LE FESTE EBRAICHE DELLA VENUTA DEL MESSIA
di Alessandro Conti Puorger
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GESÙ E LE FESTE DEL MESE DI TISHRI
Il cristianesimo spunta dall'ebraismo da cui nasce Gesù di Nazaret che prende l'occasione delle grandi feste ebraiche per segni importanti registrati dai Vangeli.
Alla luce di quanto commentato nei precedenti paragrafi rivisitiamo pagine importanti del N.T..
Non solo la Pasqua, ma tutte le feste ebraiche che comportano il pellegrinaggio a Gerusalemme hanno grande eco nei Vangeli.
Prescrive la Torah:
"Tre volte l'anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore tuo Dio, nel luogo che Egli avrà scelto: nella festa degli azzimi - Pesaci -, nella festa delle settimane - Shavuoth - e nella festa delle capanne: - Sukkoth - nessuno si presenterà davanti al Signore a mani vuote". (Dt. 16,16)
Nella tavola che segue sono indicati in nero gli episodi descritti da almeno due evangelisti, in rosso quelli da tre, in verde quelli descritti da tutti e quattro e in blu quelli che in qualche modo si possono ricondurre ai verdi.
Risultano così evidenti le principali differenze tra i Sinottici e il Vangelo detto di Giovanni e, nell'ambito dei Sinottici, la particolare impostazione di quello di Marco che ha inizio col battesimo di Gesù.
Da quel raffronto si ricava che il Vangelo di Giovanni, che com'è noto, sviluppa il racconto della predicazione tra sole due Pasque anziché su un periodo di tre anni, si differenzia dai sinottici per l'assenza tra l'altro:
- di narrazioni su nascita e infanzia di Gesù;
- di cenni agli episodi "tentazioni" e "trasfigurazione";
- la chiamata dei 12 apostoli;
- della istituzione della "eucaristia" e la presentazione nell'ambito dell'ultima cena della "lavanda dei piedi".
MOMENTO |
VANGELO |
N° |
Note |
Genealogia |
Matteo, Luca |
2 |
|
Nascita |
Matteo, Luca |
2 |
|
Infanzia |
Matteo, Luca |
2 |
Non gli stessi episodi |
Battesimo |
Matteo, Marco, Luca, Giovanni |
4 |
|
Tentazioni nel Deserto |
Matteo, Marco, Luca |
3 |
|
Discepoli, miracoli, insegnamenti |
Matteo, Marco, Luca, Giovanni |
4 |
Diversi La chiamata dei 12 è nei Sinottici |
Cammina sulle acque |
Matteo, Marco, Giovanni |
3 |
|
Trasfigurazione |
Matteo, Marco, Luca |
3 |
|
Cacciata dei venditori dal tempio |
Matteo, Marco, Luca, Giovanni |
4 |
|
Ingresso messianico a Gerusalemme |
Matteo, Marco, Luca, Giovanni |
4 |
|
Ultima cena |
Matteo, Marco, Luca, Giovanni |
4 |
|
Istituzione della eucaristia |
Matteo, Marco, Luca |
3 |
Giovanni racconta la "lavanda dei piedi" |
Passione, morte risurrezione |
Matteo, Marco, Luca, Giovanni |
4 |
|
Missione finale |
Matteo, Marco, Giovanni |
3 |
Luca negli Atti degli Apostoli |
Il Vangelo detto di Giovanni inizia richiamando la settimana della creazione del Genesi con quel "
In principio era il Verbo" (Gv. 1,1a) e sviluppa il primo capitolo precisando giorno per giorno l'attività di Gesù.
Se, in parallelo col racconto del Genesi, consideriamo primo giorno il "
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv. 1,9), il secondo giorno quando mandarono ad interrogare il Battista a cui segue, terzo giorno, "
Il giorno dopo, Giovanni..." di Gv. 1,29, contando gli altri giorni che come vedremo sono tutti ben scanditi, risulta che quello dell'episodio delle nozze di Cana, prefigura l'ottavo giorno; è cioè immagine della domenica eterna.
Quel tempo così scandito è anche indicazione della parabola dei giorni tra Yom Kippur e la festa di Sukkot o Capanne, che appunto sottende il tempo in cui era ed è atteso il Messia perché Giovanni vuole evidenziare che con Gesù l'attesa aveva trovato compimento.
Il battesimo nel Giordano di Gesù, nuovo Israele, è come il passaggio del Mar Rosso per quell'antico popolo, l'entrata nella vita nuova, alla libertà, sancisce l'inizio della vita pubblica, descritto, pur se con diversa ampiezza e dettagli, da tutti e quattro gli evangelisti.
Il Battista, si era ritirato nel deserto della Giudea, presso le steppe di Moab sulla sponda sinistra del Giordano, nella Perea e lì viveva da eremita, anzi da nazireo, cioè da separato e consacrato.
Con lui c'erano dei discepoli (Gv. 1,35), predicava "
Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino." (Mt. 3,1).
Il vangelo di Giovanni precisa che era la "
Betania, aldilà del Giordano" (Gv. 1,28b) per non confonderla col villaggio vicino a Gerusalemme ove abitavano Lazzaro, Marta e Maria, alle pendici orientali del Monte degli Ulivi.
La Betania, aldilà del Giordano è identificabile con l'antica Bet-Bara (Casa del passaggio) dalla parte opposta di Gerico rispetto al fiume ove c'è un guado importante e le carovane passavano da lì (Giudici 7,24), il guado di Hajlah poco più a nord rispetto al punto che la tradizione indica per il miracoloso passaggio all'asciutto dell'arca con Giosuè alla conquista della terra promessa.
In quel luogo venne anche Gesù per essere battezzato.
Il Vangelo di Matteo segnala: "Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e,
confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano." (Mt. 3,5.6)
Il Battista con veemenza invitava alla
teshuvah (penitenza/conversione) "Fate dunque frutti degni di conversione". (Mt. 3,8)
Marco precisa "si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il
perdono dei peccati." (Mc. 1,4)
Da Gerusalemme mandarono ad interrogare il Battista e "
Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse:
Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!" (Gv. 1,29)
Il giorno dopo, doveva essere importante quel tempo!
Giovanni comincia a scandire un tempo con la serie di notazioni che riporto:
- "Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: Ecco l'agnello di Dio! E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù." (Gv. 1,35-37)
- "Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi." (Gv. 1,43)
- "Tre giorni dopo, cioè ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli." (Gv. 1,1.2)
Si parla di conversione, di perdono dei peccati, di "agnello di Dio che toglie i peccati", si mette in evidenza che è un tempo preciso in cui si contano i giorni, e tutto ciò sta ad evidenziare che Gesù è il Messia atteso e quello è il tempo dell'ultimo anno previsto per la redenzione, il primo anno dell'epoca del Messia.
Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci? Gli rispose Gesù: Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico" (Gv. 1,48).
Natanaele evidentemente stava celebrando il tempo di Sukkot abitando nella capanna ed attendeva di cenare con un ospite spirituale (ushpizin), perciò era aperto all'attesa dei tempi messianici, e quale "...Israelita in cui non c'è falsità", fu pronto a replicare: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!", perché aveva vissuto con intensità quel tempo propizio al riconoscimento del Messia e lo stava attendendolo a cena.
Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!" e "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo".