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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
"SCRUTATIO" CRISTIANA
DEL TESTO MASORETICO DELLA BIBBIA

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

I PARTE - LA MIA ESPERIENZA, LA "SCRUTATIO" - COM'È NATA L'IDEA »
COSA FECI? »
VOCABOLARIO A TAPPETO »
LE LETTERE DELLA MIA "SCRUTATIO" »
ALCUNE PAROLE DA ESEMPIO »
LE REGOLE PER LA "SCRUTATIO" »
UN VERSETTO COMPLETO »
COSA HO CONSEGUITO »
UN "VAI PURE AVANTI!" »
UN DISCORSO COLLATERALE E CONCLUSIONE »
II PARTE - ALCUNI SUPPORTI AL MIO SCRUTARE - COSA CONSIGLIO »
PER LA TRADIZIONE EBRAICA »
PERCHÉ LE LETTERE AVREBBERO TALE PROPRIETÀ »

LA TRADUZIONE IN GRECO DEI 70
Negli ultimi 2000 anni si è creata una lacerazione tra i cristiani e i fratelli ebrei, che è possibile ricucire stante i testi comuni di partenza, ma, aggiungo, è più facile se si risale a quelli prima delle traduzioni.
Per il Cristianesimo la traduzione in greco della Bibbia, detta dei LXX, fu atto poi accolto a ragione dalla Chiesa come ispirato da Dio perché permise appoggiare la predicazione e divulgare la parola divina tra i pagani.
La tradizione ebraica vide invece la traduzione quale imprecisa parafrasi per i gentili e limite alla ricchezza della Torah, una tragedia, insomma, tanto che la considerano completata nell'8° giorno di Tevet e il Shulcha 'Aruch - Orach Chayim 580 osserva che "l'oscurità discese nel mondo per tre giorni", infatti il digiuno dell'8° di Tevet (X mese lunare dopo Nisan o IV dopo Rosh ha Shanah) si unisce a quello del 10° giorno a ricordo dell'inizio dell'assedio di Gerusalemme da parte dei Babilonesi, preludio alla distruzione del Tempio.
Diviene così chiaro il messaggio nel prologo del traduttore in greco del Siracide (libro non è accolto dal canone ebraico della Bibbia, ma solo nel canone cristiano): "Siete dunque invitati a farne lettura con benevolenza e attenzione e a perdonare se, nonostante l'impegno posto nella traduzione, sembrerà che non siamo riusciti a rendere la forza di certe espressioni. Difatti le cose dette in ebraico non hanno la medesima forza quando sono tradotte in altra lingua. E non solamente questa opera, ma anche la stessa legge, i profeti e il resto dei libri conservano un vantaggio non piccolo nel testo originale."
Il vantaggio, intraducibile con altri alfabeti, è tutto il testo ebraico che c'è sotto e che la traduzione non fa trapelare perché ingessato in una foto e non fa volare con l'idee delle lettere ebraiche sulla altre possibilità di lettura del testo senza vocali con lettere equispaziate, senza versetti, senza indicazione di parole.
Il cristianesimo, portatore dell'annuncio di un fatto però poco ne risentì, perché detentore di un'esperienza diretta dell'incontro con la persona.
Gli ebrei dopo le guerre Giudaiche e la diaspora evidentemente persero l'uso d'altre letture a tappeto del testo con le lettere e solo nel medioevo la tradizione ebraica Cabbalah sentì l'esigenza e riprese a sondare il testo con altre letture che portarono a conclusioni mistiche, ma non l'hanno fatto a tappeto.
Nelle lettere però dei Sacri Testi c'è la possibilità di un riavvicinamento, perché di fatto parlano in modo totalizzante del Messia, il Cristo che attendono.
Il midrash (da drsh-cercare, ricerca in forma di parabola) tratto da Megillah 9 che parla di come la Bibbia fu fatta tradurre in greco conferma che l'originale ebraico delle Sacre Scritture ha peculiarità intraducibili nelle altre lingue.

"Re Tolomeo Lagos (308/247 a.C. sul trono dal 285 quando abdicò il padre Tolomeo I Sotere figlio di Lago nobile macedone amico d'Alessandro Magno. "La lettera di Aristea" 150-100 a.C. in greco racconta come nel III secolo a.C. fu tradotta la Bibbia in greco) entrò nella sua enorme biblioteca in Alessandria, osservò con orgoglio gli scaffali fittamente stipati e chiese al suo bibliotecario Demetrio se esisteva un'opera che non si trovasse là. - Si - rispose il bibliotecario - la Bibbia degli ebrei qui manca. - Allora Tolomeo scrisse una lettera al gran sacerdote Elasar a Gerusalemme e lo pregò di inviare ad Alessandria dei dotti che conoscessero la lingua greca. Elasar gli mando 72 anziani, sei per ogni tribù. Il re li collocò, separati gli uni dagli altri, in 72 case sull'isola di Faro senza dir loro a che scopo li avesse chiamati. Quindi li provvide di cibo e bevande e chiuse le porte. Poi andò da ciascuno e gli disse: Scrivimi la Torah del vostro maestro Mosè in traduzione greca. Allora il Santissimo - sia gloria a lui - diede nel loro cuore un medesimo pensiero acciocché tutti concordassero in un identico progetto di versione. Essi decisero di tradurre vari passi della Torah staccandosi dal testo originale per renderli più comprensibili alla mentalità greca. Per esempio tradussero il passo - La lepre sia per voi impura - con il brachipodo sia per voi impuro -, perché il soprannome di re Tolomeo era Lagos, cioè - lepre - In tal modo vollero evitare di offendere il re e coprirlo di ridicolo. Dopo 72 giorni le traduzioni furono compiute e tutte concordavano tra loro in modo sorprendente, parola per parola, insieme con tutte le omissioni e le aggiunte; così sorse la traduzione dei 72, insomma dei 70, detta Septuaginta. Soddisfatto del nuovo tesoro della sua biblioteca Tolomeo Lagos rimandò in patria i traduttori con ricchi doni."

Il racconto, aldilà delle parti incredibili, afferma che quel re credeva d'avere la Bibbia degli ebrei tradotta in greco, invece aveva solo un progetto di versione con omissioni ed aggiunte, confermando l'idea dei mistici dell'ebraismo e dei rabbini che affermano che il testo in ebraico contiene di più, in quanto senza i segni originali si ha solo un'impronta dell'originale.

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