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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
È UNA STORIA D'AMORE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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QUESTO FU L'INIZIO »

MATRIMONIO FONTE DI SANTITÀ
Tutte le funzioni spirituali psicologiche e fisiche che rendevano l'uomo e la donna ad immagine e somiglianza del Creatore super dotandolo rispetto agli altri esseri viventi della terra, perciò, si rattrappirono e nel ridursi le qualità tesero ad avvicinarsi a quelle animali.
Un'attenuazione dei poteri avvenne subito, ma procedette con un aggravamento progressivo nelle generazioni successive, in cui si ridusse gradualmente la durata della vita specialmente dopo l'evento del diluvio.
L'aspetto della comunione distintiva della coppia perciò sembrò sempre più limitarsi all'atto fisico dell'accoppiamento.
Le femmine per la loro ridotta forza fisica rispetto ai maschi furono facile preda della violenza di questi non più dominata da una retta coscienza.
La Genesi segnala situazioni di sofferenza della donna per l'istituto della poligamia venuto dalla discendenza di Caino (Genesi 4,17-24) e per quanto si deduce dai versetti Genesi 6,1-4 ove quei "figli di Dio" in effetti, sono i figli dei principi, dei potenti di questo mondo che esercitavano una forzata ius prime noctis, tanto che subito dopo al versetto 5 viene detto: "Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre."
Fu così che Dio decise l'evento spirituale del "diluvio".
S'era conservata almeno la memoria dei tempi felici nei discendenti primogeniti della prima coppia che pur senza la pienezza dei doni cercarono di mantenersi fedeli alla memoria di quei tempi raccontati dai progenitori che invece negli altri era andata a perdersi passando le generazioni.
Per questi primogeniti, tra cui prima Enoch e per ultimo spicca Noè, la famiglia era importante.
Il racconto del "diluvio" da forza a questo pensiero.
Di fatto, quel evento salvò la famiglia dell'ultimo primogenito della prima coppia, lui, Noè con la propria unica moglie, i suoi tre figli, Sem, Cam e Iafet con le loro rispettive mogli, in definitiva quattro coppie, otto persone in tutto: "In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli..." (Genesi 7,13)

L'atto sessuale nel matrimonio era per loro divenuto un aspetto fondamentale della vita della coppia.
Era questo un momento segreto della coppia in cui di fatto c'era il momento magico dell'accettazione dell'altro, del superamento degli eventuali attriti, della rappacificazione, con il comune intento di affrontare con speranza il domani certi nell'amore di Dio.
È in senso fisico il segno di scambio d'amore che salda l'unione di spirito, anima e corpo della coppia.
L'evento raccontato dalla Genesi al capitolo 9, versetti 20-23, di Cam che entra nella tenda dei genitori che dormivano per il troppo vino e dei fratelli che comunque salvaguardano la riservatezza della nudità dei genitori stessi fa comprendere come il senso della famiglia fosse forte in quei salvati e come il Signore intendesse con l'evento diluvio proprio salvare la famiglia migliore per il mondo nuovo dopo il diluvio.
L'atto sessuale di una coppia consacratasi nell'unione davanti a Dio non è impuro, anzi è sacro perché consente la creazione della vita e la riunificazione di un'unità umana separata nella creazione in uomo e donna.
Il piacere che ne consegue è prova per il credente della bontà di Dio.
Questa è la visione contenuta nei sacri testi:

"Sia benedetta la tua sorgente, e tu trova gioia nella donna della tua giovinezza: cerva amabile, gazzella graziosa, i suoi seni ti inebrino sempre, sii sempre invaghito del suo amore!" (Proverbi 5,18-19) e non pare che da questo amore sia tolto l'aspetto del rapporto fisico del donarsi che pare qui restare in tutta la sua pienezza e la sua gioia.

La scritta Gioia si un documento ebraico antico Il che fa comprendere come quello che è definito l'eros del Cantico dei Cantici è espressione di un rapporto sano, completo, di corpo anima e spirito di una coppia sposata.
La Bibbia, anzi, invita proprio a godere di questo amore che contiene in sé una benedizione salvifica che Dio ha riservato per due che siano uniti nel suo nome sulla terra: "Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua parte nella vita e nelle fatiche che sopporti sotto il sole." (Qoelet 9,9)
Una buona vita di qua apre l'accesso anche ad una buona vita di là!

Nell'ebraico un modo per accennare al piacere sessuale integrale di una coppia in piena sintonia è con l'uso del radicale A'LS A'in-Lamed-Samekh come risulta da "Vieni, inebriamoci d'amore fino al mattino, godiamoci insieme amorosi piaceri..." (Proverbi 7,18)
Quel radicale è perciò usato per descrivere l'unione al vertice del piacere per entrambi i partecipanti.
Tale radicale è però usato poi solo altre due volte nella Tanakh, e precisamente nel libro di Giobbe:

  • 20,18 - "darà ad altri il frutto della sua fatica senza mangiarne, come non godrà del frutto del suo commercio..."
  • 39,13 - "Lo struzzo batte festosamente le ali..." o più precisamente" "L'ala degli struzzi batte festante ..."
In quel radicale A'in - Lamed - Samekh :
  • A'vin è indubbiamente la lettera dei sensi, del sentire, del vedere, dell'odorare, anche dell'agire soprattutto nel campo fisico.
  • Lamed , è la più alta di tutte le lettere e dà l'idea di potenza.
  • Samekh , è la lettera della pienezza, della circolarità.
Direi perciò che è innalzarsi () alla pienezza , sia con bassi sensi che con i sentimenti più alti .
È da soffermarsi su "L'ala degli struzzi batte festante ..." "kanaf rennanim ne'elsah" di Giobbe 39,13.
Gli "struzzi" se si va al radicale di "gridare, cantare, gridare per la gioia, giubilare" possono ben rappresentare i due amanti sposi nell'intimità del loro rapporto che implica corpo, anima e spirito.
Le lettere di dicono "i corpi/le teste/le menti inviano energia ", divengono una carne unica quella di un germoglio, di una prole .
Quel versetto di Giobbe 39,13 prosegue così: "...come fossero penne di cicogna e di falco" e sottilmente con "cicogna" "chasidah" porta il pensiero ad un rapporto "chased" di amore familiare.

L'orgasmo "o'neg", il godimento, dal radicale di "sollazzarsi, godere" è quando "si sente l'energia scorrere ".
Ogni generazione, perciò, è il risultato dell'insieme delle unioni sessuali psicologiche e spirituali di tutte le coppie.
Carenze in questo rapportarsi sarà manifesto nella generazione che nascerà.

La coppia degli sposi ha però bisogno di un tempo per conoscersi.
Il conoscersi, come termine biblico, implica una conoscenza "da'a" che deve divenire il più possibile competa "da'at" , quindi, implica anche l'unione sessuale, che se motivata però dalla sola attrazione sensuale non dà piena conoscenza.
Il conoscersi implica perciò soprattutto confrontare e condividere le scelte di vita, vale a dire "oltre le porte vedere " e queste porte dell'altro e di se stessi s'aprono col tempo .
Quindi il matrimonio si rafforza col tempo se sono in comunicazione tra i due tutte le componenti fisico, psichiche e spirituali.
Ciascuno dei due è un mistero per l'altro che si svela e che viene assorbito ed accolto con gioia pian piano, è il patrimonio comune della coppia, la propria ricchezza che la rende unica ed indivisibile.
Dalla coppia viene così maturata la certezza della "da'at" , vale a dire di avere "un aiuto nel tempo " della propria vita, garanzia ed embrione di un amore totalizzante che è stato riservato per una crescita impensabile fino all'Amore assoluto.

