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IL SATOR ANNUNCIA UN ARRIVO DAL CIELO
di Alessandro Conti Puorger

UNA PRECISAZIONE DOVEROSA
L'articolo "Il Sator e la gematria", con cui Stelio Calabresi procede ad un excursus storico sulla stuzzicante questione del quadrato enigmatico detto appunto del Sator o del Rotas, mi ha coinvolto e mi ha riportato al tema.


A conclusione del paragrafo "Considerazioni per un approccio gematrico al Sator" il Calabresi propone, infatti, il seguente dilemma:

«In conclusione la lettura gematrico-cabalistica del "Sator" conferma e - al tempo stesso - smentisce la tesi di Conti Puorger, perché, se c'è la divinità prevalente in molti dei numeri analizzati, non manca la magia del 7. A mio avviso, quindi, delle due l'una: o è inesatta la tesi sostenuta da Conti Puorger (quella che collega il "Sator" all'ebraismo che avrebbe ispirato i paleocristiani) o è scorretto il ricorso al sistema numerazione ebraico-cabalistico.»

Ciò, muove il Conti Puorger a fare una precisazione.
Per farla richiamo integralmente il contenuto dei miei articoli sul quei quadrati enigmatici:
Al riguardo del dilemma proposto, in sintesi, confermo e aggiungo motivazioni atte a confortare la tesi che collega il "Sator" all'ebraismo che con le sue Sacre Scritture ha ispirato i paleocristiani.
Premetto poi che non sono io che ho cercato di dimostrare che il Sator sia ancora un quadrato "magico-gematrico" se sostituendo le lettere ebraiche si fa il calcolo gematrico, ma con il secondo dei suddetti miei articoli ho solo sostenuto che quel quadrato richiama il carro di fuoco di Ezechiele e che sostituendovi lettere ebraiche dà un messaggio messianico.
Pur valendo tale circostanza, per contro, sostengo non essere corretto il ricorso al sistema di numerazione ebraico-cabalistica, in quanto non era quello l'intento di chi l'ha prodotto pur se prende spunto dai profeti e dalla Torah, perché l'annuncio era per i neofiti di lingua latina e, infatti, dal latino va interpretato.
Ciò detto cerco di spiegare meglio il mio punto di vista.

Perché quel quadrato si rifà alla visione del carro di fuoco di Ezechiele?

Ho già approfondito con l'articolo "Il carro di fuoco di Ezechiele: ufo e/o macchina del tempo?" alcuni aspetti di tale visione con cui apre il suo libro il grande profeta biblico Ezechiele (1,1) che esordisce con: "...i cieli si aprirono ed ebbi visioni divine."
Ciò che vede è descritto con precisione e dettagli in cui gli ufologi hanno individuato la descrizione di un UFO e su ciò è stato detto e ridetto.
In entrambi i modi di scrivere quel quadrato, ebbi a notare che permangono fissi alcuni elementi oltre ovviamente la lettera N che è al centro.
Le parole:
"R O T A S" esterne che girano in tutti i sensi
e quindi divengono anche "S A T O R"

richiamano appunto il roteare e le ruote del carro di Ezechiele che vanno sia in senso destrorso o sinistrorso per suggerire che vanno in tutte le direzioni della rosa dei venti.
Altro elemento che colpisce è che, comunque, nelle due forme del quadrato restano immutati gli assi, verticali e orizzontali.
Gli assi a croce, infatti, essendo palindromi non variano ed esprimono comunque e sempre TENET.


È la stessa idea che ho ritrovato in una vecchia pergamena nella Stiftsbibliothek del monastero Benedettino di San Gallo in Svizzera, attribuita ai Carmina di Venantius Fortunatus di cui al mio articolo "Da vecchie pergamene la crux per uscire dal labirinto" che si sviluppa partendo dalla ripetizione in quadrato della croce.

Nacque così l'idea del Nazareno, rappresentato dalla N centrale del quadrato del Sator che s'irradia nel mondo con le sue Rotas o Sator.
Sulla croce, infatti, c'era il titulus con l'iscrizione fatta comporre da Pilato anche in latino "...Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". (Giovanni 19,19)


Poi appare l'idea del TENET - i due assi in croce - che, appunto, sono il telaio che permane comunque giri la struttura.
Questa croce "tiene" TENET compatto il carro che rotea, quindi procede nel mondo.


