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LA RUGIADA LUMINOSA CHE VIENE DAL MESSIA
di Alessandro Conti Puorger

TERRA PROMESSA, TERRA DI RUGIADA
Nei primi giorni di marzo del 2012 mi trovavo in Terra Santa nei pressi del lago di Tiberiade ed una insolita pioggia persistente già da alcuni giorni cadeva su tutta la Galilea.
Per quel territorio era un evento eccezionale, infatti, molte famiglie da Gerusalemme e dalla Giudea venivano per assistere al fenomeno del fiume Giordano in piena e per insegnare ai figli a ringraziare Dio per quel dono che avrebbe dato vita alle regioni a valle.
Quel fiume, infatti, in quel momento, era alimentato da piogge abbondanti, mentre altrimenti v'affluisce il più contenuto sciogliersi dei nevai dell'Ermon, monte ritenuto sacro da tempo immemorabile.
Fu, così per me una prova tangibile di quanto in Palestina è sentito il problema dell'approvvigionamento idrico.
Da tempo atavico, infatti, le sorti di quella regione sotto l'aspetto delle precipitazioni è al limite, perché si verificano anche prolungati periodi di siccità, come d'altronde v'è eco nelle Sacre Scritture rendendo precaria l'agricoltura per carenza del potenziale irriguo.
Ciò rafforzò in me l'idea che la Terra Promessa è da conoscere proprio sotto ogni aspetto per poter cogliere più sfumature e così meglio accogliere i contenuti della spiritualità del messaggio biblico che spesso ricorre a parabole ed espressioni strettamente legate a quella terra di cui il testo sacro, sovente, da per nota la diretta conoscenza.
Si pensi che là tutte le acque di superficie per sorgenti e pioggia e quelle delle falde acquifere sotterranee più superficiali sono utilizzate a scopi agricoli e, per la ridotta adduzione, ne consegue che il livello idrico nel Mar Morto, catino finale senza estuari, è in continuo abbassamento per effetto dell'evaporazione.
Fu così che m'interessai di più della Palestina anche sotto l'aspetto climatico.

Il clima della Terra Santa, per l'estensione del suo territorio nel senso della latitudine, presenta sensibili differenze.
Schematicamente vi si possono individuare tre zone climatiche:
  • la mediterranea lungo la costa,
  • la temperata sull'altipiano,
  • la torrida nella fossa del Giordano e nel Negheb.
La quantità d'acqua piovana che viene ricevuta dal terreno è in ragione diretta alla latitudine ed alla altimetria, con medie generali annue da:
  • 500-600 mm al nord;
  • 200-250 mm nella fascia centrale;
  • 50-25 mm al sud.
La neve è rara e scarsa, presente solo nelle zone più alte ed è perenne al confine nord sul massiccio dell'Ermon.
La pioggia in Palestina inizia a ottobre ed ha i massimi tra dicembre e febbraio, quindi, diminuisce in primavera e scompare quasi del tutto nei mesi estivi.
Il Cantico dei Cantici, infatti, conferma: "...l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata." (Cantico 2,11)
L'acqua, così, è un'esigenza sempre più sentita per l'incremento dell'agricoltura su vasta scala, anche nel Negheb a sud del Mar Morto, per la presenza di numerosi kibbutz, onde ecco la continua ricerca di nuove risorse quali l'utilizzo dell'inseminazione di nuvole, il riciclaggio d'acque di scarico, la desalinizzazione dell'acqua marina e, non ultimo, lo sfruttamento intensivo della risorsa naturale della rugiada.
La rugiada, in Palestina è prodotta dal raffreddamento dei venti caldi carichi di umidità provenienti dal Mediterraneo ed il suo apporto è già prezioso nelle zone costiere ed in quelle pressoché desertiche del centro-sud.
Pur se è visibile in poche gocce su petali e foglie, in effetti, la rugiada, se raccolta, fornisce comunque un quantitativo d'acqua prezioso in quanto può avere una continuità di produzione su lunghi periodi di tempo.

Rugiada

Rugiada


Le previsioni meteo del territorio d'Israele, infatti, informano, zona per zona, pure sulla prevedibile temperatura di rugiada per l'utilizzazione di questa risorsa, indicando così se la raccolta è possibile.
Com'è noto, la rugiada è la condensazione del vapor acqueo dell'atmosfera su superfici più fredde dell'aria circostante, onde si formano goccioline sugli oggetti e sul suolo.
Il "Punto di Rugiada", che dipende dal contenuto d'umidità nell'atmosfera, è la temperatura alla quale l'aria raffreddandosi, cioè perdendo energia, diventa satura di vapore acqueo e forma goccioline sulle superfici più fredde.
Quando la temperatura di rugiada corrisponde a valori inferiori allo 0°C, si parla di temperatura di brina.
La quantità di rugiada per notte ha laggiù valori di 0,5-0,8 mm/m2.
Generalmente però il complessivo apporto della rugiada può competere con quello della pioggia, solo nelle zone desertiche.
Una produzione, ad esempio su 120 giorni può dar luogo ad un ulteriore apporto dell'ordine di 50-80 mm/m2 che contribuisce al formarsi della falda acquifera e alimenta alcuni pozzi.

Uno studio della Tel Aviv University conferma il valore della rugiada come fonte d'acqua essenziale in climi come quelli del Mediterraneo orientale della Palestina, dov'è nata la tradizione giudaico-cristiana.
Mentre nelle zone temperate, la crescita di una pianta, basata sulla fotosintesi, è massima nelle ore in cui il sole è più disponibile, in zona semi-arida gli stomi che assorbono l'anidride carbonica sono invece chiusi nelle ore più calde, per non perdere umidità e allora il massimo della crescita avviene in presenza di rugiada, vale a dire nelle ore del mattino.
Certamente nell'antichità qualche idea per raccogliere la rugiada c'era senz'altro, infatti, su una zona con leggera acclività o piana, atta a crearvi una conca (pozzo di rugiada) su uno strato aerante di paglia o di vegetale poggiato sul terreno in sito, basta giustapporre uno strato impermeabile d'argilla compattata e ciottoli a modo di pavimentazione.
Su questo impianto, nelle notti adatte, serene, principalmente primaverili e autunnali, senza venti o brezze, si formerà la rugiada che scorrerà a riempire la conca o verso un serbatoio interrato.

Formazione della rugiada

Formazione della rugiada


Oggi vi sono varie soluzioni brevettate, ad esempio con semplici prefabbricati di plastica rigida adattabile al colletto di ogni pianta che raccolgono ed indirizzano la rugiada e le precipitazioni verso le radici (Vedi foto).

Irrigazione con ...la "rugiada Divina" tipo Tal-Ya

Irrigazione con ...la "rugiada Divina" tipo Tal-Ya


Per gustare alcuni passi della Bibbia è utile tener presente l'importanza della rugiada e cosa produce la sua mancanza in Palestina.
Al riguardo ricordo i seguenti spunti sulla rugiada stessa:
  • del profeta Osea 14,6: "Sarò come rugiada per Israele; esso fiorirà come un giglio e metterà radici come un albero del Libano."
  • del profeta Zaccaria 8,12: "È un seme di pace: la vite produrrà il suo frutto, la terra darà i suoi prodotti, i cieli daranno la rugiada: darò tutto ciò al resto di questo popolo."
  • del profeta Aggeo 1,10s: "Perciò su di voi i cieli hanno chiuso la rugiada e anche la terra ha diminuito il suo prodotto. Ho chiamato la siccità sulla terra e sui monti, sul grano e sul vino nuovo, sull'olio e su quanto la terra produce, sugli uomini e sugli animali, su ogni prodotto delle mani".
In definitiva in tutta la Sacra Scrittura che definiamo come Antico Testamento la rugiada simboleggia la presenza e la benedizione di Dio.

LA CREAZIONE PER GLI EGIZI
Prima di trattare il tema della rugiada nella Bibbia ritengo utile inserire un cenno per ricordare il mito della creazione del cielo e della terra degli antichi Egizi, mito che ovviamente era noto agli Israeliti dei tempi dell'Esodo e che, rivisitato, può aver avuto un qualche influsso.

Dal caos, che non è il caos che pensiamo, ma piuttosto un mare d'energia indifferenziata, le acque di NUN, esce Atun, il creatore, in seguito dio del sole Ra, quindi Atun-Ra.
In parallelo pare risuonare: "Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque." (Genesi 1,2)
Atun promana - genera il fiato di Atum, Shu dio dell'aria secca e Tefnut, sorella gemella e sposa di Shu, dea dell'aria umida da cui avrà origine anche la rugiada e l'acqua.
Di questo Shu pare trovarsi un cenno nella lettera "Shin" ebraica che rappresenta fuoco e luce.
Ne "il Nome" "Shem" , con cui sinteticamente dall'ebraismo è definito Dio creatore, e nel cielo ebraico "Shemaim" , che è più del solo cielo stellato, si trovano i due segni del fuoco e dell'acqua = che possono ricordare in qualche modo l'aria secca e l'aria umida emanati dal dio creatore.
Tefnut è detta "saliva di Atun" e questa dea, come rugiada mattutina, dà il benvenuto al dio solare; proprio per questo è anche chiamata "occhio di Ra".
Dall'unione di Shu e Tefnut sono nati Geb, dio della terra, e Nut, dea del "cielo stellato", sorella e sposa di Geb.
Pur se il dio Shu, in sintesi l'atmosfera, li voglia tenere separati, Geb e Nut mettono al mondo Osiride, Iside, Seth, dio della siccità e Nefti.

Accade che il geroglifico della dèa NUT è come un tavolino che rappresenta la volta celeste su cui c'è un orcio NU e un pane T .
L'orcio NU evidentemente è pieno dell'energia divina , come un'acqua non materializzata, che è essenza del primo di tutti, il NUN.
Di ciò ho parlato in "Spirito creato in 7 tappe - Genesi codice egizio-ebraico" in occasione del 2° giorno della creazione.


L'orcio sta per NU formato da N + due Iod, II = U; quindi l'orcio si può immaginare pieno di energia N e di vita Iod.
Ora in ebraico due Iod e una N è IIN, che in ebraico si scrive "iain" e corrisponde alla parola "vino", perciò l'orcio è pieno d'un vino spirituale.
In definitiva per gli Egizi il cielo si può immaginare come una mensa su cui vengono offerti un vino celeste in un orcio e il pane T .
Così quella immagine dell'orcio-vino e della pagnotta su nel cielo era per un ebreo - egizio il segno del Dio Altissimo.
Tale pensiero è ben atto a suggerire spunti all'incontro di Abram con Melchisedek, in cui "Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo." (Genesi 14,18)

RUGIADA - IMPORTANZA DELLE LETTERE
Il mio approccio al tema della rugiada, peraltro, è anche particolare, perché s'avvale di uno strumento di lettura inusuale del testo ebraico che è quello della decriptazione, utile per indagare in profondità il testo fino ad estrarre pagine di un messaggio di secondo livello.
Al riguardo, questi altri miei articoli parlano e propongono il perché e il come del metodo da me "ritrovato" per procedere a tale operazione:
Entro ora nel vivo al riguardo della rugiada.
In primo luogo preciso che in ebraico rugiada si dice "tal" e si scrive , le cui due lettere ebraiche riporto in grande per farle memorizzare e per discuterle.

