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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
TENSIONE DELL'EBRAISMO AD UNA BIBBIA SEGRETA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

SVILUPPO DEL TESTO DEI LIBRI EBRAICI DELL'A.T. »
VICENDE DEI SEGNI EBRAICI »
IL GIUDAISMO E LA TORAH ORALE »
LA BIBBIA SEGRETA CERCATA DALLA CABBALÀ EBRAICA »

DIFFERENZE DEL METODO DI DECRIPTAZIONE E CABBALÀ
Quelle vie della cabbalà, per far parlare il testo, sono perciò lontane dal metodo dei segni, ma le ho riportate per far capire il pathos attorno alle lettere e i tentativi per dar loro (o per ridare loro) voce.
Cioè le parole, che non erano indicate originariamente, si possono tagliare dal testo in modo diverso e ciascuna lettera, nella posizione in cui si trova nel testo, può essere letta separatamente come disegno col proprio significato o inserita in un gruppo di lettere recise dal testo che formino una parola compiuta, purché non se ne muti l'ordine ("tecnica al tikrei" di cui si è detto in "Perché cerco un segreto" di "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche")
Cosicché una lettera può essere la fine d'una parola, essere nel corpo di una parola tagliata in modo che la comprenda, essere l'inizio di una parola che la segua, od essere letta a se stante, purché le lettere rimangano nel loro ordine (torno ad es. sulla parola "Elohim" , aperta con il metodo delle lettere madri ed utero, che con il metodo dei segni, senza alterare l'ordine o le lettere si può leggere:
"Dio nel mondo è vivente " ed "Origine della potenza che aprì l'esistenza alla vita ."
C'è anche la radice della liberazione con l'apertura del Mare: "Dio aprì il mare ").

Alcune norme esegetiche rabbiniche (alcune già di Hillel) sono:

  • due dati o cose simili, cioè di cui ricorrano i termini, debbono essere accostati e confrontati tra loro;
  • la deduzione logica dal minore al maggiore e viceversa, "qal wa-komer";
  • deduzione analogica, "gezerah shawah", uno stesso ordinamento;
  • la fondazione di una famiglia, "binjan av", che tratta del confronto di passi biblici imparentati per contenuto, onde i particolari d'un passo possono estendersi agli altri;
  • il generale dal particolare e viceversa, "ferat u-kelal";
  • intervenivano sul testo ebraico usando i significati diversi d'una parola che abbiano le stesse consonanti, ma non le stesse vocali (in quanto il testo non riportava le vocali stesse - esempio: al posto di pani azzimi "mazzot" potevano leggere comandamenti "mizvot" - come faccio nel metodo dei segni);
  • dividevano in due lo stesso termine ebraico per ottenere un significato diverso (come faccio nel metodo dei segni).
L'ebraismo ha poi quattro vie ortodosse condivisibili per far parlare il testo sacro, in cui può rientrare anche il metodo dei segni.
La tradizione prevede, infatti, per la ricerca:
  • Peschat , interpretazione letterale corrispondente al significato semplice della Scrittura.
  • Remez , accenno, o interpretazione; il significato suggerito tende a trovare nessi tra le parole ed espressioni uguali situati in punti diversi del testo e li collega tra loro in modo riflessivo o narrativo secondo i casi, onde sottolineare l'unità dell'insieme, ogni parte della quale è strettamente collegata a tutte le altre.
  • Dèrasch , midrash, haggadah, interpretazione, omiletica, allegorica.
  • Sod significa segreto; indagato dalla cabbalà; da ciò si ricava che esiste una via segreta per indagare la Scrittura!
Ogni categoria ha un'eguale validità nel proprio campo, dato che la Bibbia (Sanhedrin 34) è vista "come una roccia che può essere divisa in molti pezzi dal martello dell'interpretazione".
Aggiungo che nel sentiero segreto Sod entra il metodo di scrutatio con la decriptazione che propongo, descritto in altra parte, il quale, pur rientrando nell'idea che mosse la cabbalà, ne supera l'aspetto esoterico, e resta aderente ai testi con deduzioni collegate in modo rigido con tutte lettere, e per la grand'estensione con ripetizioni dei testi, le interpretazioni hanno riprove.
L'acrostico dei nomi delle 4 vie dà luogo alla parola Pardes (parola d'origine persiana che indica giardino, frutteto e Paradiso).

Su queste 4 vie per entrare nel vivo della Scrittura c'è un racconto (Tratto da Giacoma Limentani, "Il Midrash", Paoline 1996):

"I grandi maestri vedevano la Torah come un Pardes, cioè a dire un giardino. Uno speciale giardino percorso da quattro sentieri, il nome di ognuno dei quali ha per iniziale una lettera della parola Pardes.

