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ATTESA DEL MESSIA...

 
VINO NELLA BIBBIA:
CAUSA D'INCESTI E SEGNO DEL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 

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IL MESSIA E LA VIGNA
Da ebrei e cristiani è riconosciuto al Messia il titolo di "Figlio dell'Uomo".
Questi per i cristiani è Gesù di Nazareth, il risorto, che tornerà nella gloria ed i Vangeli l'indicano in più occasioni con quel titolo, che nell'A.T. si trova in Giobbe (25,6), Ezechiele (2,3; 3,1) e Daniele (7,13), ma il primo inserimento di "Figlio dell'Uomo" è nel Salmo 8 che si autoreferenzia dei tempi davidici, con questa nota del versetto 1 gelosamente conservata: "Al maestro del coro. Sul canto: I TORCHI... SALMO DI DAVIDE".
Inizio la ricerca da quel Salmo, l'8° dei 150 del Salterio, inno d'esaltazione al Nome di Dio per l'opera del creato e di ringraziamento per la posizione d'eccellenza assicurata al figlio dell'uomo, collocato sia il Salmo che l'uomo, con intenzione nel posto della pienezza, ricordata, appunto, dal numero 8:

"O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra; sopra i cieli s'innalza la tua magnificenza.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure lo hai fatto POCO MENO DEGLI ANGELI.
Di gloria e di onore lo hai coronato, gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi." (Sal. 8,2-7)

La Masorah nel I-II a.C., il lodevole processo di un sistema qualità sui libri sacri, che divise i testi in versetti per richiamarli sinteticamente e confrontarli con quei prototipi più antichi ritenuti dagli esperti della parola i campioni più validi, stabilizzò quel numero 8 per tale Salmo, il che induce ad alcune considerazioni:

  • fa pensare all'8° giorno, la Domenica Eterna, finiti i 7 giorni della creazione di cui parla il Genesi, in cui s'aprirà il nuovo ciclo, ove ci porterà il Messia;
  • il tema del Salmo è il Nome di Dio e in ebraico Nome si scrive Sham e le prime due lettere sono nel numero 8=shemen in ebraico;
  • shemen è anche "olio", e con questo s'ungerà il Messia = l'Unto = il Cristo;
  • i TORCHI o tini all'introduzione, singolare = Get se vi si aggiunge il vocabolo che in ebraico indica il numero 8 = shemen si ha il Getsemani. Se ne ricava che il get-sheman, il Getsemani nei Vangeli (Mt. 26,36 - Mc. 14,32) non è indicato a caso, ma sottolinea che profeticamente Gesù è proprio il Messia, quello cantato nel Salmo n° 8.
"Allora Gesù andò con loro (i discepoli) in un podere, chiamato Getsemani"
"Uscito se n'andò, come al solito, al monte degli Ulivi". (Lc. 22,30)

"Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là del torrente Cedron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli". (Gv. 18,1.2)

e là, Gesù, subì l'ultima tentazione, sudò sangue ed accettò di bere il calice:

"Padre mio, se è possibile passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!" (Mt. 26,42)

Gli evangelisti Matteo (26,45) e Marco (14,41) in tale occasione, osservano:

"Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'Uomo sarà consegnato in mano ai peccatori";

perciò in quel giardino c'è un nuovo Adamo con i suoi discepoli che rappresentano la sposa, la nuova Eva.
Giovanni indica con intenzione quel posto quale giardino col particolare del torrente per evocare nel lettore l'idea del paradiso terrestre, ove ci fu il serpente tentatore nella figura di Giuda di cui sapeva l'intenzione.
L'idea non è peregrina, infatti, ad est di Gerusalemme, tra i monti del Tempio e degli Ulivi, nato dalla sorgente Ghicon, c'è il torrente Cedron, che a fondo valle dai tempi d'Ezechia tramite galleria alimentava in città la piscina di Siloe considerata prodigiosa (Gv. 9,7), ricordata da Isaia (7,3 e 8,6) e dal Vangelo di Giovanni (9,7) da cui s'attingeva acqua durante la Festa delle Capanne, simbolo delle benedizioni messianiche (nota Gv. 9,7 in Bibbia di Gerusalemme).
Il Ghicon poi è nome che ricorda un fiume del paradiso terrestre (Gen. 2,13).
Là il Figlio dell'Uomo subisce la tentazione e la vince e se il tentatore è stato vinto il disegno tessuto da Dio dall'origine è compiuto, "è il Messia"!

Un giardino con i torchi del Salmo 8, ossia una vigna , con nemici e ribelli (serpente ), quindi + , allora un giardino = , David della tribù di Giuda, la bocca dei lattanti sono riferimenti del Salmo 8 recepiti dai Vangeli che riportano la profezia su Cristo della Benedizione d'Israele a Giuda in Genesi 49,10-12, compiuta da Gesù di Nazareth:

"Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e cui è dovuta l'obbedienza dei popoli. Egli lega alla vite il suo asinello a scelta vite il figlio della sua asina, lava nel vino la veste e nel sangue dell'uva il manto; lucidi ha gli occhi per il vino e bianchi i denti per il latte."

L'asinello poi ci porta all'ingresso messianico di Gesù acclamato dalla folla a Gerusalemme (Mt. 21,9) e; "Osanna al figlio di Davide! Benedetto Colui che viene nel Nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli" ricorda il Salmo 8.

La vigna è suggestiva in quanto "l'Agnello vi vive ".

Questo è il giardino , dove porta i discepoli, è dove: "l'Agnello parla ()."

Il Cantico dei Cantici (8,12-14) si chiude proprio col canto della sposa nella vigna con i compagni in attesa:

"La vigna mia, proprio mia, mi sta davanti ...Tu che abiti i giardini i compagni stanno in ascolto. Fammi sentire la tua voce. Fuggi mio diletto, simile a gazzella, o ad un cerbiatto sopra i monti degli aromi."

A questo punto è da osservare bene la parola "aromi".
Aromi in ebraico, senza vocalizzazione è che si può spezzare in "abita nei cieli "; e al singolare "aroma" evoca un "vi abita il Nome ".

Possiamo poi leggere Sopra i monti degli aromi "innalzato col corpo è dentro i cieli ".
È Lui, il Redentore, il Cristo, che darà piena dignità di "Figlio dell'Uomo" ai figli dell'uomo.
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