BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2011  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheAttesa del Messia - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
L'AMICO LAZZARO
E IL RIPOSO DI BETANIA

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

PERCHÉ QUESTO ARTICOLO »
GLI "AMICI" DI DIO »
IL PROSSIMO VA TRATTATO DA AMICO »

DARE LA VITA PER UN AMICO
Fatto questo inciso, torniamo alla vita di Abramo.
Vi sono due momenti cruciali della vita di Abramo, la chiamata e il sacrificio del figlio che era tutta la sua vita:

  • "Il Signore disse ad Abram: Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò." (Genesi 12,1)
  • "Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: Abramo, Abramo! Rispose: Eccomi! Riprese: Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va' nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò (dirò)". (Genesi 22,1-2)
Solo la fede poté farlo entrare nella totale precarietà ed accettare quel "io ti indicherò o io ti dirò" così generico.
"Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato." (Genesi 22,3)
Due servi accompagnano il figlio Isacco, figura di Gesù, al sacrificio.
Uno dei due sarà stato senz'altro il buon Eliezer.
Il figlio, peraltro, non era più un giovinetto, era in età di comprendere ed anche grande fu la sua fede.
Nessuno poi parla mai di quale sofferenza avrà avuto Sara sua madre quando avrà saputo della decisione del marito.
Che pensare Abramo così corretto l'avrà a lei rivelato, per lei fu un colpo e forse non si riebbe troppo era stato il dolore.
Alla fine del racconto del sacrificio di Isacco, infattim, il capitolo 23 del libro della Genesi inizia informando "Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara morì..." (Genesi 23,1-2)
Il Talmud per questo ritiene che avendo Sara avuto il figlio Isacco a 90 anni, questi al momento del suo sacrificio sul monte Moria avrebbe avuto 37 anni... l'età del Cristo (nato il 7 a.C. e morto il 30 d.C.) sulla croce.
Isacco ebbe l'occasione di stare solo col padre quando: "...Abramo disse ai suoi servi: Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi. Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme." (Genesi 22,5-6)
Isacco fu caricato del legno come Gesù della croce.
Il racconto fa trapelare che il figlio comprese cosa gli stava per capitare, perciò: "Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: Padre mio! Rispose: Eccomi, figlio mio. Riprese: Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto? Abramo rispose: Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!". (Genesi 22,7-8a)
E come nell'orto del Getzemani quando Gesù prega il Padre di allontanare da Lui quel calice amaro, ma conclude... fai secondo quello che è giusto fare.
"Proseguirono tutt'e due insieme..." (Genesi 22,8b) il figlio fu condiscendente.
Poi: "Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna..." (Genesi 22,9)
Fissò il figlio sul legno come Gesù fu fissato sulla croce.
Questo legamento o "Aqedah" va accostato al pensiero di "Proseguirono tutt'e due insieme... di Genesi 22,8b e il maestro Rashi conviene che Isacco allora capì che stava per essere ucciso e accettò la propria morte... e proseguirono con cuore unito decisi entrambi che ciò che facevano era proprio conveniente venisse fatto.
In "Bereshit Rabbah" 56,4 "Isacco tremò e si scossero le sue membra, perché comprese il pensiero del padre suo; e non riusciva a parlare. Tuttavia si fece forza e disse al padre suo: Se è vero che il Santo, benedetto Egli sia, mi ha scelto, allora la mia anima è donata a Lui! E Isacco accettò con pace la propria morte, per adempiere il precetto del suo Creatore. Secondo il "Midrash" al Salmo 116,6 fu anzi lui stesso a legarsi all'altare perché il sacrificio fosse perfetto.
Un canto intitolato Akedah del Cammino Neocatecumenale mette appunto in bocca ad Isacco queste parole: "Legami, legami forte, padre mio, non sia che per paura io resista, e non sia valido il tuo sacrificio, e tutti e due siamo rifiutati."

Solo una forte fede di entrambi nella risurrezione può spiegare la situazione.
Abramo è figura del padre di una comunità basata sulla fede e Isacco è figura del figlio che consente che ciò avvenga.
La comunità figlia, perché tutti dai lombi di Abramo nasceranno, la prima, quella che sta per diventare popolo al momento dell'uscita dall'Egitto, si trovò davanti alle stesse richieste da parte di Dio che parlava per bocca di Mosè e di Aronne: "Mosè e Aronne andarono e adunarono tutti gli anziani degli Israeliti. Aronne parlò al popolo, riferendo tutte le parole che il Signore aveva dette a Mosè, e compì i segni davanti agli occhi del popolo. Allora il popolo credette. Essi intesero che il Signore aveva visitato gli Israeliti e che aveva visto la loro afflizione; si inginocchiarono e si prostrarono." (Esodo 4,29-31)
Mosè ed Aronna in definitiva proposero di uscire dall'Egitto, lasciando tutte le loro sicurezze, come Dio aveva proposto ad Abramo di uscire da Ur dei Caldei.
Poi ci fu una richiesta: "Il Signore disse a Mosè: Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli Israeliti, di uomini o di animali: esso appartiene a me." (Esodo 13,1-2) come Dio chiese ad Abramo l'unico figlio il primogenito nato da Sara sua moglie, il figlio che amava.
Ogni Isrelita, per fede, secondo la Torah consacra il proprio primogenito a Dio, lo consegna a Lui, perché di fatto è suo e ciò ricorda il sacrificio d'Isacco.

