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LE FESTE EBRAICHE DELLA VENUTA DEL MESSIA
di Alessandro Conti Puorger

DELLA FESTA DI CAPO DELL'ANNO
La festa di "Ro'sh Hashanah" , di cui è detto in Levitico 23,23-25 e in Num. 29,1-6, è l'inizio dell'anno liturgico ebraico.
Rosh Ha-Shanà è festeggiato i primi due giorni del mese di Tishri ed è il capodanno per la numerazione degli anni, per il computo dei giubilei, per la validità dei documenti, corrisponde agli inizi della vendemmia a metà settembre alla luna nuova.
Tishri (nome babilonese postesilico), già Etanim (1Re 8,2), è il settimo mese lunare di Nisan dell'Esodo, mese questo ultimo della Pasqua.

In questo mio Sito sto portando avanti, trasformando da tesi a fatto compiuto, quanto relativo all'idea espressa in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche", cioè che in tali scritti non solo conta ogni parola, ma ogni lettera; infatti, queste evocano con la loro grafica precise immagini.

Ora luna nuova in ebraico è "coesoe'" e quelle lettere descrivono proprio il ciclo della luna che da falce diviene piene così 1° volta , cioè = prima volta

Per il Talmud e la la tradizione in questo mese:
  • fu creato l'uomo;
  • dopo Noè la storia riniziò dopo la vendemmia;
  • nacquero Abramo, Isacco e Giacobbe;
  • avverrà la redenzione Messianica;
  • i sei giorni della creazione iniziarono il 25 di Elùl;
  • l'uomo venne creato il 1° di Tishri;
  • nel settembre del 2000 erano trascorsi 5761 dalla creazione dell'uomo.
Nel calendario israelita, l'anno era di dodici mesi lunari di 29-30 giorni, da una nuova luna (neomenia) ad un'altra come ricorda il Siracide: "...la luna sempre puntuale nelle sue fasi regola i mesi e determina il tempo. Dalla luna dipende l'indicazione delle feste, luminare che decresce fino alla sua scomparsa. Da essa il nome prende il nome..." (Sir. 43,6-8)
Alla sera del 29° giorno iniziava il nuovo mese se si scorgeva la nuova falce di luna, altrimenti il mese aveva trenta giorni, perché: "Per segnalare le stagioni hai fatto la luna e il sole che conosce il suo tramonto." (Sal. 104,19)
C'erano addetti sulle alture del territorio che scrutavano il cielo e accendevano fuochi per avvisare lo scorgere della falce nel cielo; oggi però la festa dura due giorni, perché essendo gli ebrei sparsi in tutto il mondo, non da tutte le parti del la luna nuova sorge lo stesso giorno.
Con i mesi lunari si coprono 12x29,5 = 354 giorni e per raccordare l'anno lunare al solare e mantenere corrispondenza con le stagioni, ogni due o tre anni (7 volte in 19 anni) s'aggiunge un secondo mese Adar.

Nell'A.T. sono ricordati i seguenti mesi d'origine antica:
  • 'abib, cananeo (Es. 13,4) mese della spiga, 1° di primavera mese dell'esodo;
  • ziv, fenicio (1Re 6,1), "dello splendore dei fiori", 2° mese di primavera;
  • 'éthanìm, fenicio (1Re 8,2), mese autunnale, del ruscello (acqua solo nei fiumi);
  • bul, fenicio (1Re 6,38), ottavo mese, pioggia, prodotto.
Dopo l'esilio gli Israeliti adottarono il calendario accadico o babilonese ed i mesi ebbero questi nomi nelle varie stagioni:
  • primavera, abib = nisan, ijjar = ziv, sivan;
  • estate, tammuz, ab, elul;
  • autunno, tishri = 'ètanim, marchesvan = bul, kisleu;
  • inverno, tebet, sebat, adar e eventuale ve-adar.
Nella Torah si legge:
  • dal Levitico "Il Signore disse a Mosè: Parla agli Israeliti e ordina loro: nel settimo mese, il primo giorno del mese sarà per voi riposo assoluto , una proclamazione fatta a suon di tromba, una santa convocazione . Non farete alcun lavoro servile e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore." (Lev. 23,22-25)
  • dai Numeri "Il settimo mese, il primo giorno del mese terrete una sacra adunanza; non farete alcun lavoro servile; sarà per voi il giorno dell'acclamazione con le trombe . Offrirete in olocausto di soave odore al Signore un giovenco, un ariete, sette agnelli dell'anno senza difetti; in oblazione, fior di farina intrisa in olio: tre decimi per il giovenco, due decimi per l'ariete, un decimo per ciascuno dei sette agnelli e un capro, in sacrificio espiatorio, per il rito espiatorio per voi; oltre l'olocausto del mese con la sua oblazione e l'olocausto perenne con la sua oblazione e le loro libazioni, secondo il loro rito. Sarà un sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore." (Num. 29,1-6)
In entrambi quei brani è ripetuto che è "un giorno di suono di tromba (Teru'a)", perciò uno dei nomi della festa è "Yom Teru'a ", giorno di suono dello shofar , il grande corno, quello di cui è detto nella pericope relativa all'anno di giubileo: "Conterai anche sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese, farai squillare la tromba dell'acclamazione ; nel giorno dell'espiazione farete squillare la tromba per tutto il paese. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi giubileo"(Lev. 25,8-10)
Per rispetto al comando biblico a capo d'anno è suonata la tromba per il raduno ad annuncio di un tempo favorevole per accogliere la misericordia del Signore. Quella tromba shofar ricorda:
  • l'episodio biblico del "sacrificio d'Isacco" (Gen. 22) quando, il monte Moria ove ora c'è il Tempio da cui si suonava il Shofar, fu definito il monte su cui "Il Signore provvede" perché Dio nel sacrificio sostituì ad Isacco un montone le cui corna, appunto shofar, erano restate impigliate in un roveto;
  • il Grande Shofar, annunciatore dei tempi messianici, citato in Isaia "In quel giorno suonerà la grande tromba", verranno gli sperduti nel paese d'Assiria e i dispersi nel paese d'Egitto: Essi si prostreranno al Signore sul monte santo, in Gerusalemme." (Is. 27,13).
Come evidenziato la festa ruota attorno al numero sette, ed anche il giubileo è al termine di sette volte sette anni, riferimento chiaro ai sette giorni della creazione, richiamo, perciò a quell'atto iniziale ed alla creazione dell'uomo.
Si apre un tempo, preceduto da un mese di maggiore attenzione per le prescrizioni di beneficenze, in cui l'uomo è chiamato a riflessione per affrontare con rinnovamento spirituale un altro scorcio di vita che potrebbe essere l'ultimo.
Da quel giorno è come se il Signore riaprisse il libro della storia dell'uomo e dicesse facciamo un il bilancio di ciascuno e vediamo come sta e facciamo un atto capace di dargli un efficace rinnovamento; infatti, il mese di Tishri apre il segno zodiacale della "Bilancia" legato alla lettera .

Altre festività in cui segno zodiacale pare ben collegabile sono:
  • hanukkà, miracolo delle luci il pirsum ha-nes, nel Sagittario, lettera ebraica samek , in sintonia con la personalità dei nati nel periodo che amano rendere noti i propri fatti;
  • Tu Bi-Shvat, festa degli alberi o del risveglio della natura, nell'Acquario, lettera ebraica sade , in sintonia con la creatività dei nati nel periodo.
Rosh Ha-Shanah è detto anche Yom Ha Din, giorno in cui si apre il giudizio.

Nel Talmud Babilonese è scritto che a Rosh Ha-Shanà tutte le creature sono davanti al Signore; cioè passano davanti a Dio come gregge davanti al pastore, per entrare nell'ovile, e Dio, scruta le azioni che hanno compiuto nel corso dell'anno precedente e giudica l'operato di ciascuno.
Tre libri sono aperti davanti a Dio nel giorno di Rosh Hashanà: uno per i giusti completi, uno per i malvagi completi e uno per quelli che stanno a metà strada, che non sono, cioè, né totalmente giusti, né totalmente malvagi (i Benonìm).
I giusti sono scritti subito nel libro della vita, i malvagi nel libro della morte e coloro e sui Benonim Dio attende a dare il giudizio fino a Yom Kippùr e se avranno fatto teshuvah (penitenza) nei giorni da Rosh Hashanà a Yom Kippùr, allora saranno scritti nel libro della vita; altrimenti nel libro della morte.

LA FESTA DI YOM KIPPUR
Vediamo come questa festa è descritta nella Torah.
  • Levitico (23,26-32): "Il Signore disse ancora a Mosè: Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno dell'espiazione ; terrete una santa convocazione, vi mortificherete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. In quel giorno non farete alcun lavoro; poiché è il giorno dell'espiazione, per espiare per voi davanti al Signore, vostro Dio. Ogni persona che non si mortificherà in quel giorno, sarà eliminata dal suo popolo. Ogni persona che farà in quel giorno un qualunque lavoro, io la eliminerò dal suo popolo. Non farete alcun lavoro. È una legge perenne di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete. Sarà per voi un sabato di assoluto riposo e dovrete mortificarvi: il nono giorno del mese, dalla sera alla sera dopo, celebrerete il vostro sabato."
  • Numeri (29,7-11): "Il decimo giorno di questo settimo mese terrete una sacra adunanza e vi mortificherete; non farete alcun lavoro e offrirete in olocausto di soave profumo al Signore un giovenco, un ariete, sette agnelli dell'anno senza difetti; come oblazione, fior di farina intrisa in olio: tre decimi per il giovenco, due decimi per l'ariete, un decimo per ciascuno dei sette agnelli e un capro in sacrificio espiatorio, oltre il sacrificio espiatorio proprio del rito dell'espiazione e oltre l'olocausto perenne con la sua oblazione e le loro libazioni."
La festa ha inizio al tramonto del decimo giorno di Tishri e dura fino alle prime stelle della notte successiva, circa 26 ore.
Tra le due date di Ro'sh Hashanah e Yom Kippur passano sette giorni che con i due di Rosh Ha-Shanà e quello di Yom Kippur sono "i dieci giorni penitenziali" gli Yamim Noraim, "i giorni terribili".
Alla vigilia ed all'alba del giorno che precede il giorno di Kippur vige l'uso in molte comunità di fare le Kapparot (espiazione) ora di solito con elemosine.
Gli osservanti sono soliti ad anticipare il digiuno del giorno di Yon Kippur con un bagno rituale in acqua piovana o di sorgente ed il battesimo del Battista s'inquadra in tale contesto.
L'idea è tornare al venerdì della creazione a prima del peccato in quanto questo decimo giorno di Tishri è istituito dalla Torah per espiare i peccati commessi verso Dio e verso al prossimo nell'anno trascorso.
Il pentimento, la teshuvà , infatti, ha interno il radicale di "tornare" e tale precetto del pentimento o della conversione ha il potere di un ritorno ed annulla le colpe dell'uomo in quanto Dio cancella i peccati commessi.
Quanto il Signore disse a Mosè sul rito d'espiazione è al Capitolo 16 del Levitico; in estrema sintesi Aronne entrerà nel santuario con la tunica di lino prenderà due capri per un sacrificio espiatorio e li farà stare davanti al Signore all'ingresso della tenda del convegno su cui getterà le sorti.
Il capro toccato in sorte al Signore l'offrirà in sacrificio espiatorio, quello di Azazel sarà posto vivo davanti al Signore, Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra tutti i peccati, le iniquità e le trasgressioni degli Israeliti e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato, lo manderà nel deserto da Azazel.

"Questa sarà per voi legge perenne: una volta all'anno, per gli Israeliti, si farà l'espiazione di tutti i loro peccati" (Lv. 16,34); centro della liturgia è la confessione dei peccati (come nell'ora della morte) ed in effetti Dio stesso si fa carico del peccato lo prende su di se e lo toglie all'uomo.

All'epoca del Tempio dopo aver sacrificato un capro in segno d'espiazione per i peccati del popolo, inviato nel deserto il capro espiatorio con tutte le colpe d'Israele come suddetto, purificato il santuario con aspersione del sangue, il Gran Sacerdote entrava nel Santo dei Santi ove pronunciava il Nome ineffabile.

Con la distruzione del Tempio del 70 d.C. per Yom Kippur "Nonostante nessun sacrificio verrà offerto, il giorno manterrà il suo proprio effetto di espiazione" (Midrash "Sifra", Emor, xiv) ed il pentimento resta significato base dell'espiazione e la confessione è la condizione per l'espiazione.
Il Talmud osserva anche "Il Giorno del Pentimento assolve dalle colpe di fronte a Dio, ma non di fronte alla persona offesa fin quando non s'ottiene il perdono esplicito dalla stessa" (Yoma. 9).
Il migliore sacrificio che l'ebreo possa fare è terminare ogni disputa o litigio alla veglia del giorno di digiuno.
È così necessario riconciliarsi con chi si ha avuto questioni, si va a visitarlo prima della festività con almeno tre testimoni e si chiedere il perdono per le offese arrecate e, se nel frattempo fosse deceduto, ci si porta alla tomba e si fa una dichiarazione davanti a un gruppo di almeno10 persone.

Così gli ebrei osservanti in sinagoga, dopo intima intensa introspezione preceduta da atti concreti di sacrificio personali confessano i propri peccati. Se ne deduce che ha senso pronunciare "io sono" se si prova a lavorare su sé stesso onde si comincia a conoscere qualche aspetto di Dio.
Al suono del corno c'è l'augurio di saluto "l'anno prossimo Gerusalemme.

Nel libro dell'Esodo dopo l'episodio del "Vitello d'oro" che è il peccato del popolo, sviluppo societario del prototipo del peccato di Adamo ed Eva, si legge:

"Il giorno dopo Mosè disse al popolo: Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa. Mosè ritornò dal Signore e disse: Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro. Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto! Il Signore disse a Mosè: Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me." (Es. 32,30-33)

La tradizione ebraica per tale motivo collega la data del 10 di Tishri di Yom Kippur, giorno in cui Dio accetta il pentimento del popolo ebraico, con questa seconda consegna delle tavole della legge, in quanto dopo averle rotte Mosè risalì sul Sinai mentre il popolo si dedicava alla preghiera ed al pentimento e la ridiscesa dal monte con le nuove tavole è preso per atto certo con cui Dio sancì l'accettato pentimento del popolo.
Secondo un Midrash, il giorno di Yom Kippur è l'unico dei 365 giorni dell'anno in cui satana = Ha shatan , l'angelo del male, non può nuocere: ciò è collegato al valore numerico che hanno in sé per la gimatria le lettere di quel nome che arriva solo a 364.

= ( = 5) + ( = 300) + ( = 9) + ( = 50) = 364

Il potere del male ha origine dal dubbio che Dio non esista o che non si curi dell'uomo, perciò le tentazioni di satana vengono a smussarsi quando il fedele si sente riaccolto e perdonato fatto che per l'ebreo osservante avviene appunto almeno nel giorno di Yom Kippur.
Un midrash racconta che Dio fece quel giorno a satan la stessa domanda che fece nel libro di Giobbe: Il Signore disse a satana: "Da dove vieni? satana rispose al Signore: Da un giro sulla terra che ho percorsa. Il Signore disse a satana: Hai posto attenzione... (Giobbe 2,2.3) al popolo ebraico in che cosa è impegnato. Il satàn quindi andò e trovò che tutto il popolo ebraico era a digiuno e pregava. Vide che tutti erano vestiti di colore bianco ed erano avvolti nel 'tallìt' come sono avvolti gli angeli serafini. Subito il satan tornò pieno di vergogna alla Presenza Divina rispose: Ho visto che tutto il popolo ebraico era a digiuno e pregava, tutti erano vestiti di bianco avvolti nel tallìt come gli angeli serafini. Il Santo allora lo annullò e annunciò Vi ho perdonato."
Gli ebrei di origine spagnola, portoghese o nordafricana, i Sefarditi, chiamano questa festività il "Digiuno Bianco", ma non è un giorno triste.
In ricordo della tunica di lino di Aronne è indossata una tunica bianca (kitel in Yddish, kotonet bad in ebraico) che si usa in queste occasioni:
  • da alcune comunità a Ro'sh Ha Shanah e a Yom Kippur;
  • dall'officiante in sinagoga (Chazan) in alcune ricorrenze;
  • dai capi famiglia al Seder Pasquale;
  • dallo sposo quando è sotto al baldacchino nuziale (chuppah);
  • come sudario funebre per i morti.
Il bianco, abito degli angeli officianti, è simbolo di purezza e d'assenza di peccato, perciò quella tunica si usa a capodanno e a Yom Kippur, giorno di perdono, come pure nel giorno del matrimonio, perché la tradizione ritiene gli sposi perdonati nella condizione d'Adamo ed Eva prima del peccato.

Yom Kippur è celebrato come una festa e al proposito: "Disse Rabban Shim'on ben Gamaliel: "Per Israele non vi sono altri giorni lieti quanto il 15 del mese di Av (Pasqua) e il Giorno dell'Espiazione, perché in essi le figlie di Gerusalemme escono in abiti bianchi presi in prestito..." (Talmud Babilonese Ta'anit 26b)
Giovani e ragazze uscivano dalla città e si sceglievano le spose.
Le giovani potevano indossare solo vesti biance di lino, per non mettere in imbarazzo le più povere ed il corteo si portava alla casa del Sommo Sacerdote che organizzava un gran banchetto dopo che aveva cacciato Azazel.

