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ATTESA DEL MESSIA...

 
IL TEMPIO DEL MESSIA E LA CITTÀ DI DIO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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I TEMPLI DEI POPOLI »
IL DIO IHWH UNICO E DIVERSO, CIOÈ SANTO »
IL POPOLO D'ISRAELE VUOLE UN RE - 1SAMUELE 8 »
LA LINEA SACERDOTALE INTERROTTA »

IL TEMPIO DI GERUSALEMME VERRÀ DISTRUTTO
Il capitolo 26 del libro del profeta Geremia è integralmente dedicato alla profezia della fine del Tempio che poi verrà distrutto dai Babilonesi.
Riporto il testo dell'ultima traduzione C.E.I. di tale capitolo.

Geremia 26,1 - All'inizio del regno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta a Geremia questa parola da parte del Signore:

Geremia 26,2 - Così dice il Signore: Va' nell'atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunciare loro; non tralasciare neppure una parola.

Geremia 26,3 - Forse ti ascolteranno e ciascuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso mi pentirò di tutto il male che pensavo di fare loro per la malvagità delle loro azioni.

Geremia 26,4 - Tu dunque dirai loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi

Geremia 26,5 - e se non ascolterete le parole dei profeti, miei servi, che ho inviato a voi con assidua premura, ma che voi non avete ascoltato,

Geremia 26,6 - io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città una maledizione per tutti i popoli della terra.

Geremia 26,7 - I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremia che diceva queste parole nel tempio del Signore.

Geremia 26,8 - Ora, quando Geremia finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo arrestarono dicendo: Devi morire!

Geremia 26,9 - Perché hai predetto nel nome del Signore: Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata. Tutto il popolo si radunò contro Geremia nel tempio del Signore.

Geremia 26,10 - I capi di Giuda vennero a sapere queste cose e salirono dalla reggia nel tempio del Signore e sedettero all'ingresso della porta Nuova del tempio del Signore.

Geremia 26,11 - Allora i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: Una condanna a morte merita questo uomo, perché ha profetizzato contro questa città, come avete udito con i vostri orecchi!

Geremia 26,12 - Ma Geremia rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: Il Signore mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltato.

Geremia 26,13 - Migliorate dunque la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce del Signore, vostro Dio, e il Signore si pentirà del male che ha annunciato contro di voi.

Geremia 26,14 - Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto;

Geremia 26,15 - ma sappiate bene che, se voi mi ucciderete, sarete responsabili del sangue innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per dire ai vostri orecchi tutte queste parole.

Geremia 26,16 - I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: Non ci deve essere condanna a morte per questo uomo, perché ci ha parlato nel nome del Signore, nostro Dio.

Geremia 26,17 - Allora si alzarono alcuni anziani del paese e dissero a tutta l'assemblea del popolo:

Geremia 26,18 - Michea di Morèset, che profetizzava al tempo di Ezechia, re di Giuda, affermò a tutto il popolo di Giuda: Così dice il Signore degli eserciti: Sion sarà arata come un campo e Gerusalemme diventerà un cumulo di rovine, il monte del tempio un'altura boscosa!

Geremia 26,19 - Forse Ezechia, re di Giuda, e tutti quelli di Giuda lo uccisero? Non temettero piuttosto il Signore e non lo supplicarono, e così il Signore si pentì del male che aveva loro annunciato? Noi, invece, stiamo per commettere una grave iniquità a nostro danno.

Geremia 26,20 - C'era anche un altro uomo che profetizzava nel nome del Signore, Uria, figlio di Semaià, da Kiriat-Iearìm; egli profetizzò contro questa città e contro questo paese con parole simili a quelle di Geremia.

Geremia 26,21 - Il re Ioiakìm, tutte le sue guardie e tutti i capi udirono le sue parole e il re cercò di ucciderlo, ma Uria lo venne a sapere, ebbe paura e fuggì, andandosene in Egitto.

Geremia 26,22 - Allora il re Ioiakìm inviò degli uomini in Egitto, Elnatàn, figlio di Acbor, e altri con lui.

Geremia 26,23 - Costoro fecero uscire dall'Egitto Uria e lo condussero al re Ioiakìm, che lo fece uccidere di spada e fece gettare il suo cadavere nelle fosse della gente comune.

Geremia 26,24 - Ma la mano di Achikàm, figlio di Safan, fu a favore di Geremia, perché non lo consegnassero al popolo per metterlo a morte.

