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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
GIOSAFAT RE
PROFEZIA DI RESURREZIONE

di Alessandro Conti Puorger
 

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IL REGNO DI GIOSAFAT »

LE GUERRE DI GIOSAFAT
Delle gesta belliche di Giosafat è detto in 1Re 22, 2Cronache 16, in... 2Re 3 e in 2Cronache 20,1-30, da cui si ricava che Giosafat era particolarmente protetto dal Signore in favore di Davide suo antenato anche se il Signore era indignato dal fatto di quel imparentamento e scambio di alleanza con la dinastia empia di Acab.
D'altronde se doveva essere cercata un'alleanza era con il Signore stesso e acquisirne una ulteriore palesava una mancanza di fede in Lui.
Riporto succintamente i fatti relativi.

1Re 22
Il primo brano riguarda essenzialmente la guerra congiunta che Acab, re d'Israele, propose a Giosafat, re di Giuda per riconquistare la città di Ramot di Gàlaad al re di Aram.
Questa città ha un nome profetico perché "dall'alto ( = ) un segno rivelerà () l'Eterno ".
E così fu!
Giosafat suggerì che Acab consultasse il Signore.
Quattrocento falsi profeti di Acab dettero parere favorevole, ma Michea, figlio di Imla fu il solo ad esprimersi in modo negativo e disse: "Vedo tutti gli Israeliti vagare sui monti come pecore che non hanno pastore".
Il nome Michea significa "simile a Jah".
Questo Michea non è da confondere col profeta Michea di Moreset-Gat che profetizzò in Giuda tra fine VIII e inizio del VII secolo a.C. di cui il libro a suo nome.
Acab disse a Giosafat: "Non te l'avevo detto che costui non mi profetizza il bene, ma solo il male?" e non ascoltò Michea.
Marciarono così verso Ramot di Gàlaad.
Il racconto diviene alquanto criptico e sembra nascondere un'altra verità.
Si parla di un travestimento, il che fa pensare anche ad un testo nascosto.
Stando però per ora solo al testo esterno Acab si travestì, perché altrimenti nella battaglia il nemico avrebbe cercato di uccidere solo li lui.
Come se ci fosse un complotto tra Aram e Giuda, si che i guerrieri di Aram non colpivano il re di Giuda, ma solo Acab.
Il re di Aram aveva, infatti, ordinato ai capi dei suoi carri di non combattere contro nessuno, piccolo o grande, se non contro il re di Israele.
Ad un certo punto stavano per colpire Giosafat il re di Giuda, perché questi gridò, i nemici accortisi che non era Acab desistettero.
Poi, un uomo tese a caso l'arco e colpì il re d'Israele fra le maglie dell'armatura e la corazza e questi rimase riverso sul suo carro e uscì dalla mischia.
A sera il re Acab morì e si verificò la profezia di Michea.
Ognuno tornò a casa propria.
Un parallelo racconto è in 2Cronache 18 e l'inizio del capitolo successivo ci informa: "Giosafat, re di Giuda, tornò in pace a casa in Gerusalemme. Il veggente Ieu, figlio di Canàni, gli andò incontro e disse a Giosafat: Si doveva forse recare aiuto a un empio? Potevi dunque amare coloro che odiano il Signore? Per questo lo sdegno del Signore è contro di te. Tuttavia in te si sono trovate cose buone, perché hai bruciato i pali sacri nella regione e hai rivolto il tuo cuore alla ricerca di Dio". (2Cronache 19,1-3)

2Re 3
In questo brano, morto Acab, suo figlio Ioram ormai re d'Israele, chiese di nuovo aiuto a Giosafat che assentì.
Mesa il re di Moab, infatti, si era ribellato al re di Israele.
Ioram scelse di...percorrere la via del deserto di Edom.
Era una coalizione di tre re, il re di Israele, il re di Giuda e il re di Edom.
Mancava acqua e Giosafat suggerì di chiedere il parere a un profeta.
Il profeta che viveva in quella zona, gli dissero, essere Eliseo.
Giosafat ispirato disse: "La parola del Signore è in lui".
Eliseo però non voleva parlare al re d'Israele e con sarcasmo gli disse di andare dai profeti della madre.
Solo per il rispetto verso Giosafat re di Giuda, poi, a nome del Signore dette il suggerimento di scavare fosse e avrebbero trovato acqua e concluse che il Signore avrebbe messo Moab nelle loro mani.
Gli Israeliti al mattino sconfissero i Moabiti.

