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RICERCHE DI VERITÀ...

 
L'EBRAISMO ANTICO
COPERTO DAL GIUDAISMO

di Alessandro Conti Puorger
 

EBRAISMO E GIUDAISMO
I fatti riportati dalle Sacre Scritture canoniche della Tenak ebraica e della Bibbia cristiana portano a dedurre un progressivo sviluppo delle religioni abramitiche la cui nascita è attribuita a rivelazioni successive, ma soggette ad evoluzioni in lunghi tempi intermedi di sedimentazione e di chiarificazione.
Risultano, infatti, sussistere negli sviluppi successivi all'entrata nella terra promessa del popolo ebraico, alcuni evidenti contrasti tra le vicende narrate e le norme della Torah, che per come l'espongono i testi sacri sarebbero state invece date sin dai tempi di Mosè con una rivelazione completa sul Sinai da parte Dio stesso, tanto che Gesù poi al riguardo in Matteo 5,17 ebbe a dire: "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento."
La religione degli ebrei, infatti, pare solo sbocciare con la rivelazione ai tempi di Mosè per poi svilupparsi, così da divenire sempre più spirituale, in un terreno di superstizione e di culti pagani anche violenti, facendosi sempre più pura.
Ciò fa pensare che la Torah che c'è pervenuta possa essere frutto d'esperienza di vita di un popolo che ebbe il vantaggio di credere nel Dio Unico, quindi una raccolta postuma, sia pure attorno ad un nocciolo originario rivelato.
Tutto ciò fino alla successiva rivelazione, fondamento della fede dei seguaci di Gesù di Nazaret, vale a dire dei cristiani.
Pare proprio che al riguardo sia accaduto come dice Gesù sul Regno di Dio in:
  • Marco 4,27-29 - "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura."
  • Marco 4,30-32 - "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra." (Marco 4,30-32)
In sintesi si può individuare:
  • un pre ebraismo, con un seme di rivelazione;
  • l'ebraismo, con un fatto, una liberazione, indi la rivelazione al popolo;
  • il giudaismo, l'albero con i frutti;
  • l'innestò della nuova rivelazione del cristianesimo.
Il pre ebraismo o rivelazione ai patriarchi, iniziato in tempi proto storici, trattati in pratica pressoché esclusivamente dal libro della Genesi, è caratterizzato:
  • dalla fede in un Dio Unico chiamato "'El", "'Elohi", "'Elohim", "Shaddai";
  • da patti personali di Dio con i singoli "patriarchi";
  • dal rispetto di leggi semplici, individuate ancor prima di Abramo nelle 7 leggi noachiche,
  • dal rispetto del patto della circoncisione.
In Israele, i luoghi delle teofanie del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe hanno reso santi i centri di pellegrinaggio successivi del popolo della terra promessa come Sichem, Betel e Mamre, Gerusalemme.
Quel tempo poi è caratterizzato dalla tendenza al nomadismo ed alla pastorizia.
Appaiono sacrifici d'animali, ma non di esseri umani.
È importante il rispetto dell'ospitalità.
Sono favorite scelte di matrimoni endogamici, cioè nell'ambito della familglia e del clan: "Ricordati di Noè, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nostri padri fin da principio. Essi sposarono tutti una donna della loro parentela e furono benedetti nei loro figli e la loro discendenza avrà in eredità la terra." (Tobia 4,12)

L'ebraismo, poi, è la religione del popolo d'Israele dal momento della formazione e dalla rivelazione del Sinai da parte di IHWH fino a quando rimasero unite le 12 tribù.

Del libro di Mosè che conteneva il nocciolo della Torah, rivisto ai tempi di Davide e Salomone quando vollero dare un supporto normativo alla decisione di scegliersi un re e dare a questi carisma di legge, è scritto: "Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti e ne avrai preso possesso e l'abiterai, se dirai: Voglio costituire sopra di me un re come tutte le nazioni che mi stanno intorno, dovrai costituire sopra di te come re colui che il Signore tuo Dio avrà scelto. Costituirai sopra di te come re uno dei tuoi fratelli; non potrai costituire su di te uno straniero che non sia tuo fratello... Quando si insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge secondo l'esemplare dei sacerdoti leviti. La terrà presso di sé e la leggerà tutti i giorni della sua vita, per imparare a temere il Signore suo Dio, a osservare tutte le parole di questa legge e tutti questi statuti, perché il suo cuore non si insuperbisca verso i suoi fratelli ed egli non si allontani da questi comandi, né a destra, né a sinistra, e prolunghi così i giorni del suo regno, lui e i suoi figli, in mezzo a Israele. (Deuteronomio 17,14-20)