C'è una parabola nei Vangeli che si aggancia a questa usanza di Yom Kippur relativa all'abito bianco delle nozze, che veniva dato gratis dal padrone di casa agli invitati nel giorno di nozze importanti, come le dava il Sommo Sacerdote alle ragazze nel giorno di kippur; si legge infatti: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire ... disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti." (Matteo 22,2-14)

(Certo come si poteva trovare agli angoli di strade e piazze gente già pronta con l'abito nuziale se non lo dava il capo di casa della festa?)

Anche i defunti sono considerati perdonabili del Giorno del Pentimento per intercessione dei penitenti.

LA FESTA DI SUCCOT O DEI TABERNACOLI
Di questa festa è detto così nello stesso in Levitico 23,33-44:

"Il Signore aggiunse a Mosè: Parla agli Israeliti e riferisci loro: Il quindici di questo settimo mese sarà la festa delle capanne per sette giorni, in onore del Signore. Il primo giorno vi sarà una santa convocazione; non farete alcun lavoro servile. Per sette giorni offrirete vittime consumate dal fuoco in onore del Signore. L'ottavo giorno terrete la santa convocazione e offrirete al Signore sacrifici consumati con il fuoco. È giorno di riunione; non farete alcun lavoro servile. - (omissis inciso dei versetti 37-38) - Ora il quindici del settimo mese, quando avrete raccolto i frutti della terra, celebrerete una festa al Signore per sette giorni; il primo giorno sarà di assoluto riposo e così l'ottavo giorno. Il primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori: rami di palma, rami con dense foglie e salici di torrente e gioirete davanti al Signore vostro Dio per sette giorni. Celebrerete questa festa in onore del Signore, per sette giorni, ogni anno. È una legge perenne di generazione in generazione. La celebrerete il settimo mese. Dimorerete in capanne per sette giorni; tutti i cittadini d'Israele dimoreranno in capanne, perché i vostri discendenti sappiano che io ho fatto dimorare in capanne gli Israeliti, quando li ho condotti fuori dal paese d'Egitto. Io sono il Signore vostro Dio. E Mosè diede così agli Israeliti le istruzioni relative alle solennità del Signore."

Quel "quando avrete raccolto i frutti della terra" ricorda che l'origine della festa è da cercare nel ciclo delle feste stagionali della vendemmia e dei frutti come la Pasqua della prima spiga, dei pani azzimi, dei primi agnelli e dei primogeniti ebrei risparmiati e come Pentecoste è la festa della mietitura, associata poi alla consegna della Legge sul Sinai.
Questa festa ricorda l'esodo, infatti, il testo che la istituisce propone Dio che dice "li ho condotti fuori dal paese d'Egitto".
La festa è chiamata "tempo della nostra gioia o Shimhat Torah", in quanto dice "gioirete davanti al Signore" durante sette giorni all'aria aperta; infatti, si costruiscono capanne fuori delle case e presso le sinagoghe e vi si abita per ricordare i ricoveri degli ebrei durante i 40 anni di cammino nel deserto solo all'ombra protezione di Dio.
Si mangia nelle Sukkot e i più religiosi vi dormono.
Queste capanne o (sukkot e al singolare sukkah ) secondo i rabbini debbono avere due pareti intere ed una parziale e c'è la voluta presentazione della lettera ebraica , cioè che deriva dal segno egiziano d'un recinto aperto, un riparo di canne, un campo, uno spazio, la campagna, l'esterno e che rappresenta perciò la vita nel deserto.
Considerato che la lettera rappresenta l'essere e la lettera sia deserto che capanna, "stando nel deserto portarsi ? in recinto aperto/capanna " è descrivere il nome Iahwè .
Dopo il giorno di Yom Kippur si inizia a costruire la capanna con pareti coperte di materiale che non voli col vento, in genere di ramaglie frasche (skenai) dello stesso tipo di quelle ricordate nel passo del Levitico, non bloccate sotto e deve avere un tetto fatto di qualche cosa che è cresciuto dalla terra da cui si debbono vedere le stelle, e deve far solo ombra e fa passare la pioggia.
"L'ottavo giorno terrete la santa convocazione", vale a dire dopo un tempo di una settimana intera corrispondente ad un ciclo di innovamento totale che sottende la settimana della creazione del Capitolo 1 del Genesi e l'8° giorno è festeggiato il giorno della perfezione della vita eterna.
Per la gimatria il numero 8 in sintesi ha attinenza con il Nome di Iahwèh, perché

= ( =10) + ( =5) + ( =6) + ( =5) = 26

e sommando le due cifre si ha 8.
È questo il tempo che le persone cercano il perdono una dall'altra per litigi o questioni avute nell'anno e si ricompongono le relazioni.
L'ultimo giorno di sukkot, Hosha'anà Rabbah, si conclude il giudizio annuale iniziato a R'osh Hashanà aiutato dalla confessione e dal perdono di Kippur.
Tra la festa del perdono ed il tempo finale di Sukkot, infatti, c'è un tempo per far pace onde venire giudicati favorevolmente, perché la teshuvah (penitenza), la tefillà (preghiera) e la tzedakà (carità) cancellano il decreto negativo e ristabiliscono l'armonia nel cuore dell'uomo e nel creato.
"l primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori " (Lev. 23,40) e per alberi migliori è stato interpretato siano i cedri perché "Si saziano gli alberi del Signore, i cedri del Libano da lui piantati." (Sal. 104,16)
Si forma, quindi, un mazzo paricolare, il Lulav, un ramo di palma, due di mirto e tre di salice e un rametto di cedro con un frutto Etrog o di agrume nato nella terra d'Israele, che simbolizza il frutto dell'albero della vita, e si tengono nelle mani nelle preghiere e al canto dell'Alleluia e degli Osanna con in una mano il lulab e con l'altra l'etrog scossi nelle quattro direzioni si fa una processione in sinagoga attorno alla bimah, la piattaforma su cui c'è l'ambone da cui si legge la Torah (prima del 70 a.C., l'ottavo giorno, i celebranti giravano attorno l'altare).
Quel giorno della festa dei Tabernacoli, è preannuncio del Paradiso.
In quel giorno si facevano libagioni d'acqua per ottenere la pioggia.

È da ricordare che "Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui..." (Gv. 7,37-39)

LA FESTA DELLE CAPANNE E IL MESSIA
La festa pare avere proprio uno stretto collegamento con l'attesa messianica che i Vangeli sanciscono compiuta in Gesù di Nazaret.
Il perché è forse il desiderio del ritorno di tempi mitici, del regno di Davide proiettato in un'instaurazione eterna col rinnovamento dell'alleanza in un Regno universale, perché al tempo del Messia tutti i gentili giungeranno a riconoscere l'unico vero Dio e per i rabbini Succot è una festa che si rivolge anche ai gentili.
Nel Tempio venivano offerti in sacrificio settanta tori per le (ritenute) settanta nazioni del mondo che nell'era messianica tutte saliranno a Gerusalemme a celebrare sukkot per affermare la loro fede in Dio a guida del mondo.

Dice così il profeta Isaia: "Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri. Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra." (Is. 2,2-4)

È importante ricordare che ognuna delle sette sere di Sukkot, a turno sono invitati nella capanna idealmente come ospiti personaggi biblici (ushpizin in aramaico) Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Aronne, Elia, Davide ... sette pastori fedeli, ma se non si invita anche dei poveri alla mensa gli ospiti spirituali se ne vanno sdegnati per mancanza d'ospitalità.
L'ultimo ospite è Davide, simbolo del re Messia.
Il profeta Zaccaria, con chiaro riferimento a ta festa nel Capitolo 14 propone:
  • 1 - Ecco, viene un giorno per il Signore;
  • 5 - Verrà allora il Signore mio Dio e con lui tutti i suoi santi;
  • 8 - In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme;
  • 9 - Il Signore sarà re di tutta la terra;
  • 16 - Allora fra tutte le genti che avranno combattuto contro Gerusalemme, i superstiti andranno ogni anno per adorare il re, il Signore degli eserciti, e per celebrare la solennità delle capanne.
Il Salmo 128 della processione solenne in cui l'ottavo giorno, gli Ebrei si muovevano attorno all'altare col lulab e l'etrog fa chiaro richiamo a questa festa e al Messia: "Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso. Dona, Signore, la tua salvezza, dona, Signore, la vittoria! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. Dio, il Signore è nostra luce. Ordinate il corteo con rami frondosi fino ai lati dell'altare. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto. Celebrate il Signore, perché è buono: perché eterna è la sua misericordia." (Sal. 118,24-29)
La comunità ebraica ed il singolo fedele, così, chiamati a fare bilancio, fatta penitenza, confessati i peccati, perdonati, fanno festa ed abitano nelle capanne come giusti riportatati nel paradiso terrestre.
Il profeta Isaia pensa ai tempi messianici quando dice: "Ma infine in noi sarà infuso uno spirito dall'alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza. Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri." (Isaia 32,15-18)
Quelle abitazioni tranquille sono gli skenai , le capanne di rami, i tabernacoli, le sukkot della festa delle capanne, segno delle dimore dei giusti nei tempi messianici.

QUALCHE OSSERVAZIONE SULLE LETTERE
Prima di vedere come tali feste abbiano avuto influenza nei Vangeli evidenzio alcuni particolari letture di alcune parole ebraiche che caratterizzano tali feste, ma col criterio di leggerle lettera per lettera secondo i significati e le regole, sempre da me rispettati, inseriti in "Parlano le lettere" sviluppati secondo l'idea di cui "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche".

Parto dai mesi:
  • Tishri = Segno/tempo che la risurrezione dei corpi ci sarà = tempo in cui la risurrezione dei corpi ci sarà.
  • Etanim = Riverrà () con gli angeli per stare tra i viventi = Aton sarà tra i viventi
Il capro espiatorio accende molte idee sulla storia del Messia, "illumina la cittą " e "risorge in città " e ricorda l'Apocalisse e la nuova Gerusalemme ove dice che questa Cittą non ha bisogno della luce del sole e della luna; letto alla rovescia si ha "corpo di Gesł".

(NOTA: Quanto tra parentesi modificare così):

all'interno si ha corpo di Gesù .

"Ro'sh Hashanah" porta il pensiero a "Si vedrà il Rosorto rientrare per rinnovare () il mondo " e "Dal corpo di una donna () nel mondo il rinnovamento () uscirà ".

"Il settimo mese, il primo giorno del mese" fa nascere altre considerazioni grazie alle lettere: "A casa dell'Uno ( = ) risorti dall'essere in esilio () dove stavano si vedranno stare del Potente nell'assemblea per l'aiuto del Risorto ".

"Riposo assoluto" ne può essere una conferma: "Lo stare in esilio () finirà , li porterà tra gli angeli ".

"Una santa convocazione" anche queste lettere aprono ad idee del Vangelo: "Nei viventi verserà nei corpi dell'Unico la Santità ", "Nella putredine ai corpi l'Unico rovescerà l'aiuto della risurrezione ".

"Il giorno dell'acclamazione con le trombe" , quel suonare risveglia i morti. "La forza riporterà ai morti nei corpi e si rivedranno uscire " e il corno, lo Shofar , conferma: "la risurrezione porterà il Verbo ai corpi ".

"La festa delle capanne" ci può portare con la mente sul Golgota: "Dal chiuso scorrerà dal foro per l'asta , la rettitudine recherà il Crocifisso " e pensando agli "Alberi migliori" usati in quella festa si ha "Dal legno uscirà l'aiuto per i corpi ", "Si vedranno salire del mondo le generazioni ".

"Si saziano gli alberi del Signore, i cedri del Libano da lui piantati." (Sal. 104,16)



"Sarà nel settimo (alla fine del settimo giorno) a riportarsi , si vedrà giù ristare il Signore col primitivo corpo . Questi è del Potente il Figlio ; si riporterà con gli angeli che per l'Unico risorgerà i corpi ; l'energia dal cuore azionerà ."

Il Signore si fa uomo, lo dicono in un certo senso anche le lettere:

GESÙ E LE FESTE DEL MESE DI TISHRI
Il cristianesimo spunta dall'ebraismo da cui nasce Gesù di Nazaret che prende l'occasione delle grandi feste ebraiche per segni importanti registrati dai Vangeli.
Alla luce di quanto commentato nei precedenti paragrafi rivisitiamo pagine importanti del N.T..
Non solo la Pasqua, ma tutte le feste ebraiche che comportano il pellegrinaggio a Gerusalemme hanno grande eco nei Vangeli.

Prescrive la Torah:

"Tre volte l'anno ogni tuo maschio si presenterà davanti al Signore tuo Dio, nel luogo che Egli avrà scelto: nella festa degli azzimi - Pesaci -, nella festa delle settimane - Shavuoth - e nella festa delle capanne: - Sukkoth - nessuno si presenterà davanti al Signore a mani vuote". (Dt. 16,16)

Nella tavola che segue sono indicati in nero gli episodi descritti da almeno due evangelisti, in rosso quelli da tre, in verde quelli descritti da tutti e quattro e in blu quelli che in qualche modo si possono ricondurre ai verdi.
Risultano così evidenti le principali differenze tra i Sinottici e il Vangelo detto di Giovanni e, nell'ambito dei Sinottici, la particolare impostazione di quello di Marco che ha inizio col battesimo di Gesù.
Da quel raffronto si ricava che il Vangelo di Giovanni, che com'è noto, sviluppa il racconto della predicazione tra sole due Pasque anziché su un periodo di tre anni, si differenzia dai sinottici per l'assenza tra l'altro:
  • di narrazioni su nascita e infanzia di Gesù;
  • di cenni agli episodi "tentazioni" e "trasfigurazione";
  • la chiamata dei 12 apostoli;
  • della istituzione della "eucaristia" e la presentazione nell'ambito dell'ultima cena della "lavanda dei piedi".

MOMENTO

VANGELO

Note

Genealogia

Matteo, Luca

2

 

Nascita

Matteo, Luca

2

 

Infanzia

Matteo, Luca

2

Non gli stessi
episodi

Battesimo

Matteo, Marco, Luca, Giovanni

4

 

Tentazioni
nel Deserto

Matteo, Marco, Luca

3

 

Discepoli, miracoli, insegnamenti

Matteo, Marco, Luca, Giovanni

4

Diversi
La chiamata dei 12 è nei Sinottici

Cammina
sulle acque

Matteo, Marco, Giovanni

3

 

Trasfigurazione

Matteo, Marco, Luca

3

 

Cacciata
dei venditori
dal tempio

Matteo, Marco, Luca, Giovanni

4

 

Ingresso messianico a
Gerusalemme

Matteo, Marco, Luca, Giovanni

4

 

Ultima cena

Matteo, Marco, Luca, Giovanni

4

 

Istituzione della eucaristia

Matteo, Marco, Luca

3

Giovanni racconta la "lavanda
dei piedi"

Passione, morte risurrezione

Matteo, Marco, Luca, Giovanni

4

 

Missione finale

Matteo, Marco, Giovanni

3

Luca negli
Atti degli Apostoli


Il Vangelo detto di Giovanni inizia richiamando la settimana della creazione del Genesi con quel "In principio era il Verbo" (Gv. 1,1a) e sviluppa il primo capitolo precisando giorno per giorno l'attività di Gesù.
Se, in parallelo col racconto del Genesi, consideriamo primo giorno il "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv. 1,9), il secondo giorno quando mandarono ad interrogare il Battista a cui segue, terzo giorno, "Il giorno dopo, Giovanni..." di Gv. 1,29, contando gli altri giorni che come vedremo sono tutti ben scanditi, risulta che quello dell'episodio delle nozze di Cana, prefigura l'ottavo giorno; è cioè immagine della domenica eterna.
Quel tempo così scandito è anche indicazione della parabola dei giorni tra Yom Kippur e la festa di Sukkot o Capanne, che appunto sottende il tempo in cui era ed è atteso il Messia perché Giovanni vuole evidenziare che con Gesù l'attesa aveva trovato compimento.
Il battesimo nel Giordano di Gesù, nuovo Israele, è come il passaggio del Mar Rosso per quell'antico popolo, l'entrata nella vita nuova, alla libertà, sancisce l'inizio della vita pubblica, descritto, pur se con diversa ampiezza e dettagli, da tutti e quattro gli evangelisti.
Il Battista, si era ritirato nel deserto della Giudea, presso le steppe di Moab sulla sponda sinistra del Giordano, nella Perea e lì viveva da eremita, anzi da nazireo, cioè da separato e consacrato.
Con lui c'erano dei discepoli (Gv. 1,35), predicava "Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino." (Mt. 3,1). Il vangelo di Giovanni precisa che era la "Betania, aldilà del Giordano" (Gv. 1,28b) per non confonderla col villaggio vicino a Gerusalemme ove abitavano Lazzaro, Marta e Maria, alle pendici orientali del Monte degli Ulivi.
La Betania, aldilà del Giordano è identificabile con l'antica Bet-Bara (Casa del passaggio) dalla parte opposta di Gerico rispetto al fiume ove c'è un guado importante e le carovane passavano da lì (Giudici 7,24), il guado di Hajlah poco più a nord rispetto al punto che la tradizione indica per il miracoloso passaggio all'asciutto dell'arca con Giosuè alla conquista della terra promessa.
In quel luogo venne anche Gesù per essere battezzato.
Il Vangelo di Matteo segnala: "Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano." (Mt. 3,5.6)
Il Battista con veemenza invitava alla teshuvah (penitenza/conversione) "Fate dunque frutti degni di conversione". (Mt. 3,8)
Marco precisa "si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati." (Mc. 1,4)
Da Gerusalemme mandarono ad interrogare il Battista e "Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!" (Gv. 1,29)
Il giorno dopo, doveva essere importante quel tempo!

