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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
È UNA STORIA D'AMORE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

QUESTO FU L'INIZIO
Tra le Sacre Scritture giudeo-cristiane la Genesi, primo libro del Pentateuco per i cristiani e della Torah per i giudei, mentre pare esporre gli eventi dell'origine del mondo e dell'umanità che avrebbe avuto origine da "'adam" , la prima coppia di un maschio e di una femmina della razza umana, così recita:

"Dio disse: Facciamo l'uomo
a nostra immagine, a nostra somiglianza:
domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo,
sul bestiame, su tutti gli animali selvatici
e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.
E Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
Siate fecondi e moltiplicatevi..." (Genesi 1,26-28)

Colui che qui parla che nella traduzione è detto "Dio", nel testo in ebraico è "'Elohim" , un plurale, l'assemblea delle potenze angeliche.
È subito messo in evidenza che:
  • solo per gli uomini è detto essere stati fatti ad immagine e a somiglianza di Dio, onde è sottolineata una sostanziale differenza tra razza umana e animali;
  • "'adam" , non è il nome del primo maschio (Dio non ha mai detto ti chiamerai Adamo), ma è la prima coppia umana, un maschio e una femmina, non ancora ben individuata, ma che è una unità nel pensiero di Dio,
  • non è escluso l'evoluzionismo, in quanto Dio per l'umanità usa materiale preesistente, ma il passaggio finale è opera di creazione come asserisce poi in Genesi 2,7 "Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente."
Il portare alla perfezione questa coppia dipende dalla coppia stessa, perché occorre il loro sì, infatti, il moltiplicarsi passa anche attraverso la loro volontà.

Entrando nel testo ebraico si può osservare:
  • "A nostra immagine" è "besalmenu". A nostro modello traducono gli ebrei. Le lettere suggeriscono "dentro discese del Potente la vita " o "con dentro un'ombra della vita " di Lui. Una scintilla dello Spirito di Dio è nell'uomo. Questa è l'ombra che adombrò Maria. ("Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio." Luca 1,35)
  • "A nostra somiglianza" è "bedemutenu". Le lettere dicono "dentro d'aiuto nella morte energia si riporterà ." In tale parola, peraltro, si distingue la "demut" , la somiglianza che il cristianesimo ha preso alla radice del proprio messaggio; infatti, il Figlio di Dio che ha natura divina ha preso anche la natura umana, quindi, ha la completa somiglianza. Questa "demut" con le lettere allora dice che per gli uomini "il sangue porterà dalla croce ", indi, sarà a risorgere dalla morte , perché "la vita si riporterà nel Crocifisso ". In Gesù Cristo è stata data la prova che, grazie a tale somiglianza c'è "un impedimento/sbarramento alla morte ". Nell'uomo, quindi, c'è una scintilla divina che gli impedisce la morte totale. La somiglianza poi s'esplica, come chiariscono quei versetti, anche nel fatto che l'umanità ha l'insieme delle qualità maschili e femminili che rendono possibile la procreazione volontaria e non per istinto come è il caso degli animali, e questa, certamente, è a "somiglianza" del creare che fa Dio che opera volontariamente ed è il padre e la madre della prima coppia. In tal modo Dio delega la nascita d'altri individui alla coppia umana che esercitando volontariamente dei doni ricevuti collabora alla creazione di figli di Dio; infatti, Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi. Ciò fu vero anche nel caso del Figlio di Dio, Gesù di Nazaret, per la cui nascita Dio Padre chiese il sì, pur nella loro verginità, sia di Maria, sia di Giuseppe.
C'è però di più.
Spesso ci si sofferma solo sul fatto della procreazione, ma è anche da porre in evidenza che nella prima coppia in modo potenziale sussistevano in embrione tutte le qualità del Creatore.
In particolare, in modo ovviamente non esaustivo, Dio è:
  • giustizia e misericordia infinita;
  • è Santo;
  • è pieno di rettitudine, è retto;
  • è amore.
È così evidente che Adamo, la prima coppia, fu il nido dello Spirito Santo, quindi il Tempio dove Dio intende risiedere.

