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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
GLI ANIMALI, CANTICO PEREQ SHIRAH
E IL PECCATO D'ADAMO

di Alessandro Conti Puorger
 

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SECONDO "DISTINGUO" NEL GENESI TRA ANIMALI E UOMO »
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L'ARABA FENICE E LA MORTE DEGLI ANIMALI »

ANIMALI PARLANTI - NUMERI 22 - DECRIPTAZIONE
Negli scritti della Bibbia ebraica gli unici animali che parlano sono entrambi nella Torah:

  • il serpente, in Genesi 3;
  • l'asina di Balaam, in Numeri 22.
Il primo era la bocca con cui parlava Satana il tentatore, colui che porta divisione per antonomasia e che mise alla prova, per verificare la tempra di Adamo che stava nella cappa di vetro nel giardino dell'Eden, da qui la "beata colpa" che provocò la caduta e fu causa dell'Incarnazione per poter consentire la ripresa della sua crescita.
Al serpente parlò il Signore, maledicendolo.
Anche all'asina parlò un angelo del Signore.
Il popolo d'Israele, uscito dall'Egitto sotto la guida di Mosè, dopo l'episodio delle acque di Meriba, il re di Edom non consentì loro il passaggio (Numeri 20).
Morto Aronne (Numeri 20), vinti a Corma nel Negheb i Cananei, ed aggirato il paese di Canaan, dopo l'episodio del serpente di rame (Numeri 21) Israele si accampò nelle steppe di Moab nei pressi di Gerico, ma oltre il Giordano sotto le pendici del monte Nebo.
Il re di Moab Balak ebbe paura di quel popolo e mandò a chiamare un indovino che abitava a Petor sull'Eufrate, che però non si sa come e perché credeva in Iahwèh (Numeri 22,18) per maledire quel popolo convinto che se fosse stato maledetto l'avrebbe potuto vincere.
L'indovino era Balaam, figlio di Beor.
Nella tradizione ebraica si dice che fosse nipote di Labano e che fu grande profeta medianità, come fu Mosè per gli Israeliti.
Dice un midrash di Balaam, Giobbe e Jetro, poi suocero di Mosè, essere stati consiglieri del faraone quando decise di far morire nel Nilo i neonati maschi degli ebrei, Jetro si oppose e lasciò l'Egitto, Giobbe stette muto, ma Baalam fu favorevole.
Riporto integralmente il racconto di Numeri 22 nel testo C.E.I. è il seguente:

Numeri 22,1 - Poi gli Israeliti partirono e si accamparono nelle steppe di Moab, oltre il Giordano verso Gèrico.

Numeri 22,2 - Or Balak, figlio di Zippor, vide quanto Israele aveva fatto agli Amorrei

Numeri 22,3 - e Moab ebbe grande paura di questo popolo, che era così numeroso; Moab fu preso da spavento di fronte agli Israeliti.

Numeri 22,4 - Quindi Moab disse agli anziani di Madian: Ora questa moltitudine divorerà quanto è intorno a noi, come il bue divora l'erba dei campi. Balak, figlio di Zippor, era in quel tempo re di Moab.

Numeri 22,5 - Egli mandò messaggeri a Balaam, figlio di Beor, a Petor che sta sul fiume, nel paese dei figli di Amau, per chiamarlo e dirgli: Ecco un popolo è uscito dall'Egitto; ricopre la terra e si è stabilito di fronte a me;

Numeri 22,6 - ora dunque, vieni e maledicimi questo popolo; poiché è troppo potente per me; forse così riusciremo a sconfiggerlo e potrò scacciarlo dal paese; so infatti che chi tu benedici è benedetto e chi tu maledici è maledetto.

Numeri 22,7 - Gli anziani di Moab e gli anziani di Madian partirono portando in mano il salario dell'indovino; arrivati da Balaam, gli riferirono le parole di Balak.

Numeri 22,8 - Balaam disse loro: Alloggiate qui stanotte e vi darò la risposta secondo quanto mi dirà il Signore. I capi di Moab si fermarono da Balaam.

Numeri 22,9 - Ora Dio venne a Balaam e gli disse: Chi sono questi uomini che stanno da te?

Numeri 22,10 - Balaam rispose a Dio: Balak, figlio di Zippor, re di Moab, mi ha mandato a dire:

Numeri 22,11 - Ecco, il popolo che è uscito dall'Egitto, ricopre la terra; ora vieni a maledirmelo; forse riuscirò così a batterlo e potrò scacciarlo.