Alcuni anni fa appoggiandomi a più decriptazioni di pagine della Torah con l'articolo "La risurrezione dei primogeniti" ho delineato e supportato la tesi che il popolo d'Israele in quel frangente, cioè al conclamato momento fondante la sua nascita, nell'episodio del famoso miracolo del mare, fu costretto, appoggiandosi solo alla fede, ad una scelta molto dolorosa che comportava una grande fede da parte del consiglio degli anziani.
Stando al testo doveva uscire dall'Egitto assieme a Israele una congerie di genti raccogliticce.
Oltre agli uomini abili evidentemente c'erano fanciulli, donne, vecchi, e animali d'ogni genere e il passo che potevano tenere sarebbe stato quello dei più lenti.
Da Mosè, per gli accenni ricevuti di Dio, uscì una strategia.
I primogeniti di Israele, almeno tutti i giovani atti alle armi, guidati dai primogeniti delle tribù egizie discendenti di Giuseppe che fu vice faraone, cioè di Manasse e di Efraim, ben armati, avrebbero dovuto formare un contingente, farsi notare come in fuga onde gli egiziani avrebbero creduto che fosse la totalità della comunità d'Israele e avrebbero concentrato tutte le forze per inseguirli.
Ciò avrebbe favorito i padri, le madri, i fratelli e i loro anziani, israeliti e le altre genti che si accodavano onde potessero sfilare per altra via.
I primogeniti, più veloci, con a capo Mosè, avrebbero preso la via corta, lungo il mare per farsi notare e il grosso, lento, sotto la guida di Aronne e Maria, sarebbe invece passato per la via del deserto fino alle paludi salmastre a sud dello odierno stretto di Suez, i laghi amari, ove non ci sarebbero stati controlli.
La decriptazione del versetto Genesi 32,29, veramente illuminante, conferma l'idea: "E furono prima (d'andare) agli Amari degli Egiziani i primogeniti ad essere in vista. Si versano dentro forti uniti alle acque di Ra. Ed alla porta si accese una strage forte, ma d'Israele la coppa è superstite. Agì alle acque Dio. Aperte furono le acque."
Il gruppo dei primogeniti, evidentemente, uscì dalle proprie case, ciascuno salutò la propria famiglia.
Queste li consegnarono in mano a Dio e a Mosè poi:
  • uscirono all'inizio della notte del 14 di Nisan in cui passò l'angelo sterminatore per gli egiziani;
  • il 14 di Nisan fu giorno di scorribanda dei primogeniti nel paese per farsi rincorrere dagli Egiziani, alla sera s'accamparono a Pi-Akirot;
  • il 15 di Nisan (Numeri 33,3), partenza del popolo per gli Amari, scontro dei primogeniti con gli Egiziani che credevano fosse tutta la carovana e apertura del Mare di canne in favore dei soli primogeniti, il popolo non si accorse di nulla camminava su un altro percorso (se il popolo intero fosse stato spettatore del miracolo del mare, infatti, non si spiegherebbero poi tanti dubbi e reticenze);
  • il 16 di Nisan, giorno di cammino per andare agli Amari;
  • incontro dei primogeniti salvati, come risorti dopo tre giorni, col gruppo di Aronne e dei congiunti alle acque amare.
Questa sarebbe la radice di tutte le profezie del risuscitare dopo tre giorni, il tempo cioè che i primogeniti sono stati "davanti a Dio", lontani dai familiari, dati per morti, ma tornati vivi nonostante il potente nemico.
Si comprende così il pathos attribuito a tale numero, con i tre giorni passati da Giona nella balena e, infine, da Gesù Cristo nella tomba.
Il fatto che la radice dei tre giorni stia proprio nel momento dell'apertura del mare, cioè nell'evento pasquale fondante l'ebraismo, è garanzia d'autenticità.
Tutte le altre profezie di tale circostanza, dovunque vengano tratte, prendono origine da questo brano che è il più antico.
Dal decriptato del versetto Genesi 32,25 abbiamo trovato:"E sono stati dai padri versati all'Unico per essere di salvezza delle vite portandosi alla vista degli Egiziani".
Gesù si legge in trasparenza.
I primogeniti sono come Gesù e Gesù è la salvezza.
Se i padri ebrei, come fece il padre Abramo, per fede hanno "consacrato a Dio i primogeniti" per la salvezza di tutti, Dio Padre come non consacrerà il proprio figlio Unigenito per la salvezza di tutti gli uomini?