Questo carro è sì un oggetto che si rende visibile in questo mondo, ma ispirandosi al carro di Ezechiele, ...viene dal cielo!
Soffermiamoci ancora sulla descrizione che fa quel profeta.

Attorno ha tanti occhi, come tanti oblò e ha una cupola trasparente:
"Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile ad un cristallo splendente, disteso sopra le loro teste." (Ezechiele 1,22)

A bordo c'è un essere con figura d'uomo:
"...splendido come l'elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore il cui aspetto era simile a quello dell'arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia." (Ezechiele 1,27s)

Con il suo spirito moveva le ruote:
"...perché lo spirito dell'essere vivente era nelle ruote." (Ezechiele 1,21)

Per gli ufologi, non v'è dubbio, è la descrizione proprio di un UFO ante litteram.
Di fatto è venuto per annunciare agli esuli a Babilonia il ritorno a Gerusalemme.
È questa però anche una profezia che supera quel evento di salvezza solo per i Giudei, ma è anche annuncio che avverrà l'esodo da questo mondo quando sarà fissata la fine del suo ciclo vitale e vi sarà l'auspicato ritorno dell'umanità alla Gerusalemme celeste, città da cui proviene la scintilla della nostra esistenza... perché non siamo esseri di questo mondo, come lo è colui che ci verrà a prendere.

A questo punto della descrizione del quadrato il giudeo cristiano della prima ora che l'ha ideato, che conosceva l'ebraico e le Sacre Scritture, fuggito dalla Giudea o in missione evangelica, avrebbe completato quelle idee formative del quadrato con appropriate lettere per dare il compiuto messaggio in latino, di cui ho detto nel citato articolo "Il quadrato del Sator simbolo cristiano", ma anche come ho proposto con l'altro articolo "Il quadrato del sator è il carro di fuoco di Ezechiele?", atte, se traslitterate in lettere ebraiche, a sottendere il messaggio base della predicazione per i suoi compagni giudei.
Quelle lettere che ha inserito, infatti, sono quelle che rendono la possibilità:
  • in latino, di leggere il Pater Noster;
  • traslitterate in ebraico, di leggere una profezia sul ritorno finale del Messia.
"Nel corpo nel tempo l'Unigenito scese in azione.
Il Verbo generato venne nel N(azareno).
Nel mondo crocifisso, per primo col corpo ne riuscì.
Disse che in azione giù riverrà.
Lo rivedremo col corpo."

Dallo sviluppo numerico che ha prodotto il Calabresi tra l'altro, pur se il quadrato con lettere ebraiche non ha l'espressività voluta in ogni direzione, per quanto riguarda i valori gematrici delle righe, colonne e diagonali, come ha osservato l'autore, presenta numeri finali che ci portano al pensiero della divinità e della perfezione e in più presenta il n° 7, unione di umano e divino.
Proprio ciò è indice d'idea cristiana.
Per gli ebrei non convertiti al cristianesimo è blasfemia pensare Dio uomo, invece l'annuncio portato dai cristiani è che, in questo 7° e ultimo giorno della creazione che sta trascorrendo, l'umanità, grazie a il Nazareno, ha accesso alla divinità, perché Gesù è l'inviato dal Padre ed è morto, è risorto ed è asceso al cielo, ma assieme al Padre ha inviato lo Spirito Santo per raccogliere e convertire gli uomini e convincerli del Loro amore.
A quel giudeo cristiano il messaggio primo che interessava di dare non era di produrre un quadrato magico gematrico, ma di asserire l'idea cristiana.
Vista la questione in questi termini il Sator è sì il prodotto di un "cabalista", quindi collegato all'ebraismo, che non scrive per i cabalisti, ma per iniziati cristiani di lingua latina e che rispetto ai cabalisti ebraici ha una nuova e "non piccola differenza", crede nel Nazareno, vero Dio e vero uomo.