Numeri 22,12 - Dio disse a Balaam: Tu non andrai con loro, non maledirai quel popolo, perché esso è benedetto.

Numeri 22,13 - Balaam si alzò la mattina e disse ai capi di Balak: Andatevene al vostro paese, perché il Signore si è rifiutato di lasciarmi venire con voi.

Numeri 22,14 - I capi di Moab si alzarono, tornarono da Balak e dissero: Balaam si è rifiutato di venire con noi.

Numeri 22,15 - Allora Balak mandò di nuovo i capi, in maggior numero e più influenti di quelli di prima.

Numeri 22,16 - Vennero da Balaam e gli dissero: Così dice Balak, figlio di Zippor: Nulla ti trattenga dal venire da me;

Numeri 22,17 - perché io ti colmerò di onori e farò quanto mi dirai; vieni dunque e maledicimi questo popolo".

Numeri 22,18 - Ma Balaam rispose e disse ai ministri di Balak: Quand'anche Balak mi desse la sua casa piena d'argento e oro, non potrei trasgredire l'ordine del Signore, mio Dio, per fare cosa piccola o grande.

Numeri 22,19 - Nondimeno, trattenetevi qui anche voi stanotte, perché io sappia ciò che il Signore mi dirà ancora.

Numeri 22,20 - Dio venne la notte a Balaam e gli disse: Se quegli uomini sono venuti a chiamarti, alzati e va' con loro; ma farai ciò che io ti dirò.

Numeri 22,21 - Balaam quindi si alzò la mattina, sellò l'asina e se ne andò con i capi di Moab.

Numeri 22,22 - Ma l'ira di Dio si accese perché egli era andato; l'angelo del Signore si pose sulla strada per ostacolarlo. Egli cavalcava l'asina e aveva con sé due servitori.

Numeri 22,23 - L'asina, vedendo l'angelo del Signore che stava sulla strada con la spada sguainata in mano, deviò dalla strada e cominciò ad andare per i campi. Balaam percosse l'asina per rimetterla sulla strada.

Numeri 22,24 - Allora l'angelo del Signore si fermò in un sentiero infossato tra le vigne, che aveva un muro di qua e un muro di là.

Numeri 22,25 - L'asina vide l'angelo del Signore, si serrò al muro e strinse il piede di Balaam contro il muro e Balaam la percosse di nuovo.

Numeri 22,26 - L'angelo del Signore passò di nuovo più avanti e si fermò in un luogo stretto, tanto stretto che non vi era modo di ritirarsi né a destra, né a sinistra.

Numeri 22,27 - L'asina vide l'angelo del Signore e si accovacciò sotto Balaam; l'ira di Balaam si accese ed egli percosse l'asina con il bastone.

Numeri 22,28 - Allora il Signore aprì la bocca all'asina ed essa disse a Balaam: Che ti ho fatto perché tu mi percuota già per la terza volta?

Numeri 22,29 - Balaam rispose all'asina: Perché ti sei beffata di me! Se avessi una spada in mano, ti ammazzerei subito.

Numeri 22,30 - L'asina disse a Balaam: Non sono io la tua asina sulla quale hai sempre cavalcato fino ad oggi? Sono forse abituata ad agire così? Ed egli rispose: No.

Numeri 22,31 - Allora il Signore aprì gli occhi a Balaam ed egli vide l'angelo del Signore, che stava sulla strada con la spada sguainata. Balaam si inginocchiò e si prostrò con la faccia a terra.

Numeri 22,32 - L'angelo del Signore gli disse: Perché hai percosso la tua asina già tre volte? Ecco io sono uscito a ostacolarti il cammino, perché il cammino davanti a me va in precipizio.

Numeri 22,33 - Tre volte l'asina mi ha visto ed è uscita di strada davanti a me; se non fosse uscita di strada davanti a me, certo io avrei già ucciso te e lasciato in vita lei.

Numeri 22,34 - Allora Balaam disse all'angelo del Signore: "Io ho peccato, perché non sapevo che tu ti fossi posto contro di me sul cammino; ora se questo ti dispiace, io tornerò indietro.

Numeri 22,35 - L'angelo del Signore disse a Balaam: Và pure con quegli uomini; ma dirai soltanto quello che io ti dirò. Balaam andò con i capi di Balak.

