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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
LA REGINA DEL SUD E SALOMONE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL RACCONTO BIBLICO DELL'INCONTRO CON SALOMONE
Il I e II Libro dei Re della Bibbia narrano la storia della monarchia ebraica, dalla morte di Davide (circa 970 a.C.) all'esilio del popolo di Dio in Babilonia (586 a.C.).
La prima parte è dedicata a Salomone, successore sul trono di Davide, il figlio che questi ebbe dopo aver sposato Betzabea, già moglie di Uria l'Ittita.
In tale ambito è, tra l'altro, narrato il racconto della costruzione del Tempio di Gerusalemme.
Re Salomone ebbe a rivelare uno spirito acuto e sapiente che lasciò un ricordo mitico della sua personalità ed opulente del suo regno.
Oltre che re illuminato, almeno nella prima parte del suo giorno, fu poeta e "filosofo" tanto che nella Bibbia, in effetti, sono presenti il Cantico dei Cantici, con contenuto di alta poesia e i Proverbi, sviluppatisi attorno a massime sapienziali salomoniche, libri entrambi attribuiti al re Salomone.
I libri Qoelet e Sapienza, portano anche loro la firma di Salomone, ma in realtà sono stati redatti successivamente.
Ora, al culmine del regno di Salomone si verificò l'incontro con la Regina di Saba narrato in 1Re 10,1-13 e, come detto, in modo del tutto parallelo, in 2Cronache 9,1-12.
Il racconto secondo la traduzione C.E.I. di 1Re 10,1-13 è il seguente:

1Re 10,1 - La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, dovuta al nome del Signore, venne per metterlo alla prova con enigmi.

1Re 10,2 - Arrivò a Gerusalemme con un corteo molto numeroso, con cammelli carichi di aromi, d'oro in grande quantità e di pietre preziose. Si presentò a Salomone e gli parlò di tutto quello che aveva nel suo cuore.

1Re 10,3 - Salomone le chiarì tutto quanto ella gli diceva; non ci fu parola tanto nascosta al re che egli non potesse spiegarle.

1Re 10,4 - La regina di Saba, quando vide tutta la sapienza di Salomone, la reggia che egli aveva costruito,

1Re 10,5 - i cibi della sua tavola, il modo ordinato di sedere dei suoi servi, il servizio dei suoi domestici e le loro vesti, i suoi coppieri e gli olocausti che egli offriva nel tempio del Signore, rimase senza respiro.

1Re 10,6 - Quindi disse al re: Era vero, dunque, quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e sulla tua sapienza!

1Re 10,7 - Io non credevo a quanto si diceva, finché non sono giunta qui e i miei occhi non hanno visto; ebbene non me n'era stata riferita neppure una metà! Quanto alla sapienza e alla prosperità, superi la fama che io ne ho udita.

1Re 10,8 - Beati i tuoi uomini e beati questi tuoi servi, che stanno sempre alla tua presenza e ascoltano la tua sapienza!

1Re 10,9 - Sia benedetto il Signore, tuo Dio, che si è compiaciuto di te così da collocarti sul trono d'Israele, perché il Signore ama Israele in eterno e ti ha stabilito re per esercitare il diritto e la giustizia.

1Re 10,10 - Ella diede al re centoventi talenti d'oro, aromi in gran quantità e pietre preziose. Non arrivarono più tanti aromi quanti ne aveva dati la regina di Saba al re Salomone.

1Re 10,11 - Inoltre, la flotta di Chiram, che caricava oro da Ofir, recò da Ofir legname di sandalo in grande quantità e pietre preziose.

1Re 10,12 - Con il legname di sandalo il re fece ringhiere per il tempio del Signore e per la reggia, cetre e arpe per i cantori. Mai più arrivò, né mai più si vide fino ad oggi, tanto legno di sandalo.

1Re 10,13 - Il re Salomone diede alla regina di Saba quanto lei desiderava e aveva domandato, oltre quanto le aveva dato con munificenza degna di lui. Quindi ella si mise in viaggio e tornò nel suo paese con i suoi servi.

