BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2008  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheLettere ebraiche e codice Bibbia - Clicca qui per consultareParlano le lettere

Tutti gli articoli di BibbiaWeb VANGELI E PROTOVANGELI...

IL PROTOVANGELO DI MALACHIA
di Alessandro Conti Puorger

INTRODUZIONE
Sono stato spinto a questa ricerca perché la profezia contenuta nel libro del profeta Malachia (3,23.24) dell'avvento d'un giorno grande e terribile del Signore preceduto dal ritorno del profeta Elia che ha tanta importanza nelle religioni che vengono da Abramo, giorno atteso o in corso a secondo le prospettive, ma profezia comunque che ha trovato echi nella buona notizia dei Vangeli e nel Corano.
Presento così il risultato della decriptazione, lettera per lettera, del libro del profeta Malachia inserito nel testo masoretico (ebraico) della Bibbia, cioè una lettura che porta in luce un testo di II livello criptato nel testo originario.
In sintonia con l'idea annunciata in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" ho, infatti, proceduto alla sua completa decriptazione coi miei criteri e metodo inseriti in "Parlano le lettere" e coi significati grafici dei 22 segni della scrittura ebraica di cui alle schede.
Quanto ottenuto fa rientrare il testo di II livello nella categoria dei protovangeli, cioè di testi d'epoca anteriore agli scritti del Nuovo Testamento (N.T.) che contengono, esposti in forma profetica, eventi che riguardano Gesù Cristo.
Prima di fornire il risultato presento premesse ed introduzioni per ambientarlo.

PERCHÉ UN EBREO ATTENDE IL RITORNO DI ELIA
Elia, profeta, che non lasciò nulla di scritto e di cui non è data genealogia, visse, come risulta dai testi biblici, nel IX secolo a.C. nel regno del nord - Israele - al tempo dei re idolatri Acab (874-853 a.C.) e Acazia (853-852 a.C.).
È detto il Tisbita, perché di Tisbe, antico agglomerato sulle alture di Galaad (in Giordania) a sud di Kades e del torrente Cherit, affluente in sinistra del Giordano che scorre dirimpetto alla valle di Izreel.
Il significato del nome di Elia () 'Eliyyáhu (la è da considerare raddoppiata) è "il mio Dio è Yahwèh ()".
La sua gloriosa storia si sviluppa in 6 capitoli, 4 nel 1° libro dei Re, dal 17° al 19° e nel 21° e 2 nel 2° libro dei Re, capitoli 1 e 2 con i seguenti episodi principali:
  • della vedova di Zarepta col miracolo della farina e dell'olio e la risurrezione del figlio, protestò l'idolatria della coppia reale Acab e della straniera moglie Gezabele (1Re 17);
  • il sacrificio del Carmelo e la vittoria sui sacerdoti di Baal (1Re 18);
  • incontra Dio all'Oreb dopo aver digiunato 40 giorni e 40 notti e chiama Eliseo a seguirlo (1Re 19);
  • l'episodio della vigna di Nabot (1Re 21);
  • fa scendere un fuoco dal cielo che distrugge i messaggeri del re Acacia e predice la morte di questi, che di fatti morì come da profezia (2Re 1);
  • sul monte Carmelo nell'Alta Galilea viene rapito in cielo su un carro di fuoco e lascia il suo spirito e il suo mantello ad Eliseo (2Re 2).
Elia, infatti, vestiva con un perizoma (1Re 18,46) e un mantello svolazzante (2Re 2,8-13) e viveva nei dintorni del Giordano.
Fu rapito dal carro di fuoco nei pressi dei guadi di Gerico circa dove ci fu l'attraversamento dell'arca guidata da Giosuè e il battesimo di Gesù, cioè dove battezzava il Battista che si ispirava ad Elia anche come impostazione di vita.
Come Mosè parla con Dio all'Oreb e il suo successore fu Giosuè, così Elia parlò con Dio all'Oreb e Dio gli concesse di passare i due terzi dello spirito al suo successore Eliseo "Dio salva" nel cui nome ci sono le lettere del nome di Gesù che quindi portano a Giosuè .

Eliseo, continuò l'opera di Elia sotto i regni di Ioram (853-842 a.C.), Iehu (842-815), Ioacaz (814-798) e Ioash (798-783) e quanto lo riguarda si trova nei capitoli dal 2 al 13 del 2° libro dei Re, da cui risulta fu profeta taumaturgo:
  • stendendo il mantello di Elia divise le acque del Giordano (2Re 2,14);
  • con una manciata di sale rese potabile l'acqua di Gerico (2Re 2,19-22);
  • rese inesauribile l'olio d'oliva di una vedova (2Re 4,1-7);
  • risuscitò il figlio della sunamita che lo ospitava (2Re 4,8-37);
  • moltiplicò i pani sfamando un centinaio di persone (2Re 4,42-44);
  • guarì dalla lebbra Naaman, generale del re di Damasco (2Re 5);
  • pure dopo morto resuscitò un morto sulla sua tomba (2Re 20-21).
Il significato del nome di Eliseo 'Oelysha' è "Dio salva" o il mio Dio salva ed in tal caso sarebbe da scrivere con la ? raddoppiata come in Elia.
Sul discorso dei 2/3 dello spirito di Elia che Dio consente di passare a Eliseo presento una soluzione con le lettere:
  • Elia provo a scrivere il nome con la raddoppiata ;
  • Eliseo "il mio Dio salva " faccio egualmente .
Metto i due nomi e a confronto e si verifica che 2/3 del nome di Elia, le lettere , fanno parte del nome di Eliseo.
È, infatti, da considerare che nel pensiero biblico il nome richiama tutta la potenza e lo spirito della persona, tanto che il cambiamento del nome comporta variazione del suo destino (vedi Abram in Abramo e Giacobbe in Israele), perciò Eliseo "anche" proprio grazie al nome ha 2/3 del destino d'Elia.

Per la tradizione ebraica il compito di Elia è:
  • di registrare in cielo le azioni degli uomini e di guidare le anime in paradiso;
  • è "l'angelo del patto" che presenzia alla destra del mohel (circoncisore) ogni circoncisione e su un apposito seggio predisposto per lui si pone (cioè in grembo a lui) un attimo il bambino prima di circonciderlo;
  • durante il Seder di Pesach si apre la porta di casa e lo s'invita ad entrare per bere il bicchiere di vino preparato per lui che berrà in una Pasqua all'inizio dell'era messianica (profezia di Malachia 3,23);
  • al ritorno soffierà il grande corno Shoar sul monte degli Ulivi e inaugurerà il raduno degli esiliati e la risurrezione.
La profezia di Malachia è, infatti, chiara: "Ecco io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore, perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio." (Malachia 3,23-24)

ELIA È VENUTO
I Vangeli registrano la tensione per l'attesa del ritorno di Elia all'epoca di Gesù da parte della gente di Palestina, infatti: "Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: Chi sono io secondo la gente? Essi risposero: Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto. Allora domandò: Ma voi chi dite che io sia? Pietro, prendendo la parola, rispose: Il Cristo di Dio. (Lc. 9,18-20 / Mc 8,27-30 / Mt. 16,13-23)

Nel comandare loro di non riferirlo citò (lo riportano tutti i sinottici) una profezia che non trova riferimenti precisi nei testi dell'Antico Testamento: "Il Figlio dell'uomo - disse - deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno. (Lc. 9,21)

Nel Vangelo di Matteo, in una precedente occasione, Gesù aveva avuto modo d'esprimersi su Elia: "In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quel Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda." (Mt. 11,11-14)

Il Vangelo di Luca pone in bocca all'angelo che annuncia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista la profezia di Malachia (3,23) su Elia che deve ritornare: "...l'angelo gli disse: Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto".(Lc. 1,13-17)

La manifestazione della "trasfigurazione" (Mt. 17,1-9; Mc. 9,2-10; Lc. 9,28-36), che mette definitivamente in moto spirituale i discepoli della prima ora, è la rivelazione su un alto monte (Tabor, Carmelo, altro) in cui Pietro, Giacomo e Giovanni vedono Gesù luminoso conversare con Mosè ed Elia.

Nel testo di Matteo si legge: "Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia. Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo. All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: Alzatevi e non temete. Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti." (Mt. 17,1-9)
(Vedi "Feste Ebraiche della venuta del Messia" paragrafi: "Nel deserto, Tentazioni, Trasfigurazione e Sukkot")

Sulla croce (Mt. 27,47) alcuni, sentendo Gesù pregare, ritennero che chiamasse Elia. (Vedi "I Salmi, conforto del Crocifisso")

La lettera di Giacomo da una parola definitiva su Elia, chiarendo le attese e riportando tutti con i piedi per terra, Elia era un uomo pio e giusto che Dio ha ascoltato: "...Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto." (Giacomo 6,16-18)

Il Corano ricorda Elia nella:
  • VI Sura Al-An'am (Il Bestiame) 85.86 "E (guidammo) Zaccaria, Giovanni, Gesù ed Elia. Era tutta gente del bene. E (guidammo) Ismaele, Eliseo, Giona e Lot";
  • XXXVII Sura As-Sâff Sât (I Ranghi) 123-130 "In verità Elia era uno degli Inviati. Disse al suo popolo: Non sarete timorati (di Allah)? Invocherete Baal e trascurerete il Migliore dei creatori: Allah, il vostro Signore e il Signore dei vostri avi più antichi? Lo trattarono da bugiardo. Infine saranno condotti (al castigo), eccetto i servi devoti di Allah. Perpetuammo il ricordo di lui nei posteri. Pace su Elia!
Sul monte Carmelo, luogo delle sue gesta, Elia è venerato da Ebrei, Cristiani e Musulmani ed i Carmelitani, presero il nome da quel monte (il primo eremo era presso la fonte di Elia, Wadi'ein-es-Siah) degli Eremiti Fratelli del Monte Carmelo, ricevettero il primo riconoscimento dal Patriarca Alberto di Gerusalemme (1206-1214) e accoglievano i pellegrini.