Il libro scritto da Mosè è ricordato in Giosuè 8,34 e 23,6.
In Giosuè 24,26 è peraltro anche messo in evidenza che a Sichem: "...Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio; prese una grande pietra e la rizzò là, sotto il terebinto, che è nel santuario del Signore."
(Sichem, oggi Nablus, poi fu la prima capitale del regno settentrionale di Israele. 1Re 12,25)

Il che fa pensare che il libro della legge di Dio fosse un libro aperto che poteva essere ampliato, il che, unito a quanto detto in Deuteronomio 17,14-20 fa presumere che Re di Giuda vi abbiano potuto apportare integrazioni.

Menzione del rotolo della Torah non si ha più dal libro di Giosuè fino ai libri successivi a quelli di Samuele, cioè quelli dei Re e delle Cronache.
Da dopo la divisione del regno del Nord da quello del Sud, stante gli esili, dell'ebraismo si conosce solo quanto portato avanti in pratica dalla sola tribù di Giuda, quindi ha senso definirlo ormai come giudaismo che esce quale grande ramo unico dal ceppo dell'ebraismo con pochi altri rametti quali i culti dei Samaritani e i Falashah provenienti questi ultimi dall'Etiopia.
L'ebraismo perciò dura fino al tempo dell'esilio babilonese (VI secolo a.C.), mentre il giudaismo è ciò che spunta da quello e perviene ai nostri giorni.
Questo, forte dell'esperienza dell'esilio, allora, fu in grado di sviluppare la religione in assenza del Tempio.
Sacerdoti, sacrifici e tradizioni cultuali furono sostituiti dalla sola Torah e dai Rabbini onde di fatto ogni credente è un sacerdote.
"Compito del popolo eletto è quindi donare il loro Dio, il Dio unico e vero, a tutti gli altri popoli." (Card. Joseph Ratzinger)
Dottrine, riti e usanze del giudaismo furono poi codificati a partire dal I secolo d.C. nel Talmud.
Dell'ebraismo comunque è noto ciò che filtra dai sacri testi che sono d'origine giudaica.
Sono rilevanti e da tenere come sfondo come ci sono state consegnate le Sacre Scritture:
  • sono solo quelle pervenute dal regno del Sud in cui è da ritenere che i re di Giuda e i sacerdoti del tempio di Gerusalemme abbiano avuto modo d'introdurre versetti e modifiche e norme aggiuntive per agevolare l'ortodossia della propria posizione;
  • al ritorno dell'esilio babilonese Esdra un levita, e Neemia proveniente dalla tribù di Giuda, procedettero alla definitiva versione a noi pervenuta.
Quando sussistevano entrambi i regni d'Israele del Nord e del Sud vi fu in una lotta evidente per fissare il luogo preferenziale ove si manifestava la divinità.
Giuda aveva eletto il santuario reale costruito da Salomone a Gerusalemme ed in cui era stata posta l'arca santa quale sede massima esclusiva di IHWH e Geroboamo il primo re del Nord prese le contromisure.

Chi era Geroboamo ce lo dice 1Re 11,28-40, fatti evidentemente narrato dal profeta Achia unico testimone del fatto: "Geroboamo era un uomo di riguardo; Salomone, visto come il giovane lavorava, lo nominò sorvegliante di tutti gli operai della casa di Giuseppe. In quel tempo Geroboamo, uscito da Gerusalemme, incontrò per strada il profeta Achia di Silo, che indossava un mantello nuovo; erano loro due soli, in campagna. Achia afferrò il mantello nuovo che indossava e lo lacerò in dodici pezzi. Quindi disse a Geroboamo: Prendine dieci pezzi, poiché dice il Signore, Dio di Israele: Ecco lacererò il regno dalla mano di Salomone e ne darò a te dieci tribù. A lui rimarrà una tribù a causa di Davide mio servo e a causa di Gerusalemme, città da me scelta fra tutte le tribù di Israele. Ciò avverrà perché egli mi ha abbandonato, si è prostrato davanti ad Astàrte dea di quelli di Sidòne, a Camos dio dei Moabiti, e a Milcom dio degli Ammoniti, e non ha seguito le mie vie compiendo ciò che è retto ai miei occhi, osservando i miei comandi e i miei decreti, come aveva fatto Davide suo padre. Non gli toglierò il regno di mano, perché l'ho stabilito capo per tutti i giorni della sua vita a causa di Davide, mio servo da me scelto, il quale ha osservato i miei comandi e i miei decreti. Toglierò il regno dalla mano di suo figlio e ne consegnerò a te dieci tribù. A suo figlio lascerò una tribù perché a causa di Davide mio servo ci sia sempre una lampada dinanzi a me in Gerusalemme, città che mi sono scelta per porvi il mio nome. Io prenderò te e tu regnerai su quanto vorrai; sarai re di Israele. Se ascolterai quanto ti comanderò, se seguirai le mie vie e farai quanto è giusto ai miei occhi osservando i miei decreti e i miei comandi, come ha fatto Davide mio servo, io sarò con te e ti edificherò una casa stabile come l'ho edificata per Davide. Ti consegnerò Israele; umilierò la discendenza di Davide per questo motivo, ma non per sempre. Salomone cercò di uccidere Geroboamo, il quale però trovò rifugio in Egitto presso Sisach, re di quella regione. Geroboamo rimase in Egitto fino alla morte di Salomone."

Questo Achia "fratello di IH", il che pare strano, è un personaggio che abita a Silo ove anni prima c'era stata l'arca ai tempi di Giosuè, e pare stare a significare la voce proprio dello "Unico in un vivente ".
Lo stesso Achia in quel brano con la storia del mantello gli predice il potere regale su 10 tribù di Israele.
Fu così che Geroboamo divenne re del Nord, ma non si comportò secondo la Torah, infatti: "Geroboamo fortificò Sichem sulle montagne di Èfraim e vi pose la residenza. Uscito di lì, fortificò Penuèl. Geroboamo pensò: In questa situazione il regno potrebbe tornare alla casa di Davide. Se questo popolo verrà a Gerusalemme per compiervi sacrifici nel tempio, il cuore di questo popolo si rivolgerà verso il suo signore, verso Roboamo re di Giuda; mi uccideranno e ritorneranno da Roboamo, re di Giuda. Consigliatosi, il re preparò due vitelli d'oro e disse al popolo: Siete andati troppo a Gerusalemme! Ecco, Israele, il tuo dio, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto. Ne collocò uno a Betel e l'altro lo pose in Dan. Questo fatto portò al peccato; il popolo, infatti, andava sino a Dan per prostrarsi davanti a uno di quelli. Egli edificò templi sulle alture e costituì sacerdoti, presi qua e là dal popolo, i quali non erano discendenti di Levi. Geroboamo istituì una festa nell'ottavo mese, il quindici del mese, simile alla festa che si celebrava in Giuda. Egli stesso salì sull'altare; così fece a Betel per sacrificare ai vitelli che aveva eretti; a Betel stabilì sacerdoti dei templi da lui eretti sulle alture." (1Re 12,25-32)

Lo stesso Achia profetizzò allora alla moglie di Geroboamo la morte del piccolo Abia, loro figlio, e lo sterminio della casa di Geroboamo: "Il Signore aveva detto ad Achia: Ecco, la moglie di Geroboamo... appena Achia sentì il rumore dei piedi di lei che arrivava alla porta, disse: Entra, moglie di Geroboamo. Perché ti sei travestita così? Io ho per te cattive notizie. Su, riferisci a Geroboamo: Dice il Signore, Dio di Israele: Io ti ho innalzato dalla turba del popolo costituendoti capo del popolo di Israele, ho strappato il regno dalla casa di Davide e l'ho consegnato a te. Ma tu non ti sei comportato come il mio servo Davide, che osservò i miei comandi e mi seguì con tutto il cuore, facendo solo quanto è giusto davanti ai miei occhi, anzi hai agito peggio di tutti i tuoi predecessori e sei andato a fabbricarti altri dèi e immagini fuse per provocarmi, mentre hai gettato me dietro alle tue spalle. Per questo, ecco, manderò la sventura sulla casa di Geroboamo, distruggerò nella casa di Geroboamo ogni maschio, schiavo o libero in Israele, e spazzerò la casa di Geroboamo come si spazza lo sterco fino alla sua totale scomparsa. I cani divoreranno quanti della casa di Geroboamo moriranno in città; quelli morti in campagna li divoreranno gli uccelli dell'aria, perché il Signore ha parlato. Ma tu alzati, torna a casa; quando i tuoi piedi raggiungeranno la città, il bambino morirà. Ne faranno il lamento tutti gli Israeliti e lo seppelliranno, perché soltanto costui della famiglia di Geroboamo entrerà in un sepolcro, perché in lui solo si è trovato qualcosa di buono da parte del Signore Dio di Israele nella famiglia di Geroboamo. Il Signore stabilirà su Israele un suo re, che distruggerà la famiglia di Geroboamo. Inoltre il Signore percuoterà Israele, il cui agitarsi sarà simile all'agitarsi di una canna sull'acqua. Eliminerà Israele da questo ottimo paese da lui dato ai loro padri e li disperderà oltre il fiume perché si sono eretti i loro pali sacri, provocando così il Signore. Il Signore abbandonerà Israele a causa dei peccati di Geroboamo, commessi da lui e fatti commettere a Israele". (1Re 14,5-16)