Il racconto inizia fornendo l'informazione sulla causa dell'evento: "La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, dovuta al nome del Signore, venne per metterlo alla prova con enigmi." (1Re 10,1)
La causa di fondo, lo chiarisce subito, non è Salomone in sé e la sua sapienza, ma il "nome del Signore", infatti, non solo nei popoli vicini, ma anche in quelli più lontani, s'era destato il desiderio di conoscere di più sul Dio d'Israele per le fortune avute da quel popolo.
Visti i rapidi e consistenti sviluppi del regno di Davide e poi di Salomone, era evidente per la mentalità dell'epoca che Israele aveva goduto di un particolare favore da parte di una divinità molto forte, perché solo così si poteva spiegare che un popolo, partito da infimo livello, addirittura da una condizione di schiavitù, potesse arrivare alla dignità di regno... e che regno!
C'era evidentemente un dio emergente che era il caso di accattivarsi.
La Regina di una terra lontanissima, Saba, personaggio che idealmente assomma in sé la sapienza umana dei popoli accumulata nei secoli precedenti, intende mettere alla prova Salomone con "enigmi", "bechidot" .
Al riguardo il testo poi ai versetti 2 e 3 precisa "Si presentò a Salomone e gli parlò di tutto quello che aveva nel suo cuore... Salomone le chiarì tutto quanto ella gli diceva; non ci fu parola tanto nascosta al re che egli non potesse spiegarle."
Il testo però non spiega in che consistesse la problematica e perché questa Regina chiedesse segni ed indicazioni che l'aiutassero a comprendere, però concluderei che l'intonazione del testo tende a far concludere che il problema della Regina era sulla vita vera!
Tutte le ricchezze del suo regno, in definitiva, non riuscivano a saturare la sete di felicità che sentiva.
Lei e il suo popolo cercavano insomma di dare un senso più profondo alla propria vita, almeno ciò pare voler suggerire l'autore facendo intendere che pareva loro che fgli Israeliti avessero trovato.
D'altra parte è questa la ricerca che si presenta prima o poi a tutti gli umani in modo più o meno latente.
Se si cerca di leggere l'essenza di quella parola "enigmi", "bechidot", tenendo conto dei criteri e regole che consentono una decriptazione per la proprietà intrinseca delle lettere ebraiche di essere portatrici anche di messaggi grafici, come ho riportato in "Parlano le lettere", quei segni usati per la parola "enigmi" "bechidot" , ci dicono che in effetti la Regina di Saba chiedeva a Salomone, così sapiente per merito del suo Dio, che "dentro sulla Vita l'aiutasse portandole indicazioni ".
Sentite le risposte, considerata la sapienza di queste, visto il regno, i sudditi e l'organizzazione concluse al versetto 9 con un atto di riconoscimento che tutto ciò era prova dell'opera del Dio d'Israele, dicendo: "Sia benedetto il Signore, tuo Dio, che si è compiaciuto di te così da collocarti sul trono d'Israele, perché il Signore ama Israele in eterno e ti ha stabilito re per esercitare il diritto e la giustizia."
Proprio come aveva fatto il suocero di Mosè, sacerdote di Madian, proveniente dalla stessa area geografica, tanti secoli prima, quando disse: "Benedetto sia il Signore, che vi ha liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone: egli ha strappato questo popolo dalla mano dell'Egitto! Ora io so che il Signore è più grande di tutti gli dèi, poiché egli ha operato contro gli Egiziani con quelle stesse cose di cui essi si vantavano. Poi Ietro, suocero di Mosè, offrì un olocausto e sacrifici a Dio. Vennero Aronne e tutti gli anziani d'Israele e fecero un banchetto con il suocero di Mosè davanti a Dio." (Esodo 18,10-12)
Del resto fece così anche Balaam, come narra il libro dei Numeri, il profeta straniero chiamato da Moab per maledire Israele che finì col benedirlo.
Il racconto termina con i doni che la regina consegnò.
Erano oro d'Ofir e pietre preziose in gran quantità ed aromi, quindi evidentemente anche incenso e mirra, doni che ricordano quelli portati dai Re Magi quando visitarono il bambino Gesù.
Dopo che Salomone aveva ammaliato quella regina, osserva la Bibbia: "Ogni tre anni la flotta di Salomone portava carichi d'oro e d'argento, d'avorio, di scimmie e di babbuini." (1Re 10,22)
Non venivano con carovane dal corno d'Africa, dalla porta di Saba, da cui la Regina assicurava l'accesso, quelle navi, quindi, facevano il periplo dell'Africa e passavano nel Mediterraneo dallo stretto di Gibilterra, considerata l'estremità del mondo, le famose colonne d'Ercole, visto che non c'era il canale di Suez.
La venuta di quella regina era un'avvisaglia che si stava appunto verificando la profezia di Balaam, il profeta straniero che, invece di maledire Israele, tra l'altro aveva detto: "Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele..." (Numeri 24,17)
E Salomone, in effetti, per la sua epoca fu come una stella che annunciava il Dio d'Israele, l'unto, il consacrato, speranza visibile del Messia atteso.
(Il Targum di Onkelos, nell'oracolo di Balaam di Numeri 24,17, la parola "scettro" la traduce "Messia" e Il movimento messianico di Qumran interpretò questo testo quale annuncio che il Messia, a capo dell'armata dei figli della luce, avrebbe sconfitto i figli delle tenebre - Bernini G., "La Sacra Bibbia, Il libro dei Numeri", Marietti Edizioni, Torino, 1971, p.252.)

