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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
LA GIOVENCA ROSSA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL DISPOSTO DI NUMERI 19 DELLA "GIOVENCA ROSSA" »
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CONTRO IL VITELLO D'ORO LA GIOVENCA ROSSA »

PURIFICAZIONE E BATTESIMO
La cenere, con l'acqua bollente, forma il famoso "ranno" che nei tempi antichi, fino a quelli delle nostre bisnonne, serviva a fare il bucato, cioè a lavare lenzuola e biancheria per farle tornare bianche cangianti.
Tale fatto fisico, ben noto agli antichi, potrebbe essere stato il motore dell'idea che la cenere della giovenca rossa con l'acqua della purificazione scaldata dall'aiuto della grazia di Dio, assicurata questa dalla promessa d'alleanza col compiere quel rito prescritto dalla Torah, possa far diventare "puliti", anche se nella cenere si mette dello scarlatto, che poi va via col successivo bagno lustrale nelle famose vasche con sette gradini... le antiche "miqwot".
Ecco che con queste vasche ci si avvicina a quello che fu l'embrione del battesimo cristiano.
Il battesimo cristiano però è diverso e molto di più di una purificazione; pur tuttavia l'atto in sé affonda le proprie radici in quel comportamento rituale ebraico.
Per il rituale ebraico della purificazione è fondamentale poter disporre di una raccolta di acque, una "miqwah" , vale a dire un serbatoio pieno di acqua.
Le lettere di questa parola ci dicono "acqua si riversa portandosi da fuori " e non manualmente, ma direttamente o con un condotto da una sorgente, insomma vi deve essere acqua viva e non stagnante.
Le lettere poi spiegano anche il senso del rituale della purificazione.
Se si spezza , infatti, s'ottiene:

  • + = di vita speranza ;
  • + + = putredine porta fuori ;
  • + + = per la vita (vera) una fune per entrare .
La prima volta che si trova la parola "miqvah" nella Torah è al capitolo 1 del libro della Genesi, per la raccolta di acque formata sulla terra nel terzo giorno della creazione ed è la vasca piena d'acqua di tutti gli oceani e del mare: "Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona" (Genesi 1,10), ove, in effetti, quanto tradotto con "massa delle acque" massa delle acque, è raccolta miqwah delle acque.
È evidente cosi che appena si è avuta della fede nel Dio unico del primo giorno se si è conseguenti è da fare una scelta nel secondo giorno (Vedi: "Spirito creato in 7 tappe - Genesi codice egizio-ebraico" articolo in .pdf nella rubrica "Ricerche di Verità") è da farsi una vasca di purificazione e solo dopo si daranno i primi germogli.
Costruirne una era importante!
Precedeva addirittura la costruzione della sinagoga, perché l'immersione era da praticare prima di ogni attività connessa al Sacro e la Scrittura.
(Il Talmud chiama gli Esseni ed altri "tovelei shaharit" i "bagnanti dell'alba")

Scavi archeologici sinora hanno trovato ben 48 "miqwot" vicino la grande scalinata che conduce nel complesso del Tempio, varie a Qumran, a Cafarnao, e nelle localita dei Vangeli.
La seconda volta che c'è la parola "miqvah" nella Torah è nel libro dell'Esodo in occasione della 2° piaga: "Il Signore disse a Mosè: Di' ad Aronne: Prendi il tuo bastone e stendi la mano sulle acque degli Egiziani, sui loro fiumi, canali, stagni e su tutte le loro riserve di acqua; diventino sangue e ci sia sangue in tutta la terra d'Egitto, perfino nei recipienti di legno e di pietra!" (Esodo 7,19), cioè li avvertiva che i loro peccati rossi come sangue non potranno essere purificati.

La terza volta si trova nel libro del Levitico e certifica che "Però, una fonte o una cisterna, cioè una raccolta di acqua, resterà pura; ma chi toccherà i loro cadaveri sarà impuro" (Levitico 11,36), pur se vi si trovasse dei rettili morti.

L'immersione era necessaria e negli ultimi due casi opportuna:
  • per le donne, che si convertivano al giudaismo;
  • per gli uomini, che si convertivano al giudaismo oltre alla circoncisione;
  • per una donna che ha avuto il suo flusso mensile (Levitico 15,28);
  • il giorno precedente allo "Yom Kippur",
  • prima del Sabato.
Si legge in Ebrei 9,19-22: "...dopo che tutti i comandamenti furono promulgati a tutto il popolo da Mosè, secondo la legge, questi, preso il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issòpo, ne asperse il libro stesso e tutto il popolo, dicendo: Questo è il sangue dell'alleanza che Dio ha stabilito per voi. Alla stessa maniera asperse con il sangue anche la Tenda e tutti gli arredi del culto. Secondo la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con il sangue e senza spargimento di sangue non esiste perdono."
Accade così che chi si pentiva ed esprimeva la propria decisa intenzione di cambiare faceva l'atto di immergersi come il voler pulirsi, ma soprattutto di entrare in una nuova vita.
In effetti nella letteratura rabbinica l'immersione è menzionata come una nuova nascita e l'acqua battesimale dai rabbini era considerata come l'acqua del ventre della madre terra.
L'uscita dall'acqua del convertito era considerata era la rinascita che lo separava dal mondo pagano, era, così, in effetti un bambino appena nato (Talmud Ger. Yebamos 22a; 48b; 97b).
Vediamo il Nuovo Testamento che utilizza pensieri del genere nel discorso di notte di Gesù con Nicodemo (Giovanni 3).
Era considerata nuova nascita attraverso il rito della miqvah, quando:
  • un Gentile si converte al Giudaismo;
  • un uomo era incoronato re;
  • un ragazzo giudeo passa alla maggiore età ed assume interamente la Torah;
  • ci si sposa;
  • si diviene rabbino.
Tale immersione era la premessa, perché "niente può resistere davanti al pentimento" (Yebamos 47b), ma l'acqua può purificare il corpo solo se l'anima è stata prima purificata attraverso il pentimento e la rettitudine.
Il cristianesimo aggiunge grazie al sangue versato da Gesù Cristo.
Anticamente quella premessa trovava la conclusione con un sacrificio del sangue di vitelli e capri, questo però era la figura di uno più valido, quello di un uomo che fosse senza colpa per cancelare le colpe.
Sia l'acqua che il sangue sono citati nell'Antico Testamento connessi alla purificazione.
Il sangue è usato per la purificazione in relazione:
  • all'agnello pasquale (Esodo 12);
  • al Giorno dell'Espiazione (Levitico 16);
  • alle feste solenni (Levitico 23);
  • alle offerte di sacrificio (Levitico 1-7);
  • in relazione all'espiazione per l'anima (Levitico 17,11-14).
L'acqua è usata per la purificazione in relazione:
  • alle ceneri della giovenca rossa (Numeri 19);
  • alla consacrazione al ministero sacerdotale (Levitico 8,6);
  • ai lebbrosi (Levitico 14,1-8).
L'immersione era accompagnata dall'affermazione (Maimonide) della propria accettazione della Torah, come fece il popolo d'Israele nel deserto quando Mosè "...prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto." (Esodo 24,7) Il rituale dimostrava la volontà del gentile di rivestirsi dell'identità giudaica assumendo su di sé la Torah.
Nel caso del Battesimo cristiano il catecumeno assume su di sé la fede in colui che è lo spirito della Torah e che la porta a compimento, che è morto e risorto per il perdono del peccato dell'uomo.
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