Nacque comunque la divisione della comunità Samaritana da Gerusalemme e la creazione di un culto particolare vicino alla città di Sichem ove si erano continuate a celebrare cerimonie che ricordavano che la città era stata centro di culto.
I re del Nord in definitiva cercarono di fare concorrenza a Gerusalemme con i propri santuari Sichem, Betel, Ghilgal, Dan e infine Silo.
Il re di Giuda Giosia poi soppresse i luoghi di culto locali e centralizzò il culto a Gerusalemme.
Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme nel 587 a.C., quando l'editto di Ciro ne permise la costruzione, i Giudei accettarono per la ricostruzione solo i Giudei e sorse una profonda insanabile inimicizia cultuale con i samaritani considerati impuri.
La Samaria approfittò del cambiamento di dominazione per erigere un proprio santuario sul monte sacro di Garizim, vicino a Sichem in forza di quanto dice il Deuteronomio 19,29: "Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso, tu porrai la benedizione sul monte Garizim e la maledizione sul monte Ebal".
Gerusalemme giudicò sempre illegittimo il culto sul Garizim, i samaritani erano considerati impuri dal punto di vista cultuale e se ne trovano tracce nei Vangeli, in particolare in quello di Giovanni nell'episodio dell'incontro di Gesù con la Samaritana (Giovanni 4).

In numerosi articoli mi sono avvicinato ad esaminare i periodi antichi quando convivevano i due regni o al momento dell'inizio del giudaismo al ritorno dell'esilio ed al riguardo segnalo:
Questo scritto intende ora entrare in alcuni particolari per tentare di rispondere a vari interrogativi e idee venuti nell'esame dei testi sacri.
In alcuni casi eclatanti, dopo l'uscita dall'Egitto e la consegna della Torah pare, infatti, come se gli insegnamenti della Torah stessa non venissero rispettati da personaggi antichi e famosi.
Su ciò cerca di dare spiegazione il capitolo 2 del libro dei Giudici presupponendo un'apostasia di fatto, graduale, progressiva e generalizzata delle generazioni successive all'Esodo e a Giosuè.
Tali strappi fanno pensare che quella normativa detta Torah così come c'è pervenuta sia stata in gran parte costruita ed ampliata nel tempo, soprattutto nel regno di Giuda onde ha subito incrementi progressivi non ancora definiti nella forma finale ai tempi dei giudici e dei primi re.
Di fatto pochi anni dopo l'invasione della terra promessa narrata nel libro di Giosuè accadde che già la generazione dei nipoti degli Israeliti di allora avrebbero dimenticato tutti gli insegnamenti dei padri e dei nonni.
Si legge infatti: "Queste sono le nazioni che il Signore lasciò sussistere, allo scopo di mettere alla prova per mezzo loro Israele, cioè quanti non avevano visto tutte le guerre di Canaan. Ciò avvenne soltanto per istruire le nuove generazioni degli Israeliti, per insegnare loro la guerra, perché prima non l'avevano mai conosciuta: i cinque prìncipi dei Filistei, tutti i Cananei, quelli di Sidone e gli Evei che abitavano le montagne del Libano, dal monte Baal-Ermon fino all'ingresso di Camat. Queste nazioni servirono a mettere Israele alla prova, per vedere se Israele avrebbe obbedito ai comandi che il Signore aveva dato ai loro padri per mezzo di Mosè. Così gli Israeliti abitarono in mezzo ai Cananei, agli Ittiti, agli Amorrei, ai Perizziti, agli Evei e ai Gebusei; ne presero in moglie le figlie, fecero sposare le proprie figlie con i loro figli e servirono i loro dèi." (Giudici 3,1-6)

In definitiva erano come i loro vicini e non rispettavano la Torah!
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