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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
FILIPPO E IL CARRO
DELLA PRIMA EVANGELIZZAZIONE

di Alessandro Conti Puorger
 

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IL CARRO DEL MESSIA »

IL PANE DEL MESSIA
Il pane è il cibo principale degli ebrei, consumato anche in tutti i pasti religiosi.
Prima di mangiare del pane l'ebreo osservante, comunque, si lava ritualmente le mani e inizia con una benedizione.
Trarre vantaggio dal mondo senza aver ringraziato Dio, che n'è il padrone, infatti, sarebbe un poco come rubare.
Questo è il pensiero che sta a monte.
Alla fine del pasto, pur se l'ebreo ortodosso ha mangiato anche solo un boccone di pane, recita egualmente la benedizione, perché "Mangerai e ti sazierai e benedirai il Signore tuo Dio" (Deuteronomio 8,10)
Il termine ebraico che indica il pane è "lechem" .
È tale termine usato anche per indicare il cibo generico.
In questo senso va letto il versetto che dice: "Con il sudore del tuo volto mangerai il pane..." (Genesi 3,19)
Il miracolo della manna, il pane del cielo di Esodo16,4, fu per il popolo nel deserto un chiaro segno della presenza di Dio che l'accompagnava, istruttivo e prova del fatto che, pur nella precarietà, il popolo poteva far conto sulla Sua misericordia.
I Salmi confermano:

  • 136,25 - "Egli dà il cibo ad ogni vivente: perché eterna è la sua misericordia."
  • 145,16 - " Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente."
Il secondo versetto citato è di un salmo alfabetico e corrisponde al versetto , simbolo di bocca, Parola, Verbo, quindi è un evento legato a Lui.
In "Poemi alfabetici nella Bibbia; messaggi sigillati" ho tra l'altro decriptato l'intero salmo 145.
La decriptazione di quel versetto è "La parola porta il Crocifisso nelle assemblee che viene ad essere d'aiuto. Rettamente, si porta a vivere chi della risurrezione dentro è a sentire che dal Potente tutti vivi con i corpi li solleverà per portarli tra gli angeli."
Che sia sconfitta la fame del mondo, però, non s'è ancora verificato; infatti, molti sono i bambini che muoiono per denutrizione, mentre nei paesi ricchi aumentano i rifiuti di cibo!
Gesù infatti nel Vangelo di Matteo commenta "I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete." (Matteo 26,11)
Allora, quando sarà che l'uomo potrà mangiare il pane di Dio?
Tale evento è da rinviare alla venuta del Messia!
Alla sua venuta il Messia avrebbe, perciò, ripetuto questo segno del pane dal cielo; avrebbe così annunciato che la maledizione delle origini era stata ritirata.
Il sacramento che ci ha lasciato Gesù, poco prima del suo sacrificio pasquale, infatti, è proprio sé stesso come cibo per tutti.
Tornando all'allegoria del carro del sole nuovo, che porta il Messia, se ci si aiuta con le lettere ebraiche di pane si vede che queste lo rappresentano bene "potenza racchiude per i viventi ".
In termini poetici ebraici, sole, oltre che "shoemoesh" infatti, è anche "chamma" , il calore per antonomasia.
Pane, "lechem" in modo criptico, quindi, tenuto conto che = , ci parla proprio del Messia che è del "Potente il Sole ()".
Questi pensieri sono introduttivi al segno di Gesù della moltiplicazione dei pani.
Al riguardo è da vedere il paragrafo "10 - La moltiplicazione dei pani e dei pesci" del mio articolo "Vangeli, profezie attuate dal Cristo" che tratta del fatto che gli evangelisti hanno lasciato tracce di aver colto nell'A.T. le profezie, tramite anche la decriptazione.

Ciò premesso, riporto ora il brano iniziale del capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, perché questo Vangelo, come poi il libro dell'Apocalisse, attribuito allo stesso autore, è più sensibile a questa allegoria della "merkabah" del Messia.

