12 - "... Se liberi costui non sei amico di Cesare. Chiunque si fa re si mette contro Cesare."
19,15b -"Disse loro Pilato: Metterò in croce il vostro re? Risposero i sommi sacerdoti: non abbiamo altro re all’infuori di Cesare."
Nell’Apocalisse (che si rifà alla stessa scuola dell’autore del 4° Vangelo, e la tradizione dal II sec. d. C. con San Giustino, lo considera dello stesso autore, nelle varie visioni presenta il male in due livelli di raffigurazioni.
L’anticristo è collegato al secondo livello, mentre al primo troviamo il drago, la bestia.
Quelle visioni dell’Apocalisse si ricollegano a quelle dei Capitoli 7 ed 8 di Daniele, delle bestie, del montone, del capro e del Figlio dell’Uomo che erano entrate nell’immaginario collettivo ed avevano mosso tanti scritti di carattere apocalittico.
1a) Il drago
Drago =
è l’angelo ribelle con tutti gli altri angeli che l’hanno seguito sulla terra; cioè: "tutti
gli angeli
(ribelli)".
L’Apocalisse, così lo descrive (Ap. 12,3 e Ap. 12,17s):
- "Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo (1/3, prepara il 666) delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra."
- "Allora il drago s’infuriò contro la donna e se n’andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù. E si fermò sulla spiaggia del mare."
1b) La bestia o nel bestiale
Nella quale il male s’incarna il behamot
,
o
con i segni dice:
"da dentro
esce
la morte
",
oppure "abita
nel mondo
dei morti
."
Espressione del bestiale sono infatti il behamot, raab, il leviatano, personificazione del Nilo, le cui teste erano i sette rami del delta con cui sbocca o sboccava nel Mediterraneo; questi si trova in tutto ciò d’umano che tende al bestiale ed a quanto di tale istinto l’uomo voglia intellettualizzare e nobilitare, ma pur sempre ha quella tendenza ed estrazione.
Ap. 13,1-10 - "Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo ... simile a una pantera, con le zampe come quelle d’un orso e la bocca come quella del leone... Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita. ... fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie, con il potere d’agire per 42 mesi...(tre anni e mezzo) Le fu permesso di combattere contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. Lo adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto... nel libro dell’Agnello immolato. Chi ha orecchi ascolti... Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada, di spada sia ucciso."
Vediamo di capire qualcosa di più su questa "grande bestia" di cui l’Apocalisse ci fornisce alcune tracce.
Abbiamo su questa bestia dall’Apocalisse due elementi:
A) La citazione dei 42 mesi.
Questo tempo di 42 mesi è profetico, in quanto sta ad indicare la durata convenzionale di persecuzione che Dio consente e si rifà alla durata di 3 anni e 6 mesi al tempo d’Elia (1Re 17,1) quando da Dio fu permessa la siccità ed il Vangelo di Luca la ricorda al 4,25.
Nell’Apocalisse quel riferimento dei 42 mesi si rifà, anche con le parole, come ho sottolineato, alla durata del regno d’Antioco Epifane che tenne in pugno Gerusalemme per 3,5 anni e che il profeta Daniele riporta:
"... proferirà insulti contro l’Altissimo e distruggerà i santi dell’Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più (due) tempi e la metà di un tempo." (Dn. 7,25)
Flavio Giuseppe in Guerra Giudaica su Antioco così scrive (17 Intr.):
"Racconterò come Antioco detto Epifane dopo aver espugnato Gerusalemme ed averla tenuta per tre anni e sei mesi (3x12 + 6 =42) fu espulso per opera dei figli di Asmodeo ..." (padre di Mattatia e nonno dei 5 Maccabei).
Antioco Epifane salì sul trono di Siria nel 176 a. C. e tentò d’ellenizzare l’ebraismo e minare le basi del monoteismo.
Arrivò perfino a nominare sommi sacerdoti grecizzanti, si che trascuravano il servizio nel Tempio per i giochi nei ginnasi che Antioco aveva fatto costruire a Gerusalemme.
Visto che non bastava, obbligò gli Ebrei ad abiurare, pena la morte; proibì la circoncisione nonché l’osservanza del sabato e concluse facendo sacrificare maiali nel Tempio.
Come raccontano i libri dei Maccabei ... il 15 di Casleu il re innalzò sull’altare un idolo ... (1Mac. 1,54):
Giuda Maccabeo con i suoi partigiani riuscì a liberare Gerusalemme, entrò nel Tempio, demolì l’altare profanato, ne costruì uno nuovo ed il 25 del mese di Casleu (dicembre) ebbe luogo la riedificazione (L’evento originò la festa della Hannukkah) ...
B) Un avviso
Chi ha orecchi ascolti: "Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada, di spada sia ucciso".
