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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
NON DATE PERLE AI PORCI

di Alessandro Conti Puorger
 
 

IL MANGIARE KASHER
Il termine kasher, che in ebraico vuol dire "adatto", si trova nel libro di Ester "...se la cosa sembra adatta (kasher) al re" (Est. 5,5).
Il termine è entrato nell'uso ebraico sia per indicare il comportamento rituale nel riguardo dei cibi, sia una persona fidata e leale.
Entro subito nel merito del tema.
È noto l'impedimento per gli ebrei osservanti di nutrirsi di carne di porco.
Trattasi, infatti, di animale impuro proibito dalle regole alimentari (kashrut) o del retto nutrirsi detto "kasher" o "kosher" (pronuncia "ashenazita").
Molte prescrizioni alimentari sono state spiegate come precauzioni mediche mascherate o per provare obbedienza a Dio e generare santità e perfezione.
La proibizione è contenuta nella Torah, precisamente nel libro del Levitico (11,1-8) ed il comando è ripetuto in Deuteronomio 14,8.
In quel Capitolo 11 del Levitico c'è tutto il discorso della purità legale sugli animali che secondo l'A.T. si possono mangiare e non mangiare.
È quello un discorso complicato che può apparire astruso e non nell'alveo dell'elevato culto spirituale al Dio Unico.

LEVITICO 11 - "Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: Riferite agli Israeliti. Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra. Potrete mangiare d'ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa da una fessura, e che rumina. Ma fra i ruminanti e gli animali che hanno l'unghia divisa, non mangerete i seguenti: il cammello, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo; l'ìrace, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo; la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, la considererete immonda; il porco, perché ha l'unghia bipartita da una fessura, ma non rumina, lo considererete immondo. Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri; li considererete immondi. Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutti quelli acquatici. Potrete mangiare quanti hanno pinne e squame, sia nei mari, sia nei fiumi. Ma di tutti gli animali, che si muovono o vivono nelle acque, nei mari e nei fiumi, quanti non hanno né pinne né squame, li terrete in abominio. Essi saranno per voi in abominio; non mangerete la loro carne e terrete in abominio i loro cadaveri. Tutto ciò che non ha né pinne né squame nelle acque sarà per voi in abominio. Fra i volatili terrete in abominio questi, che non dovrete mangiare, perché ripugnanti: l'aquila, l'ossìfraga e l'aquila di mare, il nibbio e ogni specie di falco, ogni specie di corvo, lo struzzo, la civetta, il gabbiano e ogni specie di sparviere, il gufo, l'alcione, l'ibis, il cigno, il pellicano, la fòlaga, la cicogna, ogni specie di airone, l'ùpupa e il pipistrello. Sarà per voi in abominio anche ogni insetto alato, che cammina su quattro piedi. Però fra tutti gli insetti alati che camminano su quattro piedi, potrete mangiare quelli che hanno due zampe sopra i piedi, per saltare sulla terra. Perciò potrete mangiare i seguenti: ogni specie di cavalletta, ogni specie di locusta, ogni specie di acrìdi e ogni specie di grillo. Ogni altro insetto alato che ha quattro piedi lo terrete in abominio! Per i seguenti animali diventerete immondi: chiunque toccherà il loro cadavere sarà immondo fino alla sera e chiunque trasporterà i loro cadaveri si dovrà lavare le vesti e sarà immondo fino alla sera. Riterrete immondo ogni animale che ha l'unghia, ma non divisa da fessura, e non rumina: chiunque li toccherà sarà immondo. Considererete immondi tutti i quadrupedi che camminano sulla pianta dei piedi; chiunque ne toccherà il cadavere sarà immondo fino alla sera. E chiunque trasporterà i loro cadaveri si dovrà lavare le vesti e sarà immondo fino alla sera. Tali animali riterrete immondi. Fra gli animali che strisciano per terra riterrete immondi: la talpa, il topo e ogni specie di sauri, il toporagno, la lucertola, il geco, il ramarro, il camaleonte. Questi animali, fra quanti strisciano, saranno immondi per voi; chiunque li toccherà morti, sarà immondo fino alla sera. Ogni oggetto sul quale cadrà morto qualcuno di essi, sarà immondo: si tratti di utensili di legno o di veste o pelle o sacco o qualunque altro oggetto di cui si faccia uso; si immergerà nell'acqua e sarà immondo fino alla sera; poi sarà mondo. Se ne cade qualcuno in un vaso di terra, quanto vi si troverà dentro sarà immondo e spezzerete il vaso. Ogni cibo che serve di nutrimento, sul quale cada quell'acqua, sarà immondo; ogni bevanda di cui si fa uso, qualunque sia il vaso che la contiene, sarà immonda. Ogni oggetto sul quale cadrà qualche parte del loro cadavere, sarà immondo; il forno o il fornello sarà spezzato: sono immondi e li dovete ritenere tali. Però, una fonte o una cisterna, cioè una raccolta di acqua, sarà monda; ma chi toccherà i loro cadaveri sarà immondo. Se qualcosa dei loro cadaveri cade su qualche seme che deve essere seminato, questo sarà mondo; ma se è stata versata acqua sul seme e vi cade qualche cosa dei loro cadaveri, lo riterrai immondo. Se muore un animale, di cui vi potete cibare, colui che ne toccherà il cadavere sarà immondo fino alla sera. Colui che mangerà di quel cadavere si laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera; anche colui che trasporterà quel cadavere si laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera. Ogni essere che striscia sulla terra è un abominio; non se ne mangerà. Di tutti gli animali che strisciano sulla terra non ne mangerete alcuno che cammini sul ventre o cammini con quattro piedi o con molti piedi, poiché sono un abominio. Non rendete le vostre persone abominevoli con alcuno di questi animali che strisciano; non vi rendete immondi per causa loro, in modo da rimaner così contaminati. Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo; non contaminate le vostre persone con alcuno di questi animali che strisciano per terra. Poiché io sono il Signore, che vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché io sono santo. Questa è la legge che riguarda i quadrupedi, gli uccelli, ogni essere vivente che si muove nelle acque e ogni essere che striscia per terra, perché sappiate distinguere ciò che è immondo da ciò che è mondo, l'animale che si può mangiare da quello che non si deve mangiare."

