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SAN GIUSEPPE...

 
I SOGNI NELLA TORAH E IL MIO SOGNO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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ELIA CI FARÀ CONOSCERE IL FUTURO
La risposta che risolve il problema dei problemi sarebbe quella alla domanda delle domande, quando verrà il Messia?
Questo è il tema fondamentale dell'ebreo nei momenti di sofferenza, d'esilio e di persecuzione e di ciò gli espulsi dalla Spagna del XV secolo tra cui alcuni qabbalisti sentivano il bisogno e su ciò cercavano d'investigare, concludendo che nella veglia, tra il sonno non sonno, o comunque nel sogno, ciò poteva venir rivelato a chi lo chiedeva con insistenza e con modi opportuni.
Ecco che apparvero manuali di tecnica onirica nella Qabbalah nel cui ambito è importante testo il "Sefer ha-meshiv" - Il libro dell'Entità che risponde.
È chiaro che ciò se mal estrapolato apre anche spazio alla "magia" e ai medium di cui c'è traccia anche nella Bibbia.
Si pensi, infatti, alla profezia di Isaia sull'Emmanuele, quando: "Il Signore parlò ancora ad Acaz: Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto". (Isaia 7,10s) o a Saul che va da una strega a far convocare il fantasma di Samuele.
Era il "Sefer ha-meshiv" un corpus letterario ove sono descritti sogni e tecniche per indurli più vasto di quanto rimasto, forse scritto in Castiglia alla fine del XV secolo secondo i Qabbalisti addirittura da Dio stesso e/o dall'arcangelo "'Azri'el".
Rabbi Avraham ben Eli'ezer ha-Lewi, uno tra gli ebrei espulsi dalla Spagna, adottava tali tecniche e riferisce "Coloro che sono esperti nelle conversazioni con gli angeli officianti per mezzo della domanda in sogno, o per mezzo della domanda nello stato di veglia, sanno che l'angelo che risponde, risponde a volte in modo chiaro... a volte per mezzo di un'allusione... a volte non risponde affatto, dal momento che non è un obbligo per gli angeli offcianti rispondere a chiunque... o non ha il permesso di rivelare, o non conosce la risposta, poiché non tutti i temi sono noti agli angeli officianti".
Uno di queste è proprio la risposta sui tempi del Messia.
Purtuttavia tale Rabbi ci provava e la risposta da parte dell'angelo che risponde: "ha-mal'ak ha-meshiv", fu "Molto presto!"
Interessante è un brano sul profeta Elia tratto dal "Sefer ha-meshiv": "Quando Elia è asceso in cielo, ha acquistato il potere della spiritualità, proprio come un angelo, di ascendere e di farsi corporeo e discendere in questo mondo inferiore dove tu vivi, per compiere miracoli o per rivelare la Mia potenza e la Mia dynamis nel mondo. Ed egli causa la discesa della Mia potenza nel mondo, con forza e costrizione, dal Mio grande Nome, che è parte di lui. E per via di questo grande segreto non ha assaggiato la morte, così sarà in grado di causare la discesa della Mia potenza e rivelare il Mio segreto attraverso il potere dei Miei Nomi preziosi. Ed è chiamato: l'uccello del cielo porterà la voce." (Qoelet 10,20)
In definitiva credevano che Elia scendesse dai "perfecti", devoti particolari, in un corpo spirituale e parlasse con loro.
Ritenevano che ciò fosse un modo d'attuarsi della promessa contenuta nella Torah, "...qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?" (Deuteronomio 4,7)
Qui, infatti, è detto che se s'invoca il Signore risponde, ma leggono anche quel che "ogni volta che lo invochiamo" cioè considerano quel un , vale a dire Elia.
(Gli antichi scritti della Torah erano con lettere distanziate ed essendo uno spazio tra le lettere indicabile anche con una he = che indica aperto si può pensare tale lettera sempre inseribile)
Ne seguì l'idea che Elia poteva rivelare i pensieri segreti di Dio.
Continua in quel testo a parlare Dio stesso "E la Mia potenza è legata a lui (ossia a Elia o al suo nome) ed egli è legato alle vostre anime e rivela a voi i segreti della mia Torah, senza una parola. E verrà un tempo, molto presto, in cui egli si rivelerà a te 'in corpore et in spiritu' e questo sarà un segno della venuta del Messia. E scendendo in terra insieme a lui (il Messia) allora (Elia) si rivelerà 'in corpore et in spiritu' e molti altri lo vedranno".
Sostiene quel testo, per bocca di Dio o dell'arcangelo, che nei tempi antichi i devoti potevano in qualche modo vedere il profeta Elia in corpo e in spirito.
Si dissero, forse è ora almeno possibile una rivelazione onirica ad alcune persone, in cui la potenza divina è legata, tramite Elia, a sua volta legato alle anime dei dormienti e ai loro sogni.
Un altro, Rabbi Yosef Della Reina tentò d'attrarre verso il basso i principi del male, Sama'el e Ammon di No, per vincolarli e accelerare la venuta del Messia e questa appunto è magia nera.

Quei brani sul profeta Elia nel "Sefer ha-meshiv" sono interessanti per i collegamenti col racconto nei Vangeli.
Questi ricordano la tensione dell'attesa d'Elia.
Il Vangelo di Matteo in particolare fa comprendere che era già a quei tempi questione dibattuta tra gli scribi, infatti:

  • Matteo 11,13-15 - Parla Gesù, "La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quel Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda."
  • Matteo 16,13-16 - "Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo? Risposero: Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti. Disse loro: Voi chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente."
  • Matteo 17,10-13 - "Allora i discepoli gli domandarono: Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia? Ed egli rispose: Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro. Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista."
Se poi si va al racconto della Trasfigurazione di Gesù quel pensare su Elia nel medioevo trova precisi riferimenti nei Vangeli sinottici, Matteo 17,1-8; Marco 9,2-8 e Luca 9,28-36, e questo ultimo racconta così l'episodio: "Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia. Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo. Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto." (Luca 9,28-36)
Gesù mentre prega viene trasfigurato, Pietro Giacomo e Giovanni si assopiscono, ma vedono Gesù con Mosè ed Elia; forse anche loro erano entrati nella preghiera che li aveva portati ad un stato di sonno-veglia.
Quella notazione sui "perfecti" nel "Sefer ha-meshiv" che porta alla mente:
  • quando Gesù dice nel Vangelo di Giovanni al capitolo 17,23s: "Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo."
  • di Paolo: "Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Sta scritto infatti: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano." (1Corinzi 2,6-9)
I perfetti sono uniti col Padre e nel loro cuore entrano cose che non si vedono o ascoltano normalmente.
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