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ATTESA DEL MESSIA...

 
LE FESTE EBRAICHE DELLA VENUTA DEL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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DELLA FESTA DI CAPO DELL'ANNO »

LA FESTA DI YOM KIPPUR
Vediamo come questa festa è descritta nella Torah.

  • Levitico (23,26-32): "Il Signore disse ancora a Mosè: Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno dell'espiazione ; terrete una santa convocazione, vi mortificherete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. In quel giorno non farete alcun lavoro; poiché è il giorno dell'espiazione, per espiare per voi davanti al Signore, vostro Dio. Ogni persona che non si mortificherà in quel giorno, sarà eliminata dal suo popolo. Ogni persona che farà in quel giorno un qualunque lavoro, io la eliminerò dal suo popolo. Non farete alcun lavoro. È una legge perenne di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete. Sarà per voi un sabato di assoluto riposo e dovrete mortificarvi: il nono giorno del mese, dalla sera alla sera dopo, celebrerete il vostro sabato."
  • Numeri (29,7-11): "Il decimo giorno di questo settimo mese terrete una sacra adunanza e vi mortificherete; non farete alcun lavoro e offrirete in olocausto di soave profumo al Signore un giovenco, un ariete, sette agnelli dell'anno senza difetti; come oblazione, fior di farina intrisa in olio: tre decimi per il giovenco, due decimi per l'ariete, un decimo per ciascuno dei sette agnelli e un capro in sacrificio espiatorio, oltre il sacrificio espiatorio proprio del rito dell'espiazione e oltre l'olocausto perenne con la sua oblazione e le loro libazioni."
La festa ha inizio al tramonto del decimo giorno di Tishri e dura fino alle prime stelle della notte successiva, circa 26 ore.
Tra le due date di Ro'sh Hashanah e Yom Kippur passano sette giorni che con i due di Rosh Ha-Shanà e quello di Yom Kippur sono "i dieci giorni penitenziali" gli Yamim Noraim, "i giorni terribili".
Alla vigilia ed all'alba del giorno che precede il giorno di Kippur vige l'uso in molte comunità di fare le Kapparot (espiazione) ora di solito con elemosine.
Gli osservanti sono soliti ad anticipare il digiuno del giorno di Yon Kippur con un bagno rituale in acqua piovana o di sorgente ed il battesimo del Battista s'inquadra in tale contesto.
L'idea è tornare al venerdì della creazione a prima del peccato in quanto questo decimo giorno di Tishri è istituito dalla Torah per espiare i peccati commessi verso Dio e verso al prossimo nell'anno trascorso.
Il pentimento, la teshuvà , infatti, ha interno il radicale di "tornare" e tale precetto del pentimento o della conversione ha il potere di un ritorno ed annulla le colpe dell'uomo in quanto Dio cancella i peccati commessi.
Quanto il Signore disse a Mosè sul rito d'espiazione è al Capitolo 16 del Levitico; in estrema sintesi Aronne entrerà nel santuario con la tunica di lino prenderà due capri per un sacrificio espiatorio e li farà stare davanti al Signore all'ingresso della tenda del convegno su cui getterà le sorti.
Il capro toccato in sorte al Signore l'offrirà in sacrificio espiatorio, quello di Azazel sarà posto vivo davanti al Signore, Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra tutti i peccati, le iniquità e le trasgressioni degli Israeliti e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato, lo manderà nel deserto da Azazel.

"Questa sarà per voi legge perenne: una volta all'anno, per gli Israeliti, si farà l'espiazione di tutti i loro peccati" (Lv. 16,34); centro della liturgia è la confessione dei peccati (come nell'ora della morte) ed in effetti Dio stesso si fa carico del peccato lo prende su di se e lo toglie all'uomo.

All'epoca del Tempio dopo aver sacrificato un capro in segno d'espiazione per i peccati del popolo, inviato nel deserto il capro espiatorio con tutte le colpe d'Israele come suddetto, purificato il santuario con aspersione del sangue, il Gran Sacerdote entrava nel Santo dei Santi ove pronunciava il Nome ineffabile.

Con la distruzione del Tempio del 70 d.C. per Yom Kippur "Nonostante nessun sacrificio verrà offerto, il giorno manterrà il suo proprio effetto di espiazione" (Midrash "Sifra", Emor, xiv) ed il pentimento resta significato base dell'espiazione e la confessione è la condizione per l'espiazione.
Il Talmud osserva anche "Il Giorno del Pentimento assolve dalle colpe di fronte a Dio, ma non di fronte alla persona offesa fin quando non s'ottiene il perdono esplicito dalla stessa" (Yoma. 9).
Il migliore sacrificio che l'ebreo possa fare è terminare ogni disputa o litigio alla veglia del giorno di digiuno.
È così necessario riconciliarsi con chi si ha avuto questioni, si va a visitarlo prima della festività con almeno tre testimoni e si chiedere il perdono per le offese arrecate e, se nel frattempo fosse deceduto, ci si porta alla tomba e si fa una dichiarazione davanti a un gruppo di almeno10 persone.

