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NEEMIA FONDATORE POLITICO DEL GIUDAISMO - PRIMA MISSIONE
di Alessandro Conti Puorger

PREMESSA
Questo articolo prosegue la mia ricerca sui libri di Esdra e Neemia iniziata con "Esdra il Mosè del giudaismo profetizza il Cristo" e proseguita con "Esdra nel libro di Neemia annuncia la Torah e il Messia".
Tale ricerca è tesa al messaggio di secondo livello contenuto in quei libri che sono fondamentali per far comprendere le idee ed i principi d'origine che tuttora permangono nella spiritualità ebraica del Giudaismo fondato proprio nel periodo di Esdra e Neemia al ritorno dall'esilio babilonese, idee ed i principi.
Al riguardo, per chi si trovasse per la prima volta ad aprire un mio articolo preciso che le 22 lettere dell'alfabeto ebraico costituiscono l'ossatura essenziale per la vita dei testi biblici del canone ebraico tutti scritti con quelle lettere, sia in ebraico che le parti in aramaico.
L'aramaico, lingua semitica affine all'ebraico parlato in ogni parte del Vicino Oriente.
L'aramaico biblico è quello che si può trovare in:
  • Ezra 4,8-6.18 e 7,12-26 - documenti del periodo Achemenide (IV secolo a.C.) sulla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme;
  • Daniele 2,4b-7,28;
  • Geremia 10,11;
  • Genesi 31,47.
Parti del Talmud e della liturgia per uso popolare nonché lo Zohar sono scritti in aramaico.
La tradizione ebraica però dice che gli angeli conoscono l'ebraico e non l'aramaico.
Traduzioni dei testi ebraici, pur se "perfette", presentano solo uno dei possibili aspetti contenuti dall'insieme, perché le lettere dicono molto di più e consentono anche altre letture che le traduzioni perdono.
Ciascuna di quelle 22 lettere, infatti, è anche icona d'un concetto e d'una rosa di parole collegate a quello.
Il testo, inoltre, pensato, com'erano gli scritti più antichi, formato da lettere tutte separate tra loro senza indicazione della postuma decisione di reciderlo in parole, senza segni di vocalizzazione e senza lettere particolari di fine parola, può essere suddiviso anche per formare un testo con parole diverse.
Su ciò hanno puntato gli autori ispirati per dare un senso ieratico di oracolo e per fornire anche letture di 2° livello per iniziati onde rendere il tutto soffuso di un affascinante secretum.
Queste idee riportate in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche", combinate con semplici ripetitive regole di "Parlano le lettere", in cui la prima e fondamentale è considerare soggetto, motore del testo nascosto, Dio, il suo Messia e la storia di salvezza da lui suscitata, permettono di estrarre nuovi testi.
Tali nuovi testi si ottengono leggendo le singole lettere come parole ed associando alcune in modo da estrarre parole ebraiche dal testo recise e/o vocalizzate in modo diverso e quindi con significato pure all'occorrenza mutato da quello del testo convenzionale.
I racconti che si ottengono s'estendono tutti di seguito come una traduzione corrente anche se con un certo grado di indeterminazione che si riduce con la ripetitività dei testi in quanto i concetti sono replicati più volte ed in più modi.
In "Parlano le lettere" ho anche fornito i significati delle icone delle lettere che costituiscono la chiave a 22 combinazioni per aprire la serratura che blocca il forziere del testo nascosto, ed in numerosi articoli ho fornito prova dei risultati con la traduzione-decriptazione di estesi brani ed anche di interi testi biblici, quali:
L'insieme del testo esterno e di quello interno costituiscono così un unicum vivo in cui da secoli circola la linfa viva degli autori biblici in essa sigillata.
La traduzione ufficiale è così solo una fotografia d'un aspetto che può essere vivificato con l'aiuto della fede propria del singolo lettore e della tradizione della Chiesa che sostiene la fede, ma che resta per molti aspetti oscura per chi vi s'avvicina senza tale aiuti, perché in definitiva resta celato il messaggio interno del Messia che è invece l'ordito e la trama su cui si basa il testo stesso.
L'idea è affascinante e ha coinvolto nel tempo più studiosi a partire dai Cabbalisti, al Kirker, a Newton, che però non potettero attingere ai segni geroglifici che spiegano vari significati grafici insiti nei segni di quelle 22 lettere così espressive.
In conclusione un testo nascosto esplicito si ricava per decriptazione dai testi biblici ebraici ed il testo nascosto interno non è fine a se stesso o irrilevante, ma è contributo di cui è da tenere conto per l'esegesi, cioè per l'interpretazione critica dei libri sacri ebraici contenuti nella Bibbia onde pervenire ad una più completa comprensione del significato.
A tale riguardo, a titolo esemplificativo, presento il primo versetto del libro di Neemia col testo anche in ebraico e la decriptazione con dimostrazione e poi tutto di seguito.

Neemia 1,1 - "Parole di Neemia figlio di Akalià . Nel mese di Casleu dell'anno ventesimo, mentre ero nella cittadella di Susa."




"Per aiutare dentro un corpo fu per guidare () i viventi che erano nel mondo . Il Figlio nella prigione del maligno entrò portandosi a stare nel mondo . Fu dentro dell'Uno ( = ) la Luce . Dal trono () del Potente si portò per rinnovare () tutto . In azione per liberare () fu in un vivente a portarsi . In un primo l'energia di Iah fu a stare in una prescelta . Fu su una casa la Luce a portare ad accendere l'energia . Nel mondo dentro si lanciò ."

"Per aiutare dentro un corpo fu per guidare i viventi che erano nel mondo. Il Figlio nella prigione del maligno entrò portandosi a stare nel mondo. Fu dentro dell'Uno la Luce. Dal trono del Potente si portò per rinnovare tutto. In azione per liberare fu in un vivente a portarsi. In un primo l'energia di Iah fu a stare in una prescelta. Fu su una casa la Luce a portare ad accendere l'energia. Nel mondo dentro si lanciò."

Inizia così un palese testo ispirato alla venuta del Messia.

NEEMIA - LA PRIMA MISSIONE
Dopo la fine in Palestina del regni del Nord (721 a.C.) e del Sud (586 a.C.) i reduci da Babilonia della deportazione non riuscirono a restaurare la monarchia.
La condizione finale di vassallaggio in cui in pratica vivevano i reduci provocò da parte delle loro guide spirituali l'elaborazione delle complesse contingenze storiche che avevano ridotto la primitiva potenza di Israele del regno dei tempi di David e Salomone.
Quei regni vennero pressoché mitizzati alla stregua del paradiso terrestre.
Quasi che Adamo fosse un re e Eva la regina.
L'uno portava a pensare a Davide e l'altra al popolo che vivevano in armonia in un regno nato per volontà di Dio.
In quel paradiso avvenne una divisione ciò che era unito per atto di superbia si divise, ciò che era una unità possente divenne due regni e ciò fu un grande errore che segnò la causa di un progressivo indebolimento.
La cacciata da quel paradiso, di fatto, s'era verificata per mano degli Assiri.
La conclusione fu che nonostante tutto esisteva un regno in cui Iahwèh, il Signore della storia, era il re che aveva garantito un resto su cui l'alleanza dei padri era mantenuta come luce in mezzo ai popoli.
Il deutero Isaia profetizza:

"Consolate , consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua iniquità, perché ha ricevuto dalla mano del Signore doppio castigo per tutti i suoi peccati". (Isaia 40,1.2)

Il testo biblico ci propone quale primo governatore dei reduci in Palestina nel 445 a.C., successivo alla missione di Esdra (nel 458 a.C. se Esdra 7,7 si riferisce ad Artaserse 1) che ebbe potere sufficiente per ricostruire le mura di Gerusalemme rispetta la profezia ed una consolazione vera e propria anche nel nome, perché in "nomen omen".
Questo ricostruttore, infatti, è Neemia il cui nome comporta la profezia di essere la consolazione di Iahwèh .
Questi reduci sono come i salvati dall'arca di Noè usciti su una terra nuova, infatti, spezzando il nome di Neemia e leggendo i significati delle lettere si ha "Noè dalle acque sarà ad uscire ".

Il libro di Neemia, di fatto continuazione di quello di Esdra, da cui fu diviso nella versione dei LXX, è l'ultima cronaca per la Bibbia canonica ebraica sul popolo d'Israele e riguarda accadimenti iniziati circa trenta anni dopo quelli che riferisce il libro d'Ester e tredici anni dopo il ritorno di Esdra.
Esdra e Neemia, contemporanei, collaborarono per restaurare Gerusalemme e il suo popolo.
Nelle grotte di Qumram fu trovato un frammento di papiro col testo di Neemia (versetti 3,14-15) databile come edizione tra fine I secolo a.C. e il primi anni del I secolo d.C. con scrittura non minuscola simile al 4Q117del rotolo di Esdra ad esso anteriore di qualche decennio.
Il fatto che s'è trovato un solo rotolo di entrambi rafforza il pensiero che di solito entrambi appaiono su un solo rotolo.
La prima parte del libro detto di Neemia ha l'aspetto di una esposizione di ricordi dello stesso Neemia.
Laico, funzionario alla corte del re di Persia, si ritiene Artaserse 1, ebbe il permesso-incarico di recarsi in missione a Gerusalemme a Gerusalemme con per riorganizzare la vita dei reduci.
Neemia dopo i 70 anni d'esilio profetizzati, fece parte del terzo gruppo dei reduci a Gerusalemme dopo Esdra e Zorobabele, ma in verità non furono molti quelli che tornarono, solo una minoranza.
Solo un vero e proprio resto scelse di tornare nel paese che molti peraltro non conoscevano.
Come Mosè, Neemia, invece di godersi la sua posizione e le sue prerogative si mise in gioco per amore dei fratelli connazionali reduci a Gerusalemme, ma in difficoltà.
Neemia à uomo d'azione e nello stesso tempo uomo di fede; tutte le sue decisioni, infatti, sono precedute da preghiere.

I capitoli da 1 a 6 riferiscono tale prima missione.
Il capitolo 7 riguarda l'elenco dei reduci come in Esdra 2.
I capitoli 8 e 9 ripresentano il personaggio di Esdra e la decriptazione di tali tre capitoli l'ho riportata nel già citato "Esdra nel libro di Neemia annuncia la Torah e il Messia".
Il capitolo 10 riguarda il documento con l'impegno della nuova comunità che riportò al primo posto la firma di Neemia, ma stranamente non ha traccia della firma di Esdra.
I capitoli da 11 a 13 sono relativi alla seconda missione di Neemia.

In questo articolo mi interesso dei primi 6 capitoli di Neemia che riguardano l'incarico di Neemia e la prima fase del suo governo in cui trovò collaborazione, ma dovette anche affrontare l'opposizione delle popolazioni non ebraiche e difficoltà economiche.
Questo complesso dei primi 6 capitoli per un totale di 124 versetti (I-11; II-20; III-38; IV-17; V-19; VI-19) riguarda:
  • 1,1-2,8 Neemia prende atto della situazione dei rimpatriati a Gerusalemme, si commuove prega il Signore (Neemia 1,5-11) e riceve l'incarico dal re di Persia di ricostruire le mura di Gerusalemme.
  • 2,9-3,32 giunto a Gerusalemme Neemia ne ispeziona le mura segretamente, di notte decide di ricostruirle.
  • 3,33-4,23 Opposizione dei non giudei e strategia di Neemia.
  • 5,1-19 Riforme economiche di Neemia.
  • 6,1-19 Ultimazione della ricostruzione nonostante le avversità procurate dagli avversari.
Con i criteri enunciati presento qui di seguito la decriptazione dei primi sei capitoli del libro di Neemia ed a seguire il testo C.E.I di quegli stessi capitoli.

NEEMIA 1 - DECRIPTAZIONE
Neemia 1,1 - Per aiutare dentro un corpo fu per guidare i viventi che erano nel mondo. Il Figlio nella prigione del maligno entrò portandosi a stare nel mondo. Fu dentro dell'Uno la Luce. Dal trono del Potente si portò per rinnovare tutto. In azione per liberare fu in un vivente a portarsi. In un primo l'energia di Iah fu a stare in una prescelta. Fu su una casa la Luce a portare ad accendere l'energia. Nel mondo dentro si lanciò."

Neemia 1,2 - E fu dentro dell'Unico la Grazia inviata per stare in un fratello nel sangue. In quel fratello fu Lui a portarsi. In uomo fu a vivere tra i viventi in Giuda. Si portò in una donna. Dio nella madre dall'alto entrò. Una Giudea fu la Madre. Le entrò il soffio del Potente a stargli nel cuore. Entrò nella donna nel corpo. L'energia nella carne portò. Dalla Madre un angelo entrò per illuminarla, in casa fu a portarsi dall'alto, era povera del Potente la Madre.

Neemia 1,3 - E fu l'Unico in un vivente nel corpo a recare la potenza. Fu ad entrare l'energia nella carne. Fu nella Madre l'Unigenito ad accendere nel corpo l'energia. Nella carne si portò a vivere. Dell'angelo (ribelle) entrò nella prigione. La Luce a vivere dentro un vestito fu. Fu l'energia ad entrare dentro un corpo per agire nel mondo in cammino. Di un povero entrò a portarsi nella casa. In una grotta il Verbo al mondo si portò, a chiudersi si recò in un uomo. Fu in una povera Madre a vivere. In vita il Verbo dal corpo Le scese. Indicazione le portò; dalla porta fu ad entrare un angelo che giù il segno recò a casa alla donna.

Neemia 1,4 - E fu al mondo a stare la rettitudine. Alla luce da un seno fu a venire; dalla porta da dentro del corpo fu dalla Madre ad uscire Dio nel mondo. Era sabato (quando) fu a portarsi. Col primo pianto portò il primo segno l'Unigenito in casa; il Potente entrava nei giorni a vivere. E da primogenito nel mondo fu a scendere dalla Madre. E in uomo del Verbo potente la potenza guizzò nella persona. Fu Dio nel mondo che fu ad entrare dal cielo.

Neemia 1,5 - Ed il primogenito con la Madre si vide bello. Era uscito per portarsi nel mondo Dio nell'esistenza. Dal cielo usciva la maledizione in cammino per l'essere impuro del serpente che portò nel mondo ad abitare nei corpi il peccare. Per Raab (mostro personificazione bestiale del male) nel corpo fu per la fine portargli per misericordia (ovviamente verso i viventi). Il rifiuto nel mondo in casa fu a recargli; lo portò al serpente. Per custodire l'esistenza dei viventi giù si recò. In croce fu a portarsi.

Neemia 1,6 - Ad indicare al mondo furono gli angeli l'Unigenito. L'Unico questi inviò ai retti per versare con una luce sulla casa il segno. Ed a sentire furono degli angeli nell'esistenza i retti la parola. Indicavano che si portava. Annunciavano che finalmente il Potente sorgeva da un seno. Dio per le preghiere indicava il Servo retto che da donna col corpo ad incontrare così era gli uomini. Per le preghiere dal Potente in una persona fu la rettitudine ad entrare, fu a portarsi in un vivente, fu a portarsi in vita. La Madre lo portò di notte al mondo. Dall'alto il Figlio fu in Israele per servire. Fu la rettitudine recata in un uomo. La portò per sbarrare nel mondo l'azione del serpente, per il peccare portare a finire in casa dell'angelo. Fu alla luce in un corpo Dio, l'Unigenito per liberare dal peccare dall'angelo si portò in cammino e l'Unigenito dall'angelo fu a portarsi a casa. Ci fu in quanto la fine voleva dall'esistenza del peccare dall'angelo portato.

