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PRIMA PARTE: LA SORGENTE DELLA VIA - IL NUOVO EDEN »
LA SORGENTE DELLA VIA - IL DISCEPOLO CHE GESÙ AMAVA »
LA SORGENTE DELLA VIA - LA QUESTIONE DEL CENACOLO »
LA SORGENTE DELLA VIA - IL GIOVANETTO DEL LENZUOLO »
LA SORGENTE DELLA VIA - MARCO DISCEPOLO ITINERANTE »
LA SORGENTE DELLA VIA - RIPRESA DELL'ITINERANZA DA PARTE DI MARCO »
LA SORGENTE DELLA VIA
MARCO RICONOSCIUTO OTTIMO DA TUTTI
Marco pare che scrisse il suo Vangelo tra il 50 e il 55 d.C., nel periodo in cui si trovava a Roma accanto a Pietro.
Secondo Eusebio, Pietro e Marco giunsero a Roma per la prima volta "al principio del Regno di Claudio" (Hist. eccl., II, 14.6)
Si può così concludere che Marco espletato quanto doveva a Gerusalemme nel 43 d.C. partì per Roma con l'apostolo Pietro che appunto, come abbiamo visto, poi lo chiamerà "figlio mio" (1Pietro 5,13 si era verso il 60 d. C.) e ne seguì le catechesi, scrivendole nel suo Vangelo.
Quindi Marco non aveva lasciato l'itineranza che costretto da momentanee contingenze.
Tema del suo annunzio è la proclamazione di Gesù Figlio di Dio, rivelato dal Padre, riconosciuto dai demoni, ma rifiutato dai potenti e dalle folle ed anche dai discepoli.
In tale Vangelo viene, infatti, messa in particolare evidenza la professione del centurione romano, pagano, ai piedi di Gesù crocifisso: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio" (Marco 15,39).
Il giovane aveva conquistato la fiducia degli apostoli.
Riporterà poi elogi e considerazioni da parte dello stesso Paolo che lo ricorda in più occasioni:
- "Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Barnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni - se verrà da voi, fategli buona accoglienza - e Gesù, chiamato Giusto. Di coloro che vengono dalla circoncisione questi soli hanno collaborato con me per il regno di Dio e mi sono stati di conforto." (Colossesi 4,10s)
Infatti, nel 61 d.C. risulta che Paolo era prigioniero in attesa di giudizio.
- "Ti saluta Èpafra, mio compagno di prigionia in Cristo Gesù, insieme con Marco, Aristarco, Dema e Luca, miei collaboratori." (Lettera a Filemone 23s)
- "Cerca di venire presto da me, perché Dema mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Èfeso. Venendo, portami il mantello, che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo, e i libri, soprattutto le pergamene." (2Timoteo 4,9-13)
Probabilmente Marco con Luca avrà aiutato Paolo anche nello scrivere alcuni passi delle sue lettere.
La tradizione dice che la basilica romana di San Marco, fu eretta proprio di fronte al Campidoglio sul luogo in cui sorgeva la casa in cui risiedeva l'evangelista nel suo soggiorno a Roma, mentre Paolo risiedeva ove ora c'è il ghetto ebraico sulla sponda sinistra del Tevere, ma in definitiva erano vicini tra loro.
Nella tradizione c'è che Pietro, consolidatasi la comunità di Roma, ebbe ad inviare poi Marco ad evangelizzare l'Italia settentrionale, ad Aquileia, e da lì poi sarebbe passato ad Alessandria d'Egitto ove fondò la Chiesa locale e vi subì il martirio.
Secondo gli Atti di Marco, un apocrifo del IV secolo, vi morì probabilmente nel 68 d.C..
Una leggenda dice che nell'828 due mercanti veneziani avrebbero portato il corpo di Marco nella città di Venezia.
A questo punto propongo un racconto che prova ad integrare e collegare fatti certi e ipotesi sul Cenacolo, sul Getzmani e su Marco l'evangelista giovinetto.
L'ho intitolato "Il discepolo col lenzuolo" con chiaro riferimento a l'episodio riferito dal Vangelo di Marco di cui ho detto che pare proprio una testimonianza autobiografica.