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IMPURITÀ NELL'EBRAISMO
Nell'ebraismo i concetti di purità e impurità - "Taharat" e "Tumah" - sono altra cosa dell'essere buoni o cattivi.
Lo stesso Sommo Sacerdote si doveva purificare per entrare una volta l'anno oltre al velo nel Santo dei Santi e Gesù, ebreo, in modo esplicito precisò: "Nessuno è buono, se non Dio solo." (Marco 10,18)
Una persona in stato di purità, perciò, non è senza peccato, ma semplicemente è in condizioni adatte per avvicinarsi al sacro.
Per far ciò deve aver compiuto atti che dimostrino a sé e agli altri il desiderio di purificarsi per avvicinarvisi.
Per una migliore comprensione di ciò propongo un brano sugli affamati seguaci fuoriusciti di Davide, certamente non stinchi di santi, dediti al brigantaggio, inseguiti da Saul, quando Davide disse al sacerdote Achimelech: "Ora però se hai a disposizione cinque pani, dammeli, o altra cosa che si possa trovare. Il sacerdote rispose a Davide: Non ho sottomano pani comuni, ho solo pani sacri: se i tuoi giovani si sono almeno astenuti dalle donne, potete mangiarne. Rispose Davide al sacerdote: Ma certo! Dalle donne ci siamo astenuti da tre giorni. Come sempre quando mi metto in viaggio, i giovani sono mondi, sebbene si tratti d'un viaggio profano; tanto più oggi essi sono mondi. Il sacerdote gli diede il pane sacro, perché non c'era là altro pane che quello dell'offerta, ritirato dalla presenza del Signore." (1Samuele 21,4-7)
Chi si era purificato, reso mondo, poteva così accedere alle parti consentite e/o del Tempio e avvicinarsi ai riti.
Il termine "Santo" "Kadosh" poi significa "distinto - diverso".
Dio, il Santo, il distinto per antonomasia, chiede al popolo d'Israele di esser "Santo", diverso nel e per il mondo, osservando le sue regole o mizvot per potersi portare in modo adatto nella sfera del diverso: "Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi perché Io Sono Santo." (Levitico 11,44 e simili in 19,2 e 20,7)
Il libro del Levitico, il centrale della Torah, è specialistico su questo tema e propone norme, decreti, comandi di Dio per "distinguere ciò che è santo da ciò che è profano e ciò che è immondo da ciò che è mondo". (Levitico 10,10)



È questo un versetto interessante perché usa quattro volte la preposizione "tra" che propone l'idea di "intelligenza" "binah" su quelle due questioni:

  • Santo, "Qadosh" ;
  • Profano, "hol" .
Il profano ha la stessa radice del verbo "ammalarsi, essere o diventare fiacco, essere o diventare infermo".
È come se nel corpo si nascondesse una potenza che provoca una variazione del normale stato.
Parola opposta è "leha" il vigore.
Il racconto della Genesi dell'albero della conoscenza del bene e del male si propone con tutte le relative implicazioni come se un essere maligno, il serpente , si sia nascosto in qualcosa che la persona ha assunto.
La decriptazione di questo versetto, che si inserisce in una pagina di secondo livello sita in un lungo discorso sui tempi messianici, conferma l'idea.

"Ed il serpente uscirà da dentro che sbarrato era nei cuori opprimendoli . La santità si porterà dentro . Saranno angeli , uscirà l'ammalare () e da dentro sarà l'energia fuori dell'immondo e dentro sarà l'energia a rientrare pura ."

Faccio notare che "immondo" è parola che si spiegherebbe proprio col racconto della caduta di Adamo ed Eva nel capitolo 3 del libro della Genesi; cioè lo spirito inoculato dal serpente "nei cuori vive dall'origine ".
Comporta tra l'altro che tutti saremmo potenzialmente impuri visto che tutti siamo nati da Adamo, concetto chiaramente espresso nel Salmo 143 al versetto 2 "Non chiamare in giudizio il tuo servo: nessun vivente davanti a te è giusto" (Salmo 143,2), pensiero che confermato dalla verità espressa da Gesù con "Nessuno è buono, se non Dio solo." (Marco 10,18)
Qualsiasi eventualità, allora, che faccia trapelare un'inefficienza o carenza passeggera e momentanea è segnale dell'impurità, perché fa uscire dalla normalità, cioè è possibilità d'una invasione più intensa.
La comunità allora si deve difendere, perché teme attacchi incontrollati di poteri che non può dominare da sola e che può dominare solo Dio.
L'individuo è così chiaramente contaminato e può contagiare sicuramente fisicamente e forse anche nello spirito, perché tutto è interconnesso.
Il corpo è, infatti, un tutto unico con lo spirito dell'uomo e con lo stesso spirito che Dio gli ha donato, quindi una carenza corporea è, o ha, od avrà pure un riflesso sullo spirito e viceversa, così un segno esterno può già far trapelare una infezione dello spirito.
L'ammalato poi non è in grado di compiere tutte le mizvot e ciò è prova dello stato di impurità.
Tutto quello che connesso al corpo umano ne lede l'integrità è inadatto e fa entrare in stato di impurita lieve o definitiva.
La donna incinta che partorisce ha contenuto una vita, lei è impura.
Il sangue che esce o è uscito indica un segnale di indebolimento.
I mistici ebraici della cabbalah sostengono che ove si concentra una grande quantità di santità che poi viene a mancare, il vuoto è riempito da impurità.
Ogni indebolimento è segno di impurità.
Il seno della donna ad esempio, già piena di santità del bambino, dopo il parto ha un vuoto, occorre che si purifichi.
Egualmente al momento delle mestruazioni, una vita potenziale muore, c'è una perdita di sangue, è impura.
La perdita di liquidi seminali dai genitali, egualmente segnala una impurità.
La morte, poi, è vista come il massimo dell'impurità.
Anche il sonno popolato dai sogni è occasione di un'invasione ignota e porta ad impedimento provvisorio di operare per santificarsi, quindi ad un vuoto momentaneo di santità.
Per ciò occorre una purificazione mattutina, la "neteilat yadaim" - lavanda delle mani - dal "ruach rà" , vale a dire dallo spirito cattivo o del male.
Questo spirito cattivo, in definitiva, è quello che provoca una disarmonia nell'uomo fino a causarne la morte. Il termine che si trova nella storia di Saul che "veniva atterrito da uno spirito cattivo" (1Samuele 16,14; 16,16; 19,9) lo ritroviamo nel libro degli Atti degli Apostoli: "Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano. Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch'essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica. Facevano questo sette figli di un certo Sceva, un sommo sacerdote giudeo. Ma lo spirito cattivo rispose loro: Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete? E l'uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite. Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e dai Greci che abitavano a Èfeso e tutti furono presi da timore e si magnificava il nome del Signore Gesù." (Atti 19,11-17)
Gesù, infatti, toglie in modo radicale e non formale l'impurità, sana malati, lebbrosi, ciechi dalla nascita, emorroisse, scaccia demoni e risuscita i morti.
Ci siamo così portati a rapidi passi verso il tema della lebbra e dei lebbrosi.
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