Siamo al tempo del regno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda (609-8 a.C.) e Geremia per ordine divino va a Gerusalemme a profetizzare nel Tempio.
Pare lecito potersi arguire che fosse una delle tre feste annuali in cui tutti gli Israeliti salivano a Gerusalemme.
La parola portata dal profeta Geremia però non viene accolta.
Le stesse persone che si prostravano nella casa del Signore respingono la parola di Dio e sono pronte a condannare a morte il suo messaggero non riconoscendolo come profeta anche se s'era manifestato tale in più occasioni.
Di fatto si profila quanto dice Gesù con la parabola dei vignaioli omicidi che riporta i Vangeli sinottici: "Un uomo piantò una vigna, la diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano per molto tempo. Al momento opportuno, mandò un servo dai contadini perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna. Ma i contadini lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò un altro servo, ma essi bastonarono anche questo, lo insultarono e lo mandarono via a mani vuote. Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono via. Disse allora il padrone della vigna: Che cosa devo fare? Manderò mio figlio, l'amato, forse avranno rispetto per lui! Ma i contadini, appena lo videro, fecero tra loro questo ragionamento: Costui è l'erede. Uccidiamolo e così l'eredità sarà nostra! Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? Verrà, farà morire quei contadini e darà la vigna ad altri." (Luca 20,9-16; Matteo 22,23-33; Marco 12,18-27)
La parabola è una sintesi della storia del popolo ebraico, in cui appaiono la vigna d'Israele, fondata e curata da Dio stesso, la fedeltà a Dio, l'infedeltà del popolo, il giudizio sui vignaioli, i sacerdoti del Sinedrio, che non rispettano i messaggeri del padrone, cioè i servi di Dio, vale a dire i profeti, e profila la missione e il sacrificio del Figlio.

In questo capitolo ben 10 volte è nominato il Tempio di cui per 6 volte come Tempio del Signore .
Una possibile lettura di tali lettere è "dentro s'è confinato il Signore ".
Quanto qui raccontato, relativo al profeta Geremia che annuncia la distruzione del Tempio alcuni decenni prima dell'evento e che il popolo e i loro capi per tale profezia vorrebbero mettere a morte, è del tutto analogo a quanto nel Vangelo di Giovanni su Gesù di Nazaret.
Il racconto nel Vangelo di Giovanni è il seguente: "Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato. I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: Quale segno ci mostri per fare queste cose? Rispose loro Gesù: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù." (Giovanni 2,13-22)
Gesù Cristo, sostiene Lui stesso e così è stato recepito dal credo cristiano, è il Tempio di IHWH , non fatto da mani d'uomo.
Il corpo terreno di Cristo uomo vero, ma anche vero Dio, era il Tempio di IHWH, perché, nel suo corpo, "dentro s'è confinato il Signore ".
Questo brano tra l'altro spiega una delle accuse al processo di Gesù.
Nel caso di Gesù però, contrariamente a quanto accadde al profeta Geremia, fu veramente ucciso.
Il Vangelo di Marco, infatti, segnala come una testimonianza a sfavore quel già citato: "Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo". (Marco 14,58)

Il movimento "ascetico", fondato probabilmente da membri di famiglie sacerdotali della precedente dinastia di Sadoc, più tardi conosciuto col nome di "esseni", a cui il Battista fu in qualche modo vicino, erano in pieno disaccordo con l'idea dei culti e con la classe sacerdotale del Tempio e ne vivevano distaccati. (Vedi: "L'amico Lazzaro e il riposo di Betania")
Ritenevano infatti, come già chiarito, non lecita la trasmissione del primato del sacerdozio alla famiglia dei Maccabei, della dinastia sacerdotale degli Asmonei, fondata da Simone Maccabeo, (140 a.C.).
Gli Esseni in effetti si preparavano per la guerra santa che avrebbe dovuto chiudere il tempo terreno del mondo.
La comunità del Mar Morto, suddivisa in gruppi guidati da veri maestri, aveva adottato una disciplina militare e tra loro si nascondevano certamente gli anche Zelati, e si era immersa nella lettura dei libri sacri conosciuti, ma anche di altri libri di cui nessuno sapeva niente.
S'armavano spiritualmente per il combattimento finale (Apocalisse) e la loro lotta contro le forze dell'impurità rituale, del male e del peccato era una lotta per Dio.
I Farisei, invece l'accettavano silenziosamente, ma criticavano come veniva organizzato il culto e proponevano come importante il cuore con cui si faceva i riti che per molti invece erano solo qualcosa di esteriore.
Riprendendo il pensiero del profeta Isaia per Gesù il Tempio è importante come casa di preghiera.
Dice infatti Isaia: "...li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saliranno graditi sul mio altare, perché il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli". (Isaia 56,7) che apre al pensiero di un Tempio escatologico a cui verranno tutti i popoli.
Gesù, infatti, entrato nel Tempio e scacciati tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere, rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: "La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri". (Luca 19,46)
In definitiva quei mercanti vendevano ciò che serviva per il culto e non andavano contro la Legge accettata dai Sacerdoti pur tuttavia Gesù agisce.
L'azione di Gesù, perciò, è l'annuncio dell'inizio di un tempo nuovo, quello del Tempio escatologico libero dai traffici materiali, esente da sacrifici cruenti ed aperto a tutti i popoli.
I testi del Nuovo Testamento salvo la lettera agli Ebrei e l'Apocalisse non parlano quasi mai del sistema cultuale e lo stesso Paolo ebreo e fariseo zelante non parla del Tempio e quando nomina i sacrifici dice che sono superati, e quando nomina il Tempio parla dell'abitare di Dio in noi, non nomina neanche il Tempio di Gerusalemme.

La decriptazione del versetto Geremia 26,2 di cui riporto la dimostrazione e poi quella dell'intero capitolo che inserisco qui di seguito, conferma l'idea dell'incarnazione e costituisce un'ulteriore prova a sostegno dell'idea base di "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" con cui iniziai la mia ricerca oggetto sottesa dagli articoli inseriti in questo mio Sito.

Geremia 26,2 - Così dice il Signore: Và nell'atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunciare loro; non tralasciare neppure una parola.






Geremia 26,2 - Spengerà () l'origine del ribelle che con perversità agì nei viventi insinuandosi () dentro chiudendosi giù nei corpi . In una famiglia sarà finalmente il Signore a portarsi . Si porterà la Parola che indicò dall'alto alla sposa () che in azione nel corpo le sarà . Il Signore () per aiutare nel mondo entrerà dentro al primogenito , sarà un vivente . Il Potente le aprì l'illuminazione completa annunciando () alla prescelta che Tempio del Signore verrà () la sposa che della Parola sarà la madre . La donna () che nel corpo le scendesse portò il "sia ". Nella prescelta fu così la potente Parola di Dio . Sarà ad uscire tra i viventi la divinità . Per la contesa () l'Eterno abiterà un corpo .

Geremia 26,1 - Dentro il corpo di una donna sarà alla fine a vivere. Dal Regno si porterà alla fine il Signore con la forza della risurrezione. Figlio sarà di una donna il Signore. Il Re in Giuda nell'esistenza entrerà. La Parola al mondo da questa uscirà. Dalla madre verrà il Signore per il rifiuto all'essere ribelle.

Geremia 26,2 - Spengerà l'origine del ribelle che con perversità agì nei viventi insinuandosi dentro chiudendosi giù nei corpi. In una famiglia sarà finalmente il Signore a portarsi. Si porterà la Parola che indicò dall'alto alla sposa che in azione nel corpo le sarà. Il Signore per aiutare nel mondo entrerà dentro al primogenito, sarà un vivente. Il Potente le aprì l'illuminazione completa annunciando alla prescelta che Tempio del Signore verrà la sposa che della Parola sarà la madre. La donna che nel corpo le scendesse portò il "sia". Nella prescelta fu così la potente Parola di Dio. Sarà ad uscire tra i viventi la divinità. Per la contesa l'Eterno abiterà un corpo.

Geremia 26,3 - Nel corpo le fu. Fu ad accenderle il seno e si portò a stare in esilio per recarsi dagli uomini. Per i viventi aiutare in un corpo la rettitudine recò nel mondo che al male nel mondo portato dall'angelo (ribelle) nascostosi negli uomini sarà da maledizione ad uscirgli. Dal corpo in azione uscire dal primogenito un fuoco si vedrà che ad ucciderlo sarà. Nelle tombe da risurrezione dentro potente agirà, la risurrezione recherà a tutti. Potenti riusciranno in vita. A rivivere le persone saranno nei corpi. I popoli innalzerà. Dal Potente saranno ad entrare a vivere.

Geremia 26,4 - Porterà dell'Unico la vita nei corpi a tutti. La divinità sarà ad entrare nei viventi. Spengerà l'origine dell'essere ribelli. Sarà una calamità per l'Unico col riempire tutti di risurrezione in seno a recare al primo serpente che tra lamenti per la rettitudine finirà. Dentro la Torah in tutti ci risarà. Per l'Unico risorgendo i corpi l'angelo (ribelle) finirà. In tutti ci risarà la potenza. Le persone saranno da rette a rivivere.

Geremia 26,5 - La potenza della risurrezione in seno agirà. Rinati dentro i corpi saranno. Agirà dentro quanto basta l'entrata energia. Per l'entrata saranno a rivivere con l'originaria luce nei corpi di "Io sono" che riaccenderà il vigore. La divinità che erano ad anelare si riporterà riaprendo il fuoco della rettitudine che strapperà via il serpente nascosto e il rifiuto riaccenderà in seno l'integrità.

Geremia 26,6 - Riportata l'energia in tutti, tutti saranno a divenire dei Templi. In questi dentro riaccenderà la potenza Lui. Alla fine entreranno nella Città che aprirà per questi, verranno dal primo all'ultimo tra gli angeli del Potente. Per la maledizione uscita, dal Potente tutti i popoli entreranno dalla terra.

Geremia 26,7 - Portata che sarà la risurrezione nei viventi il peccare spengerà. L'angelo (ribelle) sarà dai viventi portato ad uscire. L'energia dentro delle origini ci risarà nei viventi e in tutti i popoli l'Unico finirà l'esistere del verme onde c'è la perversità. I viventi per l'aiuto ricreati tutti n'usciranno. Del Verbo sarà nei viventi ad entrare la divinità; n'usciranno abitati (come) Templi del Signore.

Geremia 26,8 - Condotti saranno dal mondo essendo retti. Da sposa li porterà alla fine per stare con i corpi a vivere col Signore, rinati, ricreati perfetti come all'origine con i risorti corpi su portati all'Esistenza, i condotti entreranno dal Potente. Il Verbo divino da sposa i popoli porterà. Sarà terminato l'orgoglio e verranno condotti dal mondo dal Sacerdote che fu tra i viventi a portarsi, uscito da profeta. Saranno vivi riportati i tutti del mondo, Si vedranno nella pienezza. L'essere ribelle con la morte finiranno, la vita porterà alla completezza.

Geremia 26,9 - Nei viventi, per l'essere impuro che agisce per l'angelo che ad abitarli s'è confinato dentro, la risurrezione in vita sarà una calamità, un rifiuto per l'essere ribelle. La rettitudine brucerà il serpente e sarà dall'esistenza ad uscire. Da dentro sarà di tutti ad uscire, Colpito dalla calamità entratagli, per la rovina dai corpi uscirà. Questi verrà finito, in una caverna abiterà la vita ad annullare gli sarà portata per un fuoco che dentro si porterà. Vi sarà un'assemblea di tutti del mondo. I popoli a Dio innalzerà il Signore. Dentro ad abitare saranno tutti col Signore.

Geremia 26,10 - I portati saranno chi li risorse in vita a vedere. Si porterà con luminoso corpo chi è il Signore che li aiutò nel mondo. Venne la Parola a stare tra i viventi. Uscì la divinità da un'apertura quando ad innalzare lo portarono. Con l'acqua da dentro fu del crocifisso ad uscire. Dal Regno in un Tempio il Signore si portò per stare in esilio, ma dentro il Verbo nel crocifisso nascondeva un fuoco per il nemico. Il Signore uscì dalla tomba per l'aiuto della risurrezione.

Geremia 26,11 - E fu quel primogenito con l'acqua dal corpo a recare fuori la rettitudine che entrò negli apostoli che stavano con la madre al riportarsi dagli apostoli a casa. Dell'Unigenito fu nella madre la divinità ad entrare. Di illuminati un corpo sarà la madre a portare a Dio, una sposa di popoli che avrà rifiutato l'essere ribelle. Li salverà il Verbo per amore dalla morte. Il serpente dagli uomini uscirà colpito dall'entrare della rettitudine che l'opprimerà. Dentro inizieranno per il maledetto le rovine. Dai corpi uscirà questi, verrà afflitto, bruciato. Nei corpi si riaccenderà in seno l'integrità. Dentro ascoltando risaranno retti i viventi.

Geremia 26,12 - E sarà a parlare per innalzare al Signore Dio una sposa, illuminando le menti. Sarà la madre a recare a Dio tutti del mondo i popoli che rifiuteranno l'essere ribelle. Per il Signore risorto del Potente la grazia ci sarà. Del Potente rientrerà l'energia dentro delle origini. La maledizione che dentro c'era per tutti uscirà. Colpito da Lui il serpente uscire si vedrà. Sarà dai corpi ad uscire. In questi riverrà l'originaria perfezione. Il Verbo sarà la vita beata a riaccendere in seno a tutti i viventi.

Geremia 26,13 - Portato nel tempo del mondo ad entrare sarà l'amore. Sarà dentro recata alle generazioni la rettitudine che era anelata. Nei viventi agirà da potenza. Il Potente sarà con la rettitudine ai viventi a recare la risurrezione. I viventi il peccare da dentro rovesceranno ed il serpente per cui fu la perversità maledetta ad esistere che alla rettitudine nei viventi recò l'opprimere nascondendola, dai viventi sarà ad uscire. Si porterà fuori il maledetto cattivo. Rientrerà la felicità per il Verbo. Innalzati saranno retti i viventi.

Geremia 26,14 - Porterà ad incontrare chi sta nel mondo gli angeli. Il frutto gli sarà in mano. I retti viventi risorti al Potente recherà. Al Potente sarà dentro al cuore a portarli, il dentro da dove portò la rettitudine. Saranno i risorti con i corpi dentro la sorgente da cui ci fu la rettitudine con l'acqua.

Geremia 26,15 - Dell'Unico così saranno alla conoscenza. Il Crocifisso alla conoscenza li porterà retti, essendogli uniti a vivere gli uomini. Col Crocifisso saranno a vivere. Verranno le centinaia alla fine. Saranno retti essendo stato il sangue di un innocente donato. Saranno a vivere con l'Altissimo. L'anelavano! Li porterà di Dio ad entrare nella Città. Entrati questi, verrà a portarsi Dio che sarà la luce. Ad abitarvi saranno entrando tra i retti essendo dentro iniziata la vita del Crocifisso risorto. Del Potente la grazia ci sarà stata. Col Signore in alto staranno così i viventi rinati. Dentro le moltitudini ascolteranno ciò che erano ad anelare. Uniti tutti, sposa del Verbo saranno i viventi del mondo nella divinità entrati.

Geremia 26,16 - E saranno dall'Unico i viventi saziati. Il risorto in alto porterà la sposa dei popoli. In Dio rientrerà il sacerdote che fu tra i viventi, ma il maledetto angelo che li abitava con i forti guai nei viventi avrà annullato. Rifiutato sarà stato dal fuoco entrato. Questi usciranno salvi. Col Verbo amato, che nella morte pur retto fu abiteranno. La risorta vita del Signore Dio entrata sarà. Per l'energia portata dal Verbo da Dio saranno tra gli angeli portati.

Geremia 26,17 - Portati all'obbedienza, i viventi condurrà all'Unico. Tra gli angeli li porrà a vivere la vita di questi. Versati tra gli angeli saranno gli usciti dalla terra e saranno dall'Unico di vita saziati. La divinità in tutti verserà. Uscita dal Potente entrerà in azione la pienezza della vita nei corpi.

Geremia 26,18 - I viventi, in forza della rettitudine che sarà a rientrare, fuori vivi si riporteranno. Con i corpi risorti saranno per l'esistenza inviati alla casa del Padre. I giorni chiusi (cioè alla fine dei giorni) questi verserà il Signore nel Regno. Il Signore li aiuterà ad entrare portandoli a stare dall'Unico. I viventi vedranno il Potente. Tutti i popoli saranno nello splendore ad entrare. Il Potente l'origine delle amarezze avrà spento. Il primo ribelle per la perversità con le sue schiere porterà a finire giù. Il violento demonio entrerà alla fine in una caverna ove il fuoco gli recherà. La Gerusalemme (del cielo) vedranno. Per starvi saranno gli uomini per l'esistenza portati ri-partoriti. Dentro saranno del Crocifisso nel cuore. I viventi vi si porteranno tutti stando alla vista del corpo.

