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LE FRANGE DEL MANTELLO DI LUCE »
I PARAMENTI DEL SOMMO SACERDOTE
Questa vestito regale è quello che in Esodo 28 è proposto per il Sommo Sacerdote in cui fa spicco l'Efod il cui nome l'ebraico biblico applica a tre diverse realtà:
- l'efod strumento divinatorio che serviva a consultare Iahwe, contiene le sorti sacre attraverso le quali si consultava Iahweh (1Samuele 14,18s; 23,9s; 30,8; Confr. 14,41 nota) compare all'epoca dei Giudici (Giudici 17,5; 18,14s) si parla dell'efod di Gedeone (Giudici 8,26s) condannato come simbolo d'idolatria e cessa di essere menzionato nei racconti posteriori a Davide (allusione in Osea 3,4);
- l'efod bad, perizoma di lino che portavano i ministri del culto;
- l'efod del Sommo Sacerdote, grembiule sostenuto da una cintura con bretelle a cui è attaccato il "pettorale del giudizio" (Esodo 28,15ss) e il pettorale porta le sorti sacre, Urim e Tummim (Esodo 28,30; Lv. 8,7-8).
Tornando al versetto del Genesi 3,21 sulla tunica, lì in effetti pelli
è al singolare, cioè Dio fece una tunica di pelle per l'uomo; cioè da un vestito di "luce
"
ebbero solo un vestito di pelle
(la pelle è quanto si vede
portare
sul corpo
),
così mentre prima "l'Unico
portavano
nella mente
"
viene evidenziato che "peccano
()
col corpo
(o con la mente = testa
)".
Come se fossero divenuti opachi, si era spenta la "luce" della grazia che li rivestiva e si sentirono nudi.
Nell'ultima parte del poema di Gilgamesh (a versione più completa nota del VII secolo a.C., incisa su undici tavolette di argilla, fu rinvenuta nel palazzo del re Assurbanipal a Ninive), miitico personaggio re dei Sumeri che regnò in Uruk va alla ricerca dell'unico uomo che conosce il segreto dell'immortalità, Utnapishtim, re di Shuruppak sopravvissuto al diluvio, trovatolo in Dilmun - "dove sorge il sole" - riceve però indicazioni su un'erba come il biancospino con la proprietà il "vecchio ritorna giovane" con l'aiuto del battelliere Urshanabi la raccoglie in fondo al mare, ma mentre si riposa accanto a un ruscello, un serpente la porta via e dopo averla mangiata, cambia pelle.
C'è un passo in cui Utanapishtim, rimprovera Gilgamesh di trascuratezza non degna del suo rango regale e insiste: "poni sul capo un nuovo turbante; fagli indossare un vestito che lo rinobiliti. Fino a che egli non giunga alla sua città, fino a che non compia il suo viaggio, che il suo vestito non si scolori, che sia nuovo, che sia nuovo."
Anche nella tavoletta VI, dopo l'uccisione del mostro Khubaba, Gilgamesh si riveste dei suoi attributi regali: "Lavò la sua sporcizia, fece brillare le sue armi, ributtò i suoi capelli sulla schiena; gettò via i suoi sporchi vestiti e ne indossò di puliti, si rivestì dei paludamenti regali e li legò con una cintura."
Quelle lettere
però comportano una promessa perché:
- "la risurrezione
porterà
il Potente
per resistere
";
- "simili
()
al Potente
saranno
";
- "a bruciare porterà il serpente
nell'esistenza
".
In quel versetto Genesi 3,21 si trova una parola "tuniche
",
leggibile questo termine "della rettitudine completa degli angeli porta il segno" anche come promessa "alla rettitudine completa degli angeli li riporterà alla fine" e che apre un grande squarcio di tradizioni ebraiche che confermano quanto si va dicendo.
Provo così a leggere le lettere ebraiche di quel versetto Genesi 3,21.
"A portare
sarà
in azione
la risurrezione
nell'esistenza
che alla perversità
del serpente
nell'uomo
porterà
il rifiuto
bruciandolo
completamente
e
la rettitudine
completa
degli angeli
riporterà
per finire
il peccare
()
con i corpi/mente
.
A riportarsi
sarà
nei cuori
il Nome
."
"A portare sarà in azione la risurrezione nell'esistenza che alla perversità del serpente nell'uomo porterà il rifiuto bruciandolo completamente e la rettitudine completa degli angeli riporterà per finire il peccare con i corpi/mente. A riportarsi sarà nei cuori il Nome."