Il midrash narra che quattro maestri vollero percorrere il giardino da cima a fondo.
Il primo morì fulminato. (Era Simeon Ben Azzai)
Il secondo restò accecato. (Era Simeon Ben Zoma)
Il terzo diventò un altro, (Era Elisha Ben Avuyah)
come a dire perse il senso della propria identità ebraica (divenne eretico.)
Il quarto Akiva, uscì dal Pardes incolume, e anzi con una conoscenza superiore."

E non spiega oltre ed è questa una ben strana storia!
Ho provato a disegnare il giardino con i quattro nomi e ho cercato i sentieri pensando che il mistero fosse spiegabile spezzando con la lettura dei segni i nomi dei quattro sentieri che percorrono il giardino di cui parla



Vi sono, infatti, quattro modi per percorrere i sentieri di quel giardino come ho indicato con gli schemi I-IV:


Sentieri I sC-iC / iB-sB / sA-iA

In Paradiso si recò il rettile nei cuori , li colpì il demonio .

Sentieri II s4-d4 / d3-s3 / s2-d2 / d1-s1

L'impuro () l'ordine bruciò con la scelleratezza () della superbia nei cuori .

Sentieri IV d1-s1 / d2-s2 / d3-s3 / d4-s4

La Parola accende i cuori , la mente dei viventi colpisce , ricerca i segreti ... e questa, quando si leggono i quattro nomi Peschat, Remez, Dèrasch, Sod è la più favorevole.

Sentieri III sC-iC / sb-iB / sA-iA

del Paradiso custodi porta per la carità che colpisce il demonio .

Raccogliendo tutto per i sentieri I e II, percorsi a zig zag com'è il modo di camminare del serpente, si ha:

I In Paradiso si portò il rettile nei cuori; li colpì il demonio.
II L'impuro l'ordine bruciò con la scelleratezza della superbia nei cuori.

Per i sentieri IV e III percorsi in modo retto si ha:

IV La Parola accende i cuori, la mente dei viventi colpisce, cerca i segreti...
III Del Paradiso custodi porta per la carità che colpisce il demonio.

Nel Midrash c'erano 4 tipi di maestri e qui si ritrovano:
  • Il primo morì fulminato, colpito al cuore dal demonio; percorse i sentieri I.
  • Il secondo restò accecato; percorse i sentieri II; acceca orgoglio e superbia.
  • Il terzo diventò un altro;seguì i sentieri III vengono dall'alto con la grazia.
  • Il quarto attraverso i sentieri IV uscì dal Pardes incolume con conoscenza superiore perché cerca i segreti.
Ciò avvalora la potenza del metodo per la lettura del criptato.

Quel cenno alla conoscenza superiore indica un evento che verrà dall'alto e ci renderà diversi; ciò porta a leggere il sentieri ancora in un modo, dall'alto in basso come nel III, ma procedendo dal primo sA-iA / sB-iB / sC-iC:

La Carità colpirà il demonio , i risorti vivi con i corpi porterà in Paradiso .

Questa è una vera via d'uscita:

La Carità colpirà il demonio.
I risorti in vita con i corpi porterà in Paradiso.