Agli inizi, 30-40 anni dopo la morte di Gesù, in Israele non c'erano tante sottigliezze tra gnostici e credenti, erano tutti stati colpiti dagli eventi di Gesù, sia i colti che la gente comune e per il loro approccio con le Sacre Scritture avevano pressoché tutti una pur basilare preparazione.
Gnostici e cabalisti così facevano parte della Chiesa cristiana di Gerusalemme e i giudei che fuggivano da Gerusalemme nel 60-70 d.C. erano tanti e in un modo o in un altro erano infarinati di gematria e di "enigmistica".
La gematria o gimatria e cristianesimo allora andavano a braccetto.
Si pensi al Vangelo di Matteo che inizia con l'idea delle 14 generazioni, numero ripetuto forzatamente che indica David, ai 153 grossi pesci del Vangelo di Giovanni e al 666 numero della bestia nell'Apocalisse. (Vedi "Numeri nei Vangeli e nell'Apocalisse, annunci del Messia" e "Tensione dell'ebraismo ad una Bibbia segreta")
Lo scopo di quel cabalista del Sator però non era produrre un quadrato magico gematrico con le lettere, ma di fornire un segnale di riconoscimento segreto - ipotesi che appunto accenna il Calabresi - per annunciare il Messia, sia in latino, sia traslitterando in ebraico quel testo.

LE TRE CORNICI DEL SATOR
Dopo questa precisazione mi sono rimesso a guardare quel famoso quadrato e ho notato altri aspetti.
Il Quadrato del Sator con le sue tre cornici concentriche mi ha portato con la mente ai tre livelli, inferno, purgatorio e paradiso, quindi alla Divina Commedia di Dante Alighieri.
Ero, infatti, reduce dalla produzione dell'articolo "Amore, navicella dell'uomo nuovo, astronauta del cielo" quando, con questi e quei pensieri in mente, sono andato a rispolverare il sommo Dante.

Primo fatto, mi è capitato di posare l'occhio sul finale del Canto del Paradiso 33,142-145, ed ecco subito un primo incontro:

142 "A l'alta fantasia qui mancò possa;
143 ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
144 sì come rota ch'igualmente è mossa,
145 l'amor che move il sole e l'altre stelle."


Questo amore che "rota" riferendolo al nostro quadrato è il Nazareno, Gesù, il Cristo, l'amore personificato, proprio Lui: l'amor che move il sole e l'altre stelle.

Eccomi così nuovamente in pieno Rotas-Sator.
Nel vocabolario latino, ne ho uno un po' vecchiotto su cui c'é un timbro del 1928 su cui ha studiato anche un mio zio, il Campanini e Carboni, e alla parola Sator trovo, seminatore, piantatore, generatore, padre, autore.
Propone, inoltre, "Sator hominum deorumque" come Giove, il Dio dei latini.
La parola Sator allora richiamava Giove ai romani, ma Iahwèh IHWH per un ebreo, e il Cristo, il Messia, l'Unto che è come il Padre, per un cristiano.
"Io e il Padre siamo una cosa sola" (Giovanni 10,30), insomma il Creatore.
È anche da ricordare la famosa parabola del seminatore ove Gesù dice di sé stesso "...Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo." (Matteo 13,37)

"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste
." (Giovanni 1,1-3)

Allora, Rotas il Sator, cioè ruota, rotea, gira e procede il carro di Dio, il Creatore, che viene a raccogliere ciò che ha seminato nel mondo proprio Gesù Cristo che altri non è che il Nazareno che deve tornare, mi pare proprio non esservi dubbi.

A questo punto sono andato a esaminare quel quadrato vedendolo come l'insieme di due cornici quadrate che contornano la N ed al limite di tre:
  • l'esterna, indicata in neretto, delle Rotas o Sator, costituito da 16 lettere;
  • l'intermedia, in azzurro di 8 lettere;
  • il quadratino centrale di una sola lettera, la N in rosso.
Si ottiene così la sequenza 16, 8, 1, per il totale delle 25 lettere.
Ora per la gematria o gimatria:
  • 16 è la somma dei valori delle lettera Yod = 10 e della lettera Waw = 6 cioè dell'Essere e di portare o portarsi quindi "l'Essere si porta".
    Oppure = ( = 1) + ( = 5) + ( = 10) corrispondente a "di Iah il primogenito " la cui somma delle cifre in definitiva è pure 1 + 6 = 7, l'unione, appunto, del creato, rappresentato dai suoi quattro elementi (Aria, Acqua, Terra e Fuoco) e del triangolo che rappresenta la divinità onde 4 + 3 = 7, ossia Dio si porta nel mondo e in particolare nell'uomo.
  • 8 è l'amore, in ebraico, = ( = 2) + ( = 5) = ( = 1) = 8 ossia la perfezione, ciò che non muore vale a dire "Dio è amore".
  • 1, cioè quella N è lui l'Unico , quello che poi la teologia definirà l'Unigenito.
    In definitiva l'Uno per amore rotea nel mondo e semina.
Osservo poi che il valore gimatico del Tetragramma sacro IHWH è 26:

IHWH = ( = 5) + ( = 6) + ( = 5) + ( = 10) = 26

mentre il numero delle lettere del quadrato è 25, ma uno solo 1 è lo spirito che muove le ruote "lo spirito dell'essere vivente era nelle ruote" (Ezechiele 1,21)
Il 25 perciò si può vedere come lo strumento, il carro, su cui è salito lo Spirito del Dio Unico, perciò 1.
Allora l'insieme del numero delle lettere dello strumento, nel caso specifico del quadrato Sator 25 sommato a 1 lo spirito del Dio Unico che aggiungerà il lettore se iniziato, e quindi diviene proprio un'icona 26 di IHWH.
Vale a dire quel quadrato non vale nulla se non ci si mette dentro lo spirito di chi ha dato il via al tutto, l'Unico e solo, il Dio dell'Universo che ha creato il cielo e la terra, gli astri e i pianeti di ogni galassia che esiste e... ancora di più.

La lettera ebraica N nùn NUN poi ha in sé il senso di energia (Vedi la scheda della "lettera NUN" nùn = )
In egiziano antico la parola NUN è molto importante, indica il mare primigenio, l'acqua-materia primigenia, un liquido d'energia da cui tutto ha avuto origine ed in cui tutto alla fine si annullerà.


Nun era anche un dio, il padre degli dèi.
Ecco che questa è l'energia "lo spirito dell'essere vivente era nelle ruote".
Tale energia è collegata con le ruote.
Da ognuna delle quattro direzione dell'asse del carro, infatti, partendo dal centro N verso l'esterno, infatti, ovunque si legge la congiunzione latina ET.
Ezechiele però dice anche che ...lo spirito era nelle ruote... perché?
Tutte e quattro i lati della cornice esterna dove finisce l'asse al centro, sia nelle parole roTas che nelle parole saTor, infatti, v'è sempre la lettera T che in ebraico è la taw , ma che in scrittura corrente minuscola è una croce .
Richiamo al riguardo il metodo delle lettere di "Parlano le lettere" e in particolare i significati per la lettera T taw che sono:
  • base: croce-segno, confine-fine, termine;
  • traslati : ultimo-completo-tutto, croce, Crocifisso.
In definitiva: l'energia N è nel Crocifisso, è Lui che muove le ruote!

In ebraico, infatti, nella traslitterazione (Vedi "Il quadrato del sator è il carro di fuoco di Ezechiele?"") tra la N centrale e le T esterne c'è la lettera H = il cui significato è "entrare, entra", cioè la energia NUN entra in T cioè nel Crocifisso e muove le ruote e la semina.
Il mondo all'esterno vede la croce, ma all'interno c'è l'energia di Dio.
È lei che muove il carro!

Ora, se si va alla cornice intermedia, da qualsiasi parte si legga, si ottiene due volte la parola REPE REPE ottenute dalle lettere R e P aggiunte due volte in posizione opportuna secondo quella idea che ho detto e che inglobano le 4 lettere E che hanno formato gli assi congiungenti del carro.


Che cosa è questo REPE REPE?
Ora se si cerca in un vocabolario latino si trova:

repere (rè-pe-re) rèpo, rèpi, rèpe, rèpono; repévo; repéi, repésti, repérono; repènte; repèndo; dif. del participio passato e di tutti i tempi composti lett. Serpeggiare, strisciare e penetrare.

IL SERPENTE DI RAME
A questo punto il richiamo al serpente mi ha fatto ricordare che in ebraico serpente è Nachash e il Nachash ripetuto due volte Nacash Nachash è il famoso serpente di rame perché in ebraico rame ha le stesse lettere di serpente.
Il simulacro di un serpente del genere fu innalzato da Mosè nel deserto per chi era assalito dai serpenti velenosi e salvarli dalla morte, e quello è un passo molto criptico che nasconde anche altri eventi come capiremo.

"Il Signore disse a Mosè: Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame , restava in vita." (Numeri 21,8s)

Gesù stesso, ebbe a dire:

"E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui." (Giovanni 3,14-17)

Lui, Gesu di Nazaret è il Nachash , il serpente N, che innalzato sulla croce porta la salvezza al mondo.
La croce TENET TENET è munita di ruote e rotea, gira ROTAS per il mondo portando il SATOR creatore e seminatore.
È lei il nuovo carro di fuoco, perché è strumento di resurrezione, quello profetizzato da Ezechiele, la merkabah della evangelizzazione.