Neemia 1,7 - Nella prigione, casa del serpente, si chiuse. Per distruggere l'angelo si portò in cammino. E per il serpente colpevole in un corpo per rifiutarlo completamente uscì per la contesa. Venne al mondo la legge da un vivente portata. L'Unico indicò al mondo la sentenza; fu in un vivente l'Unigenito al rettile a recarla. E finalmente a venire per i viventi la Luce nel mondo per servirli con la rettitudine.

Neemia 1,8 - L'essere puro in un corpo inviò l'Unico. Venne la Parola da una donna dal corpo. Giù portò nell'esistenza il segno dell'Unico con la purezza per illuminare il mondo. Per servire nella prigione dell'essere impuro venne con gli uomini a vivere. Dall'alto portò l'Unico all'angelo la forza dell'ira. Fu giù l'Unigenito nell'oppressione a vivere; dentro tra i popoli fu a vivere.

Neemia 1,9 - Per portare la risurrezione dentro a tutti i viventi Dio fu a portarsi alla luce a vivere in un corpo puro. Un'azzima recò ad indicare nell'esistenza e ad operare fu in modo puro. Venne in un vivente l'Unigenito a vivere. Stette nel mondo, fu ad uscire per l'angelo scacciare, per la rettitudine dentro i viventi versare. Giù entrò nel mondo dal cielo per salvare i viventi. Da primogenito nel ventre scese della Madre ed entrò in una casa/famiglia e venne a stare tra i viventi Dio. Entrò nella vita la speranza dei viventi. Da una donna col corpo dentro una grotta finalmente fu il Potente a dimorare. Venne alla luce in vita a stare il Nome.

Neemia 1,10 - Ed al mondo dei viventi il Servo fu così a portare alla vista una vita retta. L'Unigenito per liberare, per riscattare sarà in croce. Da dentro il vigore della rettitudine entrerà nel cammino. L'essere impuro del serpente porterà dentro ad essere fiaccato. Dal petto la verserà fuori.

Neemia 1,11 - L'Unico l'energia rioriginò nel Signore. Fu dalla croce ad uscire. Fu l'energia dall'Unico a riiniziare in Questi. Nell'ucciso riversò la risurrezione. Da dentro la croce a Dio le preghiere del Crocifissero agirono che da dentro gli portò. Così portò di Dio il segno. Il soffio del Potente nel Crocifisso agì. Solo (Lui) fu retto nel mondo! Nella tomba il soffio giù della vita potente fu nel corpo dall'Unico ad entrarGli. Venne risorto con le piaghe e riuscì. Si rialzò potente; fu dalla tomba ad uscire. L'energia di Dio agì dentro aiutandolo. Per la rettitudine fuori fu portato dalla morte. L'energia entrata riportò potente il corpo. Dalla tomba in vita rifù. La vita potente del Verbo inviata fu ad entrare nell'Uomo. Fuori Questi per il mondo recò i primi apostoli. Furono nel mondo a stare, furono del Crocifisso la forza ai viventi della risurrezione a versare nel mondo perché camminassero.

NEEMIA 2 - DECRIPTAZIONE
Neemia 2,1 - E furono nel mondo a stare dentro per rinnovarlo gli apostoli. Furono in giro gli apostoli inviati dal Risorto. Gli apostoli degli sviati ad illuminare le teste/menti furono con la parola, di luce le assemblee illuminarono pienamente sul Crocifisso Unigenito riuscito vivo. In cammino furono a stare da inviati del Potente (di cui) le parole gli apostoli erano a recare. Portano dell'Unigenito la risurrezione che per primo venne ad esserlo. Sarà l'energia a recare l'Unigenito per finire l'angelo dal mondo con la potenza. (Intanto) i viventi in cammino portano il rifiuto nel mondo a stare che fu del Crocifisso per le forze del male. Del Potente il soffio gli apostoli sono a recare.

Neemia 2,2 - E sarà per l'Unigenito a vivere un corpo/Chiesa che potente sarà nel mondo tra i viventi in cammino. Nei viventi l'essere impuro che agisce, col soffio inviano la forza della rettitudine. Il male che fu nei viventi portato all'origine per il Crocifisso esce annullato, il vigore riportano del Potente. Alle origini fu per l'angelo da questi ad uscire la rettitudine, fu alle origini il male nei cuori recato, dell'Unico il timore uscì, dai corpi da dentro uscì la forza.

Neemia 2,3 - E fu ad iniziare a vivere un corpo/Chiesa potente di viventi in cammino. Uscì per la parola retta del Potente che ha sentire recarono. Del Potente ai viventi sono nell'esistenza il vestito a riportare dall'alto dell'origine. Fu il corpo/Chiesa a sentire la portata parola dagli apostoli che fu l'Unigenito risorto: Il corpo fuori dalla Città dentro fu dalla croce nel sepolcro portarono finito. L'Unigenito dentro nel Crocifisso era. Dalla tomba il corpo da dentro uscì, si portò risorto alla vista. Nel corpo fu a rientrargli dell'Unico per la rettitudine la potenza e dentro l'Unigenito risorse.

Neemia 2,4 - E rifù l'Unigenito a rivivere col corpo potente. Era del mondo il Re ! In alto dai viventi uscì. Questi nel mondo riverrà. Ai viventi dentro verserà la risurrezione e verrà il soffio potente del rifiuto per il serpente. La maledizione sarà ad uscirgli dal cielo.

Neemia 2,5 - Portarono (gli apostoli) per l'Unigenito a vivere un corpo potente di viventi in cammino. L'originario male operare usciva. Nei viventi la potenza della rettitudine nei cuori riportavano, dentro portavano l'originaria vita che esisteva. Furono con amore dentro per servire. Una sposa per il Verbo gli apostoli furono con la rettitudine ad iniziare. La risurrezione col corpo del Crocifisso indicarono gli apostoli; furono di Dio ad essere per il mondo portatori. Con l'aiuto uscito da Dio nelle città riversarono dentro un corpo, portarono l'indicazione dell'Unigenito abitava nel Crocifisso. Furono portatori dell'Unigenito Figlio gli apostoli nel mondo.

Neemia 2,6 - E furono ad iniziare amarezze per il serpente. Furono nel mondo i viventi in cammino portatori. Gli uscirono per la risurrezione rivelata che fu portata del Risorto da dentro la croce. L'Unigenito protezione portava alla comunità degli uomini che erano a stare nel mondo. Erano entrati sulla strada della rettitudine e agli uomini era la virtù dentro riportata nell'esistenza. Era nei cuori dentro il potente soffio degli apostoli. Fu ad entrare nei viventi la potenza. La rettitudine portarono nell'esistenza. L'illuminavano che del Potente di grazia erano portatori. E l'Unigenito Crocifisso gli apostoli nel mondo accompagnava. Questi viveva con gli apostoli.

Neemia 2,7 - E desideravano i viventi del corpo/Chiesa che il potente Re Unigenito, che viveva in alto, riuscisse. I viventi in cammino nei cuori portasse dentro ammassati e tutti fossero alla fine ad abitare dal Potente, che spazzasse il serpente col soffio dalle tombe e riportasse tutti alla vista. Da dentro con i corpi riuscisse un fiume di beati ed in azione dentro fosse nei corpi a riportarsi l'energia che c'erà dell'Eterno alle origini, risorti si vedranno a casa portati dall'Unico. Che Dio, il Signore, li portasse, li aiutasse ad uscire.

Neemia 2,8 - E porterà l'Unigenito in cammino nel corpo tutti. Dio raccoglierà i risorti. Vivi col corpo entreranno nel Paradiso dei beati. Il serpente nei viventi con la potenza della rettitudine l'Unigenito avrà bruciato nei corpi. Sarà a finire l'energia del serpente. Spazzato giù sarà dai viventi. Il serpente rovescerà dai corpi. E finalmente verrà bruciato il nemico. Sarà ad entrare in un pozzo. L'Unigenito con la risurrezione dei corpi sarà del serpente dentro l'esistenza a finire. Ed il vigore che portò negli uomini uscirà. Si vedrà riessere nei corpi portata la potenza che dentro c'era. Il Crocifisso la riaccenderà nei corpi che il Padre portò alle origini. "Dei" sarà a portarli! E saranno tutti angeli del Potente. Saranno ad entrare nel regno. Con la rettitudine saranno stati aiutati da Dio. Dal mondo saranno ad entrargli nel cuore. Li porterà a casa in alto a stare.

Neemia 2,9 - Li porterà dal Padre. Porterà dall'Unico le migliaia nell'assemblea. E li porterà il Crocifisso. Dal Servo ne uscirà un fiume. E verranno guidati dal mondo a vivere. Verranno in massa portati dal Crocifisso. Entreranno nel regno. E saranno la luce del Potente nell'assemblea a vedere i viventi. Sarà ad entrare il Re. Il Risorto col corpo sarà che in vita li accompagnò, il Verbo che con il corpo risorto fu in vita.

Neemia 2,10 - Portati saranno ad ascoltare in cerchio con gli angeli a casa il Potente. Nel cuore gli entreranno a chiudersi. Tra canti saranno portati. Nella felicità saranno ad entrare. Il Servo uscirà alla vista. Vivo tra gli angeli sarà. E sarà col corpo alla vista, potente uscirà. Vivo col corpo lo vedranno uscire nella gloria. Uscirà l'Unigenito con il risorto corpo in cui abitò. Il primo uomo a cui il Potente dentro versò la risurrezione, che nel cuore li portò dentro dal mondo, del Potente il Figlio era. Era il Principe di Dio!

Neemia 2,11 - E il Padre portò l'Unigenito, che Dio è, nel corpo per recare della risurrezione la potenza ai viventi. E l'Unigenito al mondo fu dal cielo, fu a salvarli dal serpente bruciandolo nel mondo.

Neemia 2,12 - Portò l'Unico a risorgere di notte nel mondo l'Unigenito. L'energia fu a riportarlo tra gli uomini. Rifù dalla Madre vivo. In azione per amore per agire tra i viventi fu a portarla con il rifiuto. Uscì in cammino per aiutare il Crocifisso. Fu al serpente da uomini viventi ad uscire la maledizione. Furono gli apostoli dal Crocifisso inviati da maledizione al serpente. Da casa furono con potenza ad operare. Lo portarono in croce i potenti di Gerusalemme, con un'asta con bestialità; annullato dal popolo fu per la rettitudine. Fu dall'Unigenito da un foro da dentro uscire con l'acqua nel mondo di una donna il corpo, iniziò con gli apostoli un corpo retto ad abitare dentro al mondo.

Neemia 2,13 - La portò l'Unico giù per amore. La risurrezione sentendo un corpo uscì in cammino. Cominciò ad essere potente. Al mondo portò Dio con la parola degli apostoli a stare una sorgente da cui escono tutti figli portati da Dio. Illuminati si vedono nel corpo/Chiesa uscire dalla Donna per il soffio che il Crocifisso Le portò. E dall'Unigenito uscì a dimorare un corpo/Chiesa che dentro annuncia che dai morti si è un corpo riportato risorto di potente vita. Dall'Unigenito risorto il corpo uscì della Madre a far frutto giù fu tra i viventi recando della risurrezione a sentire. Il corpo/Chiesa sarà nel mondo all'Unigenito una sposa a recare per abitare dall'Unico nella luce.

Neemia 2,14 - E originò dagli Ebrei Dio di risorti in azione un corpo, uscì in azione una forza per rifiutare il serpente, la rettitudine. Fiacco alla fine uscirà dai viventi in cammino. Porterà ad annullare dalla vita la risurrezione il serpente bestiale che uscirà per la potenza con cui agirà dentro i corpi. Il Crocefisso lo strapperà dall'esistenza.

Neemia 2,15 - Porterà l'Unigenito fuori per spazzarlo una fiamma d'energia che a trafiggere sarà il serpente, la perversità delle origini entrando sarà bruciata dentro le moltitudini, nelle tombe riporterà la vita. E l'Unigenito i risorti porterà a casa, li porterà dal Padre. E dall'Unico a casa i risorti si vedranno con il corpo entrare camminando. Sarà l'Unigenito a recare la Donna, la recherà a casa.

Neemia 2,16 - Ed usciranno a girare per il giardino, saranno nella pienezza a stare della conoscenza e ad incontrare entreranno i Potente. Così tutti un giorno entreranno da 'Io sono' a vederne la luce. Dal mondo li porterà con potenza il Signore. Li aiuterà, sarà nei viventi portato il serpente a spengere, l'energia sarà ai viventi a riportare il vigore nei corpi, sarà vivi a riportarli dal Potente nella pienezza del giardino. Sarà stato reciso, sarà finito il male dalla risurrezione entrata, dal mondo angeli usciranno dell'Eterno. Dalla rettitudine all'angelo il rifiuto uscirà nel cammino per l'aiuto che dal Crocifisso ci fu.

Neemia 2,17 - E l'Unigenito porterà i viventi alla vista del Potente nell'assemblea, le centinaia tutte vive col corpo, dal terrore del cattivo usciti, beati per aver incontrato la grazia. Dentro (saranno) entrati nell'Unigenito i risorti con i corpi, in Gerusalemme gli si saranno chiuse le moltitudini, dall'apertura di Gesù che nel corpo l'angelo (ribelle) su in croce gli recò. A casa l'Unigenito i risorti in cammino porterà dagli angeli, dal Figlio usciranno, verranno nell'assemblea recati gli uomini (ove) saranno a saziarsi di pace. Ed il Potente incontreranno che sarà ad uscire alla vista. Si recherà col corpo nell'assemblea. Col corpo del Verbo uscirà.

Neemia 2,18 - Nel mondo l'Unigenito a camminare fu per liberarli. In un vivente venne per essere d'aiuto. Dio al mondo fu da donna nel corpo ad entrare. Fu l'Unigenito l'amore a portare dentro al mondo. Dall'alto fu a recare dell'Unico con la bocca le parole, fu ad aprire ai viventi in cammino la felicità dall'originaria amarezza che il serpente fu a recare. E fu l'Unico per l'essere impuro a recare un essere puro, e ai viventi recò da casa il Figlio e lo recò nella prigione di questi. Versandolo portò ad esistere aiuto a chi sta nel mondo a vivere; un incantesimo portò dentro al mondo.

Neemia 2,19 - E furono una luce i viventi a vedere con un cerchio d'angeli sulla abitazione per incantesimo uscita. Ad una grotta gli angeli furono a portarli. Per amore dentro era uscito nel mondo il Servo apertamente alla vista dei viventi. E un angelo era stato portato in cammino alla luce dalla Madre. Fuori alla vista col corpo dentro fu portato. Furono potenti per vederlo in cammino a portarsi. I potenti (dove) abitava si portarono, furono all'abitazione questi a recarsi, dall'alto furono gli angeli a portarli. E furono a dirgli di portarsi dalla Madre. Da fuori entrati dalla porta la purità uscì di questi; si aprì l'Unigenito alla luce alla vista finalmente vivo. Videro il dono i viventi uscito dall'alto nel mondo. (Ma) il re (Erode, in cui) venne a vivere l'essere impuro a sbarrarne fu la vita.