CHI È MALACHIA?
Il complesso dei libri definiti A.T. della Bibbia canonica cristiana termina con la profezia del profeta Malachia: "Ecco io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore..." (Malachia 3,23s)
L'autore del libro è anonimo e così lo considera anche la traduzione dei LXX.
Il nome Malachia significa "Mio messaggero" , appunto mala'aki e il nome dell'incognito profeta è stato desunto dai versetti "Oracolo. Parola del Signore a Israele per mezzo di Malachia (mio messaggero)." (Malachia 1,1) ed "Ecco, io manderò un mio messaggero (Malachia)..." (Malachia 3,1)
Da alcune indicazioni del testo questo scritto si può far risalire alla II metà del V secolo a.C., all'epoca della missione di Neemia (445), forse durante il regno dei persiani Serse (486-465) e Artaserse (465-424), perché il versetto 1,8 menziona un governatore, con probabilità persiano, e l'esistenza d'attività sacrificale nel Tempio, il che poté avvenire solo dopo la ricostruzione del Tempio (515).
Tenuto conto che il libro di Daniele nella Bibbia ebraica o masoretica è inserito tra gli Hagiographa, il libro di Malachia per l'ebraismo è l'ultimo dei 15 libri definiti dei "profeti posteriori" ed anche l'ultimo scritto, cioè il più recente, riconosciuto tra i libri "Canonici" dalla Bibbia ebraica, come ricorda in Contra Apionem 1,8-9 lo storico giudeo-romano Giuseppe Flavio (I Secolo d.C.), così:

"Abbiamo soltanto 22 libri illustranti la storia dell'intero periodo, libri ritenuti di origine divina. Cinque di questi appartengono a Mosè e contengono le sue leggi e le tradizioni, dalle origini del genere umano fino al tempo della morte di Mosè. Dopo di essa, fino al regno di Artaserse (quindi il libro di Malachia), i profeti che successero a Mosè scrissero la storia degli avventi che si verificarono nel loro tempo in 13 libri. I rimanenti 4 libri comprendono inni a Dio e precetti per la condotta nella vita dell'uomo. Dai tempi di Artaserse fino ai nostri giorni, ogni avvenimento è stato riportato, ma questi recenti documenti non sono stati reputati degni di credito uguale a quelli che li hanno preceduti, in quanto manca l'esatta successione dei profeti. La prova pratica dello spirito con il quale trattiamo le nostre Scritture sta nel fatto che, benché sia ora trascorso un così grande lasso di tempo, non un'anima si è avventurata ad aggiungere o togliere o alterare una sillaba, ed è nella natura di ogni Ebreo, dal giorno della sua nascita, di considerare queste Scritture come insegnamento di Dio e di osservarle e, se ne sorgesse la necessità, dare con gioia la sua vita per esse".

Per l'ebraismo lo spirito dei profeti conclude con quel "Ecco io invierò il profeta Elia"; sancisce così un'attesa, accolta poi dalla letteratura apocalittica, d'un vicino prossimo "giorno grande e terribile del Signore", che nel cristianesimo si muta nella buona notizia dei Vangeli.
Il libro detto del profeta Malachia è, infatti, inserito quale 12° profeta minore nel canone cristiano e 15° dei profeti posteriori in quello ebraico.

(L'ultimo scritto del canone ebraico della Bibbia è però quello di Daniele, che come detto, la Bibbia ebraica considera tra gli Hagiographa, anche se, per trattazione esterna, è profetico apocalittico. L'ambientazione nel VI secolo a.C., tempi del re di Babilonia Nabucodonosor e successori, trova imprecisioni storiche dai critici, come fosse stato scritto in epoca successiva con interesse più del racconto che della verità storica. I tre capitoli finali - 10, 11 e 12 - in visione profetica raccontano eventi successivi fino i tempi dei Maccabei, quindi al II secolo a.C.. Dal testo si ricavano dati storici e per ultima la chiara indicazione sulla persecuzione d'Antioco Epifane. La mancanza dell'indicazione della morte di costui e del seguito della rivolta dei Maccabei fanno collocare la redazione del libro. subito dopo la persecuzione d'Antioco Epifane 167-164 a.C., su cui si dilunga alquanto, ma prima dei libri dei Maccabei.)

Nel testo del libro di Malachia, suddiviso in tre capitoli per complessivi 55 versetti (14+17+24), si possono considerare queste otto parti.
  • introduzione (1,1);
  • 1° oracolo contro Edom-Esaù (1,2-5);
  • 2° oracolo contro i sacerdoti che non insegnano la Torah (1,6-2,9);
  • contro i materiali misti e il ripudio (2,10-16);
  • Israele ha stancato Dio che verrà a giudicare (2,17-3,5);
  • chiamata a pentimento a non frodare Dio e a portare le decime (3,6-12);
  • 3° oracolo sul giorno rovente come un forno (3,13-21);
  • profezia sul ritorno di Elia (3,22-24).
In ebraico mal'ak è "messaggero, ambasciatore, nunzio", ma anche angelo e Malachia è parola formata dalle quattro lettere centrali delle 22 lettere dell'alfabeto ebraico .
Queste si possono definire le lettere del Re in quanto è "Re o Regno", mentre la lettera è quella dell'Essere, la prima di Yahwèh.
In quelle quattro lettera al centro è incastonata la lettera dell'Unità, dell'origine del Dio Unico. (Vedi "Alfabeto ebraico, trono di zaffiro del Messia")
Dal Regno dell'Unico perciò viene un inviato, effettivamente, un angelo.
La lettera = (a fine parola) è dal punto di vista del messaggio grafico (Vedi "scheda della lettera n° 11") rappresenta un vaso e nel contempo il palmo liscio di una mano e in senso figurato retto e rettitudine, da cui leggendo le singole lettere di si ha:
  • "la parola () dell'Unico nel vaso sta ", vaso inteso come involucro che contiene il messaggio, perciò un messaggero con "la parola () dell'Unico retta è ";
  • "la pienezza nel vaso sta ", cioè un messaggero che "pieno di rettitudine è ".
PROTOVANGELI NELL'ANTICO TESTAMENTO
Mi rendo conto che prima di proseguire sul tema di questo articolo, per chi è lontano da un pensiero della possibilità di una decriptazione dei testi biblici è opportuno che apra una parentesi per fornire succinti elementi al riguardo.
Per entrare nell'idea è da andare ai motivi iniziali della mia ricerca ed al metodo di decriptazione ed al significato delle lettere in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" ed in "Parlano le lettere".
Essendomi da anni ormai addentrato nella ricerca della seconda faccia dei testi biblici ebraici ho consolidato l'esperienza che quando nel testo si trovano termini "sogno, visione, vino, oracolo, e... simili", che comportano in genere comunicazioni non "normali", sono da considerare avvisi della presentazione d'un importante messaggio di secondo livello che preannuncia una pregnante pagina da decriptare relativa alla missione del Messia.
Un precedente chiaro che prova quanto sopra è ad esempio in "Profezie nei Vangeli: il protovangelo di Zaccaria" con cui ho presentato la decriptazione completa lettera per lettera del complesso di 90 versetti della seconda parte del libro di quel profeta, Capitoli 9-14 ove il risultato è un completo canovaccio di Vangelo ed Apocalisse.
Questa storia del Messia è perciò idea molto più antica, diffusa nei testi della Torah di secondo livello e fu ripresa dai profeti.
Sostengo, infatti, che mentre l'idea del Messia pare tardiva, questa, in effetti, satura la Torah o Pentateuco con un testo di II livello teso a rendere quegli scritti arcani risalenti ad una scuola antica con l'uso delle lettere a modo egizio di pittogrammi o geroglifici che rimandano all'epoca dell'esodo (XII secolo a.C.).
Tale testo nascosto, in qualche modo può rientrare nella Torah orale che Mosè per la tradizione ebraica aveva ricevuto.
Mosè, infatti, deve aver ricevuto anche la rivelazione del Messia, che per la tradizione gli fu trasmessa oralmente e io sostengo recepibile in forma criptata con le lettere come ideogrammi nel testo di II livello (Vedi "Tensione dell'ebraismo ad una Bibbia segreta").
In tal modo si potrebbero spiegare le numerose citazioni nei Vangeli, ad esempio:
  • "In quello stesso momento Gesù disse alla folla: "Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti. Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono." (Mt. 26, 55s)
  • "Poi prese con sé i Dodici e disse loro: Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà. Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà. Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto." (Lc. 18,31-34)
In particolare proprio Luca ripete spesso che la passione è predetta dai profeti (Lc 24,25.27.44 At 2,23; 3,18.24; 8,32.35; 13,27; 26,22s).

Gesù, infatti, nel Vangelo di Luca, episodio dei discepoli di Emmaus, precisa:
  • "...Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui." (Lc. 24,25-27)
  • "Poi disse: Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto". (Lc. 24,44-48)
Paolo davanti al re Agrippa sostiene: "Ma l'aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani". (At. 26,22s)


Risposte generiche non soddisfano queste precise ed autorevoli dichiarazioni.

In Mosè non se ne trova traccia e nei profeti le profezie non sono così esplicite.
Per di più non si trova a quale profezia specifica si riferisca, né si trovano rinvii da parte di commentatori, il che porta a concludere che vi fosse un modo di leggere le Scritture proprio dei profeti e dei Rabbi, infatti "...le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti..." (1Cor. 14,32)

Le visioni dei profeti sono peraltro spesso avvicinate ai sogni come ad esempio: "... Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto né per mezzo dei profeti, né per mezzo dei sogni..." (1Sam. 28,15)

Gesù mette in evidenza una incongruenza e una incredulità di fondo nelle Scritture che non vengono prese nella loro totalità, ma se ne esamina in genere solo la buccia: "Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza." (Gv. 5,39) "Se credeste, infatti, a Mosè, credereste anche a me; perché di me ha scritto... Ma se non credete ai suoi scritti, come potete credere alle mie parole?" (Gv. 5,46s)

Ai Giudei che volevano lapidarlo perché s'era dichiarato Figlio di Dio: "Rispose Gesù: Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: Voi siete dèi? (Sal. 82,6). Ora se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, e la Scrittura non può essere annullata..." (Gv. 10,34s)

Per Gesù, a quali scritti di Mosè è da credere e a quali no, e come si conciliano i distinguo col suo assioma sulla Scrittura che "non può essere annullato"?
Forse non è da fermarsi alle parole; ma allora a cosa si deve guardare?