Giovanni comincia a scandire un tempo con la serie di notazioni che riporto:
  • "Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: Ecco l'agnello di Dio! E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù." (Gv. 1,35-37)
  • "Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi." (Gv. 1,43)
  • "Tre giorni dopo, cioè ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli." (Gv. 1,1.2)
Si parla di conversione, di perdono dei peccati, di "agnello di Dio che toglie i peccati", si mette in evidenza che è un tempo preciso in cui si contano i giorni, e tutto ciò sta ad evidenziare che Gesù è il Messia atteso e quello è il tempo dell'ultimo anno previsto per la redenzione, il primo anno dell'epoca del Messia.
Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci? Gli rispose Gesù: Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico" (Gv. 1,48).
Natanaele evidentemente stava celebrando il tempo di Sukkot abitando nella capanna ed attendeva di cenare con un ospite spirituale (ushpizin), perciò era aperto all'attesa dei tempi messianici, e quale "...Israelita in cui non c'è falsità", fu pronto a replicare: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!", perché aveva vissuto con intensità quel tempo propizio al riconoscimento del Messia e lo stava attendendolo a cena.
Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!" e "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo".

IL SOGNO DI GIACOBBE
Si attuerà, cioè, il sogno di Giacobbe raccontato dal libro del Genesi (28,10-22) in questo modo:

"Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco il Signore gli stava davanti e disse: Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza. La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra. Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t'ho detto. Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo. Ebbe timore e disse: Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo. Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. Giacobbe fece questo voto: Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima."

Una nota interessante:
  • la preghiera degli ebrei dopo il tramonto - Maariv - è considera istituita da Gicobbe con riferimento a tale episodio il che fa comprendere come quel sogno è profondamente entrato nell'immaginario ebraico;
  • Luz, mandorlo o noce, ma la tradizione ebraica con tale nome definisce anche un osso dalla forma di mandorla alla base della colonna verticale, che sarebbe come un seme, considerato indistruttibile intorno al quale secondo la Cabbalah si formerà un nuovo corpo alla risurrezione dei morti e quell'osso si nutre solo dal cibo mangiato alla cena di chiusura dei Sabati in cui si attende la venuta della regina del sabato melavveh malkah.
Per la risurrezione dei morti, in ebraico" techiyyat hametim" il credo tradizionale ebraico, accettato dai farisei al tempo di Gesù, è che i al tempo del Messia i morti si alzeranno dalle loro tombe e torneranno in vita per essere giudicati da Dio nel Giorno del Giudizio. Prima dell risurrezione Elia suonerà il grande shofar sul Monte degli Ulivi. La risurrezione avverrà con la RUGIADA della luce di Dio che era presente al momento della creazione. I morti il cui corpo si è decomposto saranno ricostituiti partendo dall'osso Luz.

Luz , mandorlo o noce, c'è anche un radicale che indica "dipartirsi".
Con le lettere si legge:
  • "la potenza si porterà da questo ", idea di osso seme della risurrezione;
  • "il Potente si porterà in questo ", idea che Dio lì si sarebbe manifestato;
  • "accompagnerà () questi ", e dice "Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai".
Rugiada tal è una realtà che evita la siccità e aiuta la vita vegetale e quindi di conseguenza molto importante per gli animali e per gli uomini in un paese con microclima non molto piovoso come la Palestina.
"Dio ti conceda rugiada dal cielo e terre grasse e abbondanza di frumento e di mosto" (Gen. 27,28) è nella benedizione d'Isacco a Giacobbe che si trasforma in maledizione per Esaù: "Ecco lungi dalle terre grasse sarà la tua sede e lungi dalla rugiada del cielo dall'alto." (Gen. 27,39b)
Cioè come se ci fossero due rugiade quella di condensazione di umidità sul suolo e quella che viene dall'alto, dal cielo.
Per sottolineare che la manna è dono del cielo è scritto nel libro dell'Esodo (16,13-15): "Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l'accampamento; al mattino vi era uno strato di rugiada intorno all'accampamento. Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l'un l'altro: Man hu: che cos'è?, perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: È il pane che il Signore vi ha dato in cibo" e il libro dei Numeri (11,9) conferma "...di notte cadeva la rugiada sul campo, cadeva anche la manna."

Mosè nel suo cantico e nelle benedizioni fa riferimento alla rugiada:
  • "Ascoltate, o cieli: io voglio parlare: oda la terra le parole della mia bocca! Stilli come pioggia la mia dottrina, scenda come rugiada il mio dire; come scroscio sull'erba del prato, come spruzzo sugli steli di grano." (Deut. 32,2)
  • "Per Giuseppe disse: Benedetta dal Signore la sua terra! Dalla rugiada abbia il meglio dei cieli..." (Deut 33,13)
  • "Israele abita tranquillo, la fonte di Giacobbe in luogo appartato, in terra di frumento e di mosto, dove il cielo stilla rugiada." (Deut. 33,28)
C'è un episodio sulla rugiada , amore del Potente Dio per Israele, nel libro dei Giudici (6,36-40), in cui "Gedeone disse a Dio: Se tu stai per salvare Israele per mia mano, come hai detto, ecco, io metterò un vello di lana sull'aia: se c'è rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto. Così avvenne. La mattina dopo, Gedeone si alzò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d'acqua. Gedeone disse a Dio: Non adirarti contro di me; io parlerò ancora una volta. Lasciami fare la prova con il vello, solo ancora una volta: resti asciutto soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno. Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu rugiada su tutto il terreno."
Con quel vello si manifestò la volontà di Dio per la salvezza d'Israele e Gedeone riportò una grande vittoria sui Madianiti.
Anche nel Cantico dei Cantici la sposa, Israele, attende lo sposo coperto di rugiada: "Io dormo, ma il mio cuore veglia. Un rumore! È il mio diletto che bussa: Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, perfetta mia; perché il mio capo è bagnato di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne". (Cant. 5,2)

Agli inizi della primavera, nel primo giorno della festività di Pesah, la Pasqua ebraica c'è una preghiera per questa e il ministrante in Sinagoga (Chazzan), si veste della tunica bianca, il Kittel, quella indossata a Kippur, a significare che per i campi la rugiada è questione di vita o di morte come il perdono dei peccati.
C'è un significatevo versetto nel libro del profeta Isaia che vale la pena decriptare, dice infatti:

Isaia 26,19 - "Ma di nuovo vivranno i tuoi morti, risorgeranno i loro cadaveri. Si sveglieranno ed esulteranno quelli che stanno nella polvere, perché la tua rugiada è rugiada luminosa: la terra darà alla luce le ombre."




"Sarà la vita riportata ai morti con la forza della rettitudine che emetterà in casa al serpente la fine dell'esistenza . Sarà a farli risorgere portando energia nel mondo , a risvegliare li porterà , recherà il giubilo (). E la luce così inviata agli stanchi , ai fiacchi , sarà dal cuore del Potente Unico che reca nel corpo il Crocifisso . Dal cuore guizzerà la rettitudine che porterà in terra per guarire quelli che sono morti per il soffio che è del Potente ."

"Sarà la vita riportata ai morti con la forza della rettitudine che emetterà in casa al serpente la fine dell'esistenza. Sarà a farli risorgere portando energia nel mondo, a risvegliare li porterà, recherà il giubilo. E la luce così inviata agli stanchi, ai fiacchi, sarà dal cuore del Potente Unico che reca nel corpo il Crocifisso. Dal cuore guizzerà la rettitudine che porterà in terra per guarire quelli che sono morti per il soffio che è del Potente."

Quindi la rugiada viene "dal cuore del Potente " e ridà "ai cuori potenza " portando alla risurrezione.

Le lettere, così, ancora ci guidano a comprendere il pensiero dei profeti.
Con quei criteri ho così decriptato il racconto della rugiada di Gedeone e riporto il risultato.

Genesi 28,10 - E saranno su dall'Unico a stare. Si vedranno in grembo a vivergli dentro. Dall'Unico con il corpo saliranno dentro alla vista a portarsi. Essendo la potenza spenta, dal nascosto dei corpi l'angelo (ribelle) uscirà.

Genesi 28,11 - E sarà il soffio a scorrere in azione dentro, che risorti li a portati, essendo stata dal Potente l'energia riaccesa nei viventi. Per la rettitudine che ci sarà, a casa l'Unigenito dal mondo in cielo li porterà e saranno versati nell'assemblea per vivere dal Padre. L'angelo (ribelle) fu nel mondo alla putredine a portare i viventi portando l'esistenza una desolazione si vedrà a bruciare completamente ad essere portato. E sarà il fuoco dalla rettitudine che dentro abiterà nei viventi a rovesciarlo e dai viventi uscirà la perversità che originò.

Genesi 28,12 - E saranno nell'assemblea del Potente i viventi portati dal mondo. Tra gli angeli entreranno nei giri, perché vivranno tra le schiere. Con il corpo saliranno dal mondo, portati nel corpo dell'Unigenito. Risorti, ma vivi, camminando, saranno a vedere, entrandovi, i cieli, per la calamità dell'angelo (ribelle) usciti. I viventi, che dal serpente afflitti sono, in Dio rientreranno, essendo stato, chi male operava stando nei viventi, portato a scendere. Saranno i viventi a casa riportati.

Genesi 28,13 - Ed entrata degli angeli l'esistenza, portati dal mondo, al cospetto dell'Altissimo si porteranno. E saranno l'Unico da vivi a vedere tra gli angeli stare. Sarà (colui che) dal mondo li portò fuori, (in cui) di Dio entrò a stare la forza. Al mondo, ai viventi, del Padre fu la rettitudine a recare. Dio nel mondo fu a stare. Giù (come) fissato entrò in terra. Da una Donna dal corpo venne alla luce. Per la rettitudine, che dentro dell'Altissimo c'era, il serpente l'afflisse. In croce l'inviò l'angelo (ribelle). Fuori portò da dentro dal ferito/colpito corpo in azione la rettitudine.

Genesi 28,14 - Recò nell'esistenza il seme della rettitudine che così si vedrà far frutto in terra. E al soffio dal corpo scese dal Crocifisso. Fu con l'acqua fuori portata a versare con il sangue. Al mondo portò giù a parlare gli apostoli. Alla perversità dell'angelo superbo portò gli apostoli che la benedizione recano dentro della rettitudine. Per la rettitudine potente in vita risorse il Verbo; dalla tomba il Crocefisso riuscì. Agli uomini del mondo aveva portato dentro il seme della rettitudine!

Genesi 28,15 - Ed usciti gli apostoli per il mondo, ad incontrare con la rettitudine furono i popoli. Con la rettitudine portarono d'illuminati viventi un corpo. Che nel Crocifisso c'è la rettitudine dentro tutta dell'Unico, che ne risorse il corpo, indicano. Nel cammino portarono per il mondo la risurrezione. Da dentro il Crocifisso fu la rettitudine di Dio ad entrare nell'umanità. Entrando questa vennero bruciature al serpente dall'Unigenito. Ricominciò la forza dentro per la rettitudine ad agire. L'aiuto dell'Unico a liberare iniziò i viventi .In azione il dono del Crocifisso fu a venire. La felicità s'insinuò nel corpo del Crocifisso che è in cammino.

Genesi 28,16 - A riportarsi sarà nell'esistenza alla fine. Sarà visto riversarsi nella casa dei viventi. Per rinnovarli tutti si porterà. E sarà l'Unigenito dei viventi alla vista. La rettitudine invierà con la forza della risurrezione. Il Signore dentro il risorgere porterà. L'Unigenito ad uccidere sarà il serpente, (per il quale) la calamità del tempo c'è.

Genesi 28,17 - E sarà la forza nei corpi desiderata a riesserci. L'origine dell'amarezza dai viventi uscirà per il fuoco che dall'Unigenito uscirà. La putredine portata nei viventi uscirà colpita. Fuori annullata questa uscirà dalla rettitudine che sarà a ricominciare nei viventi dentro a stare in tutti. La divinità entrando sarà la vita a riportare. Da questa uscirà bruciato il nemico. Per l'entrata risurrezione i viventi risaranno a vivere.

Genesi 28,18 - E sarà la risurrezione anelata a spazzare il maledetto un mattino e sarà a rovesciarlo in prigione (ove) l'Unigenito finirà. Del Padre l'energia della felicità si riaccenderà nei viventi. Vivo vedranno risorto il Crocifisso portarsi e saranno i viventi a venirvi a vivere; vi saliranno dentro. Dal mondo li porterà a stare su. Li verserà l'ottavo (giorno) in alto. Con il corpo dall'Unigenito i risorti usciranno.

Genesi 28,19 - Porterà il diletto all'Unico a venire i risorti viventi del mondo a vivere la sperata vita. Entreranno con Lui nella Casa di Dio i portati con il corpo; i viventi accompagnerà. Questi per luce ai viventi uscirà per la città del Potente alla vista. Luminosi tra gli angeli entreranno.

Genesi 28,20 - E sarà dalle generazioni spazzata dal grembo l'impurità. Dai corpi il serpente che dall'origine l'essere ribelle originò, che nei viventi è una calamità uscirà per la divinità che ad entrare sarà nei viventi. Ai popoli d'aiuto sarà portandosi a bruciare l'essere ribelle. L'angelo (ribelle) sarà da solo nei corpi spento. Questi uscito, la felicità delle origini per l'energia della rettitudine sarà a rientrare. E la potenza dell'essere retto finirà l'angelo. Di notte, nelle tombe, (ove) vive, il serpente mangerà e la perfidia del serpente nei cuori brucerà.

Genesi 28,21 - E di sabato (nel settimo giorno) sarà a casa bruciato il serpente e i viventi da Dio a casa saranno alla fine (del sabato). Dal Padre saranno portati dal mondo a stare. Usciranno con il Signore di notte. Da Dio entreranno a stare i viventi.

Genesi 28,22 - Riporterà dal mondo all'Unico i figli ad entrare. Questi riverranno felici. Risorti dai morti, saranno i viventi su dentro ad entrare. Saranno ad entrare da carico per stare nel Crocifisso che a Dio dal mondo sarà i viventi a condurre. Dalla prigione i risorti nel corpo il Crocifisso tutti invierà dal Potente. Saranno a vedere che li ha liberati l'Unigenito che della risurrezione dei corpi l'energia recò in cammino.

NEL DESERTO, TENTAZIONI E TRASFIGURAZIONE
Il Vangelo di Giovanni è il più ricco di notizie su certi spostamenti di Gesù e sul suo rapporto col Battista il che fa presumere che chi li riporta ha vissuto esperienze che altri apostoli non hanno avuto.
Fa capire d'essere un testimone oculare quando precisa che due discepoli del Battista, visto passare Gesù, sentirono dalla viva voce del maestro "Ecco l'agnello di Dio" (Gv. 1,36), Gesù si voltò e vedendo che lo seguivano disse "Che cercate? Gli risposero: Rabbi (maestro) dove abiti? Disse loro: venite e vedrete. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio (l'ora decima)." (Gv. 1,38.39)
L'altro discepolo "era Andrea fratello di Simon Pietro" (Gv. 1,40), questi incontrò il fratello "...e gli disse: abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo); e lo condusse da Gesù", il che fa presumere che Simone, invitato dal fratello discepolo del Battista, nel suo pellegrinaggio da Cafarnao a Gerusalemme per prepararsi per la festa delle Capanne era andato a farsi battezzare al Giordano come contrizione e purificazione di Yom Kippur.
I Sinottici tra "Battesimo" e "Tentazioni nel deserto" non lasciano intervallo per altri episodi, mentre il Vangelo di Giovanni dopo il "Battesimo" presenta l'incontro con i primi apostoli, poi la prima settimana e le nozze di Cana, quindi riprende il discorso dopo un salto temporale ed introduce eventi della penultima Pasqua e non l'episodio delle Tentazioni, precisa così tacitamente che ci fu un tempo di formazione dei primi discepoli, peraltro, tutti di Cafarnao - Andrea, Pietro, Giovanni, Giacomo, Filippo - non raccontato dai sinottici.

