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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...
GLI ANIMALI, CANTICO PEREQ SHIRAH E IL PECCATO D'ADAMO
di Alessandro Conti Puorger
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UOMINI E ANIMALI »
PRIMO "DISTINGUO" NEL GENESI TRA ANIMALI E UOMO »
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L'ARABA FENICE E LA MORTE DEGLI ANIMALI »
ANIMALI PARLANTI - NUMERI 22 - DECRIPTAZIONE »
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PENSIERI
In definitiva nel Pereq Sirah c'è lo spirito che in embrione si trova nel libro del profeta Daniele nel brano deuterocanonico della Bibbia in greco del "Cantico delle Creature" ove anche gli animali sono chiamati a lodare il Signore:
"Benedite, mostri marini e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli." (Daniele 3,79-81)
Questo è da ritenere l'embrione dell'idea del Pereq Sirah.
Ho notato che nel Pereq Sirah mancano riferimenti alle bestie del deserto come struzzi e sciacalli.
Questi si trovano spesso assieme come in Giobbe 30,29; Isaia 13,21.22; 34,13; 43,20; Geremia 50,39; Lamentazioni 4,3 e Michea 1,8.
Anche questi animali glorificheranno il Signore come precisa il profeta Isaia "Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi." (Isaia 43,20-21)
Il dire bestie selvatiche
"hashshadoeh" porta a pensare ad uno stato di soggezione al demonio
;
questi perciò sono animali come soggetti a schiavitù e non sono in grado di poter esprimere libere lodi al Signore; quindi non sono nel Pereq Sirah.
Ciò si verificherà nei tempi Messianici in cui saranno liberati.
Un cenno agli animali che pregano si trova anche nel trattato "Orazione" di Tertulliano sacerdote Cartagine II secolo d.C. "Animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l'aria di grida nel modo che a loro è proprio. Anche gli uccelli quando si destano, si levano verso il cielo, e al posto delle mani aprono le ali in forma di croce e cinguettano qualcosa che può sembrare una preghiera."
È da notare nel capitolo IV del Pereq Sirah il particolare ruolo del gallo, il "tarenegol"
le cui lettere dicono "indica
col canto
che in cammino
si porta
il Potente
";
infatti, questi per il PS canta quando il Dio si porta nel Giardino dell'Eden ed incontra il Giusto.
Fa pensare alle citazioni dei Vangeli sul canto del gallo, al giardino del getzemani ed al tradimento di Pietro.
Il gallo, infatti, in quel canto del Pereq Sirah è collegato al Messia, perché nella sua terza chiamata dice: "Si alzi ogni giusto e occupi se stesso con la Torah, così che la ricompensa sarà doppia nel Mondo che viene" e nella quarta chiamata esso dice "Io spero nella tua salvezza, Signore!" (Genesi 49,18) e la salvezza è il Signore Gesù.
Dio ha un occhio di riguardo per tutte le sue creature:
- le ama perché altrimenti non le avrebbe create, infatti, tra l'altro nel 5° e nel 6° giorno in cui creò gli animali ebbe a concludere "...vide che era cosa buona";
- dopo il diluvio, "Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano nell'arca" (Genesi 8,1) e fece alleanza non solo con Noè, ma "con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche" (Genesi 9,10);
- nel libro del profeta Giona quando a Ninive il re impone penitenza a "uomini e animali, grandi e piccoli" (Giona 3,7-8), Dio risparmia la città anche perché in essa vi è "una grande quantità di animali" (Giona 4,11).
Vi dovrebbe essere un tacito patto di solidarietà tra tutte le creature e l'uomo che in definitiva è il loro custode.
Il rispetto e la cura degli animali è da intendere quale estensione dell'amore per il prossimo.
Tra gli animali si trovano qualità che l'uomo ha riconosciuto nobilissime la nobiltà come capacità di controllo della forza del leone, la forza del toro, l'acutezza e l'agilità dell'aquila.
Queste doti, unite alla saggezza dell'uomo nel pensiero antico del profeta Ezechiele 1,10 le troviamo quando descrive il carro - "merkabah" - del Signore e sono riprese dall'Apocalisse attorno al trono dell'Altissimo.
"Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d'occhi davanti e di dietro. Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente aveva l'aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo, il quarto vivente era simile a un'aquila mentre vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
Santo, santo, santo
il Signore Dio, l'Onnipotente,
Colui che era, che è e che viene!"
(Apocalisse 4,6-8)
È poi da ricordare che la stessa Apocalisse conferma che tutte le creature loderanno il Signore:
"Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
A Colui che siede sul trono e all'Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli."
(Apocalisse 5,13)
a.contipuorger@gmail.com
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