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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
L'EPOPEA DELL'ARCA DEL PATTO
TESTI NASCOSTI

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

UN TESTO APERTO A MOLTI NASCONDIGLI »
ARCA DEL PATTO »
CENNI DEL PENSIERO ESOTERICO E DELLA QABBALAH SULL'ARCA »
VICENDE DELL'ARCA FINO ALL'INSEDIAMENTO DEL PRIMO TEMPIO »
INSEDIAMENTO DELL'ARCA NEL PRIMO TEMPIO »

SULLE TRACCE DELL'ARCA
La ricerca dell'arca perduta è un tema appassionante che ha coinvolto vari ricercatori e dato luogo ad ipotesi fantastiche riportate in libri e film di grande impatto (esempio: "I predatori dell'arca perduta" di Steven Spielberg).
Nel prosieguo non mi soffermerò sulle varie ipotesi bensì soltanto su quanto si ricava direttamente o per deduzione dal testo biblico.
Un dato di fatto è che quando i Romani il 29 agosto del 70 d.C. entrarono nel Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme, ricostruito da Erode il Grande, non trovarono l'Arca nella cella. (La costruzione del Secondo Tempio iniziò nel 19 a.C. e durò almeno 46 anni Vedi: Giovanni 2,19-21 "Rispose loro Gesù: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". Gli dissero allora i Giudei: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo.")
Portarono a Roma per il trionfo le suppellettili del Tempio, forse l'originale della famosa Menorah, il candelabro a 7 braccia, come si scorge su un bassorilievo dell'arco di Tito a Roma, ma non v'è traccia dell'Arca. (Vedi: "Il calendario a sette braccia e l'attesa del Messia")
L'Arca non esisteva già anche nel Tempio rifondato nel 537 a.C. e ricostruito nel 520-515 a.C. sotto l'alto commissario Zorobabele e il sommo sacerdote Giosuè.
La Bibbia, infatti, a partire dai tempi di Giosia re di Giuda tace circa la presenza dell'Arca; eppure la descrizione d'una intronizzazione in pompa magna dell'Arca non ci sarebbe mancata se l'Arca fosse stata disponibile al momento della ricostruzione del I Tempio.
Non v'è, peraltro, traccia dell'Arca nella descrizione sia degli oggetti asportati al momento della distruzione del Tempio da parte degli Assiri nel 586 a.C., sia tra gli oggetti riconsegnati da Ciro ai reduci nel 538 a.C..
L'Arca pare quindi sparire proprio nel tempo di Giosia.

Il Tempio costruito da Salomone prima del saccheggio degli Assiri aveva già subito perlomeno altre tre depredazioni:

  • Al tempo di Roboamo (931-913 a.C.), figlio di Salomone, quando come riferiscono le Sacre Scritture:
    "Nell'anno quinto del re Roboamo (926 a.C.), il re di Egitto, Sisach, assalì Gerusalemme. Costui depredò i tesori del Tempio e vuotò la reggia dei suoi tesori. Prese anche gli scudi d'oro fatti da Salomone." (1 Re 14,25s; 2 Cronache 12,9s Trattasi del faraone Sisach o Soshenq I - stele a Megiddo; se l'Arca fosse stata sarebbe stata portata a Bubasti);
  • Al tempo di Amazia (796-781 a.C.) re di Giuda, si legge in 2 Cronache 25,21-24 che:
    "...si mosse Ioas re di Israele; si sfidarono a battaglia, lui e Amazia re di Giuda, in Bet-Sèmes che appartiene a Giuda. Giuda fu sconfitto di fronte a Israele e ognuno fuggì nella sua tenda. Ioas re di Israele in Bet-Sèmes fece prigioniero Amazia re di Giuda, figlio di Ioas, figlio di Ioacaz. Condottolo in Gerusalemme, demolì una parte delle mura cittadine, dalla porta di Èfraim fino alla porta dell'Angolo, per quattrocento cubiti. Prese tutto l'oro, l'argento e tutti gli oggetti trovati nel tempio di Dio, che erano affidati a Obed-Èdom, i tesori della reggia e alcuni ostaggi e poi tornò a Samaria."
  • Al tempo del re di Giuda Ioiakim, dopo 12 anni di regno (597 a.C.), Nabucodonosor con un esercito proveniente da Babilonia lo attaccò (2 Re 24,1-7) lo spodestò e "Nabucodònosor portò in Babilonia parte degli oggetti del tempio, che depose in Babilonia nella sua reggia." (2 Cronache 36,7) Al tempo di Giosia, infatti, nella lotta che si profilava tra i due imperi Babilonese ed Egiziano, il regno di Giuda scelse di stare contro l'Egitto. Alla morte di Giosia (609 a.C. per le ferite riportate in battaglia contro il faraone Necao nella valle di Meghiddo) il regno di Giuda fu vassallo d'Egitto e dopo un interregno di tre mesi del figlio Ioacaz, il faraone lo spodestò e mise sul trono a Gerusalemme Eliakim, fratello di Ioacaz e gli cambiò il nome in Ioiakim.
In tutte queste occasioni non è fatta esplicita menzione dell'Arca.
V'è comunque un cenno al Tempio al tempo di Ezechia re di Giuda (715-687 a.C.), quindi successivamente ai primi due saccheggi: "Nel primo anno del suo regno, nel primo mese, aprì le porte del tempio e le restaurò. Fece venire i sacerdoti e i leviti, ai quali, dopo averli radunati nella piazza d'oriente, disse: Ascoltatemi, leviti! Ora purificatevi e poi purificate il Tempio del Signore Dio dei vostri padri, e portate fuori l'impurità dal santuario. I nostri padri sono stati infedeli e hanno commesso ciò che è male agli occhi del Signore nostro Dio, che essi avevano abbandonato, distogliendo lo sguardo dalla dimora del Signore e voltandole le spalle. Han chiuso perfino le porte del vestibolo, spento le lampade, non hanno offerto più incenso né olocausti nel santuario al Dio di Israele." (2 Cronache 29,3-7)
V'è però solo in 2 Cronache al capitolo 35, al tempo di Giosia re di Giuda (640-609 d.C.) il restauratore del culto, un esplicito riferimento all'Arca, infatti, nel 622 d.C., 18° anno del regno (2 Cronache 35,19) fu celebrata solennemente la festa di Pasqua (92 anni dopo quella di Ezechia): "Giosia celebrò in Gerusalemme la Pasqua per il Signore. Gli agnelli pasquali furono immolati il quattordici del primo mese. Il re ristabilì i sacerdoti nei loro uffici e li incoraggiò al servizio del tempio. Egli disse ai leviti che ammaestravano tutto Israele e che si erano consacrati al Signore: Collocate l'Arca Santa nel Tempio costruito da Salomone figlio di Davide, re di Israele; essa non costituirà più un peso per le vostre spalle. Ora servite il Signore vostro Dio e il suo popolo Israele." (2 Cronache 35,1-3)
Questo accenno confermerebbe che l'Arca non fu asportata in occasione dei saccheggi da parte del faraone Soshenq I nel 926 a.C. e del re Ioas al tempo di Emazia.
Si deve arguire che i leviti avevano nascosto l'Arca nei sotterranei del Tempio o l'avevano trasportata a spalla in altro luogo, infatti, "essa non costituirà più un peso per le vostre spalle".

Giosia (richiamato anche nella genealogia di Gesù nel capitolo 1 del Vangelo di Matteo) che succedette agli eretici avi - il padre Amon e il nonno Manasse - intraprese una importante riforma rituale del Tempio e ritrovò un libro della Torah durante i lavori di riparazione dello stesso (2 Re 22) unica copia del libro restato non distrutto dopo gli eccessi antireligiosi di suo padre.
Giosia lesse le ammonizioni di tremende punizioni per chi aveva commesso idolatria e si rivolse alla profetessa Culda (2 Re 22,11-20) che profetizzò la distruzione del Tempio.
Nella tradizione ebraica c'è che, ciò sentito, Giosia, all'avvicinarsi delle ostilità col faraone Nacao, da cui poi fu ucciso in un combattimento a Meghiddo, avrebbe fatto nascondere nuovamente l'Arca.
Questa sarà recuperata da Elia alla venuta del Messia. (Vedi anche Apocalisse)
Ora sulla spianata del Tempio sul luogo del Santo dei Santi c'è la Moschea di Omar con la sua cupola dorata e del Tempio resta solo una porzione del muro occidentale del Tempio di Erode, detto Muro del Pianto "Kotel ha maaravi", ma nello spirito ebraico c'è che là risiede ancora la Shekinah in forza del versetto 2,9 del Cantico dei Cantici, ritenuto profetico, che recita: "Eccolo, egli sta dietro il nostro muro..."
(Secondo il rabbino israeliano Goren: "Basterebbe scavare in corrispondenza della sua antica collocazione - dichiara Goren - ...però adesso in quella zona sorge la spianata delle moschee islamiche di Gerusalemme e le autorità religiose preferiscono evitare qualsiasi scavo archeologico per evitare attriti con i musulmani...")

