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COSA DICE L'ANTICO TESTAMENTO
Provo a seguire il filone della magia nei riferimenti del testo ebraico della Tenak e delle parole e dei termini ad essa associati.
Avrò così modo di familiarizzare con le parole ebraiche usate.
Nella Torah si trova:

  • Esodo 22,17 "Non lascerai vivere colei che pratica la magia."
    Colei che pratica la magia è "mekasshefah" dal radicale "fare incantesimi" e "koeshef" "incantesimo, malia" e "kashof" "incantato".
    I significati grafici delle lettere suggeriscono "vaso illuminato parla " o "come illuminato parla ".

  • Levitico 19,26 "Non mangerete carne con il sangue. Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magia". (Levitico 19,26)
    Interessante in questo versetto il collegamento del mangiare carne col sangue e gli atti magici, come se le due cose fossero collegate.
    In questo caso il "non praticherete divinazione" è "l'o nachashu" dal radicale che riguarda "pronosticare, attendere alla divinazione, fare l'indovino, indovinare, conoscere tramite auguri" da cui "incantesimo e sortilegio" e a cui è legato sia l'idea di serpente "nachash", l'incantatore del midrash della prima coppia Adamo di Genesi 3,1 e del minerale "rame" "nechoshoet".
    Qui il "non praticherete magia" è l'o teo'nenu (forse è sortilegio, vedere poi) ove all'interno della parola si trovano le lettere "a'on" che indicano "delitto, colpa, peccato, iniquità" onde si può anche leggere "scegliere di iniquità l'energia portare ".
  • Levitico 19,31 "Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini; non li consultate, per non rendervi impuri per mezzo loro. Io sono il Signore, vostro Dio."
    Ove "negromanti" è "'obot" e "indovini" è "haiddao'nim".
  • Numeri 23,23 e 24,1 Siamo al racconto della benedizione di Balaam, il profeta straniero chiamato a maledire Israele.
    "Perché non vi è sortilegio contro Giacobbe e non vi è magia contro Israele: a suo tempo vien detto a Giacobbe e a Israele che cosa opera Dio." (Numeri 23,23)
    non vi è sortilegio "l'o nachash l'o nachash" non vi è magia "l'o qoesoem"
    "Balaam vide che al Signore piaceva di benedire Israele e non volle rivolgersi come le altre volte alla magia, ma voltò la faccia verso il deserto." (Numeri 24,1) Qui è usato per magia "nechashim" .
  • Deuteronomio 18,9-14. "Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio, sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini di quelle nazioni. Non si trovi in mezzo a te chi fa passare per il fuoco il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o il presagio o la magia, né chi faccia incantesimi, né chi consulti i negromanti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore. A causa di questi abomini, il Signore, tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore, tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore, tuo Dio."
Sono elencati 10 tipi di divinazione.
In questo caso per indicare "chi esercita la divinazione" è usato "qosem qesamim" il cui radicale vuol dire "indovinare, fare l'indovino" da cui "qoesoem", "oracolo, divinazione, augurio".
Le lettere in Numeri 4,16 al plurale sammim sta per "profumi, aroma", onde "versare aromi ".
Pare sottintendere la divinazione con i bastoni e tirando a sorte.
Indico anche gli altri termini richiamati in quel versetto, cioè:
  • "il sortilegio" meo'nen , la divinazione dei momenti propizi e fortunati;
  • "il presagio" menachesh , l'augurio;
  • "magia" mekasshaf , la stregoneria;
di cui ho già detto prima.
Sono usati poi questi altri termini:
  • "chi faccia incantesimi", "chober chaboer" "incantesimi per chiamare gli spiriti" ove il radicale sta per comgiungere" con gli idoli e l'idea sottesa è il congiungersi come in Osea 4,17 "Si è alleato agli idoli Èfraim" ove "idoli" sono in questo caso "ae'sabbim" in cui si trovano le lettere di legno . Sono questi gli idoli di legno indorati ed argentati di Deuteronomio 29,16 e richiamati ben 5 volte da Baruk 6,38; 6,50; 6,56; 6,69-70 quelli che sono: "Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano." (Salmo 115,4-6 e 135,15-17)
  • "i negromanti", quindi necromanzia, pitonismo, consultazione di medium, cioè chi consulti chi chieda agli spiriti, "sho'èl 'aob" , ma anche da solo può voler dire già negromante (vedere poi).
  • "gli incantatori" "qosemim";
  • "gli indovini", "iddeo'ni o meo'nenim" , consultazione di oracoli;
  • "chi interroghi i morti" vale a dire chi fa ricerche, indaga, sui morti "doresh 'oel hammetim" .
Per la qabbalah, come vi sono le dieci sefirot della santità che vengono dalla parte buona del creatore, ci sono così quelle 10 modalità della divinazione impura inferiori che vengono e potenziano il "sitra achra" ossia "l'altro lato".

