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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LA GLORIOSA EPOPEA D'ISRAELE E IL TRIONFO DI CRISTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

LEGGERE E VEDERE LE SCRITTURE
La tematica di quanto vado a trattare ha necessità di una sintetica introduzione.
Le 22 lettere dell'alfabeto ebraico oltre che essere le consonanti, quindi i mattoni per la formazione dei radicali ebraici di verbi e parole del vocabolario di quella lingua, di fatto hanno un'espressività grafica di vere e proprie icone che esprimono di per sé dei concetti.
Qualora venisse rinvenuto l'esatto significato grafico originario e fossero state a suo tempo, secondo antica convenzione, usate ad hoc mentre venivano impiegate anche nelle parole, lo scritto si potrebbe addirittura vedere, perché sarebbe costituito da una sequenza di immagini che potrebbero trasmettere una informazione ulteriore, ma nascosta ai profani.
Se ciò avesse un minima di ombra di verità gli scritti che potrebbero essere stati dotati anche di una lettura nascosta potrebbero essere quelli della Bibbia canonica ebraica o Tenak.
Queste considerazioni espresse in embrione in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" le ho poi ampliate e sviluppate e verificate nella rubrica "Lettere ebraiche e codice Bibbia".
Tale proprietà consente così che un versetto, con una specifica scelta preventiva dell'uso delle lettere come icone da parte dell'autore dello scritto, può allora avere, oltre alla sua "usuale" lettura nella lingua ebraica o aramaica (hanno stesso alfabeto), anche altra, quale visione d'una strisciata d'immagini, leggibile se si scopre la chiave giusta di questa serratura a 22 combinazioni.
L'idea s'è concretizzata con regole e significati nel metodo che ho definito in "Parlano le lettere", sviluppato poi nei tanti miei articoli inseriti nelle varie rubriche di questo Sito, ove ho verificato che l'idea trova applicazione nei testi biblici in ebraico.
Con molteplici ed esaurienti dimostrazioni, inserite nelle varie suddette rubriche, ho assodato che è conseguibile il poter dedurre testi cristologici di 2° livello dai libri delle Sacre Scritture del Testo Masoretico (T.M.) della Bibbia, redatti cioè con quelle 22 lettere e ritengo così che gli antichi nella produzione e nella lettura dei testi abbiano considerato anche tale possibilità.

C'è una pagina del Vangelo di Luca che considero collegata a questo tema, quella dei "Discepoli di Emmaus", che propongo con alcune considerazioni:

"Ed ecco in quello stesso giorno (Domenica della risurrezione) due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Èmmaus e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro...
Ed egli disse loro: Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui...
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture? E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro...
Mentre parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro...
disse: Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme." (Luca 24,13-47)

Faccio notare che preme a Luca mettere in evidenza come sia fondamentale trovare un modo di leggere e aprire le Sacre Scritture.
"Scrutale" dirà Gesù nel Vangelo di Giovanni (Giovanni 5,39)
Per Gesù, come si evince anche da quel brano di Luca quei libri sacri parlano di Lui stesso e della storia del Messia, in cui si identifica, infatti:
  • Luca 24,25 - Ed egli (Gesù) disse loro: Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!
  • Luca 24,26 - Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?
  • Luca 24,27 - E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
  • Luca 24,33 - ...quando (Gesù) ci spiegava le Scritture?
  • Luca 24,45 (Gesù) Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture.
Tali Scritture, lette però in modo usuale, non paiono così esplicite ed esaurienti, tanto che da molti ebrei della prima ora il cristianesimo fu di fatto considerato come una setta "eretica" dell'ebraismo, in quanto le sue "verità" non parvero a quelli rientrare nella corretta ed usuale interpretazione dei testi sacri.
Le vari profezie che il cristianesimo conclude che in quelle Scritture esistono nei riguardi di Gesù-Messia-Figlio di Dio-il Verbo furono considerate, e di fatto è così anche nell'attuale ebraismo, infatti, una interpretazione non aderente alla volontà implicita nei testi.

Rispetto altre delle correnti ebraiche di allora, come risulta dagli scritti canonici cristiani che riguardano Gesù, i farisei, pur se nei Vangeli sono accusati di "ipocrisia", non avevano una la dottrina troppo lontana sul tema della risurrezione e dell'attesa del Messia dalle posizioni di Gesù, come se avessero l'idea di avvicinarsi a quegli scritti anche con letture meno letterali.

Da quanto evidenziato nel discorso dei "Discepoli di Emmaus" pare quasi che se vi fosse un modo specifico da adottare per leggere quelle Scritture, lo "scrutarle" di Gesù, riferendo al Cristo ogni parola, ed aggiungo, ogni lettera.
"Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza." (Giovanni 5,39)

"Se credeste, infatti, a Mosè, credereste anche a me; perché di me ha scritto... Ma se non credete ai suoi scritti, come potete credere alle mie parole?" (Giovanni 5,46s)

Gesù poi asserisce (Matteo 5,17ss) che non è "venuto per abolire la legge e i profeti... In verità vi dico: finché non sia passato il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di quei precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli." e quale entità minima della lettura, qui viene citata la singola lettera e non la parola, iota o segno, come a dire che nella Torah sono da guardate (anche) le singole lettere (ciò è conforme all'idea che tuttora sussiste nell'ebraismo, che se viene a mancare anche una sola lettera il rotolo è invalido per l'uso liturgico).

Ora, in quel brano di Luca è anche detto da Gesù: "...Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi." (Luca 24,44)

Ed ecco che ci avviciniamo all'argomento specifico.
Seguendo questi pensieri e questa esplicita indicazione attribuita direttamente a Gesù relativa ai Salmi, ho impostato una parte della mia ricerca dei testi biblici di 2° livello proprio nei riguardi del libro dei Salmi o Salterio, scritto in ebraico e detto dei "Tehillim" .
Questo libro costituito da 150 composizioni, completo già ai tempi di Gesù, è libro di preghiere e canti fondamentale sia per l'ebraismo che per il cristianesimo.
I Salmi hanno dato un grande apporto scritturistico nella formazione del cristianesimo, prova ne è che sono molteplici i riferimenti a questi negli scritti del canone biblico cristiano: Vangeli, Atti, Lettere e Apocalisse.
Molti versetti dei Salmi calzano bene con fatti della vita di Gesù e con la sua opera, ma l'ebraismo contesta che quello sia il significato autentico nella mente dei poeti Israeliti.
Ciò pare proprio non essere se si va a guardare a fondo.
Al riguardo propongo quanto nel seguenti miei articoli in in questo Sito, sia sul libro dei Salmi, sia di specifico nei riguardi di come questi rispondono positivamente a quelle parole di Gesù e quindi alla tematica:
Seguendo questo filone d'indagine la mia attenzione s'è soffermata sul Salmo 68 che è un inno di ringraziamento a Dio per la storia che ha portato avanti col popolo d'Israele, un vero e proprio "te Deum" di Israele.
Questo Salmo è considerato altamente profetico per il cristianesimo visti i numerosi commenti dei Padri della Chiesa; perciò ho voluto saggiarlo con lo strumento di cui mi sono dotato e che ritengo essere un ritrovamento.
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