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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
COSA NASCONDE IL RACCONTO DI NOÈ E DEL DILUVIO?

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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I PATRIARCHI PRE E POST DILUVIO
Per ampliare il panorama delle informazioni utili al tema che interessa esamino alcuni antefatti al diluvio.
Il nome Adamo, con cui Dio lo definisce, è un collettivo, "uomo" o "umanità".
Adamo impose il nome agli animali e, dopo il peccato, anche alla moglie Eva. Questa chiamò Caino il primogenito e ciò è già indice di un primo disordine, perché il nome è dato dal padre.
Con Abele ucciso dal fratello Caino c’è la morte di un primo uomo.
L’omicidio è così il prototipo del peccato brutale dell’uomo verso un fratello.
È così sancito il cattivo uso della libertà.
Agli schernitori non piace ricordare ciò in quanto si può fare meno ironia che sul racconto criptico dell’episodio del mangiare dall’albero del bene e del male.
Adamo poi impose il nome al figlio Set (Gen. 4,25), da cui discende Noè: "Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. Perché - disse - Dio mi ha concesso un’altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l’ha ucciso. Anche a Set nacque un figlio che egli chiamò Enos." (Gen. 4,25)
Dopo la nascita di Set, che per il Genesi è il primo uomo nato da donna, visto che Adamo non ebbe altra madre che Dio, si cominciò ad invocare il nome del Signore (Gen. 4,26), ossia "In quei tempi (gli uomini) aspettavano d’incontrarsi col Nome del Signore", sintetico cenno questo dell’inizio dell’attesa messianica per tornare ad incontrare Dio faccia a faccia.
A questo punto inizia il Capitolo 5 che riporta la discendenza d’Adamo.
Il testo indica per ciascuna generazione:

  • N il nome del primogenito;
  • V gli anni di vita del primogenito N;
  • P gli anni di vita al momento della nascita del primogenito di N;
Da tali dati si può dedurre:
  • D gli anni di vita di N dopo la nascita del proprio primogenito (D=V-P);
  • Σ P = t il tempo assoluto dalla nascita d’Adamo, somma degli anni di nascita dei primogeniti delle varie generazioni, ossia l’anno assoluto al momento della nascita dl primogenito di N.
Lo stesso criterio è adottato nel Capitolo 11, dove è indicata la genealogia della discendenza di Noè fino ad Abramo.
Nella tabella che segue riporto gli elementi suddetti tratti fino a Lamech da Capitolo 5 del Genesi e per i restanti patriarchi dal Capitolo 11.

Nome

V
anni di vita
di N

P
Età
al 1° figlio

D
anni
ulteriori

Σ P = t

Adamo

930

130

800

130

Set

912

105

807

235

Enos

905

90

815

325

Kenan

910

70

840

395

Maalaleèl

895

65

830

460

Iared

962

162

800

622

Enoch

365

65

300

687

Matusalemme

969

187

782

874

Lamech

777

182

595

1056

Noè

950

500

450

1556

Sem
D* diluvio

600

100
2 anni dopo D
Gen. 11,10

500

1656 *
1658**

Arpacsad **

438

35

403

1693

Selah

433

30

403

1723

Eber

464

34

430

1757

Peleg

239

30

209

1787

Reu

239

32

207

1819

Serug

230

30

200

1849

Nacor

148

29

119

1878

Terach

205

70

135

1948

Abramo

175

100 Isacco

75

 

La tabella comunica interessanti informazioni di come ha ragionato l’autore, pur se pare incredibile; faccio un esempio su come si legge: Matusalemme morì a 969 anni e com’è noto visse più di tutti, ebbe il figlio primogenito Lamech a 187 anni, visse altri 782 anni ed alla nascita del figlio per la Bibbia erano trascorsi 874 anni dalla creazione d’Adamo.

Tutti tali elementi si ottengono dai versetti Gen. 5,25-27 e sono riportati in tabella, che dice di più, in quanto informa che Matusalemme nacque quando Adamo aveva 687 anni e si ricava che Adamo morì quando quel patriarca aveva 253 anni (930-687), perciò Matusalemme fu testimone dei racconti d’Adamo.

La Bibbia perciò, come ricostruito in tabella, asserisce che il diluvio avvenne nell’anno 1656 dalla nascita d’Adamo, secondo il versetto Gen. 7,6: "Noè aveva 600, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra."
Il versetto Gen. 5,32 precisa: "Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet", quindi Sem doveva avere 100 al momento del diluvio, invece, il versetto Gen. 11,10 osserva: "...Sem aveva 100 anni quando genero Arpacsad, due anni dopo il diluvio" mentre era da attendersi che Sem di anni, allora, ne avesse 102.
Il diluvio, compreso il prosciugamento della terra, durò un tempo di quasi un anno e Noè ne aveva 601 quando uscì dall’arca (Gen. 8,13).
Faccio notare che il patriarca Matusalemme morì (1656 = 687 + 969) nell’anno del diluvio, ma il versetto Gen. 6,27 non indica una morte diversa dai patriarchi che lo precedettero; è così da arguire che morì poco prima del diluvio.
Il figlio Lamech morì nel 1651 = 874+777, cioè 5 anni prima del diluvio e del padre Matusalemme, sicché nessun patriarca pare morire nel diluvio.
Compiuto il ciclo dei primi 8 primogeniti (senza contare Enoch) di cui parlerò poi, morti nel vecchio mondo, per Noè si aprono col diluvio tempi nuovi.
Noè morì nel 2006 assoluto (1056 + 950), ossia 350 anni dopo il diluvio, mentre Abramo nacque nell’anno 1948, vale a dire 292 anni dopo il diluvio ed entrò nella terra di Canaan a 75 anni (Gen. 12,4), morto Noè da 17 anni.

Traggo così conclusione che la Bibbia, con questi dati, incredibili sulla lunghezza della vita dei patriarchi, di fatto assevera che:
  • quant’è pervenuto sui primi tempi dalle Scritture è passato per tradizione orale, in quanto per il Genesi Noè aveva ricevuto da Adamo, da Set e dai suoi figli cultura e tradizioni tramite Matusalemme, e queste integre sono arrivate ad Abramo, Isacco, Giacobbe, a Mosè, e... a noi;
  • la vita ricevuta da Dio è limitata da un cattivo uso dalla libertà stessa (Caino uccide Abele) tanto che (vedi tabella) col moltiplicarsi delle trasgressioni si perviene a durate di vita terrena sempre più brevi.
La riduzione della vita per l’egoismo degli uomini è esperienza attuale, in quanto in paesi dell’Africa si arriva a meno di 30 anni, mentre esperienza di un pio ebreo dell’A.T., che limitava il male osservando la Legge, era: "Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore, passano presto e noi ci dileguiamo" (Sal. 90,10), durate di vita di un paese moderno, pur se il salmo è di 2500 fa, quando non c’era tecnologia.

L’epoca del diluvio corrisponderebbe ad un migliaio d’anni prima dell’esodo degli ebrei dall’Egitto avvenuto nel XIII secolo a.C., considerato che:
  • il diluvio sarebbe avvenuto nell’anno assoluto 1656;
  • Abramo sarebbe nato nell’anno assoluto 1948 ed all’età di 75 anni sentì la chiamata di Dio si portò in Canaan (Gen. 12);
  • secondo gli esperti ciò avvenne nel XIX secolo a.C..
Di fatto, per il calendario ebraico, l’anno corrente 2006 d.C. corrisponde al 5766 dalla creazione del mondo, con uno scorrimento col nostro di 3760 anni.