Torniamo alla prima coppia.
È da pensare lo sfacelo del loro rapporto quando dovettero uscire dal Paradiso terreste.
Quel tempo fu caratterizzato evidentemente dal rinfacciarsi l'un l'altro la disgrazia.
Questo scenario che pare alquanto oscuro sono però segnalati due colpi di luce, che fanno comprendere un retroscena di ricostruzione della coppia:
  • "Adamo conobbe Eva sua moglie , che concepì e partorì Caino e disse: Ho acquistato un uomo grazie al Signore. Poi partorì ancora Abele, suo fratello." (Genesi 4,1s)
  • "Adamo di nuovo conobbe sua moglie , che partorì un figlio e lo chiamò Set." (Genesi 4,25)
La prima coppia dopo essere stata formata doveva perciò gradualmente arrivare alla conoscenza totale del faccia a faccia, cioè "panim le panim".
Con l'evento del mangiare della conoscenza del bene e del male in modo separato cadono le illusioni e misurano la loro diversità, quando si dimenticano che la loro unione è nel Signore.
La prima coppia si unì dopo l'uscita dal Giardino dell'Eden e nel "midrash" della Genesi, al capitolo 5 si trova: "Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati. Adamo aveva 130 anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora 800 anni e generò figli e figlie. L'intera vita di Adamo fu di 930 anni; poi morì." (Genesi 5,1-5)
I frutti prodotti dalla coppia subito dopo l'uscita dal Giardino dell'Eden quando all'inizio del capitolo 4 dice "E Adamo conobbe Eva sua moglie..." (Genesi 4,1) non sono da contare nella genealogia di Adamo, perché il primo nato Caino ha una propria genealogia separata in quanto uccise il fratello, o perché, come Abele, svanì rispettando il significato del proprio nome.
La Genesi là segnala un'anomalia; infatti, non è Adamo a dare il nome al primo figlio, Caino bensì pare essere stata Eva che disse "Ho acquistato un uomo dal Signore." (Genesi 4,1)
Per il "midrash" così Adamo fu separato da Eva per 130 anni, dopo la cacciata dal giardino, tempo lungo, ma necessario per la loro riconciliazione, infatti Adamo conobbe la moglie in modo nuovo: "Adamo di nuovo conobbe sua moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set." (Genesi 4,25)
Questa conoscenza più avanzata finalmente è in grado di produrre un frutto che si conserva, Set, la colonna, il capostipite dell'umanità.
Quindi un certo grado di redenzione fu conseguito con l'atto di contrizione della coppia, soprattutto col perdono reciproco che a sua volta comportò una decisione di perdono da parte del Signore, segnalato da quegli ottocento anni che vissero ancora i progenitori, segno col numero 8 di una pienezza futura che il Signore stava preparando per l'umanità tutta intera con l'avvento del Messia.
D'altronde, questa forza del matrimonio fu l'esperienza d'Israele che ha operato per millenni cercando la propria redenzione nel matrimonio stesso e compiendo una continua opera di ricostruzione, conscio che il Signore ha occhio benevolo per chi ha il cuore contrito e vuole tornare a Lui, come dice il profeta Gioele: "Or dunque - oracolo del Signore - ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male. Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione?" (Gioele 2,12-14)

Nella coppia però c'è il pericolo che subentri anche che il desiderio non sia un quel momento di entrambi e che la parte più forte esiga di scaricare i propri istinti pretendendo di fare la parte del padrone.
Un modo anche in ebraico di dire marito è "ba'al" che implica però il concetto di padrone, una frattura del vero amore che è il patto d'unione della coppia.

Per significare l'atto sessuale nell'ebraico biblico è in uso il radicale ShGL "giacere, coricarsi con una donna".
La prima volta quel radicale si trova in Deuteronomio 28,30 "Ti fidanzerai con una donna e un altro la possederà ...", cioè si coricherà con lei.
I profeti l'usano per ammonire il popolo come risultato dell'allontanamento da Dio, come in:
  • Isaia 13,16 - "I loro piccoli saranno sfracellati davanti ai loro occhi; saranno saccheggiate le loro case, violentate le loro mogli."
  • Zaccaria 14,2 - "...Gerusalemme... sarà presa, le case saccheggiate, le donne violentate..."
  • Geremia 3,2 - "Alza gli occhi sui colli e osserva: dove non sei stata disonorata?"
In Daniele 5 nei versetti 2,3 e 23 prende l'accezione di concubina.
Da quel radicale si ha "Shegal", una sposa di re come in Neemia 2,6 "Il re, che aveva la regina seduta al suo fianco, mi disse..."
Ciò che nobilita questo termine è che è citato nel Salmo 45,10 "Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir" e questo Re è il Messia, "il più bello tra i figli dell'uomo" (Salmo 45,3)