L’autore dell’Apocalisse sta citando Geremia al versetto 15,2.
Un segnale del genere Chi ha orecchi ascolti, indica che c’è del nascosto da investigare e da scrutare e, col metodo dei segni, strumento antico ritrovato, proverò fiducioso su questa scrittura che riporto:
"Se ti domanderanno - Dove andremo? - Dirai loro: Così dice il Signore.
Chi è destinato alla peste, alla peste, chi alla spada alla spada, chi alla fame, alla fame, chi alla schiavitù alla schiavitù." (Ger. 15,2)
(Se si guarda uno scritto in rabbino quadrato si noterà che nessuna lettera tende a superare verso l’alto il proprio rigo se non la lettera lamed; quindi, in questa c’è il senso d’andare oltre, di potente, fuori del normale, ma anche di voler prevaricare, d’innalzarsi).
Ecco allora che guardando le lettere escono le corna; queste sono le punte delle ebraiche, ma alcune di queste non sono vicino a titoli blasfemi.
Questa lettera ebraica
,
ha origine da una testa
,
con una energia
sulla fronte (un diadema); è cioè come un Faraone col diadema del serpente ureo, che pare appunto un corno.
Spezzo ora quel versetto col metodo.
"E
dal mondo
fu
ad uscire
la retta
esistenza
!
Fu
ad iniziare
dalle acque
un corpo
.
Si portò
il primo
serpente
a stare
in un vaso
.
Iniziò
ad emettere
un primo
inviato
.
Si alzò
il primo
portato
originato
da una matrice
,
in un corpo
completamente
.
Il primo
serpente
fu
ad entrare
in un vivente
.
Così
per il mondo
il primo
essere ribelle
(
)
fu
una calamità
;
iniziò
ad ardere
in un corpo
la potenza
,
ai viventi
recò
la croce
,
il serpente
la morte
recò
,
iniziò
la luce
alle menti/teste
con la potenza
a chiudere
.
In un corpo
dentro
il serpente
si chiuse
per moltiplicarsi
(
)
ed
iniziare
ad accendere
(altri) corpi
con la potenza
del male
;
dentro
il serpente
a Ra
la casa
portò
.
Iniziò
principi
potenti
ad accendere
;
della casa
furono
del Faraone/serpente
schiavi
."
(Le acque di Ra erano un ramo del delta del Nilo; perciò è confermato che il Faraone fu la prima concreta incarnazione del male conosciuta dagli Ebrei.)
È in pratica il racconto della nascita d’un re del male primigenio, che esce dalle acque del Nilo, il primo dei potenti, un dio, il progenitore dei Faraoni, fondatore delle dinastie che replicano la personificazione del nemico: il riferimento alle acque di Ra è chiaro.
La citazione di Geremia nell’Apocalisse è contratta e si ferma a "per ucciderli" che si trova nel versetto successivo a quello che ho spezzato; ciò sta ad indicare che le teste con i titoli blasfemi si trovano anche in quel versetto:
"
Io manderò contro di loro quattro specie di mali - parola del Signore -; la spada per ucciderli, i cani per sbranarli, gli uccelli dell’aria e le bestie selvatiche per divorarli e ucciderli." (Ger. 15,3)
Ecco che arriva la ‘bestia‘ il behamot
.
Spezziamo anche questo versetto:
"Porta
al vacillamento
(
=
)
la religione
.
È una divinità
forte
nel mondo
dei viventi
.
Insidia
i popoli
,
schiavi
li porta
tutti
.
Oracolo
del Signore
riverranno
dalle tombe
i corpi
da dentro
dal serpente
uccisi
e
per la rivenuta
rettitudine
nei cuori
risaranno
a vivere
.
Del serpente
il cerchio
della prigionia
verrà
a finire
.
In azione
si porterà
il Verbo
che aprirà
la risurrezione
,
i viventi
risaranno
in vita
e
verranno
(
)
da dentro
ad uscire
dai morti
,
riusciranno
in terra
;
il serpente
a divorare
si porterà
,
il serpente
uscirà
bruciato
.
Di vivere
(
)
finirà
."
Per comodità riporto di seguito il testo decriptato dei due versetti Ger. 15,2 e 3 senza segni ebraici onde facilitare la visione complessiva.
Ger. 15,2
"
E dal mondo fu ad uscire la retta esistenza!
Fu ad iniziare dalle acque un corpo.
Si portò il primo serpente a stare in un vaso.
Iniziò ad emettere un primo inviato.
Si alzò il primo portato originato da una matrice in un corpo completamente.
Il primo serpente fu ad entrare in un vivente.
Così per il mondo il primo essere ribelle fu una calamità.
Iniziò così ad ardere in un corpo la potenza, ai viventi recò la croce, il serpente la morte recò, iniziò la luce delle menti con la potenza a chiudere.