Numeri 22,36 - Quando Balak udì che Balaam arrivava, gli andò incontro a Ir-Moab che è sul confine dell'Arnon, all'estremità del confine.

Numeri 22,37 - Balak disse a Balaam: Non ti avevo forse mandato a chiamare con insistenza? Perché non sei venuto da me? Non sono forse in grado di farti onore?

Numeri 22,38 - Balaam rispose a Balak: Ecco, sono venuto da te; ma ora posso forse dire qualsiasi cosa? La parola che Dio mi metterà in bocca, quella dirò.

Numeri 22,39 - Balaam andò con Balak e giunsero a Kiriat-Cusot.

Numeri 22,40 - Balak immolò bestiame grosso e minuto e mandò parte della carne a Balaam e ai capi che erano con lui.

Numeri 22,41 - La mattina Balak prese Balaam e lo fece salire a Bamot-Baal, da dove si vedeva un'estremità dell'accampamento del popolo."

Appena Balaam con l'asina si avvicina al territorio di Moab alla piana del Giordano si presenta l'angelo del Signore con la spada sguainata in mano e "L'asina, vedendo l'angelo del Signore che stava sulla strada con la spada sguainata in mano, deviò dalla strada e cominciò ad andare per i campi. Balaam percosse l'asina per rimetterla sulla strada." (Numeri 22,23)
Il racconto ci dice che l'asina ascolta e comprende il Signore e parla a Balaam.
Balaam, il più grande degli indovini dei popoli stranieri, in definitiva ne sa meno di un asino; questa pare essere l'insegnamento che se ne deduce.
Il racconto però comporta anche un'altra nozione.
Gli animali sono in grado di parlare col Signore.
Il Signore non è in lite con gli animali tanto che al versetto 33 dice "Tre volte l'asina mi ha visto ed è uscita di strada davanti a me; se non fosse uscita di strada davanti a me, certo io avrei già ucciso te e lasciato in vita lei."
Nel caso specifico si può dedurre, e forse volutamente è per estrapolare:
  • ci fu un tempo in cui gli uomini s'intendevano con gli animali, ma ciò non è più;
  • l'animale è più amico dell'uomo di quanto l'uomo dell'animale;
  • l'animale sente con maggiore spontaneità dell'uomo il proprio Creatore.
Solo se ci si riavvicina alla condizione originaria del giardino dell'Eden tale situazione ritorneranno allo stato primigenio e ciò accadrà ai tempi del Messia.
Evidentemente Balaam sull'asina era arrivato ai confini della località ove l'autore del libro della Genesi aveva in mente vi fosse il Giardino dell'Eden da cui a Adamo ed Eva erano stati cacciati.
Al versetto 24 c'è, infatti, un riferimento al giardino, quando si parla di vigne: "Allora l'angelo del Signore si fermò in un sentiero infossato tra le vigne, che aveva un muro di qua e un muro di là" e quei muri indicano l'impedimento ad entrarvi.
Ora quando si chiuse il paradiso terrestre per l'uomo è detto "Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita." (Genesi 3,24)
La piana del Giordano trasformata in parte nel Mar Morto secondo il racconto di Sodoma e Gomorra in Genesi 19 è per l'autore il luogo di quel Paradiso.
Si conferma quanto in "I cherubini alla porta dell'Eden" e in "Il giardino dell'Eden".
Una stessa situazione in quella zona si presenterà alcuni anni dopo a Giosuè "Mentre Giosuè era presso Gèrico, alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: Tu sei per noi o per i nostri avversari? Rispose: No, io sono il capo dell'esercito del Signore." (Giosuè 5,13)
Nell'immaginario ebraico perciò gli animali nell'Eden parlavano tra loro, con il Signore e con l'uomo.
Ecco perché Salomone, il sapiente per antonomasia, che all'inizio del suo regno aveva appunto chiesto in dono al Signore (1 Re 3) la saggezza per governare, si dice conoscesse la lingua di tutti gli animali.
Alcuni rabbini medievali consideravano quel asino parlante come un sogno o una visione.
Il folklore ebraico considera quel asino lo stesso che portò la legna per il sacrificio d'Isacco e che porterà il Messia; infatti, la parola "'aton" ricorda il dio sole Aton di Achenaton e quindi il Messia cavalcherà le potenze dell'Universo.
Con i significati dei segni delle lettere la parola , con sottinteso il Messia, suggerisce "verrà () portandosi con gli angeli ".
Nel Talmud è detto che chi sogna un asino può aspettarsi la salvezza.