"Dopo questi fatti, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo. Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente? Rispose Gesù: Fateli sedere. C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo! Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo." (Giovanni 6,1-15)

La prima importante notazione da fare è che "era vicina la Pasqua".
Nella Pasqua successiva Gesù avrebbe dato se stesso in cibo per il mondo.
Il Vangelo di Luca 9,13, Marco 6,37 e Matteo 14,16 dicono che Gesù disse agli apostoli "Dategli voi stessi da mangiare", ma ovviamente non capirono ciò che passava nella mente del Signore.
Lui, infatti, avrebbe dato se stesso da mangiare come pane eucaristico.
In quel pane, "lechem" , infatti, "il Potente si chiude per i viventi " o "del Potente racchiude la vita ".
Quel "dategli voi stessi da mangiare" alla luce della storia era profetico, intendeva dire "fate come farò io".
Lo chiarirà quando "...preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me". (Luca 22,19)
Di fatto gli apostoli lo fecero dando la loro vita per il Vangelo.

I pani sono cinque e i pesci due anche nel racconto dei sinottici.
In questa occasione il Vangelo di Giovanni fa presente che tra gli attori principali riappaiono Andrea e Filippo.
Pare proprio una ulteriore manifestazione del carro del Messia.
È il momento che il nuovo Sole manda ai viventi una forza vitale da segno ai viventi stessi.

In ebraico cinque è "chamesh" ed ha le stesse lettere, pur se permutate, di Messia "Meshiach" .
Dividendo le lettere di cinque così, + , in base al significato grafico delle lettere stesse viene suggerito il pensiero del "sole () che sorge ".
Cinque pani , perciò in modo criptico enigmatico, che tanto piaceva agli ebrei del tempo - si pensi alle 14 generazioni ripetute 3 volte in Matteo, ai 153 grossi pesci in Giovanni, al 666 e ai 144.000 dell'Apocalisse - indicano proprio che il nuovo "Sole () manda ai viventi una forza vitale ".
Tra l'altro , lettere che si leggono al centro unendo le due parole, è il radicale di "inviare, mandare", e sono anche le lettere che indicano "Sheliach", apostolo, onde "il sole () con gli apostoli vita sarà per i viventi ".
I pesci sono due "rinnovati () saranno gli impediti/sbarrati , a camminare saranno i viventi ".

Il racconto del Vangelo di Giovanni col dire di Filippo "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo", come osserva il richiamo riportato dalla Bibbia di Gerusalemme, ci porta all'episodio a Kibrot -Taava in Numeri 11 che appunto richiama il cibo e i pesci: "Chi ci potrà dare carne da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto" (Numeri 11,4s)
Certamente quel capitolo 11 dei Numeri nasconde una profezia messianica!
Così, di fatto l'ho trovata e l'ho presentata decriptando tutti i 35 versetti del capitolo 11 del libro dei Numeri in " Manna, cibo degli angeli, figura del Messia"", articolo in .pdf nella rubrica "Vangeli e ProtoVangeli".

xxxx Andrea e Filippo con gli altri apostoli a Tabga sul lago di Galilea distribuirono il pane moltiplicato dal Signore.
Il luogo, come quello della chiesa del Primato di Pietro, è attestato dal diario della pellegrina Egeria (380), che parla di "...un prato coperto d'erbe che ha abbastanza fieno e molti palmizi; accanto a questi vi sono le sette fontane ciascuna delle quali manda acqua in abbondanza; fu in questo campo che il Signore saziò il popolo con cinque pani e due pesci. Veramente la pietra sopra la quale il Signore pose il pane è stata ridotta ad altare, dalla quale pietra i pellegrini staccano pezzetti che usano con giovamento della loro salute. Presso le pareti di questa chiesa passa la strada pubblica..."
Tutto andò distrutto nel 614 con l'invasione persiana, ma gli scavi archeologici hanno confermato la descrizione di Egeria.

Era apparso per un istante il carro del Messia, ma il popolo non comprese in modo pieno il segno.
Solo alcuni si saranno aggregati al gruppo dei discepoli.
Videro al momento il solo aspetto pratico immediato, la soluzione dei problemi cioè il mangiare pane gratis.
La folla al massimo aveva associato Gesù al "profeta, colui che viene nel mondo!" (Giovanni 6,14), quello di cui dice il libro del Deuteronomio 18,15s: "Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull'Oreb, il giorno dell'assemblea, dicendo: Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia".

Gesù, allora, si ritirò sul monte a pregare.
Era al colloquio col Padre, sapeva che mancava il segno dei segni, la morte in croce e la risurrezione!
E quello lo doveva fare appunto da solo "si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo."
Il fuoco del carro come il sole si eclissò sul monte!
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