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DOPO LA CENA
Dopo quella che appunto è definita l'ultima cena terrena di Gesù prima della sua passione, il Vangelo di Giovanni nei capitoli 14-17 sviluppa il lungo discorso che è il suo testamento spirituale.
Il capitolo 14 esordisce con Gesù che così si rivolge agli 11 apostoli dopo era uscito Giuda Iscariota:
"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via." (Giovanni 14,1-4)
Gesù, così, di fatto, annuncia che morirà, ma anche che tornerà.
Inoltre, sarà Lui stesso il tramite che li porterà al Padre.
Disse poi, infatti: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto." (Giovanni 14,6s)
Gesù, qui, con tale dire asserisce l'unità e la propria perfetta comunione ed identità con l'intera divinità.
Sul suo carro, poi, saliranno tutti e saranno nella nuova realtà eterna.
A questo punto, ecco che, Filippo, generoso, pronto come un cavallo scalpitante, intende dirigersi anche lui dove vuol andare Gesù, cioè dal Padre e così "Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta." (Giovanni 14,8)
Vale a dire: dacci un modo per seguirti, sai che noi ti seguiamo in tutto!
Il Signore Gesù, peraltro, come abbiamo visto nel precedente paragrafo, insiste sul concetto di gloria e di glorificazione, quasi come alludendo a questioni che dovrebbero capire gli ebrei, perché legate alla Sacra Scrittura.
Questa richiesta di Filippo, infatti, è simile a quella che fece al Signore Mosè in Esodo 33,18: "Gli disse, Mostrami la tua Gloria!"
Ora, il punto della Torah che è più collegato a tale concetto è proprio quello in Esodo 33,18-23 e il testo di quel versetto Esodo 33,18 in ebraico è così scritto:
Vei'omer har'eniri n'a 'qet kebodoek
Letto con le regole del mio metodo riportato nell'articolo "Parlano le lettere", riferito al Messia, alla luce degli eventi di Gesù, provoca la seguente decriptazione.
È questa profetica nei riguardi del Figlio dell'Uomo e di Dio Unico che verrà in terra in questi, ma che sarà sacrificato dagli uomini e per gli uomini:
"A portare
sarà
l'Unico
a vivere
in un corpo
del mondo
alla vista
il Figlio
Unigenito
;
verrà
()
spento
()
fiaccato
()."
Dopo quella richiesta, col versetto seguente di cui fornirò una decriptazione, là IHWH, promette che si manifesterà nel suo aspetto misericordioso, infatti:
Esodo 33,19 - "Rispose, Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome, Signore, davanti a te. A chi vorrò far grazia farò grazia e di chi vorrò aver misericordia avrò misericordia".
"Ma
sarà
nel primogenito
a vivere
nel corpo
'Io Sono'
.
L'Unico
si vedrà
da dentro
lanciare
()
la rettitudine
.
Guizzerà
dal cuore
per un'asta
che dentro
stando
innalzato
()
alla persona
()
sarà
di quel retto
portata
.
Verserà
alla vista
dalla croce
chi gli sta
dentro
.
Alla luce
con l'acqua
dal Signore
guizzerà
dalla persona
()
la forza
della rettitudine
per riportare
la grazia
a tutti
.
Sarà
a rivenire
()
quel primogenito
risorto
alla vista
dalla tomba
per l'energia
che si riporterà
nel corpo
.
Dalla tomba
,
dai morti
,
sarà
a venire
()
il primo
dei risorti
.
Il (suo) corpo
(sarà) via
per i viventi
."
Sottolineo il finale: Il (suo) corpo (sarà) via per i viventi.
Il racconto di Esodo 33 prosegue col Signore che spiega che il Suo volto non si può vedere da vivi e restare in vita in questa terra.
Il seguito, della decriptazione, versetti Esodo 33,20-23, che è del tutto calzante con quanto sto andando ad esporre, lo presentai in "Il Dio Vivente" in "Decriptazione Bibbia" a cui rimando per varie considerazioni che ora non riprendo.
Riporto così così tutta di seguita la decriptazione dei due versetti che ho ora presentato e di quelli anzidetti che li seguono fino alla fine del capitolo 33 di Esodo.
Esodo 33,18 - "A portare sarà l'Unico a vivere in un corpo del mondo alla vista il Figlio Unigenito; verrà spento fiaccato."