Il calendario ebraico, definito "lunisolare" su mesi lunari di 29 o 30 giorni, si sviluppa sul "ciclo di Metone" pari nel complesso a 19 anni solari.
Il ciclo ha 7 anni di 13 mesi lunari, detti "embolismici" di 383, 384 o 385 giorni (il 3°, 6°, 8°, 11°, 14°, 17°, 19°) e 12 anni di 12 mesi lunari (il 1°, 2°, 4°, 5°, 7°, 9°, 10°, 12°, 13°, 15°, 16°, 18°) detti "comuni" di 353 (difettivo), 354 (regolare) o 355 giorni (abbondante).
I mesi sono: "Tishri", "Heshvan", "Kislev", "Tevet", "Shevat", "Adar", "Nisan", "Iyar", "Sivan", "Tammuz", "Av", "Elul", ma negli anni embolismici il 13° mese è quello di "Adar" raddoppiato.
L'inizio del giorno ebraico è al tramonto del sole, ore 18 di Gerusalemme.
La creazione del mondo secondo la Bibbia è fatta coincidere a 5 ore e 204 parti (un’ora ha 1080 parti) dopo le 18 (quindi poco prima di mezzanotte) del 6 ottobre 3761 a.C. il 1 del mese Tishri, momento da cui parte il calcolo dei mesi e degli anni secondo il "ciclo di Metone".

Tutto ciò non è verità di fede per i credenti, ma è utile per cogliere il ragionamento di chi scrisse il Genesi ed al quale si sono adeguati gli Ebrei.
Nell’antichità, memoria storica certa per archivi conservati con continuità era l’egizia, ed un elenco delle dinastie con i nomi dei Faraoni ci è pervenuto dal sacerdote egizio Manetone (sotto Tolomeo I e II 280-285 a.C.) con succinte notizie storiche dei Faraoni precedenti.
La prima dinastia con Menes, definita dei Teniti, da Tis città dell’Alto Egitto, è del 2950 a.C.; prima sono indicati 7 re di epoche preistoriche.
Grazie a graffiti su una rupe si è trovato il nome del re più antico, il re Scorpione.
Altro, su tempi più antichi non è dato sapere, e forse non poteva andare oltre nemmeno l’autore del Genesi, scritto fuori d’Egitto senza archivi a disposizione.
Più indietro ancora ci s’addentra nella leggenda e nel mito del dio Nun, il primordiale emanatore ... delle acque secondo la cosmogonia eliopolitana, nota attraverso i "testi delle piramidi".
Se gli Egiziani, i primi nemici da cui gli Ebrei si riscattarono ad opera di Dio, avevano le loro genealogie che andavano fino a quei tempi, Iahwèh che è il vero padre di tutti, aveva certamente creato il mondo prima del capostipite del "serpente antico", cioè prima delle più antiche genealogie dei Faraoni che di quel mitico serpente sono emanazione, così, come vedremo, il mito di Nun fu rivisitato in forma monoteistica.
Vari, come vedremo sono i collegamenti con i miti egizi di Eliopoli (oggi Tell Hist, un sobborgo de Il Cairo) città al vertice del delta del Nilo a sud del Goshen, ove risiedeva la maggior parte degli Ebrei prima dell’esodo.
Riporto molto sinteticamente i punti essenziali di tale mito, che come vedremo ha vari agganci col tema che interessa.

