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IL GIUBILEO CRISTIANO
Dalla festa degli alberi si passa facilmente al pensiero della redenzione.
L'uomo, infatti, in definitiva è come un albero che ha radici nel cielo, ma con il peccato originale è come se avesse ricevuto un innesto fraudolento in terra che gli fa produrre frutti non buoni e rende il tutto immondo.
C'è un versetto nel Vangelo di Matteo che fa trapelare come questo pensiero fosse attuale, tanto che lo stesso Signore Gesù pare avere un'idea del genere.
Leggiamo attentamente il seguente brano:

"...riunita la folla, disse loro: Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l'uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l'uomo! Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati? Ed egli rispose: Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso! Pietro allora gli disse: Spiegaci questa parabola. Ed egli rispose: Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l'uomo. Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adulteri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. Queste sono le cose che rendono impuro l'uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l'uomo". (Matteo 15,10-20)

Gesù fa proprio il paragone con una pianta e i frutti sono quelli che escono dalla bocca e gemmano dal cuore e dimostrano che v'è stato un innesto impuro.
Occorre che Dio provveda a togliere questo innesto.
Dio, così, in effetti, ha preparato un popolo, alberi piantati dal Signore: "Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele! Sono come torrenti che si diramano, come giardini lungo un fiume, come àloe, che il Signore ha piantati, come cedri lungo le acque." (Numeri 24,5s)
Era come vigna maestosa, da cui nascerà il redentore e Isaia 5 parla di una vigna piantata con cura dal Signore che però produce uva selvatica, cioè demoniaca; un nemico ha fatto questo, e pure il profeta Geremia ce lo dice: "Ti avevo piantato come vigna scelta, tutta di vitigni genuini; come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna bastarda?" (Geremia 2,21) e supplica il Signore "Perché le cose degli empi prosperano? Perché tutti i traditori sono tranquilli? Tu li hai piantati ed essi hanno messo radici, crescono e producono frutto; tu sei vicino alla loro bocca, ma lontano dai loro cuori." (Geremia 12,1s)
I frutti degli empi, che vengono dal loro cuore, sono malvagi!
Occorre un rimedio.
Tutto ciò porta alla festa della redenzione, al Giubileo.

Il Giubileo, detto anche Anno Santo, anno di remissione dei peccati e delle pene per i peccati, per i cristiani è indetto dalla Chiesa.
Può essere ordinario, in scadenze prestabilite, o straordinario per qualche avvenimento particolare e la sua durata varia da pochi giorni ad un anno.
Il primo giubileo cristiano è idea medievale e fu indetto da Bonifacio VIII nell'anno 1300, ma ha radici nell'Antico Testamento a cui associa la prassi del pellegrinaggio e della penitenza.
I primi giubilei straordinari risalgono al XVI secolo.
Dal 1300 al 2009 sono stati promulgati 28 Giubilei, l'ultimo, a cavallo tra il 2008 e il 2009 è stato proclamato dal Papa Benedetto XVI per il bimillenario della nascita dell'apostolo Paolo.
I giubilei ordinari sono indetti ormai ogni 25 anni.

Nel XX secolo si ricordano così i giubilei ordinari 1900, 1925, 1950, 1975, 2000 e i giubilei straordinari del 1933 e del 1983 indetti rispettivamente da Pio XI e da Giovanni Paolo II per i 1900 e i 1950 anni della Redenzione.
Papa Giovanni Paolo II (1978-2005) è l'unico Papa che ha celebrato due Giubilei, quello del 1983 e del 2000.
Le fondamenta del Giubileo sono nella Torah e il termine deriva da "Jubilaeum" che viene da parole ebraiche "Jobel" - ariete per il suono del corno che si usava da "Jobil" - richiamo, con cui si annunciava il tempo Jobal cioè della remissione.
Nel capitolo 25 del Levitico, già citato, ogni 49 anni il popolo ebraico era richiamato al suono del corno e il 50° anno era proclamato il Jobal o remissione in possesso dei vecchi terreni di proprietà e di liberazione degli schiavi.
La legge, abbiamo visto, stabiliva che la terra per tutto l'anno riposasse.
Le case e i campi tornavano senza indennizzo al primo proprietario.
La figura del Messia è strettamente legata a tale anno di grazia come precisa il profeta Isaia "Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio" (Isaia 61,1-2) e che Gesù in Luca 4,16-21 annuncia quale atto in essere nella sinagoga di Nazaret.

È mia convinzione che tutta la Torah e di conseguenza le Sacre Scritture contenute nella Tenak o Bibbia ebraica abbiano una seconda faccia:

  • relativa al Messia, e alla sua epopea, fine ultimo della rivelazione;
  • ottenibile con una lettura che dia valenza ai significati grafici delle singole lettere ebraiche che in definitiva sono icone di concetti e da un aggruppamento di lettere adiacenti anche diverso da quello che si fa nella lettura tradizionale.
Tutto ciò l'ho espresso, definito e provato da tempo nelle varie rubriche dei questo mio sito, in particolare in "Lettere ebraiche e codice Bibbia" ove, tra l'altro ho inserito in "Parlano le lettere" il metodo con regole e significati delle lettere stesse per ottenere la decriptazione di cui tanti esempi sono in "Decriptazione Bibbia".
Prendo da esempio il versetto Levitico 25,9 "Al decimo giorno del settimo mese, farai echeggiare il suono del corno; nel giorno dell'espiazione farete echeggiare il corno per tutta la terra."

Ricopio il testo dalla Bibbia ebraica senza segni di vocalizzazione.




La prima regola è riferire il decriptato al Cristo, il Messia ed ecco che tale parola si illumina quando per due volte è ripetuta la parola "corno", "shofar" .
Il Messia è "...l'ariete impigliato con le corna in un cespuglio" (Genesi 22,13) che vide Abramo offerto da Dio in sostituzione del figlio Isacco è figura del Messia che annuncerà la risurrezione ed allora il corno "shofar" è "la risurrezione che porterà a fruttificare ()."
Procedo con queste idee a trovare la seconda faccia di quel versetto:

"Ed uscirà in azione da dentro il corpo del Crocefisso il corno (la risurrezione . La porterà a soffiare dal corpo ). Squillerà (tutti i corpi riporterà in azione nel mondo ). Dentro le tombe sbarrate la risurrezione entrerà a riaccendere nell'interno l'agire . Sarà dentro sentita dal nemico serpente che dal chiuso sbarrato in esilio si porterà . I viventi usciranno perdonati . Risaranno vivi . Per tutti passando porterà simili () al Verbo i corpi . Da dentro le prigioni i corpi si rialzeranno retti a vivere ."

Ecco che a conclusione presento tutto di seguito il lavoro di decriptazione dei 55 versetti del capitolo 25 del libro del Levitico che, tra l'altro, tratta proprio del Giubileo.
Prima, per comodità del lettore, riporto il testo dell'ultima traduzione C.E.I. e poi la decriptazione tutta di seguito.
vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

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