Neemia 2,20 - E da una donna fu i una casa a venire in un vivente la Parola portata dall'Unico. E per l'essere impuro dal Potente entrò in un vivente la maledizione. Fu ad uscirgli dal cielo Lui, fu giù dal serpente a stare, dell'ammalare l'energia recò. E l'Unico inviò la grazia. E il Servo sarà a recarla con l'energia della risurrezione e dentro figli li porterà. Porterà la potenza della rettitudine che nei viventi annullerà l'ammalare, a versare riporterà l'innocenza che la perversità colpirà, agnelli li porterà, l'energia sarà nei corpi, riporterà la risurrezione la potenza nei viventi.

NEEMIA 3 - DECRIPTAZIONE
Neemia 3,1 - E fu a versato dalla Madre Dio. Fu il dono in una casa. Nel mondo entrò la rettitudine. Fuori gli angeli uscirono per il fatto meraviglioso del recarsi dell'Unigenito in vita. Ed al mondo della rettitudine entrava l'energia che si era in un vivente portata a stare. Sulla casa gli angeli portavano dell'Unigenito l'indicazione con una luce. Si vedeva col corpo uscire giù, dall'Unico inviato nel mondo, da madre fuori, versato per aiutare i simili. E si portava per spazzare dai viventi la forza dell'essere impuro, per liberarli. Crocifisso in croce sarà portato e si vedrà il sangue scorrere per liberare, con l'acqua dall'Unigenito. La santità recherà al mondo. E per azione del sangue scorso si libererà la potente grazia inviata da Dio.

Neemia 3,2 - E l'Altissimo per aiutare portò il Figlio. Lo recò in un uomo; fu a stargli nel corpo chiuso. E recò dall'alto a stare dall'essere impuro dentro l'energia nel mondo di un essere innocente e in un corpo a casa l'invio dal primo ribelle.

Neemia 3,3 - (Questi, il 'ribelle') si portò alle origini a finire la luce che vedevano le menti/teste. Nel mondo sbarrò il cammino. Fu tra i viventi dentro ad abitare; dentro l'energia fu ad entrare, circuendo le belle entrò nelle matrici. Nell'entrare a versare nei corpi recò la perversità e spazzò nei viventi la forza dell'amore. La potenza fu a finire in tutti. Un giorno all'angelo un fanciullo fu portato e la purità fu nella vita a riportare.

Neemia 3,4 - Portò l'Altissimo l'essere simile nella prigione di questi; fu per abbattere l'essere ribelle la morte in casa ad inviargli l'Unico. Portò nel corpo a stare nel mondo il Figlio uscito per il provato sdegno portato per l'agire del serpente, fu per aiutare i viventi, per fermare la vergogna del serpente. Ai viventi dal Figlio da dentro il corpo la rettitudine fu ad uscire, dentro l'inviò ai viventi in dono. Fu Questi dentro di Dio a recare in azione la potente esistenza dal sangue. Fuori dal petto fu a versarla. Giù per scacciarlo la portò. Versò il Figlio dentro in azione l'energia dell'Unico.

Neemia 3,5 - Recò l'innalzato la forza col sangue ad uscirgli dal petto. Fu abbattuto. Un'asta l'aprì. Il Crocifisso a versare portò alla vista a stare la Madre. La recò per l'Unigenito per aiutare. Fu in un corpo a stare nel mondo per la Madre del Potente l'amore. Fu sollecito a portare un corpo/Chiesa tra i viventi dentro per servire il Crocifisso. Dal Signore era uscita la Madre.

Neemia 3,6 - E venne di simili un corpo/Chiesa nel mondo. Fu per rinnovarlo ad uscire. Entrò nelle assemblee per questi la forza della speranza che fosse a riportarsi. È noto che il Figlio a Pasqua riportò in vita risorto il Potente. Dalla Madre che abitava con gli apostoli, dentro nell'adunanza fu ad entrare. Entrò vivo, entrato si sedette, a saziarsi si portò ed a portare fu in azione la Madre con la forza dell'amore potente. Il Crocifisso, ai confini fu a recarla ed a vivere tra gli angeli in alto fu portato. E dentro (di Lui) il corpo/Chiesa fu la vita a recare.

Neemia 3,7 - E dell'Altissimo il sangue uscito nelle assemblee di questo (Corpo/Chiesa) è versato (sotto forma del pane e vino). Per salvare (infatti) è uscito nel mondo. A chi cammina dentro in azione gli apostoli sono a portarlo. È dell'essere impuro per l'angelo entrato a vivere nei corpi l'energia a finire. È negli uomini della forza della superbia, che i delitti porta nel mondo, dai viventi giù il soffio ad uscire. La potenza della rettitudine a riempirli riinizia. Il soffio nelle assemblee del Crocifisso agisce dentro i corpi entrando con l'energia per rigenerare.

Neemia 3,8 - L'Altissimo l'aiuto reca al mondo. Nelle assemblee Questi è a versarlo. La forza è Dio di figli ad accendere nelle esistenze. Giù porta nel corpo/Chiesa il soffio a stare per la Madre e per azione del Potente è l'essere impuro ad uscire. Nelle assemblee questi è abbattuto dalla grazia inviata. Sono ad uscire figli rigenerati, versati a vivere dall'acqua portati. Ed è la forza dentro riportata. E nel corpo/Chiesa portata del Risorto la potente vita. Una comunità per l'annunciarlo la Madre al mondo partorisce, dal seno Le esce.

Neemia 3,9 - Porta l'Altissimo esseri simili nelle assemblee questi al diletto Verbo. Sono ad uscire figli nelle assemblee; portati nel corpo/Chiesa illuminati lavati, sono col soffio (dello Spirito Santo) in cammino a lanciati. Portano del Risorto la potente vita.

Neemia 3,10 - E dell'Altissimo il sangue entra nelle assemblee. Questo è versato. La forza per aiutare è ad entrare nei figli. A chiudere nel corpo porta la Madre il soffio. E l'energia scorre per aiutarli dentro. Sono segnati e portano nell'agire la potenza per cui è l'essere impuro ad uscire. Questo (il sangue) versato si chiude nei cuori portando del Risorto dentro l'energia; dall'assemblea del Risorto figli sono ad uscire.

Neemia 3,11 - I viventi, per l'aiuto entrato, rinnovati sono dal Crocifisso; dalle assemblee di questi sono a riversarsi tra i viventi. In cammino sono ad uscire, a casa li guidano. Del corpo/Chiesa i viventi portano nelle assemblee per tornare figli. Con la parola nelle assemblee tutti i viventi riportano al Padre. E vengono i viventi in cammino liberati dal drago e nel corpo/Chiesa stanno con la Madre.

Neemia 3,12 - E vede il serpente esistere uno sbarramento portato nel mondo. Dal petto fu versato dal Risorto che al serpente recò la Madre. Il Figlio nel mondo l'accompagna. Nelle assemblee del Risorto i liberati dalle strette si risollevano. È il soffio della potente rettitudine a stare nel corpo/Chiesa ed il delitto dai viventi fuori porta. (La Madre) desidera figli recare (come) il Crocefisso è a portarli.

Neemia 3,13 - Venne il cattivo nel mondo in cammino. Fu dall'Unico nel mondo imprigionato, fu abbattuto in prigione. Il Figlio gli portò a stare un fuoco dentro. È a colpire l'angelo portato in prigione nel mondo la Madre fuori dal Figlio portò in campo. E la recò per stare tra i popoli; è l'amore potente del Crocifisso ai confini con forza a recare ai viventi. Gli apostoli l'Altissimo portano e dentro un corpo/Chiesa è in vita recato. Portano di Dio il Verbo Unigenito ai viventi del mondo. Dentro ad annunciarlo ai viventi uscirono. Una comunità del Risorto si vide. Escono illuminati per la parola portata del Crocifisso.

Neemia 3,14 - E viene del cattivo nel mondo da una donna il soffio portato a finire nel mondo. Stretto questo è a languire per la rettitudine che è entrata del Figlio nella Chiesa/corpo. Lo spegne con la risurrezione che dal corpo/Chiesa soffia nel cammino. Da dentro fu del Crocifisso ad uscire la rettitudine dal corpo con la Madre di Lui; è figli con gli apostoli a portare. E sono in azione tra i viventi a stare le mammelle che la potenza del Crocifisso completa sono a portare. L'impedimento al serpente è recato. E dentro al corpo/Chiesa è la vita portata.

Neemia 3,15 - E dall'Unigenito in croce alla luce dal corpo uscì una fonte nel mondo; gli uscì dal petto. Fu a versare un fuoco al serpente, lo recarono gli apostoli. Dal Figlio la sposa dal petto uscì per liberare con la parola. Un cammino aprì per i viventi. Giù il soffio uscì di Lui. Fu dal Figlio l'energia portata e fu con forza dal cuore la potenza al serpente con gli apostoli recata. E fu per agire la Madre a stare con l'amato (con l'apostolo che Gesù amava), il Potente dalla Croce l'indicò che fosse da portarsi da madre per l'apostolo, dall'innalzato gli fu portata. La portò a casa. Il corpo fu nella tomba. Fu un'asta portata all'Unigenito in croce. Alla tomba lo portarono morto. Dentro il corpo retto del Crocifisso risorse il Potente dalla tomba. In cammino con potenza riuscì; Re si portò per sempre. Uscì dai viventi in alto portato il Crocifisso dal mondo. Una pioggia per aiutare portò il Crrocifisso con la Madre nella città di David.

Neemia 3,16 - Di fratelli un corpo/Chiesa fu a portare nel mondo. Fu a formare nelle assemblee i viventi. Furono ad uscire figli per azione di Questa (la Madre). Dentro porta a versare l'illuminazione. Il corpo/Chiesa nelle assemblee si alza in forza della parola. La potenza della rettitudine dentro è del Crocifisso a scendere portata nel corpo/Chiesa ad agire per aiuto degli apostoli che a chi cammina in mano versano il cibo che l'essere impuro è a sbarrare. E nella comunità dentro i corpi la rettitudine entra, entrando agisce, simili sono ad uscire. E nella comunità dentro è il Crocifisso ad entrare, scorre dal cibo della Madre.

Neemia 3,17 - Dell'Unigenito il pane bianco porta ad entrare nelle assemblee di Questo. È una Chiesa portata dalla Madre per il Misericordioso di figli; figli sono dell'Altissimo. Ad aiutarla si portano. Chi entra nelle assemblee di Questi è posto dall'esilio fuori liberato. Racchiuso giù è il soffio per camminare, versata per agire è la potenza, entra del Potente il soffio che la potente rettitudine reca.

Neemia 3,18 - Nei fratelli del corpo/Chiesa è portato che riuscirà Questi. C'è la speranza che quel Fratello rientrerà vivo dentro a riportarsi, sarà da casa con gli angeli. Per grazia l'amato risorgerà i corpi, nelle tombe giù sarà il soffio per camminare a versare, in azione saranno potenti ad uscire.

Neemia 3,19 - E saranno dalle tombe questi a riversarsi. Dall'azione potente sarà l'essere impuro che agiva colpito nei corpi dal Figlio Gesù. Per la risurrezione dei corpi entrata nei viventi giù il soffio uscirà. Vestiti usciranno rinnovati. Saranno integri, nello splendore alla conoscenza del Potente.Tutti entreranno tra gli angeli. Il Risorto li verserà fuori dalla putredine. Giù lo rivedranno.

Neemia 3,20 - Dei fratelli i corpi saranno a riportarsi fuori dalle fosse. Usciranno fuori dalle tombe questi, si sarà versata la purità portando della rettitudine dentro l'energia. Questa dentro sarà stata nei viventi l'aiuto, ad uscire rinnovati saranno per la pura energia. Usciranno dalla putredine; su si rivedranno. Per sempre liberati dentro saranno dal Crocifisso che Dio è. Per la risurrezione sarà da dentro uscito spento l'angelo, fuori scorrerà l'essere impuro del serpente.

Neemia 3,21 - Per primo dalla fossa era stato portato fuori. Dalla tomba questi si era riversato vivo col corpo dalla morte. Il Figlio l'Unico aveva portato col corpo a ristare fuori. Il Figlio uscirà a risvegliare i viventi aiutandoli ad uscire risorti per l'energia che sarà tutti i viventi a liberare. Dentro sarà per il Crocifisso di Dio la forza in dono dentro a portare. Dell'Eterno la perfezione ad abitare sarà in tutti.

Neemia 3,22 - E dopo sarà a portarli ad entrare nel petto. Sarà i riversati a portare fuori retti per l'entrata energia. Saranno a vivere gli uomini che erano nel mondo come agnelli.

Neemia 3,23 - Nell'Unigenito chiusi nel corpo saranno recati dal mondo. Nella assemblea questi saranno versati. Il Figlio alla destra li porterà nell'assemblea. I simili al Figlio nella sorte a casa saranno tutti i viventi fratelli. Con i corpi saranno portati ad uscire dal petto. Saranno versati nell'atrio saranno ad uscire dal Figlio i viventi. Si vedranno i risorti essere entrati a casa tra gli angeli per l'azione dell'energia che inviata gli sarà stata nel mondo. Dall'Unico all'ombra dentro saranno dal Crocifisso recati.

Neemia 3,24 - Dell'Unico nell'assemblea col corpo saranno portati ad entrare. Nell'assemblea questi saranno versati dal Figlio che vi porterà a stare i figli per grazia d'amore. Con le vesti della risurrezione angeli saranno tutti i viventi. Nel Tempio nell'atrio entreranno dell'Eterno. Entreranno i viventi. Alla fine si porterà alla vista. Portatisi, l'Eterno uscirà in persona.

Neemia 3,25 - Giudicato in casa l'angelo l'Unigenito avrà portato. Questi era stato ai viventi con l'energia il cammino a sbarrare nel mondo. Nella putredine giù l'avrà portato per il peccare. I viventi nella gloria usciranno; saranno portati su dall'Unigenito. Vivi dentro saranno tutti ad entrare nel regno. Dal mondo in alto saranno portati dagli angeli, felici per il vigore giù nei corpi entrato dei viventi nei cuori. Nel corpo (il Crocifisso) entrò. Nel corpo fu a portarsi per riscattarli. Fu ad uscire da casa per inviare col soffio al cattivo il fuoco.

Neemia 3,26 - E fuori inviò completamente l'energia per stare in un vivente; al mondo fu a portarsi. Fu ad accendere dentro l'esistenza nella Madre, dentro l'azione del soffio potente eterno inviò. In cammino per sbarrare il cattivo uscì dalla Madre per stare in vita; per il serpente nei viventi colpire in un corpo a chiudersi si portò. Entrò per i viventi liberare; fu a portarsi giù l'Unigenito.