Asserisce Gesù che non è "venuto per abolire la legge e i profeti ... In verità vi dico: finché non sia passato il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di quei precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli." (Mt. 5,17ss)

Quale entità minima della lettura, cita la singola lettera, iota o segno, e non la parola come a dire che nella Torah sono da guardate anche le singole lettere (conforme all'idea nell'ebraismo, che se manca anche una sola lettera il rotolo è invalido).
Gesù non cita scritture apocrife, dice di dar credito a Mosè, però spesso lo contraddice, alcune volte stravolge i suoi insegnamenti, ma nel contempo asserisce che non cambia quanto Mosè ha scritto ed incita con lo "scrutate le Scritture ... sono proprio esse che mi rendono testimonianza" (Gv. 5,39) a cercare le prove che Lui rispetta ogni iota o segno della Legge e sembra che tale scrutare sia esperienza che supera la semplice lettura, ma è attività che deve tendere alla ricerca di un secretum che non appare al leggere normale.
Nello scrutare, infatti, è insito il concetto di procedere con un'investigazione particolare che sembra fosse implicita a quei tempi.
Volendo dar credito a Gesù, che dice di credere agli scritti di Mosè alla lettera (iota/segni), e che quei testi danno testimonianza di Gesù stesso - ma poco sembrano parlarne - è da concludersi che Mosè dice anche altre cose che si ricavano dallo scrutare le lettere e lì vi sono le profezie relative al Messia.
È da considerare che congeniale all'ebraismo è una mentalità particolare enigmistica, numerologica, tendente all'allegoria (vedi ad esempio gematria e Qabbalah) e che "Una tecnica esegetica usata dai rabbini nel Talmud (tradizione orale del I secolo a.C. - I secolo d.C.) per dare al testo non vocalizzato della Bibbia una vocalizzazione diversa o una diversa forma ortografica rispetto alla forma usuale è 'al tikrei' non leggere. L'uso dello 'al tikrei non esclude in ogni caso la lettura originaria del testo e, perciò, si può più correttamente definire come - non leggere questo passo solo in modo usuale, ma anche in altro modo. - Questo procedimento permette così una nuova interpretazione, perfino quando le leggi della grammatica e della sintassi rendono necessaria la sola lettura tradizionale. L'uso di questa tecnica trae origine dal versetto: 'Dio ha detto questo una volta, ma io ho ascoltato questo due volte'. (Sal. 62,12) e cioè che le parole della Bibbia si prestano a significati diversi di quello tradizionale." (Diz. Usi e leggende Ebraiche Alan Unterman-Laterza)
Il Cristianesimo annuncia che Gesù di Nazaret ha incarnato nella propria vita tutta la storia che le profezie dei testi biblici aveva delineato per il Messia, sia nella forma esplicita che implicita.
Tra i cristiani della prima ora gli esperti della parola, anche se non c'erano molti dottori, cercarono d'esplicitare ciò in forma di racconto e parabola per i semplici, ma anche con continue citazioni del A.T. per rinviare a testi certi leggibili in modo diretto, ma anche in altro modo. (Vedi "Il cristianesimo di fronte ad una Bibbia segreta")
Paolo, fariseo, dopo una rivelazione "gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista" concludo io, poté credere al testo nascosto, che pur leggeva "fu subito battezzato, poi... rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio" (At. 9,17-20) senza ulteriore iniziazione.
Paolo fu battezzato, perché perfettamente iniziato ed illuminato dal Signore, e subito, nelle sinagoghe, quindi appoggiandosi alle Scritture, proclamava Gesù Figlio di Dio (36 d.C.); aveva cioè riferito a Gesù di Nazaret un corpus di profezie riferibili al Cristo ed alla sua passione morte e risurrezione presenti e leggibili, scrutabili in qualche modo nella Legge e nei Profeti, altrimenti non avrebbe detto: "Vi ho dunque trasmesso, anzitutto, quello che ho ricevuto, che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, e che fu sepolto e risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture."
Del pari Apollo di Alessandria: "...uomo colto, versato nelle Scritture... ammaestrato nella via del Signore e pieno di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni... dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo." (Atti 18,24-28)
In "Vangeli, profezie attuate dal Cristo" ho portato all'attenzione come pagine dei Vangeli presentano citazioni dell'A.T. anche per consentire con lo scrutare quei testi nell'originale ebraico o aramaico di costatare che le profezie interne ed esterne sono di fatto soddisfatte da Gesù, Messia e Figlio di Dio.

SCRUTIAMO IL TESTO DI MALACHIA
La prima parola del primo versetto, da considerare il sottotitolo del libro di Malachia, è proprio "Oracolo" (nel secondo versetto si ripete la parola oracolo, ma con le lettere "n'um" cioè: "Da un angelo dell'Unico ai viventi ").
Sulla scia della lettura delle lettere, per "Oracolo" ne presento una in sintonia con quanto accennato nel precedente paragrafo, che aiuta a far comprendere meglio l'argomento: "È da Mosè () originato ", ma anche una buona notizia: "sarà a salvare () l'Unico ".
Con tali lettere di "Oracolo" hanno inizio:
  • i capitoli 13, 15, 17, 19, 21, 22 e 23 del libro del grande profeta Isaia;
  • il capitolo 1 di Nahum;
  • il capitolo 1 di Abacuc;
  • i capitoli 9 e 12 di Zaccaria.
Vediamo cosa dicono le relative decriptazioni.
Riporto il primo versetto del cap 13 di Isaia la traduzione C.E.I. il testo ebraico e la decriptazione (lettera per lettera da destra a sinistra).

Isaia 13,1 - "Oracolo su Babilonia, ricevuto in visione da Isaia figlio di Amoz."



"Un vivente accende il Padre nella casa del serpente delle origini per liberare () i prigionieri di questi . Entra in Gesù il Signore (); da figlio primogenito di madre si porta giù .", e di seguito:

"Un vivente accende il Padre nella casa del serpente delle origini per liberare i prigionieri di questi. Entra in Gesù il Signore; da figlio primogenito di madre si porta giù."

Pare proprio un buon inizio!

Provo ora nello stesso modo a verificare il versetto Is. 15,1.

Isaia 15,1 - "Oracolo su Moab. È stata devastata di notte, Ar-Moab è stata distrutta; è stada devastata di notte, Kir-Moab è stata distrutta."




"In vita sorge l'Unigenito dalla Madre , l'ha portato il Padre . Così è in una casa di notte alla luce alle mammelle . Al nemico in un vivente ha portato l'Unico il Figlio . Dal sangue uscirà la corruzione del potente demonio per l'aiuto che versato è stato in un corpo . La vita riporterà alle origini , da dentro l'impurità () dai viventi uscirà ."

"In vita sorge l'Unigenito dalla Madre, l'ha portato il Padre. Così è in una casa di notte alla luce alle mammelle. Al nemico in un vivente ha portato l'Unico il Figlio. Dal sangue uscirà la corruzione del potente demonio per l'aiuto che versato è stato in un corpo. La vita riporterà alle origini, da dentro l'impurità dai viventi uscirà."

Il problema pare essere quello delle origini, riportare la vita dell'uomo al corretto progetto pensato per lui, ma deviato secondo il pensiero biblico da un nemico dell'uomo, in definitiva dallo spirito bestiale.

Provo ora a verificare il versetto Isaia 17,1.

Isaia 17,1 - "Oracolo su Damasco. Ecco, Damasco sarà eliminata dal numero delle città, diverrà un cumulo di rovine."




"Per salvare () Adamo la risurrezione verserà nel mondo . L'energia entrerà nel sangue . La risurrezione versata nei viventi riporterà alla pienezza i corpi . Dai viventi la rovina dai corpi porterà ad uscire , sarà finita . Rientrerà in seno () a stare nei viventi il soffio del Potente che uscì ."

"Per salvare Adamo la risurrezione verserà nel mondo. L'energia entrerà nel sangue. La risurrezione versata nei viventi riporterà alla pienezza i corpi. Dai viventi la rovina dai corpi porterà ad uscire, sarà finita. Rientrerà in seno a stare nei viventi il soffio del Potente che uscì."

Presento il risultato della decriptazione degli altri versetti.

Isaia 19,1 - "Oracolo sull'Egitto. Ecco, il Signore cavalca una nube leggera ed entra in Egitto. Crollano gli idoli d'Egitto davanti a lui e agli Egiziani viene meno il cuore nel petto."

"Ai viventi dal risorto Unigenito un'azima (la Madre scese) dal corpo è alla vita uscita. Apostoli escono. Del Signore un carro (la merkabà il carro della evangelizzazione) si vede potente in azione nella casa rovesciarsi al serpente. A portar dentro inizia i viventi per salire in alto e dagli angeli si vedranno portati all'Unico. La notte è dai viventi scesa. S'innalza per i viventi la Parola che dagli apostoli è portata e il serpente nell'intimo vive un'angustia forte per la Madre che è i viventi a convertire, a rovescialo dalle moltitudini lo porta."

Isaia 21,1 - "Oracolo sul deserto del mare. Come i turbini che si scatenano nel Negheb, così egli viene dal deserto, da una terra orribile."

"La vita risorta dell'Unigenito ai viventi con la mano da cibo la Madre così in pienezza reca. La parola porta del Figlio in cammino che il terrore al serpente reca. Il soffio ai viventi dalla bocca dentro origina la vita dell'Unico nei corpi. Scende l'illuminazione sull'Unigenito nel mondo."

Isaia 22,1 - "Oracolo sulla valle della Visione. Che hai tu, che sei salita tutta sulle terrazze."

"Ai viventi il fuoco inizia a scorrere tra i fratelli. Colpisce la colomba (sono portati gli apostoli) i viventi del mondo. In cammino dell'Unico la Parola reca. Inizia così a giovare. È la perfezione della sposa in cammino che a chi in cammino porta segni."

Isaia 23,1 - "Oracolo su Tiro. Fate il lamento, navi di Tarsis, perché è stato distrutto il vostro rifugio! Mentre tornavano dal paese dei Kittim, ne fu data loro notizia."

"In vita sorto l'Unigenito sceso col corpo al mondo di notte. Iniziano gli angeli dell'esistenza a portare il segno. Indicano il corpo con un luce; sta in una capanna. È alla luce, alle mammelle della madre. Dentro è il segno che in vita in un casa/famiglia si portò l'Unigenito a vivere in terra; così finalmente è in vita lo splendore del Potente al mondo; il Potente ai viventi si porta."

Nahum 1,1 - "Oracolo su Ninive. Libro della visione di Nahum da Elos."