È così da concludere che la prima coppia era capace d'amare, era santa, aveva insomma accesa in sé una scintilla divina.
Era però anche dotata di corpo, come lo sono gli animali, ma aveva anche in sé la capacità di dominare gli istinti.
Ogni individuo della razza umana è, infatti, una sintesi indivisibile di spirito, anima e corpo e non nasce per propria volontà.
Sente impulsi ed istinti legati alle necessità del corpo, ma anche esigenze più alte ed aspira ad una vita piena.
Il suo corpo e la sua mente sono dotati di specifiche e particolari doti che lo fanno definire maschio o femmina, ma questi due tipi di uno stesso ceppo hanno una stessa origine e desiderio.
Le qualità maschili e femminili non sono però solo del corpo, ma anche psicologiche.
Pur se su ciò si sono formati tanti stereotipi relegando forza, coraggio, il tendere alla conquista al maschio e la dolcezza, la pazienza e l'accoglienza, alla femmina, questi sono solo orientamenti e tendenze prevalenti del rispettivo sesso, ma ognuno li ha in misura diversa e in qualche modo, sia pure ridotto; ognuno comunque ha doti della psicologia anche dell'altro sesso.
In ciascuno, maschio o femmina, pur dopo gli eventi catastrofici della "caduta" di cui al racconto di Genesi 3, c'è, pur se in forma inconscia di desiderio, "l'amore", vale a dire una tensione alla pienezza della vita, una scintilla che si può trasformare in un grande fuoco che non si consuma (Vedi: "Lo sposo della coppia nel matrimonio, roveto ardente") basta che nel rapporto tra i due cooperi l'opera catalizzatrice di Dio.

Il "midrash" della creazione dell'uomo nello stesso libro della Genesi propone che: "il Signore Dio disse: Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda..." (Genesi 2,18)
Fu così che gli presentò gli animali... "ma per l'uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse." (Genesi 2,20b)
Per la vita fisica in questo mondo gli animali sono utili, ma per la vita anche dell'anima e dello spirito occorre di più.
Non bastava al maschio una femmina e alla femmina un maschio come accadeva con gli animali, ma occorreva che i due fossero uniti in una ulteriore realtà, un nuovo individuo, un corpo nuovo, formato dai due resi tra loro compatibili da parte di Dio con apposito atto creativo e poi riconosciutisi tali davanti a Dio stesso.
La traduzione della C.E.I. lo indica con "un aiuto che gli corrispondesse", che in ebraico è: "e'zoer kenoegeddo", letteralmente un "aiuto" "di fronte", vale a dire una persona da contro altare, in altre parole una persona di bilanciamento.
C'è, infatti, in quella espressione il senso d'equivalenza di qualità, un individuo che gli stesse di fronte all'altro della coppia in parità assoluta con caratteristiche necessarie e magari complementari.
Fu cosi che allora "Il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo." (Genesi 2,21s)
Possiamo proprio dire che Dio , formò, forgiò, costruì, l'aiuto che occorreva per l'uomo fosse esso maschio o femmina!
Questo aiuto non è più solo una femmina per il maschio, ma una donna "'isshah" che è anche il termine ebraico di moglie, e un "'ish" che come vocabolo vale sia per uomo, sia per marito; in definitiva, due fuochi , con Iah , cioè IHWH tra di loro.
Dio lascia libera la coppia e le dà tutte le possibilità di arrivare fino a Lui, cioè le dona la sua grazia, il suo amore, il soffio del suo spirito vitale.
Questo fu il primo atto di Dio sull'uomo che aveva creato, al maschio... dargli moglie e alla femmina... darle marito!
Questo modo di procedere non fu solo per la prima volta, ma si ripete in ogni matrimonio che Lui prepara.
Dio, in definitiva, creò e crea continuamente il matrimonio!
In un matrimonio secondo Dio gli sposi sono una creatura nuova, una nuova carne, "Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne." (Genesi 2,24)
Una nuova carne il che comporta una nuova psicologia e un nuovo spirito.
Non sono solo i due di prima che coabitano.

