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RICERCHE DI VERITÀ...

 
INVESTIGHIAMO SUL PECCATO ORIGINALE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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NON NASCONDERMI IL TUO VOLTO »

IL PECCATO ORIGINALE
Solo il cristianesimo parla di peccato originale, ma trae l'essenza di tale conclusione dai Sacri Testi dell'Antico Testamento.
Come mai è avvenuto che:

  • 2Cronache 6 "...non c'è, infatti, nessuno senza peccato...";
  • 1Re 8,46 "...non c'è nessuno che non pecchi...".
Il pensiero è che l'anima, "nishmat", quella soffiata da Dio, che è come morta ed esangue a causa di un invasore che porta solo tenebre, sta nella notte, ma viene risvegliata dal battesimo.
L'uomo per generazioni e generazioni s'è valutato, ha meditato sulla propria condizione ed è arrivato a questa conclusione: "Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi." (1Giovanni 1,8)
Come ben chiarisce San Paolo in Romani 7 perché l'uomo è come prigioniero e non riesce ad essere semplice e corretto come sente che sarebbe giusto?
L'autore della Genesi, nei primi capitoli propone, uno scenario in forma di racconto dei tempi "antidiluviani" per spiegare questa situazione.
Ciò che è certo è che Adamo ed Eva mon mangiarono la famosa mela della tradizione, della quale non v'é traccia nel testo biblico.
Cominciamo con alcuni fatti:
  • i racconti della creazione della Genesi sono dei "midrash" (dal radicale ebraico DRSh "ricercare") quindi delle ricerche sapienti, una specie di parabola.
  • gli sviluppi e i tempi della creazione non sono verità scientifiche, ma deduzioni dell'autore sacro sulle condizioni dell'umanità mosse dallo Spirito Santo che ha suggerito meditazioni sul tema della tradizione orale precedente ed in base alle conoscenze del tempo.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, infatti, precisa: 390 "Il racconto della caduta (Genesi 3) utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto "all'inizio della storia dell'uomo". La Rivelazione ci dà la certezza di fede che tutta la storia umana è segnata dalla colpa originale liberamente commessa dai nostri progenitori."

Quei racconti m'hanno portato a considerare:
  • come se l'autore pare voler parlare di una creazione speciale dell'uomo di fede monoteista, il progenitore di Abramo il che ho trattato in "Spirito creato in 7 tappe - Genesi codice egizio-ebraico" articolo in .pdf in "Ricerche di verità".
  • la durata di ogni giorno della creazione è indeterminata, anche se con alcuni ragionamenti si può arrivare con i sette giorni alla durata della precessione degli equinozi; la volta stellata, infatti cambia lentamente di posizione nel cielo rispetto all'asse terrestre, ma è un moto apparente in quanto chi ruota è l'asse terrestre che descrive in 25.920 anni la superficie di un doppio cono con vertice al centro della terra, come ho esposto in "La durata della creazione".
Di recente, ripreso l'esame di quel testo del racconto biblico, ho potuto evidenziare alcuni punti fermi:
  • "'adam" è il nome che la Bibbia dà alla prima coppia di un uomo o donna, "maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini ('adam ) quando furono creati" (Genesi 5,2); in effetti, nel testo ebraico "uomini" non c'è, ma c'è il singolare "uomo", "'adam" , indi Adamo non era un androgino.
  • Il frutto, e tanto meno la mela, è un idea che non c'è nella Bibbia, ove non nemmeno detto che ciò che mangiò la prima coppia fosse un comune frutto, perché di frutto non si parla mai "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti"(Genesi 2,16-17); il mangiare perciò è un'allegoria e riguarda l'accedere ad un certo campo d'attività.
  • non è escludibile a priori l'evoluzione, in quanto per il racconto Dio prese dalla terra "'adamah" per fare l'uomo , onde può anche intendesi prese materiale già creato, ma ciò che è essenziale è che proprio Dio intervenne in questa evoluzione con un atto creativo ulteriore e tra gli animali esistenti, in un gruppo "soffiò" una sua particolare volontà, la "nishmah" di cui ho detto.
  • è da distinguere tra femmina e donna e tra maschio e uomo, infatti, li creò maschio e femmina e li chiamò "uomo", cioè della razza umana.
  • poi Dio proseguì nella creazione ad un altro passaggio, da maschio e femmina li portò a marito e moglie. Uomo in ebraico è anche "'ish", termine collegato a donna, un po' come marito della moglie = donna, "'ishah"; sono concetti di una società più evoluta rispetto ai soli concetti maschio e femmina, infatti, il racconto in Genesi 2 precisa che dopo creati come maschio e femmina Dio presentò alla coppia un suo lato e la parte maschile la riconobbe come donna = moglie "'ishah" e lui fu "'ish" l'uomo.
Che il peccato originale sia un peccato di sesso?
Tra l'altro aveva detto loro "Siate fecondi e moltiplicatevi", e nemmeno s'evince dall'unico comandamento che diede nel giardino dell'Eden: "Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire". (Genesi 2,16-17)
D'altronde che serviva che fossero stati creati maschio e femmina?
Sono quelli termini che implicano il sesso che poi convogliato nel matrimonio santifica la coppia tanto che "Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, e non provavano vergogna." (Genesi 2,25)

Tutto secondo quel midrash iniziò così: "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto..." (Genesi 3,1)



Un animale selvatico, un serpente, chi è?
Certamente "nachash" può voler dire serpente, ma come abbiamo visto è termine usato nella Torah anche in connessione alla divinazione, alle forze occulte, alla magia nera e alla manipolazione psichica.
Basta ricordare quando: "Balaam vide che al Signore piaceva di benedire Israele e non volle rivolgersi come le altre volte alla magia (i nechashim, le forze occulte), ma voltò la faccia verso il deserto." (Numeri 24,1)
Siamo sicuri che allora con "nachash" non si volesse dire altro?
Ad esempio un "incantatore", uno dedito alla divinazione?

Se s'immagina che Adamo sia il nome proprio del primo uomo e Eva quello della prima donna e che questi fossero i primi soli uomini della terra quello, allora, è veramente e soltanto un animale selvatico investito da uno spirito maligno.
Se poi si considera la possibilità di un'idea d'evoluzione nel Bibbia con uno specifico intervento divino su ominidi che già erano sulla terra, il racconto ci può voler comunicare che in una famiglia particolare di questi ci fu l'intervento divino di un'ulteriore specifica e voluta evoluzione, la plasmò in modo speciale, da cui l'ultima realtà, la razza umana voluta da Dio, quella che poi sforò l'evento spirituale della "grazia" del diluvio; allora, anche in questo caso quel "nachash" potrebbe essere uno sciamano dell'umanità precedente ad esempio, tanto per fare un esempio, di neandertaliani o addirittura di razza umana Cro Magnon su cui non fosse ancora intervenuta la visione della luce di Dio del 1° giorno.

Tra le specie di mammiferi che 70 milioni di anni fa si affermarono sulla Terra, riveste speciale importanza quella dei primati. Dopo 50 milioni di anni i primati si differenziarono in due tronconi: uno dette origine alle grandi scimmie - scimpanzé, gorilla, orangutan; l'altro agli ominidi. L'evoluzione degli ominidi durata circa 20 milioni di anni, ebbe principio quando essi assunsero caratteristiche che li distinguevano profondamente dalle scimmie, la posizione eretta, l'aumento del volume del cervello, l'uso delle mani, l'invenzione e l'uso del linguaggio, la creazione di una cultura cioè di conoscenze che, nel tramandarsi di padre in figlio, si perfezionano. I reperti più antichi di ominide trovati in Africa, l'Australopiteco, alto m 1,30, peso circa 30 kg, cervello del peso di 1/3 di quello attuale, risalgono a 3,7-2,5 milioni di anni fa, 2 minuti fa. In Africa, ma anche in Asia 2 milioni di anni fa apparve l'Homo habilis con struttura simile alla nostra con nozioni nell'uso di materiali diversi - pietra, pelle, legno - si serviva di un linguaggio. L'Homo sapiens con fronte non sfuggente che costruisce strumenti complessi, seppellisce i morti ci fu 100.000 anni fa, poi l'Uomo di Neandertal, forma tardiva europea di Homo sapiens che seppelliva i morti con corredo funebre. L'Homo sapiens sapiens cui apparteniamo si presenta 40.000 anni fa pare in Africa ed ha una cultura superiore, usi funebri religiosi, attività artistica, sculture, pitture e graffiti, (vedi i ritrovamenti Cro Magnon, 30.000 anni fa in Spagna) che gli permette di occupare anche l'Europa, l'America e l'Australia.

Se si considera, però, l'ipotesi che ciò che la Bibbia intende proporre è la creazione e la formazione di un uomo nuovo, dell'uomo che dalla superstizione passa alla fede di un Dio unico, idea che ho supportato con molteplici elementi probanti nel già accennato "Spirito creato in 7 tappe - Genesi codice egizio-ebraico", articolo in .pdf in "Ricerche di verità", si può ammettere che quel nachash non è un animale in senso stretto, ma un essere vivente senza fede e nella fattispecie proprio uno sciamano, un mago, un furbo di tre cotte.

