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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
"SCRUTATIO" CRISTIANA
DEL TESTO MASORETICO DELLA BIBBIA

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

I PARTE - LA MIA ESPERIENZA, LA "SCRUTATIO" - COM'È NATA L'IDEA »
COSA FECI? »
VOCABOLARIO A TAPPETO »
LE LETTERE DELLA MIA "SCRUTATIO" »
ALCUNE PAROLE DA ESEMPIO »
LE REGOLE PER LA "SCRUTATIO" »
UN VERSETTO COMPLETO »
COSA HO CONSEGUITO »
UN "VAI PURE AVANTI!" »
UN DISCORSO COLLATERALE E CONCLUSIONE »
II PARTE - ALCUNI SUPPORTI AL MIO SCRUTARE - COSA CONSIGLIO »
PER LA TRADIZIONE EBRAICA »
PERCHÉ LE LETTERE AVREBBERO TALE PROPRIETÀ »
LA TRADUZIONE IN GRECO DEI 70 »
IL CRISTO, IL MESSIA »

GESÙ DEI VANGELI E LA LEGGE E I PROFETI
Dal dire di Gesù "perché di me ha scritto" (Giovanni 5,46) ci s'attende di trovare nella Torah di Mosè profezie sul Messia - missione, resurrezione dei morti, tempi a venire e segni che compirà - chiaramente riferibili a Gesù di Nazaret.
Leggendo quei testi sono poche, però, le pagine di profezie di tipo messianico certe e piene che Gesù attesta, tant'è che non tutti quegli ebrei - che pur le leggevano e pensavano di credere a Mosè - credettero in Gesù; ed oggi, pur leggendole, restano della loro idea, oppure hanno individuato altri come Messia.
Per contro una gran massa d'ebrei ebbe a credere, su ciò è da meditare.
La predicazione, morte e risurrezione di Gesù raccolse a Gerusalemme per la prima Pentecoste un primo nucleo fedele di ebrei "il numero delle persone radunate era circa 120" (Atti 1,14-15) da cui nacque la Comunità di Gerusalemme.
Gli Atti degli Apostoli indicano in 3.000 il numero di convertiti nella Pentecoste del 30 d.C. (Atti 2,41e 2,48), cresciuto a 5.000 di soli uomini (Atti 4,4), a cui altri s'aggiunsero (Atti 5,14; 19,20) fino a raggiungere molte migliaia (Atti 21,20); infatti, la Chiesa di Gerusalemme "cresceva moltiplicandosi in modo sorprendente grazie a Giacomo, che il Signore aveva ordinato vescovo e che la governava amministrandola in modo più che retto." (Recogniziones Pseudo Clemente I 44)
La Chiesa di Gerusalemme dei convertiti raggruppatisi attorno alle "colonne" Giacomo, Cefa e Giovanni (Galati 2,9), era formata da:

