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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
L'AMICO LAZZARO
E IL RIPOSO DI BETANIA

di Alessandro Conti Puorger
 

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DIO AIUTA I SUOI AMICI
Il nome di Lazzaro è equivalente ai nomi Eliezer "'Elioezoer" od Eleazaro "'Oel'azar" dell'Antico Testamento.
Nel Nuovo Testamento di personaggi col nome Lazzaro se ne trovano due.
Per entrambi si concretizza che il loro aiuto è venuto da Dio.

Il primo che ha nome Lazzaro è un povero di una parabola, riportata solo dal Vangelo di Luca (16,19-25) in contrapposizione ad un ricco, senza cuore, restato appunto senza nome, che banchettava ogni giorno incurante di quel poveretto "giaceva alla sua porta, coperto di piaghe", la cui vita era una dimostrazione solo dell'aiuto di Dio.
Alla morte di entrambi, il primo, cioè Lazzaro, andò in seno al padre Abramo e l'altro, il ricco egoista, nell'inferno tra i tormenti, infatti, non aveva un nome scritto nel libro della vita.

Il secondo Lazzaro si trova solo nell'ultimo Vangelo, quello detto di Giovanni.
Fu Lazzaro risuscitato dalla morte da Gesù secondo il racconto in Giovanni 11,1-44, fratello di Maria e Marta (Marta, Martha o Mara in aramaico significa signora, maestra), ed è citato più volte dallo stesso Vangelo nel successivo capitolo 12 ai versetti 1-2, 9-10 e 17.
Complessivamente da Giovanni il nome Lazzaro è richiamato 12 volte.
Lazzaro con le sorelle abitava a Betania ((località che non ha riscontro nell'Antico Testamento, oggi el-Azarieh), un villaggio al secondo miglio (circa tre Km.) da Gerusalemme, vicino alla via per Gerico, sulle pendici orientali del monte degli Ulivi, da non confondere con un paese in Transgiordania, cioè oltre il Giordano, ove il Battista battezzava, indicato dallo stesso Vangelo di Giovanni (1,28).
(Origene nel Commento a Giovanni sostiene che il nome di questa località al dilà del Giordano sarebbe da leggere Betabara e non Betania).
Il villaggio di Betania era un luogo che Gesù e i discepoli erano soliti frequentare ed è ricordato anche in:

  • Luca 10,38, ove lo cita senza nominarlo, ma è evidente che è Betania, "Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria..."; ma perché non parla di Lazzaro?
  • Luca 19,29, "Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui.", parallelo a Marco 11,1.
  • Luca 24,50s, "Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo."
  • Matteo 21,17, dopo la cacciata dei venditori dal tempio "E, lasciatili, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte."
  • Matteo 26,6, "Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso."
Tre sembrano i posti eletti da Gesù per il suo riposo in quella zona:
  • l'orto del Getzemani con la relativa azienda agricola;
  • la casa di Lazzaro a Betania;
  • la casa di un certo Simone... il lebbroso, citato dal Vangelo di Marco "Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso..." (Marco 14,3 e Matteo 26,6) mentre per Luca (Luca 7,36-50) Simeone era solo un fariseo.
È ovvio che tutti i relativi proprietari di queste residenze si conoscessero ed abitualmente si frequentassero e forse erano anche tra loro imparentati.
Betania fu anche il luogo dell'ascensione di Gesù, almeno secondo il Vangelo di Luca (24,50), ma quella fu una ascenzione direi intermedia, la prima avvenuta lo stesso giorno della domenica della risurrezione; l'ultima e definitiva ascenzione, quella dopo quaranta giorni dalla domenica di risurrezione, è pure narrata dallo stesso Luca nel libro degli Atti degli Apostoli (1,9-12), ma il luogo dell'ascenzione è definito in modo generico... nell'ambito del monte degli Ulivi, infatti, gli apostoli poi: "...ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato." (Atti 1,12)
D'altronde secondo i Vangeli varie sono state le apparizioni del Risorto e ogni volta spariva ai loro occhi e quindi si verificavano ascenzioni intermedie.
Torniamo a questo Lazzaro, che aveva una casa a Betania ove viveva con le sorelle Marta e Maria, della cui resurrezione da parte di Gesù è detto al capitolo 11 del Vangelo di Giovanni.
Quando s'ammalò, evidentemente, gravemente visto che poi morì, Gesù era "al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava". (Giovanni 10,40)
Dall'Evangelista viene subito chiarito chi era Lazzaro: "Le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Signore, ecco, il tuo amico è malato". (Giovanni 11,3)
Quel sentimento che provava Gesù era per tutta la famiglia, infatti, poi il Vangelo precisa proprio come commento dell'Evangelista: "Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro". (Giovanni 11,5)
Fu così che Gesù mandò a dire alla famiglia che "Questa malattia non è per la morte" e aggiunse delle parole che evidentemente apparvero sibilline "perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato". (Giovanni 11,4)
Si trattenne però ancora per due giorni là, oltre il Giordano, a circa 40 Km a est, nella Perea governata dal tetrarca Erode.
"Poi, disse ai discepoli: Andiamo di nuovo in Giudea! ...soggiunse loro: Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo". (Giovanni 11,7-11)
Sapeva perfettamente che era morto, infatti poi "Gesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto...". (Giovanni 11,14)
Gesù si era ritirato oltre il Giordano per sfuggire ai giudei, infatti "I discepoli gli dissero: Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?" (Giovanni 11,8)

