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BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE
Il Salmo 118,25-26 della liturgia ebraica per la festa delle Capanne recita:
"Dona, Signore, la tua salvezza, dona, Signore, la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore..."
Chi è questo "colui che viene"?
Per comprendere di più occorre riportarsi alla benedizione di Giacobbe in Genesi 49,8-12 dove si parla di qualcuno che deve venire.
"Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici; davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre. Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi oserà farlo alzare?
Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi,
finché verrà colui
al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli.
Egli lega alla vite il suo asinello e a scelta vite il figlio della sua asina, lava nel vino la veste e nel sangue dell'uva il manto; lucidi ha gli occhi per il vino e bianchi i denti per il latte."
Questi è il Messia che verrà da Giuda!
Le lettere esatte che sono usate per scrivere "finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli" sono:
finché
venga
"Shiloh"
per lui
l'obbedienza dei popoli
Deve venire Shiloh
!
Chi è Shiloh?
È simile a Silo
dove ci fu il tempio, anzi quel modo di scriverlo forse aiuta anche a comprendere il senso di quel nome "un dono
di/per Lui
"
come d'altronde sarà il Messia "un dono
del Potente
per il mondo
".
Quindi alcuni traducono "finché egli non sia venuto a Silo, avendo l'ubbidienza dei popoli", ed egli è il Messia, il Figlio di David della tribù di Giuda, tante volte ricordato così nei sinottici (Matteo 1,1-20; 9,27; 12,25; 15,22; 20,30; 21,9.15 - Marco 10,47.48; 12,35 - Luca 3,31; 18,38.39; 20,41).
L'Arca col Signore seduto tra i cherubini si mise in cammino da Silo e tornerà come dono con la venuta del Messia dal suo popolo.
Il Vangelo di Matteo coglie a pieno la profezia in quell'episodio che noi definiamo Domenica delle Palme e riferisce la profezia a Gesù di Nazaret che la compie pienamente:
"Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un'asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito. Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un'asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma. I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!" (Matteo 21,1-9)
Gerusalemme era la nuova Silo e fu come se il Signore Gesù, il nuovo Giosuè che ci darà la vera terra promessa, rientrasse a Silo il suo antico tempio per ricominciare e terminare la conquista, non della sola Palestina, ma questa volta del mondo intero, vale a dire di tutti i popoli di cui gli aspetta l'obbedienza.
Gesù prende possesso del Tempio, infatti, e subito come primo atto travolge tutto come fosse un terremoto: "Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe
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e disse loro: Sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi invece ne fate un covo di ladri." (Matteo 21,12s)