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SAN GIUSEPPE...

 
FAMIGLIA SANTA, SORGENTE DELL'UOMO NUOVO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

INTRODUZIONE AL TEMA
La famiglia di concezione cristiana, ossia della comunità dei battezzati in Cristo, è l'ambiente ricettivo d'amore e di solidarietà che genitori accorti, un maschio e una femmina della razza umana, hanno destinato e destinano per culla dei loro figli, contributo alla conservazione ed al miglioramento dell'umanità futura e come cammino di santificazione.
Con la "scristianizzazione" assai sentita negli ultimi tempi nell'occidente che si riverbera su tutto il mondo s'addensano sulla famiglia nubi oscure in modo più rapido della capacità di prenderne atto, onde la situazione d'erosione di tale istituto è più avanzata di quanto acquisito.
Benedetto XVI nel suo libro intervista "Luce del mondo" scrive: "Molti sostengono che il matrimonio monogamico in realtà non esista più. È una sfida immane sorreggere e riedificare ambedue: il celibato e il matrimonio. Il matrimonio monogamico è il fondamento su cui poggia la civiltà dell'Occidente. Se crolla, crolla un elemento essenziale della nostra cultura" e in un altro passo "Vediamo che il potere dell'uomo è cresciuto in modo abnorme. Quello che però non è cresciuto di pari passo è il suo potenziale etico. Questa sproporzione si rispecchia oggi nei frutti di un progresso privo di fondamenta morali."
L'umanità per procreare, ora usa, infatti, anche provette con ovoli prestati, uteri in affitto, spermatozoi congelati e a volte di un uomo non della coppia e c'è chi pure si batte per famiglie di persone dello stesso sesso.
Si cerca poi di limitare l'accesso ai nuovi figli e nel sentire generale un buonismo fasullo tenta di limitare la vita ai malati anziani e terminali, per evitare sofferenze, chiudendo un occhio sulla eutanasia.
Sono poi avvenuti cambiamenti radicali per l'affermarsi sempre più duramente in tutti gli aspetti più negativi delle leggi di mercato che esasperano supremazie e fanno riapparire sotto forme diverse l'antica schiavitù.
Il tempo dei lavoratori, infatti, s'è fatto breve, nel senso che la mano d'opera vale sempre meno rispetto al costo della vita e non basta più che un solo genitore provveda al sostentamento, ma per sbarcare il lunario occorre che anche la parte femminile impegni il proprio tempo fuori di casa.
Il lavoro della donna fuori famiglia ha portato ad accentuare tentazioni da cui la famiglia era salvaguardata e così il bimbo si può trovare in famiglie allargate con più padri e/o con più madri e forse anche senza fratelli.
Eppure, un figlio è pasta da fermentare, elemento di partenza il cui risultato dipende molto da com'è lavorata, onde insufficienze in tale aspetto avranno negativi riflessi sull'umanità intera.
L'onere economico di un nuovo figlio è così sempre più sentito.
Effetto di ciò è una rilevante riduzione del numero dei figli per coppia.
Nel 2010 in Italia, infatti, il numero medio di figli per donna è di 1,41 e, delle coppie con figli, il 46,5% hanno un figlio unico, il 43% ne ha 2 e appena il 10% ne ha tre o più.
Su ciò ha certamente influito la diffusione di mezzi contraccettivi maschili e femminili, la pillola del giorno dopo e le leggi che consentono l'aborto nelle prime settimane di gestazione.

Molti, sognatori, utopisti, ma semplicemente chi ritiene che l'uomo ha anche una parte spirituale da sviluppare, aspirano e s'attendono un'evoluzione che coinvolga tutto, vale a dire il materiale e lo spirituale, il visibile e l'invisibile, e s'attui così il passaggio all'uomo nuovo, radicalmente diverso dal vecchio come la farfalla dalla larva.
I credenti sperano che il Creatore santifichi ed elevi la dignità dell'uomo.
I cristiani ritengono tale fase iniziata con l'avvento del Cristo.
Dio, Padre e Madre dell'umanità, onde fosse santa, intese agli inizi preparare una famiglia santa.
Una santa famiglia, infatti, era la culla per l'uomo nuovo.
Di ciò parla la Sacra Scrittura giudeo-cristiana, detta "Bibbia".
A tal fine Dio formò la prima coppia e la sposò.
Il risultato finale della creazione dell'uomo sarebbe stato il figlio di quella coppia, ma il processo fu interrotto, la famiglia non aderì a quel disegno.
Quel figlio non nacque!
O meglio, sì, nacquero dei figli, ma fuori dal progetto finale, una variante provvisoria da portare a compimento.
La creazione, perciò, fu come sospesa.
"Sappiamo bene, infatti, che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo." (Romani 8,22s)

All'inizio Dio formò, non prima l'uomo e poi la donna, ma una coppia che aveva tutto il necessario per essere santa, mancava solo il loro sì.
Disse Rabbì Eleazar: ogni uomo che non ha una donna non è un uomo (completo), come è detto: maschio e femmina furono creati e chiamo il loro nome uomo.
Ho citato Rabbì Eleazar ben Eliezer ben Hurcanus perché, essendo uno dei più importanti Tannaim del 1° e 2° secolo, insegnante di Akiva, ricordato in Mishnà, Baraita e Talmud, evidentemente è un saggio che ha approfondito i testi biblici e se ha detto ciò l'ha detto a motivo.

Dio per primo creò una coppia e la chiamò "Adamo".
Beh! Perché tacciare Dio di maschilismo?
In effetti, non si trova mai detto che Dio chiamò il primo uomo maschio "'Adam", ma quel nome è da considerare con la lettera minuscola "'adam" riferito a definire la prima coppia, come si nota nei sacri testi appena viene citato.
Dio, infatti, perché doveva preferire che fosse un maschio il primo essere della famiglia umana, il che tra l'altro è anche contrario ad ogni senso pratico?
Si è ancora così tronfi di superiorità maschile che concludiamo che Dio opera come faremmo noi!
S'è pensato anche ad un androgino...
No, Adamo era una coppia, maschio e femmina, ma non erano ancora moglie e marito nel senso di parità, di amore e unità.
Cristo volle rimettere a posto tale questione basilare, causa di tanti problemi, ed addirittura chiamò la donna a primo testimone della risurrezione.
Del resto, dopo il peccato, quando il testo dice "il Signore Dio chiamò l'uomo ('adam) e gli disse: Dove sei?" (Genesi 3,9) si interpreta che chiamò il maschio della coppia, ma in effetti chiamò la coppia e per primo rispose l'uomo, ma non per questo "'adam" era il suo nome!
Se "'adam", uomo, non è il nome del primo maschio della razza umana, ma della prima coppia sposata uomo-donna, il significato del termine apocalittico "il Figlio dell'Uomo" s'illumina e risulta essere il potenziale primo figlio della prima coppia, se non avesse peccato, cioè se avesse dato il suo sì.
Il primo figlio di quella formata santa, la primigenia voluta da Dio, e sarebbe stato "...il primogenito di coloro che risuscitano dai morti". (Colossesi 1,18)
Il piano divino, di una famiglia santa, fermato per il mancato sì della prima coppia, si sviluppò e s'attuò, come sostengono i Vangeli, con la vera prima Santa Famiglia, quella di Nazaret - Giuseppe, Maria e Gesù - la prima coppia santa per i sì di Maria (Luca 1,38) e di Giuseppe (Matteo 1,24), la culla ove ad opera dello Spirito Santo nacque il Figlio dell'Uomo, icona e modello di ogni famiglia cristiana.
Inizio, ora, il presente approfondimento sulla famiglia, istituto voluto da Dio per l'uomo nuovo, partendo proprio da "In principio..." (Genesi 1,1)
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