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ATTESA DEL MESSIA...

 
AMORE, NAVICELLA DELL'UOMO NUOVO,
ASTRONAUTA DEL CIELO

di Alessandro Conti Puorger
 

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LE PROFONDITÀ DI DIO
Ho provato a verificare l'idea di profondità nella Bibbia e ho trovato che la prima citazione si trova nel "Cantico di Mosè" del libro del Deuteronomio:

"Un fuoco si è acceso nella mia collera e brucerà fino nella profondità degli inferi; divorerà la terra e il suo prodotto e incendierà le radici dei monti." (Deuteronomio 32,22)

Questo versetto apre tutto uno squarcio perché appunto ci porta "fino nella profondità degli inferi".
Le lettere ebraiche usate sono .
Se si leggono i segni senza vocalizzazione com'erano anticamente, dando valore alle singole lettere ebraiche come icone si ha questo risultato: l'Eterno la distruzione ( = ) porterà al serpente , alla fine strappato via () sarà da tutti .
L'idea della profondità porta all'idea degli inferi, lo "she'ol" .
Questo è il posto dove pensavano di andare gli uomini dopo morti.
Anche il patriarca Giacobbe riteneva di andare negli inferi:

  • lo dice lui stesso ai figli: "Ma egli rispose, "Il mio figlio non verrà laggiù con voi, perché suo fratello è morto ed egli è rimasto solo. Se gli capitasse una disgrazia durante il viaggio che volete fare, voi fareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi." (Genesi 42,38)
  • lo ripetono i fratelli a Giuseppe in Egitto: "...appena egli avrà visto che il giovinetto non è con noi, morirà e i tuoi servi avranno fatto scendere con dolore negli inferi la canizie del tuo servo, nostro padre." (Genesi 44,31)
Il libro dei Numeri racconta che addirittura "i ribelli" Core, Datan e Abiram furono accolti vivi negli inferi:

"Mosè disse: da questo saprete che il Signore mi ha mandato... se la loro sorte è la sorte comune a tutti gli uomini... ma se il Signore fa una cosa meravigliosa, se la terra spalanca la bocca e li ingoia con quanto appartiene loro e se essi scendono vivi agli inferi, allora saprete che questi uomini hanno disprezzato il Signore. Come egli ebbe finito di pronunciare tutte queste parole, il suolo si profondò sotto i loro piedi, la terra spalancò la bocca e li inghiottì: essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Core e tutta la loro roba." (Numeri 16 28-32)

I "ribelli", figura di altri ribelli a cui sono destinati gli inferi!

Nella preghiera di Anna si trova "Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire." (1Samuele 2,6) e suggerisce una vita dopo la morte fuori o dentro gli inferi.
Davide rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dalla mano di tutti i suoi nemici, specialmente dalla mano di Saul e, giocando sul fatto che le lettere di Saul e di inferi sono le stesse , "Mi avviluppavano le funi degli inferi; mi stavano davanti i lacci della morte." (2Samuele 22,6)
Nel libro dei proverbi si trova: "I cieli per la loro altezza, la terra per la sua profondità e il cuore dei re sono inesplorabili." (Proverbi 25,3)
Il termine qui usato per profondità è "'omoeq" .
Le lettere ebraiche ci parlano di una cavità ove si "vedono le acque rovesciarsi ", quindi un abisso.
Nel libro di Giobbe si trova un collegamento che ci porta strettamente al nostro tema:

"Credi tu di scrutare l'intimo di Dio o di penetrare la perfezione dell'Onnipotente? È più alta del cielo: che cosa puoi fare? È più profonda degli inferi: che ne sai?" (Giobbe 11,7-8)

Anche qui per profondità usa "'amuqqah".

Era perciò ritenuta impensabile per ogni sapiente la conoscenza dell'Onnipotente che si estende dai problemi più insondabili degli inferi e del cielo, infatti, Isaia lo ricorda indirettamente e lo sottolinea nella profezia dell'Emmanuele:

"Il Signore parlò ancora ad Acaz: Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto. Ma Acaz rispose: Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore. Allora Isaia disse: Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele." (Isaia 7,11-15)

È questa la profezia, che il Cristianesimo considera esplicita indicazione dell'intenzione dell'incarnazione da parte di Dio.
C'è un unico modo che fa pervenire alla conoscenza di Dio, parola del Signore: "Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare." (Matteo 11,27)
Alla luce di tale verità annunciata dal Vangelo di Cristo, nella Prima Lettera ai Corinzi, citando per rispondergli al versetto del profeta Isaia 40,13 che domanda: "Chi ha diretto lo Spirito del Signore e come consigliere gli ha dato suggerimenti?", San Paolo può affermare "Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo." (1Corinzi 2,16)
Il cristianesimo è una via lungo cui Cristo si fa incontrare.

"E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi." (2Corinzi 4,6-7)

Chi vuol farsi incontrare, cioè Cristo, sceglie la via più opportuna per ciascuno per l'incontro e può farlo dove e come vuole se scorge un anima che desidera veramente conoscerlo.
È da ricordare che Cristo può creati la strada anche in posti impensabili: "Forse non hai prosciugato il mare, le acque del grande abisso e non hai fatto delle profondità del mare una strada, perché vi passassero i redenti?" (Isaia 51,10)
Per Lui non è certamente un problema arrivare nel cuore di chiunque se questi desidera veramente incontrare la verità: "Chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica." (Deuteronomio 30,13s)
L'amore di Cristo è capace di viaggiare in tutta l'altezza e profondità di Dio fino al più profondo degli inferi e strappare al nemico i prigionieri incatenati.
Quello, l'amore di Cristo, è la vera navicella spaziale che ci porta nel cuore stesso di Dio, infatti, se ci si domanda come si fa ad avere "una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla... di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Sta scritto infatti: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano" (1Corinzi 2,7-9) la risposta è una sola come dice San Paolo.
La risposta è lo Spirito Santo, infatti: "...a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito, infatti, scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio." (1Corinzi 2,10)
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