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SAN GIUSEPPE...

 
GLI SPOSI VERGINI,
FAMIGLIA ESCATOLOGICA

di Alessandro Conti Puorger
 

IL PRIMO MATRIMONIO
Con gli appunti trasformati in articoli delle mie personali ricerche-meditazioni, in più occasioni, mi sono soffermato sull'amore sponsale, così importante nelle Sacre Scritture giudeo-cristiane perché esemplificativo dell'idea dell'amore infinito alla base del patto intramontabile ed assoluto di Dio con l'umanità e col singolo individuo da Lui pensato, indi voluto e creato.
Tra tali articoli ricordo:
In questo rapporto d'amore peraltro pare avere grande importanza la verginità che ovviamente travalica il semplice concetto umano dello stato d'illibatezza degli organi genitali prima dell'uso procreativo.
Intendo perciò approfondire l'aspetto della verginità sotto le varie angolature, perché la verginità fisica è solo una allegoria per suggerire alla mente umana la veste di purezza con cui ci vestirà il Signore.
Ciò avverrà come compimento di questa profezia dal profeta Isaia:

"...come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te." (Isaia 62,5)

Il compimento è iniziato quando un carpentiere, o meglio un architetto ("Tecton" in greco), Giuseppe sposò la vergine Maria proprio per accogliere sotto il proprio tetto il Signore Gesù!
Per merito di quel matrimonio accadrà, infatti, che un popolo immenso potrà far parte della loro Sacra Famiglia e godrà della loro elezione che donerà una veste di dignità.
Il fedele, maschio o femmina, sarà dunque considerato alla stregua di una fanciulla vergine come d'altronde erano i due della prima coppia nel giardino dell'Eden prima della caduta e come di fatto sono i Santi Sposi della Sacra Famiglia, Giuseppe e Maria, vergini!

Eva, la prima donna, così fu chiamata dal marito dopo la disobbedienza (Genesi 3,20), in effetti, fu presentata da Dio stesso al primo uomo non appena la coppia si svegliò dal torpore che proprio Dio aveva fatto scendere su di lei.
Il termine "'adam", infatti, è quello con cui è definita la prima coppia come si ricava da: "E Dio creò l'uomo ('adam ) a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò." (Genesi 1,27)
Tutto si gioca sul termine "'adam" il cui significato è il generico uomo quale individuo dell'umanità, vale a dire il "terrestre", sia esso maschio o femmina, indi per traslato l'umanità.
Propongo "il terrestre" perché "'adam" al femminile è "'adamah" , che in ebraico è la terra lavorata, "la rossa".
Ed "'adam" implica proprio il concetto di "essere rosso", come d'altronde è il bambino quando nasce, che appena uscito dal seno della madre si presenta sporco di sangue "dam" .
Dio, infatti, creò l'umanità che l'autore della Genesi sintetizza in essenza con la prima coppia.
Il nome proprio, Adamo, che si trova attribuito al primo maschio deriva proprio da quello, ma mai Dio lo definì così dandogli esplicitamente quel nome, infatti, non c'è un versetto che dica "Dio lo chiamò Adamo", mentre in effetti Dio darà specifici nomi ai patriarchi a Sara e poi a Gesù.
Su questa coppia "'adam", che fino a quel momento erano uniti solo attraverso la carne, "...il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo ( sulla coppia), che s'addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse:

Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna, perché dall'uomo è stata tolta.
Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie,
e i due saranno un'unica carne." (Genesi 2,21-24)

I due esseri umani di sesso diverso si conobbero l'un l'altro di pari dignità.
Di fatto, Dio creò così l'istituto del matrimonio che fu una svolta per l'evoluzione della vita sulla terra!
Accadde che un primo uomo e una prima donna si accolsero a vicenda, l'uno accolse la moglie e la moglie accolse l'uomo, fu pronunciato il primo sì, la decisione biunivoca di servirsi, di collaborare, di compiacersi a vicenda.

Il Paradiso Terrestre

Erano i soli esseri umani sulla terra appena creata o furono solo i primi che cominciarono a fare così!
Il Signore stesso fu testimone e celebrò il primo matrimonio.
Tale atto compiuto da Dio subito agli inizi, raccontato dalla Bibbia nel libro della Genesi, è il prototipo di come secondo l'autore di quel testo ritiene che Dio desideri essere il matrimonio:
  • tra due esseri umani di sesso diverso;
  • l'incontro è promosso da Dio;
  • l'innamoramento, "il torpore" che cade sulla coppia, è opera di Dio;
  • come tale deve essere accolto dalla coppia stessa alla quale, appunto, pare proprio quello un periodo magico ed unico, memoria per entrambi di un momento felice foriero di felicità sempre maggiore;
  • un rapporto in condizioni di parità assoluta di dignità;
  • i due si considerino uno per l'altra, come unici sulla terra, pensati proprio da Dio stesso quali anime gemelle.
Che l'uomo e la donna destinati al primo matrimonio, emblema dei futuri matrimoni, sono stati creati l'uno per l'altro l'afferma la stessa Sacra Scrittura quando dice: "Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda". (Genesi 2,18)
Da ciò si deduce che se nel campo della ricerca della moglie o del marito si segue e ci si affida alla volontà di Dio si entra in quel verificarsi della prima unione e si raccolgono a pieno le relative benedizioni.
Secondo la divina volontà l'unione della prima coppia era il prototipo d'ogni unione successiva, voluta perché siano felici e fecondi, infatti, "Dio li benedisse e Dio disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi..." (Genesi 1,28)