L'attesa di un evento finale per il ritorno al cielo è immaginata e rientra nelle aspettative dell'umanità da generazioni e generazioni.
Al riguardo basta pensare che ciò era ben chiaro all'antica civiltà Egizia.
È, infatti, ormai entrato nell'immaginario collettivo (teorie di Hancock e Bauval) che il complesso delle tre piramidi di el-Giza, con la famosa Sfinge sottenderebbero sia un orientamento che corrisponde in cielo alla cintura di Orione, nonché la previsione della data per la risurrezione finale del Faraone.
Quella ci sarà al ritorno di Osiride.
(Vedi "La durata della creazione")
Il Faraone, allora, troverà il letto del Nilo in direzione esatta all'orizzonte con la via lattea quindi in tale istante vi sarà l'apertura dei cieli.
Con una nave detta solare preparata in un nascondiglio vicino alla piramide, che altro non è che un barcone di legno, navigherà dapprima in modo fisico nelle nostre dimensioni sul Nilo, poi la nave, grazie a proprietà alchemiche che diverranno efficaci in quella data, potrà proseguire all'orizzonte proprio sulla via Lattea verso la cintura di Orione, trasformandosi in una navicella astrale per arrivare al cielo fino a dove immaginavano fosse venuto Osiride.
In quella cultura c'era un oggetto misterioso lo ZED che faceva presente tale attesa e in particolare mi riferisco alla segnalazione del libro di Mario Pincherle "La grande piramide e lo Zed" con le nuove scoperte nella Grande Piramide come fu costruita e cosa nasconde.
Ora lo Zed ha la forma di un pilastro con pioli orizzontali, conosciuto anche come la Colonna Dorsale di Osiride, il più sacro simbolo dell'antico Egitto e testimone del ritorno sperato di quella divinità.
Con tre livelli di pioli, ma talvolta anche quattro o cinque, tale Zed è raffigurato in vari graffiti e geroglifici nei templi e nelle tombe.
Uno di questi, gigantesco, con poteri alchemici, vale a dire magici, formato di blocchi di granito scuri che pesano anche 70 tonnellate ciascuno a forma di torre alta 60 metri fu nascosto, vari millenni prima di Cristo, nella costruzione della piramide di Cheope, rivestita di blocchi calcarei che appunto altro non sarebbe, secondo il Pincherle, che un involucro di questo simulacro.
L'articolo "La grande piramide e lo Zed" di Pier Giorgio Lepori sintetizza: "Lo Zed non sarebbe nient'altro che la torre del tempo, che governa lo spazio ed il tempo e fu collocato all'interno della piramide di Khufu per essere posizionato in un complesso architettonico realizzato con un preciso scopo: trovarsi al punto giusto nell'istante in cui l'universo si conformerà in un'immensa congiunzione astrale in grado di dilatare lo spazio-tempo visto sotto un profilo relativistico e svelare la funzione ultima dello Zed. Una vera e propria macchina del tempo."

Convinzione perciò di gran parte dell'umanità di tutti i tempi è che: veniamo dal cielo!

Al riguardo, richiamo i miei articoli:
Torno ora a quel REPE REPE e mi tuffo a ritroso nel Cantico del Paradiso del sommo Dante e al II canto trovo usato questo REPE proprio col suo senso latino, cioè come da madre lingua. Riporto la citazione Paradiso 2,22-42, un po' allargata, perché si comprenda il contesto. Al versetto 39 si trova repe:

22 Beatrice in suso, e io in lei guardava;
23 e forse in tanto in quanto un quadrel posa
24 e vola e da la noce si dischiava,

25 giunto mi vidi ove mirabil cosa
26 mi torse il viso a sé; e però quella
27 cui non potea mia cura essere ascosa,

28 volta ver' me, sì lieta come bella,
29 «Drizza la mente in Dio grata», mi disse,
30 «che n'ha congiunti con la prima stella».

31 Parev' a me che nube ne coprisse
32 lucida, spessa, solida e pulita,
33 quasi adamante che lo sol ferisse.

34 Per entro sé l'etterna margarita
35 ne ricevette, com' acqua recepe
36 raggio di luce permanendo unita.

37 S'io era corpo, e qui non si concepe
38 com'una dimensione altra patio,
39 ch'esser convien se corpo in corpo repe,

40 accender ne dovria più il disio
41 di veder quella essenza in che si vede
42 come nostra natura e Dio s'unio.