"In vita sorge dell'Unico il Figlio, si reca al mondo in pienezza, il Verbo in un corpo dallo splendore degli angeli a guidare si porta i viventi. Al mondo dal primo serpente si versa per bruciarne l'esistenza."

Abacuc 1,1 - "Oracolo che ebbe in visione il profeta Abacuc."

"Esce tra i viventi una luce. L'Unigenito in una donna nel corpo si chiude. Questi uscirà da un grembo. Una fune ha versato, riuscirà l'energia che dentro c'era alle origini."

Per le decriptazioni dei versetti n°1 dei capitoli 9 e 12 di Zaccaria vedi "Profezie nei Vangeli: il protovangelo di Zaccaria".

Torno ora al testo di Malachia per mettere in evidenza cosa m'ha colpito in quei tre Capitoli, infatti, prima di procedere ad una decriptazione è da osservare con attenzione il testo ebraico e la sequenza delle lettere.
Queste vanno immaginate non collegate a parole, ma come se fossero tutte sciolte, separate una dall'altra, anche se con la stessa sequenza, perché ciascuna può essere letta anche come isolata col significato grafico intrinseco.
Così, infatti, erano i testi antichi: lettere separate, nessuna vocalizzazione e non c'erano lettere finali particolari delle parole, cioè = , = , = , = , = .

Nel Capitolo 1 ciò che colpisce è già versetto 1 "Oracolo. Parola del Signore a Israele per mezzo di Malachia" e non solo per quel "Oracolo", ma anche per la semplicità e l'autorevolezza; chi l'ha scritto intende trasmettere un messaggio importante di Dio.
Avvicinandosi alle lettere queste fanno comprendere che c'è un messaggio:


Si riconoscono nelle lettere le parole:
  • n 1) "salvare" ();
  • n 2) "nube" ove l'immaginari pone Dio da cui "L'Unico aiuta o aiuterà ";
  • n 3) è "cibo" e viene un pensiero "alleanza" è darsi in "cibo () completamente ", e quindi darsi in "cibo () in croce " lettura che prepara l'istituzione dell'eucaristia "Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi." (Lc. 22,19s)
  • n 4 e 6) "Dio o divinità";
  • n 5) "Principe", il Principe di Dio che porta la risurrezione dei corpi ;
  • n 7) "sangue" che conferma il pensiero 3.
per salvare () l'Unico ad aiutare con un cibo che reca al mondo . La divinità sta nel Principe di Dio che dentro (gli) sta nel sangue . Il Potente Unigenito in un vaso è ."

Malachia 1,1 - È per salvare l'Unico ad aiutare (dalla nube) con un cibo che reca al mondo. La divinità sta nel Principe di Dio che dentro (gli) sta nel sangue. Il Potente Unigenito in un vaso è.

Scorrendo poi le lettere ebraiche che formano la sequenza delle parole del testo di Malachia, al versetto 1,6 trovo questa sequenza di lettere:



che opportunamente evidenzio e noto che all'interno del nome di Maria vi sono le lettere , il tutto vicino a Signore .

Scatta così visivamente l'idea che in seno a Maria c'è ossia lei "porta l'Unigenito da primogenito " e con , cioè nel "corpo il Signore ."

La decriptazione di quel versetto porta a questo pensiero:

Nel Figlio è la rettitudine dentro, per aiutare il Padre si porta da servo.
Il Signore si è portato e inizia a vivere.
Del Padre l'Unigenito inviato è, dell'Unico è nel mondo la rettitudine dentro a recare in aiuto.
È a recare l'Unico ai viventi il Signore.
È da Madre dall'Unico inviato per essere il primogenito.
È al mondo da Maria portato l'Unigenito da primogenito tra i viventi, nel corpo il Signore delle schiere.
Del Potente il vaso in un Vivente entra.
Il sacerdote è dei viventi.
Disprezzato, desolato sarà.
E l'Unigenito a vivere in un corpo puro per abitare tra i viventi entra.
In una in casa alle mammelle si porta.
Inizia il segno, si accende un vivente retto.


Nel capitolo 2 di Malachia nel versetto, 5 vi sono alcune lettere che portano a meditare , infatti, tra loro trovo = A" T N, e ce ne è abbastanza per incuriosire, perché porta all'Aton, il dio sole Egizio, al santuario di Melfi e a tutto l'immaginario che quel dio implica.
Trovo, peraltro, citato al versetto Ml 2,4 "Levi " e Levi ebbe certamente a che fare con Achenaton il Faraone monoteista (Vedi "Tracce di geroglifici nel Pentateuco").

Quelle lettere ebraiche possono dire "Si porta il poderoso per i viventi accompagnare, per cambiarli l'Unigenito si porta."

La lettera (Vedi scheda della lettera n 1 in "Parlano le lettere") è schematizzazione del falco Horus ed anche il numerale 1 e = TN fanno quindi pensate al n° 1 dei Tiniti, i fondatori della prima dinastia dei Faraoni Egizi.


Il messaggio è che il Dio unico di Israele ha la sua manifestazione non nel Sole come Aton, il Dio unico di Achenaton, ma nello stesso Dio fatto uomo.
Dio è Signore anche del Sole e come segno cavalcherà un asino che quale figlio di asina, in ebraico, 'atonah ricorda il dio sole egiziano Aton.
Viene alla mente la profezia di Zaccaria 9,9 (richiamata in Mt. 21,5): "Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina."
L'Apocalisse poi conclude profetizzando che la Nuova Gerusalemme: "... non ha bisogno della luce del sole (cioè di Aton), né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello." (Ap. 21,23)
Il vero Aton è l'Agnello!
L'intero versetto Malachia 2,5 decriptato fornisce il testo seguente:

Malachia 2,5 - Chiaro è il segno che è uscito, è indicato che fuori l'Unigenito completamente ha portato a chiudere l'esistenza, si è ai viventi portato, ha aperto la luce del Potente e la vita. Si porta il "poderoso" (ricorda l'Aton egiziano) per i viventi accompagnare, per cambiarli l'Unigenito si porta. È a stare nel corpo per incontrarlo un giorno di persona. Sarà a bruciarlo nei viventi, sarà l'angelo (ribelle) a strappare che si portò all'origine.

Il Capitolo 3 di Malachia, infine, è quello che ha mosso l'interesse con la profezia del versetto 23 su Elia che deve tornare.
Altro versetto che colpisce è Malachia 3,20: "Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla", che conferma "Gesù sole".
Il sole, il dio massimo Egizio, non è Dio, ma sorgerà per Israele un nuovo sole, il Messia atteso, quello che porterà il nuovo giorno.
Ciò, è unito al fatto che, appena dopo, nel testo masoretico, scrutato coi criteri delle lettere separate, al versetto Ml 3,21 si trova nella seconda parte il nome di Gesù come qui evidenziato:



Decriptando si ha:

"L'Unico ne ha risorto il corpo . Ricominciò l'energia , Gesù riuscì , riniziò a vivere il corpo . Fu al mondo a riportarsi , uscito scese a casa ove per prima portò indicazione ."

I versetti 3,20 e 21 decriptati forniscono questo testo:

"Portato da stranieri alla tomba aperta da un potente, dal vaso la vita è stata dal corpo dell'Uomo tolta via. In vita risorse il giusto al mondo si riporterà vivo guarito dal Padre. La retta energia il Verbo fu al mondo a riportare, riuscì il Crocifisso vivo. Si riportò il Verbo risorto, con le piaghe.
Si vide, si rivelò cambiato, a casa si rovesciò. E l'azione in pienezza hanno portato al puro gli empi. È il Vivente dal vaso con la forte esistenza uscito. È stata portata dell'Unico la Parola dalla croce crocifisso alla tomba, finito; al vaso il soffio si (ri)portò completamente.Nel corpo riscorse la potenza, rifù il vaso vivo, dentro fu a riportarsi la vita. L'Unico ne ha risorto il corpo. Ricominciò l'energia, Gesù riuscì, ricominciò a vivere il corpo. Fu al mondo a riportarsi, uscito scese a casa ove per prima portò indicazione".

Avendo tutto ciò constatato, mi sono accinto alla decriptazione a tappeto dei 3 Capitoli del libro del profeta Malachia, il cui risultato presento qui di seguito.
Per ognuno dei tre capitoli riporto il testo tradotto detto del Consiglio EpiscopaIe Italiano C.E.I. poi quello decriptato.

MALACHIA CAPITOLO 1
Testo C.E.I.
Malachia 1,1 - Oracolo. Parola del Signore a Israele per mezzo di Malachia.

Malachia 1,2 - Vi ho amati, dice il Signore. E voi dite come vi ho amato? Non era oracolo del Signore - Eppure ho amato Giacobbe

Malachia 1,3 - e ho odiato Esaù. Ho fatto dei suoi monti un deserto e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto.

Malachia 1,4 - Se Edom dicesse: Siamo stati distrutti, ma ci rialzeremo dalle nostre rovine! - il Signore degli eserciti dichiara: Essi ricostruiranno ma io demolirò. Saranno chiamati Regione empia e Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre.

Malachia 1,5 - I vostri occhi lo vedranno e voi direte: Grande è il Signore anche al di là dei confini d'Israele.

Malachia 1,6 - Il figlio onora suo padre e il servo rispetta il suo padrone. Se io sono padre, dov'è l'onore che mi spetta? Se sono il padrone dov'è il timore di me? Dice il Signore degli eserciti a voi, sacerdoti, che disprezzate il mio nome. Voi domandate: Come abbiamo disprezzato il tuo Nome?

Malachia 1,7 - Offrite sul mio altare un cibo contaminato e dite: Come ti abbiamo contaminato? Quando voi dite: La tavola del Signore è spregevole.

Malachia 1,8 - E offrite un'animale cieco in sacrificio, non è forse un male? Quando voi offrite un animale zoppo o malato, non è forse un male? Offritelo pure al vostro governatore; pensate che l'accetterà o che vi sarà grato? Dice il Signore degli eserciti.

Malachia 1,9 - Ora supplicate pure Dio perché abbia pietà di voi! Se fate tali cose, dovrebbe mostrarsi favorevole a voi? Dice il Signore degli eserciti.

Malachia 1,10 - Oh, ci fosse tra di voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare! Non mi compiaccio di voi, dice il Signore degli eserciti, non accetto l'offerta delle vostre mani.

Malachia 1,11 - Poiché dall'oriente all'occidente grande è il mio nome tra le genti e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura, perché grande è il mio nome tra le genti, dice il Signore degli eserciti.

Malachia 1,12 - Ma voi lo profanate quando dite: La tavola del Signore è contaminata e spregevole ciò che v'è sopra, il suo cibo.

Malachia 1,13 - Voi aggiungete: Ah! Che pena! Voi mi disprezzate, dice il Signore degli eserciti, e offrite animali rubati, zoppi, malati e li portate in offerta! Posso io gradirla dalle vostre mani? Dice il Signore.

Malachia 1,14 - Maledetto il fraudolento che ha nel gregge un maschio, ne fa voto e poi mi sacrifica una bestia difettosa. Poiché io sono un re grande, dice il Signore degli eserciti, e il mio nome è terribile nelle nazioni.

Testo decriptato
Malachia 1,1 - È per salvare l'Unico ad aiutare (dalla nube) con un cibo che reca al mondo. La divinità sta nel Principe di Dio che dentro (gli) sta nel sangue. Il Potente Unigenito in un vaso è.

Malachia 1,2 - L'Unigenito al mondo dentro finalmente è venuto. Un retto vivente inizia, a vivere. In un corpo entra il Signore. Lui vive in un corpo puro, nella casa dei viventi entra. Dell'amore completo l'energia reca al mondo; la potenza reca dell'Unico. Ai fratelli in vista la luce porta del Potente. In azione s'è versato il Figlio Unico del Vivente. Il Signore, viene da Giacobbe.

Malachia 1,3 - Recò l'Unico un segno alla vista luminoso che si reca a rinnovare. L'Unigenito ha scelto d'essere portato da donna. È da madre venuto il pane bianco recato dal Nome per la vita del mondo. E l'Unico ha indicato che l'erede scelto ha recato. Il Potente, indica che ha inviato alla fine ai viventi la Parola.

Malachia 1,4 - Così fu scelta per l'Unigenito Signore aiutare. Si portò alla madre povera un luminoso angelo e le recò da inviato l'illuminazione portandosi in casa. Si reca l'inviato Figlio al mondo ad una caverna dentro, portato dalla scelta. Così al mondo dell'Unigenito da madre il corpo è uscito, ed escono le schiere, dichiarano che è il Figlio portato e inizia i lamenti dell'Unigenito partorito che portano ad avvolgere per il portarsi del freddo il corpo. Da fuori Magi alla casa si portano, del Potente il corpo rimirano e si apre alla vista vivo dell'Unico il Principe. Questi vedono da vivi il Signore; l'Eterno, un bambino lattante con la madre.

Malachia 1,5 - La sorgente c'è della rettitudine in un uomo nel corpo. Per annullare la perversità viene un uomo che l'origine dell'essere ribelle porta ad affliggere per liberare. Iahwèh, in un vivente, dall'alto la potenza in cammino nella casa reca del serpente; sarà a bruciare nei corpi il maledetto.

Malachia 1,6 - Nel Figlio è la rettitudine dentro, per aiutare il Padre si porta da servo. Il Signore si è portato e inizia a vivere. Del Padre l'Unigenito inviato è, dell'Unico è nel mondo la rettitudine dentro a recare in aiuto. È a recare l'Unico ai viventi il Signore. È da Madre dall'Unico inviato per essere il primogenito. È al mondo da (nell'interno c'è il nome di Maria , quindi nel Suo seno è porta l'Unigenito da primogenito) da Maria portato l'Unigenito da primogenito tra i viventi, nel corpo il Signore delle schiere. Del Potente il vaso in un Vivente entra. Il sacerdote è dei viventi. Disprezzato, desolato sarà. E l'Unigenito a vivere in un corpo puro per abitare tra i viventi entra. In una in casa alle mammelle si porta. Inizia il segno, si accende un vivente retto.

Malachia 1,7 - Magi che la luce forte del Vivente hanno vista, del perché colpiti, alla casa che racchiude un forte potente in vita camminano. Inizia un potente (Erode) per portare all'Unigenito amarezza. Per finire le vite della casa, viventi fa uscire. Cammina da Dio un angelo/inviato alla retta casa parla di un luogo ove mandare l'inviato di Iahwèh. L'inviato (Giuseppe) dalla casa questi fa uscire, porta l'Unigenito.

Malachia 1,8 - Portato il vaso è ai confini in cammino (come) è stata l'illuminazione portata all'inviato (Giuseppe). In azione si porta un corpo di serpenti, colpisce la casa che racchiudeva l'Unigenito, sono stati inviati il male a portare, e vasi sono offerti portati a Pasqua (uccisi come agnelli), si porta il dolore. Uscito l'Unigenito è inviato a Ra (in Egitto), uscito rovesciato il corpo è stato dalla casa, fuori portato dall'inviato di Dio (Giuseppe). Dalla trappola completamente il vaso uscito è. Il corpo cresce (si alza) retto. L'Unico porta fuori ad esistere una illuminazione. Dell'Unico la parola all'inviato (Giuseppe) è: il vaso che originava amarezze è uscito, riporti fuori alzandosi da casa l'Unigenito, lo riporti dal confine.

Malachia 1,9 - E agisce, dai confini esce, di nascosto ai potenti porta l'inviato (Giuseppe) l'Unigenito. La Parola inviata è, Dio ha portato ad esistere la grazia, l'energia ha portato in vita, è dalla porta del vaso della Madre uscita, è da segno al mondo. Colpisce l'Unico completamente il mondo, è la luce dell'Unico in vita, il vaso vivente della Parola che inviata è, vive l'Unigenito la vita col corpo. Il Signore a combattere si porta completamente.

Malachia 1,10 - Tra i viventi è in cammino il Vivente. Dentro un vaso, vivo si porta in giro da straniero. Da debole ha scelto di stare tra i viventi. Ha recato il Potente Unico un segno; l'Unigenito si è col corpo portato, altare è della grazia del Vivente. Dall'Unico è inviato; il Potente l'Essenza ha racchiuso della Parola. Sceso in una famiglia retta vive l'Unigenito. Per chi amareggiato si è al mondo portato. Giù a chi abita inizia a portare segni. Si porta i viventi a guidare. Del Potente Unico la luce innalza al mondo ai vivente, di aiutarli anela.

Malachia 1,11 - La rettitudine è vivente, ai viventi spunta (questa) illuminazione che la luce portata dall'Eterno in un vivente dentro ha recato per la prima volta. E cammina la protezione portata dal Potente. Il Nome è tra le genti, reca dal Potente la luce. La vita è recata ai viventi, l'energia racchiude nel mondo. Un puro retto è in cammino, uno sbarramento da recare al serpente sorto in vita è; dentro al cammino si porta da forza ai viventi. L'Unigenito, vivendo nel corpo, s'è al mondo portato. Giù a chi vi abita l'Unico si porta ad indicare.

Malachia 1,12 - Reca l'Unigenito segni ai viventi. Per chi vive stretto dal potente serpente si è in vita l'Unigenito confinato. Si porta dentro l'Unigenito a chi con paura vive per liberarli dalla prigione. L'energia del Signore dai viventi a scappare la maledizione porta. L'Unigenito è dei viventi il redentore. Lui si porta da frutto; a casa di questi nel mondo da mangiare si porta.

Malachia 1,13 - Reca parole, miracoli, energia. Esce dai viventi l'affanno, ed entra la parola che racchiude completamente la vita, inizia a portare segni e dice che è uscito portandosi al mondo sceso dalla casa dell'Unico. Ed indicazione reca al mondo che dentro l'Unico completamente vive. In cammino colpi porta al serpente ed inizia ad indicare al mondo che la Parola in pienezza racchiude. E l'Unigenito indica al mondo che si porta dai costretti. (Da questi) porta il serpente ad uscire e ad aprire inizia dentro segni di vita. L'Unigenito indica che al mondo (ri)vive Noè. Esce in campo la luce scesa al mondo dall'Unico. Si porta il segno che esce in vita una forte mano per gli oppressi. Inizia i ribelli del mondo a portare ad aprire.

Malachia 1,14 - E l'Unigenito a scorrere l'energia porta e dal vaso del Potente si conduce la forza dell'illuminazione. La casa dell'Eterno il corpo ha portato, un puro corpo inviato, voto portato, vittima vivente per i misfatti. Del Potente Signore la rettitudine è vivente, del Potente il vaso cammina, la mano ha portato il Potente Unico, l'inviato è l'Unigenito, vive col corpo il Signore delle schiere e la luce in vita è inviata portata in vista tra le genti.

MALACHIA CAPITOLO 2
Testo C.E.I.
Malachia 2,1 - Ora a voi questo monito, o sacerdoti.

Malachia 2,2 - Se non mi ascolterete e non vi prenderete a cuore di dar gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su di voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho già maledette, perché nessuno tra di voi se la prende a cuore.

Malachia 2,3 - Ecco, io spezzerò il vostro braccio e spanderò sulla vostra faccia escrementi, gli escrementi delle vittime immolate nelle vostre solennità, perché siate spazzati via insieme con essi.

Malachia 2,4 - Così saprete che io ho diretto a voi questo monito, perché c'è anche una alleanza tra me e Levi, dice il Signore degli eserciti.

Malachia 2,5 - La mia alleanza con lui era alleanza di vita e di benessere e io glieli concessi; alleanza di timore ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome.

Malachia 2,6 - Un insegnamento fedele era sulla sua bocca, non c'era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha trattenuti molti dal male.

Malachia 2,7 - Infatti le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione, perché egli è il messaggero del Signore degli eserciti.

Malachia 2,8 - Voi invece vi siete allontanati dalla retta via e siete stati di inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete rotto l'alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti.

Malachia 2,9 - Perciò anch'io vi ho reso spregevoli e abbietti davanti a tutto il popolo, perché non avete osservato le mie disposizioni e avete usato parzialità riguardo alla legge.

Malachia 2,10 - Non abbiamo forse noi un solo Padre? Forse non ci ha creato un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l'uno contro l'altro profanando l'alleanza dei nostri padri?

Malachia 2,11 - Giuda è stato sleale e l'abominio è stato commesso in Israele e in Gerusalemme. Giuda infatti ha osato profanare il santuario caro al Signore e ha sposato le figlie di un Dio straniero.

Malachia 2,12 - Elimini il Signore chi ha agito così dalle tende di Giacobbe, il testimone e il mallevadore, e colui che offre l'offerta al Signore degli eserciti.