Col mio metodo di decriptazione in "Parlano le lettere", conseguente alle ricerche basate sulle considerazioni a cui rinvio in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" e in "I primi vagiti delle lettere ebraiche nella Bibbia", ho provato a verificare cosa può nascondere il nome dell'indovino era Balaam, figlio di Beor, a Petor.


"Dalla rovina che nei viventi abita con l'energia dentro del peccare () guarirà () la Torah

Ho provato poi a decriptare il versetto Numeri 22,23 di cui riporto il testo in ebraico ed il risultato giustificato.





"E per il Crocifisso un corpo/popolo iniziò nel mondo , venne () portato dagli apostoli che vennero () da ambasciatori del Signore inviati giù da casa dentro per aiutare . Nel corpo la rettitudine recano , assemblee a crescere () portano , il fuoco del Potente recano col soffio , dentro la forza dell'essere impuro () recano alla fine nei cuori , fuori viene () portata l'energia dai viventi dell'angelo , entra per l'aiuto nel corpo la rettitudine portata ai viventi , la potenza spenge () il demonio nel mondo ed è con la rettitudine la rovina dalla Madre a venirgli . Per l'Unigenito Crocifisso che portano gli apostoli il serpente esce dai cuori , del Crocifisso nel mondo entra nelle generazioni a rettitudine ."

Ho così provveduto alla decriptazione dei 41 versetti dell'intero capitolo 22 del libro dei Numeri che propongo tutta di seguito.
Si tratta di una pagina profetica sul Messia.

Numeri 22,1 - E fu pienamente alla vista a portarsi il Figlio che fu in Israele a recarsi e fu la grazia portata in una casa dagli Ebrei. E la purezza portò del Padre in seno dentro al corpo. Che il Potente era nel corpo per aiutare gli angeli lanciarono l'annuncio.

Numeri 22,2 - E fu nel corpo il Padre dal serpente a versare il figlio, giù il Verbo portò in vista il segno della rettitudine col rifiuto per bruciare il male alla luce del mondo uscì nell'esistenza per liberare dalla maledizione del serpente che dalle origini nei viventi nei corpi sta.

Numeri 22,3 - E fu nel corpo dai viventi portato dal Padre da Madre il Verbo. Inviato fu al mondo. In azione in un vivente a vivere per aiutare con la rettitudine fu. In un corpo dentro Lui la recò e fu a versarla giù in un vivente. Si portò l'Unigenito, dentro in persona fu il Figlio a stare in Israele.

Numeri 22,4 - E fu l'Unigenito per l'amarezza dei viventi portato dal Padre, Dio nei ceppi inviato fu in vita. Per punire nel tempo nel mondo fu il serpente, chiusa la rettitudine portò per abbattere dal mondo il serpente. Dell'Unico la perfezione in pienezza dentro fu in una casa, la fine è all'angelo a recare, della rettitudine il vigore lo spegnerà. Un fuoco portò nel corpo, venne a lanciarlo per abbattere dal mondo il demonio che con la perversità che consuma abbatterà. Dentro per l'angelo scenderà la sorte, con un vivente in cammino al serpente in vita la portò il Padre. Dentro al tempo entrò, nel mondo si portò l'Unigenito.

Numeri 22,5 - E fu mandato da messaggero, fu a vivere Dio a casa del serpente, in vista dei viventi in un figlio dentro la pelle. Il Verbo completamente si portò nel corpo nel mondo, da una donna dal corpo la maledizione uscì per l'angelo partorita, dell'Unico nel corpo scese il Figlio per spazzarlo per reciderlo. All'incontro col serpente si recò, il rifiuto per essere ribelle gli inviò, uscì in azione, dalla Madre spuntò in vita, nell'angustia fu a vivere. Uscì dagli angeli, uscì dal trono, venne a vedere l'opprimere in terra e nel mondo si portò in un uomo, ad abitare in un vivente la Parola fu.

Numeri 22,6 - E nel tempo entrò in cammino nel mondo l'energia dell'Unico. Con l'Unigenito in un corpo entrò, dal serpente fu a venire. Alla vista dei viventi uscì con questi nel mondo la rettitudine. Per consigliare nell'esistenza i viventi al mondo si portò. L'Unigenito visse in un vivente. I lamenti col corpo fu dell'Unico a recare così al serpente. Per ucciderlo a casa si portò. E l'Unico il germoglio ad abitare tra i viventi inviò nel mondo. In terra la rettitudine fu nell'esistenza. Per aiutare nel tempo fu. Venne da donna nel corpo finalmente il Benedetto per i viventi la benedizione reca con la felicità, in una bella forma fu a portarsi l'Unigenito nel corpo.

Numeri 22,7 - E sarà il serpente arso da Questi che versò l'energia ad esistere in un vivente. Per il Padre si porta a colpirlo, per abbattere l'angelo è con un vivente il giudizio a recargli. Riversò la pienezza della vita ad esistere in un vivente, dentro fu nel sangue a portarla e dentro desidera Dio la rovina nella vita a portargli. E fu per aiutare dentro il corpo a portare Dio la forza, recò per batterlo la purità che gli sarà da devastazione.

Numeri 22,8 - E fu l'Unigenito dei viventi alla vista, la maledizione fu ad uscire a vivere dal serpente, fu dagli angeli a portarsi il Verbo fuori. Uscì di notte, nel mondo si portò in campo, di sabato fu a venire la rettitudine in un vestito. La benedizione da Donna dal corpo fu per aiutare. Il cibo recò al mondo di Dio. Fu portata la forza per bruciare la vergogna dai corpi che c'è nei viventi, che recò alle origini dentro in azione nei viventi la distruzione della vita.

Numeri 22,9 - E fu ad abitare in un primogenito Dio nel mondo, fu dalla Madre la maledizione dentro per il serpente in azione da un vivente portata e fu il primo da cui l'essere ribelle dalla vita fu fuori. Un uomo fu dalla Madre al mondo, di Dio uscì alla vista dei viventi la rettitudine.

Numeri 22,10 - E fu alle origini a vivere nei corpi dentro il serpente. Agì nei viventi la il maledetto da Dio uscito. Fu per i viventi una desolazione. Dentro dell'angelo (ribelle) scese il soffio, un verme il serpente così nei viventi portò che iniziò dentro a bruciare il vigore di Dio che c'era.

Numeri 22,11 - Entrato l'angelo nel mondo, entrò per l'agire nei viventi del mondo a spuntare nella vita l'angustia. Fu nei viventi a recare la forza che la rettitudine piena delle origini sviò, l'opprimere in terra del tempo entrò, la potenza spense, un lupanare il mondo per il serpente fu a venire. E nel corpo fu l'Unigenito per riportare perfetto il mondo, il pane dentro recò. E il germoglio alla fine fu a recare.

Numeri 22,12 - E fu con l'Unigenito a vivere nel corpo Dio nel mondo. Rifù in un vivente delle origini nel cuore la potenza che agiva. In un vivente il rifiuto completo per il serpente così agì, in un vivente rientrò la pienezza. In croce l'Unigenito si vide, dal crocifisso uscì alla vista dalla piaga una forza, da dentro al corpo recò la rettitudine al mondo che portò alle origini.

Numeri 22,13 - E si rialzò, a casa potente lo rividero vivo. Dentro un mattino a riportarsi fu nell'Unigenito la vita nel corpo, da Dio risorto il corpo fu, dentro la potenza si rovesciò che in cammino lo riportò. La maledizione dell'Unico dal corpo scese con la rettitudine dalla piaga fu ai viventi dall'Unigenito inviata. Il Signore dal serpente in croce crocifisso fu per i potenti del mondo, guizzò la rettitudine alla vista dalla piaga con la Madre.

Numeri 22,14 - E fu la risurrezione a riportare risorto il corpo, gli fu la vita riportata dal Padre, e fu dentro all'Unigenito riportata di Dio dentro la potenza in cui confidava che c'era alle origini. La vita nel corpo si riportò. Vivo l'Unigenito gli apostoli a casa potente rividero con la Madre, uscì la potenza della rettitudine in azione. Ai viventi gli apostoli la portarono.

Numeri 22,15 - E fu i fori il Verbo alla vista portare delle mani. In casa potente versò il Risorto il vigore che ad accendere un corpo. Sarà di viventi una le moltitudini a starvi per la Madre che li porterà. E gli apostoli con la rettitudine dentro ad aiutare saranno la Madre da cui in vita Dio uscì.

Numeri 22,16 - E sarà dentro delle origini a riportare di Dio dentro la potenza tra i popoli e sarà per l'Unigenito a vivere un corpo affinché il serpente sia portato a spengere. Originerà la Madre una moltitudine, al Potente versò figli, giù il soffio portano nel corpo di Dio gli apostoli. Vennero numerosi i popoli ad entrare nel cammino che di Dio esiste.

Numeri 22,17 - Così furono a spengere con l'aiuto della originaria rettitudine da sola, anelata dall'Unigenito, l'essere impuro. Dalla prigione liberarono tutti. L'originaria amarezza originata dal serpente fu ad iniziare per l'operare a portarsi dal cammino fuori. Per gli apostoli iniziò dentro la Chiesa/convocazione e vennero i popoli del mondo per questi ad entrarvi.

Numeri 22,18 - E fu in azione all'angelo la rovina dalla Madre portata che a portare fu ad iniziare di viventi un corpo che Dio serve da cui è dentro la potenza a versare l'Unigenito. Per la Madre sarà per il drago la potenza ad essere di devastazione, ai viventi la potenza delle origini dentro sarà completamente riportata con la rettitudine che il distruggere porterà a questi, gli uscirà a casa il rifiuto dall'Unico recatogli. Della perfezione dell'aldilà viene il soffio a riesistere, del Signore la maledizione è per il serpente all'opera, il Crocefisso la versò dal cuore con gli apostoli che uscirono col desiderare che dal cammino l'essere impuro del serpente uscisse.

Numeri 22,19 - E rividero il Crocifisso rientrare risorto, a casa lo riportò dagli apostoli il Padre, questi riuscì in cammino vivo, venne dalla Madre ad entrare di notte. Da Lui la conoscenza uscì che vivo al mondo ristava con i fori. Con la bocca il Signore parlò, videro che vivo era.

Numeri 22,20 - E fu a casa l'Unigenito. Di Dio gli rientrò la forza della vita. Riiniziò nel cuore la potenza, alla vista della Madre di notte entrò e fu a dirle che l'accompagnava. L'Unigenito alla Madre la potenza versò per un corpo iniziare in cammino, da casa desiderò uscisse per incontrare con i doni i viventi. Del Risorto la potenza della rettitudine venne la Madre a recare ed iniziò così dell'Unigenito Crocifisso ad uscire con le parole, iniziò della risurrezione dei corpi per la prima volta a parlare: Dio era l'afflitto in croce portato e dalla croce si vide risorto nel mondo.

Numeri 22,21 - A casa la potenza per agire alla Madre dentro ad abitare versò, nel corpo le portò ad esistere racchiusa dentro, la risurrezione dell'Unigenito dalla croce venne con gli apostoli a recare. E fu in cammino ad agire la Madre che la risurrezione dei corpi fu ai viventi a recare, iniziò dentro a portarli a rialzare.

Numeri 22,22 - E fu nelle assemblee del corpo dell'Unigenito il soffio di Dio ad entrare con forza per la Madre con la rettitudine. Il Signore dal cammino la perversità desidera sia finita, la forza giù dentro i viventi del rifiuto al con la rettitudine fu al mondo a recare, entrò da sola per fiaccare il serpente bruciando nei cuori l'energia potente che aveva portato della perversità. Iniziò il corpo a spengerla con l'azione potente che venne dagli apostoli portata e sorsero figli con l'agire nel corpo furono condotti, i popoli portarono.

Numeri 22,23 - E per il Crocifisso un corpo/popolo iniziò nel mondo, venne portato dagli apostoli che vennero da ambasciatori del Signore inviati giù da casa dentro per aiutare. Nel corpo la rettitudine recano, assemblee a crescere portano, il fuoco del Potente recano col soffio, dentro la forza dell'essere impuro recano alla fine nei cuori, fuori viene portata l'energia dai viventi dell'angelo, entra per l'aiuto nel corpo la rettitudine portata ai viventi, la potenza spenge il demonio nel mondo ed è con la rettitudine la rovina dalla Madre a venirgli. Per l'Unigenito Crocifisso che portano gli apostoli il serpente esce dai cuori, del Crocifisso nel mondo entra nelle generazioni la rettitudine.