  • ebrei poveri e bisognosi (Atti 6,1);
  • uomini "gelosamente attaccati alla legge" mosaica (Atti 21,20);
  • alcuni farisei (Atti 15,5) che evidentemente credevano anche alla Torah orale;
  • vari ellenisti (Atti 6,1) e numerosi erano gli ebrei della diaspora;
  • vari sacerdoti (Atti 6,7).
Non tutti quindi quelli che aderirono al cristianesimo erano sprovveduti davanti alle Sacre Scritture ebraiche, ma credettero, quindi trovarono qualcosa che era insito nel loro pensare eppure oggi, dalle Sacre Scritture si perviene a profezie su Gesù-Messia con esegesi, allegorie, raggruppamenti di testi, con la "reductio ad absurdum" d'interpretazioni giudaiche e adattamento di passi che li fanno riferire i singoli ad eventi dell'economia cristiana, ma in modo velato.
Vari sono poi gli aspetti degli insegnamenti dell'Antico Testamento non in linea con lo spirito del Cristo dei Vangeli e Gesù in più occasioni si discosta dai precetti che si ricavano dalla lettura di Mosè, come i Vangeli rilevano, col risultato che alcuni ebrei ne rimasero scandalizzati: cibi puri e impuri, sacrifici d'animali, atto di ripudio, lapidazione, legge del taglione o occhio per occhio, rapporti coi lebbrosi e coi gentili, impurità con mestruate e cadaveri, riposo integrale del sabato.
L'annuncio del Regno di Dio predicato da Gesù e riportato dai Vangeli sembra opporsi in alcuni punti alla Legge ed agli insegnamenti rabbinici tradizionali pur se la Torah per Gesù resta fondamentale.
Gesù, infatti: "...l'interpreta in modo spesso giudicato rivoluzionario e quindi scandaloso dai suoi uditori, o l'ammorbidisce o la rafforza a seconda dei casi. Gesù attenua, talvolta in pratica fino ad abrogarle le osservanze rituali (Marco 2,23-28; 3,1-6;7,1-23 e paralleli), ma rende più severe le prescrizioni morali, fino a contraddire talvolta la lettera del testo sacro (Matteo 5-7)" ("Giudaismo e Cristianesimo" di Simon e Benoit- Biblioteca Laterza 1985); eppure nel Vangelo di Giovanni, ai Giudei che volevano lapidarlo, perché s'era dichiarato Figlio di Dio: "Rispose loro Gesù: Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: Voi siete dèi ? (Salmi 82,6) Ora se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, e la Scrittura non può essere annullata..." (Giovanni 11,34s)
Circa i cibi puri ed impuri nell'epistola ai Colossesi si legge: "Non prendere, non gustare, non toccare. Tutte queste cose... sono, infatti, prescrizioni e insegnamenti di uomini! " (Colossesi 2,21-23) e quel dire non s'attenderebbe da un fariseo educato nella rigida tradizione della Torah, in quanto sono quelle parole che si trovano nel testo sacro ed in particolare nel Levitico e la Scrittura non può essere annullata! Ma forse non sempre è da guardare solo alle parole. Forse quelle parti vanno lette in altro modo?
Si legge, nella Mishnah (Sanhedrin X,1):" Le seguenti persone non prenderanno parte al mondo futuro: chi dice che la risurrezione dei morti non può essere dedotta dalla Torah, oppure che la Torah non viene dal cielo."
Eppure i sadducei non credevano nella risurrezione!
Vorrei non essere tra quelli che non trovano la risurrezione nella Torah, che però da una lettura di primo livello non appare.
Nel Sifré su Deuteronomio 32,7: "Rabbì Simai diceva: Non vi è pericope (nella Torah) in cui non ci sia la risurrezione dei morti. Il fatto è che non abbiamo in noi la forza di manifestarlo attraverso il midrash." cioè con la ricerca.
"Pericope" da "perikòptein" perikoptein "tagliare intorno", ritaglio anche piccolo, in cui come sostengo anch'io, si può trovare l'idea delle risurrezione e se c'era, solo perché è stata persa cognizione non si ha più, ma si può ritrovare!
Gesù, San Paolo, e poi la Chiesa, che pur non sostenendo un'idea diversa sulla Torah, fanno dei "distinguo" come se ci fossero parole da conservare, altre da interpretare, altre infine da non più considerare, come se ci fosse un altro modo per leggerla, ma non viene detto.
Allora per Gesù a quali scritti di Mosè è da credere ed a quali no e come si concilia ciò col suo assioma sulla Scrittura?
Nel Levitico, il libro centrale della Torah, si legge (17,10): "Ogni uomo, Israelita o straniero dimorante in mezzo a loro, che mangi di qualsiasi specie di sangue, contro di lui, che ha mangiato il sangue, io volgerò la faccia e lo eliminerò dal suo popolo", il che pare impedire agli ebrei di divenire cristiani e nello stesso tempo rispettare la legge di Mosè, d'accettare cioè il sangue del Cristo che istituì il sacramento dell'Eucarestia nell'ultima cena con le parole sul vino: "Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza..." (Matteo 26,27s)
Nella sinagoga di Cafarnao (Giovanni 6,60), dopo che Gesù aveva detto "il mio corpo è vero cibo e il mio sangue vera bevanda", molti dei suoi discepoli, dopo averlo ascoltato dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?"