Visto che "Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro" è plausibile da ritenere che la conoscenza di Lazzaro, Marta e Maria fosse di antica data, forse anche antecedente il ministero pubblico.

Quando arrivò prima di Betania gli andò incontro prima Maria poi Marta e Gesù e viene messo in evidenza che:
  • Gesù "si commosse profondamente, si turbò" (33)
  • "Gesù scoppiò in pianto" (35)
  • "Dissero allora i Giudei: Vedi come lo amava!" (36)
  • "Gesù, ancora profondamente commosso..." (38)
Gesù fece risorgere l'amico Lazzaro, e si esplicitò a pieno tutto il potenziale del proprio nome "Dio l'aveva aiutato!"
Sul pianto di Gesù molto è stato discusso e detto.
Una interpretazione è che pianse quando vide l'incredulità conclamata da parte di tutti gli astanti sulla risurrezione e sul potere divino contro la morte ed in definitiva sulla mancanza di fede generale sulla vita eterna.
Altra interpretazione è che aveva avuto visione chiara del suo destino - passione, crocefissione e morte - come si arguisce dall'accenno che aveva fatto quando aveva detto "perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato" (Giovanni 11,4), in quanto il glorificare passa, infatti, per la croce.
Ha chiaro che si avvicina il momento.
Era cioè un'anticipo della paura della sofferenza fisica che comporta la natura umana e che poi si esplicitò sul Getzemani pochi giorni dopo.
Nel capitolo 12,1-3 del Vangelo di Giovanni, si legge "Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali" e Maria gli unse i piedi con nardo purissimo.
Nel giorno successivo, quando entrò osannato a Gerusalemme anche dei Greci volevano vedere Gesù e "si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: Signore, vogliamo vedere Gesù. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose: "È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto... Ora l'anima mia è turbata..." (Giovanni 12,21-27)
Viene così spiegato quel turbamento di Gesù davanti alla tomba di Lazzaro.
Lazzaro per il Vangelo di Giovanni fu la goccia che come fece traboccare di gioia i discepoli e il popolo amico di Gerusalemme che lo osannò.
"Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele!"
Fu però anche la goccia che fece anche traboccare il vaso della collera dei nemici di Gesù e provocò la sua morte.
Tutto ciò si comprende dai seguenti versetti di Giovanni 12:
  • "Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là (Gerusalemme), e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù." (Giovanni 12,9-11)
  • "Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza. Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno. I farisei allora dissero tra di loro: Vedete che non concludete nulla? Ecco che il mondo gli è andato dietro!" (Giovanni 12,17-19)
Per il Vangelo di Giovanni la risurrezione dell'amico Lazzaro fu perciò un motivo dell'accoglimento esultante di Gesù all'entrata a Gerusalemme, nato spontaneamente per iniziativa dei discepoli, dei parenti e dei conoscenti di Lazzaro assieme agli spettatori di quell'evento che coinvolserò così molte persone venute alla festa per Pesach, fatti che poi furono concausa della conclusione della vita terrena di Gesù di Nazaret.
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