Numeri 22,24 - E sarà in azione nei viventi nel sangue la potenza delle origini per la rettitudine del Signore che dentro libera dal peccare che per il serpente entrò. La rettitudine nel corpo in vita è per la Madre, nel cammino nelle generazioni dei viventi da Questa entra e nel cammino l'aiuto il verme colpisce entrando.

Numeri 22,25 - E completo il corpo dell'Unigenito uscirà, verrà portata dagli apostoli l'originaria purezza, il rifiuto così fu per la perversità portato completamente, il vigore giù di Dio entrerà, a versarsi sarà nel corpo. E sarà a strappar via il serpente fuori la rettitudine del Crocifisso entrata.

Numeri 22,26 - E fu a recare per strappar via dai viventi il serpente l'originaria rettitudine il Signore, in azione dentro la portò in un corpo, fu per i popoli aiutare dentro i viventi. Dal Risorto scese il corpo di una donna alla vista che sarà l'impurità nei corpi di tutti dell'angelo a portare alla fine, dal cuore la portò il Crocifisso, dalla destra la portò, sorse con l'acqua un corpo.

Numeri 22,27 - E dal Crocifisso un corpo iniziò ad uscire, venne portato dagli apostoli, verrà la pienezza della rettitudine del Signore portata a tutte le moltitudini, giù sotto nella casa del serpente per l'agire della Madre viene portata la forza nelle assemblee del corpo/Chiesa dell'Unigenito il soffio che la rovina nei viventi (al serpente) reca. Sono retti a venire, inizia la fine a portarsi per l'angelo, dentro i viventi si ne abbatte la potenza.

Numeri 22,28 - E fu a liberare dalla forza della perversità delle origini il Crocifisso con il soffio che fu ad uscire, venne portato dagli apostoli. E dalla croce iniziò per l'essere ribelle una potente rovina per la Madre che con l'acqua uscì in azione ponendosi a stare in cammino, la rettitudine fu ad uscire, bruciature per il drago saranno per Questa ad uscire per il fuoco potente che con la risurrezione dei corpi a rivelare fu ai viventi.

Numeri 22,29 - Ed inizierà a vivere un corpo dentro cui la potenza agisce in pienezza del Crocifisso che porta per uccidere la forza nel mondo alla fine il maledetto serpente. Il Crocifisso dentro è ad accompagnarli con la forza della risurrezione, nelle assemblee le moltitudini dentro è ad aiutare, è così la (sua) forza nel tempo entra nel corpo, nel cammino tutti saranno retti.

Numeri 22,30 - E per il Crocifisso l'originaria amarezza uscirà, verrà riportata dagli apostoli delle origini nei cuori la potenza in azione, i viventi del mondo accompagnano l'Unigenito ad incontrare, la rettitudine è riiniziata, il drago affliggono, illuminano le menti/teste, fiaccano dentro con l'azione il serpente, è nei viventi il peccare sbarrato dalla rettitudine. Una comunità è portata dalla Madre nel mondo, questa esce apertamente fuori nella tana dell'angelo, uscirà per la pienezza della rettitudine degli apostoli, che per il Crocifisso sono potenti nell'operare portato a finire nel cammino. Con la rettitudine alla perversità sarà detto 'no'.

Numeri 22,31 - E sarà nel cammino la potenza del Signore a rivenire, si vedrà essere il frutto del Potente alla vista dalla Madre portato, sarà nel corpo dell'Unigenito a venire la pienezza. La rettitudine del Signore per gli apostoli giù dentro abita nelle generazioni, per il vigore la vergogna del serpente col soffio esce da dentro, è l'essere impuro portato ad ardere. Ed è con la risurrezione del Crocifisso che annunciano, per il serpente l'ira (del Signore) ad essere portata.

Numeri 22,32 - E fu alle origini per l'essere ribelle la maledizione ad essere portata, il rifiuto alla rettitudine fu con la perversità ad agire con potenza nei viventi entrando nel mondo, per la rettitudine fu la fine, venne l'Unigenito alla fine per ucciderlo. Questi uscì nel terzo (giorno dopo la creazione dell'uomo) con un corpo, a rivelarsi fu ai viventi del mondo. L'energia rientrò di 'Io sono' nell'esistenza, giù l'Unigenito crocifisso fu dai Potenti per satana, così fu all'esistenza un corpo dal cuore ad uscirgli, aiuterà il corpo con la rettitudine, del serpente l'impurità sbarrata sarà.

