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RICERCHE DI VERITÀ...

 
INVESTIGHIAMO SUL PECCATO ORIGINALE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LE DUE VIE »
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NON NASCONDERMI IL TUO VOLTO »
IL PECCATO ORIGINALE »
IL MANGIARE E LA MAGIA »
IL SERPENTE E IL MESSIA »

IL FRUTTO DELL'ALBERO DELLA VITA
'Adam, la prima coppia - Eva fu chiamata così dall'uomo dopo il peccato, "L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi" (Genesi 3,20) - poteva in effetti mangiare di ogni albero del giardino ed, in particolare, "dell'albero della vita in mezzo al giardino" (Genesi 2,9) "e's ha chaiim betok haggan" .
È da notare che ciò che si traduce "vita" in effetti è quel che è un plurale, perlomeno duale visto che è usato per plurale anche "chaiot" .
Lo stesso termine del resto é congruente col plurale usato in Genesi 2,7 quando dice "soffiò nelle sue narici un alito di vita", il "nishmat chaiim".
Questa idea di almeno due vite nasconde l'idea di risurrezione.
Dio, infatti, creò l'uomo sia con la materia inferiore, terrena, ma lavorata da Dio stesso, e con quella superiore.
Colui che soffia, soffia da dentro di sé, quindi, l'anima dell'uomo è parte dell'essenza divina e ciò fa dell'uomo una creatura vivente, quindi uno spirito parlante come Dio.
Appena l'uomo fu ingannato scese la maledizione sul serpente "Allora il Signore Dio disse al serpente: Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici!" (Genesi 3,14)
Poi, perché l'uomo non vivesse in eterno nell'inganno il Signore evitò che mangiasse dell'albero della vita e lo fece uscire dal paradiso: "Poi il Signore Dio disse: Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre! Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all'albero della vita." (Genesi 3,22-24)
Ovviamente anche qui l'albero della vita è "e's ha chaiim" .
Lo scacciò "perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto".
Fuori dall'Eden il terreno non era lavorato era il terreno campestre "shaddah" in possesso del demonio "shad", ma l'uomo era stato tratto da un suolo che aveva lavorato Dio per l'uomo e che ora l'uomo doveva lavorare se voleva tornare con Dio.
Per questo lavorare è usato il verbo col radicale da cui viene la parola servo "a'bed" ed ecco tutta la tensione biblica alla ricerca del "servo" che appunto esprimesse con atti concreti che si stava realizzando che l'umanità stava sviluppando e compiendo il comando divino.
Doveva prepararsi un popolo, terra lavorata, la " 'adamah" , da cui potesse nascere il Salvatore, un nuovo Adamo.
Il disegno di salvezza si sviluppo a partire da "Abramo mio servo" (Genesi 26,24), "il mio servo Giobbe" (Giobbe 2,3), "Il mio servo Mosé" (Numeri 12,7), "il mio servo Caleb" (Numeri 14,24), "Davide mio servo" (2Samuele 3,18), "il mio servo Isaia" (Isaia 20,3), "Ora ascolta, Giacobbe mio servo, Israele da me eletto" (Isaia 44,1), "io manderò il mio servo Germoglio" (Zaccaria 3,8), "Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni." (Isaia 42,1), il servo di Iahweh che nacque da Maria, la terra buona lavorata solo dal Signore, la sposa di Giuseppe della famiglia di David, l'Adamah la madre del nuovo Adamo, l'uomo nuovo.
Questi, propongono i Vangeli, è il Cristo, il Messia , il Figlio del Dio vivente che a "salvare () sarà dalla tomba " l'umanità.
Questi è della stessa sostanza del Padre e porta la grazia, l'amore e la comunione con la SS.Trinità di cui per la natura umana è ambasciatore.
Viene a risvegliare la "nishmah chaiim" e da a mangiare la sua stessa natura e sostanza, divina e umana.
Porta all'uomo la seconda vita quella dell'albero del Gan Eden!
Nel discorso della Montagna Gesù dice chiaramente: "Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete." (Matteo 7,15-20)
Queste parole di Gesù si possono succintamente commentare così:

  • "Falsi profeti" e chi fu più falso del serpente di Genesi 3?
  • "Dai loro frutti li riconoscerete", infatti "...la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono." (Sapienza 2,24)
  • "ogni albero buono produce frutti buoni" sono i frutti del legno della croce, infatti in ebraico legno ed albero si dicono egualmente e's e quello della croce un luogo che non viene frequentato da satana!
Grande è la tensione sul mangiare nei Vangeli, dalla moltiplicazione dei pani e poi nel discorso del pane di vita nel Vangelo di Giovanni ove Gesù dice "la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me." (Giovanni 6,55-57), indi rafforza questo dire e precisa con: "È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita." (Giovanni 6,63)
Questo discorso di spirito e vita pare proprio richiamare in modo evidente il fatto del soffio di Dio, "nishma,t" che da le vite "chaiim" dell'albero delle vite del Paradiso.
È Lui l'albero della vita!
Se si mangia il cibo terreno lo si fa per riuscire a vivere prendendo energie specifiche, del pari Lui ci dà di che nutrire la nostra esistenza dell'energia che viene dal mangiare il Suo corpo e il Suo sangue, energia vitale, spirito e vita per risvegliare la nostra anima!
Vicino alla la croce, sotto quel albero di vita eterna, si ripete in modo diverso ma simile ciò che si verificò sotto un altro albero quello della conoscenza del bene e del male.
Da questo albero della croce, infatti, non il serpente, ma il suo dominatore, dice alla Donna, prendi, "ecco tuo figlio!" e del pari dice prendi "questa è tua madre" a colui che è figura dell'umanità redenta, dell'Adamo redento, il discepolo di Gesù che rappresenta tutti i nati da Maria, sua madre, e "il discepolo l'accolse con sé".

presso la croce di Gesù "Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quel ora il discepolo l'accolse con sé." (Giovanni 19,25-27)
Dal Cristo appeso uscì sangue ed acqua, materia dei sacramenti del battesimo e dell'eucaristia.
In effetti sono gli elementi che testimoniano una nascita, una donna nel partorire produce acqua e sangue.
Dal costato aperto del Cristo come dal fianco di Adamo era uscita la sposa, la nuova Donna, la Chiesa.
Il frutto si può mangiare e il senso ora di quelle lettere è ancora diverso, il frutto è del "Unigenito la sposa ()" offerta a tutta l'umanità per ricevere la vita eterna.

Gesù prende a supporto il frutto della terra lavorata dalla fatica dell'uomo, pane e vino, e v'imprime sé stesso: "...Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: Prendete e mangiate; questo è il mio corpo. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati." (Matteo 26,26-28)
Tutto si compie sotto quel albero di vita che è la croce del Signore.
Su questa non è avvinghiato il "nachash" di Genesi 3, non lo potrebbe, perché non ha vita in sé, ma la succhia dagli altri.
Su questo albero di vita si è volontariamente fatto appendere il "nachash nachashet", il serpente di rame, o meglio l'incantatore dell'incantatore il Messia che riprende la storia di quel "midrash" di Genesi 3.
S'è definitivamente chiusa una vicenda con la sua risurrezione è venuto "Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l'Onnipotente" (Apocalisse 19,6) e c'è un esercito che combatte la sua battaglia ed inizia il tempo finale della vittoria di Cristo sul demonio e sul ciò che ha operato nel mondo, tempo che si concluderà col Suo ritorno nella gloria e dirà ai suoi eletti: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo." (Matteo 25,34)
Quindi, "Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché son giunte le nozze dell'Agnello; la sua sposa è pronta..." (Apocalisse 19,6-7)

a.contipuorger@gmail.com

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