Se i primogeniti sono stati disposti a dare la vita per coloro che amavano i fratelli, gli amici, i congiunti, come il Figlio, il Cristo, il Messia non darà la sua vita per tutti noi?
La fede in Dio di Abramo e del figlio Isacco ha portato frutto.
Dio Padre risponderà da amico all'amicizia di Abramo.
Il Cristo risponderà da amico all'amicizia di Isacco.
I due Abramo e Isacco procedettero insieme uniti dallo stesso Spirito Santo che risponderà da amico ai loro discendenti.
Ugualmente il Padre e il Figlio suo Gesù Cristo proseguirono uniti con lo Spirito Santo al sacrificio della croce, morì un uomo ma c'era in lui la pienezza della divinità.
Tutti i padri Ebrei allora, in occasione del miracolo del mare, hanno consacrato, come Abramo fece con Isacco, i propri primogeniti al Signore, disposti a sacrificarli.
Un popolo per nascere libero alla fede di Iahwèh è stato disposto a sacrificare i propri figli migliori e Lui ha risposto aprendo le acque!
La risposta di Dio alla fede del popolo d'Israele, di cui quella di Abramo è figura, è auspicata ed è attesa; viene scritta in forma criptata nell'Esodo poi trasformata in profezie, in frasi, in midrash nella Genesi, piccoli accenni sempre più intensi, ma Dio è l'ispiratore di questa fede e risponderà con l'incarnazione del Figlio Unigenito piegandosi alle speranze del popolo.
A questo punto è chiaro che lo stesso sacrificio di Isacco può essere figura, midrash, di questo sacrificio nella fede da parte di un intero popolo.
Il racconto del sacrificio d'Isacco sembra illuminare la legge del riscatto - sostituzione prescritta (Esodo13,13 e 34,20).
La decriptazione del racconto del sacrificio di Isacco in Genesi 22, almeno per i primi 14 versetti, fu un primo brano competo che presentai al mio esordio in Internet "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche", brano che conferma e sostiene questo episodio dei primogeniti al momento dell'apertura del mare e alla cui lettura rimando.
Abramo credette nel Cristo e nella risurrezione del figlio.
È quanto sostiene lo stesso Gesù nel Vangelo di Giovanni: "Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò". (Giovanni 8,56)
Abramo vide il segno di Cristo, della sua corona di spine, della legno della croce quando vide l'ariete impigliato nel roveto pronto ad essere sacrificato in luogo di Isacco: "Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo: Il Signore provvede, perciò oggi si dice: Sul monte il Signore provvede." (Genesi 22,13s)
Vide altresì il segno della risurrezione quandò ebbe Isacco come redivivo, in pratica risorto, avendolo lui nel suo cuore già dato per morto e consegnato a Dio Padre.
Comprese cioè la profezia del sacrificio del Figlio amato da parte del Padre nei cieli in favore di tutti gli uomini.
Intravide così la storia e la missione del Messia.
Del pari Isacco vide la risurrezione come pure i primogeniti nell'episodio dell'apertura del mare e credettero nella risurrezione e nel Messia quando si aprì il mare, mentre il popolo lontano ai laghi Amari poco aveva visto e l'aveva solo sentito raccontare.
Grazie alla fede nel Messia, quindi, abbiamo Abramo per nostro padre ed entriamo a far parte degli amici di Dio.
È chiaro, perciò, che è "Gesù, autore e perfezionatore della fede", come dice la lettera agli Ebrei (12,2), perché motore e finalità di tutta la storia di salvezza preparata da Lui che appunto va letta e interpretata in vista di Lui che prepara un mondo nuovo per i risorti.
Lui, infatti, prepara un regno e una nuova creazione a cui tutti siamo chiamati ad entrare, come ricorda con la similitudine del padrone che chiama gli operai a lavorare a tutte le ore (Matteo 20,1-16).
Questa parabola seguì, infatti, un discorso fatto ai dodici "E Gesù disse loro: In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione... (Matteo 19,28)
vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2011 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  RACCONTI A SFONDO BIBLICO...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy