GLI SPOSI VERGINI,
FAMIGLIA ESCATOLOGICA
di Alessandro Conti Puorger
parti precedenti:
IL PRIMO MATRIMONIO »
REBECCA - LA MOGLIE DI UN PATRIARCA »
LA TORAH E LE VERGINI »
VERGINE, FIGLIA DI SION »
LA VERGINITÀ RESTITUITA DAL BATTESIMO »
LO SPOSO GELOSO
Il rapporto sponsale col Signore comporta un'istruzione individuale sull'amore che viene direttamente da Lui tramite lo Spirito Santo.
Si tratta di aver preso durante il rapporto con Lui l'essenza e non la forma, lo Spirito Santo, un colloquio intenso continuo nell'intimo, l'olio che mantiene accesa la fede genuina e non solo il formalismo dei riti e delle preghiere, ma un consolatore perenne.
Non a caso il Regno dei cieli è paragonato a 10 vergini con le lampade nella parabola di Gesù in Matteo: "Allora
il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: Ecco lo sposo! Andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Le sagge risposero: No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità io vi dico:
non vi conosco." (Matteo 25,1-12)
Occorre perciò entrare nella diretta conoscenza di Lui, avere con Lui un rapporto non formale, ma speciale e personale.
ichiede quindi un cuore indiviso, vale a dire l'impossibilità di avere per altri un amore pari o preferenziale, quindi, comporta in definitiva "un non conosco uomo" indi una verginità essenziale che è quella del rapporto esclusivo con Lui per la costruzione del Regno.
È, al riguardo, infatti, da ricordare quanto ha detto Gesù stesso: "
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà." (Matteo 10,37-39)
Lo stesso pensiero è detto in modo molto più forte in Luca 14,25s: "Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo", dal che si comprende che l'idea di amore che abbiamo per noi stessi e per i nostri più cari ha comunque degli aspetti del tutto erronei ed ha bisogno di venire illuminato nel rapporto maestro-discepolo, ma soprattutto alla luce dell'amore sponsale con Lui.
Ecco che accade che alcuni che lo seguono hanno avuto una vocazione speciale non per loro merito ma per una precisa specifica chiamata, così con una specifica vocazione alla verginità come segno per il mondo.
Sottolinea al riguardo il Catechismo della Chiesa Cattolica:
1618 -
Cristo è il centro di ogni vita cristiana. Il legame con lui occupa il primo posto rispetto a tutti gli altri legami, familiari o sociali. Fin dall'inizio della Chiesa, ci sono stati uomini e donne che hanno rinunciato al grande bene del matrimonio per seguire l'Agnello dovunque vada, per preoccuparsi delle cose del Signore e cercare di piacergli, per andare incontro allo Sposo che viene. Cristo stesso ha invitato certuni a seguirlo in questo genere di vita, di cui egli rimane il modello: "Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca". (Matteo 19,12).
1619 -
La verginità per il regno dei cieli è uno sviluppo della grazia battesimale, un segno possente della preminenza del legame con Cristo, dell'attesa ardente del suo ritorno, un segno che ricorda pure come il matrimonio sia una realtà del mondo presente che passa.
1620 -
Entrambi, il sacramento del Matrimonio e la verginità per il regno di Dio, provengono dal Signore stesso. È lui che dà loro senso e concede la grazia indispensabile per viverli conformemente alla sua volontà. La stima della verginità per il Regno e il senso cristiano del Matrimonio sono inseparabili e si favoriscono reciprocamente: "Chi denigra il matrimonio, sminuisce anche la gloria della verginità; chi lo loda, aumenta l'ammirazione che è dovuta alla verginità...Infatti, ciò che sembra bello solo in rapporto a ciò che è brutto non può essere molto bello; quello che invece è la migliore delle cose considerate buone, è la cosa più bella in senso assoluto." (S. Giovanni Crisostomo, "De virginitate", 10,1)
La verginità, secondo la Bibbia e la tradizione cristiana perciò non è riducibile al conservare l'integrità fisica e alla scelta del celibato o nubilato o della castità consacrata, ma è molto più preziosa in quanto è l'alveo del rapporto senza mediazione con Dio.