Xxxxx


Leggendo da destra a sinistra, com'è d'uso nell'ebraismo, la prima, la , nona lettera dell'alfabeto ebraico, graficamente è come un contenitore di qualcosa che deve ancora fiorire, ma fiorirà.
I qabbalisti infatti immaginano, sulla sua estremità in sinistra come una piccola lettera "shin" per dire verrà alla luce, sorgerà... farà risorgere.
La seconda, la , la dodicesima lettera di quel alfabeto pare voler far notare che il contenitore s'è aperto e addirittura il contenuto, invece di versarsi, vuole innalzarsi.
La lettera ebraica "lamed", infatti, è la più alta delle lettere dell'alfabeto, l'unica che supera la linea superiore di tutte le altre lettere e rappresenta tra l'altro la potenza, un potente, "il Potente" o chi furbescamente desidera innalzarsi per diventare potente come è il caso del serpente "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici". (Genesi 3,1)
Potente, in termine assoluto, però, è solo il Dio creatore, infatti, si trova nella Bibbia:
  • "...finché non trovi una sede per il Signore, una dimora per il Potente di Giacobbe". (Salmo 132,5)
  • "...Dio degli eserciti, il Potente di Israele..." (Isaia 1-21)
La lettera "tet" , invece, graficamente ha la forma di un bocciolo chiuso, rappresenta un utero, un cuore, quindi, misericordia, amore.
Su ciò tornerò più diffusamente nel prosieguo dell'articolo.
Preme però notare che mentre la rugiada non è mai citata nel Nuovo Testamento, lo è per oltre 40 volte nell'Antico Testamento.
Per contro nel Nuovo Testamento lo Spirito Santo è citato più di 80 volte, mentre nell'Antico Testamento e citato come Santo Spirito per sole 6 volte e alcune come Suo Spirito, mentre è diffusissimo il termine Spirito da solo.
Nel Nuovo Testamento, che è scritto in greco, non serve più l'allegoria evocatrice della rugiada con le sue lettere, perché ha molto più senso per i proseliti e per i neocristiani il termine Spirito Santo.
Come vedremo, infatti, la parola ebraica rugiada che con le sue lettere nell'Antico Testamento può rappresentare "l'amore del Potente", cioè l'amore di Dio, secondo il Dio Unico e Trinitario del cristianesimo è una vera e propria persona della stessa sostanza del Figlio e del Padre, che li unisce, vale a dire lo Spirito Santo che si manifesta in terra con l'amore comunitario.
La rugiada è così considerata un'acqua celestiale, espressione particolare dell'amore di Dio per il suo popolo.

Isacco nel benedire Giacobbe ricorda la rugiada:

"Dio ti conceda rugiada del cielo
e terre grasse
e abbondanza di frumento
e di mosto." (Genesi 27,28)

Da Isacco la rugiada, invece, è negata ad Esaù:

"Ecco, lungi dalle terre grasse sarà la tua sede
e lungi dalla rugiada del cielo dall'alto." (Genesi 27,39)

Mosè nelle benedizioni per due volte la ricorda:

"Benedetta dal Signore la sua terra!
Dalla rugiada abbia il meglio dei cieli" (Deuteronomio 33,13)
"Israele abita tranquillo,
la fonte di Giacobbe in luogo appartato,
in terra di frumento e di mosto,
dove il cielo stilla rugiada." (Deuteronomio 33,28)

LA "RUGIADA" E IL MESSIA
Nelle lingue neolatine, cioè là dove la lingua madre è il latino, il verbo che sintetizza il far stillare goccia a goccia è "rorare/irrorare" e la rugiada è "ros/roris", onde derivano gli aggettivi "rosidus/roscidus" che equivalgono ai nostri rorido e rugiadoso.
"Roscido" si dice anche in italiano per rugiadoso, umido e mi portano a pensare per assonanza anche alla parola roccia.
Sulla roccia, infatti, si posa la rugiada, fluisce quale lamina sottile, come se venisse creata dalla roccia stessa, e questa in parte entra nelle fenditure e in parte si trasforma in nebbia allo scaldarsi delle superfici sotto i raggi del sole.
I lastroni di roccia paiono così trasudare direttamente la rugiada e questa, se il lastrone è acclive, percola con uno stillicidio rado, ma continuo per ore dentro una polla d'acqua che può implementare una falda idrica sotterranea tramite i meati del terreno.
Se fessure della roccia si riempiono anche di sola rugiada, il gelo notturno, può spaccare il blocco secondo le venature più deboli.
La rugiada così tenera, umile e casta su una roccia sia pure tenace, può avere però effetti poderosi che chiamano a meditare sull'azione spirituale e continua di Dio e della sua parola, infatti: "La mia parola non è forse come il fuoco, oracolo del Signore, e come un martello che spacca la roccia?" (Geremia 23,29)
Nella Bibbia c'è spesso l'accostamento della allegoria della roccia a Dio (Vedi: "La Roccia che scaturisce acqua viva").
Ricordo solo:
  • Salmo 62,3 - "Dio è mia roccia di difesa";
  • Salmo 73,26 - "La roccia del mio cuore è Dio";
  • Salmo 89,27 - "Tu sei mio Dio e roccia della mia salvezza";
  • Salmo 94,22 - "Roccia del mio rifugio è il mio Dio";
  • Salmo 144,1 - "Benedetto il Signore, mia roccia";
  • Isaia 26,4 - "Il Signore è una roccia eterna".
Questa roccia produce acqua nel deserto, la fa spuntare "miracolosamente" come pioggia pur senza nubi sotto forma di rugiada, porta la vita in modo inatteso, come venisse direttamente dal cuore di Dio.
C'è questo accostamento della rugiada alla "Roccia", titolo del Dio d'Israele, nell'ultimo cantico di Mosè, prima delle Benedizioni di Mosè stesso in cui peraltro la rugiada è ricordata due volte, come ho già in altro paragrafo sottolineato:

"Ascoltate, o cieli: io voglio parlare: oda la terra le parole della mia bocca!
Stilli come pioggia la mia dottrina, scenda come rugiada il mio dire;
come scroscio sull'erba del prato, come spruzzo sugli steli di grano.
Voglio proclamare il nome del Signore: date gloria al nostro Dio!
Egli è la Roccia; perfetta è l'opera sua; tutte le sue vie sono giustizia;
è un Dio verace e senza malizia..." (Deuteronomio 32,1-4)

Il concetto della "rugiada del cielo" è espresso in Genesi 27,28 e 39 nonché in Daniele 4,12.20.22.30 e 5,21.
In Genesi 27,39 è poi precisato "rugiada del cielo dall'alto" come a dire viene da sopra il firmamento, dai cieli superiori separati nel secondo giorno della creazione da quelli inferiori.
È certamente la "rugiada mandata dal Signore". (Michea 5,6)
La rugiada viene dal cielo e si vede sulla terra: "...ci fu rugiada su tutto il terreno." (Giudici 6,39.40)
Viene dal cielo, ma non come la pioggia che si vede cadere, come un prodigio la rugiada invece si vede spuntare sulla terra.
Il verbo che viene usato è "stillare, gocciolare" e le gocce spuntano come magicamente dalla superficie.
Questo verbo di stillare in ebraico ha due forme con le stesse lettere permutate:
  • in Deuteronomio 33,2 e 33,28;
  • in Proverbi 3,20 ed in Isaia 45,8.
Il verbo stillare in particolare è usato nella seconda forma in Isaia per annunciare la venuta del Salvatore:

"Stillate, cieli, dall'alto
e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra
e produca la salvezza
e germogli insieme la giustizia.
" (Isaia 45,8)

Le espressioni usate con rugiada sono:
  • "stilli come rugiada" in Deuteronomio 33,2;
  • "il cielo stilla rugiada" in Deuteronomio 33,28;
  • "le nubi stillino rugiada" in Proverbi 3,20;
  • e si forma una "stilla di rugiada" in Sapienza 3,22, ma è in greco.
Le lettere di stillare riferendole al Messia dicono "il corpo si vede del Verbo/Parola o si vede il corpo della Parola " e riferito a Dio "in un corpo si vedrà il Suo volto ".
Lo "stillare della rugiada" è così immagine efficace dell'incarnazione, sia come parabola fisica che con le stesse lettere ebraiche.
In ebraico come ho accennato la rugiada è "tal" .
La lettera è una lettera che ha significati particolari.

La lettera tèt

  • Significati base: cuore, pozzo, sigillato, utero;
  • Significati traslati: carità, bontà, amore, bellezza. (Vedi scheda relativa alla lettera tet nella colonna a destra di questo mio Sito)
Nel caso fisico della rugiada le lettere dicono anche che "da una sorgente sigillata guizza ".
I possibili radicali di "tal" sono "gettare, fare un getto" e "coprire", quindi "tal" è come un getto diffuso che copre.
Interessante è che "taloeh" è "agnello tenero" come è usato in:
  • 1Samuele 7,9 - "Samuele prese un agnello da latte e lo offrì tutto intero in olocausto al Signore..."
  • Isaia 66,25 - "Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme, il leone mangerà la paglia come un bue, ma il serpente mangerà la polvere, non faranno né male né danno in tutto il mio santo monte. Dice il Signore."
Al plurale si trova in Isaia 40,11: "Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri".

Questo "taloeh" agnello tenero, con una lettura per lettere porta a considerare "dall'utero (appena) guizzato fuori ".
Con riferimento però alla rugiada quale dono di Dio, la lettura delle lettere ci porta a dal suo "cuore guizza " o per il suo "amore guizza " e rappresenta concretamente "l'amore/carità del Potente ".

In definitiva, tutto converge sul fatto che rugiada e agnello sono allegorie di un pensiero più profondo, quello sul Messia atteso dagli Ebrei.
I profeti legano questo verbo ai tempi ultimi del Messia che porterà il vino nuovo della risurrezione:
  • "In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo" (Gioele 4,18);
  • "dai monti stillerà il vino nuovo e colerà giù per le colline." (Amos 9,13)
Mentre ora, ed è già un gran dono, la terra stilla acqua che aiuta a far crescere le vigne e con l'opera dell'uomo c'è il vino, alla venuta del Messia, la rugiada perfetta, ci sarà un vino nuovo!
Ecco che il primo miracolo che fece Gesù fu proprio il trasformare a Cana di Galilea l'acqua in vino.
I discepoli compresero il segno ed ebbero così a credere in Lui. "Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui." (Giovanni 2,11)
Il Vangelo di Luca ricorda quanto accadde a Gesù al Getzemani, in un podere, l'orto degli ulivi.
Gesù in preghiera diceva: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà. Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra." (Luca 22,42-44) e aveva detto "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo." (Giovanni 15,1)
Il suo sudore era come rugiada sul suo volto; stava per produrre vino nuovo.
Gesù in terra stillerà , vale a dire si comprenderà che è "l'incarnazione visibile del volto " di Dio Padre, come una rugiada , perché renderà visibile "l'amore del Potente ".