Malachia 2,13 - Un'altra cosa fate ancora; voi coprite di lacrime, di pianti, di sospiri l'altare del Signore, perché egli non guarda all'offerta, né la gradisce con benevolenza dalle vostre mani.

Malachia 2,14 - E chiedete: Perché? Perché il Signore è testimone tra te e la donna della tua giovinezza, che ora perfidamente tradisci,mentre essa è la tua consorte, la donna legata a te da un patto.

Malachia 2,15 - Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca questo unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale, e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza.

Malachia 2,16 - Perché io detesto il ripudio, dice il Signor Dio d'Israele, e chi copre d'iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite le vostre vite dunque e non vogliate agire con perfidia.

Malachia 2,17 - Voi avete stancato il Signore con le vostre parole; eppure chiedete: Come lo abbiamo stancato? Quando affermate: Chiunque fa il male è come se fosse buono agli occhi del Signore e in lui si compiace; o quando esclamate: Dov'è il Dio della giustizia?

Testo decriptato
Malachia 2,1 - E si vede il segno al mondo di Dio. È da madre uscito, in vita sceso, si porta in campo l'Unigenito. A colpire inizia di segni il mondo, dal vaso esce energia dell'Essere Vivente.

Malachia 2,2 - L'Unigenito riempie completamente chi ascolta e li porta dell'Unico a riempirsi totalmente di luce. Ed ai viventi porta dall'alto il cuore. Con potenti segni indica la gloria potente del Nome. Inizia di vita ad irrigare il mondo, si porta in campo, si alza da casa, inizia a portare segni, ed illumina con potenza chi chiuso completamente è, dentro i vasi la vita inizia. Inizia l'indicazione che esce in vita la luce del mondo, egli dal corpo ne porta il segno. L'Unigenito indica che la benedizione reca, totalmente è il vaso del Vivente che porta in cammino ai viventi la luce. E il segno è al mondo della retta esistenza. Dall'Unico è inviata la rettitudine della vita del cielo; agisce del Potente il cuore.

Malachia 2,3 - Al mondo l'inviato invia forte energia al nemico serpente così che dai viventi dal primo all'ultimo esca. Per colpire il male si porta, ne colpirà il corpo con forza, segnato sarà dalla Parola l'empio col potente soffio. Energia è alla rettitudine di vita la Parola. I poveri chiusi in cammino sono alla rettitudine del vivente portati. Per l'inviata luce dell'Unigenito iniziano dall'oppressione i viventi a Dio ad essere portati.

Malachia 2,4 - E la conoscenza completa del Vivente così si distende, l'indicazione c'è che di Dio è il vaso in vita; al mondo per i viventi si alza e si porta fuori in campo, di colpi inizia a segnare il serpente, al mondo è portata a compimento l'alleanza (infatti l'alleanza si può leggere - dentro al corpo si è confinato) dall'Unigenito completamente (infatti) il Potente ha portato ad essere l'Unigenito in vita col corpo, il Signore sceso dentro l'inizia a portare a compimento.

Malachia 2,5 - Chiaro è il segno che è uscito, è indicato che fuori l'Unigenito completamente ha portato a chiudere l'esistenza, si è ai viventi portato, ha aperto la luce del Potente e la vita. Si porta il "poderoso" (ricorda l'Aton egiziano) per i viventi accompagnare, per cambiarli l'Unigenito si porta. È a stare nel corpo per incontrarlo un giorno di persona. Sarà a bruciarlo nei viventi, sarà l'angelo a strappare che si portò all'origine.

Malachia 2,6 - La Toràh l'Unigenito con la vita completa, ne apre l'esistenza ai confini del mondo, dentro la Parola è al mondo portata. E dai malvagi esce il serpente, l'Unigenito con energia ne solleva le vite al Padre. La luce dalla Parola completamente si è portata, dentro la pace si porta e dentro la vita è illuminata. Porta le menti ad aprirsi nel cammino. Inizia il segno che sono portati molti ad essere i viventi aperti alla luce in cui era dentro in vita il peccato.

Malachia 2,7 - Retto è, illuminato. Della Parola indica d'essere il vaso al mondo inviato, è ad illuminare i viventi. Nelle menti porta la conoscenza completa; della legge è dentro versata illuminazione. Vivente è la Parola al mondo che reca la rettitudine. È in pienezza in un vaso il Signore dentro sceso. L'Unico ha portato il segno di se stesso.

Malachia 2,8 - Reca l'Unigenito ad indicare la dottrina pura che della vita apre la via, riaprendo a chi vacilla completamente la vita. Rabbi che il dentro la Torah illumina. Ai paurosi la vita dell'alleanza apre, con potenza. Portata è la parola che di Iahwèh fa rialzare dentro il desiderio in tutti.

Malachia 2,9 - E in cammino dell'Unico il Figlio indica completamente di essere. Iniziano segni di rettitudine. I viventi energicamente dentro colpiti sono, in vita si porta umile, i serpenti tutti escono alla vista dai viventi. Per la rettitudine che soffia è in una donna la retta vita ad accendere. In Maria (di Magdala?) nei corpi li annulla. Anela che la vita sorga alta. Dell'Unico indica la via a cui sono portati ad alzarsi con forza i viventi. La Parola invia forza di vita, dentro l'ordine esce.

Malachia 2,10 - Uscirà la potenza per un'asta dall'Unigenito. Per il Padre l'Unigenito ha abbandonato tutti i pascoli del Potente per portare dell'Unico Dio ai fratelli la Parola. L'Unico l'ha inviato ai viventi d'aiuto. Reca un grappolo d'uva che scorre in aiuto dell'uomo. Dentro per i fratelli s'è portata una frescura potente dal cuore, irrigata completamente dal Padre. Dalla croce fu l'energia recata.

Malachia 2,11 - Dentro cammina d'aiuto al mondo, in Giuda si porta e per tutti si porta in vista, dentro apre energica azione, alla luce, il segno esce che dentro è il Principe di Dio. Porta dentro Gerusalemme bruciature per la profanazione in Giuda del santuario del Signore. L'Unigenito Principe l'amore porta dentro dall'alto. Da casa Dio ha alla fine inviato l'agnello.

Malachia 2,12 - È l'agnello indicato/scelto! Il Signore, del Potente Unico è alla luce l'Unigenito, il Principe è visibile, luce inviata al mondo in azione il corpo ha portato per esaudire i viventi. Dell'Unico nel mondo per il serpente che c'è ad esistere il "calcagno" (che schiaccerà la testa al serpente) ha portato. Per i viventi in cammino è la luce, dono del Potente, il Signore giù dentro (in Giuda) inizia a portare segni.

Malachia 2,13 - Porta questi a venire un rinnovamento che sarà per tutti. Indica che in azione con la risurrezione porterà la rettitudine piena ed indica che una protezione per i viventi agisce al mondo. Inizia il segno che i viventi colpiti dentro dalle strette sono aperti e fuori dal pianto sono condotti, inizia a liberare i viventi. Dall'Unigenito sono inviati testimoni che con parola energica portano ad indicare che Dio al mondo in vita ai viventi con energia i chiusi apre e potenza rovescia ai paurosi, i corpi solleva, reca l'energia del vivere a chi è fiacco in vita.

Malachia 2,14 - Si portò l'Unigenito alla vita dal corpo d'una pura vergine; dall'alto il vaso fu da Iahwèh aperto. Ad agire fu d'aiuto una casa che era di un inviato (Giuseppe) retto. A portarsi alla casa fu un angelo alla donna scelta. L'inviato (Giuseppe), a svegliarsi fu, così iniziò ad accendersi alla vista dell'indicazione uscita del tradimento, segno (pensa) che fuori dalla casa uscita si portò e fuori si è originato il congiungimento. Così della donna il segno dentro al corpo c'è che indica l'inganno.

Malachia 2,15 - Ed il Potente Unico inizia del nascosto la conoscenza ad illuminare (a Giuseppe): al mondo si porterà l'Unigenito, la luce in persona/ col corpo, il soffio il Potente ha portato, in vita uscirà ai fratelli di sangue, dentro ha versato della luce il seme Dio per uscire ad essere un vivente. (L'illuminazione) l'ha portata all'inviato (Giuseppe) che custodiva la pura: dentro il soffio al vaso il Vivente ha portato nella donna prescelta. L'inviato (Giuseppe) destatosi è: Così non c'è tradimento.

Malachia 2,16 - Così è l'illuminazione all'inviato che iniziava a ripudiarla, dice: il Signore Dio nel mondo starà. È stato il Principe Unigenito Potente che si portò il vaso a riempire, entrato si chiuse nella madre, pienamente dall'alto il cuore portò. L'illuminazione portata dice: il Signore si alzerà nella casa che l'Unico ha portato ad indicare, porterà l'inviato (Giuseppe stesso) per custodire la pura con dentro il soffio al vaso vivente e il Potente indica che alla casa in cammino protezione porterà.

Malachia 2,17 - Nel mondo si porta a scorrere il tempo alla Madre del Signore. Dentro della Parola è il vaso vivo e inizia alla vita dal corpo puro. Da dentro della madre nel mondo entra e chi in cammino vede il frutto. L'Unigenito vivo delicato dalla madre tutto si vede alla luce uscito. Il corpo si vede bello, in casa si sentono i forti lamenti del Signore. E da dentro uscito dalla madre al mondo si porta l'Unigenito che racchiude la Parola scesa dall'Unico. Porta guai al mondo al maledetto, ci sarà nel mondo il giudizio.

MALACHIA CAPITOLO 3
Testo C.E.I.
Malachia 3,1 - Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l'angelo dell'allanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti.

Malachia 3,2 - Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.

Malachia 3,3 - Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'oblazione secondo giustizia.

Malachia 3,4 - Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.

Malachia 3,5 - Io mi accosterò a voi per il giudizio e sarò un testimone pronto contro gli incantatori, contro gli adulteri, contro gli spergiuri, contro chi froda il salario dell'operaio, contro gli oppressori della vedova e dell'orfano e contro chi fa torto al forestiero. Costoro non mi temono dice il Signore degli eserciti.

Malachia 3,6 - Io sono il Signore, non cambio; voi figli di Giacobbe, non siete ancora al termine.