Così gli ebrei osservanti in sinagoga, dopo intima intensa introspezione preceduta da atti concreti di sacrificio personali confessano i propri peccati. Se ne deduce che ha senso pronunciare "io sono" se si prova a lavorare su sé stesso onde si comincia a conoscere qualche aspetto di Dio.
Al suono del corno c'è l'augurio di saluto "l'anno prossimo Gerusalemme.

Nel libro dell'Esodo dopo l'episodio del "Vitello d'oro" che è il peccato del popolo, sviluppo societario del prototipo del peccato di Adamo ed Eva, si legge:

"Il giorno dopo Mosè disse al popolo: Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa. Mosè ritornò dal Signore e disse: Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro. Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto! Il Signore disse a Mosè: Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me." (Es. 32,30-33)

La tradizione ebraica per tale motivo collega la data del 10 di Tishri di Yom Kippur, giorno in cui Dio accetta il pentimento del popolo ebraico, con questa seconda consegna delle tavole della legge, in quanto dopo averle rotte Mosè risalì sul Sinai mentre il popolo si dedicava alla preghiera ed al pentimento e la ridiscesa dal monte con le nuove tavole è preso per atto certo con cui Dio sancì l'accettato pentimento del popolo.
Secondo un Midrash, il giorno di Yom Kippur è l'unico dei 365 giorni dell'anno in cui satana = Ha shatan , l'angelo del male, non può nuocere: ciò è collegato al valore numerico che hanno in sé per la gimatria le lettere di quel nome che arriva solo a 364.

= ( = 5) + ( = 300) + ( = 9) + ( = 50) = 364

Il potere del male ha origine dal dubbio che Dio non esista o che non si curi dell'uomo, perciò le tentazioni di satana vengono a smussarsi quando il fedele si sente riaccolto e perdonato fatto che per l'ebreo osservante avviene appunto almeno nel giorno di Yom Kippur.
Un midrash racconta che Dio fece quel giorno a satan la stessa domanda che fece nel libro di Giobbe: Il Signore disse a satana: "Da dove vieni? satana rispose al Signore: Da un giro sulla terra che ho percorsa. Il Signore disse a satana: Hai posto attenzione... (Giobbe 2,2.3) al popolo ebraico in che cosa è impegnato. Il satàn quindi andò e trovò che tutto il popolo ebraico era a digiuno e pregava. Vide che tutti erano vestiti di colore bianco ed erano avvolti nel 'tallìt' come sono avvolti gli angeli serafini. Subito il satan tornò pieno di vergogna alla Presenza Divina rispose: Ho visto che tutto il popolo ebraico era a digiuno e pregava, tutti erano vestiti di bianco avvolti nel tallìt come gli angeli serafini. Il Santo allora lo annullò e annunciò Vi ho perdonato."
Gli ebrei di origine spagnola, portoghese o nordafricana, i Sefarditi, chiamano questa festività il "Digiuno Bianco", ma non è un giorno triste.
In ricordo della tunica di lino di Aronne è indossata una tunica bianca (kitel in Yddish, kotonet bad in ebraico) che si usa in queste occasioni:
  • da alcune comunità a Ro'sh Ha Shanah e a Yom Kippur;
  • dall'officiante in sinagoga (Chazan) in alcune ricorrenze;
  • dai capi famiglia al Seder Pasquale;
  • dallo sposo quando è sotto al baldacchino nuziale (chuppah);
  • come sudario funebre per i morti.
Il bianco, abito degli angeli officianti, è simbolo di purezza e d'assenza di peccato, perciò quella tunica si usa a capodanno e a Yom Kippur, giorno di perdono, come pure nel giorno del matrimonio, perché la tradizione ritiene gli sposi perdonati nella condizione d'Adamo ed Eva prima del peccato.

Yom Kippur è celebrato come una festa e al proposito: "Disse Rabban Shim'on ben Gamaliel: "Per Israele non vi sono altri giorni lieti quanto il 15 del mese di Av (Pasqua) e il Giorno dell'Espiazione, perché in essi le figlie di Gerusalemme escono in abiti bianchi presi in prestito..." (Talmud Babilonese Ta'anit 26b)
Giovani e ragazze uscivano dalla città e si sceglievano le spose.
Le giovani potevano indossare solo vesti biance di lino, per non mettere in imbarazzo le più povere ed il corteo si portava alla casa del Sommo Sacerdote che organizzava un gran banchetto dopo che aveva cacciato Azazel.

C'è una parabola nei Vangeli che si aggancia a questa usanza di Yom Kippur relativa all'abito bianco delle nozze, che veniva dato gratis dal padrone di casa agli invitati nel giorno di nozze importanti, come le dava il Sommo Sacerdote alle ragazze nel giorno di kippur; si legge infatti: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire ... disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti." (Matteo 22,2-14)

(Certo come si poteva trovare agli angoli di strade e piazze gente già pronta con l'abito nuziale se non lo dava il capo di casa della festa?)

Anche i defunti sono considerati perdonabili del Giorno del Pentimento per intercessione dei penitenti.
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