Neemia 3,27 - L'Unigenito in una grotta fu portato al mondo a chiudersi. Questi era sperato per i segni che versati alla vista erano stati ai viventi. Per i viventi d'aiuto uscì una luce d'angeli che fu ad indicarlo col vivo splendore. Per l'aiuto uscito Magi trasse fuori in cammino. Alla porta di un potente (Erode) entrarono. Furono a portarsi su. Desiderava vedere l'aiuto annunciato per gli uomini del mondo. Sentì la parola il potente...

Neemia 3,28 - ...(ma) operava male il cattivo (Erode). Uscirono in giro per portarsi nel buco dov'era la Madre. Entrarono al petto c'era la speranza uscita. Con un retto (San Giuseppe) nel mondo, con un angelo era a vivere; un uomo dal Potente inviato in cammino per aiutarLa. Alla casa che era stata indicata si portarono.

Neemia 3,29 - Dell'Unigenito alla grotta furono a portarsi. Entrati al petto era riversata di fianco e piegata sul figlio primogenito la Madre. Il corpo lo splendore dalla porta della casa era un segno a portare così che l'Unigenito a chiudersi nel corpo si era recato. Al mondo chiusosi questo s'era. Versato alla luce, da un seno era uscito. Il Figlio a dimorare era uscito da un custode. Una luce videro dal corpo fuori viva spuntare.

Neemia 3,30 - L'Unigenito in una grotta fu a portarsi nel mondo. Da un petto fu versato; la grazia degli angeli fu ad uscire. Il Figlio la pace è al mondo a recare; con la grazia recò l'energia dentro per salvare. Il Verbo uscì alla luce in dono ai viventi per aiutare entrando a rinnovare l'esistenza dei fratelli. Nel corpo fu a portarsi al mondo. Nella prigione Questi fu a versarsi per salvare dal serpente i viventi; dentro rinvierà la benedizione. Sarà ad uscire l'angelo dal cammino giudicato, bruciato dalla rettitudine che alla fine lo porterà.

Neemia 3,31 - Nei fratelli nel corpo sarà ad entrare a chiudersi questa (la rettitudine). Sarà ad appassirlo la rettitudine che sarà entrata che dal Figlio uscirà giù dal corpo. Il soffio era dell'Eterno dentro a stare nel Crocifisso, uscì l'energia dalla croce, fu tra i lamenti la Madre a recare, gli uscì dal corpo la sposa dalla destra in cammino per aiutare. Il cattivo uscirà dai viventi punito, porterà la comunità in alto. Era dal Crocifisso entrata del Verbo l'energia nel mondo.

Neemia 3,32 - Ma dentro c'era l'energia dell'Altissimo nel Crocifisso che uscirà in persona potente. Il Risorto si vedrà col corpo uscire su ad incontrarli, nell'assemblea. Questi era ad aspettare che su guariti fossero i viventi. E rigenerati tutti saranno i viventi.
(Dopo una parentesi sulla vita del Cristo il discorso si riallaccia al 3,24)

Neemia 3,33 - E saranno entrati per stare tra i retti, tra i beati, tra i risorti, da vivi a vederLo circondato dagli angeli a casa per incantesimo. La rettitudine fu dall'Unigenito inviata per la grazia recare. Dentro avrà a ricondurre l'energia che c'era nei viventi all'origine che tutti fuori dalle tombe li avrà riportati in vita. Fuori portati saranno stati dalle tombe con i corpi per la potenza riportata. E saranno stati dalla rettitudine che avrà agito a riempirli rigenerandoli dentro. La perversità che c'era del serpente che agendo rendeva uno schifo nel mondo l'esistenza avrà fuori portata. Aiutati saranno i viventi.

Neemia 3,34 - E saranno dall'Unico a vivere col corpo potenti nelle persone, saranno dall'Unigenito vivi portati e nell'assemblea saranno del Potente dai custodi portati, dagli angeli che li riportarono alle origini per l'inganno fuori. Ad entrare saranno nella magnificenza dalla porta, saranno i viventi ad entrare. Da miserabili furono i viventi per il loro agire posti fuori, furono all'abbandono portati dal serpente che entrò nelle matrici, il mondo fu questi dentro una prigione a portare. Dal mondo saranno tutti riportati a casa un giorno dell'esistenza. Fu a portarsi, venne dal Padre inviato a stare in un vivente in seno nel corpo per morire, riuscirà dalla polvere si riportò fuori vivo. Riuscito la risurrezione dei corpi porterà. Il soffio recherà a tutti.

Neemia 3,35 - E nel cuore li porterà dentro a stare, vi entreranno del mondo i popoli; l'Unigenito su li accompagnerà. Porterà a stare dall'Unico viva la caterva di beati, usciranno vivi a casa portati dagli angeli a stare i viventi. L'Unigenito i viventi aiuterà nel mondo. Risorti li porterà, a rialzarsi. Porterà il soffio che nei corpi scenderà nelle tombe e nei morti riinizierà dentro l'energia. Saranno a riuscire vivi.

Neemia 3,36 - I risorti nel seno di Dio entreranno per stare ad abitare. La rettitudine che sarà ad entrare sarà la forza che frutti recherà. Colpirà la perversità, brucerà dentro la vergogna la purità di Dio nei corpi riinizierà risorgendoli dalla morte. L'energia nei viventi nei cuori di questi entrata da dentro della terra risorgerà chi dentro v'era entrato.

Neemia 3,37 - E da Dio tutti al trono in alto si vedranno portati tra gli angeli i viventi. E chiusi nel cuore gli verranno a vivere. I viventi del Potente alla presenza saranno. Così da Dio integri a chiudersi entreranno. Per la rettitudine che sarà entrata retti si vedranno stare nella pienezza. E dal Potente davanti entreranno. Dentro porterà con gli angeli a stare i viventi.

Neemia 3,38 - E tra gli angeli i figli entreranno. Verranno nell'assemblea condotti a vivere. Dal mondo portati il Crocifisso riverserà i risorti dal corpo. La sposa nell'assemblea porterà. A vivere entreranno per sempre nell'assemblea; su saranno ad entrare portati a stare dal mondo. Saranno nel cuore del Potente i popoli per la potente azione della risurrezione portata dal Crocifisso.

NEEMIA 4 - DECRIPTAZIONE
Neemia 4,1 - E fu al mondo ad esistere la rettitudine da una donna dal corpo. Accese in un seno in pienezza l'energia dentro per incantesimo e nel cuore Le si portò dentro il Signore. Per (poter) agire nel corpo dentro fu nella Madre per recarsi nel mondo dai popoli. Un angelo (arcangelo Gabriele) fu tra i viventi, si portò nel mondo da una donna di David, fu dalla Madre; così Le era dall'alto ad indicare l'entrata dell'Unigenito nel corpo. E la rettitudine entrò del Potente a chiudersi nella Madre cui aveva portato il segno. Sarà in un povero il Potente a vivere rettamente l'esistenza nel mondo. Nella prigione del serpente si recò nel mondo il Verbo. In un corpo giù fu la Parola che a riempire finalmente un vivente si portò. Fu a chiudersi in un corpo la potenza. Uscì a vivere in un vivente l'Unigenito per aiutare.

Neemia 4,2 - E fu a versarsi il Principe. Recò della rettitudine la potenza. In un vivente fu l'Uno a recare il cuore. Recò la maledizione al serpente a chiudere in un vivente. Dentro fu in un corpo a recare un fuoco potente per reciderlo con l'azione del fuoco portando a finire il serpente che recò la scelleratezza.

Neemia 4,3 - Ed inviò finalmente il Verbo al serpente il 'rifiuto'. Del Potente la maledizione per l'opprimere che portava recò all'angelo (ribelle). In azione in un vivente fu per aiutare i viventi. Per custodirli l'Altissimo nel mondo visse. Un giorno la Madre lo portò di notte nel mondo a vivere. Di persona fu al mondo vivo.

Neemia 4,4 - E fu l'Unigenito dal ribelle per la perversità sbarrare. Uscì la rettitudine alla luce. In cammino nella prigione entrò. Nel buco, a casa del serpente si portò. Nel mondo si vide il Verbo col corpo partorito, in una casa/famiglia entrò, si portò da primogenito di un inviato (Giuseppe) che la grazia portava del Potente. L'Unico un angelo recò dalla sposa del Potente il Figlio si portò ad indicare che dentro a chiudersi Le si portava per vivere nel mondo.

Neemia 4,5 - E fu a dirLe che si portava giù nel corpo per l'opprimere portato dalla potente calamità del peccare che recò il serpente alle origini. Lanciare desiderava l'Eterno nella donna nel corpo l'energia dentro per portare l'Unigenito. Dio finalmente si portò, dalla retta Madre si portò che lo partorì, in cammino per abitare tra i viventi si portò nel mondo in un sabato. Ad abitare venne la pienezza della rettitudine nel mondo.

Neemia 4,6 - E fu al mondo a stare rettamente da una donna in un corpo dentro l'Unigenito. Lo portò al mondo in Giuda. Fu tra i viventi ad entrare ad abitare. Fu a vivere da primogenito all'ombra della Madre, ma era l'Unigenito. Nel corpo portava la potenza, l'energia recava in azione d'un serafino. Per agire nella vita c'era a vivere un vivente retto. La potenza entrò in un vivente per abbattere la morte, felici tutti risorti li riporterà a casa, li porterà in alto, sarà tra gli angeli a riportarli.

Neemia 4,7 - E l'Unigenito in azione tra i viventi fu da simile. Sotto fu a portarsi per finire del serpente la putredine portata nella vita. A vivere nei fratelli nel corpo fu del serpente la perversità che portò i viventi ad entrare nel fango imprigionati a vivere. Fu in un vivente a portarsi l'Unigenito in azione. Per i viventi un forte aiuto venne in azione nella vita per salvarli. Il Verbo annunciato dai segni si vide da Madre partorito, dentro finalmente fu nel mondo a vivere nel corpo. Nelle midolla fu ad entrare di un vivente. E dell'arcobaleno il segno fu ad uscire tra i viventi.

Neemia 4,8 - E l'Unico in vista portò con l'Unigenito la speranza dei viventi. Ed iniziò per l'essere ribelle la maledizione chiusa in un corpo a stare in un vivente, e la maledizione in pienezza dal giardino fu in un vivente, ma Dio era completamente in un corpo entrato in azione nel vivente. Dio alla fine fu alla vista a portarsi nei viventi; in una persona fu ad entrare a vivere. Venne il Signore a stare, al mondo. Il grande e tremendo in questi l'Agnello recò. Si portò al mondo per la guerra portare. Dall'alto ai fratelli che erano ad anelare dentro degli angeli fu la rettitudine in un vivente recata per portare in casa all'angelo la fine. Fu così in un vivente l'energico fuoco a stare anelante di portare dentro a tutti la forza della rettitudine nella vita.

Neemia 4,9 - E fu al mondo a stare la rettitudine. Una donna povera dal seno la portò col primogenito che portò nell'esistenza. In una casa che era di un inviato che si portava rettamente fu un angelo a recare la conoscenza che il Potente l'energia Le recava. E fu il Verbo nel corpo ad entrarLe. Dio ad entrare fu nella Madre. Venne alla vista giù l'indicazione alla Madre a recare l'angelo che la Luce si portava dentro. (Era) sposa di un inviato a cui portò (anche) di Dio fuori l'annuncio che dalla matrice uscirà un uomo -Dio. Gravida come indicato La portò.

Neemia 4,10 - E fu ad entrare per stare con i viventi un angelo nel mondo. Fu a portarsi dalla Madre. Entrò Lui a chiudersi. Giù fu l'energia in azione in un corpo a stare. Per operare era nella Madre. Dentro l'energia entrò portandosi a chiudersi giù per stare tra i viventi. Nelle midolla di questa fu a versarsi per essere dalla Madre, portato a partorire; nel midollo fu di un vivente per uscire tra i viventi. Dal giardino fu ai viventi a portarsi fuori l'arcobaleno di cui si portò il segno. Ed uscì il Principe che fu inviato ad essere un vivente. E uscì alla luce in un corpo. Era della Madre il primogenito, in una grotta fu. La sposa dentro era nei confini di Giuda.

Neemia 4,11 - Uscirono sulla casa a portarsi gli angeli. Furono ai viventi dentro ad annunciare che una madre al mondo aveva portato fuori un angelo alla luce. L'Unigenito fu a vivere nel buco (dove) abita il serpente per agire per salvare l'esistenza dei viventi. Vi abitò l'Unigenito per strappar via la forza dell'essere impuro. In azione un fuoco gli uscirà da dentro. Nei viventi il serpente l'Unigenito spengerà. Riporterà i fratelli puri. Dal petto verserà il Crocefisso fuori della risurrezione il vigore.

Neemia 4,12 - Ed al mondo il Figlio fu a vivere. In un uomo a chiudersi nel corpo dentro si portò. Legato (avvolto in fasce) fu dalla Madre. Dall'alto ai viventi un segno dagli angeli fu portato e sulla casa si portarono gli angeli dov'era a vivere e fuori suonarono dentro le trombe per l'Unigenito che giù del Potente stava.

Neemia 4,13 - E dicevano che Dio uscito in una grotta era, da una Madre portato nel primogenito; potenti n'uscivano in giro a correre i lamenti. Ai viventi portò Dio ad esistere il segno che nel corpo usciva alla vista dei viventi: uscirono angeli nel mondo. Il partorito, dentro al mondo portato in un corpo da un grembo, si portarono ad incontrare. Stretto il figlio disteso era con la Madre. Dall'alto fuori l'annunciarono ai viventi che dai campi da lontano furono dalla Madre. In un uomo in vita l'Unigenito a chiudersi s'era portato.

Neemia 4,14 - Alla casa, i viventi che aspettavano, felici il segno ascoltarono e vennero per il suono uscito dalle trombe. Per il Nome uscito al segno a raccogliersi si portarono. Da Dio furono gli angeli a portarli (in quanto) Dio al mondo era ad abitare. Era stato il pane (a Betlemme =casa del pane) del Potente dagli angeli portato.

Neemia 4,15 - E dall'Unigenito li guidarono gli angeli, portarono a vedere che alla luce era con la Madre in casa un angelo al mondo portatosi a chiudersi giù per stare in un vivente. Nel midollo questi si era versato a stare a vivere dentro il corpo di un vivente che stretto era alla Madre. Per i viventi dall'alto aveva portato un segno luminoso sulla grotta l'Eterno. Giù venne una stella fortemente viva.

Neemia 4,16 - In cammino in un vivente dentro al tempo entrò nel mondo a stare l'Unigenito. Delle origini a vivere in un corpo finalmente ci fu la potenza in azione a rivivere in un uomo. E in un fanciullo si portò a stare la potenza. Fu ad abitare in una casa designata che si portava rettamente (ma) era di poveri. La potenza in un vivente fu ad entrare, lo fu per recare al potente angelo che portò ad entrare la notte del mondo. Per salvare dall'essere ribelle riportando al mondo il giorno all'opera uscì.

Neemia 4,17 - E l'Unigenito fu dall'angelo. Per incontrarlo fu recato dall'Unico in vita. E l'energia in azione in un corpo fu a recare in un uomo. Fu ad uscire dalla matrice di un custode. Dalla donna nel corpo del primogenito in una grotta fu. Per annullare l'Unigenito l'angelo racchiusa l'energia recò. Il soffio della risurrezione nel cuore gli era a vivere. All'empio è a rifiutare l'esistenza. La risurrezione da dardo gli porterà. Riusciranno vivi ad essere i viventi.

NEEMIA 5 - DECRIPTAZIONE
Neemia 5,1 - E per il segno che al mondo fu ad alzarsi alla vista si versarono dai confini fuori a vederlo i viventi. E per gli angeli con la luce furono ad uscire Magi che alla porta si portarono di un potente del mondo (Cioè il re di Giuda di cui parla dopo). Il primo potente (dove) l'Unigenito viveva con la Madre uscita in Giuda era di chi ci viveva.

Neemia 5,2 - A portarli (i Magi) era la luce dall'Unigenito sorta alla vista che con Maria, di cui il figlio era, abitava. Ed alla casa che gli angeli indicavano furono (dove) abitava per incontrarlo. La grazia si portava in un corpo, dentro era stato dalla Madre portato un essere puro. Per aiutare in cammino il Figlio dell'Unico dalla sposa si portava per guidare chi è nel mondo.

Neemia 5,3 - Porterà nell'esistenza la distruzione con la risurrezione dei corpi l'Unigenito al ribelle. In vita, per il demonio finire, fu dagli angeli a portarsi recando la rettitudine nel corpo di un vivente. Fu per abitare a recarsi in una casa/famiglia. Completamente nell'opprimere si portò l'Unigenito dall'angelo nella prigione, l'energia portò in azione nel corpo dentro. Sarà ai viventi a recare l'energia per abbattere le prigioni. Uscirà per l'aiuto dal cammino l'angelo che dentro col male abitava.

Neemia 5,4 - E sarà per la risurrezione la felicità delle origini a rivivere nei corpi. Risarà nei viventi la potenza a riportarsi per la forte energia che avrà riportato la rettitudine a riempirli. Il soffio potente nei viventi della legge divina rientrerà; rientrando nei viventi la potenza della rettitudine del demonio finirà l'opprimere portato e così il verme che è ad abitarli.

Neemia 5,5 - E nel tempo entrerà la rettitudine nella carne, l'originaria vita risarà per l'energia riportata dentro dalla risurrezione dei corpi. L'energia porterà a spengere l'angelo che è entrato nei viventi; figli saranno per l'energia riportata. Ed al mondo con l'energia uscita l'Unico avrà inviato la grazia che li riporterà agnelli. Saranno i viventi a venire a casa dal Figlio riportati e verranno a casa inviati tutti; saranno dagli angeli portati. Dal Potente il Servo sarà vivi a portarli a stare da risorti a vivere a casa con gli angeli. Tutti saranno figli retti dentro, simili del tutto porteranno coll'Unigenito l'esistenza. L'angelo potente da Dio sarà giudicato ed il demonio finito sarà dall'energia che gli recherà. E con l'Agnello i viventi saranno ad abitare dal Potente, fratelli per il corpo gli saranno i viventi.

Neemia 5,6 - E saranno nell'assemblea col corpo potenti a stare i viventi sulla nube, retti, felici. I risorti nel seno tutti saranno dell'Unico. Dal Crocifisso questi si vedranno versare. Tutti i viventi porterà a venire dal mondo. Per l'aiuto la purità sarà nei viventi a rientrare (per cui) l'originaria potenza rientrerà.

Neemia 5,7 - E saranno i viventi nel regno del Potente dentro a stare. In alto saranno portati dall'Unigenito, nel corpo gli saranno dentro entrati, verranno nell'assemblea; col corpo saranno i viventi portati. Verranno a riempire il giardino (dove) c'è la vita i portati all'origine dall'essere ribelle nel mondo. Dal serpente nel mondo i viventi avrà salvato l'Unigenito che da uomo dentro un fratello fu a portarsi. Ne verrà nei viventi per l'angelo la distruzione, sarà dai viventi ad uscire.

Neemia 5,8 - Porterà l'Unigenito dai viventi dal corpo fuori il serpente. Fuori vivi all'Unico li guiderà. L'energia portata li avrà ricreati. Saranno angeli portati a venire. Fratelli gli saranno per l'energia portata ad entrare. Saranno uno splendore. Sarà per i viventi uscita l'energia dalla piaga che nel corpo c'è della Parola. I popoli nella piaga per l'aiuto saranno dentro ad abitargli. Porterà dal cammino a vivere l'Unigenito tutti gli uomini. Dalla piaga dal corpo li porterà a venire dall'Unico nell'assemblea a stare. Retti i viventi recherà dagli angeli i viventi l'Agnello e dal Potente ad abitare li porterà. E sarà nell'assemblea col corpo a stare con i simili. Li porterà potenti esseri forti (come) desiderato per l'aiuto della purità.

Neemia 5,9 - E saranno dall'Unico vivi col corpo potenti dall'Unigenito nel cuore portati dentro; vi entreranno per l'aiuto ricreati dalla risurrezione dei corpi. Verranno nel seno posti. Entreranno accompagnati dall'Unigenito dentro; saranno alla vista tutti di Dio. Entrati saranno nei pascoli e nelle midolla guariti finalmente dal nemico che l'opprimere recava.

Neemia 5,10 - E l'angelo che agiva nei corpi sarà stato dall'energia arso. Sarà stato nei viventi il bestiale dalla rettitudine fatto perire. E sbarrato dal cammino l'angelo, l'energia che agiva di questi da dentro uscirà, l'energia delle origini riverrà, i viventi risorti usciranno con questa nel mondo.

Neemia 5,11 - Rientrando la risurrezione sarà dentro a riportare l'energia di Dio; rientrerà nei viventi la rettitudine uscita che sarà a portare la vita del demonio a finire. Sarà ad uscire dai viventi per la rettitudine il verme che è entrato nei viventi. E dentro al Crocifisso saranno ad entrare i viventi che li condurrà vivi a venire al trono del Verbo. Questi è il Crocifisso che fu al mondo tra i viventi che li ha portati a rientrare aiutandoli nel giardino (paradiso). Rientreranno tutti a stare per saziarsi di luce portati ad entrare per stare nello splendore dei beati. Verranno i viventi tra gli angeli posti. Nella casa entreranno dei Viventi.

Neemia 5,12 - E sarà l'Unigenito i viventi col corpo a riportare per l'energia della risurrezione che sarà ad abitarli. Ed i viventi usciranno vivi per il Potente incontrare. Dentro li verserà ad abitare tra gli angeli. Vedranno luminoso uscire così l'Unigenito risorto. Vedranno il Crocifisso uscire (come) l'Unico lo riportò. Dai viventi col corpo si porterà l'Unigenito all'incontro. Riverrà, come uscì, con gli angeli. (Ritornerà alla vista con gli angeli come quando ascese al cielo; vedi Atti 1,11) Sarà i viventi a riportare all'Unico. Li avrà rapiti, avendo spazzato dai viventi il serpente che si vedrà a bruciare portando l'oppressione a sbarrare. Puri usciranno questi dal mondo.

Neemia 5,13 - Per lo scorrere nel midollo giù dell'energia saranno fanciulli tutti. Saranno ad essere riportati dall'Unico a vivere col corpo così come ad uscire furono (quando) si persero nel mondo. Alle origini col serpente uscirono, fu nelle matrici a venire delle spose degli uomini, iniziò a bruciare nei corpi, iniziò ad essere un vomito la vita, venne sbarrata la purità entro di questi. Uscita, i viventi dentro furono una croce a portare. Ed i viventi afflitti furono dal peccare che portò della rettitudine a spengere l'esistenza, fuori fu ad uscirne l'energia, una pelle si portò sul corpo a versarsi si portò a stare il primo essere ribelle e in tutti uscirono versati nel mondo col serpente. L'Amen portò a stare al mondo il Potente. Al serpente lo portò a venire il Signore, porterà per spazzarlo il fuoco, rientrerà in azione la rettitudine che lo sbarrerà e mangerà questi entrando.

Neemia 5,14 - Nel cammino dei viventi, per vivervi, un giorno da donna col corpo giù si portò nel mondo. L'Unico per portare a finire dall'esistenza il serpente nel mondo fu a portare alla fine il Verbo. Lo chiuse in un vivente di una casa della terra di Giuda per salvare dall'angelo tutti. Si vide alla luce essere dalla Madre portato l'Eterno. Una luce d'angeli indicò che alla luce il Potente un dono da Madre portava. Alla luce finalmente fu in vita del Potente l'Unigenito. In un corpo completamente lo racchiuse. Riaccese la pienezza completa delle origini nel mondo in un vivente in cammino. A sorgere finalmente fu in un vivente per agire il Principe. Nel mondo dell'Unico nell'esistenza l'energia reca. In un fratello ci rifù il vigore della vita ad entrare. Col soffio della rettitudine ad uscire il rifiuto dell'Unico così al serpente che lo finirà dall'esistenza.

Neemia 5,15 - Ed al mondo per il Verbo annunciare, indicando che l'avrebbe partorito, dalla donna si portò un angelo. Fu la Madre per l'Unigenito ad illuminare la mente/testa che il Potente di persona Le sarebbe entrato in modo retto dentro a stare per l'aiuto portare. Dall'alto entrò per agire nella Madre. E fu a versarsi, nel chiuso si portò della Madre, uscì in vita nella 'casa del pane' (quindi Betlemme). E fu dell'Essere l'energia dell'Unico a chiudersi in un corpo. Così in un buco il Verbo alla luce si versò. Il Potente fu in vita a venire per le preghiere dei viventi, nel cammino a vivere in un fanciullo fu ad entrare. In un vivente alla luce per incantesimo si portò dall'alto. Nel mondo alla vista dei viventi si recò per incontrarli. Fu il 'rifiuto' all'opera stare per finire con la forza della rettitudine l'angelo. In un vivente in una persona fu a stare nel corpo. Venne Dio al mondo a stare in un vivente.

Neemia 5,16 - E nel cammino della vita dentro un angelo finalmente nel mondo si chiuse portandosi da Madre fuori. Nel mondo a chiudersi questo si versò. Per finirlo fu a portarsi dal demonio. Uscì per il 'rifiuto' versargli il Figlio. E una sposa un fanciullo fu a versare in una casa. A portarsi fu per salvare i viventi, dall'alto al mondo all'opera uscì.

Neemia 5,17 - Ed al mondo tra i Giudei fu in vita a portarsi. Entrò in un buco dal giardino (paradiso) dov'era a vivere. Tra i viventi l'Unigenito al mondo si recò. Nella prigione dei viventi si pose in un uomo ed entrò in una casa l'Unigenito a stare per vivere. Di Dio fu dagli angeli a portare la manna nel mondo. Nel cammino a portare sarà ai viventi l'Unigenito la risurrezione dei corpi per il capovolgimento. Sarà da dentro la croce che l'opprimeva a riportarsi in alto, mandò apostoli nell'esistenza.

Neemia 5,18 - E dall'Unigenito risorto un corpo uscì nell'esistenza. Entrò negli apostoli per operare la potenza che furono a portare i viventi fratelli. Con l'aiuto della risurrezione portarono un corpo di fratelli per mano ad alzarsi. Uomini illuminati dentro le teste/menti nel corpo portarono del Crocifisso e giù il frutto fu di viventi gli apostoli per l'operare a portare. Del Potente furono a recare intelligenza col sentire della risurrezione col corpo del Crocifisso nei giorni ai viventi. Dentro tutti col vino del Potente rigenerarono dal vuoto i popoli. A questi aprirono il pane uscito dal Verbo nelle assemblee: che al mondo la potenza il Padre versò della risurrezione al Crocefisso che fu per la rettitudine a stare nella gloria, dal mondo uscì il Servo fuori. Innalzarsi videro i viventi uscire Questi dal mondo.

Neemia 5,19 - Per questi la rettitudine nel corpo entrò del Potente a stare. Di Dio ad entrare fu la potenza nei cuori. E dentro al mondo una sposa per l'Unigenito risorto con il corpo/Chiesa si vide. Per la risurrezione che ci fu del Crocifisso a stare dall'innalzato si vide tra i viventi del mondo questa ad uscire.

NEEMIA 6 - DECRIPTAZIONE
Neemia 6,1 - E fu al mondo a stare così per l'Unigenito risorto un corpo/Chiesa in cui la (sua) anima agiva. Il Potente riempì gli apostoli dentro di potenza il cuore, e dal cuore la portò. In casa fu a rientrare portandosi camminando, risorto, vivo, entrò di sera, fu a portargli la potenza, stava nel Crocifisso nel corpo. L'Unigenito fu agli apostoli a portare la rettitudine che gli stava dentro; negli apostoli ci fu del Crocifisso la forza. Vennero ad annunciare ai viventi del mondo la riportata potenza dall'Unico che l'energia riportò nel Crocifisso nel corpo. Dentro al mondo dal Verbo un corpo scese in cammino, la Madre dell'Eterno entrò nel tempo nel mondo. Fuori fu dall'Unico liberata dal Crocifisso per portare l'indicazione che per la potenza dell'Unico rientratagli risorto il Crocifisso fu, a casa risorto vide col corpo che era vivo.

Neemia 6,2 - E fu del Risorto il vigore a riempire gli apostoli; dentro la potenza nel cuore portò per camminare il Risorto alla Madre. Di Dio fu il rifiuto per l'essere ribelle in cammino ad uscire. Lo portarono gli apostoli ed una comunità insieme portarono. Dentro a perdonare furono i viventi nell'intimo (dentro dentro) per le stigmate del Crocifisso dalla malvagità portate. Ed uscirono i viventi del mondo fuori dalla prigionia. Furono con potenza ad operare e per il Crocifisso, potente fu un corpo per l'azione ad uscire.

Neemia 6,3 - Si riporterà l'Unigenito risorto potente a richiudersi nel mondo; dall'alto sarà ad uscire dai viventi con gli angeli, (come) fu con la parola a dire in vita. Col rifiuto spengerà dal cammino l'essere impuro del serpente dal mondo. L'Unigenito l'angelo spazzerà col fuoco dal mondo portandogli il rifiuto desiderato. In tutti il serpente calpesterà completamente. Il serpente dai viventi uscirà alla fine di un sabato. Entrerà nei viventi il rifiuto che lo spengerà con la rettitudine dell'Unigenito che li risorgerà. Si vedranno guariti. A riportarsi saranno nei corpi per l'aiuto tutti, saranno Dei in forza della rettitudine i viventi.

Neemia 6,4 - E sarà con la risurrezione il vigore riportato da Dio, ci sarà per la rettitudine che ad aiutarli dentro il corpo entrerà di questi che usciranno ai quattro (angoli del mondo). Dal Verbo i popoli saranno vivi a portarsi uniti. I risorti saranno dentro l'Unigenito a portarsi tutti. Dalla piaga si insinueranno nel corpo entrando in questi dal mondo.

Neemia 6,5 - E saranno i risorti a guizzare per chiudersi in Dio dal foro, l'invierà dentro nel potente cuore, nel vaso si sbarreranno, dentro col corpo entreranno in Questi. Entreranno nel Verbo i popoli a chiudersi, vivi saranno, nel Risorto saranno tutti a venire, fanciulli li porterà. Condurrà dall'Unico i pellegrini tutti, li libererà portandoli ad entrare a casa, saranno alla porta condotti.

Neemia 6,6 - Retti tutti li porterà dentro. Da dentro il mondo a casa i popoli vivranno con gli angeli. Della luce i viventi alla vista porterà. Camminando risorti i viventi si porteranno l'Unico vivi a vedere. Finita la perversità saranno nello splendore a stare i viventi. Nell'assemblea dei risorti dentro saranno a vivere potenti la vita saziandosi della conoscenza del Potente. Per la rettitudine angeli verranno dentro portati tra gli angeli dal mondo. Entreranno nell'assemblea i viventi con Lui. Tutti gli usciti dalla calamità del serpente entreranno a vivere del Potente nel regno. Così guidati saranno i viventi ad entrare in Dio dal mondo.

Neemia 6,7 - E camminando i viventi inviati a casa saranno dell'Unico a stare per vivervi, entreranno risorti tutti potenti invitati dell'Altissimo; retti ad abitare saranno con i corpi portati nella luce del Potente alla pienezza. La ribellione del serpente spenta sarà stata con la perversità per l'aiuto nel mondo portato dall'azione del Crocifisso da cui uscì la forza della risurrezione dal seno, perché in cammino la rettitudine s'insinuasse nei corpi. Sarà stata dai viventi fuori la maledizione portata per l'agire del Crocifisso nel mondo da cui la potenza della rettitudine uscì. Portò gli apostoli che recò in azione giù nel mondo; insieme si portò.

Neemia 6,8 - E l'Unigenito li mandò per il mondo. Dio sono a recare. Il rifiuto per essere stato ribelle il serpente ad incontrare è nel mondo per la (loro) rettitudine. Per aiutare il cibo ai viventi del mondo di Dio uscì, per l'Unigenito risorto un corpo/Chiesa venne, desiderano i viventi della Chiesa/corpo nella rettitudine a stare a vivere. Nei cuori la rettitudine veniva ad abitare portando a bloccare la primitiva vita.

Neemia 6,9 - La rettitudine è in tutti i viventi che a vivere sono nel corpo/Chiesa dell'Unigenito dove sono le centinaia a portarsi. Al drago portano il rifiuto chi vive nel corpo/Chiesa, sono a guarire portati in forza dell'aiuto che esce dalla Madre. Entra la vita degli angeli nel mondo con la pienezza della rettitudine. Alla perversità il rifiuto il Crocifisso all'opera porta nel tempo; gli uscì dal petto versò l'Unigenito dalla croce la forza per sbarrarla nell'esistenza.

Neemia 6,10 - Ed iniziò il frutto a venire a stare dentro l'esistenza per il Crocifisso. Risorto in vita visto fu uscire il Figlio che trasse fuori per stare nel mondo dentro gli apostoli che tra i viventi uscirono per fare il bene. Da Dio si riportò Lui; si vide su riportarsi col corpo. E furono con la parola gli apostoli a portarsi da testimoni che Dio ad abitare è nel Crocifisso. Uscì di Dio nel mondo a stare la Madre. La maledizione dalla croce portò per spengere con la forza della rettitudine il serpente. Ne portò l'energia dal foro che lo straniero gli aprì. Una porta il serpente segnò con un'asta nel Crocifisso. Fuori uscì per vincerlo la rettitudine che c'era dentro l'Unigenito. Fu con l'acqua a guizzare fuori dall'ucciso. La rettitudine portò al serpente con la forza di una lama. Guai per la Madre al serpente uscirono con un corpo/Chiesa che cammina con rettitudine.

Neemia 6,11 - Portò per l'Unigenito la Madre un corpo/Chiesa nel mondo ad uscire di uomini retti che a vivere si portavano da angeli l'esistenza di esseri puri. Ad annunciare ai viventi che erano ad anelare si portarono gli apostoli che:
  • fu dell'Unigenito risorto il corpo;
  • era dentro l'Unigenito Dio entrato;
  • riuscì in forza della rettitudine;
  • la potenza si riportò nella tomba;
  • fu la potenza di prima il Padre a portare all'Unigenito.
Neemia 6,12 - Portò l'Unigenito un fornello per la perversità con gli apostoli da cui usciva il rifiuto di Dio al mondo in cui era a vivere il delitto. Ad annunciare la rettitudine erano usciti gli apostoli da casa portando uniti al mondo la parola dell'Altissimo, recando il bene nell'esistenza del mondo. Ed in giro la stoltezza con la carità illuminano, la rettitudine al corpo/Chiesa portano.

Neemia 6,13 - Potente nel seno degli apostoli arde la fornace di Lui che con potenza tra i viventi agisce. Gli apostoli dell'Unico il timore portano. Uniti operano onesti e per il peccato finire sono a portarsi. Nell'esistenza del Potente entra la parola della risurrezione. Dei viventi pastori con amore sono, nelle assemblee guariscono recando l'energia dell'Essere.

Neemia 6,14 - Di puri un corpo/Chiesa uscì che di Dio al mondo è il potente cuore a recare dentro. È la perversità del serpente che riempie di stoltezza i cuori ad anelare, agendo, d'illuminare. È a recare Dio nel mondo portandone in cammino la parola, l'energia porta dell'Eterno a stare nel mondo, esce per gli apostoli da dentro l'esistenza l'originaria perversità del serpente in forza del Crocifisso, nel corpo/Chiesa escono profeti, sono i viventi felici nel mondo. Un giorno saranno nel corpo/Chiesa dell'Unigenito a stare i viventi, desidereranno tutti di starvi dentro.

Neemia 6,15 - Porterà il Crocifisso la pace nel mondo. Dalla prigione porterà i viventi ad uscire. Dentro per l'operare del corpo/Chiesa sono i viventi portati nelle assemblee salvati dal serpente. Di Dio reca la potenza col pane in dono ai viventi che porta a rinnovare i giorni che portano di vita.

Neemia 6,16 - E sarà nel mondo ad esistere la rettitudine dell'Unigenito risorto per la Chiesa /corpo. Con l'ascoltare la reca a tutti, a chi la desidera è l'intelligenza portata che reca il timore. Ed una sposa in cammino si porta. È tra i viventi per l'Unigenito a sorgerne il corpo. La conversione è dentro al Crocifisso ad essere dagli apostoli portata. La portano con la forza della parola. Li accompagna tra i viventi l'Unigenito che li aiuta. Da dentro le rovine dell'angelo sono fuori i viventi a recare. È sbarrato il peccare dalla rettitudine che è nei viventi venuta. La maledizione che fu dall'angelo portata (grazie) agli apostoli che operano per il Crocifisso esce. Esce dai viventi il rifiuto che a spengere questi verrà.

Neemia 6,17 - In cammino la Madre dentro nei giorni con l'acqua entrò, vi entravano i viventi per vivere nel corpo/Chiesa. Dentro è nelle midolla del corpo/Chiesa a stare il Signore che l'aiuta. Ad ammassare per il Crocifisso è (la Madre) nel mondo i viventi da quali la perversità camminando porta a finire. Dall'alto nei cuori si porta dentro a stare Lui che illumina le menti/teste, la potenza della carità porta dentro. Il carico che dalle origini si porta finisce. La maledizione è ad uscire dai viventi.

Neemia 6,18 - Di retti è il corpo/Chiesa. Dentro sono viventi in cui abita il Signore che li aiuta entrando dentro. Dall'alto (dove) dimora si porta in azione nel mondo ad accompagnarli. Con la rettitudine è a strappare l'angelo. Lui il serpente brucia con la rettitudine. Per gli apostoli sono ad uscire figli dell'Unico nella Chiesa. Nelle assemblee porta il Signore la grazia che l'energia di figli porta la potenza versandola nelle assemblee. Viene dentro la purezza con la pace. Dentro l'angelo mangiato dalla rettitudine è ad uscire.

Neemia 6,19 - In cammino la Madre l'operare rettamente del Crocifisso è a recare nel mondo. È a portare l'Unigenito Maria, del Potente in persona è a recare la parola che è al mondo la forza a portare ai viventi che portata giù gli è dall'Unigenito. È la Madre ad accompagnare l'Unigenito. Agli stranieri porta il Crocifisso risorto, la cui potenza uscita dal cuore porta dentro a stare nel mondo; il Potente è nel corpo/Chiesa incontrabile nell'esistenza.

ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI
Spiccano in questi racconti, che riguardano il tema del Messia in modo anche ripetitivo come un fiume in piena, le esposizioni relative al tempo intermedio tra la sua morte in croce, risurrezione con successiva ascesa al cielo del Cristo ed il Suo ritorno nella gloria lunghi cenni al combattimento spirituale della Chiesa del Crocifisso nel mondo.
Per tradurre Chiesa in quei racconti ho fatto un traslato relativo alla lettera che rappresenta il corpo la 20a lettera dell'alfabeto ebraico la resh.
Questo traslato è lecito e trova un'autorevole appoggio e conferma nelle lettera di San Paolo ai Colossesi, versetto 1,18 che recita in questo modo: "Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose." (Colossei 1,18)

Un tema poi interessante da sottolineare è il conoscere.
Il Messia porterà la comunità dei salvati a conoscere il Potente come si trova nel decriptato dei versetti Neemia 2,16; 3,19; 4,9; 6,6.
In ebraico comunità è , conoscenza è e l'Eterno o eternità è .
La comunità dei salvati perciò è quella che entrerà alla conoscenza dell'Eterno.

L'idea di fondo nei libri di Esdra e Neemia è che quanto accaduto a Gerusalemme e ai suoi abitanti è dovuto all'abbandono della Torah, idea che già Isaia aveva profetizzato al capitolo 24 come causa di possibile rovina.

Isaia 24,5 - "La terra è stata profanata dai suoi abitanti, perché hanno trasgredito le leggi, hanno disobbedito al decreto, hanno infranto l'alleanza eterna."
Isaia 24,12 - "Nella città è rimasta la desolazione; la porta è stata abbattuta, fatta a pezzi."

La ricostruzione delle mura ed il ripristino del rispetto delle Torah la cui lettura forma infatti concreto oggetto dei Capitoli 8 e 9 sono così strettamente connesse tanto che appena nel libro di Neemia le mura sono ricostruite appare Esdra che proclama la Torah.
Le leggi e la legge non sono da vedere come delle limitazioni, ma l'indicazione e promessa di salvezza.

Ora, le promesse di Dio sono compiute per mezzo del Cristo suo Figlio come sinteticamente ricorda Agostino, il santo vescovo di Ippona, nel "Commento sui salmi" (Salmi 109, 1-3; CCL 40, 1601-1603).

"Dio stabilì un tempo per le sue promesse e un tempo per il compimento di esse. Dai profeti fino a Giovanni Battista fu il tempo delle promesse; da Giovanni Battista fino alla fine dei tempi è il tempo del loro compimento.

Fedele è Dio che si fece nostro debitore non perché abbia ricevuto qualcosa da noi, ma perché ci ha promesso cose davvero grandissime. Pareva poco la promessa: Egli volle vincolarsi anche con un patto scritto, come obbligandosi con noi con la cambiale delle sue promesse, perché, quando cominciasse a pagare ciò che aveva promesso, noi potessimo verificare l'ordine dei pagamenti. Dunque il tempo dei profeti era di predizione delle promesse.
Dio promise la salvezza eterna e la vita beata senza fine con gli angeli e l'eredità incorruttibile, la gloria eterna, la dolcezza del suo volto, la dimora santa nei cieli, e, dopo la risurrezione, la fine della paura della morte. Queste le promesse finali verso cui è volta tutta la nostra tensione spirituale: quando le avremo conseguite, niente più cercheremo, niente più domanderemo.
Ma nel promettere e nel preannunciare Dio volle anche indicare per quale via si giungerà alle realtà ultime. Promise agli uomini la divinità, ai mortali l'immortalità, ai peccatori la giustificazione, ai disprezzati la glorificazione. Sembrava però incredibile agli uomini ciò che Dio prometteva: che essi dalla loro condizione di mortalità, di corruzione, di miseria, di debolezza, da polvere e cenere che erano, sarebbero diventati uguali agli angeli di Dio. E perché gli uomini credessero, oltre al patto scritto, Dio volle anche un mediatore della sua fedeltà. E volle che fosse non un principe qualunque o un qualunque angelo o arcangelo, ma il suo unico Figlio, per mostrare, per mezzo di lui, per quale strada ci avrebbe condotti a quel fine che aveva promesso. Ma era poco per Dio fare del suo Figlio colui che indica la strada: rese lui stesso via perché tu camminassi guidato da lui sul suo stesso cammino.
Si doveva dunque preannunciare con profezie che l'unico Figlio di Dio sarebbe venuto tra gli uomini, avrebbe assunto la natura umana e sarebbe così diventato uomo e sarebbe morto, risorto, asceso al cielo, si sarebbe assiso alla destra del Padre; egli avrebbe dato compimento tra i popoli alle promesse e, dopo questo, avrebbe anche compiuto la promessa di tornare a riscuotere i frutti di ciò che aveva dispensato, a distinguere i vasi dell'ira dai vasi della misericordia, rendendo agli empi ciò che aveva minacciato, ai giusti ciò che aveva promesso.
Tutto ciò doveva essere preannunziato, perché altrimenti egli avrebbe destato spavento. E così fu atteso con speranza perché già contemplato nella fede.

Le leggi la legge e l'alleanza sotto questo profilo divengono anche come parole con le lettere ebraiche temi di promesse attuate in Cristo in quanto divengono in Lui personalizzate, cioè promesse di una persona concreta:
  • "crocifisso il corpo porteranno in croce " e "Tutti nel corpo si porteranno alla fine ";
  • "Alla fine col corpo si riporterà nel mondo " e "Il Crocifisso nel corpo li porterà dal mondo ";
  • "Dentro col corpo sarà in croce ".
Faccio un esempio per far comprendere meglio decriptando con dimostrazione proprio il sopra riportato versetto di Isaia 24,5: "La terra è stata profanata dai suoi abitanti, perché hanno trasgredito le leggi, hanno disobbedito al decreto, hanno infranto l'alleanza eterna."




"Ed uscì col primogenito nel corpo giù la grazia della Parola nel mondo . Sotto si è accesa in una casa del mondo la rettitudine . Fu tra gli ebrei a portarsi la Torah (). Per la prima volta () l'alitare versò al mondo . A fruttificare () porta l'alleanza (dentro il corpo è indicato di) un fanciullo con la Madre ."

"Ed uscì col primogenito nel corpo giù la grazia della Parola nel mondo. Sotto si è accesa in una casa del mondo la rettitudine. Fu tra gli ebrei a portarsi la Torah. Per la prima volta l'alitare versò al mondo. A fruttificare porta l'alleanza (dentro il corpo è indicato di) un fanciullo con la Madre."

La visione apocalittica, cioè della rivelazione dei tempi finali, che diventerà nei secoli a cavallo della nuova motivo di tanti scritti pervade però i testi di secondo livello della Torah e dei profeti.
Quando il leggere i testi nascosti della Bibbia canonica ebraica divenne rarefatto per l'uso della lingua aramaica e poi per l'uso delle traduzione in greco dei LXX perché sempre meno furono coloro che avevano rapporti col testo ebraico al di fuori dei fini liturgici alcuni di quelli che leggevano la storia nascosta ritengo principalmente rabbini tra i farisei aprirono il filone di testi in greco ed in aramaico con i racconti apocalittici arricchendoli di particolari.
Quel capitolo 24 di Isaia infatti letto tutto assieme già nel testo esterno presenta una chiara situazione di tipo apocalittico eppure si è molto lontani dall'epoca ove tale genere letterario divenne una moda.
Sotto queste considerazioni si comprenderà che la guerra di Gog e Magog è un combattimento che si sviluppa in due piani, in cielo e in terra.
Dice, infatti Isaia: "In quel giorno il Signore punirà in alto l'esercito di lassù e qui in terra i re della terra. Saranno radunati e imprigionati in una fossa, saranno rinchiusi in un carcere e dopo lungo tempo saranno puniti. Arrossirà la luna, impallidirà il sole, perché il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e in Gerusalemme e davanti ai suoi anziani sarà glorificato." (Isaia 24,21-23)

Il decriptato di questi tre versetti risulta:

Isaia 24,21 - E uscito è il carico è stato portato alla Madre, fuori in campo portato dall'Unico è a visitare il Signore, dall'alto sceso da casa l''Unigenito ai viventi col corpo portatosi in vita a casa della superbia e dall'alto ai viventi in cammino è al mondo un Uomo uscito per innalzare gli uomini dal mondo.
(Giovanni 3,13 "... nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo)

Isaia 24,22 - L'Unico in pienezza la Parola ha portato, l'Unigenito dal limitare della porta esce, inizia un amo in azione al serpente, dentro lo porta al corpo e pienamente da attrazione al serpente per tentazione da pellegrino gli porterà, l'amarezza dentro gli sarà in vita da un essere vivente, si è a punirlo portato.

Isaia 24,23 - E un puro corpo esce al mondo del serpente: il Figlio dal mondo fuori porterà la vergogna, uscirà il veleno, uscirà la bruciatura dalla vita. In cammino il Signore giù il Padre ha portato, l'arca l'ha generato; giù si sono portati gli angeli ed alla casa (dove) è il corpo una luce potente per i viventi hanno portato per annunziare. Un essere puro gli angeli si sono portati a glorificare.

Le leggi e la legge non sono perciò da vedere come delle limitazioni che ha dato Dio all'uomo per tarpargli le ali.
Sul sentire la Legge come un peso riporto questi pensieri relativi all'ebraismo, ma sono calzanti con i comandamenti "cristiani" quando si ha la tentazione di viverli come un peso per la propria libertà.
In un midrash i maestri si chiedono perché mai, nella scrittura, Israele è paragonato a una colomba. A questa domanda uno dei commentatori risponde:

"Quando Dio creò la colomba questa tornò dal suo Creatore e si lamentò: O Signore dell'universo, c'è un gatto che mi corre sempre dietro e vuole ammazzarmi ed io devo correre tutto il giorno con le mie zampe così corte. Allora Dio ebbe pietà della povera colomba e le diede due ali. Ma poco dopo la colomba tornò un'altra volta dal suo Creatore e pianse: O Signore dell'universo, il gatto continua a corrermi dietro e mi è così difficile correre con le ali addosso. Esse sono pesanti e non ce la faccio più con le mie zampe così piccole e deboli. Ma Dio le sorrise dicendo: Non ti ho dato le ali perché tu le porti addosso ma perché le ali portino te. Così è anche per Israele, quando si lamenta della Torah e dei comandamenti, Dio risponde loro: Non vi ho dato la Torah perché sia per voi un peso e perché la portiate, ma perché la Torah porti voi" (M. Cunz, "Credibilità della Chiesa come impegno di stile ecumenico", in AA. VV., La credibilità delle chiese e il BEM, Dehoniane, Napoli 1984, pp. 33-24).

Non è un paradosso che la Legge di Dio non toglie libertà ma la dona, infatti il comandamento non sono comandamenti impersonali, ma provengono dall'amore.

"...l'amore non può essere prescritto, nessuna terza persona può ordinarlo né ottenerlo con la forza. Nessuna terza persona, appunto, ma l'Uno lo può. Il comandamento dell'amore può venire soltanto dalla bocca dell'amante. Solo l'amante (ma l'amante lo può realmente) può dire e infatti dice: amami. Sulla sua bocca il comandamento dell'amore non è un comandamento estraneo, ma non è altro che la voce stessa dell'amore. L'amore dell'amante non ha altra parola per esprimersi se non il comandamento. Tutto il resto già non è più espressione immediata bensì dichiarazione, dichiarazione d'amore. La dichiarazione d'amore è assai povera, come ogni spiegazione essa viene sempre dopo e quindi, poiché l'amore dell'amante è un presente, viene in effetti sempre troppo tardi. Se l'amata, nell'eterna fedeltà del suo amore, non spalancasse le braccia per accoglierla, la dichiarazione cadrebbe nel vuoto. Ma il comandamento all'imperativo, immediato, sorto istantaneamente e nell'attimo del suo sorgere già fatto suono (poiché nell'imperativo il sorgere e il farsi suono sono tutto uno), l'amami dell'amante è espressione totalmente perfetta, purissimo linguaggio dell'amore." (F. Rosenzweig, La stella della redenzione, Marietti, Casale Monferrato 1985, pp. 188-89).

C'è però di più!
Tutto il decriptato conferma che effettivamente "Non vi ho dato la Torah perché sia per voi un peso e perché la portiate, ma perché la Torah porti voi" perché questa concretamente s'è fatta persona,

"Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore." (1Tessalonicesi 4,16s)

In definitiva, il midrash che scrissi vari anni "Tempo-eternità: Un midrash - Haggadah per Pesah - Il Disegno di Dio" interpreta bene lo spirito che permea i testi nascosti nell'A.T. ebraico.

NEEMIA 1-2-3-4-5-6 TESTO C.E.I
Neemia 1,1 - Parole di Neemia figlio di Akalià. Nel mese di Casleu dell'anno ventesimo, mentre ero nella cittadella di Susa,

Neemia 1,2 - Canàni, uno dei miei fratelli, e alcuni altri uomini arrivarono dalla Giudea. Li interrogai riguardo ai Giudei che erano rimpatriati, superstiti della deportazione, e riguardo a Gerusalemme.

Neemia 1,3 - Essi mi dissero: I superstiti della deportazione sono là, nella provincia, in grande miseria e abbattimento; le mura di Gerusalemme restano piene di brecce e le sue porte consumate dal fuoco.

Neemia 1,4 - Udite queste parole, mi sedetti e piansi; feci lutto per parecchi giorni, digiunando e pregando davanti al Dio del cielo.

Neemia 1,5 - E dissi: Signore, Dio del cielo, Dio grande e tremendo, che mantieni l'alleanza e la misericordia con quelli che ti amano e osservano i tuoi comandi,

Neemia 1,6 - siano i tuoi orecchi attenti, i tuoi occhi aperti per ascoltare la preghiera del tuo servo; io prego ora davanti a te giorno e notte per gli Israeliti, tuoi servi, confessando i peccati, che noi Israeliti abbiamo commesso contro di te; anch'io e la casa di mio padre abbiamo peccato.

Neemia 1,7 - Ci siamo comportati male con te e non abbiamo osservato i comandi, le leggi e le decisioni che tu hai dato a Mosè tuo servo.

Neemia 1,8 - Ricordati della parola che hai affidato a Mosè tuo servo: Se sarete infedeli, io vi disperderò fra i popoli;

Neemia 1,9 - ma se tornerete a me e osserverete i miei comandi e li eseguirete, anche se i vostri esiliati si trovassero all'estremità dell'orizzonte, io di là li raccoglierò e li ricondurrò al luogo che ho scelto per farvi dimorare il mio nome.

Neemia 1,10 - Ora questi sono tuoi servi e tuo popolo; tu li hai redenti con grande potenza e con mano forte.

Neemia 1,11 - Signore, siano i tuoi orecchi attenti alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che desiderano temere il tuo nome; concedi oggi buon successo al tuo servo e fagli trovare benevolenza davanti a questo uomo. Io allora ero coppiere del re.

Neemia 2,1 - Nel mese di Nisan dell'anno ventesimo del re Artaserse, appena il vino fu pronto davanti al re, io presi il vino e glielo versai. Ora io non ero mai stato triste in sua presenza.

Neemia 2,2 - Perciò il re mi disse: Perché hai l'aspetto triste? Eppure non sei malato; non può esser altro che un'afflizione del cuore. Allora io ebbi grande timore

Neemia 2,3 - e dissi al re: Viva il re per sempre! Come potrebbe il mio aspetto non esser triste quando la città dove sono i sepolcri dei miei padri è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco?

Neemia 2,4 - Il re mi disse: Che cosa domandi? Allora io pregai il Dio del cielo,

Neemia 2,5 - e poi risposi al re: Se piace al re e se il tuo servo ha trovato grazia ai suoi occhi, mandami in Giudea, nella città dove sono i sepolcri dei miei padri, perché io possa ricostruirla.

Neemia 2,6 - Il re, che aveva la regina seduta al suo fianco, mi disse: Quanto durerà il tuo viaggio? Quando ritornerai? Io gli indicai un termine di tempo. La cosa piacque al re; mi lasciò andare.

Neemia 2,7 - Poi dissi al re: Se piace al re, mi si diano le lettere per i governatori dell'Oltrefiume, perché mi lascino passare ed entrare in Giudea,

Neemia 2,8 - e una lettera per Asaf, guardiano del parco del re, perché mi dia il legname per costruire le porte della cittadella presso il tempio, per le mura della città e per la casa che io abiterò. Il re mi diede le lettere perché la mano benefica del mio Dio era su di me.

Neemia 2,9 - Giunsi presso i governatori dell'Oltrefiume e diedi loro le lettere del re. Il re aveva mandato con me una scorta di capi dell'esercito e di cavalieri.

Neemia 2,10 - Ma quando Sanballàt il Coronita e Tobia lo schiavo ammonita furono informati del mio arrivo, ebbero gran dispiacere che fosse venuto un uomo a procurare il bene degli Israeliti.

Neemia 2,11 - Giunto a Gerusalemme, vi rimasi tre giorni.

Neemia 2,12 - Poi mi alzai di notte e presi con me pochi uomini senza dir nulla ad alcuno di quello che Dio mi aveva messo in cuore di fare per Gerusalemme e senza aver altro giumento oltre quello che io cavalcavo.

Neemia 2,13 - Uscii di notte per la porta della Valle e andai verso la fonte del Drago e alla porta del Letame, osservando le mura di Gerusalemme, come erano piene di brecce e come le sue porte erano consumate dal fuoco.

Neemia 2,14 - Mi spinsi verso la porta della Fonte e la piscina del re, ma non vi era posto per cui potesse passare il giumento che cavalcavo.

Neemia 2,15 - Allora risalii di notte la valle, sempre osservando le mura; poi, rientrato per la porta della Valle, tornai a casa.

Neemia 2,16 - I magistrati non sapevano né dove io fossi andato né che cosa facessi. Fino a quel momento non avevo detto nulla né ai Giudei né ai sacerdoti, né ai notabili, né ai magistrati né ad alcuno di quelli che si occupavano dei lavori.

Neemia 2,17 - Allora io dissi loro: Voi vedete la miseria nella quale ci troviamo; Gerusalemme è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco. Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme e non saremo più insultati!

Neemia 2,18 - Narrai loro come la mano benefica del mio Dio era stata su di me e anche le parole che il re mi aveva dette. Quelli dissero: Alziamoci e costruiamo! E miseromano vigorosamente alla buona impresa.

Neemia 2,19 - Ma quando Sanballàt il Coronita e Tobia lo schiavo ammonita, e Ghesem l'Arabo seppero la cosa, ci schernirono e ci derisero dicendo: Che state facendo? Volete forse ribellarvi al re?

Neemia 2,20 - Allora io risposi loro: Il Dio del cielo ci darà successo. Noi, suoi servi, ci metteremo a costruire; ma voi non avete né parte né diritto né ricordo in Gerusalemme.

Neemia 3,1 - Eliasìb, sommo sacerdote, con i suoi fratelli sacerdoti si misero a costruire la porta delle Pecore; la consacrarono e vi misero i battenti; continuarono a costruire fino alla torre di Mea, che poi consacrarono, e fino alla torre di Cananeèl.

Neemia 3,2 - Accanto a Eliasìb lavoravano gli uomini di Gèrico e accanto a loro lavorava Zaccùr figlio di Imri.

Neemia 3,3 - I figli di Senaà costruirono la porta dei Pesci, ne fecero l'intelaiatura e vi posero i battenti, le serrature e le sbarre.

Neemia 3,4 - Accanto a loro lavorava alle riparazioni Meremòt figlio di Uria, figlio di Akkoz; accanto a loro lavorava alle riparazioni Mesullàm, figlio di Berechia figlio di Mesezabèel; accanto a loro lavorava alle riparazioni Zadòk figlio di Baana;

Neemia 3,5 - accanto a loro lavoravano alle riparazioni quelli di Tekòa; ma i loro notabili non piegarono il collo a lavorare all'opera del loro Signore.

Neemia 3,6 - Ioiadà figlio di Pasèach e Mesullàm figlio di Besodia, restaurarono la porta Vecchia; ne fecero l'intelaiatura e vi posero i battenti, le serrature e le sbarre.

Neemia 3,7 - Accanto a loro lavoravano alle riparazioni Melatia il Gabaonita, Iadon il Meronotita, e gli uomini di Gàbaon e di Mizpà, alle dipendenze della sede del governatore dell'Oltrefiume;

Neemia 3,8 - accanto a loro lavorava alle riparazioni Uzzièl figlio di Caraia tra gli orefici e accanto a lui lavorava Anania tra i profumieri. Essi hanno rinforzato Gerusalemme fino al Muro Largo;

Neemia 3,9 - accanto a loro lavorava alle riparazioni Refaia figlio di Cur, capo della metà del distretto di Gerusalemme.

Neemia 3,10 - Accanto a loro lavorava alle riparazioni, di fronte alla sua casa, Iedaia figlio di Carumaf e accanto a lui lavorava Cattus figlio di Casabnià.

Neemia 3,11 - Malchia figlio di Carim e Cassùb figlio di Pacat-Moab restaurarono la parte successiva di mura e la torre dei Forni.

Neemia 3,12 - Accanto a loro lavorava alle riparazioni insieme con le figlie, Sallùm figlio di Allòches, capo della metà del distretto di Gerusalemme.

Neemia 3,13 - Canun e gli abitanti di Zanòach restaurarono la porta della Valle; la ricostruirono, vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. Fecero inoltre mille cubiti di muro fino alla porta del Letame.

Neemia 3,14 - Malchia figlio di Recàb, capo del distretto di Bet-Kerem, restaurò la porta del Letame; la ricostruì, vi pose i battenti, le serrature e le sbarre.

Neemia 3,15 - Sallùm figlio di Col-Coze, capo del distretto di Mizpà, restaurò la porta della Fonte; la ricostruì, la coprì, vi pose i battenti, le serrature e le sbarre. Fece inoltre il muro della piscina di Siloe, presso il giardino del re, fino alla scalinata per cui si scende dalla città di Davide.

Neemia 3,16 - Dopo di lui Neemia figlio di Azbuk, capo della metà del distretto di Bet-Zur, lavorò alle riparazioni fin davanti alle tombe di Davide, fino alla piscina artificiale e fino alla casa dei Prodi.

Neemia 3,17 - Dopo di lui lavoravano alle riparazioni i leviti, sotto Recum figlio di Bani; accanto a lui lavorava per il suo distretto Casabià, capo della metà del distretto di Keilà.

Neemia 3,18 - Dopo di lui lavoravano alle riparazioni i loro fratelli, sotto Binnui figlio di Chenadàd, capo dell'altra metà del distretto di Keilà;

Neemia 3,19 - accanto a lui Ezer figlio di Giosuè, capo di Mizpà, restaurava un'altra parte delle mura, di fronte alla salita dell'arsenale, all'angolo.

Neemia 3,20 - Dopo di lui Baruch figlio di Zaccai ne restaurava con ardore un'altra parte dall'angolo fino alla porta della casa di Eliasìb sommo sacerdote.

Neemia 3,21 - Dopo di lui Meremòt figlio di Uria, figlio di Akkoz, ne restaurava un'altra parte, dalla porta della casa di Eliasìb fino all'estremità della casa di Eliasìb.

Neemia 3,22 - Dopo di lui lavoravano i sacerdoti che abitavano la periferia.

Neemia 3,23 - Dopo di loro Beniamino e Cassùb lavoravano di fronte alla loro casa. Dopo di loro Azaria figlio di Maaseia, figlio di Anania, lavorava presso la sua casa.

Neemia 3,24 - Dopo di lui Binnui figlio di Chenadàd restaurò un'altra parte delle mura, dalla casa di Azaria fino alla svolta, cioè all'angolo.

Neemia 3,25 - Palal figlio di Uzai lavorò di fronte alla svolta e alla torre sporgente dal piano di sopra della reggia, che dà sul cortile della prigione dopo di lui lavorava Pedaia figlio di Pareos.

Neemia 3,26 - Gli oblati che abitavano sull'Ofel, lavoravano fin davanti alla porta delle Acque, verso oriente, e di fronte alla torre sporgente.

Neemia 3,27 - Dopo di loro quelli di Tekòa ne restaurarono un'altra parte, di fronte alla gran torre sporgente e fino al muro dell'Ofel.

Neemia 3,28 - I sacerdoti lavoravano alle riparazioni sopra la porta dei Cavalli, ciascuno di fronte alla sua casa.

Neemia 3,29 - Dopo di loro Zadòk figlio di Immer lavorava di fronte alla sua casa. Dopo di lui lavorava Semaia figlio di Secania, custode della porta d'oriente.

Neemia 3,30 - Dopo di lui Anania figlio di Selemia e Canun sesto figlio di Zalaf restaurarono un'altra parte delle mura. Dopo di loro Mesullàm figlio di Berechia lavorava di fronte alla sua stanza.

Neemia 3,31 - Dopo di lui Malchia, uno degli orefici, lavorava fino alla casa degli oblati e dei mercanti, di fronte alla porta della Rassegna e fino al piano di sopra dell'angolo.

Neemia 3,32 - Gli orefici e i mercanti lavorarono alle riparazioni fra il piano di sopra dell'angolo e la porta delle Pecore.

Neemia 3,33 - Quando Sanballàt seppe che noi edificavamo le mura, si adirò, si indignò molto, si fece beffe dei Giudei

Neemia 3,34 - e disse in presenza dei suoi fratelli e dei soldati di Samaria: Che vogliono fare questi miserabili Giudei? Rifarsi le mura e farvi subito sacrifici? Vogliono finire in un giorno? Vogliono far rivivere pietre sepolte sotto mucchi di polvere e consumate dal fuoco?

Neemia 3,35 - Tobia l'Ammonita, che gli stava accanto, disse: Edifichino pure! Se una volpe vi salta su, farà crollare il loro muro di pietra!

Neemia 3,36 - Ascolta, Dio nostro, come siamo disprezzati! Fa' ricadere sul loro capo il loro dileggio e abbandonali al saccheggio in un paese di schiavitù!

Neemia 3,37 - Non coprire la loro iniquità e non sia cancellato dalla tua vista il loro peccato, perché hanno offeso i costruttori.

Neemia 3,38 - Noi dunque andavamo ricostruendo le mura che furono dappertutto portate fino a metà altezza; il popolo aveva preso a cuore il lavoro.

Neemia 4,1 - Ma quando Sanballàt, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdoditi seppero che la riparazione delle mura di Gerusalemme progrediva e che le brecce cominciavano a chiudersi, si adirarono molto

Neemia 4,2 - e tutti assieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e crearvi confusione.

Neemia 4,3 - Allora noi pregammo il nostro Dio e contro di loro mettemmo sentinelle di giorno e di notte per difenderci dai loro attacchi.

Neemia 4,4 - Quelli di Giuda dicevano: Le forze dei portatori vengono meno e le macerie sono molte; noi non potremo costruire le mura!

Neemia 4,5 - I nostri avversari dicevano: Senza che s'accorgano di nulla, noi piomberemo in mezzo a loro, li uccideremo e faremo cessare i lavori.

Neemia 4,6 - Poiché i Giudei che dimoravano vicino a loro vennero a riferirci dieci volte: - Da tutti i luoghi ai quali vi volgete, essi saranno contro di noi -,

Neemia 4,7 - io, nelle parti sottostanti a ciascun posto oltre le mura, in luoghi scoperti, disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance, i loro archi.

Neemia 4,8 - Dopo aver considerato la cosa, mi alzai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: Non li temete! Ricordatevi del Signore grande e tremendo; combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e le vostre figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!

Neemia 4,9 - Quando i nostri nemici vennero a sapere che eravamo informati della cosa, Dio fece fallire il loro disegno e noi tutti tornammo alle mura, ognuno al suo lavoro.

Neemia 4,10 - Da quel giorno la metà dei miei giovani lavorava e l'altra metà stava armata di lance, di scudi, di archi, di corazze; i capi erano dietro tutta la casa di Giuda.

Neemia 4,11 - Quelli che costruivano le mura e quelli che portavano o caricavano i pesi, con una mano lavoravano e con l'altra tenevano la loro arma;

Neemia 4,12 - tutti i costruttori, lavorando, portavano ciascuno la spada cinta ai fianchi. Il trombettiere stava accanto a me.

Neemia 4,13 - Dissi allora ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: L'opera è grande ed estesa e noi siamo sparsi sulle mura e distanti l'uno dall'altro.

Neemia 4,14 - Dovunque udirete il suono della tromba, raccoglietevi presso di noi; il nostro Dio combatterà per noi.

Neemia 4,15 - Così continuavamo i lavori, mentre la metà della mia gente teneva impugnata la lancia, dall'apparire dell'alba allo spuntar delle stelle.

Neemia 4,16 - Anche in quella occasione dissi al popolo: Ognuno con il suo aiutante passi la notte dentro Gerusalemme, per far con noi la guardia durante la notte e riprendere il lavoro di giorno.

Neemia 4,17 - Io poi, i miei fratelli, i miei servi e gli uomini di guardia che mi seguivano, non ci togliemmo mai le vesti; ognuno teneva l'arma a portata di mano.

Neemia 5,1 - Si alzò un gran lamento da parte della gente del popolo e delle loro mogli contro i loro fratelli Giudei.

Neemia 5,2 - Alcuni dicevano: Noi, i nostri figli e le nostre figlie siamo numerosi; ci si dia il grano perché possiamo mangiare e vivere!

Neemia 5,3 - Altri dicevano: Dobbiamo impegnare i nostri campi, le nostre vigne e le nostre case per assicurarci il grano durante la carestia!

Neemia 5,4 - Altri ancora dicevano: Abbiamo preso denaro a prestito sui nostri campi e sulle nostre vigne per pagare il tributo del re.

Neemia 5,5 - La nostra carne è come la carne dei nostri fratelli, i nostri figli sono come i loro figli; ecco dobbiamo sottoporre i nostri figli e le nostre figlie alla schiavitù e alcune delle nostre figlie sono già state ridotte schiave; noi non abbiamo via d'uscita, perché i nostri campi e le nostre vigne sono in mano d'altri.

Neemia 5,6 - Quando udii i loro lamenti e queste parole, ne fui molto indignato.

Neemia 5,7 - Dopo aver riflettuto dentro di me, ripresi duramente i notabili e i magistrati e dissi loro: Dunque voi esigete un interesse da usuraio dai nostri fratelli? Convocai contro di loro una grande assemblea

Neemia 5,8 - e dissi loro: Noi, secondo la nostra possibilità, abbiamo riscattato i nostri fratelli Giudei che si erano venduti agli stranieri e voi stessi vendereste i vostri fratelli ed essi si venderebbero a noi? Allora quelli tacquero e non seppero che rispondere.

Neemia 5,9 - Io dissi: Quello che voi fate non è ben fatto. Non dovreste voi camminare nel timore del nostro Dio per non essere scherniti dagli stranieri nostri nemici?

Neemia 5,10 - Anch'io, i miei fratelli e i miei servi abbiamo dato loro in prestito denaro e grano. Ebbene, condoniamo loro questo debito!

Neemia 5,11 - Rendete loro oggi stesso i loro campi, le loro vigne, i loro oliveti e le loro case e l'interesse del denaro del grano, del vino e dell'olio di cui siete creditori nei loro riguardi.

Neemia 5,12 - Quelli risposero: Restituiremo e non esigeremo più nulla da loro; faremo come tu dici. Allora chiamai i sacerdoti e in loro presenza li feci giurare che avrebbero mantenuto la promessa.

Neemia 5,13 - Poi scossi la piega anteriore del mio mantello e dissi: Così Dio scuota dalla sua casa e dai suoi beni chiunque non avrà mantenuto questa promessa e così sia egli scosso e vuotato di tutto! Tutta l'assemblea disse: Amen e lodarono il Signore. Il popolo mantenne la promessa.

Neemia 5,14 - Di più, da quando il re mi aveva stabilito loro governatore nel paese di Giuda, dal ventesimo anno fino al trentaduesimo anno del re Artaserse, durante dodici anni, né io né i miei fratelli mangiammo la provvista assegnata al governatore.

Neemia 5,15 - I governatori che mi avevano preceduto, avevano gravato il popolo, ricevendone pane e vino, oltre a quaranta sicli d'argento; perfino i loro servi angariavano il popolo, ma io non ho fatto così, poiché ho avuto timore di Dio.

Neemia 5,16 - Anzi ho messo mano ai lavori di queste mura e non abbiamo comperato alcun podere. Tutti i miei giovani erano raccolti là a lavorare.

Neemia 5,17 - Avevo alla mia tavola centocinquanta uomini, Giudei e magistrati, oltre a quelli che venivano a noi dalle nazioni vicine.

Neemia 5,18 - Quel che si preparava a mie spese ogni giorno era un bue, sei capi scelti di bestiame minuto e cacciagione; ogni dieci giorni vino per tutti in abbondanza. Tuttavia non ho mai chiesto la provvista assegnata al governatore, perché il popolo era già gravato abbastanza a causa dei lavori.

Neemia 5,19 - Mio Dio, ricordati in mio favore per quanto ho fatto a questo popolo.

Neemia 6,1 - Quando Sanballàt e Tobia e Ghesem l'Arabo e gli altri nostri nemici seppero che io avevo riedificato le mura e che non vi era più rimasta alcuna breccia, sebbene ancora io non avessi messo i battenti alle porte,

Neemia 6,2 - Sanballàt e Ghesem mi mandarono a dire: Vieni e troviamoci insieme a Chefirim, nella valle di Oni. Essi pensavano di farmi del male.

Neemia 6,3 - Ma io inviai loro messaggeri a dire: Sto facendo un gran lavoro e non posso scendere: perché dovrebbe interrompersi il lavoro, mentre io lo lascio per scendere da voi?

Neemia 6,4 - Essi mandarono quattro volte a dirmi la stessa cosa e io risposi nello stesso modo.

Neemia 6,5 - Allora Sanballàt mi mandò a dire la stessa cosa la quinta volta per mezzo del suo servo che aveva in mano una lettera aperta,

Neemia 6,6 - nella quale stava scritto: Si sente dire fra queste nazioni, e Gasmù lo afferma, che tu e i Giudei meditate di ribellarvi e perciò tu ricostruisci le mura e, secondo queste voci, tu diventeresti loro re

Neemia 6,7 - e avresti inoltre stabilito profeti per far questa proclamazione a Gerusalemme: Vi è un re in Giuda! Or questi discorsi saranno riferiti al re. Vieni dunque e consultiamoci assieme.

Neemia 6,8 - Ma io gli feci rispondere: Le cose non stanno come tu dici, ma tu inventi!

Neemia 6,9 - Tutta quella gente infatti ci voleva impaurire e diceva: Le loro mani desisteranno e il lavoro non si farà. Ora invece si sono irrobustite le mie mani!

Neemia 6,10 - Io andai a casa di Semaia figlio di Delaia, figlio di Meetabèel, che si era rinchiuso là dentro; egli mi disse: Troviamoci insieme nel tempio, dentro il santuario, e chiudiamo le porte del santuario, perché verranno ad ucciderti, di notte verranno ad ucciderti.

Neemia 6,11 - Ma io risposi: Un uomo come me può darsi alla fuga? Un uomo della mia condizione potrebbe entrare nel santuario per salvare la vita? No, io non entrerò.

Neemia 6,12 - Compresi che non era mandato da Dio, ma aveva pronunziato quella profezia a mio danno, perché Tobia e Sanballàt l'avevano prezzolato.

Neemia 6,13 - Era stato pagato per impaurirmi e indurmi ad agire in quel modo e a peccare, per farmi una cattiva fama ed espormi al disonore.

Neemia 6,14 - Mio Dio, ricordati di Tobia e di Sanballàt, per queste loro opere; anche della profetessa Noadia e degli altri profeti che cercavano di spaventarmi!

Neemia 6,15 - Le mura furono condotte a termine il venticinquesimo giorno di Elul, in cinquantadue giorni.

Neemia 6,16 - Quando tutti i nostri nemici lo seppero, tutte le nazioni che stavano intorno a noi furono prese da timore e restarono molto sorprese alla vista e dovettero riconoscere che quest'opera si era compiuta per l'intervento del nostro Dio.

Neemia 6,17 - In quei giorni i notabili di Giuda mandavano frequenti lettere a Tobia e da Tobia ne ricevevano;

Neemia 6,18 - infatti molti in Giuda erano suoi alleati, perché egli era genero di Secania figlio di Arach e suo figlio Giovanni aveva sposato la figlia di Mesullàm figlio di Berechia.

Neemia 6,19 - Anche in mia presenza parlavano bene di lui e gli riferivano le mie parole. Anche Tobia mandava lettere per intimorirmi.

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