Miti egizi d’Eliopoli - Osiride e Iride
In principio c’era Nun, creatore dormiente nel caos delle acque primordiali da cui emerse l’Egitto come zolla sabbiosa. In forma di fenice vi si posò il creatore operante, Atum, che padre e madre diede vita ai gemelli, aria Shu e umidità, da cui nacque terra Geb e cielo Nut che però innamorati strettiti impedivano il germogliare della vita. Atum comandò l’aria Shu di separarli, questi s’insinuò, calpestò Geb, sollevò Nut e nacquero due coppie di gemelli, Osiride e Seth, Iside e Nefhtys. Iside ed Osiride si amavano, e Nephtys odiava lo sposo Seth.
Osiride fu re ed Iside, sorella sposa, fu regina dell'Egitto. Fu l'età dell'oro. Ai sudditi selvaggi nomadi insegnò a lavorare la terra, a coltivare la vite e ad ottenere il vino, e l'orzo da cui trarre la birra, a forgiare i metalli e le armi, a fondare città per vivere in comunità. Iside, guariva malattie, scacciava spiriti maligni con arti magiche, istituì la famiglia, insegnò a fare il pane, la tessitura ed il ricamo. Con l’amico Thot, dio delle scienze, insegnò agli Egizi a leggere e scrivere. Per portare la civiltà nel mondo lasciò la reggenza ad Iside. Il fratello Seth, invidioso, tramò per usurpare il trono, ma Iside attenta ne sventò le manovre finché Osiride tornò dal viaggio, ma Seth, escogitò una trappola, prese le misure del gigantesco corpo d’Osiride, costruì uno scrigno tempestato di gemme d’esatta misura, indisse una gara con premio lo scrigno per chi ci fosse entrato esattamente. Vinse Osiride e Seth inchiodò lo scrigno che diventò bara e buttò il fratello nel Nilo; simbolo dell’annuale inondazione del Nilo. Gli dei atterriti presero forme di animali per sfuggire a sorte analoga. Iside con Thot e con la guardia del corpo, sette scorpioni velenosi, fuggì e andò alla ricerca della bara. Dopo varie vicende incontrò dei bambini che l’avevano vista in riva al fiume ed Iside la fece portare a palazzo. Con l’aiuto della sorella Nefhtys e con i poteri magici si trasformò in falco, su di lui agitando le ali per ridargli il soffio, lo fece tornare alla vita terrena, giusto il tempo per concepire il figlio Horus. Osiride non poté però regnare più sulla terra. Iside si nascose per proteggere se e il nascituro dalle vendette di Seth. Nato Horus, gli insegnò la scienza e crebbe "come il sole nascente, il suo occhio destro era il sole, quello sinistro la luna" ed egli stesso era un gran luminoso falco che solcava i cieli. Seth tornando dalla caccia fortunosamente s'imbatté nella bara aperta e fece in quattordici pezzi il corpo d’Osiride che sparse per il paese. Iside andò alla ricerca dei resti, li ricompose, tranne il membro virile divorato da un ossirinco (dal nome di un’antica città del Basso Egitto, in sinistra del Nilo El-Bahnasa), un grande pesce, una specie di storione del Nilo. (Mormyrus Kannume o "pesce di Ossirinco", col muso proboscidato, piuttosto comune nel Nilo che fu anche oggetto di venerazione nel XIX nomos dell'Alto Egitto). Iside, ricomposto il corpo, con la sorella Nefhtys non colpevole sposa del malvagio Seth, con Thot ed Anubi (dio dei morti) cercarono di rendere a Osiride la vita. Anubi imbalsamò il corpo; fu la prima mummia fasciata con talismani. Sui muri del sepolcro ad Abido, furono incise formule magiche. Osiride andò a governare l'aldilà, giudice delle anime dei morti e protettore della fertilità e dell’agricoltura, cioè re del Duat "Sito che è oltre l'Orizzonte occidentale"; lì vi pesa i cuori dei morti su un piatto e sull’altro mette una piuma, le anime pesanti sono mangiate da Ammit, e le altre vanno in una landa fertile e ricca di messi. Ordinò però al figlio Horus di vendicarlo. Iniziò l'interminabile lotta fra Horus e Seth, tra il bene ed il male e quando Horus vincerà Seth, Osiride tornerà nella terra dei vivi e governerà. Horus, quando fu abbastanza grande affrontò Seth in battaglia, per vendicare la morte del padre. Il combattimento fu lungo e cruento, La tremenda battaglia durò tre giorni e tre notti. Il conflitto fu interrotto dagli altri dei che decisero in favore di Horus e diedero a lui la sovranità del paese. Seth fu condannato e bandito dalla regione. In altre versioni le due divinità si riconciliarono, segno dell’unione dell’Alto e Basso Egitto.