Malachia 3,7 - Fin dai tempi di vostri padri vi siete allontanti dai miei precetti, non li avete osservati. Ritornate a me e io tornerò a voi dice il Signore degli eserciti. Ma voi dite: Come dobbiamo tornare?

Malachia 3,8 - Può un uomo frodare Dio? Eppure voi mi frodate e andate dicendo: come ti abbiamo frodato? Nelle decime e nelle primizie.

Malachia 3,9 - Siete già stati colpiti dalla maledizione ed andate ancora frodandomi, voi, la nazione tutta!

Malachia 3,10 - Portate le decime intere nel tesoro del tempio, perché ci sia cibo nella mia casa; poi mettetemi pure alla prova in questo - dice il Signore degli eserciti - se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi benedizioni sovrabbondanti.

Malachia 3,11 - Terrò indietro gli insetti divoratori perché non vi distruggano i frutti della terra e la vite non sia sterile nel campo, dice il Signore degli eserciti.

Malachia 3,12 - Felici vi diranno tutte le genti, perché siete una terra di delizie, dice il Signore degli eserciti.

Malachia 3,13 - Duri sono i vostri discorsi contro di me - dice il Signore - e voi andate dicendo: Che abbiamo contro di te?

Malachia 3,14 - Avete affermato: È inutile servire Dio; che vantaggio abbiamo ricevuto dall'aver osservato i suoi comandamenti o dall'aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti?

Malachia 3,15 - Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti.

Malachia 3,16 - Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome.

Malachia 3,17 - Essi diverranno - dice il Signore degli eserciti - mia proprietà nel giorno che io preparo. Avrò compassione di loro come il padre ha compassione del figlio che lo serve.

Malachia 3,18 - Voi allora vi convertirete e vedrete la differenza tra il giusto e l'empio, tra chi serve Dio e chi non lo serve.

Malachia 3,19 - Ecco infatti sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà - dice il Signore degli eserciti - in modo da non lasciar loro né radice né germoglio.

Malachia 3,20 - Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici e voi uscirete saltellanti come vitelli da stalla.

Malachia 3,21 - Calpesterete gli empi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti.

Malachia 3,22 - Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull'Oreb statuti e norme per tutto Israele.

Malachia 3,23 - Ecco io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore,

Malachia 3,24 - perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio.

Testo decriptato
Malachia 3,1 - Esce un energico inviato (Giovanni Battista), è illuminato. Con vigore, pieno di rettitudine è, portatore della Parola. Inviato ad aprire il cammino al Potente, parla energicamente (che) esiste la Parola, indica (che) l'Unigenito tra i viventi è venuto. Dio entrato è in un vaso. Il Potente ha portato al mondo il Signore. L'Unigenito, il principe, il primogenito, puro, all'acqua dentro si rovescia. La Luce è vivente, porta a riempire un vaso. Al mondo che il figlio esiste indica. L'Unigenito principe primogenito puro innocente su è dalle acque ad uscire. Angeli escono, da casa dell'Unico dicono il Signore giù abita, dell'Unigenito recano indicazione.

Malachia 3,2 - Porta ai viventi del mare al vaso (abitanti vicino al mare di Galilea) in cammino un potente primo segno. Un giorno da casa si porta l'Unigenito e conduce i viventi che sono fuori a fermarsi dentro ad un monte. Inizia a portare il segno che porta la rettitudine; è fuori a portarla. Origina così l'Unigenito una luce viva che si alza dal corpo. Una parola porta retta, dell'alleanza (dentro il corpo è il segno col discorso della montagna del vangelo di Matteo Gesù esprimerà la nuova alleanza e gli darà la luce dal suo cuore). In un vivente retto abita in pienezza l'Essere Vivente.

Malachia 3,3 - Portata è l'illuminazione che dentro vive giù in un corpo la Parola che si porta ai viventi per amore. Dal monte il vaso pieno della Parola ha portato lo splendore. L'Unico, ha indicato che il Figlio è, che dice parole di Iahwèh (Vedi "Tracce di geroglifici nel Pentateuco"). Ed i ceppi abbatte l'Unigenito. Totalmente i viventi dalla rettitudine colpiti si aprono, dentro si porta la rettitudine così in pienezza. La Parola li porta ad aprirsi all'esistenza e la potenza di Iahwèh in vita cammina, è luce forte ai vivi inviata, dalle strette/angosce si aprono dentro alla giustizia.

Malachia 3,4 - E si è visto dal corpo, da dentro, uscire la potenza del Signore ai viventi. L'energia che racchiude ha indicato d'uscire per portare aiuto/mano al mondo. Portata è ai poveri la potenza d'una vita retta. Nei giorni al malvagio a vivere riporta rettamente rinnovandoli; è nei viventi riversata nel sangue l'energia che era stata portata a finire.

Malachia 3,5 - E versa molti segni che è Dio. È così la vita del Potente ai viventi illuminata che della Parola il cuore reca al mondo. La forza dell'esistenza completa è dell'Eterno in vita. Ai viventi genera dentro la vita retta illuminata dalla Parola, forza per i viventi. Porta dentro della vita l'energia dell'origine soffiata dall'Essere Vivente ed il Figlio illumina le preghiere al Vivente (Padre Nostro). La potente luce che versa dal corpo reca dentro a vedere la luce. Versata è la luce dell'Agnello. Accende il braciere di Dio i viventi. L'energia che esce porta il forte segno che si reca dal Vivente e che vivo il Cuore è in cammino. Nel corpo reca la potenza dell'Unico che è alla vista portata dall'inviato Unigenito. Vivo col corpo, il Signore giù per far guerra porta segni.

Malachia 3,6 - Per ciò è stato dall'Unico inviato. È dal Signore al serpente iniziato un fuoco energico. È per finirlo che s'è portato. Viene tra i viventi il Figlio che sarà a spazzarlo, versatosi per distruggere il maligno, finendone la vita.

Malachia 3,7 - Il Potente vive nei giorni. Il Padre indica che c'è così un vincolo del Vivente che ai viventi lo stringe. Versatosi s'è, reca la potenza l'Unigenito per bruciare l'amarezza che segna la vita. Il fuoco che reca dentro lo reca al primo serpente che s'è condotto per primo col fuoco dentro al mondo; maledetto fu così nei viventi. L'Unigenito, per il ribelle far uscire si reca al mondo a guerreggiare, ha portato il segnale e ha iniziato l'amarezza ad indicare che nei viventi dentro la vita entrerà l'energia per il ritorno.

Malachia 3,8 - Al mondo si è versato dentro in azione, l'Uomo - Dio che uscito è per i viventi. Così è stato dall'Unico finalmente ai viventi versato per le preghiere l'Unigenito che a scegliere fu di portarsi. L'Unigenito da madre dal corpo puro dentro tra i viventi del mondo si versa dentro da misero. La rettitudine esce dei viventi alla vista. Il Principe si porta al mondo da oblazione.

Malachia 3,9 - Dentro la maledizione, venuta per i viventi per l'angelo (ribelle) che all'origine nei corpi fu per vivere a portarsi, l'Unigenito a finire sarà. L'Unigenito, confinatosi in vita versatosi dentro in azione, è vivo, al mondo per le nazioni tutte si portò.

Malachia 3,10 - Al mondo dentro è l'Unigenito. Reca l'originaria perfezione ai viventi. All'opera si vede che l'amore sta al mondo dell'Unico e all'angoscia reca forza per uscire. Sono dai tristi con la parola i pianti finiti. È portata dentro la grazia, riporta i figli al Padre. Colpisce l'Unigenito con i detti. Il Signore sceso dalla casa dell'Unico porta il segno che inizia la pienezza, inizia a liberare dal serpente i vasi dei viventi originando la fine delle insidie portate. Indica che riapre il cielo e rientrano agli scioperati totalmente le forze per camminare. Vive la benedizione dell'Eterno, per tutti c'è un aiuto/mano forte.

Malachia 3,11 - E in cammino il nemico indica essere il serpente. Ai vasi dei viventi dentro, dall'inizio in tutti si portò il serpente, gli uomini spaventati in cammino vivono. L'Unigenito indica che un frutto uscito da Adamo ad uscire porterà il serpente. Viene per tutti il fuoco per portare a compimento i vasi dei viventi. Li aprirà, scorrerà il soffio energico dentro, il demonio uscirà: l'origine ribelle con la perversità che scese dentro desidera finire.

Malachia 3,12 - Recherà l'Unigenito la risurrezione dei corpi. Riverrà la rettitudine nei viventi. Tutti del mondo i popoli retti saranno alla fine. Ad uscire sarà portata a venire la maledizione. Nelle tombe il soffio scenderà. Rinizieranno a vivere i corpi. Iahwèh su a casa dall'Unico porterà tutti.

Malachia 3,13 - L'aiuto che porterà l'Altissimo s'insinuerà nei corpi. Ci risarà la retta vita delle origini. Dai viventi dai corpi sarà ad uscire la portata perversità. Ricomincerà la vita dei corpi integra, vivi riusciranno. Con gratuità ai corpi l'energia recherà, si porterà dall'alto la rettitudine.

Malachia 3,14 - Dell'Unico vive in un corpo puro la risurrezione, la porta l'Unigenito, il servo di Dio che uscito è in vita per portare la vita al mondo. Dentro sceso in azione così è il custode. L'energia porta ai viventi per custodirli, a tutti la reca. Porta la rettitudine. È al mondo in cammino l'energia a recare. La versò in giro tra i lamenti in croce. Con l'acqua dalla persona fu con forza ad uscire per un'asta che l'aprì. Scese da dentro l'Unigenito portato in croce.

Malachia 3,15 - Ha portato nel tempo ad uscire l'Unigenito l'energia della grazia che reca la vita dell'Unico. La resurrezione dei corpi sarà i viventi a colpire. Ad aiutare sarà i viventi, scorrerà la vita inviata dal Figlio. Porterà in azione il dono che i corpi risorgerà. Si vedranno riuscire camminando vivi. Dentro la grazia porterà la divinità, che ad entrare sarà nei viventi e sarà nei viventi la potenza ai cuori a recare.

Malachia 3,16 - Dell'Unigenito in questi l'energia s'insinuerà e saranno i corpi di prima ad essere. Il Signore Uomo Dio con il corpo in azione al mondo la porterà e sarà a riversare la risurrezione dentro che sarà entrando a portare la perversità ad essere bruciata in seno e sarà ciò che è scritto nei libri. In un innocente corpo porta l'energia del Potente in cui la Parola inviata è, che riporterà la potenza a stare nei corpi. Guai il Signore porterà all'incantatore (al serpente che chiude/si nasconde alla luce) dentro un forte fuoco per i viventi gli porta.