Nel 587 a.C. le armate caldee di re Nabucodonosor abbatterono il regno di Giudea, distrussero Gerusalemme, e depredando il Tempio, ma anche in questo caso nessun cenno si trova circa l'Arca.
Nell'immaginario ebraico c'è che alla venuta del Messia un ruscello scorrerà sotto il Santo dei Santi e rivelerà tutti i tesori del Tempio. (Vedi anche Apocalisse)

Nel 2° libro dei Maccabei (testo in greco non riconosciuto nel canone biblico ebraico, ma solo in quello cristiano) c'è questa nota che si riferisce a tempi precedenti alla presa di Gerusalemme da parte degli Assiri: "Si trova scritto nei documenti che Geremia...ottenuto un responso, ordinò che lo seguissero con la tenda e l'Arca. Quando giunse presso il monte dove Mosè era salito e aveva contemplato l'eredità di Dio (monte Nebo), Geremia salì e trovò un vano a forma di caverna e là introdusse la tenda, l'arca e l'altare degli incensi e sbarrò l'ingresso. Alcuni del suo seguito tornarono poi per segnare la strada, ma non trovarono più il luogo. Geremia, saputolo, li rimproverò dicendo: Il luogo deve restare ignoto, finché Dio non avrà riunito la totalità del suo popolo e si sarà mostrato propizio. Allora il Signore mostrerà queste cose e si rivelerà la gloria del Signore e la nube, come appariva sopra Mosè, e come avvenne quando Salomone chiese che il luogo fosse solennemente santificato." (2 Maccabei 2,1-8)
Questa nota tardiva non trova conferma con gli scritti pervenuti attribuiti al profeta Geremia ove, peraltro, si legge - parla il Signore con profezia sui tempi futuri, quindi una visione sui tempi del Messia: "Quando poi vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni - dice il Signore - non si parlerà più dell'arca dell'alleanza del Signore; nessuno ci penserà né se ne ricorderà; essa non sarà rimpianta, né rifatta. In quel tempo chiameranno Gerusalemme trono del Signore; tutti i popoli vi si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più la caparbietà del loro cuore malvagio." (Geremia 3,16s)
Questo discorso è introdotto da una premessa che si riferisce esplicitamente al tempo di Giosia: "Il Signore mi disse al tempo del re Giosia..." (Geremia 3,6).
Forse in esilio dopo il sacco di Gerusalemme e la distruzione del Tempio del 587 a.C. pensando al ritorno si parlava di come provvedere senza l'Arca che era sparita, eventualmente anche con una copia.

Di fatto la funzione dell'arca era di Testimoniare la Torah.
Dopo l'esilio di Babilonia questa funzione, indipendentemente dall'esistenza dell'originaria Arca del Patto, era stata egregiamente assolta, in quanto c'era un resto che viveva la Torah.
Era come se l'Arca del Patto si fosse moltiplicata grazie all'istituto della Sinagoga, che ebbe il suo nucleo iniziale in esilio e si affermò poi ai tempi di Esdra e Neemia.
Elemento essenziale delle Sinagoghe, che peraltro erano in ogni villaggio, era l'Arca Santa "'Aron ha Kodesh", ispirata dall'Arca del Patto.
È questo 'Aron un armadio contenente il Sefer Torah e le altre Sacre Scritture, posto orientato verso Gerusalemme, quindi, al luogo originario dell'Arca del Patto.
Tale 'Aron nelle Sinagoghe è nascosta da una tenda in analogia all'Arca del Patto nel Santo dei Santi che era coperta dalla tenda detta "parokhet".
Quando tutti i rotoli della Torah sono portati fuori la tenda lasciata aperta fa scorgere l'interno in cui viene posta una candela accesa a segno della luce che proviene dalla Torah.

C'è anche l'idea che l'Arca si troverebbe, in Etiopia portata da certo Menelik nato dal matrimonio di Salomone con la regina di Saba (Makeda) che avrebbe trafugato con l'aiuto di alcuni ebrei ribelli, idea che contrasta col fatto che nella Bibbia dell'Arca dopo Salomone ai tempi di Giosia se ne parla come ancora disponibile.

Il Terzo Tempio discenderà già fatto dal cielo alla venuta del Messia; questo è quanto pensa l'ebraismo ortodosso sul Tempio.
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