Il Messia inaugura il Regno di Dio in terra.
Nel Cristianesimo la Regina è la sua Chiesa uscita dal suo costato e tutti i cristiani che lo desiderano profondamente sono la sua regina.
È quella per cui nel Cantico dei Cantici interpretato come canto tra il Messia e la sua Sposa, lei, la Regina, dice:
  • Cantico dei Cantici 1,2 - "Mi baci con i baci della sua bocca! Sì, migliore del vino è il tuo amore."
  • Cantico dei Cantici 1,4 - "Trascinami con te, corriamo! M'introduca il re nelle sue stanze: gioiremo e ci rallegreremo di te, ricorderemo il tuo amore più del vino. A ragione di te ci si innamora!"
  • Cantico dei Cantici 2,4 - "Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore."
  • Cantico dei Cantici 2,5s - "... io sono malata d'amore. La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia."
  • Cantico dei Cantici 3,1 - "Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l'amore dell'anima mia..."
  • Cantico dei Cantici 3,6 - "Lo strinsi forte e non lo lascerò, finché non l'abbia condotto nella casa di mia madre, nella stanza di colei che mi ha concepito."
  • Cantico dei Cantici 5,8 - "...Che sono malata d'amore!..."
  • Cantico dei Cantici 7,13 - "...ti darò il mio amore!"
  • Cantico dei Cantici 8,2 - "Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre; tu mi inizieresti all'arte dell'amore..."
La visione della regina che s'appoggia al suo re, segno di rappacificazione dell'umanità che torna alla gioia originale dal deserto della vita che ha trascorsa fuori dal giardino dell'Eden, si trova nella conclusione dello stesso Cantico dei Cantici, quando così s'esprime: "Chi sta salendo dal deserto, appoggiata al suo amato? Sotto il melo ti ho svegliato; là dove ti concepì tua madre, là dove ti concepì colei che ti ha partorito. Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina! Le grandi acque non possono spegnere l'amor né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che disprezzo." (Cantico dei Cantici 8,5-7)

Quelle lettere "Shegal" hanno per la "cabbalah" notevole interesse per il loro valore gimatrico, vale a dire per a somma del numero rappresentato da ciascuna lettera, pari a 3 centinaia, 3 decine e 3 unità:

= ( = 30) + ( = 3) + ( = 300) = 333

L'unirsi con la propria moglie, due più l'amore, porta a questo numero 333, e questo pare proprio indicare la figura, sia pura ancora in ombra, della SS. Trinità.
Una permutazione di quelle tre lettere è per "scendere".
Propone la figura quasi di scivolare sulle onde come paiono proporre i versetti che richiamano i riccioli dell'amata: "Le tue chiome sono un gregge di capre, che scendono dalle pendici del Gàlaad." (Cantico dei Cantici 4,1 e 6,5b) sono come "un'onda di luce ".