Mi sono rallegrato di essere in sintonia col tempo liturgico, e lo segnalo, perché oggi 19-12-2012, dopo aver scritto quanto sopra, nelle Liturgia delle Lodi del giorno, nell'Antifona al Benedictus del Tempo di Avvento della III settimana, appunto per il 19 dicembre trovo:

"Sorgerà come il sole il Salvatore del mondo;
come rugiada sull'erba scenderà
nel seno della Vergine Alleluia.
"

Dio parla dall'alto, un angelo l'annuncia all'orecchio della vergine Maria e il Suo seno stilla l'amore di Dio, "lo Spirito Santo scenderà su di te" (Luca 1,35).
Sono andato allora a cercare quale potesse essere la base di detta antifona.
Ho trovato così questo riferimento nell'Inno "Ave, Nobile" di Santa Ildegarda di Bingen, proclamata dottore della Chiesa universale domenica 7 ottobre 2012 dal Santo Padre Benedetto XVI.

"Perché, o Vergine, il figlio di Dio recasti in seno,
nello splendore in Dio della tua castità.
Le tue viscere si rallegrarono
come erba su cui scende la rugiada
facendola verdeggiare.
Così in te avvenne,
o Madre di ogni delizia.
"

LA RUGIADA NELLA TRADIZIONE EBRAICA
La rugiada in Palestina è fondamentale per la vita delle piante e, se assente, si sente l'effetto "siccità".
Nel libro di Giobbe, Dio si assume la paternità della pioggia e della rugiada: "Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine... Ha forse un padre la pioggia?
O chi mette al mondo le gocce della rugiada?" (Giobbe 38,1-28)
Dio, quando vuole dare una parola che chiede attenzione, chiude le acque superiori e manda la siccità sulla terra (Aggeo 1,10s).
Per benedire, invece, apre le cateratte e manda la pioggia (Salmo 148,4) segno della sua "Shekinàh/Presenza" e la rugiada che Isacco predice a Giacobbe e Mosè conferma ad Israele.
Nella preghiera dalla liturgia sinagogale del primo giorno di Pesach, inizio della primavera, nel testo dell'Amidah, in ebraico che significa in "posizione eretta", è da aggiungere, ossia "musaf", la preghiera per la rugiada (Tefilat HaTal), "Tu sei Colui che fa scendere la rugiada."
Il Chazzan (cantore), cioè l'officiante della sinagoga che guida le preghiere si veste col "Kitel" simile ad un lenzuolo bianco, lo stesso che s'indossa nel giorno di Kippur, perché, dicono, la rugiada per gli agricoltori è questione di vita o di morte quanto il perdono dei peccati.
Il "Kitel", o "Kittel", yiddish , parola che richiama indubbiamente la rugiada "rovesciata è la rugiada " ed è una tunica bianca, come lo splendore di un disco rutilante che riporta lo spettro completo della luce dell'arcobaleno. Ricorda la purezza donata dal perdono dei peccati "i nostri peccati diventeranno bianchi come neve" (Isaia 1,18), abito che molti ebrei indossano il giorno del matrimonio per essere in sintonia con la sposa e poi, da uomini sposati, durante lo Yom Kippur e qualche volta per il Rosh haShana.
È usato spesso da chi conduce il Seder di Pesach ed, infine, è il vestito che sarà fatto indossare al morto per la sepoltura.
Questa descrizione dell'inizio di un Seder di Pesach è molto chiara ed esauriente: "La madre pronuncia la benedizione sulla luce. In mezzo alla stanza migliore, brilla la mensa, coperta da una tovaglia bianca e ricamata, apparecchiata con i segni pasquali. La stanza è illuminata il più possibile, e anche il capofamiglia "brilla " vestito del suo "kittel" bianco, nel quale un giorno verrà rivestito da altri, in attesa di presentarsi al suo Dio per la risurrezione e il giudizio universale. Indossa la "kippah" di seta bianca ed è cinto di una corda bianca, come lo furono i nostri padri in Egitto, pronti ad essere guidati dall'inviato di Dio, Mosè, dalla schiavitù alla libertà."
Il fatto che il "kittel" non ha tasche, come abito nuziale sta a dire che la coppia si sposa per amore e non per ciò che possiede, e come sudario, perché non si può portare via nulla da questo mondo se non il perdono ricevuto.
I saggi della tradizione ebraica hanno affermato: "'Ein maim 'el ha Torah", non c'è acqua che non sia Torah", ossia ogni racconto che coinvolga l'acqua (quindi anche la rugiada) porta un insegnamento fondamentale.
A questo punto è da ricordare l'episodio della manna.
(Vedi: "Manna, cibo degli angeli, figura del Messia")
Quando, gli Ebrei usciti dall'Egitto vagavano con Mosè per 40 anni nel deserto del Sinai, ogni giorno, salvo il sabato, cadeva "il pane venuto dal cielo" lechem min shamaim o "pane degli angeli".
Questa è la sintesi del racconto del fatto.
"Il Signore disse Mosè: Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio. La sera le quaglie salirono e coprirono l'accampamento; al mattino c'era uno strato di rugiada intorno allo accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c'era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina a sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l'un l'altro: Che cos'è? perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: È il pane che il Signore vi ha dato in cibo." (Esodo 16,11-15)
Era la manna!
È il pane che non ha bisogno di pioggia, solo della rugiada, ricordata due volte.
Nella notte stillava una rugiada che si congelava come brina in una sostanza simile a minuti cristalli, la manna, che veniva protetta per proteggerla da insetti e vermi da un'altra rugiada che formava cupole luccicanti come argento.
In definitiva secondo il midrash la manna era una speciale nutriente rugiada cristallizzata.
La manna che viene dal Signore è il cibo che proietta l'Uomo nella dimensione spirituale: "...ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore." (Deuteronomio 8,3)

L'avvenimento del dono della manna è ricordato dalle famiglie ebree osservanti nei pranzi dello "Shabbat" con un pane speciale, detto "Kallah", su una tovaglia bianca, con una copertura per proteggerlo, a ricordo della rugiada.

Pane speciale, detto "Kallah"

Pane speciale, detto "Kallah"


El'azar da Worms racconta che questo "pane degli angeli" viene dal Regno celeste e spirituale prodotto dal sudore degli angeli di Dio dediti alle macine celesti delle vite, "il sudore delle Chayyot" e "Chay" è Vita.

Nel Talmud (TB Shabbat 88b) si legge: "Ed ha detto Rabbì Jeoshua ben Levì: Ogni parola che usciva dal Santo Benedetto Egli Sia, usciva la loro anima di Israele, come è detto: La mia anima è uscita nel suo parlare. Ed essendo uscita la loro anima nella prima parlata, come hanno ricevuto la seconda parlata? [Egli] ha fatto scendere la rugiada con la quale in futuro farà risorgere i morti e li ha riportati in vita."
Nella parte del trattato del Talmud Chaghigah 12b si parla di una rugiada che farà resuscitare i corpi nuovamente riuniti alle proprie anime: la fonte di questa rugiada si dice sia la "Shekhinah".
Il commento dello Zohar alla Parashah del libro dell'Esodo sostiene che quella rugiada ammorbiderà le ossa dei corpi quando l'anima e lo spirito torneranno in essi.
Nel mio articolo "Dallo she'ol, inferi o ade, al regno dei risorti" su questa risurrezione ho scritto quanto segue.
Per la tradizione ebraica (vedi: Alan Unterman) alla fine dei giorni, "acharit ha yamim", età del Messia, ci sarà la Resurrezione dei morti, "techiyyat hametim" che Elia sul Monte degli Ulivi l'annuncerà col suono della grande tromba, lo "shofar gadol", e tutti i morti per canali sotterranei arriveranno in Israele ove saranno risuscitati e vi sarà il Giorno del giudizio "jom ha-din".
Questo giorno del Giudizio però, ogni anno, ha un'efficace anticipazione legata all'anno liturgico ebraico ed è ogni Capodanno, in cui appunto pure viene suonato lo "shofar" e il Giudizio universale viene tratto dalla lontananza dell'aldilà.
È così attualizzato per ogni uomo che di fatto morto o vivo sta davanti al Re della terra.
A ciascuno, secondo l'operato, è di fatto scritta la sentenza per l'anno trascorso e per il futuro, perché la storia e il futuro dipendono da Dio, e dopo i dieci giorni di penitenza è sigillata (Rosh ha Shana 16b); da ciò nasce la necessità di pregare per un anno il Kiddush per il morto.
Per provocare la resurrezione verrà usata una particolare "rugiada".
All'avvento dell'era messianica i giusti riceveranno la beatitudine e i malvagi resusciteranno per la vergogna e la dannazione (Daniele 12,2).
La risurrezione chiama alla mente una fioritura e quindi il mandorlo, uno dei primi alberi a fiorire in Israele, in coincidenza con la festa ebraica degli alberi chiamata "Capodanno degli alberi", il Tu Bi-Shvat. (Vedi: "Per ricordarsi dove sono le nostre radici") quindi vigila e avverte dell'avvicinarsi di Pesach.
Il mandorlo è così simbolo di promessa della redenzione di Dio per il Suo popolo come suggerisce Geremia 1,11-12: "...Che cosa vedi, Geremia? Risposi: Vedo un ramo di mandorlo. Il Signore soggiunse: Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla."
Questo albero era noto e apprezzato anche in Egitto e mandorle furono trovate nella tomba di Tutanhamon (1325 a.C.).
Nella Bibbia il mandorlo è citato dieci volte ed è descritto come "tra i migliori frutti", tanto che Giacobbe invia mandorle al vicerè d'Egitto che allora non sapeva fosse proprio suo figlio Giuseppe (Genesi 43,11).
Il mandorlo, in ebraico "Luz", ha lo stesso nome che la tradizione ebraica attribuisce ad un osso a forma di mandorla alla base della colonna verticale, l'osso sacro o coccige, considerato come un seme indistruttibile intorno al quale secondo la Qabbalah si formerà un nuovo corpo alla risurrezione dei morti.
Tale osso si nutrirebbe solo dal cibo mangiato alla cena di chiusura dei Sabati in cui si attende la venuta della regina del sabato "melavveh malkah".
Per la risurrezione dei morti, in ebraico "techiyyat hametim" il credo tradizionale ebraico, accettato dai farisei al tempo di Gesù, è che al tempo del Messia i morti si alzeranno dalle loro tombe e torneranno in vita per essere giudicati da Dio nel Giorno del Giudizio.
Prima della risurrezione Elia suonerà il grande "shofar" sul Monte degli Ulivi.
La risurrezione avverrà con la rugiada della luce di Dio che era presente al momento della creazione.
I morti il cui corpo si è decomposto saranno ricostituiti partendo dall'osso Luz, ma trasformati come il fiore rispetto alla mandorla.
Rabbi Natan Shapira dice poi che i primi a resuscitare saranno quelli il cui corpo è sepolto in Terra d'Israele.
Rebbe Mendel Schneerson sostiene che nell'era messianica tornerà l'immortalità perduta precedentemente con il peccato originale.