Geremia 26,19 - Fuori usciranno gli uomini dal mondo dai morti usciti. Si porteranno a chiudersi questi. Si rovesceranno nel Signore che nel Regno sarà dal mondo a condurli. Avendoli aiutati fuori portandoli dal maligno, nello splendore entreranno. Entrati, il Potente Unico vedranno. Verranno dal Signore condotti a stare nell'assemblea del Potente che il primogenito Crocifisso in persona è, che fu dal mondo a guidarli fuori e a guidare i viventi. Il Signore Dio entrerà con la compagna moglie, col corpo del Verbo con cui l'Altissimo entrò in un vivente per portarsi ad incontrarli per la grazia recare. Si vedrà risorto, cambiato alla vista l'entrato nella gloria, dal mondo l'innalzato dopo che il respiro portò in croce, sarà tra gli angeli a portarsi.

Geremia 26,20 - Portati degli angeli a vivere gli uomini l'esistenza, vivranno col Crocifisso, l'inviato dalla casa del Padre che ha risorto i viventi, il Signore che desiderò nel corpo stare nel mondo. Si portò il figlio ad accendere il seno di colei che sarà al mondo a portarlo in vita versandosi nel corpo a stare. Al termine uscì, fu visibile in un corpo quando fu dalla madre portato. Fu inviato in quella famiglia da primogenito. Innalzato della città fuori, questi venne portato da olocausto. All'Unico il corpo salì dal mondo. Per questi venne dentro per tutti l'aiuto da dentro. Da irrigazione lanciò la vita il Signore.

Geremia 26,21 - A recare fu la risurrezione in un vivente ad agire. Gli rientrò la vita in potenza per la rettitudine. Il Signore fu a versarla con l'acqua. Portò la rettitudine del Potente a scorrere da dentro per un asta che nel corpo gli fu portata, ma una sposa gli risorse dal corpo, fu con l'acqua a venire, in aiuto da dentro al corpo fu a portarla e fu da dentro versata alla luce. Entrò tra i viventi in cammino nel mondo. La vita sarà del Crocifisso a recare e sarà ad accendere in seno il desiderare nel corpo del Signore di portarsi. Sarà un corpo per l'Unico a recare. Sarà dentro le menti l'annuncio che saranno a casa dell'Unico i viventi a salire con i corpi per starvi a vivere.

Geremia 26,22 - A recare fu del Risorto il vigore nel mondo tra i viventi nel cammino. Al Signore obbediente, la Madre unita agli apostoli del Risorto, fu di viventi dalle acque a sollevare un corpo in cui fu la vita a venire di Dio in dono per il Figlio che in azione la rettitudine dentro recava nei corpi. Per recare dell'Unico l'energia della risurrezione sarà tra i viventi a rivenire. Si riporterà Dio tra i viventi giù con il corpo con cui fu a vivere.

Geremia 26,23 - E sarà giù. Sarà l'Unico a riportarsi. Riverrà quel primogenito in cui si portò nel corpo il Signore a vivere tra i viventi. Riscenderà con il corpo. Ci risarà l'ingresso di Lui. Il Potente uscirà dal Regno, sarà nel mondo per portare all'obbedienza i viventi e sarà la rettitudine nel mondo a recare. Riporterà da dentro le tombe i corpi che vi abitano e saranno risorti. In cammino riverranno. A venir meno in tutti sarà il maledetto che si riverserà da dentro i corpi. Saranno figli ad essere del mondo i popoli.

Geremia 26,24 - Quel primo con la rettitudine fu d'aiuto per i fratelli, fu a versare la vita. Dentro l'energia che lo risorse nelle persone fu del Crocifisso ad entrare. Venne elevato, fu aperto da un'asta il cuore, guizzò dal Crocifisso una forza per tutti, dalla croce la recò. L'Unico dalla croce portò da dentro una forza in aiuto che uscì in azione. La vita del Potente uscì con l'acqua che fu dalla croce recata.

La storia che si evince dal decriptato porta a considerare come in effetti il Cristo porta ad una altra idea di Tempio ;

  • in Lui stesso risiede IHWH, in quanto in Lui "dentro s'è confinato ";
  • poi, morto e risorto suo Tempio nella terra diviene l'insieme dei suoi seguaci ove "dentro sta il crocifisso ";
  • alla fine dei tempi, al momento della risurrezione finale, i risorti entreranno in Lui sciamando come api nel suo costato aperto "dentro saranno nel Crocifisso ";
  • quel costato è in comunicazione con Dio Padre e col suo Regno in cui "dentro saranno tutti " alla fine.
Svilupperò questi pensieri nei prossimi paragrafi.
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