Questo manto e quella tunica sono recuperati dall'ebraismo con la preghiera.
Ogni osservante indossa un oggetto che fa sensibilmente memoria di quella purità e santità in cui desidera rientrare.
La preghiera della Shema' che l'ebreo recita nei momenti importanti è formato da tre passi della Torah:
- "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi) e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte)." (Deuteronomio, 6,4-9)
- "Se obbedirete diligentemente ai comandi che oggi vi do, amando il Signore vostro Dio e servendolo con tutto il cuore e con tutta l'anima, io darò al vostro paese la pioggia al suo tempo: la pioggia d'autunno e la pioggia di primavera, perché tu possa raccogliere il tuo frumento, il tuo vino e il tuo olio; farò anche crescere nella tua campagna l'erba per il tuo bestiame; tu mangerai e sarai saziato. State in guardia perché il vostro cuore non si lasci sedurre e voi vi allontaniate, servendo dei stranieri o prostrandovi davanti a loro. Allora si accenderebbe contro di voi l'ira del Signore ed egli chiuderebbe i cieli e non vi sarebbe più pioggia e la terra non darebbe più i prodotti e voi perireste ben presto, scomparendo dalla fertile terra che il Signore sta per darvi . Porrete dunque nel cuore e nell'anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi; le insegnerete ai vostri figli, parlandone quando sarai seduto in casa tua e quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai; le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte, perché i vostri giorni e i giorni dei vostri figli, nel paese che il Signore ha giurato ai vostri padri di dare loro, siano numerosi come i giorni dei cieli sopra la terra." (Deuteronomio, 11,13-21)
- "Il Signore aggiunse a Mosè: Parla agli Israeliti e ordina loro che si facciano, di generazione in generazione, fiocchi agli angoli delle loro vesti e che mettano al fiocco di ogni angolo un cordone di porpora viola. Avrete tali fiocchi e, quando li guarderete, vi ricorderete di tutti i comandi del Signore per metterli in pratica; non andrete vagando dietro il vostro cuore e i vostri occhi, seguendo i quali vi prostituite. Così vi ricorderete di tutti i miei comandi, li metterete in pratica e sarete santi per il vostro Dio. Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatti uscire dal paese di Egitto per essere il vostro Dio. Io sono il Signore vostro Dio". (Numeri, 15, 37-41) Amen
È su questo ultimo passo che sono fondate le usanze dei:
- tefillin, due scatolette di pelle nera che contengono lo Shema' e che con cinghie si legano sul braccio sinistro e sulla fronte dagli ebrei maschi per il rito mattutino Shacharit nei giorni feriali;
- tallit "mantello della preghiera", è un quadrangolo in cotone, seta o lana bianco, di solito decorato con delle righe blu, ai cui quattro angoli vengono attaccati dei fiocchi, i tzitzit. Sono scialli della preghiera mattutina, che indicano che l'uomo è legato a Dio ed accerta che l'uomo vuole avere un abito spirituale nitido con alcuni fili azzurri che lo legano al cielo;
- Tallit katan un camiciotto con quattro frange che si porta sotto il vestito e le cui frange fuoriescono sopra i pantaloni;
- tzitzit o frange che pendono dai tallit, anche il Deuteronomio 22,12 propone: "Metterai fiocchi alle quattro estremità del mantello con cui ti copri." Gli tzitzit erano formati da diversi fili bianchi e da un filo blu/violetto (tekehelet) e venivano applicati anche ai quattro angoli della veste. Attualmente i sono formati da quattro fili bianchi, di cui uno lungo;
- mezuzah, rotoletti con lo Shemah in piccole teche sugli stipiti delle porte di casa. Il nome della preghiera è tratto dall'inizio: "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze" (Deuteronomio 6,4ss) che è anche espressione di credo dell'ebraismo nel monoteismo.
L'amarlo con tutta l'anima comporta essere coscienti, quindi, dicono i rabbini anche quando "Egli si prende la tua anima ", cioè prima di dormire, di svenire, d'essere torturati, di morire, e ad ogni risveglio o quando ti si strappa un pezzo d'anima, alla morte d'un congiunto e d'un amico.
Lo Shemah, si recita in piedi durante la preghiera dell'alba "Shacharit" e della sera "Maariv" assieme all'Amidah, o "preghiera delle diciotto benedizioni".
La tradizione ebraica afferma che un ebreo avvolto nel tallit è come un angelo del Signore degli eserciti.
I morti vengono sepolti col loro tallit, ma le frange di un angolo sono tagliate, perché ormai non può più rispettare i precetti.