Nel libro apocrifo dei "segreti di Enok" ho trovato:
  • VI - Mi mostrarono i depositi della rugiada, come olio d'oliva, e gli angeli che custodivano i loro depositi e il loro aspetto (era) come ogni fiore della terra.
  • XII - Dodici ali ha ciascun angelo che tira il carro del sole, portando la rugiada e il calore quando il Signore comanda di scendere sulla terra coi raggi del sole.
  • XXII 9 - Michele mi spogliò delle mie vesti e mi unse di olio benedetto. L'aspetto dell'olio era più (splendido) di una grande luce, il suo unguento (era) come una rugiada benefica, il suo profumo come di mirra e i suoi raggi come quelli del sole.
  • XXII 10 - Guardai me stesso e fui come uno dei Gloriosi e non c'era differenza d'aspetto. Il Signore chiamò Vereveil uno dei suoi arcangeli che era abile a scrivere tutte le opere del Signore.
  • XXII 11 - Il Signore disse a Vereveil: Prendi dei libri dai depositi e consegna un calamo a Enoc e dettagli i libri. Vereveil si affrettò e mi portò dei libri screziati di smirnio e mi consegnò un calamo dalla sua mano.
Conferma il collegamento rugiada-olio dell'unzione e Messia-risurrezione, infatti, dice: "Guardai me stesso e fui come uno dei Gloriosi".

Nella preghiera ebraica detta delle Diciotto Benedizioni, si trova:

2 - Tu sei potente in eterno, Signore che confondi il superbo e giudichi il violento; tu vivi per sempre e fai risorgere i morti; tu fai spirare il vento e fai scendere la rugiada; tu provvedi ai viventi e fai vivere i morti; in un istante tu susciti la nostra salvezza. Benedetto sei tu, Signore, che fai vivere i morti...
Che collega risurrezione e rugiada.

Sant Epifanio scrive: "Gesù Cristo, innalzato sulla croce, avendo avuto il lato aperto da cui scaturirono sangue ed acqua, fece cadere questa celeste rugiada sulle reliquie e le ceneri del primo uomo; al fine di cominciare dalle primizie della massa per purificarla tutta intera."

LA RUGIADA E LA RESURREZIONE
Il noto Salmo 133, che esalta la vita comunitaria, nel 3° versetto propone una stretta relazione tra la rugiada e la vita eterna.

"Canto delle salite. Di Davide.
Ecco, com'è bello e com'è dolce
che i fratelli vivano insieme!
È come olio prezioso versato sul capo,
che scende sulla barba, la barba di Aronne,
che scende sull'orlo della sua veste.
È come la rugiada dell'Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Perché là il Signore manda la benedizione,
la vita per sempre."

Questa rugiada, che viene dal monte Ermon, scenderà sui monti di Sion, foriera di risurrezione, portatrice di un'acqua che consentirà l'apertura alla vita eterna che sembrava ormai negata all'uomo.
L'Ermon è un massiccio montuoso calcareo, ricoperto perennemente di neve, suggestivo per chi vive in zone calde desertiche, perché fa presente Dio che abita su una nube candida, come sembra la neve da lontano, piena di desiderate frescure e delizie.
Il massiccio è formato da tre cime, la più alta di 2.814 metri al confine tra Israele, Siria e Libano da cui, vicino a Cesarea di Filippo, nasce il fiume Banyas, affluente del Giordano, apportatore di piene in occasione dello scioglimento delle nevi.

Le tre cime dell'Ermon

Le tre cime dell'Ermon


Il significato del radicale , da cui deriva il nome Ermon, significa intoccabile, consacrato, anatema, insomma un monte tabù, in definitiva appartenente a Dio.
Le parole ebraiche esatte della Tenak tradotte con "che i fratelli vivano insieme" sono "shoeboet 'achim gam iachad".
Ho messo in evidenza il verbo particolare del "riposarsi" che richiama lo "Shabbat" liturgico, il riposarsi insieme , stare uniti, stare con l'Unico ( = ) secondo il comando del Signore, riposo non solo dalle fatiche, ma atto liberatorio dai vincoli di schiavitù del mondo, che chiede all'uomo il proposito e dà la pratica possibilità di fermarsi per entrare nella dimensione della vita eterna, visione profetica dell'amore totalizzante proprio del tempo del Messia.
Lo stare insieme, non dobbiamo ingannarci, non è sentimentalismo, ma evoca un appunto un amore perfetto.
Si parla di fratelli che vivono insieme, non come Caino ed Abele, ma in una dimensione comunitaria spirituale, di persone con la stessa fede, che hanno in comune i fatti essenziali della vita, che in definitiva riconoscono tutti d'avere lo stesso Padre, appunto il Dio Unico.
A questo punto echeggia nella mente del cristiano il comandamento di Cristo Gesù: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi." (Giovanni 15,12-15)
I fratelli di Lui, perciò, bramano di vivere col Fratello, colui che col Suo amore, vero, profondo, totale, ha dato la vita per i fratelli e ha fatto loro conoscere che suo Padre è loro Padre.
Questo amore è grazia di Dio, segno di una consacrazione.
È l'olio di letizia, primizia del Messia.
In pratica è un bagno di sacralità di Dio espresso dalla rugiada, prodotto solo divino che porta la vita in pienezza, perché dal suo cuore guizza come la rugiada.
Tutto ciò, appunto, ci porta a Lui, cioè alla figura del Messia ed al suo amore, nella dimensione della croce, per i suoi diletti, come traspare dai seguenti accenni:
  • Salmo 110,3 - che al Messia si riferisce "...dal seno dell'aurora, come rugiada, io ti ho generato";
  • Cantico dei Cantici 2,5 - "Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, perfetta mia; perché il mio capo è bagnato di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne.";
  • Salmo 45,8 - "Ami la giustizia e l'empietà detesti: Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali.";
  • Isaia 61,1-3 - "Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri... per dare loro una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell'abito da lutto, canto di lode invece di un cuore mesto."
Quando i fratelli sono uniti in un amore del genere, nella fede e nella liturgia il tempo si ferma e stilla la rugiada della Gerusalemme nuova, la Città di Dio di cui parla il libro dell'Apocalisse.

Questo Salmo 133, decriptato in "Vocazione irrevocabile del Popolo di Dio", e che riporto, è una succinta, ma chiara profezia messianica!

Salmo 133,1 - Risorto sarà il corpo. Rientrerà in seno la potenza e al crocifisso per rinascere porterà aiuto. Per l'entrata energia n'uscirà vivo, aperto il cuore porterà, da dentro porterà la vita. Uscirà l'energia in azione che sarà i viventi a risorgere. Dentro il Crocifisso uniti vivranno i viventi. Vi cammineranno per vivervi uniti.

Salmo 133,2 - Così nell'ottavo (giorno) gli usciranno dal cuore. Li porterà a casa in alto ove entrò col corpo per primo risorto. Scese dall'alto nel mondo. Questo versò l'energia dell'innocenza negli apostoli. Di fratelli un corpo per gli apostoli per la risurrezione ci fu. Nelle menti la conoscenza che aveva agito del Potente il Verbo ci fu. Dai viventi per aiutare si riporterà alla fine sarà a portarli.

Salmo 133,3 - Retti nel cuore del Potente entreranno con i corpi i viventi portati tra gli angeli. Dal Risorto sarà alle menti la conoscenza che il Potente partorito in un corpo era, scese dalla/la Colomba (Spirito Santo). Così fu il Nome giù a portarsi nel mondo. Dal Signore, col primogenito crocifisso, uscì la benedizione della vita eterna.

La rugiada che, appunto viene "dal cuore del Potente ", cioè dall'utero misericordioso di Dio, provoca risurrezione come ben chiaramente dice il profeta Isaia:

"Ma di nuovo vivranno i tuoi morti.
I miei cadaveri risorgeranno!
Svegliatevi ed esultate
voi che giacete nella polvere.
Sì, la tua rugiada è rugiada luminosa,
la terra darà alla luce le ombre." (Isaia 26,19)

Approfondirò più avanti per decriptazione l'intero capitolo 26 d'Isaia, ma al momento evidenzio che nel testo ebraico "la tua rugiada è rugiada luminosa" è scritto così:

"ki tal 'orot talloek"
Sì, quella è proprio "la tua rugiada" , cioè la rugiada del Signore.
La parola "'orot" "luminosa" ci porta alla luce "'or" creata nel primo giorno della creazione.
Quella "tua rugiada", perciò, esisteva prima della creazione, perché generata dal cuore del Potente a lui co-eterna, ed era quella per Suo Figlio che verrà quale Messia come ora, letto in questo modo, si apre e ci chiarisce il Salmo messianico 110 al versetto 3:

"...dal seno
dell'aurora,
come rugiada,
io ti ho generato".

C'è l'utero, cioè il seno , il cuore, che possiamo individuare con la lettera , misericordioso di Dio, il Potente , indi la parola "dall'aurora" che cela le lettere del Messia , che si mette in cammino proprio come rugiada da Lui generato .
C'è così una rugiada che è da prima di tutti i secoli, da quando esiste il cuore di Dio, vale a dire dall'eternità, prima della creazione.
C'è però in Isaia 26,19 oltre alla "luce" anche un'altra parola, "polvere" , che ci porta ai giorni della formazione dell'uomo.
Gli uomini giacciono nella polvere, perché?
È come se tutto ciò che era di Dio se ne fosse andato ed è lasciato alla terra ciò che appartiene alla terra, ossia solo la polvere, nemmeno fango, perché nemmeno l'acqua d'impasto era di questa terra.
L'uomo fu fatto impastando acqua e polvere e col soffio dello Spirito di Dio, ma resta solo polvere; occorre così che l'uomo sia rimpastato con la rugiada di Dio per ricevere uno Spirito nuovo.

