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GESÙ E I LEBBROSI
I seguenti organismi: "Department of Family Medicine Faculty for Health Sciences Ben-Gurion University of the Negev", "Laboratory of Parasitology Soroka University Medical Center", "Department of Microbiology and Immunology Faculty for Health Sciences Ben-Gurion University of the Negev a Beer-sheva, Israel" hanno osservato, e riporto la notizia, che:

"Malattie quali la schistosomiasi, la leishmaniosi, la malaria e la pediculosi sono ben note sin dall'antichità. Studiando le definizioni di queste malattie così come compaiono nella storia antica, i medici moderni possono capire in modo più completo la loro origine. Questo lavoro cerca di valutare gli aspetti biblici e storici della lebbra da un punto di vista scientifico. Sono stati studiati tutti i testi biblici e i versetti riferiti alla lebbra. Sono anche stati attentamente valutati altri testi sulla storia della lebbra. Nonostante i dati conflittuali sull'origine della lebbra, il Medio oriente versus l'Estremo Oriente, è più probabile che la lebbra sia originaria dell'India. L'assenza di evidenza scientifica che la lebbra fosse presente nei tempi biblici non significa che essa non esistesse. È più probabile che la biblica Miriam fosse afflitta da scarlattina, che Naaman fosse affetto da psoriasi o scabbia, che Gehazi avesse la scabbia o la leishmaniosi e che Uziah fosse affetto da neurodermatite o psoriasi. Il termine tzara'at in Ebraico non indica esclusivamente la lebbra. È più probabile che malattie diverse da essa siano responsabili dei riferimenti biblici."

In effetti, l'ultimo riferimento biblico dell'A.T. è sul re Ozia lebbroso.
Questi stava in una casa di isolamento, ma non si sa quanto influì la decisione per l'ira dei sacerdoti nell'episodio seguente:

"Ma in seguito a tanta potenza si insuperbì il suo cuore fino a rovinarsi. Difatti si mostrò infedele al Signore suo Dio. Penetrò nel tempio per bruciare incenso sull'altare. Dietro a lui entrò il sacerdote Azaria con ottanta sacerdoti del Signore, uomini virtuosi. Questi si opposero al re Ozia, dicendogli: Non tocca a te, Ozia, offrire l'incenso, ma ai sacerdoti figli di Aronne che sono stati consacrati per offrire l'incenso. Esci dal santuario, perché hai commesso un'infrazione alla legge. Non hai diritto alla gloria che viene dal Signore Dio. Ozia, che teneva in mano il braciere per offrire l'incenso, si adirò. Mentre sfogava la sua collera contro i sacerdoti, gli spuntò la lebbra sulla fronte davanti ai sacerdoti nel tempio presso l'altare dell'incenso. Azaria sommo sacerdote, e tutti i sacerdoti si voltarono verso di lui, che apparve con la lebbra sulla fronte. Lo fecero uscire in fretta di lì; anch'egli si precipitò per uscire, poiché il Signore l'aveva colpito. Il re Ozia rimase lebbroso fino al giorno della morte. Egli abitò in una casa di isolamento, come lebbroso, escluso dal tempio. Suo figlio Iotam dirigeva la reggia e governava il popolo del paese." (2Cronache 26,16-21 e 2Re 15,5)

Sappiamo però che molti erano quelli che erano definiti "lebbrosi" al tempo di Naaman, come asserisce Gesù nel Vangelo di Luca, ma dice ciò per rafforzare il pensiero che i profeti non sono riconosciuti in patria, più che per parlare del fenomeno lebbra: "C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro". (Luca 4,27)
Resta il fatto che dal racconto in 2Re 5 Naaman sembra non avesse una malattia invalidante tale che lo escludesse dai rapporti sociali, perciò si può pensare che, in effetti, non avesse il morbo di Hansen o Hanseniasi.

Ai tempi dei Romani e di Gesù la lebbra, però, c'era in Palestina e l'immaginario religioso collettivo aveva riferito a quel morbo il corpo delle norme del Levitico.

Le seguenti parole si trovano con frequenza nei Vangeli:

  • malato, malati, ammalato, ammalati, malattia per 39 volte;
  • indemoniato o indemoniati per 12 volte;
  • lebbra, lebbroso, lebbrosi per 13 volte.
Nel Vangelo di Matteo Gesù indica agli apostoli cosa debbono fare: "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni." (Matteo 10,8).
Infermità plurime ma con stessa radice.
Debbono cioè guerreggiate col maligno per avvisare che si apre il tempo messianico del suo Regno, infatti:

"Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro? Gesù rispose: Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella". (Matteo 11,2-5)

Un personaggio definito lebbroso nei Vangeli fu Simone, meglio conosciuto come Lazzaro, che morì e fu risuscitato, di cui Gesù frequentava amichevolmente la casa. (Matteo 26,6, Marco 14,3, Giovanni 12,1-8)
Di miracoli di guarigioni vi è poi il caso di un lebbroso narrato dai sinottici Matteo 8,1-4; Marco 1,40-45 e Luca 5,12-16.
Gesù lo tocca e lo risana, ma gli ricorda di seguire le prescrizioni del Levitico.
Clamoroso, narrato nel Vangelo di Luca, è il caso dei 10 lebbrosi:

"Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: Gesù maestro, abbi pietà di noi! Appena li vide, Gesù disse: Andate a presentarvi ai sacerdoti. E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero? E gli disse: Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!" (Luca 17,11-19)

Anche qui Gesù fece applicare le regole del Levitico.

Sta il fatto che sul finire del primo secolo d.C. dopo la distruzione di Gerusalemme da parte di Tito 70 d.C. e la presa di Masada 73-74 d.C. su un altopiano in sinistra del Mar Morto, rifugio degli ultimi Zeloti si realizzò per quella zona quanto profetizzava il libro del Deuteronomio:

"Allora la generazione futura, i vostri figli che sorgeranno dopo di voi e lo straniero che verrà da una terra lontana, quando vedranno i flagelli di quel paese e le malattie che il Signore gli avrà inflitte: tutto il suo suolo sarà zolfo, sale, arsura, non sarà seminato e non germoglierà, né erba di sorta vi crescerà come dopo lo sconvolgimento di Sòdoma, di Gomorra, di Adma e di Zeboim, distrutte dalla sua collera e dal suo furore, diranno, dunque, tutte le nazioni: Perché il Signore ha trattato così questo paese? Perché l'ardore di questa grande collera? E si risponderà: Perché hanno abbandonato l'alleanza del Signore, Dio dei loro padri: l'alleanza che egli aveva stabilita con loro, quando li ha fatti uscire dal paese d'Egitto; perché sono andati a servire altri dèi e si sono prostrati dinanzi a loro: dèi che essi non avevano conosciuti e che egli non aveva dato loro in sorte." (Deuteronomio 29,21-24)
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