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ATTESA DEL MESSIA...

 
TETRAGRAMMA SACRO NELLA TORAH

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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YHWH - 'ADONAI
Come ho accennato, nell'ebraismo, alla proclamazione comunitaria o individuale della Sacra Scrittura il Tetragramma è letto solo con gli occhi e con la mente, ma è vocalizzato con la parola "'Adonai".
È questo un altro termine citato nell'Antico Testamento per 439 volte con cui è definito sia il Signore che alcune volte i potenti della Terra.
Dal I secolo d.C., da quando cioè cominciarono ad aggiungersi segni per le vocali alle lettere dei testi biblici ebraici già solo consonantici fino a pervenire alla Bibbia masoretica che fu un fatto compiuto nel X secolo d.C., per ricordare al lettore quando incontrava il Tetragramma di pronunciare al suo posto un'altra parola e precisamente "'Adonai", nei testi sacri fu dato alle lettere di YHWH le stesse vocali di un altro Tetragramma costituito dalle consonanti 'ADNI che è letto 'ADoNaI, da cui è nacque la falsa lettura YHoWaH, mentre, in effetti, la vera vocalizzazione resta incognita.
Il termine "'Adonai", che può avere due forme di scrittura analoghe o come in Giudici 13,8 , vuol dire "mio Signore".
Signore in ebraico è 'Adon come il greco Adonis, che corrisponde alla divinità fenicia Tammuz, mentre in greco è tradotto con Kirios.
Questa di Kirios è parola che ha un pathos particolare che gli viene dal mondo pagano e comporta sempre l'aspetto della legittimità e dell'autorità ed implica il concetto di despota e di padrone di vita e di morte.
Chi si rapporta a lui è come lo schiavo nei confronti del padrone.
Si pensi che l'imperatore Augusto in Egitto (12 a.C.) fu definito "Teos kai kyrios" cioè "dio e signore", così Nerone, e lo stesso Erode il grande fu detto Kyrios.
Pure la parola ebraica o , coglie questo aspetto in quanto vi si trova o ove = , quindi equivalente a che è il radicale del verbo "giudicare, dominare, punire" e anche "contendere".
Se come abbiamo fatto per il Tetragramma YHWH consideriamo precedente nel processo d'elaborazione delle Scritture il libro dell'Esodo rispetto a quello della Genesi, la prima volta che appare il Tetragramma 'ADNI è in Esodo 4,10-13: "Mosè disse al Signore YHWH: Mio Signore 'ADNI, io non sono un buon parlatore; non lo sono mai stato prima e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua. Il Signore YHWH gli disse: Chi ha dato una bocca all'uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore YHWH? Ora va'! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire. Mosè disse: "Perdonami, Signore mio 'ADNI, manda chi vuoi mandare! Allora la collera del Signore YHWH si accese contro Mosè..."
In questo breve brano è da notare.