Qui di seguito, estratto dal "Paradiso Canto 2", riporto i lucidi commenti e l'interpretazione di quei versetti da parte di Giovanna Viva, che legge il tutto come una manifestazione dell'alieno per eccellenza, Dio, e le sue forme a noi ignote, che viene a noi anche con contatti estremi, e che gli uomini hanno veduto e/o immaginati come emissioni extraterrestri, dischi volanti, e carri di fuoco che percorrono i cieli passando dalle dimensioni di Dio a quelle a nostra portata.
Con grande pazienza, infatti, e opera da certosino Francesco Di Blasi ha riportato quei commenti per tutta la "Divina Commedia".
  • 22-23-24 - Beatrice apparteneva ad un piano di luce superiore al mio ("in suso") ed io in lei guardavo e forse nel tempo impiegato da una freccia a staccarsi dalla tacca dell'arco,
  • 25-26-27 - una cosa stupefacente attrasse il mio sguardo ("mi torse il viso a sé"), perciò Beatrice, a cui nessun mio pensiero poteva rimaner celato,
  • 28-29-30 - rivolta verso di me, così lieta come bella, mi disse: Drizza la mente, con estrema gratitudine, a Dio che ci ha congiunti con la prima stella. (La Luna, il corpo celeste più vicino alla Terra, il primo viaggio di Dante e Beatrice fu compiuto sulla Luna. Egli descrive un particolare del disco volante, come si vedrà ora).
  • 31-32-33 - A me pareva che una nube ci coprisse (l'alone fluttuante che, simile ad una nube, spesso luminosissima, avvolge il disco rispecchiante la luce del Sole).
  • 34-35-36-37-38-39 - Dentro la nube, l'eterna margherita ci ricevette (eterna gemma, disco volante, eterno portatore d'amore dal Cielo alla Terra) accogliendoci come fa l'acqua con un raggio di Sole, pur restando compatta come prima ("permanendo unita"). Ciò significa, senza apertura alcuna, che lasciasse passare il corpo fisico; infatti egli dice ancora: Se io ero un corpo denso, non è concepibile come io qui abbia potuto penetrare in altro corpo altrettanto compatto che col mio passaggio sia rimasto unito ("com'acqua recepe raggio di luce"),

    L'etterna margherita (disco volante)
    Infatti, molti sono coloro che affermano che, se predisposti dai Fratelli dello Spazio, anche gli umani possono attraversare un corpo di materia densa come un muro o una roccia senza, tuttavia, subire un danno o il minimo disturbo, esattamente come fanno gli Esseri superiori. Essi possono immettersi anche, attraverso le rocce del mare, nell'interno della Terra, per raggiungere i loro astroporti, che in varie parti del pianeta esistono numerosi. Essi mutano in antimateria i loro corpi fisici e i loro mezzi di volo; in ugual modo si proiettano nello spazio alla velocità della luce, pur restando comodamente seduti nelle loro astronavi.
  • 40-41-42 - ciò dovrebbe accendere ancor di più il desiderio di vedere come la nostra natura è tutt'uno con Dio, questo unico Tutto a cui ogni cosa creata appartiene, essendo ogni cosa, come ognuno di noi, scintilla di Lui.
Traduco tutto ciò in questa sintesi.
Quel repe ci porta a pensare che Dio, dalle sue dimensioni totalizzanti e per noi inconcepibili e inafferrabili, penetra REPE nel nostro mondo per noi e passa a dimensioni captabili, cioè quel N che è energia divina, prende corpo, passando dall'inimmaginabile inconcepibile e non captabile dall'uomo proprio a corpo umano integrale, insomma Dio si fa uomo.

Tornando allora al SATOR ROTAS seguendo dal centro alla prima cornice e poi alla cornice esterna si legge:
  • centro, N;
  • cornice interna, REPE REPE;
  • cornice esterna SATOR ROTAS o ROTAS SATOR.
L'energia di Dio N nel Nazzareno è penetrata nelle ruote e ruota, rotas, e gira per tutto il mondo il Sator, cioè il Creatore e semina mandando i suoi operai con la parola di Dio.
Il serpente di rame che dava la salvezza, innalzato da Mosè nel deserto, non è più immobile, ma è ora stato come dotato di ruote e va ad incontrare l'uomo di ogni paese, lingua e nazione.
Ciò ci porta ai primi quadrati Sator e, in particolare, a quello di Pompei.
Stava avvenendo che discepoli e apostoli, le ruote che portavano con se il Crocifisso, da Gerusalemme si spostavano fino ai confini della terra per annunciare il Vangelo.
Era accaduto anche a Pompei dove erano arrivati i primi evangelizzatori già dai tempi di Paolo di Tarso ed anche prima.