La nascita di Adamo fu fatta affondare nelle stesse epoche, proprio perché "il serpente antico", causa del male nel mondo, è da ricercare nelle origini della storia Egiziana, memoria storica allora del mondo conosciuto (Vedi: "Geroglifici: Gesù primo figlio dell’uomo e non di Satana").

Accostamenti ad eventi, episodi o spunti di quel racconto si trovano in Genesi, in passi dell'A.T. e del N.T., tra cui:
  • un mito creativo dei primi due giorni;
  • un gemello invidioso come Caino verso Abele, Esaù, cacciatore, verso Giacobbe;
  • l'idea di sorella sposa;
  • la vite, la vigna e il vino;
  • il grande pesce;
  • il nemico, animale indefinibile, parallelo al bestiale ed alla bestia;
  • la donna che si nasconde per dare alla luce il figlio maschio (Apocalisse);
  • la resurrezione;
  • tre giorni e tre notti;
  • discese agli inferi;
  • la lotta in essere tra il bene e il male;
  • l'attesa escatologica.
Quel peccato originale del Capitolo 3 del Genesi, con la tentazione del serpente, calza bene col desiderio di potere che dovettero subire i più potenti entrati in Egitto con Giacobbe, di cui la Bibbia ricorda il tempo favorevole ed i tempi della schiavitù, e se uno vi cadeva, facile poi era subire dei tracolli.
Disgrazia, infatti, ci sarebbe stata di certo per chi si fosse mischiato con i fatti delle corone dell’alto e basso Egitto contro con i potenti sacerdoti di quella cosmogonia, come nel caso della nota vicenda del cambio monoteista della religione al tempo del regno del Faraone Amenofi IV, inspiegabile nella storia Egiziana, se non si immagina un apporto di idee da una solida tradizione preformata.
Di ciò il libro dell’Esodo non parla, pur se storicamente è possibile.
È la stessa tentazione d’Adamo, di essere come Dio, infatti, disse il serpente ad Eva: "Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio" (Gen. 3,5)
I Faraoni erano dei ed i discendenti di Giacobbe, entrati in Egitto nel XVII secolo a.C. furono tentati alla scalata per arrivare vicini alle dinastie.
Usando i termini d’uso nei libri gialli, questo è un movente e, i discendenti di Giacobbe con Giuseppe vice faraone hanno anche avuto l’opportunità, e non hanno un alibi, in quanto erano lì, erano monoteisti, erano diventati potenti, erano intelligenti e furono a posti importanti, certamente di potenti scribi.
Il Faraone Amenofi IV o Achenaton (1374-1347 a.C.), dei tempi successivi a Giuseppe (120 anni circa prima dell’uscita dall’Egitto con Mosè), fu l’unico che portò la svolta monoteistica, la sua dinastia finì in disgrazia per opera della classe sacerdotale precedente che vedeva perdere potere, così plausibilmente caddero in disgrazia anche i consiglieri e tutti i simpatizzanti.
Tentazione, peccato e punizione si poterono così verificare col contributo dei Faraoni, sia pure di dinastie opposte, figure di tentatore, accusatore e punitore.
Il libro dell’Esodo però dice solo che gli Ebrei subirono un capovolgimento e passarono dal favore ad essere invisi agli egiziani ed al potere.
La storia di Giuseppe vice faraone nel Genesi è così anche allegoria dell’epoca in cui Adamo era il viceré del mondo nel giardino dell’Eden, e ricorda quei tempi mitici di grazia in contrappasso coi tempi del peccato e della punizione, descritti a tinte fosche nei primi capitoli del libro dell’Esodo.
Dice l’Apocalisse (12,9): "Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli", e drago in ebraico = = TAN è drago e tannin è "mostro marino, dragone, serpente", simbolo d’Egitto con evidente riferimento alla dinastia dei Tiniti.