Numeri 22,33 - Ed il Crocifisso per un corpo iniziare l'energia fu ad uscire, vennero portati gli apostoli, li portò il Crocifisso dal cuore. Il potente soffio agli apostoli fu da Questi ad uscire, il terzo (giorno) col corpo a rivelarsi fu vivo, l'Unigenito portò del Potente la forza agli apostoli, dal cuore segnato uscì della vita il soffio, inviata fu la rettitudine a stare nel tempo del mondo. In cammino dalla Madre venne la rettitudine nel mondo, fuori un corpo tra gli stranieri fu a portare per l'Unigenito recandosi ai confini del mondo, uscì la vita che c'era nel Crocifisso nell'esistenza.

Numeri 22,34 - E fu l'Unigenito dai morti a casa potente visto vivo, Dio in pienezza per rettitudine era, al mondo si riportò, uscì dalla tomba, nel cuore gli rivenne la forza per la rettitudine che c'era, al serpente la calamità nel tempo fu a portargli, fu dall'Unigenito a vivere un corpo che dentro la potenza agiva della vita di Dio. Di ambasciatori del Signore iniziò a vivere un corpo, si vide dentro in azione, furono l'angelo con forza ad affliggere con la risurrezione a recargli lo spavento furono.

Numeri 22,35 - E fu ad iniziare a vivere un corpo di angeli/annunciatori del Signore che iniziarono con potenza a casa del serpente tra i popoli in cammino ad agire. Dalla Madre uomini furono alla vita portati per l'Unico, il soffio pieno venne con la parola dell'Unigenito risorto, un corpo con l'Unigenito che aiutava creò, il serpente fu ad affliggere, del Crocifisso portò a tutti la parola e fu per il serpente con la rettitudine una rovina. La Madre tra i popoli con la risurrezione dei corpi fu dentro il serpente ad abbattere.

Numeri 22,36 - E sarà la risurrezione tra i viventi ad agire nella casa del serpente abbattendolo con la rettitudine che è dentro ad iniziare, dentro del Potente in azione la Madre porta ad esistere giù la maledizione riversandola col corpo che viene a portare per Dio nelle città. Di viventi porta al Padre la donna un corpo, innalza al superbo il rifiuto, il corpo inviato dalla donna nelle moltitudini lo rovescia, su esce fuori nel cammino il frutto.

Numeri 22,37 - E fu ad iniziare a vivere un corpo a casa del serpente che la voce del Padre potente sentiva. Ai viventi esce del Potente dalla donna il vigore, la risurrezione il serpente strappa via dall'esistenza, Dio sono tutti ad incontrare in cammino perché la potenza dell'Unigenito entra nei cuori di tutti. In Dio è ad uscire la fede in pienezza col desiderare in tutti della rettitudine per acquistar gloria.

Numeri 22,38 - E fu ad iniziare per l'essere ribelle la rovina, per la Madre di Dio la devastazione uscirà dell'angelo dal mondo, dentro riverrà la forza di Dio nell'esistenza. La rettitudine nel tempo del mondo ad entrare fu nella prigione a portare la rettitudine per la rinascita dentro al corpo dei viventi, dell'Unigenito porta la vita ad entrare, esce la parola dell'Unigenito risorto che nel corpo rifù. Dono la Madre di Dio al mondo è per i viventi, dentro la bocca fu a venire, porta dell'Unigenito le parole.

Numeri 22,39 - E fu il Potente così la rovina con la Madre tra i popoli dentro la casa del serpente a versare. E fu dentro l'Unigenito a recare; nelle città indica nelle assemblee i precetti del Crocifisso.

Numeri 22,40 - A casa del serpente versò dentro per abbatterlo un corpo e su per l'Unigenito gli apostoli lo portarono con la forza della risurrezione che il vigore nei cuori del serpente con l'agire recide. Liberati sono dalla Madre dell'Unigenito, la risurrezione alla vista reca, portata è questa dentro le assemblee.

Numeri 22,41 - E sarà al mondo a ristare dentro un mattino, e rovesciate saranno le tombe, dentro la potenza rovescerà l'Unigenito in terra lo vedranno i viventi, si porterà per aiutare, fuori li porterà da dentro la morte. Da dentro a rialzarsi portati saranno con i corpi di prima i viventi risorti, dalla putredine su usciranno nel mondo i popoli.
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