Viceversa se si leggono i messaggi delle cornici dall'esterno verso l'interno si deduce che il Creatore = Sator, per ruotare/girare per il mondo, è penetrato nel Nazareno.
Cioè abbiamo ora a disposizione veramente una comunicazione preferenziale e particolare: l'uomo.
Dio, la stessa "vita" si è fatta visibile e ci è venuta incontro e cammina nel mondo col suo carro di fuoco per annunciare la salvezza e la risurrezione.
Lo ZED pensato degli Egizi si fa presente, solo che non è un sogno.
Un giusto, ucciso dalla malvagità degli uomini e dal potere, l'hanno visto risorto.
Non è Osiride a venire, ma Yahwè in persona, quello di cui parla la prima lettera di Giovanni al primo versetto:

"Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita." (1Giovanni 1,1)

Lo ZED, allora, è la croce, sostegno dell'universo, spina dorsale dell'esistenza con i suoi tre tratti orizzontali, il titulus con scritto il Nazareno, le braccia della croce ove furono inchiodate le sue mani e il suppedaneum ove furono inchiodati i piedi Cristo.


IL CARRO PER LA GUERRA FINALE CONTRO IL MALE
Sul REPE è da vedere anche la nota di commento a quel versetto di Dante da parte di Baldassarre Lombardi che osserva, come avevo accennato, che il "repere" è verbo che interessa essenzialmente i serpenti ed il loro modo di incedere e di strisciare sul ventre.
Dico ciò perché dà forza al collegamento col già citato episodio del serpente di rame che fa fuggire i serpenti velenosi e salva il popolo nel deserto.
Se ci si collega a tale pensiero "per N strisciano (sottintesi i serpenti) sotto le ruote del creatore".
Quelle tre cornici di cui ho prima detto si potrebbero immaginare fatte scorrere a modo di cannocchiale fino a formare in rilievo a formare una piramide a gradini di tre livelli.

  • I livello in alto con la N, il Figlio dell'uomo, splendente, risorto sul carro;
  • II livello intermedio REPE REPE che fa muovere, cioè trasmette il moto;
  • III livello base ROTAS SATOR le ruote che si muovono e la semina nel mondo.
È veramente come un una torre semovente, un carro da guerra che avanza vittorioso per il combattimento finale contro il male, contro le armate di Gog e Magog.
Il profeta Ezechiele proprio quello della profezia del carro di fuoco, al capitolo 38 parla della guerra contro Gog nel paese di Magog;

"...quando Gog giungerà nel paese d'Israele - parola del Signore Dio - divamperà la mia collera. ...ci sarà un gran terremoto nel paese di Israele: davanti a me tremeranno ...tutti i rettili che strisciano sul terreno e ogni uomo che è sulla terra: i monti franeranno, le rocce cadranno e ogni muro rovinerà al suolo. ...farò piovere su di lui e le sue schiere, sopra i popoli numerosi che sono con lui, torrenti di pioggia e grandine, fuoco e zolfo." (Ezechiele 38,18 e 38,20-22s)

Ezechiele, profeta messianico, inizia il suo libro proprio con la visione del carro da guerra:

"Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinio di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente... Le ruote avevano l'aspetto e la struttura come di topazio e tutt'e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un'altra ruota. Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt'e quattro erano pieni di occhi tutt'intorno." (Ezechiele 1,4 e 1,16-18)

La descrizione colpisce la fantasia e pare proprio quella di un disco volante.

Lo stesso Leonardo da Vinci ne verrà colpito, infatti, per il suo "carro da guerra" il cui modello è conservato presso l'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, indubbiamente s'è ispirato a tale descrizione.
Forse anche alla piramide con tre livelli vista la forma a tronco di cono.

L'avverarsi di quella profezia era attesa con la venuta del Messia.
Si leggerà poi nel libro dell'Apocalisse (scritto qualche anno dopo le prime immagini del Sator che fu ritrovata a Pompei) in modo preciso e riferito ai nuovi tempi istituiti dal Cristo, la profezia:

"Satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni che stanno ai quattro angoli della terra, Gog e Magòg, e radunarle per la guerra: il loro numero è come la sabbia del mare. Salirono fino alla superficie della terra e assediarono l'accampamento dei santi e la città amata. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli." (Apocalisse 20,7-10)

La guerra contro tutti i mali del mondo verrà dal cielo.
E ce n'è per scatenare la fantasia sugli UFO "Unidentified Flying Object" o "Unknown Flying Object", ovvero "oggetto volante non identificato" e non si può non dire che di questo non si tratti nella descrizione di Ezechiele, solo che questa volta è definita la provenienza, quello verrà da Dio.

Ovviamente, se si pensa a quelle cornici che sono scorse a cannocchiale in alto, si viene a creare nel carro uno spazio, una teca, un abitacolo, una porzione pari a quella spostata 9+1=10 corrispondente proprio a la lettera Yod base dell'Essere, la lettera iniziale di IHWH che occupa l'interno del carro.
Viene con questo pensiero sotteso il numero 25 + 10 = 35.
Tenuto conto che il numero delle lettere di IHWH è 26, resterebbe a disposizione il numero 9, quello della lettera tet.


Il segno sinaitico è un aiuto, in quanto ci porta alla icona che oggi indica femminile e ad un altro segno egiziano che indica: bello, buono, perfetto e compiuto.
È un cuore con arterie e trachea e parte dei polmoni attaccati che si schematizza con il segno suddetto.
Indica le interiora, le parti nascoste, quelle parti delle vittime che venivano offerte agli dei, che venivano mummificate e conservate in un vaso a parte:
  • Significati base: cuore, pozzo, sigillato, utero;
  • Significati traslati: carità, bontà, amore, bellezza.
Gabriel Mandel: "A livello del divino rappresenta la vita eterna promessa da Dio a ogni anima."
Daniela Saghi Abravanel di ricorda che nella Genesi la prima volta che si trova questa lettera è nel versetto "E Dio vide che era cosa buona" (Genesi 1,4).
Questi ragionamenti indubbiamente cabalistici portano a dire che il carro visto con lettere raggruppate in tre dimensioni da luogo al numero 35 che fornisce il messaggio IHWH=26 e = 9 perciò è in circolazione Iahwèh con il suo utero di misericordia.
Si sta avverando la profezia di Isaia:

"Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione (Messia); mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di misericordia del Signore..." (Isaia 61,1s)

Viene a darci un cuore nuovo.
Lo stesso Ezechiele in un'altra visione di un tipo extraterrestre, infatti, dice:

"Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne, perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e li mettano in pratica; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio... I cherubini allora alzarono le ali e le ruote si mossero insieme con loro mentre la gloria del Dio d'Israele era in alto su di loro. Quindi dal centro della città la gloria del Signore si alzò e andò a fermarsi sul monte che è ad oriente della città." (Ezechiele 11,19-23)

Il monte a oriente della Città Santa è il monte degli Ulivi.
Questo ci collega al monte da cui ascese al cielo il Signore Gesù.

Leggiamo così, con ciò nella mente, l'episodio dell'Ascensione nel libro degli Atti degli Apostoli:

"Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo. Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi..." (Atti 1,9-11)

Stefano, il protomartire:

"...pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio" e disse, ma per questo sarà lapidato: "Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". (Atti 7,55s)

Lui, il Figlio dell'Uomo l'aveva detto:

"Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni." (Matteo 16,27)

Ce n'è per attendere un arrivo nella gloria rutilante su quel carro di fuoco!
Scenderà dai cieli che s'apriranno al Suo passaggio e arriverà il Sator, il Creatore, il seminatore a raccogliere ciò che ha seminato e ciò che non gli appartiene sarà scartato.

Per chi infine ancora dubitasse se i quadrati Rotas e Sator di cui si parla siano nati da una idea gnostica esoterica o magica non cristiana, in aggiunta alla prova del Pater Noster che s'ottiene sviluppandoli e a tutto quanto in più tempi ho espresso al riguardo, propongo le seguenti ulteriori argomentazioni:
  • non risultano esistere quadrati di quel tipo di epoca antecedenti alla morte e risurrezione di Gesù Cristo;
  • la gran parte di loro si trovano in Chiese e ambienti cristiani.
a.contipuorger@gmail.com

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