Vediamo ora di cercare eventuali tracce che possano portare se non avvalorare almeno a non opporsi all'idea evoluzionista nel racconto della creazione di Genesi 2.
Il primo racconto secondo gli esperti è di provenienza di tradizione 'Eloista e il secondo Iahvista, che sono stati voluti venissero entrambi conservati, ma aldilà di ciò provo a considerare questo racconto di Genesi 2 non come un 2° racconto della creazione, ma come un ulteriore passo rispetto alla creazione narrata nei sette giorni dal Genesi 1.
La prima, in Genesi 1, allora fu prodotta da 'Elohim, cioè Dio col consiglio dei suoi angeli, anche quelli che poi si ribelleranno, alla seconda provvide "Elohim IHWH" come se una parte si fosse divisa con la creazione dell'uomo e la nuova creazione fosse condivisa non da quella che era l'intero 'Elohim, cioè la convocazione plenaria degli angeli.
Onde la creazione dell'uomo fu continuata da 'Elohim IHWH senza che gli angeli ribelli condividessero la decisione.
Questa idea è più o meno quella che immaginai tanti anni fa nel midrash "Tempo-eternità".
Il Midrash Tankhumah Shemot 18; Talmud Sanhedrin 38b, peraltro, suggerisce che quando nel racconto detto della 1° creazione "facciamo l'uomo" (Genesi 1,26) Mosè disse a "Signore dell'Universo perché fornisci agli eretici un pretesto per affermare che ci sono più divinità? La risposta fu scrivi cosi! Lasciamo che imparino dal loro Creatore, che ha creato tutto, il quale, prima di creare l'uomo, consultò gli angeli consiglieri!"
Di fatto questo 2° racconto inizia dopo che: "...furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere" (Genesi 2,1) come se fosse una evoluzione ulteriore.
C'è poi come un cenno di sviluppo rispetto alla creazione di Genesi 1 quando dice: "Queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo..." (Genesi 2,4-6)
In effetti, è usata la parola "toledot" e quel testo di Genesi 2,4 si può anche tradurre, come fanno i Rabbini, "Questo è ciò che derivò dal cielo e dalla terra quando furono creati", il che consente di considerare come dato di fatto quanto già in Genesi 1 e come sviluppo di questo quanto in Genesi 2.
Ciò detto il testo prosegue, "Allora il Signore Dio plasmò l'uomo ( maschio e femmina quella coppia che noi chiamiamo Adamo ed Eva) con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente." (Genesi 2,7)
È da sottolineare, perché importante, questo distinguo:
  • l'uomo viene plasmato secondo Genesi 2,6 dalla polvere di "'adamah", terra lavorata, ma terra del genere che non esisteva ancora, secondo il versetto precedente 2,5;
  • gli altri esseri viventi dalla terra sono plasmati , da quello stesso suolo "'adamah": "Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome." (Genesi 2,19).
Ciò fa pensare ad interventi specifici di Dio che:
  • nel lavorare direttamente il suolo da "shaddah" in "'adamah" da cui plasmò uomini e animali dell'ultima generazione, quella che conosciamo;
  • nel plasmare mise una Yod in più come due esistenze nell'uomo rispetto agli animali;
  • rese una zona specifica della terra un Paradiso Terrestre,"Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male." (Genesi 2,8.9)
Con questo pensiero altri esseri viventi animali erano già stati creati e se c'erano ominidi non ancora "evoluti" non vivevano nel giardino dell'Eden, ma nella steppa nella "hashaddah" .
L'uomo di cui parla Genesi 2 è quello dell'ultima "toledot", generazione, quello che "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse." (Genesi 2,15)
Seguendo questi pensieri e i termini ebraici usati "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici" (Genesi 3,1a) si può anche tradurre "L'incantatore era il più astuto di tutti i viventi della steppa", il che apre un altro scenario.
La steppa non era nel Gan Eden, quello era un infiltrato, proveniva da dove la terra non era ancora lavorata, da dove l'uomo era allora ancora solo un cacciatore e non agricoltore, insomma era uno sciamano, uno stregone, un mago.
Lo spirito di impurità pare proprio legato alla magia, il potere del serpente antico il "nachash kadmoni" quello venuto prima del monoteismo.
Coloro che praticano la divinazione sono chiamato, infatti, "menachashim" e al singolare "menaches" e per quel loro potere si rifanno a quel "nachash" rafforzandone l'esistenza che pervade il mondo di menzogna che porta con se a tutta la congerie dei peccati.
Onde la via dell'indovino, il "menachesh" è di dare potere alla "sitra achra", l'altro lato, quello dell'impurità, col risultato di allontanare santità.
Dice Padre Gabriele Amorth, esorcista: "...uno dei modi più comuni che il demonio usa per legare a sé l'uomo, per abbruttirlo è la magia, è la superstizione. Tutto ciò che rende a satana un culto diretto o indiretto. Tutto ciò che può sottrarre da Dio. Ecco che allora gli operatori di magia credono di poter manipolare forza superiori che in realtà li asserviscono. Non è che il demonio sia al servizio del mago e il mago possa far fare al demonio quello che vuole. Il mago invita il demonio a fare il male e gli da l'occasione di fare il male. Per cui è sempre il demonio che comanda al mago, non è il mago che comanda al demonio."

Il "nachash" nel Giardino dell'Eden è un parassita che non ha alcun potere proprio, un avido, che promette e succhia potere da chi cade nella sua astuzie.
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