Ora Eva certamente era vergine.
Una fanciulla fisicamente matura, pronta per avere con un uomo il primo rapporto sessuale completo, potenzialmente prolifero, infatti, è definita vergine.
Era perciò Eva una fanciulla intatta, integra fisicamente e psicologicamente rispetto a rapporti sessuali.
Del pari così era lui, lo sposo, vergine ed innocente.
Non avevano amato altri!
Erano senza malizia!
"Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, e non provavano vergogna." (Genesi 2,25)

Perché castità e verginità sono tanto importanti in un matrimonio inteso secondo la volontà di Dio?
Per ricreare quel magico momento voluto da Dio stesso per la prima coppia con tutte le benedizioni che comportò.
Passate esperienze e tradimenti sono perciò lontane mille miglia.
Il matrimonio è così il primo atto di pace tra due esseri umani.
Il semplice rapporto maschio femmina senza un legame che superi l'essenza fisica del sesso, ma unisca spiriti e volontà in una stabile unità, infatti, è un legame prima o poi conflittuale che porta prima o poi a tradimenti, in definitiva ad inimicizia.
Si può proprio dire che il matrimonio è atto a provocare pace: "Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due... abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia..." (Efesini 2,14)
È una alleanza per la vita che provoca vita.
La coppia cambia l'essenza dei singoli formando un essere nuovo, lui e lei sposati, non più due, ma una nuova unità, una condivisione totale.
Il matrimonio perciò è la base ideale di un patto totalizzante che gli autori biblici prenderanno poi come allegoria per significare il patto che Dio propone al suo popolo ed a chi intenda seguirlo nel suo Regno d'amore e di pace.

C'è però di più.
Attorno alla fanciulla vergine s'era creato un pathos particolare in quanto era quella della verginità condizione particolarmente gradita ai potenti che si dotavano di queste fanciulle nei propri harem.
Per traslato, quindi, è ritenuta condizione preferita anche dal Potente assoluto.
Ora, la lettera ebraica più alta delle altre, che esce dal rigo superiore che contiene tutte le altre lettere e che quindi rappresenta una potenza, un potente o il Potente, è la lettera "lamed" che peraltro si trova anche nella parola ebraica che indica "vergine", cioè "betulla" .
Dalla tradizione ebraica le lettere dell'ebraico, che peraltro sono solo consonanti, infatti, sono considerate scintille di verità, promanate direttamente dal trono di Dio, quindi, in sé, per i tradizionalisti ebrei, hanno un particolare sacro valore.
Gli ebrei dei tempi antichi, e pure oggi con la Qabbalah, peraltro sono adusi ad analizzare le parole ebraiche anche lettera per lettera o spezzandole col metodo "al tikrei" "non leggere", ossia leggere le consonanti che formano la parola ebraica in altro modo, con diversa vocalizzazione o forma ortografica rispetto all'usuale.
L'uso "al tikrei" non esclude però in ogni caso la lettura originaria del testo, perciò si può più correttamente definire come "non leggere questo passo solo in modo usuale, ma anche in altro modo" ed il procedimento permette una nuova interpretazione del versetto, perfino quando le leggi della grammatica e della sintassi rendono necessaria la sola lettura tradizionale.
L'uso di questa tecnica trae origine dal verso: "Dio ha detto questo una volta, ma io ho ascoltato questo due volte." (Salmo 62,12) e cioè che le parole della Bibbia si prestano a significati diversi di quello tradizionale." (Diz. Unterman) e se poi ogni lettera può anche leggersi a se stante, in base al disegno che reca, le possibilità di diversa traduzione aumentano ancora.
Ciò è stato discusso e dimostrato come possibile e verificato con ampie traduzioni che hanno rivelato volti nascosti di pagine e pagine della Bibbia con i miei articoli nella rubrica "Lettere ebraiche e Codice Bibbia" da cui il metodo con regole e significati grafici delle lettere per conseguire decriptazioni in "Parlano le lettere".

Ora in ebraico "vergine" "betulla", come visto, si scrive ed operando in quel modo si ricava che una vergine che "a casa Scelgono di portars i potenti del mondo " sarà invece una fanciulla eletta attraverso la quale "dentro Sceglierà di portarsi il Potente nel mondo ".

Questa profezia nascosta è stata rivelata dal cristianesimo con le vicende della Incarnazione nella Vergine Maria, ove il matrimonio con Giuseppe fu per entrambi finalizzato volontariamente alla nascita di Gesù ed alla sua crescita. Fu quindi quel matrimonio assunto quale missione per il mondo, indi atto d'amore vergine di due vergini, che fu creativo e coinvolse l'umanità intera.
Ma proseguiamo per gradi.

Matrimonio di Giuseppe e la Vergine Maria
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