Se si crede a Gesù, quello è proprio il Suo sangue, e se si crede anche a Mosè non si potrebbe bere, eppure per secoli ci fu la Chiesa giudeo cristiana che (ebbe i primi martiri - 34 d.C. Stefano, 44 d.C. Giacomo il minore, cugino di Gesù vescovo di Gerusalemme) associava in sé le due fedi; vuol dire che erano conciliabili.
A ciò, si risponde che Gesù rispetta il cuore della Legge, l'intima essenza, ma, asserisce che non è "venuto per abolire la legge e i profeti... In verità vi dico: finché non sia passato il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di quei precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli." (Matteo 5,17ss)

Per entità minima della lettura è citata la lettera iota o segno e non la parola, cioè nella Torah è da guardate anche la singola lettere, conforme all'idea dell'ebraismo: se manca una sola lettera, il rotolo è invalido per l'uso liturgico.
E questo tutto che dice la Legge ed i Profeti dove si legge?
I testi canonici, soprattutto della Legge, sono parchi di visioni escatologiche, mentre hanno pagine interminabili d'elencazioni, di nomi, numeri e genealogie, assieme a norme e prescrizioni che paiono ora improponibili.
Per contro la cultura ebraica contemporanea a Gesù è ricca di scritti escatologici; e questi da dove originano?
Gesù, però, non cita scritture apocrife, dice di dar credito a Mosè, ma spesso lo contraddice, alcune volte stravolge i suoi insegnamenti, ma asserisce che non cambia quanto Mosè ha scritto ed incita con lo scrutate le Scritture... sono proprio esse che mi rendono testimonianza (Giovanni 5,39) a cercare le prove che Lui rispetta ogni iota o segno della Legge e sembra che tale scrutare sia un'esperienza che supera la semplice lettura, ma è un'attività che deve tendere alla ricerca d'un secretum che non appare al leggere normale.
Nello scrutare, infatti, è insito il concetto di procedere con un'investigazione particolare che sembrava implicita a quei tempi.
Volendo dar credito a Gesù, che dice che è da credere agli scritti di Mosè alla lettera (iota/segni) e che quelli gli danno testimonianza - ma poco sembrano parlarne - si dovrebbe concludere che Mosè dice anche altre cose che si ricavano dallo scrutare le lettere e lì, allora, vi sarebbero le profezie relative al Messia che si debbono compiere; così anche di quelle pagine poco interessanti, che fanno però parte della Torah, si deve compiere ogni iota o segno e, scrutandole, si potrebbero rivelare importanti.
Tra l'altro, proprio per la libertà che offre un'elencazione di nomi e di numeri, chi la scrisse, se voleva farlo, sarebbe stato facilitato a sviluppare un eventuale messaggio di secondo livello senza che ne soffrisse molto il testo esterno.
Dopo la prima intuizione, quel loghion di Gesù - Voi scrutate le Scritture... ebbene sono proprio esse che mi rendono testimonianza - che chiede una risposta personale, m'ha guidato nella ricerca alimentata dall'innata curiosità ed ho così cercato il significato fondante antico dei segni della scrittura, incuriosito e gratificato dal gioco enigmistico.
Questo scrutare mi ha portato a sperimentare che le Scritture veramente riportano l'epopea del Messia entrando con le lettere usate come immagini.
A risultato di questo ricercare ho presentato testi dell'Antico Testamento tradotti in un modo del tutto particolare che classifico nello scrutare, e lo "scrutare" è necessario perché gli scritti della Torah sono criptati come risulta dalle molte prove portate.
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