Esodo 33,19 - "Ma sarà nel primogenito a vivere nel corpo 'Io Sono'. L'Unico si vedrà da dentro lanciare la rettitudine. Guizzerà dal cuore per un'asta che dentro stando innalzato alla persona sarà di quel retto portata. Verserà alla vista dalla croce chi stava dentro. Alla luce con l'acqua dal Signore guizzerà dalla persona la forza della rettitudine per riportare la grazia a tutti. Sarà a rivenire quel primogenito risorto alla vista dalla tomba per l'energia che si porterà nel corpo. Dalla tomba, dai morti, sarà a venire il primo dei risorti.
Il (suo) corpo (sarà) via per i viventi."
Esodo 33,20 - Si porterà a stare in un primogenito per vivere nel corpo il Potente. Venendo porterà la perfezione alla vista di tutti. Verrà la Parola/il Verbo inviato, vi sarà la rettitudine. Sarà il Potente in quel primogenito a stare nel corpo. Io Sono entrerà in un uomo e vi vivrà.
Esodo 33,21 - E fu a dire il Signore, ecco i viventi risorgerà, verrà la colomba (Spirito Santo) giù da un crocifisso innalzato, uscirà giù si porterà dal corpo.
Esodo 33,22 - Mi porterò nel mondo, sarò ad entrare in una casa/famiglia ebrea. La gloria sarò a recare della risurrezione dai morti. Sarà così da dentro l'innocente a versarla dal corpo. In tutti entrando solleverà. Porterà nei corpi la forza del fuoco della rettitudine del crocifisso che era il retto Verbo/Parola che sarà stato innalzato. Saranno retti per sempre. Ad agirgli dentro il corpo sarà...
Esodo 33,23 - ...un'asta. Aperto un foro nel corpo del crocifisso sarà a venire la rettitudine. Il Verbo/Parola sarà a portarla alla vista. Saranno tutti uno, del crocifisso fratelli. Nel corpo sarà a portarli il Verbo dagli angeli a stare dal Potente Unico che sarà alla vista a portarsi.
Questa decriptazione quando dice Il (suo) corpo (sarà) via per i viventi al versetto 18 e Saranno tutti uno, del crocifisso fratelli. Nel corpo sarà a portarli il Verbo dagli angeli a stare dal Potente Unico che sarà alla vista a portarsi al versetto 23 (in grassetto nella decriptazione di quei versetti) conferma quanto ha detto Gesù: "Io sono la via".
Sarà la via spirituale, ma anche fisica che porterà gli uomini al Padre in quanto e il suo corpo stesso è il carro del Messia.
Quando era prima della risurrezione il carro "era tirato" annunciato da apostoli e discepoli e nella fattispecie per i proseliti da Filippo e da Andrea, ma dopo la risurrezione il suo corpo, in terra è la Chiesa, e alla fine dei tempi al suo ritorno il suo carro diviene di fuoco e sarà portato e annunciato dagli angeli.
D'altronde nell'incontro con Natanaele a cui Filippo aveva annunciato Gesù, Gesù stesso ebbe a dire: "Poi gli disse: In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". (Giovanni 1,51)
Questa profezia è riportata in modo diverso anche dal Vangelo di Matteo: "Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli." (Matteo 21,30s)
Questo segno del Figlio dell'Uomo è il suo carro di fuoco (Vedi: Ezechiele 1 "Il carro di fuoco d'Ezechiele: UFO e/o macchina del tempo?")
Filippo ha poi qui, nel discorso che segue l'ultima cena, il gran merito di provocare la risposta delle risposte, la piena rivelazione del mistero trinitario del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Tre persone, un'unica sostanza, due nature, umana e divina.
Proseguendo il capitolo 14 di Giovanni, infatti, "Gli rispose Gesù: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?" (Giovanni 14,8)
Leggiamo attentamente la risposta provocata da Filippo ma data per tutti:
"Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi." (Giovanni 14,9-17)
È questa l'autorevole conferma della S.S. Trinità.
L'istruzione teorica degli apostoli è ormai compiuta!
È da passare alla parte pratica finale.
Ora, a Gesù, dopo le parole i segni e le opere che aveva già compiuto, non resta che mostrare in modo totale il proprio amore per gli uomini, suoi fratelli.
Ciò farà con la passione e morte in croce.
Sarà così l'agnello sacrificale ben accetto e gradito su cui Dio manifesterà la sua gloria.
Lo dimostrerà in modo eclatante, con la risurrezione.
Ed ecco che Gesù ormai s'immedesima nel Padre e parla loro, agli 11, come a figli, infatti dice loro:
"Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui". (Giovanni 14,18-21)