Malachia 3,17 - E fuori sarà portato il serpente che fu il primo ribelle. Dal mondo li porterà risalendo alla casa d'origine riportandoli da un colle (tutti con potenza) un giorno beati. Dall'Unigenito che inviato è in azione il fuoco esce ai viventi per far scappare il serpente fuori e dal nascosto dei viventi del serpente finire l'esistenza. Dall'alto è uscita ai viventi con la rettitudine del Principe; è per il perdono dell'uomo. Si vide dal cuore l'energia portarsi, uscì dal servo in croce per un'asta.

Malachia 3,18 - Porta l'illuminazione che a casa dalla croce al Vivente si riporterà col corpo; inizia ad essere il segno ai viventi. In casa (dove) sono gli inviati (apostoli) giusti, un serpente empio dentro è tra gli inviati del servo. Hanno iniziato i potenti del mondo l'esistenza in vita a negare al Principe. (Quel) serpente inizia a guardare se solo si porterà.

Malachia 3,19 - Così è! Ecco, fuori si è portato il Vivente da casa, inizia da casa ai nemici di quel retto l'indicazione, con lampade si portano in campo aperto, sono con bastoni del retto dei potenti gli armati, sbarramento è al vivente portato. Il retto per i potenti ha fatto l'empio, in campo aperto ne abbattono la luce, portano i potenti ad aprire il Cuore dell'Unigenito, in croce la vita gli esce, è con un bastone l'acqua uscita da dentro l'Unigenito. Dall'Unigenito la vita dal corpo è uscita, portatasi fuori sale a casa. L'Unico ha recato il segno l'Unigenito Principe, dal Potente Unico è stato abbandonato, al Potente si aprirono in vita dal Principe grida inviate dalla bocca.

Malachia 3,20 - Portato da stranieri alla tomba aperta da un potente, dal vaso la vita è stata dal corpo dell'Uomo tolta via. In vita risorse il giusto al mondo si riporterà vivo guarito dal Padre. La retta energia il Verbo fu al mondo a riportare, riuscì il Crocifisso vivo. Si riportò il Verbo risorto, con le piaghe. Si vide, si rivelò cambiato, a casa si rovesciò.

Malachia 3,21 - E l'azione in pienezza hanno portato al puro gli empi. È il Vivente dal vaso con la forte esistenza uscito. È stata portata dell'Unico la Parola dalla croce crocifisso alla tomba, finito; al vaso il soffio si (ri)portò completamente. Nel corpo riscorse la potenza, rifù il vaso vivo, dentro fu a riportarsi la vita. L'Unico ne ha risorto il corpo. Ricominciò l'energia, Gesù riuscì, ricominciò a vivere il corpo. Fu a riportarsi al mondo, e uscito scese a casa ove per prima portò indicazione.

Malachia 3,22 - Dei colpi l'Agnello portò i segni e il corpo indica che vive risorto al mondo; fa vedere in casa con mano che è dell'Unigenito risorto il corpo che innalzato portato è stato alla croce. L'Unico ha portato il segno che recatosi dentro chiuso nel corpo abitava. Agì la potenza. Del maligno la risurrezione del corpo la corruzione ha rovesciato. Fu dalla Madre a riportarsi vivo luminoso. A soffiare l'amore fu alla Madre che...


Malachia 3,23 - ...uscì con gli apostoli nel mondo. L'Unigenito gli apostoli con la rettitudine fu a mandare in cammino. Con la Madre venne la divinità a stare nel mondo. Usciti gli apostoli da casa sono migliaia i frutti portati. È portato alla Madre dal Signore nel cammino l'aiuto/la mano e l'accompagna nel mondo ove in cammino reca un corpo (popolo) per l'Unico.

Malachia 3,24 - A recare al mondo la risurrezione è stato da dentro il cuore. Il Padre l'ha portata completamente dall'alto per il Figlio che è stato in vita riportato. E il cuore del Figlio è vivo. Innalzato dal Padre ha portato il Crocifisso vivo. Il soffio l'ha inviato l'Unico che dentro ha recato l'Unigenito per portare nel mondo la rettitudine che ci sarà per tutti. Fu a venire dall'Unigenito trafitto dal corpo, la Madre.

CONCLUSIONE
Nonostante i secoli e la venustà dei contenuti lo scorrere completo del decriptato di quei tre capitoli spero sia in grado di provocare anche nel lettore l'emozione viva e autentica di chi lo preparò rendendo attuale la spiritualità che l'ha mosso, capace d'interagire con chi ne viene a contatto.
Il risultato della decriptazione presenta in modo pratico ed efficace la tensione per la venuta del Messia che accendeva gli animi e l'immaginazione dal ritorno dell'esilio dei Giudei da Babilonia, attesa che perdurava al tempo dello scritto di Daniele, che i critici ritengono dei tempi dei Maccabei, e che in forme più acuite era all'acme ai tempi di Gesù.
Si pensi che gli scritti di questo libro di Malachia sono, infatti, riferiti come poco successivi all'epoca di Nabucodonosor, tempo da cui secondo la profezia di Daniele (9,14), si dovevano contare le settanta settimane di anni della profezia: "Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all'empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi."
(In "I geroglifici ebraici del libro di Daniele" ho presentato la decriptazione dell'intero libro di Daniele da cui pure si ricava un altro protovangelo completo.)

Passo ora ad alcune sintetiche considerazioni tecniche.
Sotto l'aspetto della forma pongo in evidenza che nei 55 versetti che costituiscono i 3 capitoli di Malachia il Signore nel testo esterno si trova per ben 45 volte di cui di queste per ben 27 volte con "Oracolo del Signore", "Parola del Signore" o "Dice il Signore".
Nella tabella che segue pongo in evidenza le volte che viene detto nei vari capitoli e quando con "dice... ".


Circa i contenuti una osservazione viene evidente come vedremo in seguito, ma per poterla esporre, in modo succinto, rammento il succo del contenuto descrittivo dei tre capitoli di Malachia.

Capitolo 1
Malachia 1,1-3 - L'incarnazione, dio si offre da cibo per il mondo.

Malachia 1,4 - Annunciazione a Maria. Nasce in una grotta. Lo annunciano gli angeli. Vengono i Magi.

Malachia 1,6 - Maria nasce il Signore.

Malachia 1,7 - Racconto dei Magi ed Erode. Un angelo rivela a Giuseppe l'intento perverso d'Erode.

Malachia 1,8-9 - Fuga in Egitto e ritorno alla morte di Erode.

Malachia 1,13 - Vita pubblica di Gesù.

Malachia 1,14 - La casa dell'Eterno il corpo ha portato, un puro corpo inviato, voto portato, vittima vivente per i misfatti.

Capitolo 2
Malachia 2,1 - Si riprende il tema dell'incarnazione.

Malachia 2,2 - L'Unigenito riempie completamente chi ascolta. Inizia l'indicazione che esce in vita la luce del mondo. È inviata la rettitudine della vita del cielo.

Malachia 2,3 - Per colpire il male si porta.

Malachia 2,4 - A mondo è portata a compimento l'alleanza.

Malachia 2,5 - Si porta il "poderoso" per i viventi accompagnare.

Malachia 2,6 - La Toràh l'Unigenito con la vita completa.

Malachia 2,8 - Rabbi che il dentro la Torah illumina.

Malachia 2,9 - Caccia i demoni dagli indemoniati.

Malachia 2,11 - Caccia i mercanti dal Tempio.

Malachia 2,12 - È l'agnello scelto!

Malachia 2,14 - Ricomincia il discorso della nascita, ma Giuseppe sospetta della sposa.

Malachia 2,15 - Dio in sogno illumina Giuseppe: non ci fu tradimento.

Malachia 2,16 - Giuseppe non la ripudia e custodirà madre e bambino.

Capitolo 3
Malachia 3,1 - Giovanni Battista. Battesimo di Gesù. Gli angeli lo riconoscono.

Malachia 3,2 - Si porta al mare di Galilea. Discorso della montagna.

Malachia 3,5 - Insegna a pregare.

Malachia 3,10 - Reca l'originaria perfezione ai viventi. È portata la grazia, indica che riapre il cielo.

Malachia 3,12 - Recherà l'Unigenito la risurrezione dei corpi.

Malachia 3,14 - L'energia reca ai viventi porta la rettitudine. La versò tra i lamenti in croce. Con l'acqua dalla persona fu con forza ad uscire per un'asta che l'aprì. Scese da dentro l'Unigenito portato in croce.

Malachia 3,16 - Il Signore Uomo Dio compirà ciò che è scritto nei libri.

Malachia 3,17 - Dal mondo li porterà risalendo alla casa d'origine, beati perdonati.

Malachia 3,18 - Giuda, il tradimento.

Malachia 3,19 - Imprigionato, crocifisso, gli ultimi momenti.

Malachia 3,20 - Portato da stranieri alla tomba risorge, con le piaghe si porta a casa.

Malachia 3,21 - Dio ne ha risorto il corpo, l'Unigenito Gesù risuscitò.

Malachia 3,22-23 - Dei colpi l'Agnello risorto porta i segni è vivo luminoso. Soffia l'amore alla Madre ed agli apostoli. Li manda nel mondo. Portano frutti. Li accompagna fanno crescere un popolo.

Malachia 3,24 - Ascensione. La Madre, la Chiesa venne dal suo corpo trafitto.

In definitiva presento i seguenti fatti:
  • il testo di II livello c'è, ed è un protovangelo;
  • il decriptato del cap. 2 non s'inquadra con continuità con quello del 1° e del 3°;
  • il numero di "dice...il Signore" nel capitolo 2 è, anche percentualmente rispetto al numero di versetti, nettamente meno frequente, rispetto altri due capitoli.
Per ciò propendo con chi ritiene che il libro di Malachia sia in effetti una miscellanea di composizioni d'autori anonimi unificati in un libro unico quale 12° profeta minore nel canone cristiano e 15° dei profeti posteriori in quello ebraico.

a.contipuorger@gmail.com

Tutti gli articoli di BibbiaWeb

vai alla visualizzazione normale di inizio articolo     invia questa notizia ad un amico

 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy