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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LA RUGIADA LUMINOSA
CHE VIENE DAL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 

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LA "RUGIADA" E IL MESSIA
Nelle lingue neolatine, cioè là dove la lingua madre è il latino, il verbo che sintetizza il far stillare goccia a goccia è "rorare/irrorare" e la rugiada è "ros/roris", onde derivano gli aggettivi "rosidus/roscidus" che equivalgono ai nostri rorido e rugiadoso.
"Roscido" si dice anche in italiano per rugiadoso, umido e mi portano a pensare per assonanza anche alla parola roccia.
Sulla roccia, infatti, si posa la rugiada, fluisce quale lamina sottile, come se venisse creata dalla roccia stessa, e questa in parte entra nelle fenditure e in parte si trasforma in nebbia allo scaldarsi delle superfici sotto i raggi del sole.
I lastroni di roccia paiono così trasudare direttamente la rugiada e questa, se il lastrone è acclive, percola con uno stillicidio rado, ma continuo per ore dentro una polla d'acqua che può implementare una falda idrica sotterranea tramite i meati del terreno.
Se fessure della roccia si riempiono anche di sola rugiada, il gelo notturno, può spaccare il blocco secondo le venature più deboli.
La rugiada così tenera, umile e casta su una roccia sia pure tenace, può avere però effetti poderosi che chiamano a meditare sull'azione spirituale e continua di Dio e della sua parola, infatti: "La mia parola non è forse come il fuoco, oracolo del Signore, e come un martello che spacca la roccia?" (Geremia 23,29)
Nella Bibbia c'è spesso l'accostamento della allegoria della roccia a Dio (Vedi: "La Roccia che scaturisce acqua viva").
Ricordo solo:

  • Salmo 62,3 - "Dio è mia roccia di difesa";
  • Salmo 73,26 - "La roccia del mio cuore è Dio";
  • Salmo 89,27 - "Tu sei mio Dio e roccia della mia salvezza";
  • Salmo 94,22 - "Roccia del mio rifugio è il mio Dio";
  • Salmo 144,1 - "Benedetto il Signore, mia roccia";
  • Isaia 26,4 - "Il Signore è una roccia eterna".
Questa roccia produce acqua nel deserto, la fa spuntare "miracolosamente" come pioggia pur senza nubi sotto forma di rugiada, porta la vita in modo inatteso, come venisse direttamente dal cuore di Dio.
C'è questo accostamento della rugiada alla "Roccia", titolo del Dio d'Israele, nell'ultimo cantico di Mosè, prima delle Benedizioni di Mosè stesso in cui peraltro la rugiada è ricordata due volte, come ho già in altro paragrafo sottolineato:

"Ascoltate, o cieli: io voglio parlare: oda la terra le parole della mia bocca!
Stilli come pioggia la mia dottrina, scenda come rugiada il mio dire;
come scroscio sull'erba del prato, come spruzzo sugli steli di grano.
Voglio proclamare il nome del Signore: date gloria al nostro Dio!
Egli è la Roccia; perfetta è l'opera sua; tutte le sue vie sono giustizia;
è un Dio verace e senza malizia..." (Deuteronomio 32,1-4)

Il concetto della "rugiada del cielo" è espresso in Genesi 27,28 e 39 nonché in Daniele 4,12.20.22.30 e 5,21.
In Genesi 27,39 è poi precisato "rugiada del cielo dall'alto" come a dire viene da sopra il firmamento, dai cieli superiori separati nel secondo giorno della creazione da quelli inferiori.
È certamente la "rugiada mandata dal Signore". (Michea 5,6)
La rugiada viene dal cielo e si vede sulla terra: "...ci fu rugiada su tutto il terreno." (Giudici 6,39.40)
Viene dal cielo, ma non come la pioggia che si vede cadere, come un prodigio la rugiada invece si vede spuntare sulla terra.
Il verbo che viene usato è "stillare, gocciolare" e le gocce spuntano come magicamente dalla superficie.
Questo verbo di stillare in ebraico ha due forme con le stesse lettere permutate:
  • in Deuteronomio 33,2 e 33,28;
  • in Proverbi 3,20 ed in Isaia 45,8.
Il verbo stillare in particolare è usato nella seconda forma in Isaia per annunciare la venuta del Salvatore:

"Stillate, cieli, dall'alto
e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra
e produca la salvezza
e germogli insieme la giustizia.
" (Isaia 45,8)

Le espressioni usate con rugiada sono:
  • "stilli come rugiada" in Deuteronomio 33,2;
  • "il cielo stilla rugiada" in Deuteronomio 33,28;
  • "le nubi stillino rugiada" in Proverbi 3,20;
  • e si forma una "stilla di rugiada" in Sapienza 3,22, ma è in greco.
Le lettere di stillare riferendole al Messia dicono "il corpo si vede del Verbo/Parola o si vede il corpo della Parola " e riferito a Dio "in un corpo si vedrà il Suo volto ".
Lo "stillare della rugiada" è così immagine efficace dell'incarnazione, sia come parabola fisica che con le stesse lettere ebraiche.
In ebraico come ho accennato la rugiada è "tal" .
La lettera è una lettera che ha significati particolari.

La lettera tèt

  • Significati base: cuore, pozzo, sigillato, utero;
  • Significati traslati: carità, bontà, amore, bellezza. (Vedi scheda relativa alla lettera tet nella colonna a destra di questo mio Sito)
Nel caso fisico della rugiada le lettere dicono anche che "da una sorgente sigillata guizza ".
I possibili radicali di "tal" sono "gettare, fare un getto" e "coprire", quindi "tal" è come un getto diffuso che copre.
Interessante è che "taloeh" è "agnello tenero" come è usato in:
  • 1Samuele 7,9 - "Samuele prese un agnello da latte e lo offrì tutto intero in olocausto al Signore..."
  • Isaia 66,25 - "Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme, il leone mangerà la paglia come un bue, ma il serpente mangerà la polvere, non faranno né male né danno in tutto il mio santo monte. Dice il Signore."
Al plurale si trova in Isaia 40,11: "Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri".

Questo "taloeh" agnello tenero, con una lettura per lettere porta a considerare "dall'utero (appena) guizzato fuori ".
Con riferimento però alla rugiada quale dono di Dio, la lettura delle lettere ci porta a dal suo "cuore guizza " o per il suo "amore guizza " e rappresenta concretamente "l'amore/carità del Potente ".

In definitiva, tutto converge sul fatto che rugiada e agnello sono allegorie di un pensiero più profondo, quello sul Messia atteso dagli Ebrei.
I profeti legano questo verbo ai tempi ultimi del Messia che porterà il vino nuovo della risurrezione:
  • "In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo" (Gioele 4,18);
  • "dai monti stillerà il vino nuovo e colerà giù per le colline." (Amos 9,13)
Mentre ora, ed è già un gran dono, la terra stilla acqua che aiuta a far crescere le vigne e con l'opera dell'uomo c'è il vino, alla venuta del Messia, la rugiada perfetta, ci sarà un vino nuovo!
Ecco che il primo miracolo che fece Gesù fu proprio il trasformare a Cana di Galilea l'acqua in vino.
I discepoli compresero il segno ed ebbero così a credere in Lui. "Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui." (Giovanni 2,11)
Il Vangelo di Luca ricorda quanto accadde a Gesù al Getzemani, in un podere, l'orto degli ulivi.
Gesù in preghiera diceva: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà. Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra." (Luca 22,42-44) e aveva detto "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo." (Giovanni 15,1)
Il suo sudore era come rugiada sul suo volto; stava per produrre vino nuovo.
Gesù in terra stillerà , vale a dire si comprenderà che è "l'incarnazione visibile del volto " di Dio Padre, come una rugiada , perché renderà visibile "l'amore del Potente ".

Mi sono rallegrato di essere in sintonia col tempo liturgico, e lo segnalo, perché oggi 19-12-2012, dopo aver scritto quanto sopra, nelle Liturgia delle Lodi del giorno, nell'Antifona al Benedictus del Tempo di Avvento della III settimana, appunto per il 19 dicembre trovo:

"Sorgerà come il sole il Salvatore del mondo;
come rugiada sull'erba scenderà
nel seno della Vergine Alleluia.
"

Dio parla dall'alto, un angelo l'annuncia all'orecchio della vergine Maria e il Suo seno stilla l'amore di Dio, "lo Spirito Santo scenderà su di te" (Luca 1,35).
Sono andato allora a cercare quale potesse essere la base di detta antifona.
Ho trovato così questo riferimento nell'Inno "Ave, Nobile" di Santa Ildegarda di Bingen, proclamata dottore della Chiesa universale domenica 7 ottobre 2012 dal Santo Padre Benedetto XVI.

"Perché, o Vergine, il figlio di Dio recasti in seno,
nello splendore in Dio della tua castità.
Le tue viscere si rallegrarono
come erba su cui scende la rugiada
facendola verdeggiare.
Così in te avvenne,
o Madre di ogni delizia.
"
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