La genealogia di Adamo è costituita da 10 nomi, ove mancano Caino e Abele, ma Abele morì senza figli e Caino ha una genealogia a parte (Gen. 4,17-24).
"Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente dell’Eden" (Gen. 4,16) e il radicale NWD, nei geroglifici, col determinativo di camminare, indica "girare a parte"; perciò è un caso a sé stante, capostipite di primogeniti che non avrebbero avuto continuità, se si dà valore assoluto al racconto del diluvio, in quanto sarebbero tutti dovuti morirvi.

Osservo che nel Capitolo 5 per ciascun patriarca è ripetuto "poi morì".
Il 7° per nascita dei primogeniti dopo Adamo, Set, Enos, Kenan, Maalaleèl, Iared, l’8° tenuto conto anche di Abele, ma non contando Caino, fu il patriarca Enoch; con questi però accade, come segnalato dal versetto Gen. 5,24, che s’interrompe il ciclo dei morti: Enoch camminò con Dio e non fu più perché Dio lo aveva preso.
Nella scala dei tempi assoluti fu preso da Dio nell’anno 622+365=987, quindi morto Abele a causa d’un uomo, e morto Adamo (930) per aver dato retta al serpente, prima della morte degli altri patriarchi Enoch sarebbe stato il terzo a morire, ma ciò non avvenne.
Vale a dire ci fu uno squarcio profetico: l’ultima parola di Dio sulla sorte finale dell’uomo non è la morte!
Il Genesi, in pratica afferma così che la morte può essere vinta e che testimoni di ciò furono i patriarchi a partire dallo stesso Set, da cui derivano tutti gli altri, in quanto Set morì 55 anni (912+130-622-365) dopo l’ascensione d’Enoch.
L’attesa della risurrezione è per il Genesi un sigillo nella memoria dell’umanità, visto che tutti procediamo da Set che fu testimonio d’una risurrezione.
Nel nome ebraico di Enoch ci sono le lettere della parola grazia = che hanno un gran ruolo nel tema; "per grazia lo porterà tra i retti ", c’è così la profezia della sua storia, in linea col pensiero in "nomen omen - nel nome il destino" in quanto "per grazia lo porterà tra i retti ".
Quelle lettere di grazia, invertite, portano poi al nome di Noè .
Congruentemente nel nome di Set c’è l’impronta dell’idea che "risorgeremo alla fine " o "risorgeremo tutti ".
In Enoch la grazia di Dio ha operato, perché per il Genesi questo patriarca non è entrato nella morte, e reca, così, speranza di soluzione finale positiva per tutti.
Enoch fu così il soggetto che portò all’acme la letteratura apocalittica, perché è la prima buona notizia per il fedele in un mondo desolato.
È questa perciò la prima sconfitta del serpente antico.
Per la tradizione ebraica Enoch era un calzolaio, totalmente legato a Dio.
Legava insieme il mondo celeste con quello terreno come cuciva le scarpe.
In cielo gli fu dato un nuovo corpo di fuoco e tu trasformato nell’angelo Metratron, importante angelo, lo scriba celeste.
Metratron è identificato alcune volte con Raziel (Segreti di Dio) e con Uriel (Luce di Dio = luce dell’insegnamento divino).
Nel misticismo ebraico è associato a Elia - anche lui rapito al cielo - ed è il soggetto di molte opere apocalittiche, dove sono descritte le sue esperienze.
Quella tradizione immagina che quelle opere siano estratte dal libro che fu dato ad Enoch dagli angeli, contenente la conoscenza dell’albero della vita.

