IL VESTITO DI DIO
di Alessandro Conti Puorger
STENDERE I "MANTELLI"
Presento in questo articolo una ricerca che di recente ho portato avanti mosso da un particolare che ha destato la mia curiosità.
Com'è noto, la "Festa della Domenica delle Palme" prende spunto dall'episodio dell'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, prima della sua passione.
I Vangeli sinottici - Matteo, Marco e Luca - descrivono così la scena:
"Essi (i discepoli) condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano:
Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!" (Marco 11,7-10; Matteo 21,7-9; Luca 19,35-38)
Riconoscevano proprio in Gesù di Nazaret il Messia atteso, il Re promesso che doveva venire dal cielo.
Quella insistenza sui "mantelli" che ho evidenziato in grassetto in effetti è il motore di questa mia ricerca.
Evidentemente non è un particolare secondario, perché, tra l'altro nel loro racconto tutti e tre gli evangelisti dei Vangeli sinottici "i mantelli" li hanno citati due volte.
Nel testo latino quei "mantelli" sono "vestimenta", ma nel testo greco sono imatia "imatia", quindi, proprio i mantelli che si portavano sopra il chitone o veste.
I discepoli ed i presenti a Gerusalemme, convocati dalla legge di Mosè per la vicina festa di "Pesach", compirono allora quel gesto di spontaneo rispetto e di sottomissione alla stregua di quanto è narrato che avvenne dopo l'unzione a re d'Israele di Ieu per mezzo di un profeta.
Gli ufficiali di Ieu, infatti, in quella occasione gli fecero un tappeto dei loro mantelli e l'acclamano re al posto di Acab: "Ieu allora disse loro: (Il profeta) mi ha detto alla lettera: così dice il Signore: Ti ungo re d'Israele. Immediatamente ognuno prese il proprio mantello e lo gettò ai piedi di Ieu sui gradini. Suonarono la tromba e acclamarono: Ieu è re!" (2Re 9,12s).
Il mantello in questo caso è figura delle persone che si sottomettono e pongono a sua disposizione la propria vita, perché il mantello è tutto ciò che protegge dalle intemperie chi, come un ufficiale di un re, è soggetto alla precarietà di una vita dedita a un personaggio che deve servire il popolo in pace e in guerra.
Gli evangelisti però forse avevano anche altre idee, come vedremo.
Proveremo a coglierle scrutando le Sacre Scritture.
Tra l'altro cercando nelle antiche profezie col citare quel l'asinello pare evidente il desiderio dei testo evangelico di richiamare anche questa profezia messianica che si trova nelle "Benedizioni di Giacobbe" in cui appunto si parla di un asinello e di un manto:
"Egli lega alla vite il suo asinello e
a scelta vite il figlio della sua asina,
lava nel vino la veste e
nel sangue dell'uva il manto..." (Genesi 49,11)
Quindi c'è pure un richiamo al sangue di Gesù, "
lava nel vino la veste e nel sangue dell'uva il manto", onde con quel gesto dei mantelli, di fatto, è invocato che scenda su chi lo compiva il futuro beneficio della passione, e così i loro mantelli fossero poi irrorati da quel sangue salvifico che perdona peccati e tradimenti.
In questo caso il testo ebraico di Genesi 49,11 per "manto" usa il termine non usuale "sut"
le cui lettere richiamano "il foro
Portatogli
in croce
".
(Vedi: "
Parlano le lettere";)
La profezia è raccolta dal libro dell'Apocalisse quando dice "È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio." (Apocalisse 19,13)
Per comprendere più a fondo il significato di quel gesto di depositare i mantelli, mi sono chiesto quale complesso di idee comportava per un ebreo di quei tempi il mantello.
Non mi restava che addentrarmi nel testo biblico e cercare in questo gli episodi ove si parla di mantelli.
Se si fa una ricerca nella Bibbia tradotta in Italiano si ha:
- "mantello/i", 58 volte nel Vecchio Testamento e 31 nel Nuovo Testamento;
- "manto", 27 volte nel Vecchio Testamento di cui 2 nel Nuovo Testamento;
- "manti" 1 volta in Ezechiele 26,16.
Si scopre però che vengono tradotti col termine indifferenziato di manto e mantello vari termini ebraici.
Ho cercato allora di capirne di più.
Non restava che, volta per volta, sotto la traduzione italiana di "manto" o "mantello" trovare nel testo ebraico canonico della Bibbia, detta Tenak quale termine ebraico in effetti là fosse stato usato.
Trovato poi il termine ebraico usato, con l'aiuto di "The new Englishman's Hebrew concordance" (Wigram- Hendrickson Publishers, inc Peabody, Massachussetts 1984) sono andato a cercare le altre ripetizioni di quel termine per vedere se si poteva trarre un qualche legame, chiarimento o pensiero conclusivo anche con l'ausilio della lettura per lettere separate delle parole ebraiche in base al mio sopra citato metodo di decriptazione.
Riporto i risultati più importanti.