Dopo le tentazioni nel deserto; si legge: "...saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao presso il mare (di Tiberiade)". (Mt. 4,12 e Marco 1,14)
Giuseppe Flavio in "Storia Giudaica" riferisce arresto e prigionia del Battista a Macheronte agli inizi del 29 d.C., ove fu decapitato (Mt. 14,3).
La nota in Gv. 2,20 dei 46 anni dall'inizio, 19 a.C., della ricostruzione del tempio da parte di Erode il Grande, la prima Pasqua della vita pubblica di Gesù si situerebbe nel 28 d.C., onde Giovanni rispetto ai sinottici dà testimonianze succinte tra il battesimo, fine del 27 d.C, e arresto del Battista, inizi 29 d.C. e, dopo la Pasqua, precisa: "Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea..." (Gv. 3,22), riandò dove aveva ricevuto il battesimo e, subito dopo, annota "Anche Giovanni battezzava ad Ermon, vicino a Salim, perché c'era là molta acqua e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti non era stato ancora imprigionato." (Gv. 3,23.24)

È così certa la volontà d'esporre un tempo non descritto dai sinottici.
Dal questo tornare ai guadi del Giordano si ricava:
  • Gesù considera particolarmente importante proprio quel punto del Giordano;
  • mentre Gesù era in Giudea dove aveva ricevuto il battesimo il Battista s'era spostato a battezzare a circa 60 Km a Nord, ad Ermon a sud di Scitopoli (Beat-Sean) alla confluenza della valle d'Izrael con quella del Giordano, a sud della Galilea, al confine della Decapoli col nord Samaria; (non tirava aria buona lì vicino a Macheronte e a Gerusalemme dimore di Erode Antipa per le accuse contro questi che s'era divorziato dalla moglie per sposare la nipote Erodiade sposa del fratello Filippo)
  • i discepoli di Gesù, di cui alcuni già del Battista, continuano a battezzare, infatti "Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni, sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli, lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea." (Gv. 4,1-3)
I sinottici, peraltro, concordi precisano dopo che "...Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e lasciata Nazaret venne ad abitare a Cafarnao presso il Mare (Mt. 4,12.13a), e in questa zona predicava" (Mt. 4,16)
Difatti tra il battesimo e l'arresto di Giovanni, i sinottici tacciono eppure il loro sviluppo della vita di Gesù è su tre anni; quel "si ritirò" in Galilea, indica che per un periodo non breve Gesù non c'era stato.
Matteo, non essendo testimone, avendo per Gesù indicato Nazaret quale ultima residenza (Mt. 2) era necessario che si ricollegasse a quella località.
Sinottici e Giovanni si raccordano con Cafarnao, Giovanni, però, prima di Cafarnao, come detto, apre una parentesi del periodo precedente e precisa che Gesù a Cafarnao c'era già stato, infatti, dopo le nozze di Cana "discese a Cafarnao insieme a sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si rifermarono solo pochi giorni" (Gv. 2,12), notizia che non pare avere necessità d'essere in non ne vengono sviluppi, perché i versetti successivi riguardano l'accennato periodo della penultima Pasqua della vita pubblica di Gesù a Gerusalemme.
È da considerare così traccia per il lettore per raccordarsi ai sinottici e precisare che Cafarnao la città ove abitavano Andrea, Pietro e Giovanni e il fratello Giacomo con famiglie e parenti era località in cui Gesù stesso vi s'era in precedenza trasferito con Maria sua madre, ove evidentemente abitava.
(Gesù infatti era stato iniziato a Nazaret da Giuseppe al mestiere di carpentiere e grandi lavori in legno potevano essere più necessari a Cafarnao, città in espansione con i Romani presenti e per l'attività della pesca, quindi tetti, rivestimenti, barconi, pontili e arredamenti, per la costruzione della nuova sinagoga - Nel codice C del vangelo dello pseudo - Matteo si parla di Giuseppe intento alla costruzione di padiglioni nella regione marittima di Cafarnao.)

Per contro, come abbiamo considerato nella presentazione della tabella di raffronto iniziale, gli episodi delle Tentazioni e della Trasfigurazione non sono presenti nel Vangelo di Giovanni.
Evidente è che quelli per Giovanni non sono episodi verificatisi nel periodo tra le due ultime Pasque i cui eventi, in modo più sistematico espone a partire dal Capitolo 2 versetto 13 dopo le nozze di Cana.
Quindi in quel Vangelo esiste come nel Genesi un tempo di creazione fino alle nozze di Cana e poi un anno messianico evidentemente segnato dalle festività calendario ebraico.
Non sono nemmeno Tentazioni e Trasfigurazione episodi da narrare, perché già narrati dai sinottici, di certo su testimonianza dei discepoli della prima ora.
I sinottici invece, pur se espandono il messaggio di Gesù a tre anni di attività, di fatto anche loro testimoniano quei due eventi come preistoria, anche se inseriti, ma ci fanno la domandare chi fossero i testimoni di Battesimo e Tentazioni e perché alla Trasfigurazione solo quegli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni; la risposta è i primi apostoli di quel periodo di "creazione" del Vangelo di Giovanni.
I primi discepoli si sono forgiati proprio ai guadi del Giordano che è un'oasi nel deserto ove stettero per tempi non brevi e tra gli evangelisti l'unico testimone di questo tempo si propone solo l'evangelista Giovanni in quanto dei sinottici, l'unico apostolo, Matteo, è testimone oculare solo dalla chiamata (Mt. 9) dopo l'arresto di Giovanni il Battista durante la predicazione di Gesù a Cafarnao.
Questi discepoli vissero lì con Gesù, nuovo Mosè, il periodo di trasformazione, come per i fuoriusciti dall'Egitto che dopo quaranta anni, ormai popolo compatto sotto la guida di Giosuè=Gesù, conquistò la terra promessa.
I risultati dell'attività presso i guadi furono consistenti, e le "tentazioni di Gesù nel deserto" si possono collocare in quel tempo, mentre battezzavano i discepoli, evidentemente il maestro s'era ritirato nel vicino deserto, percorreva le steppe di Moab, e il deserto verso il Mar Morto e nei dintorni di Gerico ove a ovest la tradizione pone il Monte delle Tentazioni (Jebel Quarantal ove c'è un monastero greco ortodosso. Risulta che Gesù era riandato "aldilà del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava" in Gv. 10,40 e lo mandarono a chiamare Marta e Maria perché il fratello Lazzaro stava per morire in Mt. 19,1; Lc. 9,51; Mc. 10,1-12.)
È il deserto di Giuda, alture rocciose solcate da gole e valloni in sponda destra del Giordano a sud di Gerico e su quella occidentale del Mar Morto; unica altra oasi in questo deserto è Engaddì, a 45 Km a sud di Gerico, con la cascatella d'un torrente in sponda destra del Mar Morto.
In quei luoghi e in quel tempo sono da collocare le tentazioni parallele a quelle del popolo d'Israele nel deserto (pane, acqua, tentare Dio, idoli), ma alle quali Gesù, unto per il combattimento dallo Spirito Santo di cui il battesimo è segno, può svincolarsi rintuzzando l'avversario con la spada con della "parola di Dio".
Raccontano i sinottici che queste prove arriveranno dopo che Gesù era stato "condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame" (Mt. 4,1.2).
Quaranta giorni, come i quaranta anni nel deserto del popolo d'Israele.
Mentre Gesù stava su queste montagne desertiche quei primi discepoli dove erano? Erano al guado a battezzare!
Solo i primi discepoli hanno vissuto di riflesso esperienza che in pratica è parallela con i quaranta giorni di Mosè sul Sinai da dove questi tornò dal popolo trasformato.
Mosè ricevute le tavole della legge le consegnò agli Israeliti (festa di Shavuot) nei Vangeli di Matteo e Luca dopo le tentazioni scelti gli altri apostoli e discepoli i due sinottici Matte e Luca riportano la consegna degli insegnamenti:
  • discorso della montagna Matteo 5-7;
  • discorso della pianura Luca 6.
Dopo Gesù intraprese la conquista della terra promessa con la predicazione e le missioni dei 12 apostoli e dei 72 discepoli a due a due in tutta la Palestina.

LA TRASFIGURAZIONE E SUKKOT
La "trasfigurazione" è esperienza di alcuni apostoli raccontata dai tre sinottici in:
  • Matteo 17,1-9;
  • Marco 9,2-10;
  • Luca 9,28-36.
Il testo di Matteo è il seguente:

"Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia. Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo. All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: Alzatevi e non temete. Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti." (Mt. 17,1-9)

L'episodio ruota sui seguenti fatti:
  • è sentita la necessità di indicare un tempo;
  • c'è un alto monte;
  • tre discepoli della prima ora, Pietro, Giacomo e Giovanni;
  • Gesù si trasfigurò, il volto fu splendente, vesti bianche;
  • appaiono Mosè e Elia;
  • Pietro parla di fare tre tende;
  • viene una nube;
  • sentono una voce dal cielo;
  • i discepoli hanno timore e dopo Mosè e Elia ed spariscono.
Il fatto che sia sentità la necessità di scandire "Sei giorni dopo" in Matteo e Marco, e "Circa otto giorni dopo" in Luca porta fa intuire che era un tempo in cui lo scandire dei giorni era importante e che indicarlo all'epoca di redazione dei Vangeli fosse un chiaro riferimento di quando si trattava.
Un tempo liturgico ebraico che durava otto giorni in particolare era la festa di Sukkot e nel testo si parla di tre tende o capanne!
Le capanne (skenai) che Pietro propone di costruire per il Messia, Mosè ed Elia paiono proprio alludere a quella festa e Gesù appare a Pietro come il segno che i tempi messianici sono giunti, l'ospite (Ushpizin) atteso nell'ultima sera.
Pietro esprime, così, la sua fede nel compimento dei tempi messianici.
"È bello per noi stare qui" di Luca 9,37 e Marco 9,5 sono espressione del riposo "anapausis" escatologica".
I Vangeli di Marco e Luca per non doversi dilungare a spiegare ai gentili che si avvicinavano a Cristo i riti della festa ebraica dei Tabernacoli osservano che Pietro "Non sapeva infatti cosa dire..." (Mc. 9,6).
Ritengo che in Matteo ci sia la base più antica e gli altri due sinottici la vogliono rispettare, e riportano comunque le parole di Pietro.
Lo stesso Luca parla di dimore eterne (in 16,9 aionioi skenai), chiaro riferimento alle famose capanne di quella festa ed egualmente l'espressione "skenai" è frequente nell'Apocalisse (7,9.15; 12,12; 13,6; 21,3) per designare l'abitazione dei giusti nel cielo pure con riferimento alla festa delle Capanne.

La lettura dell'episodio della "Trasfigurazione" porta ad accostare il racconto a questo altro episodio:

"Quando Mosè scese dal Monte Sinai - le due tavole dell'alleanza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante poiché aveva conversato con Lui. Ma Aronne e tutti gli israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. Mosè allora li chiamò e Aronne con tutti i capi della comunità, andò da lui. Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai." (Es. 35,29-32)

Le analogie più salienti sono:
  • c'è un monte (Esodo e Vangelo);
  • la pelle del viso di Mosè è raggiante (Esodo) e Gesù viene trasfigurato (Vangelo);
  • Mosè chiama Aronne e i capi della Comunità (Esodo) e Gesù chiama Pietro, Giacomo e Giovanni (i capi della futura Chiesa-Vangeli);
  • Aronne e gli altri hanno timore (Esodo) Pietro, Giacomo e Giovanni hanno timore (Vangeli);
  • dopo, nel libro dell'Esodo si parla del materiale per fare la tenda dell'alleanza (Es. 35) e Pietro (nei Vangeli) dice di fare tre tende.
La voce dal cielo "questi è il Figlio mio diletto nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo", ha le stesse parole che i Sinottici propongono nell'episodio del "Battesimo di Gesù" con l'aggiunta della parola "ascoltatelo".
Nei Sinottici il momento del Battesimo precede la chiamata dei primi discepoli ed è solo il Battista il testimonio dell'episodio e di quella voce, mentre qui nella Trasfigurazione quella frase è udita dai primi apostoli ed il Vangelo di Giovanni ricorda che il Battista dichiarò che Gesù era il Figlio di Dio (Gv. 1,34) ad alcuni suoi discepoli che divennero poi discepoli di Gesù.
L'episodio del Battesimo di Gesù è narrato nella predicazione del Battista d'un tempo di pentimento e perdono dei peccati, quindi in un tempo di Kippur.
Elia secondo il profeta Malachia (3,23) riverrà nel giorno del Messia: "Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore"; e Gesù quando... "i discepoli gli domandarono: Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?" rispose "Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro. Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista." (Mt. 17,10-13)

Il Vangelo di Matteo, più nella tradizione ebraica, si riferisce all'Esodo mettendo in evidenza che il volto di Gesù brillò come il sole, e con ciò esalta tale manifestazione di Gesù particolarmente come nuovo Mosè ma anche come visione del Figlio dell'uomo di Ezechiele.
Il Vangelo di Marco, scritto più per chi dai pagani viene alla fede, pur rispettando gli altri due sinottici, non fa riferimenti alla storia ebraica, descrive una manifestazione gloriosa del Messia nascosto che, però prima dovrà conoscere la condizione di "servo sofferente".
Il Vangelo di Luca aggiunge un particolare che chiarisce e rafforza le idee di Matteo perché dice che Mosé e Elia "parlavano con della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme" (Lc. 9,31) e per dipartita usa excessum eius, quem completurus erat in Hierusalem nel testo latino ed exodon esodo in quello greco.
Anche San Pietro fa cenno a questo evento, riferisce solo del "monte santo" e della voce che dice "questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto". (2Pt. 1,16-18)

Non è indicato quale monte, il Tabor, l'Erman (perché per Matteo e Marco l'ultima località prima della trasfigurazione è Cesarea di Filippi) e in Luca è Betsaida di Giuda.
Matteo e Marco, precisano che Gesù disse ai tre discepoli di noi riferire nulla finché non fosse risorto, e Luca che i discepoli "tacquero in quei giorni e non riferirono a nessuno!

Torniamo un po' indietro, ad esempio al Vangelo di Matteo.
Questi, di seguito al racconto delle tentazioni e del ritorno a Cafarnao, presenta sinteticamente la chiamata dei primi apostoli (Andrea, Pietro, Giacomo e Giovanni) e subito dopo propone "il discorso della montagna" (Mt. 5.6.7).
Per il nuovo Israele - Gesù e i suoi discepoli - questo discorso è una rivelazione ed è da porre in parallelo a quella di Mosè e riferito al popolo nel libro dell'Esodo (Es. 20-23), il codice dell'alleanza.
L'ipotesi che sorge è che la trasfigurazione sia esperienza colta in effetti dai soli discepoli della prima ora, cioè da quelli che sono stati testimoni dei primi tempi della vita nel deserto vicino al guado del Giordano, come poi approfondirò.
Da tale esperienza Gesù torna trasformato come il nuovo Mosè e così fu visto dai primi discepoli.
Osserva Luca, dopo il Battesimo: "Gesù tornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo" (Lc. 4,14).
Dopo la prima Pasqua della vita pubblica di Gesù (28 d.C.), nei 50 giorni, e prima delle Pentecoste, si collocherebbero i 40 giorni delle tentazioni ed al termine la trasfigurazione di Gesù proprio in occasione della festa di commemorazione della promulgazione della Legge sul Sinai.
Tale esperienza fu narrata dagli apostoli solo dopo la risurrezione di Gesù come Lui stesso aveva comandato; ma i sinottici dovevano pur inserirla dopo che Gesù aveva fatto almeno un primo annuncio di passione, morte e risurrezione.
E così avviene in tutti e tre (Mt. 17,21-23, Mc. 8,31-33; Lc. 9,22).
La voce dal cielo riportata da questi primi apostoli è la stessa che i sinottici riportano per sentita in occasione del battesimo di Gesù ove Giovanni riporta presenti alcuni discepoli del Battista con in più la parola "ascoltatelo" cioè seguitelo in quello che vi dirà, cioè in essenza nel "discorso della montagna".
Nell'Esodo alla fine del racconto della trasfigurazione di Mosé questi ingiunse a tutti gli Israeliti ciò che il Signore aveva ordinato sul Sinai e dopo la trasfigurazione Gesù torna in Galilea e presenta a tutti i discepoli questo "discorso della montagna", il codice della nuova alleanza, illuminazione, visione della vera terra promessa.
Quei capitoli del Vangelo di Matteo (5-7), letti di seguito o meglio proclamati, uditi con attenzione con la grazia che solo Dio può concedere di credere anche per un momento che il contenuto di questo discorso si può compiere nella propria vita, che cioè non è utopia, è come vedere i cieli aperti.
Certamente, nessuno può capire e compiere senza lo Spirito santo, ma "nulla è impossibile a Dio" (Lc. 1,37), infatti lo ha capito Gesù Cristo, lo ha capito Maria e lo comprendono coloro che ricevono lo Spirito di Gesù.
È evidentemente la sintesi dell'esperienza di fatti compiuti, incarnati nei fratelli delle prime Comunità Cristiane, è l'immagine e la descrizione di Gesù Cristo disponibile per chi dica Amen a questo discorso, è l'immagine dell'uomo nuovo, dell'uomo nato dalle acque dello Spirito Santo.
Solo il Cristo, il Figlio di Dio, il prediletto, il nuovo Adamo poteva dare compiuto questo disegno preparato dall'inizio dei secoli per l'uomo e che per il peccato non dette tempo di fare proprio in quanto intervenne la morte, conseguenza della perdita della comunione con l'albero della vita, ma il disegno è rimasto gelosamente custodito in attesa di farsi carne nel Figlio dell'uomo.
"Non pensate che io sia tenuto ad abolire la legge o i Profeti, non sono venuto per abolire, ma per dare compimento" (Mt. 5,17),vi afferma Gesù, frase che richiama la "Trasfigurazione" con Gesù che conversa con Mosè ed Elia, la legge e i profeti sul compimento del disegno, della legge e delle profezie.
Lui stesso è il compimento di questo disegno, in quanto "parlavano con della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme" (Lc. 9,31).