Quel cenno ad un utero e alla rugiada ci porta anche alla nascita di Gesù dal seno di Maia in cui stillò come rugiada il Figlio del Santissimo.
Il famoso brano nel libro dei Giudici sul vello di Gedeone e la rugiada dice così:

"Gedeone disse a Dio: Se tu stai per salvare Israele per mia mano, come hai detto, ecco, io metterò un vello di lana sull'aia: se c'è rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto. Così avvenne. La mattina dopo, Gedeone si alzò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d'acqua. Gedeone disse a Dio: Non adirarti contro di me; io parlerò ancora una volta. Lasciami fare la prova con il vello, solo ancora una volta: resti asciutto soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno. Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu rugiada su tutto il terreno." (Giudici 6,36-40)

Questo miracolo mariologico si può leggere come una doppia profezia:
  • Stillò rugiada solo su un vello e se ne riempi una coppa e questa è Maria;
  • Stillò acqua sulla terra, ci sarà l'evangelizazione.
Questo doppio miracolo è richiamato nel Salmo 72.
Così, siccome là al versetto 6 si trova un e vello in ebraico è "gaz" o "gazzah" , San Girolamo traduce "come pioggia sul vello, e come rugiada, che cade e stilla sopra la terra."
Ora siccome "gaz" è un "tagliato", infatti, con le lettere separate si può leggere "su cui ha scorso un arnese/attrezzo ", quindi una falce per tagliare l'erba o un coltello o forbice dei tosatori la traduzione C.E.I. di quel versetto interpreta erba ed è: "Scende come pioggia sull'erba, come acqua che irrora la terra."
Ho poi trovato che San Girolamo avrebbe scritto (in Epitaph. Paullae?) che "i pastori avvisati dall'Angelo trovarono l'Agnello di Dio, agnello di puro e mondissimo vello, il quale in mezzo all'universale aridità della terra era bagnato di celeste rugiada".
In merito all'altra profezia, dell'evangelizzazione, che pare potersi dedurre dalla seconda parte dell'episodio del vello di Gedeone viene in favore Michea che profetizza la missione universale d'Israele destinato a portarsi in mezzo a tutti i popoli quando scrive: "Il RESTO di Giacobbe sarà, in mezzo a molti popoli, come rugiada mandata dal Signore." (Michea 5,6)
Al riguardo del "resto" si legge nella lettera ai Romani di San Paolo:

"Così anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per grazia. E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia. Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati induriti, come sta scritto: Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchi per non sentire, fino al giorno d'oggi." (Romani 11,5-8)

ISAIA 26 - DECRIPTAZIONE
Isaia 26,1 - In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda: Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza.

Isaia 26,2 - Aprite le porte: entri una nazione giusta, che si mantiene fedele.

Isaia 26,3 - La sua volontà è salda; tu le assicurerai la pace, pace perché in te confida.

Isaia 26,4 - Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna,

Isaia 26,5 - perché egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto, ha rovesciato la città eccelsa, l'ha rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo.

Isaia 26,6 - I piedi la calpestano: sono i piedi degli oppressi, i passi dei poveri.

Isaia 26,7 - Il sentiero del giusto è diritto, il cammino del giusto tu rendi piano.

Isaia 26,8 - Sì, sul sentiero dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio.

Isaia 26,9 - Di notte anela a te l'anima mia, al mattino dentro di me il mio spirito ti cerca, perché quando eserciti i tuoi giudizi sulla terra, imparano la giustizia gli abitanti del mondo.

Isaia 26,10 - Si usi pure clemenza al malvagio: non imparerà la giustizia; sulla terra egli distorce le cose diritte e non guarda alla maestà del Signore.

Isaia 26,11 - Signore, si era alzata la tua mano, ma essi non la videro. Vedranno, arrossendo, il tuo amore geloso per il popolo, e il fuoco preparato per i tuoi nemici li divorerà.

Isaia 26,12 - Signore, ci concederai la pace, perché tutte le nostre imprese tu compi per noi.

Isaia 26,13 - Signore, nostro Dio, altri padroni, diversi da te, ci hanno dominato, ma noi te soltanto, il tuo nome invocheremo.

Isaia 26,14 - I morti non vivranno più, le ombre non risorgeranno; poiché tu li hai puniti e distrutti, hai fatto svanire ogni loro ricordo.

Isaia 26,15 - Hai fatto crescere la nazione, Signore, hai fatto crescere la nazione, ti sei glorificato, hai dilatato tutti i confini della terra.

Isaia 26,16 - Signore, nella tribolazione ti hanno cercato; a te hanno gridato nella prova, che è la tua correzione per loro.

Isaia 26,17 - Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e grida nei dolori, così siamo stati noi di fronte a te, Signore.

Isaia 26,18 - Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori quasi dovessimo partorire: era solo vento; non abbiamo portato salvezza alla terra e non sono nati abitanti nel mondo.

Isaia 26,19 - Ma di nuovo vivranno i tuoi morti. I miei cadaveri risorgeranno! Svegliatevi ed esultate voi che giacete nella polvere. Sì, la tua rugiada è rugiada luminosa, la terra darà alla luce le ombre.

Isaia 26,20 - Va', popolo mio, entra nelle tue stanze e chiudi la porta dietro di te. Nasconditi per un momento, finché non sia passato lo sdegno.

Isaia 26,21 - Perché ecco, il Signore esce dalla sua dimora per punire le offese fatte a lui dagli abitanti della terra; la terra ributterà fuori il sangue assorbito e più non coprirà i suoi cadaveri.

I versetti 14 e 19 sembrano tra loro in opposizione.
Possibile!
Per tutti ci sarà la resurrezione e poi il giudizio, mentre il versetto 14 sembra non prevedere ciò.
Ho così provveduto a decriptare questo per primo.
Lo presento e poi riporterò la decriptazione dell'intero articolo Isaia 26.

Isaia 26,14 - I morti non vivranno più, le ombre non risorgeranno; perché tu li hai puniti e distrutti, hai fatto svanire ogni loro ricordo.




Ai morti nel mare della corruzione la vita riporterà . Guariti saranno i viventi dentro dal serpente . Saranno a risorgere . Porterà in cammino l'energia per punirlo dalla croce . Porterà il Crocifisso la risurrezione ai viventi con la forza del sangue che portò dalla croce . Distruggerà con la rettitudine il serpente questo Agnello che il Potente ai viventi ha portato .

Se ne deduce che solo il male non sarà a risorgere.

Isaia 26,1 - Da casa un giorno uscì Lui. S'è portato il Principe al mondo. Alla luce è col corpo. Dell'oro in terra è lo splendore. Uscito, in azione è. Il male colpirà del serpente. Da inviato si porta Gesù. Al mondo è con un fuoco. Alla fine alla tomba/chiuso porterà la morte, e porterà alla tomba il serpente.

Isaia 26,2 - La Parola si affretta dal nemico. Si è in vita portata. Gli è in casa. Inizia in cammino a portarsi. Gli è stata l'insidia rovesciata bruciante in vita in un corpo; l'Amen gli è in un vivente.

Isaia 26,3 - È dal nemico pieno di vita. Così per finire giù dai corpi il delitto dai somiglianti porterà le piaghe. Gli è in casa la rettitudine dentro in cuore portata di nascosto/chiuso.

Isaia 26,4 - Dentro la carità/il cuore porta in seno. Da casa è uscito portandosi al mondo l'Eterno. È in azione, fiaccatosi s'è, in una casa è uscito il Signore portando un corpo. In un fanciullo vive, è con la Madre.

Isaia 26,5 - Così è al mondo arde in un vivente racchiusosi. All'amarezza, alla putredine con il corpo è uscito, dagli angeli della luce dell'alto è (ora) nudo. È al serpente inviato dal mondo a rovesciarlo. Al mondo l'Eterno in un primogenito nel corpo giù è in cammino, è dai miseri in azione in aiuto, adombrato dal corpo.

Isaia 26,6 - Ha scelto col corpo la prova da inviato per uccidere il serpente da esploratore. È in azione per inviare lo splendore ai viventi. È un povero che è con la Madre.

Isaia 26,7 - Dell'Unigenito alla pecora di un giusto (Giuseppe) in modo diritto è stato acceso il corpo nel seno; lo rivela al giusto (Giuseppe) in preghiera il Vivente.

Isaia 26,8 - Iniziò il soffio dell'Unico nell'utero ad accendere della Parola il cuore e rettamente il Signore si rovesciò e fu l'energia portata, tutto il nome così si portò al serpente. In un puro corpo così completamente l'Unigenito ha portato il segno del sui respiro.

Isaia 26,9 - Ha inviato la Parola alla luce. Guai alla violenza, alla corruzione del serpente nel mondo che alla polvere ha portato la vita dentro rovesciandovi le moltitudini; è l'Unigenito col fuoco ad arrostirlo della rettitudine. È da una retta donna al rettile la Parola, il Cuore è alla sposa in terra sceso, alla polvere del serpente, all'infermità si è in prigione confinato a casa del serpente.

Isaia 26,10 - Si è chiusa in una lampada la luce. Alla caligine del potente serpente vive la mano della giustizia in terra, energia, vigore porta. Indica che è un fanciullo gli porterà la distruzione; alla vista si apre la maestà del Signore.

Isaia 26,11 - Per il Signore il verme uscirà. È dagli oppressi dalla corruzione delle tombe/chiusi, dai colpiti, dai violenti. Si è nascosto, a colpirlo si porta. E gli è in casa col fuoco da portargli geloso (degli uomini che sono la sua sposa). Finalmente in azione dalla Madre inizia la Parola. La Donna il nemico è così finalmente a mangiare con un vivente.

Isaia 26,12 - È uscito portando al mondo finalmente la luce della Parola. Finita la pace del serpente ove abita. Così è in cammino la perfezione; i viventi vedranno la luce essere in elevazione dall'alto tutta potente bella.

Isaia 26,13 - Il Signore Dio uscito è. Il frutto dall'alto ha portato. Bello dalla nuvola inviato è. La Madre ha profuso la perfezione. Tra i lini dentro così inviato puro è in un corpo. Alla luce vive la rettitudine.

Isaia 26,14 - Ai morti nel mare della corruzione la vita riporterà. Guariti saranno i viventi dentro dal serpente. Saranno a risorgere. Porterà in cammino l'energia per punirlo dalla croce. Porterà il crocifisso la risurrezione ai viventi con la forza del sangue che portò dalla croce. Distruggerà con la rettitudine il serpente questo Agnello che il Potente ai viventi ha portato.

Isaia 26,15 - E in pienezza a lottare in cammino portatosi è il Signore, è a far perire finalmente il serpente dai popoli. Degli angeli la rettitudine dentro della legge il corpo racchiude, versa la perfezione, versa i precetti, un fiume scende.

Isaia 26,16 - Il Signore da casa il nemico a punire si porta, così scende a fare un lamento funebre al serpente, a stringerlo con fuoco, il castigo così potente in vita gli reca.

Isaia 26,17 - In una casa in vita partorito tutta versa alla lite col serpente la potenza della legge divina indicando la virtù; finalmente il calcagno da un grembo al serpente è uscito; così l'energia uscirà (a Cana), il vino portato ai viventi di persona sarà così dal Signore.

Isaia 26,18 - Al mondo col corpo è dal riposo al serpente inviato; così in vita in un fanciullo l'energia si porta dello spirito. Gesù al mondo inviato alla luce esce, l'Unigenito col corpo giù porta a casa del serpente ad esistere il volto del Potente. Portatosi ad abitare è il mondo."

Isaia 26,19 - È la vita a portare ai viventi col segno della forza della rettitudine, energia che dentro il serpente finirà dall'esistenza. Sarà a far risorgere portando energia nel mondo, a risvegliare li porterà, recherà il giubilo. E la luce così inviata agli stanchi, ai fiacchi, sarà dal cuore del Potente che l'Unigenito porta nel corpo. Completamente il cuore in cammino ha portato in terra nel corpo. Con la Parola dell'Unico ai viventi interamente il volto esiste del Potente.

Isaia 26,20 - In cammino, in azione, in un vivente è dentro dal Padre racchiuso. In giro è così portata la pienezza a scorrere in un corpo. In un povero indica di stare, la rettitudine vi abita. Si vede l'aiuto, il vigore che dentro anela di agire, l'amore nel corpo cammina per l'azione. L'Eterno si è all'oscurità portato in segreto per agire in un vivente.

Isaia 26,21 - Così è uscito inviato al mondo il Signore, è sceso dall'Unico alla Madre, in vita l'ha versato a circoncidere, a punire l'iniquità. È con il fuoco dentro uscito in terra, dall'alto si è portato ed in esilio esce al mondo la luce. Giù inizia il segno che dal sangue sarà fuori portato il serpente delle origini. Alla fine dal trono uscito testimonio dall'alto generato si porta in cammino colui che IH(WH).

QUANDO IL SIGNORE DIO PLASMÒ L'UOMO
Nel libro della Genesi il versetto 7 è fondamentale perché in poche, ma precise parole, descrive l'atto fondante dell'umanità da parte del Creatore:

"Allora il Signore Dio plasmò l'uomo
con polvere del suolo
e soffiò nelle sue narici un alito di vita
e l'uomo divenne un essere vivente.
" (Genesi 2,4-7)

In "Se l'uomo viene dal cielo là torna" e in "Dalle lettere ebraiche balbettii su Dio" ho fatto notare che quel versetto del Genesi 2,7 della creazione di Adamo "allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito ( NShMT Nishmat) di vita e l'uomo divenne un ( NPSh Noepoesh) essere vivente" è l'unico di tutto l'Antico Testamento ebraico in cui vi sono i due termini Nishmat e Noepoesh per anima, delle quali la l'hanno pure gli animali; c'è poi anche quel plasmò che non è da dimenticare.

NPSh "angelo superbo ", legato all'anima animale;
NShMT "angelo che il Nome (di Dio) indica " e "Energia con cui il Nome lo segnò ".
Come se avessimo due anime e due angeli:
  • l'angelo superbo... il famoso diavoletto del catechismo;
  • l'angelo del Nome... l'angelo custode.
È giunto il momento però di porre attenzione a quel "plasmò".
È questo il verbo specifico del vasaio che, con l'acqua necessaria, impasta "la polvere della terra", per renderla plastica onde modellarla.
A questa origine terrena il libro della Sapienza annette le umane difficoltà "...perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri." (Sapienza 9,15) e San Paolo ricorda che "...noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi." (2Corinzi 4,7)
L'acqua, che Dio prese per modellare la polvere della terra per formare l'uomo, da dove proveniva?
Due versetti in dietro, poco prima nello stesso capitolo della Genesi si trova:

"...Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo" (Genesi 2,5)

Il testo, così, afferma chiaramente che sulla terra non pioveva ancora, quindi, non ci poteva essere ancora acqua!
L'acqua usata, nella mente dell'autore ispirato del testo, doveva essere un'acqua speciale e non poteva che provenire direttamente dal Signore!
Prese cioè delle acque di sopra il firmamento, per parlare con i termini della creazione descritta in Genesi 1.
Ed ecco che il versetto seguente, Genesi 2,6 secondo il testo C.E.I. dice qualcosa di strano, "ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo", ma con precisione la nota della Bibbia di Gerusalemme evidenzia proprio che quella della "polla d'acqua" che sgorga o che sale dalla terra è una deduzione, perché il testo pare incerto.
Le esatte lettere ebraiche là usate sono .
Invero "'ed" è "nube, vapore", e la parola acqua non c'è e subito dopo, c'è il versetto Genesi 7 in cui Dio plasmò l'uomo: "...il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente." (Genesi 2,4-7)
Beh, se non c'era pioggia, ma c'era del vapore e c'era il sole, non resta altra possibilità che questo vapore che salì dalla terra era l'evaporare di rugiada.
E la rugiava veniva da Lui, il Signore Dio.
Quel vapore poi altri non era che la Nube , quella che in forma di colonna accompagnò gli Israeliti all'uscita dall'Egitto (Esodo 14,20).
In quelle lettere, lette senza vocali, s'intravede anche la "manna" che verrà in terra al momento opportuno.
Si sta formando l'uomo , ed ecco che per la prima parte di questa parola viene l'aiuto da parte di Dio con quel a cui aggiunge il suo soffio per dare la vita .
L'accenno alla luce di Isaia della rugiada luminosa che ci ha portato al primo giorno della creazione ci dice indirettamente che di rugiada è fatto l'uomo, del vapore della Nube dove abita Dio, tanto che Abele ...il buono "svanisce" come vapore di rugiada in cielo.
Quella di cui l'uomo è formato è rugiada di risurrezione e per lui tutto dalle origini è predisposto per la vita eterna espressa poi dal salmo 133:

come la rugiada dell'Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Perché là il Signore manda la benedizione,
la vita per sempre."

Sotto questo sguardo ecco che possiamo rileggere il brano nel Vangelo di Giovanni 9,4-7 del dono della vista al cieco nato ed, allora, si comprende che Gesù parla con insistenza della luce per portarci al primo giorno della creazione e poi a quello della formazione dell'uomo e del pari agisce:

"Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo. Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato). Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva."

È Lui che ha creato la luce!
È Lui che con la sua acqua, la rugiada, ha dato la vita all'uomo!
La rugiada era in seno al carpentiere del mondo.

PLASMARE L'UOMO NUOVO
Nel cuore dell'uomo era entrato il tarlo che aveva portato per conto di Satana il serpente di Genesi 3, sua personificazione, che provocò la caduta della prima coppia umana.
Dopo l'entrata del seme del serpente nei loro cuori erano stati come rimpastati, come con una nuova rugiada , veramente rugiada non luminosa ma solo notturna, rugiada di Lilit, la sposa di Satana secondo la tradizione.
La morte fisica avrebbe potato un termine a quel seme causa di incitamento al peccare.
Occorreva rinnestare nell'uomo l'amore del Potente e questa rugiada altro non è che lo Spirito Santo, lo stesso amore che lega il Padre al Figlio.
In definitiva occorreva lavare l'uomo nella rugiada primitiva.
Diceva, infatti, Giovanni Battista: "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco." (Matteo 3,11)
Era attesa una nuova acqua salutare che venisse dal cielo.
Questa doveva bagnare il mondo e rinnovare gli uomini.
Doveva essere un'acqua che provenisse dall'Eterno.
Fisicamente il segno era che provenisse dall'Ermon.
Il Giordano è alimentato dalle nevi di quel monte.
Gesù fece il segno d'immergervisi, infatti "...Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto". (Marco 1,9-11)
L'acqua salutare sarebbe uscita dalla parte destra del Tempio secondo Ezechiele 47.
Gesù fece il segno di entrare in questa profezia e con forza proclamò: "Distruggete questo tempio e in 3 giorni lo farò risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio è stato costruito in 46 anni e tu in 3 giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo." (Giovanni 2,19-21) e il Salmo 22,15 propone "Io sono come acqua versata".
Questa acqua perciò l'avrebbe portata il Messia e Lui, Gesù di Nazaret è il Messia.
Ecco che in questa tensione l'evangelista Giovanni 19,33-35 assevera con forza e nella gioia che: "Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate."
Era nato quanto serviva per plasmare l'uomo nuovo.
L'uomo di terra, immergendosi nel costato di Cristo trova la rugiada in cui essere nuovamente plasmato e nel contempo è sostenuto in questa vita terrena col nutrimento per la vita eterna.
Questo si attende che si completi in noi e s'invoca liturgicamente ogni anno:

"O cieli stillate rugiada:
le nubi piovano il Giusto
si apra la terra
e germogli il Salvatore.
"

(Antifona al II Salmo delle lodi del Sabato prima del 24 dicembre)
Sant'Ireneo vescovo di Lione (nato a Smirne nel 135-140; fu alla scuola del Vescovo Policarpo, discepolo dell'apostolo Giovanni) di cui scrive Eusebio nel quinto libro della "Storia Ecclesiastica" "Contro le eresie" (Lib. 3, 17, 1-3; SC 34, 302-306) parla dello Spirito Santo e lo somiglia alla rugiada che serve per rimpastare l'uomo.

"Il Signore concedendo ai discepoli il potere di far nascere gli uomini in Dio, diceva loro: Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Matteo 28,19). È questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. Perciò esso dicesse anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall'uomo vecchio alla novità di Cristo. Luca narra che questo Spirito, dopo l'ascensione del Signore, venne sui discepoli nella Pentecoste con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento. Sarebbero così diventate un mirabile coro per intonare l'inno di lode a Dio in perfetto accorto, perché lo Spirito Santo avrebbe annullato le distanze, eliminato le stonature e trasformano il consesso dei popoli in una primizia da offrire a Dio. Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paraclito per renderci graditi a Dio. Infatti come la farina non si amalgama in una unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare una unica Chiesa in Cristo Gesù senza l'Acqua che scende dal cielo. E come la terra arida se non riceve l'acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la Pioggia mandata liberamente dall'alto. Il lavacro battesimale con l'azione dello Spirito Santo ci ha unificati tutti nell'anima e nel corpo in quell'unità che preserva dalla morte. Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore come Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore di Dio. Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito su tutta la terra... Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l'accusatore, possiamo avere anche l'avvocato. Il Signore affida allo Spirito santo quell'uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l'immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l'immagine e l'iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore."

Nell'ambito della parte in greco del profeta Daniele nell'episodio dei tre giovani gettati nella fornace si trova: "Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace e rese l'interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia." (Daniele 3,49s)
Da cui risulta evidente l'effetto dello Spirito Santo che salva i fedeli dalla ardente siccità... dell'inferno!

Concludo con una notizia che mi pare degna di nota.
Aristotele parla di un'isola situata in Etruria, dalla quale si estraevano metalli come il ferro e il rame.
La chiamò Aithalìa - Aetalia; pare proprio essere l'Isola d'Elba (Ilva). Aetalia ha lo stesso radicale di Aitna = Etna e significherebbe favilla, scintilla per i fuochi che all'Elba erano accesi per estrarre i minerali dalle rocce e all'Etna erano gli effetti del vulcano.
Quel nome era ben noto ai naviganti greci e fenici e ben presto per questi fu sinonimo anche di tutta la penisola, cosicché Italia fu il nome con il quale I primi Ebrei della Diaspora approdati a Trani e nei porti della Puglia definivano la penisola italiana.
Fecero però di più traslitterarono in ebraico quel nome:

AI - TAL - IA
e divenne - - , quindi
"Isola della rugiada di IH "
vale a dire "Isola della rugiada divina".

In effetti in Italia essendovi da XX secoli la sede della cattedra di Pietro assistita dallo Spirito Santo si può ben concludere che è terra di rugiada!

IL ROTOLARE LA PIETRA
C'è un episodio da non tralasciare nel libro della Genesi al capitolo 29 relativo all'incontro presso un pozzo di Giacobbe con Rachele.
Il pozzo, in ebraico "b'er" è luogo di una particolare valenza simbolica in quanto c'è "dentro la luce ( = )".
"Da dentro ha origine un corpo "; il pozzo è lo strumento che permette di portare alla luce l'acqua profonda.
Presso quel pozzo (Genesi 24) Eliezier, inviato da Abramo trovò Rebecca che poi sarà la moglie d'Isacco padre di Giacobbe.
Vi sono altri pozzi per incontri biblici, quello dove Mosè trovò Zippora e dove... Gesù la Samaritana.
Al pozzo, luogo di incontri e di matrimoni, Giacobbe manifesterà una forza stupefacente.
I pozzi in genere erano coperti da una grande pietra e per spostarla occorrevano molti pastori, così questi erano certi che altri avrebbero avuto difficoltà ad attingervi.
Così era anche per quel pozzo: "Sulla bocca del pozzo c'era una grande pietra" (Genesi 29,2).
Quando arriva Rachele una fanciulla, una pastorella, che sa essere figlia di Labano fratello di Rachele sua madre, Giacobbe dalla fede riceve una forza da leone e rotola da solo la pietre quando sarebbero occorse, dice un midrash, almeno 40 persone, perché "coloro che hanno fede in Dio rigenerano le proprie forze." (Yesha'yà 40.31)
Il midrash dice: "Quando nostro padre Giacobbe sollevò la pietra dalla bocca del pozzo, il pozzo traboccò, e continuò a traboccare per tutto il tempo che restò a Carran." (Gen R 70, Pirqè di Rabbi Eliezer 36, Targum Yonatan 28, 10).
Il midrash, ricorda il commentatore Rashi, dice che Giacobbe fu "come un uomo che cava il tappo di una bottiglia. E tutti i pastori erano stupiti della sua forza e potenza. E si chiedevano: Da dove gli viene questa forza? Ecco la risposta: Quando Giacobbe partì da Beer Sheva per andare a Carran e fuggire da suo fratello, una Rugiada di Risurrezione discese dai cieli su di lui rendendolo coraggioso e forte, Grazie a questa potenza, lottò poi contro I'Angelo, Grazie a questa potenza, rotolò la pietra dalla bocca del pozzo e le acque salirono dalle profondità, traboccarono e inondarono, i pastori stavano in piedi, stupefatti, perché non era più necessario il secchio per attingere."
Nel racconto di Gesù e la Samaritana pare cogliersi anche la reminiscenza di un pensiero del genere con l'acqua che zampilla: "Gesù le risponde: Chiunque beve di questa acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna. (Giovanni 4,13s)
Stava ricordando agli esperti della parola del tempo anche il pozzo, parola femminile in ebraico "b'er" , di Rebecca e di Rachele, le matriarche, da cui doveva uscire il Messia "dentro dell'Unico il corpo ".
Il "Pozzo" presso il quale Gesù conversò con la samaritana è il Ber Ya'aqov, circa 2,5 km a SE dell'odierna Nablus, vicino all'antica Sichem.
È un pozzo che nel secolo scorso era profondo circa 23 metri ed è asciutto dalla fine di maggio fino alle piogge d'autunno, ma siccome la stagione delle piogge termina molto prima potrebbe essere alimentato anche da rugiada; al riguardo è, infatti, da ricordare che Isacco benedì Giacobbe con: "Dio ti conceda rugiada del cielo." (Genesi 27,28)
La "pietra" grande deposta sul pozzo, che impediva a Rachele di far abbeverare il suo gregge, era pesante come quella che bloccava il sepolcro del Signore.
La rugiada di risurrezione che discese dai cieli su Giacobbe rendendolo coraggioso e forte tanto che "rotolò la pietra" dalla bocca del pozzo, e fece sì che le acque salirono dalle profondità, traboccarono e inondarono con la stessa "potenza", ha risorto il Signore dal sepolcro facendone "rotolare" via la pietra, tanto che Marco racconta: "Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro? Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande." (Marco 16,1-4)

Questo è il testo C.E.I. di quel racconto.

"Giacobbe si mise in cammino e andò nel territorio degli orientali. Vide nella campagna un pozzo e tre greggi di piccolo bestiame distese vicino, perché a quel pozzo si abbeveravano le greggi. Sulla bocca del pozzo c'era una grande pietra: solo quando tutte le greggi si erano radunate là, i pastori facevano rotolare la pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano il bestiame; poi rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo. Giacobbe disse loro: Fratelli miei, di dove siete? Risposero: Siamo di Carran. Disse loro: Conoscete Làbano, figlio di Nacor? Risposero: Lo conosciamo. Poi domandò: Sta bene? Risposero: Sì; ecco sua figlia Rachele che viene con il gregge. Riprese: Eccoci ancora in pieno giorno: non è tempo di radunare il bestiame. Date da bere al bestiame e andate a pascolare! Ed essi risposero: Non possiamo, finché non si siano radunate tutte le greggi e si rotoli la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo bere il gregge. Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò Rachele con il bestiame del padre; era infatti una pastorella. Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano, fratello di sua madre, insieme con il bestiame di Làbano, fratello di sua madre, Giacobbe, fattosi avanti, fece rotolare la pietra dalla bocca del pozzo e fece bere le pecore di Làbano, fratello di sua madre. Poi Giacobbe baciò Rachele e pianse ad alta voce. Giacobbe rivelò a Rachele che egli era parente del padre di lei, perché figlio di Rebecca. Allora ella corse a riferirlo al padre." (Genesi 29,1-12)

Questo racconto comporta otto volte "Giacobbe" e otto volte "piccolo bestiame", indi c'è una relazione tra Giacobbe e ciò che il gregge rappresenta.
Sette volte "Rachele", e sette volte "pozzo", indi c'è una relazione tra Rachele e il pozzo.
Faccio notare che in ebraico indipendentemente dalle vocali baciare e abbeverare ha le stesse consonanti onde "il dammi da bere" aveva anche altre allusioni.
Rachele comunque era una fanciulla non ancora in età da marito tanto che Giacobbe come dote offrì a Labano 7 anni del proprio lavoro e poi... dovette lavorarne 14.
In appendice riporto la decriptazione del capitolo 29 del libro della Genesi.

APPENDICE - DECRIPTAZIONE GENESI 29
Genesi 29,1 - E saranno il Risorto che l'Unigenito era a vedere. Si versò dentro un corpo; per rivelarlo sarà a portarsi. E fu in cammino in terra. Ad entrare a casa dell'angelo (ribelle) fu per rovesciarlo per aiutare i viventi.

Genesi 29,2 - E fu in un corpo l'Unigenito a recare nel mondo l'energia; entrò nella fossa, casa del demonio. Per la perversità nel mondo dell'angelo, v'entrò per bruciarlo. Con i viventi nel terzo (dei giorni, cioè l'ottavo dall'inizio della creazione) rientrò nell'eternità. Con il corpo saranno su ad incontrarlo le moltitudini che su saranno in seno al Potente. Sarà ad uscirgli la rettitudine dalla destra, (come) uscì da dentro dell'Unigenito dal corpo nel mondo, (tanto che) la perversità negli uomini a rovesciare portò. Ad entrare nell'eternità con i corpi saranno i viventi portati dal mondo al Padre nello splendore liberati dal mondo, innalzati al Volto saranno, usciti dalla fossa.

Genesi 29,3 - E tra gli angeli aggiunti porterà il Risorto i viventi ad entrare. Tutte entreranno le generazioni con i corpi a stare a vivervi. Ed a rivelare il Potente li porterà. Verranno dal Padre inviati i viventi in alto al volto a stare; entreranno dentro l'Unico a saziarsi della luce sperata. Verranno su ad incontrarlo, per dono a casa portati. Venuti, dell'Unico il Figlio vedranno che del Potente il Verbo è (da cui) uscirono. Da dentro l'Unigenito nel corpo (ove) guizzarono a vivere li avrà riversati vivi fuori. (Cioè entrati nel mondo nel Crocifisso, quando usciranno, portati nel seno dell'Unico = il Padre, vedranno, uscendo, il Verbo di Questi che è l'Unigenito = Crocifisso, in cui entrarono dentro in terra.)

Genesi 29,4 - E sarà l'Unigenito vivo in un corpo in potenza ad uscire. I viventi saranno a vederlo seduti in casa, (ove) da fratelli saranno a vivere con l'Unigenito, che fu inviato dall'Unico nel Crocifisso ai viventi, e che a portare sarà stato all'Unico i viventi in alto a chiudersi con i corpi, quali angeli dell'Unico per l'energia, per grazia riportata.

Genesi 29,5 - E sarà l'originaria vita nei corpi del Potente entrata nei viventi che usciti saranno dalla porta del tempo. Nei viventi verrà nel cuore l'energia di figli, inviata nell'assemblea che li porterà a saziare. E saranno dall'Unigenito i viventi saziati d'esistenza; la conoscenza degli angeli gli porterà.

Genesi 29,6 - E sarà per l'Unigenito l'essere ribelle del serpente, entrato nei viventi, ad uscire bruciato dalla potenza portata nei viventi che; in accompagno recherà ad esistere l'originaria vita nei corpi riportando la pace. E dal mondo un fiume si chiuderà nel cuore del Crocifisso che condurrà dentro l'Unico ad entrare i popoli che usciranno su ad incontrarlo.

Genesi 29,7 - Riporterà a stare l'Unigenito a vivere nei corpi la grazia che il peccare ha sbarrato; entrando sarà a riportare nei viventi la gloria. L'annullamento del tempo uscirà. L'Unigenito la pienezza soffierà nei viventi che li riformerà per l'entrata risurrezione che a rovesciare porterà fuori la sozzura dall'angelo (ribelle) recata; del serpente arderà il male portato.

Genesi 29,8 - E sarà stato l'Unigenito amarezza a recare al serpente che a scontrare lo portò con la rettitudine. Dal serpente per sempre l'Unigenito a salvare sarà; ricomincerà la pienezza del soffio a riportarsi in tutti. Entrerà l'eternità nei corpi a stare dei viventi ed alla rivelazione del Potente li porterà. Verranno al Padre inviati in seno. Nel Potente dal Verbo saranno ad entrare. Dentro l'Unico si sazieranno bevendone l'esistenza. Abiteranno su con l'Unico da angeli.

Genesi 29,9 - Avendo il peccare giudicato, portò ai viventi aiuto per sbarrare dentro il cattivo. Tra i viventi a vivere si portò nel corpo (onde) l'ammalare dentro originato uscisse dai popoli. Nel mondo scese l'Unigenito inviando in una donna nel corpo la potenza. Il Padre fu nel mondo la rettitudine a lanciare in azione; vi entrò con Lui.

Genesi 29,10 - E fu nel mondo a stare la rettitudine in una donna nel corpo, (dalla quale) il corpo dell'Unigenito uscirà. Fu alla vista da un ventre a venire in un corpo l'ammalare a casa per finire il serpente. Dentro l'energia delle origini visse nell'Unigenito che ai viventi la porta. E venne giù l'Unigenito a finire a casa l'angelo che nei fratelli sta dall'origine a vivere e li portò giù ad affliggere. Il fuoco sarà al fraudolente a recare. E sarà a rivelare che venne dal Padre inviato in un vivente dall'alto il Verbo che fu ad entrare nel pozzo e sarà con il fuoco a rovesciarlo. Venne giù ad incontrare il serpente a casa inviato dall'Unico a vivere; da primogenito la Madre lo portò.

Genesi 29,11 - E sarà con il fuoco a vomitare il fraudolento serpente dai corpi con l'ammalare che gli recherà. E fu della risurrezione l'Unigenito a riversare la potenza e portò a stare dentro la rettitudine.

Genesi 29,12 - E sarà in cammino d'aiuto a stare. Agendo rovescerà da dentro il serpente dai corpi. Nella prigione del serpente retto ci fu un fratello che fu dal Padre dov'era ad uscire. Lui portò la rettitudine a stare nel Figlio. In un corpo dentro la versò nel mondo, la perversità desiderando finire. Nei corpi giù riporterà in tutti la gloria che da dentro fu ad uscire.

Genesi 29,13 - E fu nel mondo a stare della rettitudine il fuoco in un seno. Del Potente il Figlio venne alla luce da un seno per spazzare il maledetto angelo. Nei fratelli alla fine lo porterà e lancerà giù il serpente, lo rovescerà dai corpi l'Unigenito alla fine, ed a condurlo sarà in prigione. A casa per rovesciarlo la potenza recò e sarà in casa a stargli. L'Unigenito la perversità del maledetto sarà a finire e portò la forza per farlo perire nei corpi. Del serpente nei cuori l'energia venuta da tutti uscirà, per l'aiuto da dentro i corpi sarà dai viventi ad uscire il maledetto.

Genesi 29,14 - E sarà dell'Unico la vita nei corpi potente a riportare nei cuori. L'energia originaria della rettitudine dall'albero della vita sarà a recare nella carne (ove) sarà per l'Unigenito a finire la perversità. Sarà nel settimo (giorno della creazione) dei viventi a recarsi nella prigione per aiutare con la risurrezione nei giorni i viventi.

Genesi 29,15 - A portare sarà l'Unigenito amarezze al serpente a casa. Per finirlo sarà dal fraudolento ad entrare la rettitudine che sta nell'Unico. La vita viene a riportare in azione dentro con la legge divina. Ad inviare è la grazia ai viventi entrando in cammino, (ove) sarà ad aiutarli nel mondo. Dal serpente saranno i viventi del mondo salvati; lo distruggerà la rettitudine.

Genesi 29,16 - Ed il serpente nei cuori per l'energia della risurrezione finito sarà; figli li riporterà tutti. Risorti, i viventi usciranno gloriosi. Uscendo il serpente, che all'origine la perversità accese, nei viventi entrerà a riversarsi nei cuori l'energia; uscirà dai corpi l'ammalare.

Genesi 29,17 - Ed una fonte ci sarà di potenza dall'Unigenito che rigenererà con la rettitudine portata tutti e nei corpi l'ammalare che c'è finirà. Entrerà dell'esistenza il soffio in tutti, completamente l'Unigenito li sazierà; belli, integri si rivedranno.

Genesi 29,18 - Portati saranno all'Unico dal mondo. A casa saranno a vederlo; nel ventre gli verranno con i corpi a chiudersi. Ad accompagnarli sarà l'Unigenito vivi nel corpo. L'Unigenito agirà da solo con la rettitudine che da fuoco dentro agirà bruciando l'angelo che sta nei viventi. Dentro i corpi il racchiuso serpente, che v'abita con l'oppressione, uscirà; verserà dai cuori l'energia entrata.

Genesi 29,19 - E saranno nell'Unico a vivergli con i corpi nel cuore con gli angeli. Nel cuore li condurrà dentro il Crocifisso. Crocifisso fu l'Unigenito nel mondo. In croce entrò per il serpente. Per la rettitudine tra i morti dalla croce fu a venire; rientratagli la potenza dall'Unico fu risorto, l'Unigenito dalla tomba con il corpo risorto da dentro uscì. In azione per i viventi aiutare rifù.

Genesi 29,20 - E fu da risorto ad essere rivisto. Si riversò a casa, (ove) abitava, con il corpo che racchiudeva la potenza; luminoso dentro videro il risorto gli apostoli che si erano con la Madre portati a stare ed che in preghiere con gli apostoli era. Portò la rettitudine nei giorni alla Madre. Fratelli per aiutarlo saranno dalla Madre che dentro per amore al Crocefisso porterà a venire.

Genesi 29,21 - A portare fu per l'Unigenito a vivere un corpo in cui fu per agire a versare dentro la divinità nel cuore. Gli apostoli usciti da casa per il mondo vennero, l'Unigenito risorto indicarono. Furono la rettitudine con la parola dell'Unigenito a recare nei giorni. Ed al Padre si riportò l'Unigenito ad entrare; Dio era stato nel mondo!

Genesi 29,22 - Ma sarà l'Unigenito, per strappar via il serpente, dentro con gli angeli a rivenire nella prigione. L'energia della risurrezione sarà ad entrare nei viventi che a risorgere li porterà. Sarà (con tale) azione della risurrezione salvati tutti nel mondo.

Genesi 29,23 - E dallo stare nel mondo, (ove) sono ad abitare con il nemico, li porterà. Saranno, rovesciate le tombe, a venire dal Potente Unico, entrando dentro il Crocifisso che li condurrà. E saranno dentro l'Unigenito a venire da Dio (dal quale) saranno portati e si uniranno a lui.

Genesi 29,24 - E saranno tutti con gli angeli nel cuore inviati del Potente. L'Unigenito avrà finito in questi del serpente; il soffio entrato infuocato nella trappola (ove) alla fine porterà il tormentatore. Per amore tutti porterà i risorti dalla trappola fuori.

Genesi 29,25 - E saranno dal mondo dove sono ad abitare un mattino portati fuori; tra gli angeli entreranno con Lui. Con il rifiuto alla perversità, che è dall'origine a vivere nei corpi per il maledetto serpente che v'abita, l'energia nei viventi rientrerà. In questi verrà in azione la resurrezione che ci fu per il Crocifisso in cui la potenza fu a rientrare. Del potente Padre nel corpo nella tomba la potenza agì. Dentro aiutò il Crocifisso che rifù in azione con le piaghe a recarsi di potente vita rigenerato. La vita era nel Crocifisso degli angeli.

Genesi 29,26 - Ed era dell'Unico a vivere nel corpo il potente Figlio che con rifiuto spazzerà con il fuoco, che esce dalla rettitudine, l'angelo (ribelle) che dentro la putredine portò i viventi. L'energia portata al serpente dal Crocifisso lo finirà. Fuori giù si vedrà lanciato il serpente che dalle persone sarà ad uscire; da dentro sarà così dai corpi ad uscire.

Genesi 29,27 - Alla fine (pienezza) della settimana (della creazione) questi verranno portati tra gli angeli. Dal Crocifisso guidati; retti anche verranno questi. All'Unico tutti dal Servo usciranno felici. Il Crocifisso servo vedranno i viventi che ad aiutarli fu. Il peccare, con l'aiuto del fuoco, con la vergogna dell'angelo sarà nei viventi fratelli nei corpi portare a finire.

Genesi 29,28 - E spazzato dalla risurrezione sarà il fraudolento; la rettitudine all'angelo (ribelle) porterà nei viventi il rifiuto. Nel settimo (giorno) questo verrà portato; sarà il drago del serpente portato dentro a finire e verranno le pecore a casa tutte riportate. Accompagnerà dal Potente l'Unigenito i risorti del mondo.

Genesi 29,29 - A portare sarà il Crocefisso tra gli angeli del Potente i figli. Potenti con i corpi, chiusi nel cuore, tutti li condurrà all'Unico. Dal mondo usciranno per entrare i risorti nel Verbo a chiudersi. Il Crocifisso li porterà a guizzare fuori. Del Potente i risorti per il Verbo nell'assemblea entreranno.

Genesi 29,30 - E saranno dentro l'Unico anche Dei (in quanto) nei corpi si chiuderà la potenza portata a starvi per l'amore che scorre nei viventi dall'Unico. Tutte le pecore alla pienezza dal mondo porterà a stare il Servo. Vedranno i viventi che nel (loro) peccare recò aiuto nel settimo (giorno) bruciando l'angelo (ribelle) che è nei viventi. Fratelli con il corpo porterà tutti.

Genesi 29,31 - E saranno alla vista del Signore per la rettitudine a stare rinnovati, portati allo splendore. All'Unico dal mondo condotti, saranno stati liberati. Verranno per misericordia ad entrare, li porterà con i corpi (in quanto chi) ammala con oppressione i corpi uscirà.

Genesi 29,32 - Li recherà il Crocifisso a rigenerare con il rifiuto alla perversità. Completamente rinati a casa dagli angeli li porterà tutti chiamandoli per nome. Li porterà con i corpi dall'Unico a stare da figli, così saranno per l'Unigenito dall'amarezza ad uscire. Cosi li lancerà alla primitiva esistenza. Li porterà ad entrare. Da miseri che erano, retti saranno nell'Unico ad entrare. Da figli saranno gli uomini a starvi.

Genesi 29,33 - E completamente uscirà il male che portò l'essere impuro. Tutti i rinati figli porterà il Crocefisso all'Unico a vivere con i corpi per la rettitudine che ci sarà stata. Bruciata in seno sarà stata la perversità dalla rettitudine che sarà stata da fuoco per l'angelo (ribelle), che si portò all'origine nel mondo. L'Unigenito per ucciderlo fu portarla, ne sarà il drago dalla potenza afflitto. Nei viventi verrà colpita la perversità che completamente rovescerà dai corpi il peccatore e brucerà vivo per il peccare l'angelo (ribelle).

Genesi 29,34 - E finirà d'uscire dai corpi il peccare portato dall'essere impuro ed in tutti il serpente insinuatosi d'abitare finirà. All'origine con l'amarezza nel tempo entrarono; l'ira sentirono i viventi che erano stati dal serpente portati nel mondo. Gli uomini furono con il maledetto a stare. La rettitudine che c'era fu dal serpente sbarrata. Finita fu dal serpente, ma nel terzo (giorno) rientrerà dentro l'energia a ristare in seno. La potenza della rettitudine puri i corpi dal peccatore riporterà e la potenza si riporterà nell'esistenza.

Genesi 29,35 - E tutti dal mondo i compagni riporterà. Per l'aiuto recato, il Crocifisso rinati figli porterà tutti all'Unico. Da vivi con il corpo vedranno finalmente uscire dell'Unico il Volto i popoli che lo desideravano. Chi li aiutò nel mondo, l'Unigenito, il Crocifisso, il Signore vedranno potente. Retti, puri, vedranno nella luce vivo portarsi il Signore che li aiutò nel mondo (Colui dal quale) portato in croce videro acqua con sangue guizzare per aiutarli dalla croce.

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