In un corpo dentro il serpente si chiuse per moltiplicarsi ed iniziare ad accendere altri corpi con la potenza del male.
Dentro il serpente a Ra la casa portò.
(Le acque di Ra erano quelle del Nilo nei pressi dello sbocco; indica l’Egitto.)
Iniziò principi potenti ad accendere; della casa furono del Faraone schiavi."
Ger. 15,3
"
Porta al vacillamento la religione.
È una divinità forte nel mondo dei viventi.
Insidia i popoli, schiavi li porta tutti.
Oracolo del Signore:
riverranno dalle tombe i corpi da dentro dal serpente uccisi e per la rivenuta rettitudine nei cuori risaranno a vivere.
Del serpente il cerchio della prigionia verrà a finire.
In azione si porterà il Verbo che aprirà la risurrezione.
I viventi risaranno in vita e verranno da dentro fuori dai morti.
Riusciranno in terra.
Il serpente a divorare si porterà.
Il serpente uscirà bruciato, di vivere finirà."
Il testo che se ne ricava chiarifica esaurientemente la formidabile potenza del metodo.
Concludiamo ora il ragionamento per individuare le 7 teste per i titoli blasfemi e le 10 corna.
Anche nel versetto Ger. 15,13 ci sono molte
.
Quelle nel versetto precedente pur essendo 10 non erano tutte quelle giuste; l’Apocalisse, infatti, indirizza affermando che ci sono
10 corna e 7 teste, sulle corna 10 diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo, perciò alcune teste hanno più di un corno e ci debbono essere allora tre teste con due corna e in ogni modo, ogni testa ha un titolo blasfemo.
Occorre perciò guardare i titoli; solo le
relative sono da contare.
Nel versetto Ger. 15,2 c’è due volte in ebraico
peste, ma una delle due volte quelle lettere, senza vocalizzazioni, come ho fatto nella traduzione del criptato, si possono leggere
morte; abbiamo cosi due titoli blasfemi:
-
morte e
peste, precedute da una
; quindi 2 teste e 2 corna.
-
fame
ripetuta; perciò un titolo = una testa e due
; cioè 2 corna.
-
spada
,
anche questa ripetuta due volte; perciò un titolo =una testa e due
; quindi 1 testa e 2 corna.
-
schiavitù
,
pure lei ripetuta due volte; perciò un titolo = una testa e due
; quindi 1 testa e 2 corna.
Gli altri titoli li troviamo nel versetto Ger. 15,3:
- fossa
con
davanti; 1 titolo, 1 testa, 1 corno;
-
uccisione uccidere,
con
davanti; 1 titolo,1 testa,1corno.
Così possiamo riassumere le sette teste con i sette titoli blasfemi e con le 10 corna del Behamot, cioè la "bestia" o l’"essenza del bestiale" immaginato dall’autore dell’Apocalisse:
Passiamo ora a cercare il secondo livello del regno del male:
2) L’anticristo:
È figurato da un’altra bestia; mentre la prima esce dal mare, questa esce dalla terra.
Ap. 13,11 -
Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia, che
aveva due corna come quelle d’un agnello (ariete), ma parlava come un drago.
Ap. 13,12 - Essa esercita il potere della prima bestia ... costringe in terra a adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita.
Ap. 13,13 - ...fa scendere fuoco dal cielo ...
Ap. 13,14 - ...sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia ...
Ap. 13,15 - ...fa mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua ...
Ap. 13,16s - Faceva sì che tutti ... ricevessero un marchio ... e nessuno ... comprare e vendere senza ... marchio.
Ap. 13,18 -
Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il nome della bestia; essa rappresenta; essa rappresenta
un nome d’uomo. E tale cifra è 666.
Anche qui c’è l’avviso "
Chi ha intelligenza calcoli" per chi scruta con l’invito a cimentarsi.
Alcuni (es. "Bibbia di Gerusalemme" alla nota Ap. 13,18) ritengono che il nome sia Cesare - Nerone, ma i conti non tornano.
C’è la traccia delle 2 corna e, per quanto abbiamo ormai assodato, possiamo cercare un nome d’uomo con 2
; Nerone non l’ha, ma tra i Cesari di Roma c’è Caligola
che nel suo nome appunto ha 2
.
La verifica numerica del nome poi torna con il titolo:
(Il fatto che Roma
ai tempi dell’Apocalisse si scrivesse con l’
finale, e non
con l’
finale, l’ho visto con i miei occhi; quel nome così scritto era su un orcio che aveva contenuto rotoli provenienti dalle grotte di Qumran. Roma
si può leggere:
"In superbia
(
)
primeggia
.")