La profezia che s'avvera, con i Magi che vanno per adorare il bambino Gesù in Matteo 2,1-12, prende evidentemente spunto dalla profezia di Balaam, ma anche dal racconto della Regina di Saba, d'altronde:

  • il Salmo 72 recita al versetto 10: "Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi."
  • e poi al 15: "Vivrà e gli sarà dato oro di Arabia; si pregherà per lui ogni giorno, sarà benedetto per sempre" e là la traduzione letterale dal testo ebraico non è oro d'Arabia, ma oro di Saba.
  • Isaia 60,6: "Una moltitudine di cammelli ti coprirà, dromedari di Madian e di Efa; quelli di Seba verranno tutti, portando oro e incenso, e proclamando le lodi del Signore."
  • Genesi 49,10: "Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né sarà allontanato il bastone del comando dai suoi piedi, finché venga colui al quale esso appartiene e a cui ubbidiranno i popoli".
Dietro le figure dei Magi, addirittura provenienti da popoli già nemici, Matteo intravede oltre che i re della storia di Abramo ("I re Magi: un parallelo con la storia d'Abramo") proprio la regina di Saba.
Questa, venuta a Gerusalemme a far visita al re Salomone, proveniente dai pagani, recò doni e non tributi e vinta dalla sapienza del re d'Israele, tornò piena d'ammirazione... e convertita, tanto che il suo popolo, l'Etiope, dopo quasi 3 millenni è restato nella sfera dei salati dall'annuncio del Dio Unico.
Sono queste, della venuta della Regina di Saba e poi dei Magi nel racconto dei Vangeli dell'infanzia, profezie che la sapienza del mondo si piegherà a quella che viene dal Dio d'Israele.

C'è nel midrash, perché tale è il racconto della regina di Saba, una prova che spiega in se stessa perché fu considerato a base della profezia dei Magi.
In questi versetti, precisamente nell'11 e nel 12, per ben tre volte si trova la parola "legno" o "legname di sandalo" in queso modo: "Inoltre, la flotta di Chiram, che caricava oro da Ofir, recò da Ofir legname di sandalo in grande quantità e pietre preziose. Con il legname di sandalo il re fece ringhiere per il tempio del Signore e per la reggia, cetre e arpe per i cantori. Mai più arrivò, né mai più si vide fino ad oggi, tanto legno di sandalo." (1Re 10,11-12)
Visto che il testo inizia con la presentazione di enigmi, il fatto che per ben tre volte si trova ripetuta un stessa parola è segno di una precisa volontà che intona l'indicazione segreta del racconto e tra l'altro è indizio che rivela la volontà d'avviso di cercare anche una pagina di secondo livello.
Mi sono chiesto perché il testo cita con insistenza proprio quel legno di sandalo.
Invero, l'olio essenziale che si ricava dal legno di sandalo è impiegato per alleviare le tensioni e quindi facilitare il sonno, il suo profumo è avvolgente e sensuale, se ne ricava un olio profumato che, secondo credenza popolare, bruciato allontanerebbe gli spiriti maligni e, per i buddisti, sarebbe albero del paradiso e con il suo legno si fabbricava il Carro del Sole.
Quindi ce n'è per scatenare le fantasie, che poi vedremo ci sono sbizzarrite, sull'incontro di quella Regina con Salomone e su quanto questa chiese e ricevette, in base al versetto 13 di quel racconto: "Il re Salomone diede alla regina di Saba quanto lei desiderava e aveva domandato, oltre quanto le aveva dato con munificenza degna di lui. Quindi ella si mise in viaggio e tornò nel suo paese con i suoi servi".
Ciò però non spiega completamente perché quella insistenza del legno di sandalo; allora ho notato che importanti, ai fini della mia ricerca, erano proprio le lettere usate per definirlo.
Legni di sandalo in ebraico nel testo sono "e'si ha 'almuggim" e questa parola "'almuggim" può essere spezzata e leggersi come + .
Beh, ma allora esce fuori che "da Dio i Magi ", da cui si legge la profezia: "si vedranno salire a Iah Dio i popoli stranieri ".
Così, evidentemente, per quel questo brano della Regina di Saba fu profezia avverata per i primi cristiani che scrutavano i testi antichi per trovare profezie sul Cristo e fu riportata dall'evangelista Matteo nel suo racconto dell'evento dei re Magi, tantopiù che questi scriveva esprimendo punti di vista ebraici e per la tradizione il testo della prima edizione del suo Vangelo sarebbe stato in ebraico o aramaico. (Vedi: "Il cristianesimo di fronte ad una Bibbia segreta", "Vangeli, profezie attuate dal Cristo", "Numeri nei Vangeli e nell'Apocalisse: Annunci del Messia")

Se così avvenne, con Salomone che era solo una pallida immagine del vero Messia, quando per l'evangelista Matteo si verificò la venuta del Messia vero, infatti dirà Gesù "...ecco, ora qui c'è più di Salomone!" (Matteo 12,42b) i Magi divennero concreti e non più una sola regina.
Forse i Magi dei tempi di Gesù erano dei mercanti venuti a Gerusalemme che trasportavano ogni ben di Dio con la loro carovana e che si presentarono anche da Erode il grande.
La tradizione poi nei vangeli apocrifi li fece diventare re ed addirittura tre e diede loro dei nomi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
Il racconto termina lasciando però in sospeso cosa chiese e ricevette la regina da Salomone; le ipotesi sono tante un anello, l'arca, un figlio di lui, il rame...
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