In linea col pensiero diun testo nascosto sotto il testo ufficiale, mi domando se, questi libri siano reminiscenza di decriptazioni deducibili dalla stessa Genesi o da altri libri canonici, ma oggi non più rintracciabili per amnesia?
Interessante è che il primo uomo, degno d’essere portato in cielo è, per la tradizione ebraica, strettamente legato alla scrittura.
Ciò dimostra l’importanza che da sempre è stata annessa ai segni delle lettere secondo quella tradizione sono incise, sul trono di Dio e, combinando le stesse, è stato creato il mondo e sono il corpo della Torah.
Enoch secondo il Genesi visse per 365 anni proprio nei tempi attorno ai quali apparvero i primi geroglifici, a cavallo del 3000 a.C..
Chi scriveva il Genesi, indirettamente, ma volutamente, sta così suggerendo che la scrittura è collegabile a questo patriarca in quanto contemporaneo dell’origine dei geroglifici, tipo di scrittura che l’autore del Genesi doveva conoscere visto che il libro è inserito nella Torah che la tradizione ritiene scritta poco dopo l’uscita dall’Egitto.
Per la stessa tradizione ebraica, essendo a quell’epoca ad esistere nel mondo, solo i discendenti dei patriarchi, come appunto sostiene la Genesi, quella scrittura da uno di questi doveva pur venire, perciò Enoch proteggendo, come angelo del cielo (Metratone - Raziel - Uriel) ha fatto ricadere sulla terra le idee dei segni preesistenti, scritti sul trono di Dio, che sarebbero stati accolti, ma in forma primitiva dalla cultura egiziana, poi purificati in quelli ebraici che sarebbero simili agli originali.

Subito dopo nella genealogia si distingue Matusalemme, primogenito di Enoch, che anche se morrà, avrà su questa terra la vita più lunga di tutti gli uomini.
Il nome di questo patriarca in ebraico è Matushallah, che con la lettura dei segni ha in sé un accenno collegato all’idea che "ai morti si riporterà con la risurrezione il vigore ."
Quest’apertura nel Genesi della pesante cappa della morte è poi seguita da una significativa anomalia.

Ho colto, infatti, per costruire quella tabella che nella puntigliosa precisione dell’autore del Genesi nel riferire l’età e la durata delle vite terrene dei patriarchi lascia una piccola indeterminazione certamente voluta.
Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet (Gen. 5,32).
Noè, però, aveva una moglie sola come s’evince da Gen. 7,7: "Noè entrò nell’arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio."
Nacquero tutti e tre lo stesso anno? Un parto trigemino!
Non è mai detto che uno di questi è il primogenito, e anche se Sem è citato per primo rispetto agli altri due nomi, nelle genealogie del dopo diluvio al Capitolo 10, sono riportate prima quelle di Iafet e di Cam.
Quel versetto, molto corto, è un antefatto importante al diluvio e può costituire un avviso e la base dell’argomento chiave.
Col pre-qualificato metodo di "Parlano le lettere" ho così proceduto a decriptarlo.

Riporto il testo italiano della CEI, l’originale ebraico e la decriptazione lettera per lettera con accanto il segno relativo e dopo il risultato tutto di seguito.
(Ricordo che la lettura dell’ebraico si sviluppa da destra a sinistra.)

Gen. 5,32 - "Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet."



"A portare sarà nel mondo ad esistere l’energia chiusa nel Figlio . Dalle tombe salverà () i viventi . Per l’Unico porterà a tutti la risurrezione . L’energia , entrando , li porterà ad essere rinati (). Dalle tombe verranno () risorte le centinaia (). Nel Crocifisso si chiuderanno . I viventi porterà dall’Unico tutti a stare al volto alla fine ."

A portare sarà nel mondo ad esistere l’energia chiusa nel Figlio.
Dalle tombe salverà i viventi.
Per l’Unico porterà a tutti della risurrezione.
L’energia, entrando, li porterà ad essere rinati.
Dalle tombe verranno risorte le centinaia.
Nel Crocifisso si chiuderanno.
I viventi porterà dall’Unico tutti a stare al volto alla fine.

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