  • il Signore sia quando parla che quando ascolta è YHWH;
  • Mosè lo chiama sempre e soltanto 'ADNI e n'esalta così la figura di Giudice;
  • il Signore afferma che "Io sarò" ;
  • in tale occasione, dopo che Mosè ribatte insensatamente per la seconda volta con 'ADNI, scoppia la collera del Signore.
In definitiva a questo punto resta nell'idea generale che 'ADNI cioè "'Adonai" evoca l'aspetto di giustizia e punizione e della collera che implica l'ira e la punizione da parte di Dio, mentre YHWH quello già detto dell'aspetto della misericordia.
La prima volta, invece, che si trova "'Adonai" nel libro della Genesi è al capitolo 15; è così che Abram apostrofa YHWH per due volte al versetto 2 ed 8 che gli si presenta sempre e solo come YHWH.
Questo è l'inizio dell'importante capitolo in cui il Signore fa un'alleanza con Abram: "Dopo tali fatti, questa parola del Signore YHWH fu rivolta ad Abram in visione: Non temere, Abram. Io sono ; il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande. Rispose Abram: Mio Signore 'ADNI Dio YHWH, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco.Soggiunse Abram: Ecco a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede. Ed ecco gli fu rivolta questa parola dal Signore YHWH: Non costui sarà il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede. Poi lo condusse fuori e gli disse: Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle, e soggiunse: Tale sarà la tua discendenza. Egli credette al Signore YHWH, che glielo accreditò come giustizia. E gli disse: Io sono il Signore YHWH che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questo paese. Rispose: Signore mio 'ADNI Dio YHWH, come potrò sapere che n'avrò il possesso?" (Genesi 15,1-8)
Qui Abramo non fa l'errore, che abbiamo visto farà poi Mosè di chiamarlo 'Adonai, ma come ho evidenziato nel testo, lo chiamerà 'ADNI-YHWH e così risulta che non evoca alcuna collera, anzi ne discende una alleanza perenne.
Se ne conclude che i due termini in effetti si completano:
È vero che Dio è 'Adonai e può esercitare come e quando vuole il diritto di giudice supremo, ma gli piace anteporre la propria misericordia e longanimità, implicita in YHWH.
Gesù spesso nei Vangeli è usuale che sia chiamato mio Signore, quindi "'Adoni". È da ricordare al proposito il Salmo 110,1: "Di Davide Salmo Oracolo del Signore YHWH al mio Signore 'ADNI: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi" che propose lo stesso Gesù in Matteo 22,41-46, perché i farisei s'interrogassero sulla figura del Messia.
A questo punto propongo quanto dice di specifico il testo dello Zohar.
È quello del Sefer ha-Zohar - Libro dello Splendore o semplicemente Zohar il testo importante della tradizione qabbalistica, si presume di Mosè di Leon, intellettuale ebreo del XIII secolo vissuto in Castiglia nel XIII secolo d.C..
Quel testo, tra l'altro, si interroga su quale differenza ci sia tra "pietoso" e " giudice" e così commenta:

"Tutti i Suoi nomi sono appellativi con cui viene chiamato solo a causa delle creature presenti nel mondo. È questo il motivo per cui, quando la generazione degli uomini è buona egli è chiamato nei loro confronti YHWH, con l'attributo della misericordia, mentre quando la generazione degli uomini è malvagia egli è chiamato 'ADNI, con l'attributo della giustizia; per ogni generazione e per ogni uomo secondo il suo attributo. Ma non si deve così intendere che egli possieda un attributo né un nome conosciuto."

In definitiva, è prerogativa dell'uomo suddividere per cercare di comprendere, ma il Creatore è unico, in sé e possiede tutte le qualità.
Ne discende però che seconda a come l'uomo risponde nell'ambito del prprio libero arbitrio gli sarà rivolta la faccia del Creatore che gli si confà.
Mosè, ad esempio, non ci si deve dimenticare che avendo ucciso un uomo (Esodo 2,12) evidentemente aveva maturato dentro di sé negli anni in Madian la coscienza dell'errore di quel atto, per cui incontrando il Signore esalta in sé l'aspetto della attesa di giudizio e di punizione e l'Adonai con cui egli risponde più volte al Signore indica che risente di tale precedente, pur se il Signore di per sé era e fu propenso a esplicare nei riguardi di Mosè il proprio aspetto di misericordia.
Abramo per contro, che già dalla sua chiamata in Genesi 12 aveva percorso un cammino col Signore ed aveva compiuto opere meritorie, aveva cominciato a comprendere chi è il Signore da quanto già gli ha permesso di compiere fino ad allora, si pensi alla campagna contro i 4 Re e la benedizione da parte di Melkisedek al capitolo Genesi 14, chiama il Signore con entrambi i Nomi-attributi YHWH-'ADNI, perché conscio che nessun uomo è esente da peccato davanti a Lui, ma anche perché sa che è misericordioso.
Si conclude che in effetti una definizione esaustiva di Dio ovviamente non può essere data con la sola Scrittura e che tutta la Torah è una sua definizione che si incrementa con gli altri libri contenuti nella Bibbia.
Descrizione esatta e completa, conclude il Cristianesimo, il massimo cioè che l'uomo in questa terra può conoscere di Lui è il Figlio, infatti, dirà: "Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare." (Matteo 11,27)

Nel pensiero ebraico, comunque, il nome di una persona ha in sé una sintesi potenziale dell'esistenza della persona stessa, una specie d'essenza, di sigillo, quello che i latini dicevano "nomen omen", ossia nel nome un presagio.
Si credeva allora alla forza evocativa della parola, figurarsi quando è pronunciata da Dio che aveva anche potere creativo.
Il nome, quindi, era pensato un poco come un rivelatore dell'anima della persona e capace di evocarne intime qualità.
In un certo senso così YHWH ha il potere di rivelare l'anima nascosta di Dio, almeno nell'aspetto dimensione della compiacenza, grazia e benedizione manifestata al suo popolo, basta a tal fine ricordare la benedizione per il popolo di cui ho detto nel primo paragrafo.
La formula (Numeri 6,24-26) riporta tre volte il Tetragramma:

"Ti benedica il Signore YHWH e ti custodisca.
Il Signore YHWH faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore YHWH rivolga a te il suo volto e ti conceda pace".

Il versetto 27 conclude suggerendo di considerare quelle quattro lettere il suo nome "Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò".
Quindi YHWH è proprio "il mio nome" "Shemì" , dice il Signore, e quel Nome è strettamente legato ad una benedizione!
È, perciò, un nome nascosto alla generalità.
A ciò si riferisce il profeta Isaia (45,15) col dire "Veramente tu sei un Dio nascosto, Dio di Israele, salvatore."

Il nesso tra Dio, Israele, il Nome e la benedizione è una sintesi che si fa intravedere nel racconto dell'episodio di Giacobbe al torrente Yabbok ove, dopo aver lottato tutta la notte con un uomo misterioso, espressione di Dio, mentre quegli all'alba gli chiedeva di lasciarlo andare, Giacobbe rispose: "Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!", a questo punto gli cambiò il nome da Giacobbe a Israele, ma Israele proseguì: "Dimmi il tuo nome. Gli rispose: Perché mi chiedi il nome? E qui lo benedisse." (Genesi 32,30)
Quindi il Nome YHWH è strettamente legato alla benedizione del popolo di Dio e, secondo il Talmud, da dopo la distruzione del Tempio del 70 d.C. non fu più pronunciato nei riti ebraici.
Nelle preghiere è sostituito con Adonai cioè il "Signore", mentre fuori della liturgia è detto haShem, "il Nome".

Dopo quel episodio in cui ebbe per nome Israele al capitolo successivo si legge che Giacobbe sul pezzo di terra dove aveva posto la tenda di fronte a Sichem, che poi acquistò dai figli di Camor, "...eresse un altare e lo chiamò: El, Dio d'Israele." (Genesi 33,20)
Se si guarda il testo masoretico quel "El, Dio d'Israele" è scritto nel seguente modo: "'El 'Elohe Ishrael", significato "il Potente, Dio d'Israele" ove appare, o riappare, un termine strano un singolare "'Elohe", come a dire da parte di Giacobbe: i cananei hanno un dio "'El", ma il mio Dio è quello vero, è più potente, mi ha reso vittorioso, e non solo, è unico.
Il profeta Isaia (VIII secolo a.C.) nel riprendere quel termine "'Elohe" lo associa al Tetragramma con queste parole: "Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poiché io sono il Signore , tuo Dio , il Santo d'Israele, il tuo salvatore." (Isaia 43,2.3)
Dio, YHWH, ricorda Isaia, ha nominato il popolo d'Israele proprio testimone: "Io , io sono il Signore , fuori di me non c'è salvatore. Io ho annunciato e ho salvato, mi sono fatto sentire e non c'era tra voi alcun dio straniero. Voi siete miei testimoni - oracolo del Signore - e io sono Dio , sempre il medesimo dall'eternità. Nessuno può sottrarre nulla al mio potere: chi può cambiare quanto io faccio?" (Isaia 43,11-13)
La testimonianza in definitiva è questa, la salvezza avviene attraverso l'ascolto "ho salvato , mi sono fatto sentire ", questa è la chiave di volta... ascoltare!
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