In definitiva gli animali quadrupedi sono kasher se hanno zoccolo spaccato e se ruminano; ma i suini, pur avendo l'estremità aperte, non ruminano.
Secondo i rabbini il porco rappresenta l'essenza della ipocrisia, perché mette avanti il piede e fa credere di essere kasher, ma è privo dentro della condizione per essere puro, non rumina.
Pochi uccelli sono kosher, esclusi comunque i rapaci.
Gli animali che potenzialmente si potrebbero mangiare sono poi effettivamente kasher solo se senza imperfezioni, altrimenti sono definiti taref e non ammessi.
Dopo macellati (shechitah) tutti gli animali da periti vengono esaminati attentamente, ne viene asportato il sangue e sono mangiabili solo se tutti gli organi interni non presentano difetti o malattie tali che avrebbero potuto portare l'animale a morte naturale entro un anno.
Si dice kasherare sia il portare la carne in condizione d'idoneità rituale togliendo dopo la macellazione il sale e risciacquandola in acqua sia il lavare le pentole con acqua bollente.
Se non vi sono dubbi anche sulla macellazione rituale la carne kasher si dice che è "glatt kasher".
La paura di malattia parassitica per infezione di trichinosi che si assume mangiando carne di maiale, non o poco cotta, non pare sufficiente per considerarla alla base di quel comandamento.
I suini venivano, infatti, mangiati comunemente da quegli Israeliti che non rispettavano la Torah, come risulta dal profeta Isaia:
  • "Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, mi feci trovare da chi non mi cercava. Dissi: Eccomi, eccomi, a gente che non invocava il mio nome. Ho teso la mano ogni giorno a un popolo ribelle; essi andavano per una strada non buona, seguendo i loro capricci, un popolo che mi provocava sempre, con sfacciataggine. Essi sacrificavano nei giardini, offrivano incenso sui mattoni, abitavano nei sepolcri, passavano la notte in nascondigli, mangiavano carne suina e cibi immondi nei loro piatti." (Isaia 65,1-3)
  • "Uno sacrifica un bue e poi uccide un uomo, uno immola una pecora e poi strozza un cane, uno presenta un'offerta e poi sangue di porco, uno brucia incenso e poi venera l'iniquità. Costoro hanno scelto le loro vie, essi si dilettano dei loro abomini." (Isaia 66,3)
In quella scrupolosa visione kasher deve avere avuto la sua importanza il fatto che la carne era prodotta dal suino (addomesticato nel neolitico da oltre 10.000 anni) mangiando rifiuti, avanzi, radici, ghiande, roditori.
È però ritenuto che la proibizione sia essenzialmente legata al desiderio di differenziarsi nettamente dalle culture pagane che prevedevano l'offerta dei suino ai loro dèi.
Ricorda Sant'Isidoro di Siviglia (560-636), Dottore della Chiesa nel suo capolavoro i venti libri "Etymologiae", enciclopedia dello scibile tempo, che influenzò la cultura mediovale, che il maiale o porco castrato è così detto perché veniva sacrificato a Maia "la grande, l'eccelsa", la grande Nonna madre di Ermete generato con Zeus, una delle pleiadi figlia di Pleiona e di Atlante, uno dei nomi della grande madre Cibale.
Sporco e porco sono affini per etimologia.
Per i romani la guerra agli altri popoli veniva dichiarata tramite i "fetiales" tra cui:
  • il "verbenarius" portatore della verbena, speciale erba pura, definita anche "sagmen", simbolo e garanzia dell'inviolabilità dei legati, come riferisce Festo (Fest. s. v. sagmen (424): sagmina sono definite le verbenae, erbe pure perché destinate ad essere colte, quando ancora acerbe, in un luogo sacro dai legati in partenza per formulare dichiarazioni di guerre);
  • il "pater patratus" investito dagli organi costituzionali titolari dei poteri di indictio belli.
Dopo il tempo stabilito senza che le richieste fossero soddisfatte, i fetiales tornano ai confini del nemico e il pater patratus con la formula prevista dichiara la guerra durante il sacrificio agli Dei di un maiale e lancia nel territorio dello stato stesso un'asta intinta nel sangue dell'immolato.

Il divieto della carne di maiale proibita nell'Ebraismo si trova anche nell'Islam.
Alla domanda: perché l'Islam proibisce la carne di maiale?
La risposta più corretta è che il Corano "Parola di Dio" per i musulmani che sottomettono (Islam: "sottomissione al Dio Unico") alla Sua volontà, perché Lui è il più Sapiente e l'Altissimo sta scritto espressamente che è proibita l'assunzione di carne di maiale ai seguenti punti:
  • II Sura Al-Baqara (La Giovenca) 173 - "In verità vi sono state vietate le bestie morte, il sangue, la carne di porco e quello su cui sia stato invocato altro nome che quello di Allah. E chi vi sarà costretto, senza desiderio o intenzione, non farà peccato. Allah è perdonatore, misericordioso."
  • V Sura Al-Mâ'ida (La Tavola Imbandita) 3 - "Vi sono vietati gli animali morti, il sangue, la carne di porco e ciò su cui sia stato invocato altro nome che quello di Allah, l'animale soffocato, quello ucciso a bastonate, quello morto per una caduta, incornato o quello che sia stato sbranato da una belva feroce, a meno che non l'abbiate sgozzato [prima della morte] e quello che sia stato immolato su altari [idolatrici] e anche [vi è stato vietato] tirare a sorte con le freccette. Tutto ciò è iniquo. Oggi i miscredenti non sperano più di allontanarvi dalla vostra religione: non temeteli dunque, ma temete Me."
  • VI Sura Al-An'âm (Il Bestiame) 145 - "Dì: In quello che mi è stato rivelato non trovo altri interdetti a proposito del cibo, se non l'animale morto, il sangue effuso e la carne di porco - che è immonda - e ciò che, perversamente, è stato sacrificato ad altri che ad Allah. Quanto a chi vi fosse costretto, senza intenzione o ribellione, ebbene, il tuo Signore è perdonatore, misericordioso."
  • XVI Sura An-Nahl (Le Api) 115 - "[Allah] vi ha proibito la carogna, il sangue e la carne di maiale e l'animale sul quale sia stato invocato altro nome che quello di Allah. Quanto a colui che vi sia costretto senza essere né ribelle né trasgressore, in verità Allah è perdonatore, misericordioso."
Cominciamo per ordine ad esaminare gli scritti della Torah e la tradizione che questa nel libro del genesi racconta esistesse tra i Patriarchi prima della rivelazione a Mosè.
Al momento del diluvio è comandato a Noè: "Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. Degli uccelli secondo la loro specie, del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, due d'ognuna verranno con te, per essere conservati in vita. Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro. Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece." (Gen. 6,19-22)
Sul Diluvio rimando a: "Cosa nasconde il racconto di Noè e del diluvio?".
All'inizio del capitolo successivo è così specificato: "Il Signore disse a Noè: Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto. Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato." (Gen. 7,1-5)
La Bibbia di Gerusalemme nota che nella descrizione del diluvio Gen. 6-9 sono combinati due racconti uno Yahwista, pieno di colore e uno sacerdotale più elaborato e prescrittivo e vi è così anche l'inserimento dell'idea più tardiva espressa nel Levitico sugli animali puri e impuri.
Sostengo però che i Patriarchi non avevano suddivisione netta dei cibi puri e impuri, ma iniziarono con preferenze, tracciando grandi linee comportamentali.
Vediamo, infatti, cosa dice il Signore a fine del diluvio: (Gen. 9,3) "Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe".
San Paolo nella 1 Timoteo (4,4-5) si legge: "...tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera."
Quella pagina del Capitolo 9 del Genesi è da considerare come una nuova creazione dell'umanità e le parole che disse Dio sono state esaminare attentamente come vedremo qui appresso.
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