La Torah così porta alla conoscenza superiore che viene tutta dall'alto, se si segue questa via rendendosi disponibili ad essere permeati e cambiati dall'energia che vi pervade.
Quest'energia discende per grazia in un qualche modo misterioso sia nella lettura corrente, sia in quella attraverso le lettere, ma entrambe debbono seguire una retta coscienza.
La prima è, infatti, consigliata dalla Chiesa ("La lettura della Sacra Scrittura ... ravviva in noi lo spirito di conversione e di penitenza e contribuisce al perdono dei nostri peccati." "Catechismo della Chiesa Cattolica" n° 1437) e, la seconda, che comprende anche la prima, aiuta a fare anche la prima.
L'uomo tende però all'idolatria, cioè vuole afferrare contenere, chiudere Dio in un qualche modo per impossessarsi dei suoi poteri, alla stregua dei pagani che in un idolo vogliono contenere la divinità.
In un modo o nell'altro, prima o poi, in tale tendenziale pericolo cadono tutti; pure nello scrutare la Torah, la Bibbia, i Vangeli o il Corano c'è sempre latente questa tentazione.
Nel libro, già citato, "Le Dieci Parole" (di Marc-Alain Ouaknin) al riguardo si trova: "Un testo dello Zohar afferma che tutta la Torah è il nome di Dio. Ma se ciò è vero, allora, logicamente, non posso pronunciare neppure la Torah in quanto nome, perché ciò sarebbe un'idolatria. Qual è, allora, lo statuto della Torah? Bisogna ricordarsi sempre che il Dio infinito si dona agli uomini nella finitezza e limiti di un testo. Qui c'è la rivelazione. Ma se Dio si accetta di diventare un essere finito in un testo, ciò significa che Egli si trasforma in un idolo? È un rischio. Posso pronunciare pedagogicamente il nome di Dio, mettendo delle vocali e fissandolo, Lui, l'Infinito, nel finito. Allo stesso modo per la Torah: posso considerarla chiusa, perfetta in sé, e pretendere di conoscerla interamente. Ma procedendo in tal modo, e pretendendo di raggiungere la completezza sono un idolatra. Devo commentare la Torah come un testo eternamente aperto e restare nella Legge orale in maniera tale che, dopo ogni parola scritta, ci sia sempre un'altra parola e ancora una dopo l'ultima parola e così all'infinito."
Così facendo però si può arrivare ad un gran bla-bla ed anche al nulla; i limiti del testo sono quelli dell'uomo e solo se questi sono fatti superare per grazia dall'alto l'uomo può arrivare a Dio.
Ovviamente la migliore forma di lettura del testo per chi crede è quella di far calare ciò che legge su se stesso e sulla propria storia ed il testo biblico ha così, nella sfera della fede, potere profetico su di lui, capace di dare interpretazione ed insegnamento alla propria storia, d'incarnarsi nel presente e rendersi efficace per operare nel futuro, rendendo così palese la volontà di Dio.
La Bibbia in questo senso è un circuito preferenziale dell'energia di Dio capace di provocare una nuova creazione e, per chi crede, è come un apparecchio telefonico, cioè si compila un numero e se l'altro dall'altro capo può e vuole rispondere avviene il contatto.
È multiforme il modo che Dio ha nel manifestarsi e le singole esperienze sono in grado di arricchire gli uniti dalla stessa fede, ma ciascuno in qualche modo avrà recepito la stessa essenza Unica.
Pur se sommate le innumerevoli interpretazioni Bibbia + Talmud + singole interpretazioni, non sono ancora Dio.
Il testo e le forze spirituali unite forniscono una via per incontrarsi con Dio, ma poi è Lui che deve avvicinarsi; il resto anch'esso è forma d'idolatria.
Con la "scrutatio", tramite il metodo dei segni si trova la Torah del Messia, in quanto ne parla e ne profetizza la storia, ma non contiene ancora il Messia, perché questi è Gesù di Nazaret; non si cade, perciò, nell'idolatria, ma la scrutatio prepara all'incontro: "Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me." (Ap. 3,30)
Ora, "la tradizione ebraica dice, verrà un giorno in cui saremo capaci di leggere le lettere bianche tra quelle nere, ossia le bianche, quelle vuote tra le parole scritte: saremo di fronte alla Torah del Messia." osserva Marc-Alain Ouaknin nello stesso suo libro, ove pure si legge: "In ebraico l'assenza di vocali consente una lettura come esplosione quale la traduzione talmudica e noi tentiamo di mettere in opera. L'assenza di vocali impedisce, infatti, di dare un significato unico ed esclusivo alle parole: il significato rimane indeterminato finché la radice - le consonanti della parola - non ha le vocali. In tal modo siamo responsabili del significato che diamo alle parole ... Secondo il Talmud, uno degli errori fondamentali degli uomini consiste nella 'fuga dal Sinai', espressione che Rabbi Yosef Rozin spiega così: 'Come un bambino che fugge dalla scuola, ossia: non hanno voluto apprendere le lettere della Torah come entità separate, ma hanno preferito leggere e studiare parole intere.' ...Una lettura come esplosione serve proprio a porvi rimedio. Per la tradizione talmudica, ogni lettera è un mondo, ogni parola un universo. Leggere lettera dopo lettera significa percepire lo spazio che esiste tra ciascuna lettera e provare la consistenza del testo, liberandolo dalla pesantezza tipografica... Per far questo Rabbi Yosef Rozin consiglia di distinguere la 'lettura delle parole' dalla 'lettura delle lettere' e lasciare alle lettere la possibilità di continuare a essere lette malgrado l'esistenza delle parole."
La lettura talmudica della Bibbia innova le lettere immutabili, le fa vivere nelle interpretazioni date nel corso della storia e l'incessante commento continua ancora oggi, ma nell'interpretazione, o " lettura per esplosioni", non c'è un unico significato (e fin qui tutto coincide con il mio pensiero), ma la lettura con le lettere di fatto non è stata fatta a tappeto fino alle sue estreme conseguenze, ed è restata alla letture di parole isolate, anche involutasi in giochi numerici ed in una lettura esoterica.
Con la "scrutatio", tramite il metodo dei segni trovo la Torah del Messia, in quanto ne parla e ne profetizza la storia completa, ma non contiene ancora il Messia, perché questi è Gesù di Nazaret.
Non si cade, perciò, nell'idolatria, di cui sopra ho parlato, ma la scrutatio prepara all'incontro: "Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me." (Ap. 3,30)
Questa Torah decriptata, infatti, profetizza il Cristo nella sua interezza e aiuta a credere che Gesù di Nazaret è il Messia che ha incarnato pienamente le profezie anche le più nascoste, tanto che si fa concreto il Suo detto: "Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza."(Gv. 5,39)
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