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INTRODUZIONE AL TEMA DI SAN GIUSEPPE »
DA CARPENTIERE A SANTO
Giuseppe è vissuto nel nascondimento anche se è il più importante di tutti i Santi e la sua figura, oltre che in vita, è rimasta in ombra per molto tempo dopo la morte e ancor oggi non è molto ricordato.
"Nei primi tre secoli non si parla di Giuseppe che in occasione di certe questioni fondamentali, come quelle della nascita verginale del Cristo; alcuni autori come Giustino e Origene, manifestano già una notevole intelligenza della figura e della missione di Giuseppe." (Guy-M.Bertrand)
Tracce di culto si hanno tra gli orientali nel IV secolo con Efrem Siro, Cirillo d'Alessandria e Giovanni Crisostomo.
Tra gli occidentali, i primi ad esaltare ed a sviluppare la figura di San Giuseppe furono San Girolamo, Sant'Agostino e San Pietro Crisologo (n.406-m.450-Sermo XLVIII, in Patrol. Lat., LII 333-337)
La venerazione a Maria s'afferma nella liturgia dal V secolo, mentre in occidente per San Giuseppe occorre attendere il secolo VIII-IX prima che si abbia una menzione nei martirologi e nei calendari.
Il primo attestato rinvenuto è dell'VIII secolo di un calendario estratto da un martirologio dell'Abbazia Benedettina di Rheinau, cittadina del Cantone di Zurigo.
Il manoscritto (Rh30,3), ora conservato a Zurigo, indica la festa di San Giuseppe per il 20 marzo, con il titolo: Joseph sponsus Mariae.
Negli analoghi martirologi del X sec (Fulda, Ratisbona...) la festa "In Bethleem, Sancti Joseph... nutritoris Domini" da alcuni di questi è indicata per il 20 e da altri per il 19 marzo.
Nel 1129 ci fu una chiesa a Bologna (a porta Saragozza), che è la più antica dedicata al nome di San Giuseppe.
Solo nel 1479 per volontà del Papa Sisto IV la festa del 19 Marzo entrò nel breviario e nel messale romano e Gregorio XV, nel 1621, dichiarò il 19 Marzo festa di precetto.
Si diffuse il suo culto grazie a San Tommaso, S. Gertrude, S. Brigida, e nel XVI secolo con S. Teresa d'Avila.
Nel 1538 fu fondata a Roma la Confraternita di San Giuseppe dei Falegnami che nel 1596 gli eresse una chiesa presso il Carcere Mamertino.
A Roma però già nel 1575 era stata eretta dalle Carmelitane la Chiesa di San Giuseppe a Capo le Case.
Pio IX, l'8 dicembre 1870, proclamò San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale.
Pio XII, nel 1955, fissò il 1° Maggio, già festa civile dei lavoratori, festa di San Giuseppe artigiano e l'indicò quale modello agli operai e protettore dei lavoratori cristiani.
Questa festa sostituì quella del Patrocinio di San Giuseppe sulla Chiesa Universale.
Erano gli anni in cui i lavoratori erano chiamati dalla sinistra all'ideologia marxista; allora le ACLI ed i preti operai proponevano ai lavoratori cristiani di rivolgere gli occhi a Cristo che aveva voluto essere lavoratore e trascorrere gran parte della vita nella bottega di Giuseppe, il carpentiere di Nazaret.
In quei tempi, nei manuali delle ACLI si leggeva: "Dal punto di vista cristiano, il movimento operaio non è che una forma del moto generale d'elevazione dell'umanità, un aspetto speciale di quel fenomeno generale d'ascesa adombrato dalla parabola dei talenti."
Nel radiomessaggio natalizio del 1942, Pio XII aveva detto: "Ogni lavoro possiede una dignità inalienabile ed in pari tempo un intimo legame con il perfezionamento della persona: nobile dignità e prerogativa, cui in veruno modo non avviliscono la fatica e il peso che sono da sopportarsi come effetto del peccato originale, in obbedienza e sottomissione alla volontà di Dio."
Giovanni XXIII, con decreto "Novis hisce temporibus" del 13 novembre 1962, introdusse il nome di San Giuseppe nel Canone Romano della S. Messa, accanto a Gesù, a Maria e prima degli Apostoli, dei Sommi Pontefici e dei Martiri e degli altri Santi di cui ogni giorno la Chiesa, nella celebrazione eucaristica, invoca la protezione.
È il protettore dei falegnami, degli artigiani, dei seminari, dei moribondi e speciale protettore dei Carmelitani Scalzi.
Il 19 Marzo è così la festa di tutti i padri di famiglia, come l'8 Maggio è quella delle mamme.