Dopo la Torah, di magia si parla in ciò che fece il re Manasse (687-642 a.C.):
  • 2Re 21,5-6 "Costruì altari a tutta la milizia del cielo nei due cortili del tempio. Fece passare suo figlio per il fuoco, si affidò a vaticini e presagi , istituì negromanti e indovini . Compì in molte maniere ciò che è male agli occhi del Signore, provocando il suo sdegno." (2Re 21,5-6)
  • 2Cronache 33,5-6: "Eresse altari a tutta la milizia del cielo nei due cortili del tempio. Fece passare i suoi figli per il fuoco nella Valle di Ben-Hinnòn. Praticò la magia, gli incantesimi e la stregoneria; istituì negromanti e indovini. Compì in molte maniere ciò che è male agli occhi del Signore provocando il suo sdegno."
Il re Giosia nel 622 a.C. (Vedi: 2Re 23), come noto, promosse una grande riforma e fece ritornare il popolo al Signore.
È poi da segnalare il seguente passo del profeta Geremia: "Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge, casa di Israele. Così dice il Signore: Non imparate la condotta delle nazioni e non abbiate paura dei segni del cielo, poiché di essi hanno paura le nazioni. Perché ciò che provoca la paura dei popoli è un nulla, non è che un legno tagliato nel bosco, opera delle mani di un intagliatore. Li abbelliscono di argento e di oro, li fissano con chiodi e con martelli, perché non traballino. Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di cetrioli: non sanno parlare; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non temeteli: non fanno alcun male, come non possono neppure fare del bene. Nessuno è come te, Signore; tu sei grande e grande è la potenza del tuo nome." (Geremia 10,1-6)

Per il profeta Isaia è chiaro occorre attenersi all'insegnamento del Signore e non fare come gli altri popoli: "Quando vi diranno: Interrogate i negromanti e gli indovini è che bisbigliano mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare suoi dèi? Per i vivi consultare i morti? attenetevi all'insegnamento, alla testimonianza. Se non faranno un discorso come questo, non ci sarà aurora per loro" (Isaia 8,19-20)
Subito dopo annuncia l'aurora per i fedeli "non ci sarà più oscurità dove ora è angoscia. In passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse." (Isaia 8,23-9,1), passo questo richiamato nel Vangelo di Matteo 4,13-16 al momento dell'inizio del ministero di Gesù.

Il profeta Isaia scriveva più 2700 anni fa, contro l'Egitto e contro Babilonia ove l'uso della magia era consuetudine di vita:
  • 19,1-3 "Crollano gli idoli d'Egitto davanti a lui e agli Egiziani vien meno il cuore nel petto. Aizzerò gli Egiziani contro gli Egiziani: combatterà fratello contro fratello, uomo contro uomo, città contro città, regno contro regno. Gli Egiziani perderanno il senno e io distruggerò il loro consiglio; per questo ricorreranno agli idoli e ai maghi, ai negromanti e agli indovini."
    In effetti è agli idoli, fatti di legno che vanno in rovina o anche consiglieri vani "ae'sato 'aeballa'", "ai maghi" vale a dire i ricercatori nelle notti "dareshu 'oel ha'oelilim", poi ci sono gli incantatori "ha'ittim", indi i "negromanti" cioè che si portano agli spiriti morti "'oel ha'obot", infine, gli indovini "haiddoo'nim".
  • 47,1; 47,11-14 "Scendi e siedi sulla polvere, vergine figlia di Babilonia... Ti verrà addosso una sciagura che non saprai scongiurare; ti cadrà sopra una calamità che non potrai evitare. Su di te piomberà improvvisa una catastrofe che non prevederai. Sta pure ferma nei tuoi incantesimi e nella moltitudine delle magie, per cui ti sei affaticata dalla giovinezza: forse potrai giovartene, forse potrai far paura? Ti sei stancata dei tuoi molti consiglieri: si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti capiterà. Ecco, essi sono come stoppia: il fuoco li consuma; non salveranno se stessi dal potere delle fiamme."

    Ove "astrologi che osservano le stelle"



    sono "i dividenti i cieli che osservano le stelle"

    hoberew shamaim hachozim bakkokabim

    e nei LXX astrologoi tou ouranou.
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