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RICERCHE DI VERITÀ...

 
SE L’UOMO VIENE DAL CIELO LÀ TORNA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

(Vedi anche: "L'uomo nuovo: sogno e realtà di un alchimista cristiano")

Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?
Per rispondere a queste domande, latenti in chi riesce a sollevare la testa ed a vedere il cielo stellato, si sono sentiti coinvolti uomini in ogni tempo e latitudine e c’è ancora qualcuno che pensa che l’uomo abbia fatto un lungo viaggio, perché in definitiva non si sente di questo mondo.

UOMO PERSONA INSCINDIBILE IN CORPO E ANIMA
Di quanto vagliato da chi l’ha preceduto sembra restare poco di sedimentato all’uomo d’oggi, il cui tempo s’è accorciato per la velocità delle attività e delle distrazioni moltiplicate.
Il massimo d’apertura all’extraterrestre che c’è, e già non è poco, e che ci viene da più parti ripetuto che l’uomo, è costituito da anima e corpo!
Questo è il semplicistico schema che è entrato nel pensare comune, veicolato dai mass-media che sovente riportano mal filtrate scienza, filosofie e religioni, campi che sono interattivi.
Tale pensare poi tende pure a ridurre il concetto d’anima a quello di mente, quasi che sapienza ed intelligenza siano la stessa cosa.
La massa è portata così sempre più a confondere i ruoli degli psicologi con quello dei sacerdoti e viceversa, per poi adire all’aiuto di parapsicologi e maghi e ciò è misura della tendenza che c’è a confondere superstizione con fede e questa col bigottismo.
Quella parte d’umanità, sempre più numerosa, che si sta secolarizzando e globalizzando grazie alla tecnologia e s’inoltra nel pragmatismo scientifico, è di fatto spinta ad abbandonare sapienze antiche - come se per buttare l’acqua sporca fosse da gettare via anche il bimbo che sta nella tinozza - ed inizia o finisce di ritenere l’anima un’obsoleta impalcatura, perché per la scienza ciò che non ha peso e non è misurabile non esiste e prende in modo semplicistico ritenute scorciatoie che possono portarlo fuori strada.
L’identità dell’uomo è così sempre più pensata relegata nella scatola cranica, ed è uscita dal cuore che resta solo la sua sede poetica.
In tale scia sono così anche attuati ed attentati interventi sulla vita che rasentano vere e proprie manomissioni ed alcuni, pur se ancora progetti chiusi nei cassetti, prima o poi cercheranno il loro momento di gloria.
È recente la notizia che in Inghilterra vogliono usare embrioni malati per esperimenti utili per i sani, e prima o poi qualcuno proporrà il trapianto massimo, Frankenstein docet, d’una testa su un corpo per continuare la vita di chi ha il corpo malato e la testa sana.
Eppure una persona è quello che è anche per il fisico che ha, perché se non l’avesse avuto non si sarebbe sviluppato con quell’animus!
Risulta che già il trapianto di un organo, come il cuore, o una mano, reca problemi psicologici al trapiantato, s’immagini che aberrazione sarebbe l’avere il corpo d’un altro, pur se tecnicamente divenisse possibile.
Il progetto della persona troverebbe un grande ostacolo e sarebbe completamente mutato per la residua vita, in quanto l’identità dell’uomo non è come un software che può essere istallato su qualsiasi hardware compatibile.
Per restare nello schema, c’è, infatti, perlomeno tutto un software d’istruzioni e d’esperienze acquisite col corpo, prodotte con la crescita e lo stare nel corpo specifico, che sarebbe perduto.
È come il lancio di un missile; non basta aver programmato tutto, occorre che anche avvenga bene, vale a dire che ciascun uomo è un progetto che non basta sia ben fatto sulla carta (nella mente) ma deve essere portato a compimento fino al massimo dei dettagli in quanto il progetto, "ingegneristicamente" parlando, finisce ad opera compiuta e collaudata.
Ci sono quindi i medici del corpo, della mente e dell’anima in tutte le loro branche.
Ora, però se riuscissimo a raggruppare tutta la materia dei nuclei di atomi che costituiscono il nostro corpo, cervello compreso, annullando le distanze atomiche ed interatomiche non so se la pallina che ne verrebbe fuori sarebbe visibile.
Noi, grazie alle frequenze d’onda che sviluppiamo, con i nostri organi sensoriali vediamo e percepiamo un corpo, ma invece siamo praticamente vuoti, fatti essenzialmente di energia che è vita e che emette frequenze, mentre la materia è un accidente che può anche essere ridotta quasi a nulla ed organizzata in altro modo.
In definitiva, il corpo è ciò che da noi è percepibile dell’uomo e di quanto lo anima.