Un'ulteriore possibile permutazione di quelle lettere è "sheleg", "neve".
Il radicale di quelle tre lettere è passato così da un atto consueto familiare del dormire insieme di un uomo e una donna per celebrare sul talamo nuziale il dono reciproco di sé all'altro ci porta ad una parola che indica la purezza più alta nella Bibbia, la neve, il candore opposto al peccato.
Quel semplice coricarsi sponsale nell'intimità della propria casa pare, così, quasi capace di indurre il Signore a perdonare i peccati della coppia.
Una conferma in ciò sta che nella tradizione ebraica.
I fidanzati, prima del rito del matrimonio fanno ciascuno per proprio conto il bagno rituale nella vasca "miqwah", indossano una veste bianca "kotonet", e la coppia è considerata pura da ogni peccato, come appunto fosse una nuova creazione.
Celebri sono questi due riferimenti sulla neve e la purificazione:
  • Salmo 51,7-10 - "Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell'intimo m'insegni la sapienza. Purificami con issopo e sarò mondo; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato."
  • Isaia 1,18 - "Su, venite e discutiamo dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana."
Il Signore per evitare all'umanità la vita eterna nella sofferenza se in quella situazione di schiavitù la coppia primigenia avesse mangiato dell'albero della vita, fece uscire i progenitori dal Gan Eden.
Questa "cacciata" per subdolo suggerimento da parte del nemico fu fatta vivere ai due progenitori come una separazione dal Signore.
Del resto la coppia s'era resa conto del proprio decadere quando il libro della Genesi segnala "Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture." (Genesi 3,7)
Si erano messi all'ombra delle foglie, quelle che coprivano il serpente che parlava loro vicino l'albero, come se avessero perso "l'ombra" del Signore.
Il potere del serpente passò dai sensi all'inconscio stordendo la coscienza e l'intelletto come una pozione tossica.
San Paolo nella lettera ai Romani scrivendo: "Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8,38.s) pare proprio certificare che ciò non fu così per quanto ritarda il Signore.
Il Signore, peraltro, aveva cercato di farlo capire quando "...fece all'uomo e alla donna tuniche (Kotonet) di pelli e li vestì." (Genesi 3,21)
"Egli stesso li vestì per dimostrare che li amava ancora, malgrado il peccato." (Rabbenu Beknayé), cioè al ravvedimento era pronto a ricoprirli ancora con la sua ombra, ma l'uomo non comprese, perché obnubilato.
Un'opprimente percezione di separazione e di lacerazione dal Creatore così cadde sulla coppia.
Questa con tutte le proprie doti residue si dovette porre in umiltà a raccogliere i cocci di un'esistenza che sembrava ormai senza guida.
In lei nella propria carne, intelletto e anima, però lo Spirito di chi l'aveva creata, aveva impresso un sigillo che superava i dubbi.
L'amore dell'Eterno non si poteva spegnere, prova era che erano ancora vivi.
Gradualmente si risvegliò la collaborazione tra i due come unica risorsa di frescura per proseguire il vivere fuori dal giardino.
L'ultimo forte livello esistenziale, quello della carne, "basar" in ebraico, che era rimasto alla coppia, essendo l'uomo un essere non scindibile, aveva accesso anche agli altri livelli, psiche e spirito dell'uomo, onde di fatto era la via per cercare la redenzione.
Prova ne è che la risurrezione finale coinvolgerà anche questa, la carne, come può dedursi dalla Sacra Scrittura:
  • Salmo 84,3 - recita: "L'anima mia languisce e brama gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente."
  • Giobbe 19,26 - tradotto dall'ebraico dice così: "Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, dalla mia carne vedrò Dio ", infatti è scritto "Mi basari 'echeze 'Eloha", che tradotto significa "dalla mia carne vedrò Dio", il che pare appunto esprimere un'unione tra una consapevole vita corporale compresa la sessualità e una evoluzione spirituale.
  • - 1Corinzi 15,42-44 - "Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale. Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale..."
Si tratta di riattivare nella carne la scintilla d'eternità che c'era in Adamo, dando così nuova luce al piano spirituale superiore, uscendo dalle sole contingenze istintive del corpo e dai fantasmi psichici della paura per cercare di rientrare a comprendere la volontà di Dio.
Si aprirà così una spirale positiva, un mondo nuovo, entrando nel Suo timore, che va da un sacro rispetto ad un colloquio filiale anche col corpo, guidato ad entrare nella psicologia e nella spiritualità superiori, passando così da animale ragionevole ad essere consapevole, quindi a figlio del Padre ed infine a sposa del Signore.
Solo per la presa di coscienza di tale scintilla si possono riattivare alcune potenzialità insite nel piano spirituale che fanno sì che "Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi". (Salmo 92,15)

I cabbalisti ebraici annettono grande importanza alla carne "basar" come fosse la fucina alchemica in cui è da realizzare la grande trasmutazione alchemico-spirituale.
In particolare ciò avviene nell'unione della coppia quando, dettata non solo dalla "Forza" del desiderio "Ghevurah", ma anche dall'Amore "Chesed" e dalla consapevolezza della propria natura spirituale "Da'at", s'attiva nella coppia un livello di coscienza "unificante" che l'innalza verso Dio.
Si verifica così l'accennata permutazione da "Shaga" il "giacersi", in "Sheleg" , "neve" che è elemento puro, segno che la sessualità dal livello animale è innalzata a sessualità "consapevole", indi a spiritualità partecipando all'amore divino - "Chesed".
Il racconto di David travolto dalla passione per Betzabea, che lo portò a addirittura a farne uccidere Uria, il marito, per giacere con lei, insegna che poi si elevò nobilitato dalla richiesta di perdono "Purificami con issopo e sarò mondo, lavami e sarò più bianco della neve" (Salmo 51,9) accolto dal Signore tanto che Betzabea divenne la Regina.
La lettera agli Ebrei dà una conferma dell'idea che per la redenzione occorre passare dal fare la volontà nel corpo ed in particolare da parte di un corpo perfetto non toccato dal peccato: "Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà. Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre." (Ebrei 10,5-10)
Perciò il massimo per una coppia umana è essere sposata con Gesù onde passare a fare la piena volontà del Padre.
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