2Cronache 20,1-30
I Moabiti coalizzati con gli Ammoniti, popolo a nord del torrente Yabbok affluente in destra del Giordano ed i Muniti, delle città di montagna della zona di Seir con buoni pascoli, mossero guerra a Giosafat.
Questi popoli stavano proprio tra il monte Nebo, il fiume Giordano e il mar Morto, ed erano quelli che avevano impedito al popolo d'Israele di passare per la via del re quando, ai tempi di Mosè e di Giosuè, stavano per conquistare la terra promessa.
Giosafat si rivolse al Signore e indisse un digiuno per tutto Giuda.

Il brano mette in evidenza il grande spirito di fede nel Signore che moveva Giosafat e che era stato acceso nel popolo di Giuda: "Quelli di Giuda si radunarono per implorare aiuto dal Signore; vennero da tutte le città di Giuda per implorare aiuto dal Signore. Giòsafat stette in piedi in mezzo all'assemblea di Giuda e di Gerusalemme nel tempio, di fronte al nuovo cortile. Egli disse: Signore, Dio dei nostri padri, non sei forse tu il Dio che è in cielo? Tu domini su tutti i regni dei popoli. Nelle tue mani sono la forza e la potenza; nessuno può opporsi a te. Non hai scacciato tu, nostro Dio, gli abitanti di questa regione di fronte al tuo popolo Israele e non hai consegnato il paese per sempre alla discendenza del tuo amico Abramo? Gli Israeliti lo hanno abitato e vi hanno costruito un santuario al tuo nome dicendo: Se ci piomberà addosso una sciagura, una spada punitrice, una peste o una carestia, noi ci presenteremo a te in questo tempio, poiché il tuo nome è in questo tempio, e grideremo a te dalla nostra sciagura e tu ci ascolterai e ci aiuterai. Ora, ecco gli Ammoniti, i Moabiti e quelli delle montagne di Seir, nelle cui terre non hai permesso agli Israeliti di entrare, quando venivano dal paese d'Egitto, e perciò si sono tenuti lontani da quelli e non li hanno distrutti, ecco, ora ci ricompensano venendoci a scacciare dalla eredità che tu hai acquistata per noi. Dio nostro, non ci vorrai rendere giustizia nei loro riguardi, poiché noi non abbiamo la forza di opporci a una moltitudine così grande piombataci addosso? Non sappiamo che cosa fare; perciò i nostri occhi sono rivolti a te." (4-12)

Un Levita invaso dallo spirito del Signore li confortò dicendo: "Non temete e non spaventatevi davanti a questa moltitudine immensa perché la guerra non è diretta contro di voi, ma contro Dio. (15) ...il Signore opererà per voi, o Giuda e Gerusalemme. (17)"
Il giorno dopo Giosafat si mosse col suo esercito, ma pose davanti i leviti con paramenti sacri a lodare il Signore a piena voce in modo simile a come fece Giosuè per attraversare il Giordano.
Il Signore tese un agguato contro gli Ammoniti, i Moabiti e quelli delle montagne di Seir, venuti contro Giuda e furono sconfitti.
Questi, in effetti, entrarono in lite tra loro e si distrussero a vicenda.
Quando quelli di Giuda raggiunsero la collina da dove si vedeva la vallata non c'erano che cadaveri e per tre giorni raccolsero bestiame, ricchezze, vesti e oggetti preziosi.
Ne presero più di quanto ne potessero portare.
Passarono tre giorni a raccogliere il bottino, perché esso era molto abbondante.
Si radunarono poi nella valle di Beracà; poiché là benedissero il Signore, chiamarono quel luogo valle della Benedizione (26).
Si seppe in giro che il Signore aveva combattuto in favore di Giosafat e il terrore si diffuse su tutti i regni dei vari paesi onde il regno di Giosafat fu tranquillo.
Dio gli aveva concesso la pace su tutte le frontiere.

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