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LE RADICI DEL NOSTRO ALBERO
Quanto ottenuto, nato da considerazioni sulla festa degli alberi, fa comprendere come a questa il Giubileo e le vicende del Messia sono strettamente correlati.
C'è un midrash nel libro dei Giudici in cui gli alberi parlano.
Questo passo porta un ulteriore contributo a far concludere che la simbologia dell'albero nasconde aspetti che riguardano da vicino gli uomini.
Gli alberi generici rappresentano gli abitanti di quel tempo di Sichem.

"Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi. Dissero all'ulivo: Regna su di noi. Rispose loro l'ulivo: Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò ad agitarmi sugli alberi? Dissero gli alberi al fico: Vieni tu, regna su di noi. Rispose loro il fico: Rinuncerò alla mia dolcezze e al mio frutto squisito, e andrò ad agitarmi sugli alberi? Dissero gli alberi alla vite: Vieni tu, regna su di noi. Rispose loro la vite: Rinuncerò al mio mosto che allieta dèi e uomini, e andrò ad agitarmi sugli alberi? Dissero tutti gli alberi al rovo: Vieni tu, regna su di noi. Rispose il rovo agli alberi: Se in verità ungete me re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano." (Giudici 9,8-15)

I più nobili rifiutarono per continuare nel proprio prezioso servizio, ma il pruno della steppa, che serve solo per essere bruciato si prestò e gli Israeliti di Sichem infatti rimasero scottati.
In "Il figlio di Gedeone, Abimelek - un racconto criptato" ho tra l'altro decriptato anche questo brano di cui riporto il versetto il risultato del versetto Giudici 9,15 "Portati che saranno dall'Unico vivi, col corpo entreranno nell'Unico nel cuore avendo sbarrato la maledizione che per l'albero (del bene e del male) ci fu per i viventi all'origine. La vita dentro dell'Unico nei morti riverrà. A rivivere per il Messia saranno i viventi. Verranno a stare potenti nel Regno dell'Altissimo come vivevano dentro all'origine. Li porterà nell'assemblea convertiti. Giù il serpente sarà stato portato dal primogenito nei viventi annullato, ne avrà finito giù l'origine del peccare. Dell'angelo (ribelle) entrato all'origine nei cuori l'impurità finirà unitamente alla prigione. In bella forma questi saranno a rientrare del Potente a casa da figli."
Il tema del decriptato è lo stesso del brano di Levitico 25.
Dopo tutto quanto detto al riguardo rileggo quanto dice il libro della Genesi sulla creazione degli alberi: "Dio disse: Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto. E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie. E così avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno." (Genesi 1,9-13)
Beh in questo racconto gli alberi sono creati addirittura senza che vi sia ancora il sole che là pare creato nel 4° giorno.
Quelli della Bibbia così sono alberi particolari, radicati in terra direttamente dal Signore senza che vi sia bisogno del sole, immagini di alberi celesti.
(Vedi: "Spirito creato in 7 tappe - Genesi codice egizio-ebraico" articolo in .pdf in "Ricerche di verità")
Poi, ecco il secondo racconto della creazione in Genesi (2,4-10): "Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo - allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi."
Qui l'uomo è creato prima delle piante e collocato nel giardino, proprio come fosse "l'albero" più importante perché... doveva dare il frutto particolare.
Quel frutto penderà poi dal legno della croce.
Legno e albero in ebraico sono e's .
Dice San Paolo "Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede." (Galati 3,13s)
Ne consegue che la croce su cui fu innalzato e crocifisso Gesù è albero di vita e ci porta a considerare come vera festa dell'albero quella della esaltazione della Santa Croce, 14 settembre.
La seguente antica omelia pasquale sull'albero della croce è la più consona conclusione di questa meditazione.

"La croce gloriosa del Signore risorto è l'albero della mia eterna salvezza.
Di esso mi nutro, di esso mi pasco, nelle sue radici effondo le mie radici, nei suoi rami mi distendo. La sua rugiada mi inebria, il suo spirito, come soffio delizioso, mi feconda. Alla sua ombra ho posto la mia tenda, e ho trovato riparo dalla canicola, per i suoi fiori fiorisco, dei suoi frutti mi delizio e mi sazio, e colgo a mio piacimento i frutti preparati per me fin dalle origini. Nella fame questo albero è il mio nutrimento, sorgente per la mia sete, nella nudità il mio vestimento; le sue foglie sono spirito di vita e non foglie di fico. Nel timore questo albero è la mia difesa, quando vacillo è il mio sostegno, quando combatto è il mio premio, quando vinco è il mio trofeo. Questo albero è per me l'angusto sentiero e la via stretta, è la scala di Giacobbe, è la via degli angeli, alla cui cima è inchiodato il Signore. Questo albero di dimensioni cosmiche si è elevato dalla terra al cielo, fondamento di ogni cosa, è il pilastro dell'universo, ossatura del mondo intero, vincolo universale che tiene unita la instabile natura umana, rendendola stabile con i chiodi dello Spirito, affinché unita a Dio non possa più separarsene. Albero, la cui cima tocca il cielo, con i suoi piedi conferma la terra, nelle cui braccia aperte brilla l'amore infinito che era e che sarà tutto in tutte le cose e che è dappertutto."


Tra gli inni di questa festa si trova questa considerazione:

"...avendo una volta gustato la morte sotto l'albero proibito, Adamo ha ritrovato la vita sotto l'albero della croce; ormai, Signore, può godere nuovamente delle delizie del paradiso... perché come un altro paradiso la chiesa possiede adesso... un albero di vita: la tua Croce vivificante".

Del resto nella visione della nuova Gerusalemme del libro dell'Apocalisse, non vi è più traccia dell'albero della conoscenza del bene e del male, ma solo di quello della vita.
Questa meditazione, conclusa il 20 Gennaio 2011, festa di Tu B'Shevet dell'anno 5771 da Adamo (per la Torah l'anno 1 inizia il 6 ottobre 3761 a.C.) m'ha portato a scoprire in un modo nuovo la festa dell'Esaltazione della Santa Croce - il 14 settembre d'ogni anno - che fa proprio meditare i cristiani sulle proprie radici.

a.contipuorger@gmail.com


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