I rabbini del Talmud si chiesero di cosa s'interessasse Dio dopo la creazione?
Risposero col seguente midrash che riporto a memoria.
"Una matrona romana una volta chiese al maestro del Talmud rav Yosè ben Chalaftà cosa avesse fatto Dio dopo la fine della creazione del mondo. Il Saggio replicò che Dio era stato molto occupato a combinare matrimoni. La matrona restò sorpresa. Questo è ciò che fa il vostro Dio? Ma come! Posso farlo persino io! Ho molti servitori e serve; potrei accoppiarli in un attimo! Il Saggio le disse: Può pure sembrarti semplice, ma per Dio è un compito complesso come aprire le acque del Mar Rosso! La matrona se ne andò e fece mettere in fila i suoi tanti servi e serve quindi comandò: Tu sposerai questa donna e questa donna sposerà questo uomo, e così via. Il giorno successivo le coppie arrivarono tutte abbattute, alcuni anche feriti, perché questo uomo non era felice con sua moglie e quella donna non era felice con suo marito. La matrona mandò a chiamare rav Yosè e gli disse: Rabbi la tua Torah è vera." (Bereshit Rabbà 68,4)
(Vedi: "Famiglia santa, sorgente dell'uomo nuovo")

È da ritenere che i due coniugi che Dio unisce in matrimonio sono compatibili in quanto scelti da Dio stesso che, alla stregua della prima coppia, come suggerisce il racconto della Genesi, opera nell'inconsapevolezza della coppia medesima, in quanto... come Adamo, la coppia dorme... ma a ciascuno dei due è procurata... l'anima gemella.
Il Salmo 127 pare proprio riferirsi a questa situazione; infatti, è il Signore che forma le famiglie come sottolinea quel Salmo col dire: "Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno. Ecco, dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo. Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza." (Salmo 127,1-4)

Dalla coppia tolse uno dei due lati e lo pose davanti all'altro.
E qui nasce con la traduzione l'idea della costola.
In effetti, nel testo ebraico è scritto: "Veiqqah 'ahat missal'otaiw", letteralmente "Veiqqah 'ahat" "prese una volta per sempre", e anche "ricevette una volta per sempre", in altre parole definitivamente ricevette, al fianco "missal'otaiw"; infatti, "sal'ot" è fianco o lato oltre che costola.
Se così si supera il concetto della costola anatomica e si pensa al " fianco, lato, banda", si può ricavare che "ricevette una volta per tutte di fianco" è come un'immagine speculare; proprio un'anima, un corpo e uno spirito gemelli.
Unione indivisibile per sempre!
Lo conferma autorevolmente Gesù quando nel Vangelo di Matteo dice "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così." (Matteo 19,8)
E fu così che "Allora l'uomo disse: Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall'uomo è stata tolta. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne." (Genesi 2,23s)
Con l'uso delle lettere ebraiche poi si spiega bene perché il testo dice "La si chiamerà donna , perché dall'uomo è stata tolta."
L'uomo ora è chiamato "'ish" che si può leggere come "uno che è " come se prima non fosse nella pienezza dell'essere, e la donna "'ishah" , "una che uscì " sottinteso da quel uno .
Ciò porta a pensare al matrimonio perfetto di cui dice la lettera agli Efesini: "Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!" (Efesini 5,31s)
Sotto questa angolatura quei nomi di uomo e donna assumono una dimensione profetica:
  • "'ish" , "del primogenito che fu risorto ", ossia il Cristo.
  • "'ishah" , "dall'Unico alla luce uscì ".
In questo disegno d'amore per formare in terra con i corpi la dimensione celeste, però, fu provocata "la caduta" narrata al capitolo 3 del libro della Genesi dal tarlo di un avversario di Dio e dell'uomo che entrò nella prima coppia.
Questo entrando, come primo atto, provocò la separazione dei due e l'incolparsi a vicenda davanti a Dio.
A Dio che l'interpellava, infatti, "Rispose l'uomo: La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato." (Genesi 3,12)
Quel "La donna che tu mi hai posto accanto", pare confermare quanto s'è detto che piuttosto che costola è da pensare che una delle due parti della coppia è stata messe accanto all'altra.
In definitiva, a causa di quel tarlo sembra sparire l'amore.
Con ciò tutte le qualità divine furono indebolite e soppiantate dalle qualità dell'avversario che s'era presentato sotto l'aspetto di un animale, nella fattispecie di un serpente.
Questo serpente era però la manifestazione di un essere ribelle, fuggito, secondo la tradizione, dall'assemblea celeste che inoculò il proprio veleno con una potente energia che risultò permanente e perniciosa per la prima coppia e per le generazioni successive che nacquero da questa.
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