Torniamo alla festa di Sukkot, per osservare che sull'interpretazione messianica della festa San Girolamo nel commento a Zaccaria 14,6, accosta quella festa "attraverso una fallace esperienza, l'immagine delle cose che accadranno nel regno millenario" (III, 14; P. L., XXV, 1536 A), quel regno di cui parla l'Apocalisse e quella festività, per gli Ebrei che prendevano i pasti in famiglia nella capanna di ramaglie, era figura delle gioie del regno messianico e L'etrog portato in mano è il simbolo dell'Albero della Vita (Girolamo, loc. cit., 1357 A).

I mille anni sono una convenzione, un numero enorme e pieno di anni rispetto all'esperienza della durata normale della vita di un uomo e quindi mille è estrapolazione di eternità, significato di paradiso, gli anni che Adamo avrebbe raggiunto, unitamente a tutti i suoi discendenti se non si fosse lasciato trascinare alla disubbidienza.
Perché? In ebraico mille è 'aloef in cui c'è Dio che parla come con Adamo nel paradise terrestre e poi sarebbe passato a vedere di Dio il volto per sempre.

Nella 2° lettera di Pietro si legge:

"Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta." (2Pt. 3,8-10),

con il che i mille anni sono considerati come un giorno solo, il giorno del Signore.

Secondo il racconto del Genesi "L'intera vita di Adamo fu di 930 anni, poi morì." (Gen. 5,5) perciò per arrivare ai 1000 anni, età che avrebbe certamente raggiunto lui ed i suoi discendenti se fosse rimasto fedele mancano 70 anni.
La festa dlle Capanne è così segno d'attesa del regno terrestre del Messia, prima della vita eterna, il nuovo Adamo che appunto vivrà 1000 anni sulla terra prima di far passare tutta l'umanità nel Regno dei cieli.
Al 70 che manca per la venuta del Messia è da riferire l'idea della profezia "70 settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all'empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi." (Dan. 9,24)

LEVITICO 16 - TESTO DECRIPTATO
Levitico 16,1 - E fu per aiutare dentro il corpo il Signore dal primo serpente. Per liberarli entrò dai fratelli. I corpi saranno dalla morte risorti per l'energia che sarà dentro inviata. Saranno dall'Unigenito rigenerati. L'angelo da dentro si rovescerà dalle moltitudine, finirà dai viventi, il potente soffio che inviato sarà dal Signore le riporterà all'esistenza, dai morti li riporterà.

Levitico 16,2 - Portata risarà dall'Unigenito la vita nei corpi, sarà la perversità del primo serpente nei viventi bruciata, uscirà la parola della maledizione dell'Unico, entrerà nei corpi l'energia, nei fratelli sarà arso, la maledizione sarà dentro del Padre tutta in azione, completamente il primo serpente uscirà abbattuto dalla porta. Colla risurrezione nei viventi dentro sarà finito del serpente il soffio, nel corpo la rettitudine completa alle migliaia inviata sarà, entrerà il perdonare totale dell'Unigenito, brucerà il cattivo serpente nel mondo, rientrerà delle origini nei corpi l'energia, porterà il 'no' all'esistenza della morte, così risaranno a casa, si vedranno angeli belli con il corpo. Dall'Unigenito, al mondo innalzato, usci il perdonare per tutti.
(Lc. 23,34 - "Gesù diceva: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno.")

Levitico 16,3 - Ad abitare da questi riverrà la forza dentro delle origini. Riinizierà ad entrare nel corpo l'energia di Dio, entrerà la santità dentro, soffierà alle moltitudini l'energia dentro, verserà nei corpi il vigore nei cuori, verrà per riportare la cerbiatta a guizzare in alto dal mondo.
(Ct. 2,17b - "...torna, o mio diletto, somigliante alla gazzella o al cerbiatto, sopra i monti degli aromi.")

Levitico 16,4 - Della tunica di lino della santita saranno vestiti, e dalla piaga, inviati nel foro saranno dentro, con l'aiuto di Iah (Iahwèh) saranno portati in alto a casa risorti coi corpi li condurrà e dentro al Padre li invierà nel cuore. Dentro quanto bastevole in festa ad inebriarsi a casa vivranno su in luogo elevato nel Crocifisso dentro aiutati saranno a salire inviati al Volto. Dall'empio saranno al Santo ad uscire i viventi portati col corpo alla fine in luogo elevato saranno a vivere venuti a casa la principessa condurrà, la recherà nel cuore del Nome.

Levitico 16,5 - Ed i viventi verranno per sempre tutti alla fine a casa, inviati saranno, sarà stato bruciato nei corpi il primo serpente, saranno stati, abbattute le tombe, risorti, l'energia di Gesù sarà nei corpi, spazzato da questi sarà stato dai viventi il serpente peccatore, finalmente porterà la forza ai fratelli, liberati l'innalzerà.

Levitico 16,6 - E al mondo per lo scontro da casa l'Unigenito uscì col corpo, inviò all'Unico in croce il soffio dal corpo, fuori dal chiuso del cuore venne una Donna, il corpo al serpente recò per portare il perdonare a casa dell'essere impuro, la portò dentro a testimoniare che a casa saranno dal Crocifisso portati.

Levitico 16,7 - E con potenza rovescerà le tombe, l'Unigenito Crocifisso la risurrezionze invierà, risaranno fuori alla luce, in azione risaranno col corpo, i viventi porterà fuori risorti, verrà ai viventi la potenza soffiata, inviati saranno dal Signore liberati alla tenda del convegno.

Levitico 16,8 - E dagli angeli tutti belli col corpo l'invierà. In alto alla risorta esistenza alla città del Vivente i pellegrini accompagnerà il Crocifisso ad abitare. Dal serpente i fratelli avrà liberato con potenza il Signore, li condurrà in sorte all'Uno, dal sepolcro alla maestà venuta meno (originaria in questi riguizzò).

Levitico 16,9 - E fuori li verserà dal corpo (dove) erano dentro, usciranno tra i canti, verranno alla luminosa città dei beati, in alto dal mondo dall'Altissimo portati, usciranno in cammino recati col corpo dal Potente dei potenti, saranno dal Signore per la condotta azione d'aver bruciato la perversità del peccatore completamente.

Levitico 16,10 - E usciti alla luce vedranno essere il corpo dell'Unigenito risorto - dal cattivo serpente al mondo innalzato fù, un'asta. gli entrò in mezzo al corpo, per la potenza di un barbaro venne meno, fu a stare nella tomba, rifù in potenza di persona all'esistenza, rifù in campo per portare al mondo la potenza del perdono, dall'alto sarà a recare la potenza della risurrezione, con vigore l'Unigenito il verme colpirà, verrà meno - usciranno i viventi (come) api.

Levitico 16,11 - Ed entreranno nella citta casa dell'Unico, rigenerati, con i corpi dagli angeli verranno, si porta il frutto racchiuso in cuore venuto da Donna. Dal corpo al serpente recò per portare il perdono, da dentro l'eterno la recò, la condusse per il pregare che dentro fu in croce e fu immolato, all'Unico dal Crocifisso il soffio dal corpo uscì, dal chiuso del cuore venne la Donna dal corpo al serpente a recare.

Levitico 16,12 - E il serpente abbatterà. Per la misericordia dall'Unico uscita, i viventi, li strapperà via, guariti dal serpente saranno dal peccare, l'innalzerà vivi questi da dentro le tombe perdonati, di persona saranno dal Signore condotti e vivi riguizzeranno, dei fratelli le persone saranno recate fuori, le verserà nel cuore nel corpo il crocifisso dal foro, (da cui) in vita fu la Madre per aiutare versata fuori, portata ad uscire da casa fu dall'Unico con l'acqua, da dentro fu dal crocifisso al serpente soffiata dal corpo la rettitudine completa.

Levitico 16,13 - E dagli angeli tutti belli dal Crocifisso usciranno versati dal cuore con i corpi, alla fine in alto uscirà la Donna, dal Potente di persona sarà dal Signore portata al trono. In azione la inviò con gli apostoli al mondo versandole il cuore nel corpo dalla croce, venne per perdonare tutti, la Donna dal cattivo serpente uscì in azione per l'essere impuro finire e non esistesse la morte.

Levitico 16,14 - E per il serpente versò alla prigione dei viventi in aiuto la Madre, uscì per far frutto portata al mondo, questa uscì da dentro dell'Unigenito, giù per le preghiere dell'innalzato che col soffio fu ad inviare la forza al mondo del perdono per tutti, la versò col sangue fuori per un'asta del serpente, in persona fu al mondo il perdono del Crocifisso, fu questa ad uscire nel settimo (giorno) per parlare ai popoli. Fu la Madre, ai viventi con gli apostoli, uscì con l'aiuto dell'acqua da dentro l'Unigenito giù da casa in azione la recò.
(La Chiesa lavora al mondo nel settimo giorno dopo nascita, morte, risurrezione, ascensione di Gesù Cristo e l'invio dello Spirito Santo; Gen. 2,2 "Allora Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni lavoro.")

Levitico 16,15 - E dall'immolato venne alla luce, in azione fu un corpo al mondo, dal chiuso del cuore venne della Donna il corpo dal serpente in azione ai viventi portata, uscita da dentro, fu dall'Unigenito a venire per aiutare i viventi e di Dio vive dentro la forza completa della potente parola in un corpo retto dal Crocefisso portata ad operare al mondo, venne un essere simile portato così dall'Unigenito per distendersi ad illuminare il mondo, partorirà la Madre, uscirà a far frutti ed uscirà questa in campo dell'Unigenito Crocifisso a portare che dall'innalzato uscì il perdono per tutti, del Potente dalla persona fu al mondo la rettitudine soffiata in un corpo da segno.

Levitico 16,16 - E così la Parola in un corpo in azione dal serpente esce per abbatterlo, sbarrarlo, per condonare ai viventi viene dentro inviata, che è risorto col corpo Dio porta ai viventi colla bocca, dal Risorto in azione è uscita, del Re il vigore nel cuore le venne e rettamente con gli apostoli è in azione per illuminare, esce il 'no' al mondo al serpente dai viventi, ha portato una testimone nel mondo a dimorare l'Unigenito dalla croce a vivere dentro in mezzo ai viventi per l'impurità finire.

Levitico 16,17 - E da tutti gli uomini il 'no' fu ad uscire per il peso dalle origini entrato col sepente nella vita portatosi in azione penetrando nei corpi, la rettitudine soffiò dalle moltitudini, la santità tolse, la sozzura completa recò. Ed in espiazione da casa in azione dall'essere impuro si recò a casa l'Eterno, dentro fu crocefisso e nel pregare, per aiutare, la sposa versò fuori al serpente in Israele.

Levitico 16,18 - E fu giù dall'Unico la maledizione a vivere con questa dentro la prigione, nella Donna col corpo al serpente in persona rifù il Signore che portava il perdono dell'innalzato ad esistere e recava la dottrina ai viventi, col sangue uscito, il Verbo un corpo riportò in vita, nel sangue rientrò risorto in azione, fu nel corpo riportato, il Figlio, l'innalzato si riversò nel corpo degli apostoli e il Crocefisso rivisse, l'ucciso si riportò, tornò a stare dentro(al mondo).
(Qui dice che la Donna è lo stesso Signore che si è riincarnato, cioè la Chiesa è il vero corpo del Cristo.)

Levitico 16,19 - Ed in campo questa uscì, dell'alto fu portarta la manna al mondo, una simile da casa l'Unico giù dentro in azione recò nel settimo (giorno) dal Verbo ai popoli fu la Madre, e il cuore per generare portò per recare la santità ai viventi, dal cuore verranno figli dall'esistenza retta di Dio.
(Gv. 1,12s - "A quanti però l'anno accolto ha dato potere di divebtare figli di Dio; a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.")

Levitico 16,20 - Ha recato la sposa ai viventi per la rettitudine moltiplicare, l'Unico dal Crocefisso ha versato in aiuto una simile venuta dall'Unigenito fuori perché si portasse da testimone recando l'Unigenito crocefisso al mondo, ai viventi questi dentro annuncia nelle città: da dentro l'Unigenito dalla croce uscì risorto, in azione rifù col corpo al mondo vivo.

Levitico 16,21 - E dal foro della piaga dell'Unigenito uscì il corpo degli apostoli, venne a sorgere dal Crocifisso, fu ad esistere per una mano portare, dall'innalzato il corpo di una Donna alla luce si vide lanciata in vita, portata al mondo per confessare l'Altissimo. E l'Unico al Crocefisso tutta per agire riporto l'energia, tutti in casa gli apostoli erano, fu da risorto alla vista la potenza a recare, venne alla sposa a soffiare l'illuminazione per l'azione, per essere fuori dai Viventi in cammino con vigore, il cuore venne alla Madre portato, donò l'Unigenito la purezza. Per agire dal serpente il corpo della Donna uscì alla luce in città, recò l'illuminazione potente in seno, fu ad aiutare gli uomini nel tempo, fu ad uscire per i viventi un'ape.
(Su molti Exultet mediovali l'ape è una rappresentazione allegorica della Chiesa.)

Levitico 16,22 - E cogli angeli alla luce dell'Unico uscì il Risorto dalla città, in alto fu portato, venne la sposa in azione a portarsi, con gli apostoli la purezza di Dio delle origini in un corpo scese in cammino, con questa nei corpi entrò, Le reca il Risorto il vigore, vengono ad illuminare nelle città i viventi con la parola.

Levitico 16,23 - E dentro i primi inizia a generare con l'energia di Dio dall'Unigenito uscita, la potenza nell'acqua reca in azione, l'impuro superbo dai cuori viene con l'empietà ad essere fuori, di lino la Donna i corpi riveste, dentro a casa dell'Unigenito li porta, di Dio entra la santità portata al mondo dagli apostoli, sono dalle prigioni a liberare i viventi.

Levitico 16,24 - Ed il lavacro per l'Unigenito Crocifisso nella carne portano, dentro alle acque sono della Madre dentro i viventi sorge la santità e nei cuori la luce dell'Unigenito completa dentro la liberazione reca e si alzano desiderosi di operare, iniziano agli sviati dal serpente al Crocefisso a portare e vengono ad innalzarlo ai confini del mondo, recano il perdono da casa dell'Eterno e si recano dentro a testimoniare dai popoli.

Levitico 16,25 - E per l'Unigenito Crocifisso dal chiuso il serpente da dentro esce il peccare finalmente è versato dai cuori fuori, è dai corpi ad uscire dai viventi, dentro le chiusure si aprono.

Levitico 16,26 - Ed escono dai viventi mandati, vanno ad illuminare le città dei barbari, inizia per questi il serpente ad essere spento, intorno dentro il cammino un aiuto forte portano e nei corpi a racchiudere giù viene la rettitudine. Per liberarli li conducono dentro l'acqua, sono dalla Madre portati i fratelli, del corpo sono così i frutti portati all'Unico, da Dio fuori ai viventi la grazia esce.

Levitico 16,27 - E dell'Unigenito Crocefisso la parola dal corpo esce. I peccatori al Crocifisso porta a venire. Illuminati in azione nel corpo entrano; il grano viene dalla Donna nel corpo ad entrare, portato dentro ad originare dall'Unigenito in croce per il sangue, il Re portò il frutto da dentro della santità, fu portato giù all'esistenza, Dio coll'acqua dal chiuso recò giù ai viventi la grazia, al mondo per liberarli col soffio portò dentro la Donna, venne in azione in un corpo la purezza, la portò l'Unico dal Crocifisso nella carne. La Madre recò a venire a fare frutti di risurrezione tra i viventi.

Levitico 16,28 - Portano al mondo la risurrezione. Guariscono per il Crocifisso i viventi essendo di rettitudine dentro pieni. Dentro al cammino l'aiuto forte recano e dai corpi le racchiuse sozzure finiscono, viene dentro la liberazione recata. Dentro le acque sono i viventi portati, fratelli d'un corpo sono, così il frutto recano all'Unigenito, la maledizione esce, la vita della grazia entra.

Levitico 16,29 - Al mondo sono ai confini usciti in cammino, ai viventi la dottrina del Crocifisso a sentire recano perché dentro rinnovi, entra l'illuminazione dentro, spazzata dentro è la tarma, riportano ai corpi il vigore, aiutano a rialzare gli afflitti, vengono alla fine le anime ad essere rette. La Madre porta tutti da annunciatori, al mondo il 'no' del Crocefisso in azione dalla simile esce. L'Unigenito questo corpo annuncia in cammino, entrano in cammino le moltitudini, del Crocifisso recano così la rettitudine della vita.

Levitico 16,30 - Così è dentro ad essersi portata la Madre al mondo, da questa esce con forza il perdono dell'Altissimo, la rettitudine della parola i cuori a rigenerare viene, così per la Madre i viventi tutti grano vengono, è così la vita potente soffiata dagli apostoli, è la forza della perversità finita, la purificazione ha recato.

Levitico 16,31 - La luce dentro completa del sabato hanno recato gli apostoli al mondo, è di Dio la rettitudine ai viventi portata alla vista dagli apostoli, è la purezza a venire negli animi, del Crocifisso è così a vivere la legge, finisce la perversità dai viventi.

Levitico 16,32 - Hanno portato la rettitudine a far frutto così al mondo gli apostoli, che l'Unigenito risorto col corpo è il Messia vennero a portare, portarono che per primo risorto il corpo fu, in pienezza dall'Unico. Dal Crocefisso fu l'aiuto portato in cammino, fuori un pezzo dal Crocifisso il Padre fu a recare. Portando la potenza dentro della risurrezione venne a casa, camminando dalla porta fu a entrare dentro. Per aiutare rivestiti furono al mondo di santità.

Levitico 16,33 - E così a far frutto venne dai viventi la santità. Al mondo versò in aiuto una simile. Venne per l'Unico al mondo perché portasse coll'agire l'essere impuro a venir fuori dai viventi. L'ucciso la recò col perdono e dall'innalzato così uscì cogli apostoli, Fu la Madre portata dall'innalzato, tutti i popoli entreranno nella Chiesa, saranno perdonati.

Levitico 16,34 - Furono fuori con la forza dal Crocifisso. Usciti questi vennero in cammino. Ai viventi la dottrina del Crocifisso nell'agire portarono. La potente parola del perdono agì nei cuori per gli apostoli, fu la rettitudine di Dio dalla piaga col vigore dal cuore a venire per la Madre ai fratelli. Tutta l'illuminazione gli apostoli al mondo recarono, così dall'Unigenito risorto col corpo i precetti uscirono, del Signore iniziò la purezza a sorgere al mondo.

LEVITICO 23 - TESTO DECRIPTATO
Levitico 23,1 - E fu la parola dell'Essere recata fuori per il mondo; che da Dio per i viventi la risurrezione uscirà, con potenza parlarono.

Levitico 23,2 - Della Parola che di Dio il Figlio è, che la forza della risurrezione del corpo l'Unico con la potenza gli recò, parlavano. La fine della maledizione della vita ai viventi ha recato, per sempre saranno col Signore, coll'Unigenito ha risorto il corpo di tutti, per il Crocifisso la convocazione portavano, riverrà in vita dai viventi convocati, verserà per aiutarli la risurrezione, con Dio usciranno dal mondo, in vita al tempo fissato.

Levitico 23,3 - Il Risorto risorgerà alla fine dei giorni gli uomini, lo vedranno uscire alla luce cogli angeli, al mondo si riporterà da casa, nel giorno uscirà settimo di sabato della luce dentro al finire porterà l'energia ai viventi, verserà nei corpi l'originaria santità, da tutti i viventi il negativo così uscirà, la potenza riverrà, si vedranno simili al Risorto, dentro finirà la perversità del primo serpente, con potenza il Signore alla vergogna porterà il fuoco, da dentro finirà, saranno (perciò) retti i viventi.

Levitico 23,4 - Il maledetto uscirà dai viventi e per sempre saranno col Signore, i viventi per l'incontro saranno santi, l'Unigenito la risurrezione dei corpi a tutti i convenuti porterà, riverrà nei viventi dentro la festa a vita.

Levitico 23,5 - Da dentro le tombe dalle porte i risorti usciranno con i corpi originari simili agli angeli, dentro dai quattro (angoli) del mondo, riagirà per la risurrezione dei corpi il vigore, bloccherà di anziani divenire/essere, dentro sarà l'energia in azione nelle moltitudini, sarà per i viventi la Pasqua in potenza del Signore (altra versione del sottolineato: la forza nei viventi del soffio riempirà, le malattie fuori porterà dal mondo).
(Sarà per i viventi la vera Pasqua del Signore, come si legge nell'esterno del versetto; tutto avverrà un sabato dopo i vespri. Quella era l'ora delle celebrazioni festive dei primi cristiani, rimasta per tradizione nella Chiesa. Da questo decriptato pare che tutta l'escatologia - risurrezione da parte del Messia, distruzione del male, cena messianica e ritorno alla casa del cielo - si sviluppi in un tempo di sette settimane, tra una Pasqua e una Pentecoste. Vedi 25,8)

Levitico 23,6 - E da dentro le tombe liberati usciranno per l'azione della risurrezione, con i corpi saranno riportati i viventi, la potenza li avrà rinnovati, fuori questi usciranno in festa, dal mondo i viventi su si porteranno sul colle del Signore, al settimo ultimo del giorni. Nelle acque bollenti giù avrà portato per finirlo, la fine l'Unigenito così al serpente porterà.

Levitico 23,7 - Dentro sarà stata recata ai viventi la rigenerazione, alle origini simili per l'energia che nei viventi ha versato nei corpi, dell'Unico la santità sarà rientrata, risaranno ad uscire in cammino i viventi tutti angeli. Il Crocefisso Servo al mondo del potente Unico l'opera ha portato.

Levitico 23,8 - Ed al mondo ha riversato nei corpi dentro la purezza la Donna che uscì dal Potente, il Signore l'aveva giurato che alla fine dei giorni ai viventi dentro sarebbe stata riversata la vita, uscito il settimo (dei giorni) nei viventi ha versato nei corpi l'originaria santità, tutta la commissione ha finito il servo al mondo, la potenza venne in azione colla risurrezione riportata.

Levitico 23,9 - E fu per aiutare da cibo a portarsi al mondo Dio, nei viventi bruciò entrando il negativo che viveva nei corpi.

Levitico 23,10 - La Parola, di Dio il Figlio, fu in Israele, recò, per l'origine dell'essere ribelle finire, la maledizione, da Madre retta fu alla fine in casa. L'Unigenito per recare la maledizione uscì in terra da Donna dal corpo, l'unico Figlio al drago in cammino la Madre recò, per un breve tempo/segno a vivere, venne per sterminare la forza dai corpi della perversità con dentro l'originaria purezza. Venne trattato duramente, alla vista alla luce fu in croce, versò giù con forza dal corpo con lla retta Madre la maledizione, con i lamenti l'inviò."
(C'è una prima traccia della Donna del Capitolo 12 dell'Apocalisse.)

Levitico 23,11 - E fuori l'energia fu soffiata dall'Unigenito in croce, si vide l'acqua dal corpo, (ciò è quanto prodotto dall'Uomo Gesù in croce), la potenza col soffio inviata fu dal Signore (questo fu l'apporto portato dalla sua natura divina). Il Potente il corpo rialzò dell'ucciso, dalla Madre vivo il giorno dopo il sabato fu ad inviare il forte soffio, l'energia recò, uscì la rettitudine, entrò negli apostoli.

Levitico 23,12 - E rividero risorto essere il Crocefisso vivo in casa, fu a riportarsi dalla Madre, entrò, cogli apostoli era, col volto così in vita rivenne fuori, rividero vivo col corpo l'Agnello che crocifisso dai viventi fu. Alla Madre a casa con gli apostoli l'illuminazione inviò per la fine portare al serpente. In alto uscì con potenza il Signore.

Levitico 23,13 - E vivo dagli apostoli spaventati si riportò il Risorto, gli apostoli erano dieciun apostolo era stato tentatodal serpente, indicò la casa/il posto, accompagnò i potenti per entrare. Dentro l'ottavo (giorno) dalla Donna rientrò con potenza il Signore, nel corpo fu la grazia ad essere racchiusa, annunciòche si sarebbero sparsi per il mondo come vino per le moltitudini saranno ad agire per il crocefisso nel mondo, fuori ne saranno l'energia.
(Riecheggiato in. S.Paolo - 2Tim.4,6 - Fil. 2,17- sparso in libagione.)

Levitico 23,14 - Ed il pane recheranno per abbattere il serpente, saranno a recare il banchetto della parola, il Potente da mangiare verranno a portare, testimoni, che dal legno vivo(Il legno della croce diviene l'albero da cui viene la vita.) al mondo si è riportato. Di viventi. uscirà da questi al mondo una congregazione che casa sarà dell'Unigenito per la rettitudine, i viventi verranno ad incontrarvi il Figlio di Dio, il mondo sarà ad anelarne i precetti del Crocefisso, per l'eternità partorirà il corpo, tutti saranno rettamente a vivere dentro con la sposa, i viventi la risurrezione dentro della fine saranno ad anelare.

Levitico 23,15 - E con pienezza del Verbo il corpo alla fine regnerà, colla Madre dei viventi il domani ruscirà di un sabato a vivere, un giorno rientrerà dentro, risarà l'Unigenito così in vita, verrà dai popoli, alla testa che uscirà del drago porterà il soffio, uscirà colle (altre) sette (teste), la risurrezione dentro completa ne porterà la fine, tutti in vita risaranno dai morti, tutti fuori (come) vino usciranno.
(Saranno il vino nuovo nelle botti nuove, cioè nei corpi propri dei risorti.)

Levitico 23,16 - Si vedranno dalle porte vivi i viventi dalle tombe con i corpi tutti riuscire risorti, da dentro alla fine usciranno dalla schiavitù, risaranno nel tempo, in tutti in pienezza avrà soffiato lo Spirito per liberarli, risaranno vivi in quel giorno portati fuori dalla guerra tutti i viventi, per dono riusciranno rinnovati dalla potenza del Signore.

Levitico 23,17 - Ed i viventi strappati via dentro tutti saranno così dai morti. A casa fu l'Unico a portare il vigore per gli uomini agli apostoli, portò il soffio ad entrare del fuoco/della risurrezione, tutti erano con la Madre i dodici (due-dieci), l'apostolo che fu tentatodai potenti alla fine si finì. Entrò dell'Essere la forte energia, con violenza, del Crocifisso inizieranno la bocca ad essere. Inviati al mondo da primizie, sono la parola del Signore.
(Nel giorno della Pentecoste, di cui al precedente versetto esterno, mi attendevo l'emissione dello Spirito Santo sugli apostoli; in effetti lì di Spirito si parla, tale spirito provocherà la risurrezione finale! Proprio lo stesso Spirito, dice il criptato del versetto successivo, fu recato agli apostoli riuniti colla Madre.)

Levitico 23,18 - Li portò al mondo alla guerra per finire il mal operare nel mondo del serpente, armati dentro si vedranno tutti di rettitudine, dentro risorti sono stati dai morti, (in quanto hanno ricevuto come primizia lo stesso spirito che risorgerà alla fine i morti) in vita risono per essere della Madre figli, dai dormienti usciti per il portato soffio. Alle moltitudini inviati dentro a convocarle l'Uno li reca, i primi che sono stati dal serpente liberati, inviati sono con la Madre per essere al mondo la forza che conduce in alto, in campo la potenza del Signore recano, si portano i viventi a guidare con purezza, portano da vessillo le rette esistenze nel mondo. I viventi la Donna rigenera nelle esistenze, la grazia è a racchiudere, la malattia della perversità esce.

Levitico 23,19 - Ed il loro agire è segno per la purificazione degli sviati, questi saranno a centinaia dalle strettezze liberati dei peccati, del Crocifisso recono l'illuminazione gli apostoli per essere agnelli, per essere della Madre figli sono alla luce guidati, per sacrificare i delitti i viventi sono alle acque.

Levitico 23,20 - (Dalle acque) li recano fuori gli apostoli, colla forza del soffio entra la rettitudine, gli apostoli per l'Unigenito li segnano, nel seno la potenza col pane (vigore della vita) entra. Il primogenito fu che dai morti agli apostoli recò il soffiò, entrò la potenza, di persona fu il Signore dall'alto il fuoco ad inviare, fu così dentro il dono nei viventi, della santità la forza entrò, fu a recare la potenza il Signore per camminare agli apostoli.

Levitico 23,21 - E li versa nel corpo dell'Unigenito Crocifisso la Madre, da dentro dell'albero della vita fuori sono portati i viventi, esce con questi al mondo una congregazione di santi. Sono usciti con forza nel mondo in cammino dalla Madre, tutti angeli del Crocifisso, a servire escono, per il Potente vengono ad operare e le leggi indicano, nell'agire le portano, perché dentro tutti a vivere si portò il Risorto, dentro segnati sono stati, retti la Madre li ha partoriti, nel corpo del Crocifisso sono così a vivere.

Levitico 23,22 - E dentro si versano per i bisogni dei viventi, vengono ad abbatterne giù le paure, dal corpo scende una retta parola, inizia la perfezione. Col soffio viene il demonio spento, si versa giù fiaccato, recano i serpenti a versare dai cuori, alla fine sono nel corpo tutti dall'Unigenito segnati, la potenza versano dell'agnello. Per l'azione che dagli apostoli è stata recata potentemente nel cammino il corpo del Crocefisso forte dentro verrà, ricusata sarà l'esistenza della perversità del primo serpente, nel mondo riesisterà la rettitudine nei viventi.
(Per il criptato questo versetto è il contrappasso dei versetti Lv. 19,9-10. Là il soggetto è il demonio, quì invece i seguaci del Cristo. Questi provvedono praticamente punto per punto colle loro opere alla ricostruzioni delle demolizioni portate dal maligno.)

Levitico 23,23 - Il portarsi per aiutare dentro del corpo fu una calamità per l'antico (primo) serpente, dai viventi alla luce uscì il 'no' all'essere ribelle.

Levitico 23,24 - Colla parola di Dio dentro gli apostoli furono la forza che illuminò il corpo, per Dio stancarono l'essere ribelle, dentro il rinnovamento uscì, dalla prigionia coll'agire furono da dentro i fratelli liberati, dell'Uno la luce fu a rientrare. Fu ad entrare nel cammino per i viventi colla risurrezione dentro del Crocifisso portata dagli apostoli, la recarono del corno al suono di tromba, dall'avvenimento iniziò la santità.

Levitico 23,25 - Tutti gli angeli del Crocifisso coll'agire dentro lo bloccarono, uscì affaticato completamente con l'opera che portarono, e nel mondo la guerra colla purezza (da parte) della Donna per il serpente fu una calamità.

Levitico 23,26 - Portatori sono stati della parola del Signore Dio per liberare dal serpente che originò l'amarezza.

Levitico 23,27 - Dell'Unico la rettitudine dentro ad operare ha recato il corpo, un potente rinnovamento uscì, una luce dentro fu alla vista essere nel mondo per questi, fuori fu a portare la Madre al mondo il perdono, fu i viventi da (parte) di Lui nell'acqua a versare, nei corpi riiniziò della santità la forza ad esistere, in cammino la Madre portò in azione cogli apostoli la forza della purezza, per l'Unigenito del drago superbo la fine fu ad anelare, gli porta al mondo la guerra per tutta la vita, la Donna per il serpente è una calamità.

Levitico 23,28 - Per il serpente, l'Unico, dal Crocefisso all'opera portò da dentro un osso fuori fu a portare al mondo la Madre, uscì questa fuori colla rettitudine all'esistenza, fu portata dalla piaga, il frutto vivente di Lui in cammino per far frutti. In azione dal serpente fu la rettitudine della parola, soffiata negli apostoli fu dal Signore, la maledizione gli rifù così in vita.
(Osso , come la costola da Adamo; la stessa parola è da lui stesso usata in Gen. 2,23 - "Questa volta è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta"; il vocabolario ebraico suggerisce anche 'un se stesso'. La stessa parola Osso poteva leggersi- l'albero della vita . La Donna di Adamo invece di albero della vita fu albero di morte, perché i nati da lei tutti muoiono, mentre i nati dalla sposa del Crocifisso sono destinati alla vita eterna; tra l'altro albero della morte è , altro modo per dire ossa.)

Levitico 23,29 - Così fu che la sposa, l'anima (inviata col soffio alla luce) dell'Unigenito, per liberare dal serpente venne dagli afflitti, da dentro l'albero della vita uscì, fu portata la Madre al mondo, questa uscì per l'asta di uno straniero che il Crocifisso aprì, dal seno coll'acqua fu fuori.
(L'albero della vita è, quindi, la Madre delle madri; ed è proprio l'osso di cui sopra. Quest'ultima parola si può, infatti, leggere spezzandola in due tronconi anche come albero della vita . In genere quando il concetto rischia di sfuggire, il criptato lo ripete. Poiché di solito è opportuno cambiare lettura della lettere la seconda volta che si presentano rispetto alla prima, il criptatore si assicura che una delle due volte il concetto venga recepito. In tali casi, di norma, è presente la proprietà commutativa, cioè si potrebbe mettere il concetto dell'osso in questo versetto e dell'albero della vita nell'altro e viceversa.)

Levitico 23,30 - E così dal serpente uscirono gli apostoli col soffio del Risorto, della Donna il corpo per il Crocifisso approntare, tutti al ministero uscirono da casa, il consiglio per i viventi uscì, per un giorno al mondo per colpire la perversità, del Padre la legge divina è venuta per l'angelo superbo, fuori per Lei dalla putredine le moltitudini dei popoli usciranno.
(Un giorno - fu portata la Madre - per l'intero settimo giorno in cui la chiesa opera sulla terra in attesa del ritorno dello sposo che verrà alla fine del settimo per aprire l'era dell'ottavo giorno; la Domenica eterna).

Levitico 23,31 - La sposa nei viventi ad affaticare con venne, con l'agire lo deprimerà, per abbatterlo completamente fanciulli la Madre partorisce per il corpo del Crocifisso, sono retti nel vivere, dentro tutti i viventi il sabato del Crocifisso sono ad anelare.

Levitico 23,32 - Un sabato, (quando) la luce dentro finisce si porterà dall'angelo Lui, nel cammino della vita si riporterà, alla vista cogli angeli risarà il Crocefisso vivo, l'Unigenito dal drago superbo per finirlo risarà così dai viventi, (anche) nelle tombe sbarrate un fuoco da dentro del Crocifisso ardente in azione entrerà con potenza, nei viventi al tramonto del sole per sempre il nemico dentro finirà, il fuoco dentro alla fine lo porterà, brucerà dentro l'oppressione della vita.

Levitico 23,33 - Portata sarà per aiutare la purità dal Signore, dal primo serpente libererà, uscirà la potenza che dall'origine vive nei corpi.

Levitico 23,34 - Il Verbo originerà dal cuore una energica forza che sarà a bruciare nei corpi il maledetto serpente che iniziò a vivere nei corpi, da dentro della quinta costola uscirà alla vista il fuoco dal corpo da cui fu portata l'acqua, la potenza per rinnovare entrerà del fuoco dentro con forza ad agire, sarà ad uscire questo fuori dalle tombe, in cammino entrerà in un buco ad ardere, lo finirà, con i sette (spiriti della sua corte): finirà dai giorni dai viventi la forza della perversità.
(Mt. 3,11- "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma... egli vi battezzerà in spirito Santo e fuoco.")

Levitico 23,35 - Dentro sarà a portare i viventi a rigenerare l'Unigenito colla risurrezione, recherà l'angelo dai viventi a versarsi dai corpi, riinizierà la santità in tutti in pienezza colla rettitudine, chi sviava da solo uscirà annullato completamente per l'azione dal fuoco portato.

Levitico 23,36 - Risorti dentro al tempo risaranno, in vita risaranno i morti riversati nei corpi, la forza dentro riporterà delle origini la risurrezione uscita con potenza dal Signore, a casa porterà i viventi dal mondo nell'ottavo (giorno) i viventi riversati nei corpi dell'origine, nel Santo saranno ad entrare. Saranno dal mondo in cammino i viventi, ed entraranno a riversarsi delle moltitudini tutte le centinaia le pecore guizzeranno nel Signore, si vedranno su nel corpo del Crocefisso entrare. Porterà dall'Unico la sposa, gli angeli del Crocifisso servi usciranno, dal Potente verrà l'opera a portare.

Levitico 23,37 - Con Dio usciranno i viventi condotti all'eternità, saranno fuori portati dal mondo beati, tutti versati nel corpo l'Unigenito li porterà dall'Unico. Puri i viventi verserà dal corpo l'Unigenito nel santuario del Potente, entreranno nella Città dell'Unico le pecore, guizzeranno col Signore in alto (ovviamente il Santuario e la Città in alto nella Gerusalemme di lassù). Dal mondo recherà il dono fuori il sacrificato che portò il vessillo della rettitudine nell'esistenza, ai pascoli, saranno portati a vivere a casa, un giorno li condurrà.

Levitico 23,38 - I viventi nel cuore sbarrerà un sabato al termine il Signore, li condurrà a vivere, il serpente, solo, tra i morti l'invierà. Il Crocifisso fu la retta Madre a portare ai viventi dal cuore per fiaccare il serpente, a scacciarlo dai corpi fu cosi coll'acqua e la parola dentro ad aiutare tutti, (ma) il dono spontaneo dal Crocefisso fu, così i viventi l'Unigenito liberò completamente dal drago portando la potenza il Signore.

Levitico 23,39 - Per l'Unigenito retti da dentro le tombe i viventi risorti usciranno, si rivedranno alla luce riportarsi con i corpi essere riportati i viventi, il serpente dalle tombe sbarrate per il fuoco uscirà, dal fuoco dentro spazzato sarà stato, dentro raccolti così i viventi verranno tutti, dentro si porteranno a venire nell'Unigenito nel corpo, su il Crocefisso in cammino li condurrà dall'Unico tutti alla festa. Il Signore l'aveva giurato che alla fine dei giorni i viventi a casa sarebbero stati portati a vivere, usciranno con i corpi all'Unigenito simili per l'energia che nel sabato avrà recato, a germogliare nel giorno usciranno ottavo, risorti a casa il Crocifisso li condurrà dagli angeli.

Levitico 23,40 - Ed al serpente versò per strapparlo via la Madre, nel cammino ai viventi dentro casa per un giorno uscì, il corpo dell'Unigenito alla luce portò. Inviò il frutto dell'albero, uscì calpestato il Verbo in crocea, il crocefisso Maria si portò a vedere sull'altura, dal legno lo vide dentro alla fine; la portò in azione alle moltitudini, fu un ruscello a portare alla luce coll'acqua, dal chiuso della purezza la potenza in persona fu dal Signore al primo serpente uscire, fu così a vivere nel settimo segno dei giorni, la Madre.

Levitico 23,41 - E dal chiuso del tino la Madre venne portata per stringere in cammino il serpente, dal Signore alla luce da casa nel tempo fu dai viventi la forza della Madre dentro per illuminare cogli apostoli il mondo colle leggi del Crocifisso, di fanciulli in vita partorì un corpo, alla fine saranno così i viventi dentro rinnovati usciranno nel settimo segno in festa l'Unigenito tutti porterà.

Levitico 23,42 - Dentro il foro così del Crocifisso a dimorare porterà nel settimo al finire dei giorni dei viventi la sposa nell'Unigenito spunterà, dentro saranno risorti coi corpi, il primo serpente sarà stato nel fuoco dentro portato, dentro in un buco la rettitudine lo finirà.

Levitico 23,43 - Guizzeranno nel seno degli angeli saranno alla conoscenza, porterà le generazioni tutte, saranno così dalla piaga ad essere dentro al foro, come l'asta nel Crocefisso entrò si porteranno i risorti tutti, saranno a venire nel Figlio, saranno ad essere/a stare nel Risorto a vederne il cuore, a casa dal mondo li porterà su ad essere dall'Unico, saranno dall'Unigenito condotti puri a vivere dalla terra, della vita il nemico sarà stato ricusato, saranno col Signore Dio ad entrare retti a vivere.
(Dallo stesso foro del costato del Crocifisso da cui uscì la sposa, questa vi rientrerà alla fine dopo completata l'opera per la quale era stata inviata.)

Levitico 23,44 - Portato sarà l'aiuto dentro, il verme avrà bruciato, dal mondo verranno i viventi all'eternità, saranno col Signore, nell'Unico nel cuore inviati saranno, saranno la luce a vedere del Potente.

NUMERI 28 - TESTO DECRIPTATO
Numeri 28,1 - E fu per aiutare da cibo a portarsi al mondo Dio per salvare dal serpente, iniziò a vivere in un corpo.

Numeri 28,2 - Giù si portò, venne in un figlio a stare in Israele, per recare dell'Unico all'essere ribelle il segno della maledizione, in un vivente venne per la guerra con l'angelo. Fu il vigore della vita ad essere del Potente in una donna lanciato, fu la grazia ad essere racchiusa, la vita completa accese, nella Madre nel corpo si recò il Potente; al mondo per abbattere nella lite il serpente fu dentro tra i viventi e in azione per sbarrarlo si portò.

Numeri 28,3 - E iniziò nella Madre nel corpo il segno del vigore della vita. Questi nel mondo entrò da Donna, dell'Unico il Principe al tempo/segno si versò nel corpo, fu (nel mese) dei prodotti nell'esistenza del mondo a portarsi, uscì l'agnello, fu dalla Madre il Figlio. Ci fu una luce di angeli al mondo ad indicare ai viventi che era in vita da Madre un angelo. Fu da Madre il Potente un giorno ad uscire, dall'alto al mondo indicò ai viventi che era per aiutare.

Numeri 28,4 - Venne l'Agnello dell'Uno finalmente ad operare dentro un mattino e venne così dentro alla luce nel mondo per illuminare. Inviato fu dagli sviati per bruciare nel mondo dentro l'opprimere del nemico che ad abitare è nei viventi.

Numeri 28,5 - E si sentirono canti essere da segno nel mondo che dell'Unico era il Verbo uscito in pienezza per il serpente finire, perché guidasse ed a casa accompagnasse dal Potente dal mondo ad abitare nell'ottavo (giorno). Rette tutte saranno alla fine le moltitudini che saranno dal tempo fuori per essere angeli.

Numeri 28,6 - Dall'alto finalmente la purezza fu per aiutare il mondo alla vista, il dono in campo aperto in una casa partorito, circondato era dagli angeli, fu del Potente in un corpo a stare la grazia racchiusa stretta da una Donna: il Potente Iahwèh.

Numeri 28,7 - Ed il vessillo della rettitudine si portò in un corpo dentro a stare, nel tempo del mondo entrò. Fu inviata nel cammino dentro ad illuminare il mondo dall'Uno in una casa la santità, entrò in una capanna. Gli angeli sulla capanna con una luce per l'agnello del Potente che era al mondo si portarono fuori.

Numeri 28,8 - E dell'Unico finalmente uscì l'agnello nel mondo, a rinnovare l'esistenza di tutto con l'azione della risurrezione nel mondo, dentro fu all'opprimere del nemico che dentro è nei viventi. Dentro un vivente l'energia si chiuse, completa entrò, dentro si versò in un corpo e la rettitudine degli angeli in pienezza così si portò finalmente in azione per illuminare dil mondo. Da una Donna dal corpo fu la grazia ad essere racchiusa, nella prigione del serpente fu ad entrare portandosi nel mondo.

Numeri 28,9 - Dentro fu a portato a vivere nel mondo di sabato, alla luce inviato fu in una retta casa in dono dalla Madre. Per il Figlio fu una luce d'angeli ad uscire per indicare ai viventi che era vivo. Per strappar via l'angelo fu in azione il Principe, inviato fu nella prova per il serpente finire, i viventi guiderà a casa accompagnandoli dal Potente dal mondo ad abitare nell'ottavo (giorno) e da vessillo della rettitudine si recò.

Numeri 28,10 - Coll'agire il serpente finirà arso dentro alla fine, (quando dove) abita la risurrezione la rovina gli porterà. In alto innalzati alla fine usciranno tutti i viventi, sarà l'essere impuro inviato in un buco a spengersi.

Numeri 28,11 - Porterà a ricreare la risurrezione l'esistenza. L'Uno il dono della rettitudine negli uomini verserà nei corpi, sarà dentro a recare in azione la potenza per cui uscirà del serpente la forza della perversità, il frutto sarà la vita di figli ad essere dentro versato nei corpi, rinnovati saranno i viventi, riporterà dell'origine la forza, la potenza dell'Uno della rettitudine dentro riaccesa sarà nei viventi. Dentro l'energia sarà a bruciare l'angelo che uscirà il settimo (giorno) entrerà alla fine a vivere nelle acque bollenti.

Numeri 28,12 - E bruciato il serpente, la risurrezione entrerà in azione risorgendo i corpi, angeli saranno i viventi un pienezza per la potenza della purezza dell'energia racchiusa entrata dentro dal Potente che porterà la fiamma. L'ottavo (giorno) per la potenza del cerbiatto usciranno dall'Uno.

Numeri 28,13 - Porterà in azione la risurrezione nei corpi l'energia che agirà per risorgere i corpi ed angeli attorno al Potente a mezzogiorno nell'assemblea entreranno dentro con la potenza riportata dalla fiamma. Nell'ottavo (giorno) camminando dentro i risorti entreranno nel fratello che li aiuterà ad innalzarli, rigenerati saranno dalla grazia, saranno racchiusi nell'assemblea dell'Unico i risorti per l'entrata potenza del Signore.

Numeri 28,14 - E inviato in una grotta fu ad uscire in vita, a chiudersi giù fu nel mondo, uscirono forti i lamenti nell'esistenza, il Potente il Verbo nel corpo aveva portato, da una placenta alla luce finalmente uscì nel mondo. Fu all'angelo il rifiuto con forza il Potente a recare in un corpo dentro, fu nel tempo ad entrare del mondo, fu per finirlo, spegnerà con la risurrezione la forza dell'opprimere di questi. Venne dall'alto finalmente a chiudersi per aiutare, per illuminare dentro sull'Unico, nei simili il vigore per aiuto in dono entrerà per rinnovarli.

Numeri 28,15 - Di Gesù fu nel corpo per agire Questi, fu in vita per i fratelli liberare dal peccato. In croce il serpente il Signore innalzerà, dall'alto della croce uscirà dal Crocifisso l'acqua che è d'aiuto per spazzare il fuoco della perversità e con gli apostoli dal foro la rettitudine portò.

Numeri 28,16 - E dentro la tomba l'aiuto con la risurrezione lo rigenerò, l'Unico della risurrezione riportò l'energia dentro, all'Unigenito nel corpo dentro l'agire rientrò, si vide risorto il corpo nel giorno della santa Pasqua del Signore.

Numeri 28,17 - E da dentro la tomba vivo alla luce riuscì, in azione risorto il corpo fu, si riportò della vita il vigore, dalla porta luminoso uscì. Questi fuori dalla tomba camminò, risorto a casa videro tutti che era vivo. Fu la Madre nella lite a portare il Crocefisso che era dell'Unico la sposa.

Numeri 28,18 - Dentro un giorno su un monte l'Unigenito risorto portò gli apostoli, dei viventi versò alla vista la santità, con tutti gli angeli nell'aldilà entrò da Potente, all'Unico il Crocifisso videro simile.

Numeri 28,19 - E al mondo versò un corpo da casa il Crocifisso ai viventi, dell'Unigenito la risurrezione uscirono ad innalzare per il mondo con potenza, per il Signore frutti la Madre, che abitava con gli apostoli, fu dentro a riversare nel corpo, rinnovati furono i viventi. Portatori dell'Unico sono della potenza ai fratelli, l'aiuto sono a recare del Risorto dentro, nell'agire entra la rettitudine ad abitare in dono, tra i viventi figli sono alla luce per gli apostoli ad uscire, la purezza è ai viventi dalla Madre ad esistere, al mondo è portata nel cammino dalla Madre.

Numeri 28,20 - Ed i viventi gli apostoli strappano via nella prova al serpente in terra, e la fiamma della risurrezione nei viventi gli apostoli accendono, sul Potente l'illuminazione entra per opera del corpo degli apostoli che sono con le parole del Verbo a saziare. Nei dodici (dieci due) apostoli è in pienezza ad esistere la potenza del Crocifisso, agiscono da simili.

Numeri 28,21 - Il sentire della risurrezione dei corpi portata dagli apostoli agisce accendendo il corpo recando l'energia del Crocifisso che opera nel cammino dentro, l'illuminazione entra nei fratelli aiutandoli, il serpente bruciato dentro dall'azione del Crocifisso esce spento dal fuoco che è nei viventi.

Numeri 28,22 - Con Gesù è nel corpo il peccare finito, i fratelli ha liberato col perdonare dell'Altissimo anelato.

Numeri 28,23 - Nei viventi nel cuore la conoscenza potente del Crocifisso entra dentro versando nel corpo la felicità, per la potenza dell'azione il serpente finisce, entra in tutti i viventi la legge divina per operare recata.

Numeri 28,24 - Così Dio entrò con il Crocefisso all'opera, portò del Potente nel giorno settimo finalmente nei giorni ai viventi il pane. Dell'Unigenito risorto uscì un corpo in cui la forza della grazia è racchiusa, la malattia della perversità che agisce per il serpente perverso, finisce per l'entrata purezza, è l'aiuto ad essere all'opera portato dagli apostoli con la pienezza della rettitudine che recano.

Numeri 28,25 - Da dentro furono portati i viventi fuori dalla schiavitù, dalle rovine, dalla putredine. Nel corpo iniziò della santità la forza a riesistere, nel cammino dei viventi la vergogna del serpente l'Unigenito con la rettitudine finì agendo da solo nel mondo. Il rifiuto il Crocifisso in azione con la risurrezione gli portò...

Numeri 28,26 -... che si portò dentro un giorno nel mondo, da primogenito fu dalla Madre ad uscire, versò in un corpo a stare dentro la rettitudine in un vivente.
Nelle Madre l'energia a chiudersi entrò dell'Uno il fuoco entrò con potenza, il Signore dentro l'accese, abitò nel tempo, fu così nella Madre a vivere.
Si versò in un corpo l'Unigenito, il Santo fu nell'esistenza, nel cammino della vita tutta la pienezza della rettitudine alla fine per servire entrò, il Potente venne all'opera a riportarsi.
Numeri 28,27 - Ed al mondo per la guerra al tempo/segno a vivere in un fanciullo uscì, del Potente nel corpo fu la grazia, nella prigione a chiudersi dal serpente, portò al mondo il frutto la Madre, il Figlio fu un mattino alla luce tra i lamenti. A vivere con l'Unigenito fu il rifiuto dell'Uno nel settimo (giorno) ad uscire. L'Agnello fu in un vivente dentro inviato a stare per rinnovare il mondo.

Numeri 28,28 - Portò ai viventi l'energia sigillata, in pienezza la potenza in terra portò, dal serpente entrò a casa, una fuoco vivo per cacciarlo via. Una luce il mondo vide sorgere, nel corpo inviata fu la Parola a far frutti per i fratelli aiutare. Vermiglio si vide alla luce col corpo tra i lamenti, fu in vita il potente cerbiatto al mondo dell'Uno.

Numeri 28,29 - Ad operare col corpo si portò dell'angelo alla vista. Dalla risurrezione sarà vinto il serpente dall'Agnello, nel mondo i fratelli libererà nel settimo (giorno) alla fine; usciranno così dalla schiavitù i viventi.

Numeri 28,30 - Il capro si vide con questi essere in vita, i fratelli libererà perdonandoli. (Quando) innalzato sarà la rettitudine ai viventi.

Numeri 28,31 - Ai viventi dal cuore in aiuto dall'innalzato in croce uscì con il segno dell'acqua. Fu dal sepolcro l'energia a richiudersi nel crocifisso e completamente in azione risorto lo riportò, integro rifù a vivere, vivo in forze rifù. Ed in cammino la Madre portò con gli apostoli, la pienezza della rettitudine fu al mondo per i viventi.

NUMERI 29 - TESTO DECRIPTATO
Numeri 29,1 - Ed a casa a chiuse porte risorto entrò luminoso. Degli abitanti fu alla vista, si erano in casa i fratelli sbarrati. Il vigore per aiutarli gli riaccese. La vità versò nel corpo originaria, la santità rifù nell'esistenza, in cammino con la Madre tutti angeli del Crocifisso per servire uscirono. La potenza dell'Unigenito indicarono, a sentire della risurrezione portarono che fu a riportarsi dai morti col corpo. Ed in azione per il mondo con forza uscirono; fu (così) ad uscire del Potente la rettitudine ai viventi.

Numeri 29,2 - Portatò in azione dal Risorto fu per finire il male operare nel mondo un potente corpo in cui era la grazia ad esistere per stringere la malattia della perversità parlando alle moltitudini gli apostoli dentro le riunioni nelle assemblee. A sbarrare per l'Unigenito sono il serpente, fratelli fiacchi dentro accesi sono, dalla Madre in figli sono rinnovati dalla risurrezione che dentro agisce, la purezza è dalla Madre ai viventi.

Numeri 29,3 - Ed i viventi guidano per il Crocifisso nelle tentazioni del serpente in terra e con la fiamma della risurrezione i viventi gli apostoli illuminano. Del Potente l'illuminazione entra per l'opera del corpo degli apostoli, è la parola a far frutti. Dai dodici che sono con la Madre il rifiuto c'è per il serpente.

Numeri 29,4 - E con l'operare nel corpo portano gli apostoli fratelli aiutati nel cammino dentro illuminati, entrano dell'Unigenito nell'assemblea liberati risorti dentro per l'azione del Crocifisso (da cui) entra la rettitudine in dono ai viventi.

Numeri 29,5 - Di Gesù è il corpo in azione con questi. Sono dalla Madre i fratelli aiutati, i peccati per il Crocifisso con potenza perdonano. Dall'alto riè la rettitudine nei viventi.

Numeri 29,6 - Nei viventi nel cuore la conoscenza del Potente per il Crocefisso entrò, sull'Uno l'illuminazione recò, numerose le assemblee del Crocefisso uscirono. Dall'innalzato in croce uscì la purezza che fu dall'essere impuro i viventi a guidare finalmente fuori e l'energia in pienezza della rettitudine fu ad uscirgli dalla piaga con l'acqua dal monte Calvo dal cuore. Tra i viventi un potente corpo fu per grazia ad esistere, a chiudersi nelle assemblee dell'Unigenito Risorto entrarono, del serpente fu la perversità ad uscire.

Numeri 29,7 - E dentro si vedono simili nel corpo al Potente per la santità che entra. Dalla schiavitù, dalle rovine, escono questi, fuori dalla putredine si vedono, la santità è nell'esistenza del cammino della vita riportata, l'afflizione finisce per i viventi, viene l'angelo ribelle alla fine ad essere per la rettitudine dei viventi, in tutti i viventi in cammino si attenda l'Unigenito, al Crocifisso agiscono simili.

Numeri 29,8 - Ed esce abbattuto dal corpo/Chiesa da dentro la forza del male operare entrata per il serpente, il Signore la rigenera con la forza della grazia che vi è a racchiudere. Il puro corpo del Figlio dentro si versa nel corpo/Chiesa dei fratelli, sbarra i guai del serpente che i fratelli fiaccano. Dentro la risurrezione che ci fu in vita del Figlio è il rinnovamento che nel settimo (giorno) entra in tutti i viventi; è della vita nelle acque la forza ad entrare, sono portati in cammino dalla Madre.

Numeri 29,9 - E nell'acqua l'energia racchiude il Crocifisso nei viventi, li riempie di potenza che finisce dentro il serpente portandone la potenza ad uscire, dentro l'unzione il vivere in pace riaccende entrano ad operare nel corpo, gli apostoli sono ai viventi la potenza a soffiare. Nel corpo dei dodici apostoli è la pienezza ad esistere, la potenza esce dell'Uno.

Numeri 29,10 - Che l'azione della risurrezione dei corpi si portera dagli apostoli si sente. Con la risurrezione dei corpi si porterà l'energia che il serpente spegnerà bruciandolo. Riuscirà l'Unigenito, dalle tombe li libererà nel settimo (giorno) alla fine, entrerà la rettitudine dentro, risorti saranno i viventi.

Numeri 29,11 - Bruciato dall'azione sarà il male da questa (dalla risurrezione), risaranno vivi. Per l'Unigenito nelle tombe a porte chiuse nei cuori riverrà la vita, il serpente solo peccatore completamente uscirà, il perdono sarà ai viventi portato. In azione la potenza tutta rientrerà, tutti vivi risaranno dai sepolcri i viventi. Per l'energia strappata via della perversità dell'angelo, pienamente retti saranno a riuscire i viventi.

Numeri 29,12 - E da dentro le tombe li salverà l'azione della risurrezione dei corpi che sarà a riportare della vita la potenza. Dalle tombe dalla porta risorti usciranno dalla schiavitù, dalla rovina, dalla putredine, alla vista santi saranno a riuscire. Sarà nel mondo in cammino tra i viventi con tutti gli angeli che il Crocefisso servono uscire con potenza, riverrà alla vista per la risurrezione portare. Riporterà dalle tombe in cammino tutti vivi in una festa il Potente, sarà nel mondo a riportarsi fuori nel settimo (giorno) alla fine dei giorni dei viventi.

Numeri 29,13 - E uscirà per la guerra finale, per agire con potenza uscirà l'Unigenito luminoso nel mondo con il corpo che fu nella tomba, dagli angeli sarà stretto dell'assemblea del potente Iahwèh, riuscirà col volto nel corpo ove fu in vita il Figlio (con cui) il mattino del terzo (giorno) uscì alla vista risorto. Dal corpo dall'Unigenito sarà la potenza ai viventi della risurrezione inviata, sarà dalla piaga da dentro in dono ai viventi la forza per rinnovarli. Ai quatto (angoli) entrerà l'azione della risurrezione dei corpi in tutti i viventi con la forza della vita, vivi risaranno, fuori saranno a portarsi.

Numeri 29,14 - E dai viventi l'energia strapperà via a ragione della potenza da tutti da dentro il serpente per la portata fiamma di fuoco, dai viventi lo scaccerà, bruciato, fuori. Per l'azione risorgeranno i corpi per l'energia che risarà nei viventi, il potente soffio nei corpi rientrerà delle origine nelle tombe liberandoli. Arrostito il serpente per il fuoco uscirà alla vista, serafini col corpo saranno i viventi, con i dodici apostoli saranno nella pienezza a stare. Per la potenza entrata dell'Unigenito nei sepolcri risorti tra gli angeli saranno ad entrare dell'Unico, saranno potenti i viventi.

Numeri 29,15 - E si vedranno luminosi, saziati per l'energia, in azione risorti col corpo portarsi con gli angeli in cammino, con la rettitudine dentro riaccesa che entrò alle origini. Dai sepolcri dai quattro (angoli) del mondo usciranno risorti col corpo; agnelli saranno i viventi.

Numeri 29,16 - Si porteranno i risorti in Città , si vedranno di questi essere le centinaie, dalle tombe sospinti, nei cuori venuta dei viventi del Potente la conoscenza, per il serpente finito usciranno puri. Sarà dal sangue per l'energia racchiusa finita la perversità, l'angelo che lo riempiva spento.

Numeri 29,17 - E da dentro sarà portato dai viventi fuori per la risurrezione l'angelo, belli col corpo saranno i viventi. Da dentro l'angelo che c'era ad abitarli si riverserà dai corpi, rinnovati saranno i viventi, si vedranno sciolti essere dal serpente, salvati dall'angelo saranno, spento dal fuoco sarà nei viventi, dentro inviato sarà ad ardere tra i lamenti dall'Unigenito. Dalle moltitudini si vedrà uscire per l'azione della risurrezione dei corpi; finirà la vita nell'acqua bollente.

Numeri 29,18 - E nei viventi dell'energia il sigillo porterà, l'angelo in un foro con bruciature entrerà, nei viventi il potente soffio nei corpi risarà in pienezza, sarà il serpente reciso per la rettitudine dentro che riaccesa sarà nei viventi. Dentro i viventi la pienezza soffierà il Verbo col corpo dalla piaga, libererà il soffio i cuori.

Numeri 29,19 - Gesù sarà che il male colpirà essendogli i viventi fratelli, per l'aiuto il peccato finirà di vivere nei cuori, battuto si vedrà il serpente alla fine uscire da tutti i viventi. Sarà dai sepolcri l'angelo strappato e l'energia della pienezza della rettitudine sarà a rientrare nei viventi.

Numeri 29,20 - E dentro sarà portata ai viventi ad entrare la tranquillità, il frutto nel seno della risurrezione del Crocifisso sarà ad agire, (in quanto) sciolti saranno dal serpente. I viventi luminosi angeli saranno per la vita retta dentro posta, figli saranno per la risurrezione. L'energia che uscirà dall'Unigenito dal corpo dentro in azione entrerà, si vedranno risorti con corpi senza difetti.

Numeri 29,21 - Ed i viventi l'energia racchiusa nel Crocifisso in vita riporterà. L'energia li riempirà di rettitudine, saranno a riuscire in vita, la potenza frutto in pienezza sarà. La potenza nei viventi portata al serpente della rettitudine dentro lo brucerà, risarà nei viventi dentro la vita piena, strapperà così chi li giudicava.

Numeri 29,22 - Gesù fu il peccato a finire nei fratelli, il sangue dal cuore, per aiutare innalzato in croce uscì dal Crocefisso con l'acqua. Fu dal sepolcro per l'energia racchiusa il Crocefisso a riuscire, recò agli apostoli la pienezza della rettitudine ad entrare.

Numeri 29,23 - E a casa fu a riportarsi vivo, rigenerato dentro fu alla vista bello col corpo rifù dalla Madre. A rioperare col corpo nel mondo l'Unigenito fu perché il Risorto ad inviare fu ai viventi la rettitudine dentro in dono con la Madre che abitava con gli apostoli. Fu la risurrezione con gli apostoli ad uscire per i quattro (angoli) del mondo, ad operare il corpo/Chiesa del Crocefisso con la Madre fu dai viventi a vivere.

Numeri 29,24 - Ed i viventi a guidare il Crocifisso la Madre portò con gli apostoli, intorno la rettitudine fu ad uscire con la parola del Verbo, un corpo fu di viventi con il rifiuto ad esistere per il serpente recidere. La rettitudine dentro del Risorto furono (gli apostoli) ai viventi dentro col racconto, la Madre la rettitudine nei viventi accendeva col soffio nei cuori.

Numeri 29,25 - Di Gesù furono il corpo agente questi, furono con la Madre i fratelli ad aiutare, nelle assemblee nei cuore venivano le parole, dentro la conoscenza della potenza del Crocefisso entrava in tutti i viventi, erano lo sterco a strappar via che aveva portato l'angelo, attorno lo spengevano.

Numeri 29,26 - E dentro furono portati i viventi ad entrare nelle assemblee, nelle acque furono risorti, furono frutti dalla Madre del Crocefisso per l'operare nel mondo. Dell'Unigenito era la potenza nella Madre che a rinnovare era i viventi, la rettitudine dentro ad accendere era la Madre, figli che ereano illuminati con gli apostoli uscivano dai quattro (angoli) entravano ad operare nel corpo/Chiesa del Crocefisso; dalla Madre era ai viventi la vita.

Numeri 29,27 - E numerosi nelle assemblee del Crocifisso i viventi portavano gli apostoli, che il vessillo della rettitudine erano nel mondo. Dalla Madre per il Potente frutti di pienezza erano, perché portava nel cammino dentro della risurrezione l'esistenza ai viventi. Dentro le prove del Verbo il corpo, vivendo rettamente, i vivente illuminava parlando ai cuori.

Numeri 29,28 - Di Gesù era nel corpo racchiuso il cuore, venivano fratelli di sangue, nei cuori la conoscenza che l'innalzato, dalla croce uscito in perpetuo, portò per i viventi guidare. Ai confini del mondo si portarono gli apostoli, da cui la pienezza della rettitudine esce.
Numeri 29,29 - E dentro fu portata dalla Madre nel mondo della risurrezione l'illuminazione, fu parlandone che nel corpo furono salvati i viventi. Con gli apostoli per il mondo dal cerbiatto la Madre ad illuminare inviò, furono dalla piaga dentro in dono ai viventi dal Figlio. Furono dal Risorto gli apostoli ad uscire per i quattro (angoli) del mondo in azione a servire con la Madre il mare dei viventi.

Numeri 29,30 - E in dono il Crocifisso la Madre portò con gli apostoli in giro, bruciatureescono dai viventi per il serpente. Del Verbo dal corpo che esiste per la Madre il rifiuto fu al serpente. La Madre portò del Potente la rettitudine ad abitare, la pose dentro ai viventi riempiendoli col soffio. Nel corpo/Chiesa vive la rettitudine della Madre, il Risorto gliela soffiò nel cuore.

Numeri 29,31 - E della risurrezione sentendo fu nel corpo/Chiesa il peccato a finire nei fratelli, l'aiuto della parola da sola agiva con potenza, del Crocifisso entrava la purezza, era dell'essere impuro che i viventi guidava finita la perversità, l'energia in pienezza spengeva.

Numeri 29,32 - E da dentro furono portati i viventi fuori dalla schiavitù, per l'azione che ci fu del Verbo, nel corpo/Chiesa furono salvati. Dentro l'azione nel mondo dell'Unigenito fu perché rinnovati fossero i viventi dalla rettitudine, dentro pose ad abitare gli apostoli che furono a rinnovare. Per l'Unigenito un corpo dentro in azione uscì alla vista per il servizio, per la Madre furono i viventi a rivivere.

Numeri 29,33 - E dai viventi l'angelo strappa via la Madre e tenta di spegnerlo con la parola, il soffio nel corpo è della Parola dell'Unico la forza che il serpente recide spengendo il fuoco che è nei viventi dentro a ragione del soffio nel corpo (che l'angelo alle origini portò); ne spenge il fuoco che soffiò nel cuore.

Numeri 29,34 - E il fuoco che ad agire era nei corpi per il peccatore finiva nei fratelli, dal sangue la potenza dentro sbarrata che agiva del serpente finalmente usciva per sempre dai viventi, dell'angelo strappava la perversità, l'energia in pienezza della rettitudine riusciva.

Numeri 29,35 - Dentro un giorno riuscirà, l'ottavo si rivedrà giù col corpo il Crocifisso finalmente nell'esistenza nel cammino della vita con tutti gli angeli. L'essere abominevole sbarrerà, uscirà col rifiuto finale, l'azione della risurrezione porterà.

Numeri 29,36 - E nel mondo verserà dai corpi da dentro da tutti il male operare, fuori dall'Unigenito la risurrezione uscirà dei corpi, sarà la grazia a stare nelle tombe, per il racchiuso serpente sarà la calamità, il soffio nei corpi riinizierà nelle tombe, battuto dall'Unigenito sarà il serpente che i fratelli infiacchiva, dentro risorti saranno in vita. Il Figlio sarà la risurrezione ad inviare al mondo nel settimo (giorno alla fine); riuscirà il Crocifisso in vita, sarà la vita per i viventi.

Numeri 29,37 - E della vita l'energia nelle tombe tutti in vita riporterà, l'energia in pienezza della rettitudine sarà a riaprire nei viventi il potente soffio nei corpi che il rifiuto sarà al serpente a recare, spento dal fuoco sarà nei viventi. Dentro i viventi nella prova per il soffio del verme con la rettitudine salverà soffiandola nei cuori.

Numeri 29,38 - In Gesù saranno con i corpi a racchiudersi, nel cuore gli verranno i fratelli di sangue, guizzeranno dentro, aiutati nell'innalzato in croce entreranno per sempre e i viventi guiderà tutti dal mondo, li porterà dagli angeli al tabernacolo.

Numeri 29,39 - Di Dio usciranno tutti alla vista simili per potenza. Il Signore dentro i viventi porterà per sempre, saranno così i viventi del Potente dentro col sangue. L'aveva promesso, erano ad anelarlo ed in dono dentro tutti saranno così a vivere. Dal serpente per l'azione potente del Crocifisso saranno stati con la rettitudine recisi. Dai viventi l'angelo strappato sarà così dai viventi. E la potenza inviata li riempirà di rettitudine. Saranno così i viventi portati dal Potente in pace (come) erano ad anelare.

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