Inoltre, abbiamo capacità d’auto-svilupparci, acquisendo materia d’accrescimento partendo praticamente dal nulla e in poche cellule abbiamo già programmi, non tutti sondati, capaci di portarci alla dimensione adulta e nelle donne è in grado di produrre programmi aggiuntivi di gestazione che sono gioielli di sapienza.
Tra l’altro ci si domanda ancora a che serva tutta la massa celebrale che abbiamo, visto che per le conosciute esigenze sembra che ne basterebbe meno del 10%.
Abbiamo cioè un potere interno d’energia vitale capace di organizzarsi, e tale ordine noi non lo sappiamo gestire, perché non conosciamo appieno e non sappiamo se abbiamo altri programmi finali di trasferimento... e mutazione in altra dimensione in corpi non definibili altro che col termine di "gloriosi".
Quest’energia in definitiva siamo noi e diviene impossibile separare i componenti visibili corpo, dall’energia di qualsiasi tipo ivi comprese quelle non conosciute, che possiamo definire anima.
Non siamo in grado di sondare il nostro universo e non possiamo concludere se non siano possibili mondi paralleli di dimensioni superiore e se noi siamo soltanto sezioni operanti nel mondo con le dimensioni che conosciamo.
Non è escluso che una parte di noi si sta sviluppando in dimensioni sconosciute, ancora non intersecatesi con il mondo che noi definiamo reale, onde eventuali trasferimenti possono avvenire in tempo "reale" senza necessariamente dover implicare motori o mezzi speciali ed altre diavolerie del genere.
Entrando nell’infinitamente piccolo e nell’immensamente grande, vedendone le meraviglie e non ritenendo che il tutto sia dovuto al caso, molti hanno valutato sempre più probabile il dover ammettere l’esistenza d’esseri superiori, e quindi d’una gerarchia sapiente fino all’Essere assoluto, che avrebbe dotato l’uomo d’una vita complessa, cioè di un’anima come non meglio identificata identità spirituale, il che avvicina il tema al campo religioso.
Ciò poi ha comportato l’interrogarsi sulla problematica del libero arbitrio e, pur senza cadere nel manicheismo, ha aperto anche la possibilità di forze che tendano alla negazione del progetto di "Dio", aprendo così la possibilità dell’esistenza di una volontà negativa che può anche investire l’uomo.
Cioè, chi ammette che Dio o qualche altra forza superiore all’uomo esista non può negare l’esistenza del demonio e di forze che si oppongono, ed ecco che si apre lo schema a base di "guerre stellari" o di tanti film dell’orrore.
Vi è, infatti, anche tutta una gamma di fenomeni, non spiegati completamente, che hanno aspetti sondati da psichiatri e medici della mente e che virano alcune volte nell’ossessione, con manifestazioni non sostenute da valide spiegazioni scientifiche, ritenute possessioni diaboliche, su cui operano maghi, parapsicologi, fino a quei sacerdoti che esplicano la funzione di esorcisti.
Tra le componenti anima e corpo vi sono connessioni così forti che non consentono scissioni; si pensi, infatti, a come alle vicende "dell’anima" sono ormai attribuite conseguenze nel corpo sintetizzate nel verbo "somatizzare" e che vari rami della medicina alternativa orientale tende per tradizione a curare assieme le due parti.
In effetti, poi, un po’ in tutte le culture c’è la tendenza a differenziare nella stessa anima due aspetti, uno legato più alla medicina e l’altro più alla religione.
Appaiono così definibili:
  • un’anima vitale, intesa come respiro o alito principio vita di tutti gli esseri viventi, sede di pensiero, volontà e sentimenti, fondamento dell’individualità dell’uomo;
  • un’anima libera, vincolata solo in modo superficiale al corpo, copia incorporea dell’uomo, che dopo la morte ne perpetua l’esistenza individuale, in un mondo a venire per il monoteismo, oppure si reincarna in altra figura umana o animale, nel buddismo, induismo e varie religioni naturalistiche.
È però nella cultura greca che ci fu netta opposizione tra:
  • il dualismo corpo-anima, degli Orifici, dei Pitagorici e soprattutto di Platone e quindi dei neoplatonici - cioè il corpo come stazione di transito dell’anima con la conseguente preesistenza e trasmigrazione delle anime stesse - che per la sua larga entratura fu utilizzato, ma non integralmente sposato, dal cristianesimo della prima ora come argomento d’evangelizzazione tra i pagani;
  • il monismo Aristotelico di corpo-anima con il suo ilemorfismo di corpo come forma sostanziale dell’anima, onde il corpo, materia potenziale, diviene attuale e reale per mezzo dell’anima stessa.
Questi temi, anche se ormai più che bi-tri-millenari non sono lontani da noi e sono alla radice della problematica del diritto dell’embrione e del feto, che può assumere aspetti giuridici diversi a seconda di quale delle due teorie viene di volta in volta a prevalere.
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