Vediamo ora se la descrizione dell’Apocalisse calza con Gaio Cesare Caligola di cui Flavio Giuseppe, così scrive su quest’imperatore romano nella Guerra Giudaica:
Gaio Cesare fu così intemperante verso la fortuna, di voler essere considerato e chiamato dio, da privare la patria del fior fiore della sua nobiltà e da estendere la sua empietà anche fino alla Giudea. Infatti inviò Petronio con un esercito a Gerusalemme per collocare
le sue statue (la sua, di Drusilla e di Iside) nel Tempio, dandogli ordine, se i giudei non le avessero volute introdurre d’uccidere chi avesse opposto resistenza e di ridurre in schiavitù il resto della popolazione. (II 10,1.2)
Corrado Barbagallo ("Storia Universale Roma Antica" Vol. II Lib. V Cap. II) su Caligola dice:
"Era circondato di domestici egizi... aveva voluto che
la dea egizia Iside ... fosse onorata di culto ufficiale ...
tenta di istaurare in Italia, sulla riva del Tevere, un regime simile a quello che fino a 70 anni prima aveva dominato sulle rive del Nilo. Egli vuole inculcare ad ogni costo in Roma il concetto che il principe e tutti i componenti della sua famiglia sono di origine divina ... "
La patria vera, la patria ideale del giovane principe non è l’Italia, ma l’Egitto e l’Asia.
Svetonio nella "Vita dei Cesari" al IV libro su Caligola dice:
Finora ho parlato più o meno del principe; mi resta ora parlare del mostro ... Diede incarico di portare dalla Grecia i simulacri degli dei, noti per la loro importanza religiosa e artistica, e tra questi la statua di Zeus Olimpio e fece sostituire la testa di queste statue con la riproduzione della propria ... (n° 22)
Aveva abitualmente rapporti incestuosi con tutte le sue sorelle e in pieno banchetto a turno ne faceva sdraiare una alla sua destra, mentre teneva a fianco, dall’altro lato la moglie ... Spesso fece prostituire le sorelle con i suoi amasi.
Rubò la sorella Giulia Drusilla al marito e, secondo gli usi orientali, la sposò, la fece erede dell’impero, la mise sugli altari. (n° 24)
Vediamo ora quanto durò il suo comando.
Tiberio, che morì il 16.3. del 37 d. C. in un testamento proponeva al Senato la co-reggenza dell’impero tra Tiberio Gemello figlio di suo figlio Druso (della famiglia Claudia), ed il pronipote Gaio, figlio di Germanico detto Caligola (della famiglia Giulia d’Augusto).
Questi, ebbe l’investitura ufficiale del Senato il 18.3.38 d. C. e fu assassinato il 24.1 del 41 d. C.; fu, perciò imperatore a pieno titolo per 35 mesi; nel 39 d. C. ordinò che fosse eretta una sua statua nel Tempio di Gerusalemme, ma da Agrippa I e Petronio operarono in modo da perdere tempo; quest’ultimo, infatti, comunicò l’ordine di Caligola, ma gli fu risposto che avrebbe dovuto prima sacrificare tutto il popolo giudaico.
Sembra che allora Petronio scrivesse a Caligola, a pericolo della propria vita, certo che questi gli avrebbe ordinato d’uccidersi, ma arrivò invece la notizia che Caligola era stato ucciso.
A quest’evento si riferisce la citazione Ap. 13,14:
"...sedusse gli abitanti della terra
dicendo loro di erigere una statua alla bestia ..."
(dicendo, ma non attuando).
Flavio Giuseppe nella sua Guerra Giudaica scrive che la durata del regno di Gaio Cesare Caligola fu di 44 mesi:
"Essendo stato assassinato Gaio dopo aver regnato tre anni ed otto mesi ...(44 mesi)." (II-111)
Caligola fu assassinato 46 mesi dopo la morte di Tiberio; se ne ricava quindi che già dopo due mesi Gaio cominciò ad ingerirsi a Roma nei fatti dell’impero, senza essere in pienezza imperatore, ed a Gerusalemme lo subirono per 42 mesi.
Questa seconda bestia sembra infatti un replicante di quella incarnatasi in Antioco Epifane, in quanto anche questa fece sentire il suo influsso per i tre anni e mezzo.
In definitiva Caligola coincide con la descrizione dell’Apocalisse (13,12) sulla bestia della terra:
"Essa esercita il potere della prima bestia ... costringe in terra a
adorare la prima bestia, la
cui ferita mortale era guarita."
"
Adorare la prima bestia" è da intendere che costrinse in terra di adorare gli idoli dei Faraoni, cioè della prima bestia che fu la prima personificazione del male che gli Ebrei conobbero e che, in occasione del miracolo dell’apertura del Mar Rosso, subì una grande sconfitta, la cui ferita mortale era guarita.